INTESTINO PIGRO:
i trattamenti per liberarsi
dalla stipsi cronica
G. B. Mangioni Hospital
Lecco
Sistema Sanitario
La stipsi: che cos’è
Le diverse tipologie di stipsi
La stipsi, o stitichezza, è un disturbo fastidioso che
colpisce circa 13 milioni di italiani. Nell’80% dei
casi si tratta di donne, con una prevalenza media
intorno ai 50 anni. Cresce in modo esponenziale
negli anziani per fattori dietetici, riduzione nel tono
muscolare e dell’esercizio fisico, uso di farmaci.
Consiste nella difficoltà di svuotare, in tutto o in
parte, l’intestino dai residui della digestione degli
alimenti. Chi si sente costipato lamenta generalmente
una scarsa frequenza o un’insufficienza delle
evacuazioni, spesso associate a sforzo, sensazioni
di gonfiore, mal di pancia, malessere generale,
irritabilità e affaticabilità.
Nonostante la grande variabilità soggettiva
riguardo al numero di evacuazioni abituali renda
difficile stabilire quale sia la condizione di transito
intestinale normale, in base ai criteri condivisi
dal punto di vista medico si parla propriamente
di stipsi cronica se si verificano per più di 12
settimane all’anno, anche non consecutive,
almeno due di questi sintomi:
Stipsi da cause non legate a patologia: originata
da abitudini e opinioni errate, stili di vita inadeguati o
da cause episodiche o limitate nel tempo. Risolvibili
quindi con l’aiuto del medico che condurra il paziente
a uno stile di vita congruo, monitorando il percorso
sino alla normalizzazione.
Frequenza uguale o inferiore a 3 evacuazioni
a settimana;
Stipsi da dissinergia addomino - pelvica:
incoordinazione dei muscoli del pavimento pelvico.
Eccessivo sforzo alla defecazione;
Senso di ripienezza addominale;
Sensazione di incompleta evacuazione;
Feci dure e/o capriniformi.
La stipsi, come la febbre, non è una malattia,
bensì un SINTOMO. In non pochi casi spia
di patologie spesso importanti e spesso
diagnosticate tardivamente.
Stipsi da rallentato transito (rara): tutto il tratto
gastroenterico risulta interessato e determina
una mancata progressione del contenuto
gastrointestinale. Conseguenza è una ridotta
propulsione con un secondario aumentato
rissorbimento di acqua e riduzione della massa
fecale, che si presenta dura e compatta. è una
stipsi clinicamente importante, spia di alterazioni
delle strutture neuro-muscolari intestinali.
Stipsi da ridotta sensibilità rettale: può essere
legata alla stasi rettale e all’abuso di lassativi, ma in
altri casi è probabilmente una condizione primitiva
che determina o aggrava la stipsi.
Stipsi da sindrome dell’intestino irritabile: da
disordine della funzione motoria intestinale .
Stipsi da patologia sistemica: patologia che
coinvolge un ampio numero di organi o di tessuti
oppure riguarda l’intero organismo.
Quali sono le cause
Cause non legate a patologie
Dieta scorretta: ricca di grassi animali (carni,
latticini, uova) e di zucchero raffinato (dolci), ma
povera di fibre (verdura, frutta, cereali integrali) e
di liquidi, che permettono feci più voluminose e
progressione intestinale regolare.
Sedentarietà: la scarsa attività fisica determina
un rallentamento consistente dei tempi di transito
intestinale.
Falsa stipsi, ovvero idee sbagliate sul concetto di
regolarità intestinale: molti pazienti si ritengono
affetti da stipsi perché le loro evacuazioni non si
uniformano ai tempi e modi che ritengono ideali,
anche se in realtà la loro frequenza è normale.
Abitudini sbagliate: una persona può iniziare
a presentare stipsi ignorando lo stimolo
all’evacuazione. Alcuni si comportano così per
evitare l’uso o per l’assenza di servizi igienici pubblici
o perché troppo impegnati. Dopo un certo periodo,
lo stimolo può cessare di presentarsi, portando
progressivamente alla stipsi. Dunque dedichiamo
un tempo sufficiente al momento della evacuazione.
Abuso di lassativi: che, assunti abitualmente,
generano dipendenza e possono richiedere un
aumento di dosaggio fino a causare una ridