Kring et al, PSICOLOGIA CLINICA 4/E - Aggiornamento al DSM-5
A cura della dott.ssa Giulia Buodo, Dipartimento di Psicologia generale, Università di Padova
La più recente edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – DSM-5 è stata
pubblicata negli Stati Uniti nel maggio 2013; la corrispondente edizione italiana DSM-5. Manuale
diagnostico e statistico dei disturbi mentali (Raffello Cortina, 2014) è stata pubblicata circa un anno
dopo.
La dodicesima edizione americana del volume Abnormal Psychology, di cui la quarta edizione di
Psicologia clinica costituisce la traduzione italiana, è stata pubblicata prima dell’uscita del DSM-5, e per
questa ragione nell’edizione italiana ci si riferisce a contenuti anticipati come “bozza della quinta
edizione del DSM”. Di fatto, esistono alcune discrepanze fra quanto anticipato nel testo Abnormal
Psychology e gli effettivi contenuti dell’edizione definitiva del DSM-5 statunitense. Inoltre, alcuni
traducenti proposti nel testo Psicologia clinica non sempre sono risultati corrispondere a quelli poi
impiegati nell’edizione italiana del DSM-5. In queste pagine viene quindi offerto un elenco che aggiorna
e integra, capitolo per capitolo, tutti i riferimenti al DSM-5 presenti nel testo Psicologia clinica.
Capitolo 1. Introduzione e panoramica storica
Pag. 3: La definizione di Disturbo mentale riportata nel DSM-5 corrisponde a quanto anticipato, quindi
non emerge alcuna discrepanza.
Capitolo 2. Gli attuali paradigmi della psicopatologia
Non vi sono riferimenti al DSM-5.
Capitolo 3. Diagnosi e valutazione
• Pag. 67, e in figura 3.2,: si anticipa come probabile una ridefinizione degli assi del DSM-5. Di fatto,
come riportato a pag. 19 del DSM-5, “Il DSM-5 si è spostato a una documentazione delle diagnosi
non assiale (in passato Asse I, II, e III), con notazioni separate per alcuni importanti fattori
psicosociali e contestuali (in passato Asse IV) e la disabilità (in passato Asse V)”.
• Pag. 68, figura 3.3: molti dei termini utilizzati non corrispondono perfettamente a quelli
effettivamente utilizzati nella versione definitiva del DSM-5. Di seguito viene riportata la tabella
con le categorie diagnostiche corrette per DSM-IV-TR e DSM-5, nello stesso ordine in cui compaiono
nella tabella stessa.
DSM-IV-TR
DSM-V
Disturbi solitamente diagnosticati per la prima volta
nell’infanzia, nella fanciullezza o nell’adolescenza
Disturbi del neurosviluppo
Disturbi dell’evacuazione
Gli altri disturbi non sono più separati in base al gruppo
d’età ma sono incorporati nei capitoli pertinenti in tutto il
DSM
Delirium (non "delirio"), Demenza,disturbi
amnestici e altri disturbi cognitivi
Disturbi neurocognitivi
Disturbi correlati a sostanze
Disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction
Schizofrenia e altri disturbi psicotici
Disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi
psicotici
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Disturbi dell’umore
Disturbi bipolari e disturbi correlati
Disturbi depressivi
Disturbi d’ansia
Disturbi dell’adattamento
Disturbi d’ansia
Disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati
Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti
Disturbi somatoformi
Disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati
Disturbi dissociativi
Disturbi dissociativi
Disturbi sessuali e della identità di genere
Disfunzioni sessuali
Disforia di genere
Disturbi parafilici
Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione
Disturbi del sonno-veglia
Disturbi da comportamento dirompente, del controllo
degli impulsi e della condotta
Disturbi di personalità
Disturbi dell’alimentazione
Disturbi del sonno
Disturbi del controllo degli impulsi non classificati
altrove
Disturbi di personalità
Disturbi fittizi
Disturbi mentali dovuti a una condizione medica
generale
Altre (non "ulteriori") condizioni che possono
essere oggetto di attenzione clinica
Altri disturbi mentali
Altre condizioni che possono essere oggetto di
attenzione clinica
• Pag. 69: si anticipa che nel DSM-5 il Disturbo ossessivo-compulsivo sarebbe stato incluso, insieme
alla Disposofobia (hoarding disorder) e al Disturbo di dismorfismo corporeo, in un nuovo capitolo a
sé. In realtà nell’edizione definitiva del DSM-5 il nuovo capitolo intitolato Disturbo ossessivocompulsivo e disturbi correlati comprende, oltre al Disturbo ossessivo-compulsivo, non solo il
Disturbo di dismorfismo corporeo e il Disturbo da accumulo (non Disposofobia), ma anche la
Tricotillomania (Disturbo da strappamento di peli) e il Disturbo da escoriazione (Stuzzicamento
della pelle).
• Pag. 69: si anticipa il mantenimento della categoria “non altrimenti specificato” (NAS) nel DSM-5. In
realtà nel DSM-5 la designazione NAS è stata sostituita con due opzioni: Disturbo con altra
specificazione e Disturbo senza specificazione.
• Pag. 69: si anticipa che nel DSM-5 sarebbero stati specificati solo 5 tipi di disturbi di personalità, e
non più 10 come nell’edizione precedente del Manuale. In realtà nell’edizione definitiva del DSM-5
vengono descritti, nella Sezione II (Criteri diagnostici e codici), gli stessi 10 disturbi di personalità
presenti nel DSM-IV TR (paranoide, schizoide, schizotipico, antisociale, borderline, istrionico,
narcisistico, evitante, dipendente, ossessivo-compulsivo). Nella Sezione III (Proposte di nuovi modelli
e strumenti di valutazione) viene invece proposto per la prima volta un modello alternativo alla
diagnosi dei disturbi di personalità, in cui i disturbi descritti sono 6 (antisociale, evitante,
borderline, narcisistico, ossessivo-compulsivo e schizotipico; un’ulteriore diagnosi, quella di
Disturbo di personalità tratto-specifico, fa riferimento a una condizione in cui si considera presente un
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disturbo di personalità, ma non sono soddisfatti i criteri per un disturbo specifico). Secondo questo
nuovo approccio, i disturbi di personalità sono caratterizzati da compromissioni del
funzionamento della personalità e da tratti di personalità patologici.
• Pag. 70: fra gli esempi di nuove diagnosi previste nel DSM-5 viene anticipato il Disturbo ansiosodepressivo misto, che invece non è presente come tale nella versione definitiva (è presente solo lo
specificatore “con ansia” per i Disturbi depressivi e per il Disturbo bipolare e disturbi correlati). Altre
“nuove diagnosi” anticipate sono effettivamente presenti nel DSM-5, ma con alcune differenze di
denominazione: il Disturbo da compromissione del linguaggio è stato in realtà denominato
Disturbo del linguaggio, il Disturbo da somatizzazione semplice è stato in realtà denominato
Disturbo da sintomi somatici, e l’Ipocondria senza sintomi somatici è stata in realtà denominata
Disturbo da ansia di malattia. L’anticipata fusione di Disturbo da desiderio sessuale ipoattivo e
Disturbo
dell’eccitazione
sessuale
femminile
non
è
stata
denominata
Disturbo
dell’interesse/eccitazione sessuale nelle donne bensì Disturbo del desiderio sessuale e
dell’eccitazione sessuale femminile.
• Pag. 72: Nel DSM-IV TR in Appendice I (Guida all’inquadramento culturale e Glossario delle
sindromi culturalmente caratterizzate), erano riportate 25 sindromi culturalmente caratterizzate. Nella
sezione Glossario dei concetti culturali di sofferenza del DSM-5 sono descritte 9 sindromi
culturalmente caratterizzate.
• Pag. 73, caso clinico di Lola: nella formulazione della probabile diagnosi secondo i criteri DSM-5,
vengono utilizzati i termini Remissività e Insicurezza da separazione. I termini effettivamente
utilizzati nel DSM-5 sono Sottomissione e Angoscia di separazione.
Capitolo 4. Metodi di ricerca in psicopatologia
Nulla da segnalare.
Capitolo 5. I disturbi dell’umore
• Il capitolo Disturbi dell’umore, presente nel DSM-IV-TR, è stato eliminato nel DSM-5. Vi sono ora
due capitoli separati, Disturbo bipolare e disturbi correlati, e Disturbi depressivi.
• Pag. 128: rispetto a quanto riportato in tabella 5.1 e in figura 5.1, va segnalato che la diagnosi presente
nel DSM-5 è Disturbo da disregolazione dell’umore dirompente, non Disturbo dirompente di
disregolazione dell’umore. Inoltre, il Disturbo misto ansioso-depressivo, anticipato come nuova
diagnosi a sé, non è stato incluso nel DSM-5. Piuttosto, è possibile utilizzare per i Disturbi
Depressivi lo specificatore senza codice “con ansia”. Infine, la diagnosi presente nel DSM-5 è
Disturbo depressivo persistente (distimia), non Disturbo distimico.
• Pag. 129: i sintomi riportati nel riquadro per il Disturbo depressivo maggiore corrispondono a quelli
presenti nella versione definitiva del DSM-5. Anche la nota (nel DSM-5 è stato eliminato il criterio
per cui i sintomi del Disturbo depressivo maggiore non sono meglio giustificati da una condizione di
lutto) è corretta.
• Pag. 130: i criteri riportati nel riquadro per il Disturbo disforico premestruale sono tutti presenti nella
versione definitiva del DSM-5, tranne l’ultimo (“i sintomi devono manifestarsi in donne che non
assumono contraccettivi orali”). Va però sottolineato che nella sezione Diagnosi differenziale per il
Disturbo disforico premestruale è specificato che, se una donna presenta sintomi premestruali
dopo l’inizio dell’uso di ormoni esogeni, i sintomi possono essere dovuti all’uso di ormoni
piuttosto che alla sottostante condizione di disturbo disforico premestruale.
• Pag. 130: i sintomi riportati nel riquadro per il Disturbo da disregolazione dell’umore dirompente sono
tutti presenti nella versione definitiva del DSM-5, tranne l’ultimo. Infatti, nella versione definitiva del
DSM-5 è indicato che la diagnosi di Disturbo da disregolazione dell’umore dirompente non può
coesistere con il Disturbo oppositivo provocatorio, il Disturbo esplosivo intermittente o il
Disturbo bipolare, mentre può coesistere con altri disturbi, tra cui il Disturbo depressivo
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maggiore, il Disturbo da deficit di attenzione con iperattività, il Disturbo della condotta e il
Disturbo da uso di sostanze.
Pag. 131: si afferma, correttamente, che nel DSM-5 non sarebbe più stata presente la distinzione fra
Distimia e Disturbo depressivo maggiore cronico. La categoria diagnostica di Disturbo depressivo
persistente nel DSM-5 comprende infatti sia il Disturbo depressivo maggiore cronico che il precedente
Disturbo distimico.
Pag. 131: i sintomi riportati nel riquadro per il Disturbo depressivo cronico (distimia) – in realtà
Disturbo depressivo persistente (distimia) – sono tutti presenti nella versione definitiva del DSM-5.
Anche la nota è corretta.
Pag. 134-135: i riferimenti ai Disturbi bipolare I, bipolare II, e Disturbo ciclotimico corrispondono a
quanto riportato nella versione definitiva del DSM-5.
Pag. 136: i criteri riportati nel riquadro per gli episodi maniacale e ipomaniacale corrispondono a
quelli presenti nella versione definitiva del DSM-5. Anche la nota è corretta.
Pag. 136: fra i criteri riportati nel riquadro per il disturbo ciclotimico, si fa riferimento a “sintomi che
non soddisfano i criteri per l’episodio maniacale” mentre, come riportato nel DSM-5, si deve
intendere “ipomaniacale”.
Pag.139: in tabella 5.2, “con esordio post-partum” è indicato come uno dei sottotipi di Disturbo
depressivo maggiore. Tale specificazione, presente nel DSM-IV-TR, è stata modificata nel DSM-5,
che riporta “con esordio nel peripartum”. Si è voluta indicare in tal modo la comparsa dei sintomi di
alterazione dell’umore durante la gravidanza o nelle 4 settimane successive al parto.
L’ultimo specificatore elencato in tabella, “con grave rischio di suicidio”, non è presente nella
versione definitiva del DSM-5.
• Pag. 139: La figura 5.3 illustra l’andamento di un Disturbo bipolare a cicli rapidi. Un esempio di
valutazione della gravità della depressione è invece fornito dalla figura 3.5.
• Pag. 149: nel riquadro vengono descritti i criteri per il Disturbo misto ansioso-depressivo; tale
disturbo non è stato, in realtà, incluso nella versione definitiva del DSM-5. È invece possibile
utilizzare per i Disturbi depressivi lo specificatore “con ansia”.
Capitolo 6. I disturbi d’ansia
• Pag. 172 e figura 6.1: nella versione definitiva del DSM-5 sono inclusi fra i Disturbi d’ansia anche
il Disturbo d’ansia di separazione e il Mutismo selettivo. Il capitolo relativo ai Disturbi d’ansia è
infatti strutturato in modo da descrivere i diversi disturbi in sequenza, secondo l’età tipica all’esordio.
Nel DSM-5 è inoltre utilizzato il termine “correlati”, e non “collegati”, e Disturbo da stress acuto, non
Disturbo acuto da stress.
• Pag. 173: i criteri riportati nel riquadro per la fobia specifica corrispondono a quelli presenti nella
versione definitiva del DSM-5. Anche la nota è corretta.
In tabella 6.1, la descrizione del Disturbo d’ansia generalizzata e dei probabili cambiamenti previsti
nel DSM-5 non corrispondono a quelli presenti nella versione definitiva del Manuale. Nello specifico,
sia nel DSM-IV-TR che nel DSM-5 il disturbo si caratterizza per la presenza di una preoccupazione
incontrollabile che persiste per almeno 6 (non 3) mesi. Inoltre, nel DSM-5 le conseguenze
comportamentali della preoccupazione persistente non sono state specificate come criteri,
diversamente da quanto anticipato.
• Pag. 175: i criteri diagnostici riportati nel riquadro del Disturbo d’ansia sociale corrispondono a quelli
presenti nella versione definitiva del DSM-5. Anche la nota è corretta.
• Pag. 176: i criteri diagnostici riportati nel riquadro del Disturbo di panico corrispondono a quelli
presenti nella versione definitiva del DSM-5.
• Pag. 177: i criteri diagnostici riportati nel riquadro dell’Agorafobia corrispondono a quelli presenti
nella versione definitiva del DSM-5. Anche la nota è corretta.
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• Pag.178: il riquadro relativo al Disturbo d’ansia generalizzata riporta nel primo criterio un elemento di
novità previsto per il DSM-5 che di fatto non ha trovato conferma nella versione definitiva del DSM-5
(non è infatti specificato che ansia e preoccupazione debbano essere presenti in “almeno due domini
dell’esistenza”). Si fa inoltre riferimento a una durata dei sintomi di almeno 3 mesi, mentre nel DSM5 è indicata una durata dei sintomi di almeno 6 mesi.
L’ultimo criterio, interamente in corsivo nel riquadro a indicare una probabile novità prevista per il
DSM-5, non è presente nell’edizione definitiva del Manuale. In nota, infine, viene anticipata
l’eliminazione del criterio della difficoltà a controllare la preoccupazione, mentre nel DSM-5 tale
criterio è ancora presente.
Capitolo 7. I disturbi di tipo ossessivo-compulsivo
• Pag. 202: la categoria diagnostica indicata nel DSM-5 è Disturbo da accumulo, non Disturbo di
accaparramento. Nella tabella 7.1 mancano la Tricotillomania e il Disturbo da escoriazione.
• Pag. 203: i criteri riportati nel riquadro per il Disturbo ossessivo-compulsivo corrispondono a quelli
presenti nella versione definitiva del DSM-5. Tuttavia in nota si afferma che le parti in corsivo nel
riquadro rappresentano elementi di novità introdotti nel DSM-5. In realtà l'unica novità è
l’introduzione dell’aggettivo “indesiderati” (nel riquadro “non voluti”) nella definizione di
pensieri, impulsi o immagini ossessivi. Il termine “impulsi” era già presente nel DSM-IV TR;
analogamente, le seguenti descrizioni dei sintomi erano tutte già presenti nel DSM-IV TR: “che la
persona cerca di ignorare, sopprimere o neutralizzare”, “in risposta a un’ossessione”, “causano un
notevole dispendio di tempo (ad esempio richiedono almeno un’ora al giorno)”.
• Pag. 204: i criteri riportati nel riquadro per il “Disturbo di dismorfismo corporeo corrispondono a
quelli presenti nella versione definitiva del DSM-5. Anche la nota è corretta.
• Pag. 206: i criteri riportati nel riquadro per il Disturbo da accumulo (non Disturbo di accaparramento)
corrispondono a quelli presenti nella versione definitiva del DSM-5.
• Pag. 213: tra i Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti nel DSM-5 definitivo sono inclusi
anche il Disturbo reattivo dell’attaccamento, il Disturbo da impegno sociale disinibito, e i Disturbi
dell’adattamento.
• Pag. 214: le considerazioni sui nuovi criteri diagnostici per il PTSD sono confermate nella versione
definitiva del DSM-5.
• Pag. 215: rispetto ai criteri indicati nel riquadro per il PTSD, va segnalato che nel DSM-5 definitivo il
criterio A è stato formulato come “Esposizione a morte reale o minaccia di morte, grave lesione,
oppure violenza sessuale”. In relazione ai criteri D ed E, che si riferiscono rispettivamente ad
alterazioni negative di pensieri ed emozioni e a marcate alterazioni dell’arousal e della reattività
associati all’evento/i traumatico/i, devono essere presenti almeno 2 sintomi, non 3 come indicato
nel riquadro.
In nota si afferma, correttamente, che nel DSM-5 non si specifica più che durante l’evento traumatico
la persona ha provato paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore. Inoltre, i sintomi di
ottundimento considerati sintomi di evitamento nel DSM-IV-TR (criterio C) sono stati inclusi nel
criterio D nel DSM-5.
• Nel riquadro relativo al Disturbo acuto da stress (nel DSM-5 Disturbo da stress acuto) sono richiesti
nel criterio B “almeno 8 sintomi”, mentre nel DSM-5 definitivo sono richiesti almeno 9 sintomi.
Anche per il Disturbo da stress acuto, il criterio A è stato formulato nel DSM-5 come “Esposizione a
morte reale o minaccia di morte, grave lesione oppure violenza sessuale”.
Capitolo 8. I disturbi dissociativi e da sintomi somatici
• Pag. 226 e tabella 8.1: le categorie diagnostiche corrispondono a quelle presenti nella versione
definitiva del DSM-5, e i cambiamenti rispetto al DSM-IV TR sono indicati correttamente.
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• Pag. 227: il riquadro relativo all’Amnesia dissociativa indica come specificare il sottotipo per la Fuga
in modo diverso da quanto riportato nel DSM-5 definitivo. La versione definitiva richiede infatti di
specificare “con fuga dissociativa” se presente “un viaggio intenzionale o un vagare disorientato
associati ad amnesia per la propria identità o per altre importanti informazioni
autobiografiche”. Le indicazioni riportate nella figura 8.1 sono corrette.
• Pag.
230:
i
criteri
diagnostici
riportati
nel
riquadro
per
il
Disturbo
di
depersonalizzazione/derealizzazione corrispondono a quelli presenti nella versione definitiva del
DSM-5.
• Pag. 231: I criteri B (“almeno due delle differenti identità si alternano in modo ricorrente nel controllo
del comportamento della persona”)e C (“incapacità di almeno una di queste identità a ricordare
importanti informazioni personali”) indicati nel riquadro per il Disturbo dissociativo dell’identità
risultano diversi nell’edizione definitiva del DSM-5. In quest’ultima, infatti, nel criterio B si fa
riferimento a “ricorrenti vuoti nella rievocazione di eventi quotidiani, di importanti
informazioni personali e/o di eventi traumatici non riconducibili a normale dimenticanza”; nel
criterio C si specifica che “i sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione
del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti”.
• Pagg. 237-238, e tabella 8.2 e figura 8.2: nella versione definitiva del DSM-5 è presente il capitolo
Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati, che comprende il Disturbo da sintomi somatici (non
“complessi” come in tabella 8.2), il Disturbo da ansia di malattia, il Disturbo di conversione (Disturbo
da sintomi neurologici funzionali) (denominato in tabella “Disturbo neurologico funzionale”), e il
Disturbo fittizio. Come nel DSM-IV-TR, anche nel DSM-5 la Simulazione è inclusa fra le “Altre
condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica”.
• Pag. 239: nel riquadro per il Disturbo da sintomi somatici si afferma che l’eccessiva concentrazione di
pensieri, sensazioni e comportamenti intorno ai sintomi somatici o alle preoccupazioni per la salute
deve essere indicata da almeno due dei sintomi elencati, mentre nel DSM-5 si fa riferimento ad
“almeno uno”; si afferma inoltre che è necessario specificare se siano predominanti i sintomi somatici
o l’ansia per la salute o il dolore, mentre la versione definitiva del DSM-5 richiede unicamente di
specificare “con dolore predominante (in precedenza disturbo algico)” nel caso in cui i sintomi
somatici siano rappresentati prevalentemente dal dolore.
• Pag. 240: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo d’ansia di malattia corrispondono a
quelli presenti nella versione definitiva del DSM-5. Anche la nota è corretta.
Capitolo 9. Schizofrenia
• Pag. 252: i criteri riportati nel riquadro per la schizofrenia corrispondono a quelli presenti nella
versione definitiva del DSM-5.
• Pag. 256: nel paragrafo “La schizofrenia e il DSM-5” si afferma che probabilmente il DSM-5 avrebbe
eliminato i sottotipi della schizofrenia presenti nel DSM-IV. I sottotipi sono stati effettivamente
eliminati nella versione definitiva, in ragione della loro limitata stabilità, poca attendibilità e scarsa
validità diagnostiche.
• Pag. 257: si afferma che nel DSM-5 la schizofrenia avrebbe fatto parte di un capitolo probabilmente
intitolato “Disturbi dello spettro schizofrenico e altri disturbi psicotici”. Il titolo effettivamente
riportato nel DSM-5 è “Disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici”.
• Pag. 258, tabella 9.2: manca il Disturbo schizotipico (di personalità), che nel DSM-5 viene
considerato nell’ambito dello spettro della schizofrenia nonostante la sua descrizione completa si
trovi all’interno del capitolo Disturbi di personalità. In tabella è inclusa, invece, la Sindrome
psicotica attenuata, che non è presente nel DSM-5 come nuova diagnosi, ma è stata inserita nella
sezione “Condizioni che necessitano di ulteriori studi”.
Nell’elenco dei possibili cambiamenti previsti nel DSM-5 sono presenti, inoltre, le seguenti discrepanze
rispetto alla versione definitiva:
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-
I sintomi negativi non sono stati descritti con maggior dettaglio;
Il criterio in base al quale uno dei sintomi deve essere costituito da allucinazioni, deliri o eloquio
disorganizzato non è stato eliminato;
- Per il Disturbo schizoaffettivo, il criterio“sintomi di un episodio depressivo maggiore presenti per
oltre il 30% della durata della malattia nell’arco di vita” riportato in tabella è stato invece formulato
come “I sintomi che soddisfano i criteri per un episodio dell’umore maggiore sono presenti per la
maggior parte della durata totale dei periodi attivi e residui della malattia”.
• Scheda di approfondimento 9.2. La Sindrome psicotica attenuata non è stata inclusa come nuova
categoria diagnostica nel DSM-5. La Sindrome di psicosi attenuata, i cui sintomi sono quelli riportati
nella scheda, è presente nella sezione “Condizioni che necessitano di ulteriori studi”.
Capitolo 10. Disturbi da uso di sostanze
• Pag. 286: l’abuso di sostanze e la dipendenza da sostanze, categorie separate nel DSM-IV-TR, sono
stati uniti nella diagnosi di Disturbo da uso di sostanze nel DSM-5. Vi sono inoltre, categorie
specifiche per le diverse sostanze.
• I criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo da uso di sostanze corrispondono a quelli
presenti nella versione definitiva del DSM-5.
• La figura 10.1 è corretta. Da sottolineare l’introduzione di un nuovo criterio, ossia il craving (forte
desiderio o spinta all’uso della sostanza), fra i criteri diagnostici dei Disturbi da uso di sostanze.
• Un importante elemento di novità, cui non si fa cenno nel Capitolo 10, è rappresentato dal fatto
che nel DSM-5 è stato incluso fra i Disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction anche il
Disturbo da gioco d'azzardo. Sulla base delle evidenze disponibili, infatti, si ritiene che i
comportamenti legati al gioco d’azzardo attivino sistemi di ricompensa simili a quelli attivati
dalle sostanze di abuso, e che producano alcuni sintomi comportamentali comparabili a quelli
associati ai disturbi da uso di sostanze.
Capitolo 11. Disturbi dell’alimentazione
• Pag. 331: si afferma, correttamente, che nel DSM-5 i disturbi dell’alimentazione saranno inclusi nella
categoria Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, che comprendono anche la Pica e il Disturbo
da ruminazione.
• Pag. 332, tabella 11.1: i principali cambiamenti previsti nei criteri DSM-5 per l’Anoressia nervosa e la
Bulimia nervosa sono stati di fatto confermati nella versione definitiva. È importante sottolineare che
nel DSM-5 è stata introdotta una nuova categoria, il Disturbo da binge-eating (designato in tabella
e nel testo come Disturbo da alimentazione incontrollata).
• Pag. 333: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per l’anoressia nervosa corrispondono a quelli
presenti nella versione definitiva del DSM-5.
Come anticipato, nel DSM-5 è stato effettivamente eliminato il criterio dell’amenorrea per la diagnosi
di Anoressia nervosa.
• Pag. 334: i due sottotipi di Anoressia nervosa previsti per il DSM-5 (“con restrizioni” e “con
abbuffate/condotte di eliminazione”) corrispondono a quelli presenti nella versione definitiva.
• Pag. 336: Nella versione definitiva del DSM-5 i criteri per la Bulimia nervosa sono stati così
modificati: le abbuffate e le condotte compensatorie devono verificarsi almeno una volta, e non più
due, alla settimana per 3 mesi; i sottotipi “con condotte di eliminazione” e “senza condotte di
eliminazione” sono stati eliminati. I criteri diagnostici riportati nel riquadro sono corretti.
• Pag. 340: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo da binge eating corrispondono a
quelli presenti nella versione definitiva del DSM-5.
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Capitolo 12. Disturbi sessuali
• Pag. 361: i disturbi elencati in tabella 12.1 corrispondono effettivamente a quelli inclusi nella versione
definitiva del DSM-5, ma vanno rilevate numerose differenze terminologiche: nel DSM-5 si parla
infatti di Disturbo erettile (non Disturbo dell’erezione), Disturbo del desiderio sessuale e
dell’eccitazione sessuale femminile (non Disturbo dell’interesse/eccitazione sessuale nelle donne),
Disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione (non Dolore genito-pelvico/disturbo della
penetrazione), Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile (non Disturbo da desiderio sessuale
ipoattivo negli uomini), Disturbi parafilici (non Parafilie), Disturbo pedofilico (non pedoebefilico);
Disturbo parafilico con altra specificazione (non Parafilie non altrimenti specificate).
• Nella scheda di approfondimento 12.1 si anticipa che nel DSM-5 sarebbe stata conservata la categoria
diagnostica Disturbo sessuale non altrimenti specificato, già presente nel DSM-IV-TR, per codificare
condizioni di persistente e intenso disagio riguardo all’orientamento sessuale. Si anticipa inoltre che
nel DSM-5 sarebbe stato ancora presente il Disturbo dell’identità di genere. Diversamente, nel DSM-5
il Disturbo dell’identità di genere e il Disturbo sessuale non altrimenti specificato sono stati eliminati,
ed è stata inserita in un capitolo a parte la nuova categoria diagnostica di Disforia di genere. Si è
voluto in tal modo enfatizzare come il problema clinico sia costituito dal disagio affettivo-cognitivo in
relazione al genere assegnato, piuttosto che dall’identità di genere in sé. In questa nuova
concettualizzazione del disturbo diviene quindi centrale l’aspetto della “incongruenza di genere”,
piuttosto che l’identificazione con il sesso opposto.
• Pag. 368, tabella 12.4: vi sono alcune inesattezze terminologiche rispetto alla versione definitiva del
DSM-5. Si veda il commento alla tabella 12.1 di pag. 361.
• Pag. 369: fra i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo erettile è presente una
discrepanza rispetto alla versione definitiva del DSM-5. Infatti nel DSM-5 si parla di “marcata
diminuzione della rigidità erettile”, ma senza specificare che questa “interferisce con la
penetrazione e il piacere”.
• Pag. 370: i contenuti della tabella 12.4 sono coerenti con quanto riportato nella versione definitiva del
DSM-5.
• Pag. 371: il riferimento al criterio temporale dei 6 mesi per i sintomi delle disfunzioni sessuali risulta
effettivamente presente nella versione definitiva del DSM-5. I criteri riportati nel riquadro per il
Disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile corrispondono a quelli presenti
nella versione definitiva del DSM-5.
• Pag. 372: i criteri diagnostici riportati nei riquadri per il Disturbo dell’orgasmo femminile,
l’Eiaculazione precoce, e l’Eiaculazione ritardata corrispondono a quelli presenti nella versione
definitiva del DSM-5. Anche le note sono corrette.
• Pag. 379: i contenuti della tabella 12.5 corrispondono a quanto riportato nella versione definitiva del
DSM-5 (ma Disturbo pedofilico, non Disturbo pedoebefilico).
• Pag. 381: i criteri diagnostici riportati nel riquadro del Disturbo feticistico corrispondono a quelli
presenti nella versione definitiva del DSM-5. Si noti, tuttavia, che nel DSM-5 si parla di “fantasie,
desideri o comportamenti”, non di “fantasie, impulsi sessuali o comportamenti”.
• I criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo pedoebefilico (“pedofilico” nel DSM-5) non
corrispondono del tutto a quelli effettivamente presenti nella versione definitiva del DSM-5. Infatti nel
DSM-5 non si fa riferimento ad attività sessuale con “bambini prepuberi o pubescenti”, bensì
con “un bambino di età prepuberale o con bambini (in genere sotto i 13 anni di età)”. Nel DSM5, inoltre, i criteri per questo disturbo non richiedono che l’individuo abbia “ripetutamente
ricavato una maggiore eccitazione dalla pornografia infantile anziché dalla pornografia che
ritrae persone mature”. Infine, nel DSM-5 si specifica che la persona deve avere almeno 16 anni
di età, non 18 come riportato nel riquadro.
• Pag. 385: Nei riquadri per i Disturbi voyeuristico, frotteuristico, esibizionistico e da sadismo sessuale
uno dei criteri fa riferimento al fatto che la persona ha agito sulla base dei suoi impulsi sessuali “con
almeno tre persone ignare in occasioni diverse”, “con almeno tre persone non consenzienti in
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occasioni diverse”, “con almeno tre sconosciuti in occasioni diverse”, e “con almeno due altri non
consenzienti in occasioni diverse”. Nella versione definitiva del DSM-5, invece, per tutti e quattro i
disturbi il criterio in questione si riferisce a desideri sessuali messi in atto “a discapito di
un’altra persona non consenziente”.
• Pag. 386: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il disturbo da masochismo sessuale
corrispondono a quelli presenti nella versione definitiva del DSM-5.
Capitolo 13. Disturbi dell’infanzia
• Nel DSM-5 due capitoli separati, i “Disturbi del neurosviluppo” e i “Disturbi da comportamento
dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta” includono condizioni che nel DSM-IVTR erano descritte nel capitolo “Disturbi solitamente diagnosticati per la prima volta
nell’infanzia, nella fanciullezza, o nell’adolescenza”.
• Pag. 397: in figura 13.1 sono presenti diverse discrepanze rispetto alla versione definitiva del DSM-5,
elencate di seguito:
- non Disturbi dell’apprendimento, bensì Disturbo specifico dell’apprendimento;
- non Disturbo dello spettro autistico, bensì Disturbo dello spettro dell’autismo;
- non Disturbi motori bensì Disturbi del movimento;
- non Disturbo dirompente del comportamento, del controllo degli impulsi e della condotta bensì
Disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta;
- il Mutismo selettivo non è stato inserito fra i Disturbi della comunicazione, bensì fra i Disturbi
d’ansia.
• I contenuti della figura 13.2 corrispondono a quelli presenti nella versione definitiva del DSM-5 (ma
Disturbo dello spettro dell’autismo, non “dello spettro autistico”).
• Pag. 398: in tabella 13.1 sono presenti alcune imprecisioni:
- si afferma che uno dei cambiamenti principali nella diagnosi di ADHD sarebbe stata l’aggiunta
di 4 nuovi sintomi di impulsività. Tale modifica non è stata, di fatto, introdotta nella versione
definitiva del DSM-5.
- nella versione definitiva del DSM-5 Dislessia e Discalculia sono degli specificatori del Disturbo
specifico dell’apprendimento, non delle diagnosi a sé.
• Pag. 402: Diversamente da quanto anticipato, nel DSM-5 è rimasta la possibilità di specificare se un
Disturbo da deficit di attenzione/iperattività sia caratterizzato da manifestazione combinata, con
disattenzione predominante, o con iperattività/impulsività predominanti.
Nel riquadro dei criteri per la diagnosi di ADHD è presente una discrepanza nell’ultimo criterio
(nella versione definitiva del DSM-5, per individui di 17 anni di età e oltre è richiesta la presenza di
almeno 5 sintomi di disattenzione e/o iperattività e impulsività, non 4).
• Pag. 409: come indicato nel testo, nel DSM-5 è possibile specificare, per il Disturbo della condotta, se
siano presenti insensibilità/mancanza di empatia o affettività superficiale/anaffettività.
• Pag. 410: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo della condotta corrispondono a
quelli presenti nella versione definitiva del DSM-5.
• Pag. 423: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo d’ansia di separazione
corrispondono a quelli presenti nella versione definitiva del DSM-5.
• Pag. 424: si anticipa l’inclusione nel DSM-5 di un disturbo denominato Disturbo da stress posttraumatico in età prescolare. Tale disturbo non è presente come diagnosi a sé nella versione
definitiva del DSM-5. Diversamente, nel Disturbo da stress post-traumatico sono stati indicati
separatamente i criteri diagnostici per bambini sotto i 6 anni.
• Pag. 426: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo dell’apprendimento (nel DSM-5
Disturbo specifico dell’apprendimento) corrispondono sostanzialmente a quelli presenti nella
versione definitiva del DSM-5.
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• Pag. 427, tabella 13.3: sono presenti diverse discrepanze tra quanto descritto e quanto riportato nella
versione definitva del DSM-5:
- nel DSM-5 è incluso il Disturbo specifico dell’apprendimento, di cui Dislessia e Discalculia sono
possibili specificatori, non diagnosi a sé;
- nel DSM-5 i Disturbi della comunicazione comprendono il Disturbo del linguaggio, il Disturbo
fonetico-fonologico, il Disturbo della fluenza (non fluidità) con esordio nell’infanzia (balbuzie), e
la nuova diagnosi di Disturbo della comunicazione sociale (pragmatica);
- Disturbi del movimento, non “delle capacità motorie”;
- Disturbo dello sviluppo della coordinazione, non Disturbo della coordinazione motoria;
- fra i Disturbi del movimento è compreso anche il Disturbo da movimento stereotipato
• Pag. 430: i criteri riportati nel riquadro per il Disturbo dello sviluppo intellettivo differiscono da quelli
del DSM-5 definitivo, in quanto in quest’ultimo si fa riferimento a deficit delle funzioni intellettive
confermati “sia da una valutazione clinica sia da test di intelligenza individualizzati,
standardizzati”, non a valori specifici di QI.
Come anticipato, nel DSM-5 i livelli di gravità del Disturbo dello sviluppo intellettivo sono definiti
sulla base del funzionamento adattivo, e non dei punteggi di quoziente intellettivo (come nel DSMIV-TR).
• Pag. 435: i criteri indicati nel riquadro per il Disturbo dello spettro dell’autismo corrispondono
sostanzialmente a quelli inclusi nella versione definitiva del DSM-5.
• Pag. 436: come previsto, nel DSM-5 diversi disturbi distinti (Disturbo autistico, Disturbo di Asperger,
Disturbo disintegrativo dell’infanzia, Disturbo di Rett e Disturbo pervasivo dello sviluppo non
altrimenti specificato) sono stati riuniti in un’unica categoria, il Disturbo dello spettro
dell’autismo.
Capitolo 14. Disturbi neurocognitivi dell’età avanzata
• Pag. 455: i disturbi elencati nella tabella 14.3 corrispondono a quelli riportati nella versione definitiva
del DSM-5 (l’ultimo disturbo nell’elenco è però denominato Disturbo neurocognitivo senza
specificazione).
• Pag. 456: i criteri diagnostici nei riquadri per il Disturbo neurocognitivo lieve e il Disturbo
neurocognitivo maggiore presentano una discrepanza rispetto a quanto riportato nella versione
definitiva del DSM-5: quest’ultima non fa, infatti, riferimento a una collocazione delle prestazioni
cognitive “tra il terzo e il sedicesimo percentile” e “al di sotto del terzo percentile” in test strutturati o
in una valutazione clinica equivalente, bensì a una “modesta compromissione della performance
cognitiva” e a una “significativa compromissione della performance cognitiva”.
• Pag. 464: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Delirium corrispondono a quelli presenti
nella versione definitiva del DSM-5.
Capitolo 15. Personalità e disturbi di personalità
• Pag. 470, tabella 15.1: sono elencati alcuni disturbi di personalità (Paranoide, Schizoide, Istrionico,
Dipendente) che si prevede saranno eliminati nella versione definitiva del DSM-5. In realtà sono stati
mantenuti nella Sezione II (Criteri diagnostici e codici).
• Pagg. 473-474, figura 15.2: “Tratto specificato di disturbo di personalità” è in realtà denominato nel
DSM-5 “Disturbo di personalità tratto-specifico”.
• Pag. 474: i contenuti della tabella 15.3 corrispondono a quanto riportato nella versione definitiva del
DSM-5.
• I criteri diagnostici riportati nel riquadro dei disturbi di personalità corrispondono sostanzialmente a
quelli presenti nella versione definitiva del DSM-5.
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• Pag. 475: l’elenco dei tratti di personalità e dei sottodomini in tabella 15.4 presenta alcune discrepanze
rispetto a quanto riportato nella versione definitiva del DSM-5:
- non Disposizione ansiosa bensì Ansia
- non Affettività limitata bensì Affettività ridotta
- non Insicurezza da separazione bensì Angoscia di separazione
- non Disposizione depressiva bensì Depressività
- non Disonestà bensì Inganno
- non Manipolatività bensì Manipolatorietà
- non Rigido perfezionismo bensì Perfezionismo rigido
- non Assunzione di rischi bensì Tendenza a correre rischi
- non Disregolazione percettiva bensì Disregolazione cognitiva e percettiva
- non Convinzioni ed esperienze inconsuete bensì Convinzioni ed esperienze inusuali
• Pag. 476: i contenuti della tabella A all’interno della scheda di approfondimento 15.2 corrispondono
sostanzialmente a quanto riportato nella versione definitiva del DSM-5.
• Pag. 477: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo Ossessivo Compulsivo di
personalità corrispondono a quanto riportato nella versione definitiva del DSM-5. Tuttavia l’effettiva
formulazione DSM-5 sarebbe Perfezionismo rigido (un aspetto di estrema Coscienziosità) e
Perseverazione (un aspetto dell’Affettività negativa).
• Pag. 478: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo narcisistico di personalità
corrispondono a quanto riportato nella versione definitiva del DSM-5.
• Pag. 480: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo schizotipico di personalità
corrispondono a quanto riportato nella versione definitiva del DSM-5, ma nella seconda parte del
riquadro è presente una inesattezza al punto 3: il DSM-5 indica infatti Affettività ridotta, Ritiro e
Sospettosità come aspetti del Distacco, e Eccentricità, Disregolazione cognitiva e percettiva, e
Convinzioni ed esperienze inusuali come aspetti dello Psicoticismo.
• Pag. 481: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo evitante di personalità
corrispondono a quanto riportato nella versione definitiva del DSM-5 (ma Ansia, non Disposizione
ansiosa).
• Pag. 482: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo antisociale di personalità
corrispondono a quanto riportato nella versione definitiva del DSM-5 (ma Manipolatorietà e Inganno,
non Manipolatività e Disonestà).
• Pag. 486: i criteri diagnostici riportati nel riquadro per il Disturbo borderline di personalità
corrispondono a quanto riportato nella versione definitiva del DSM-5 (ma Labilità emotiva, Ansia,
Angoscia di separazione, Depressività, Tendenza a correre rischi, non labilità emozionale,
disposizione ansiosa, insicurezza da separazione, disposizione depressiva e comportamento rischioso).
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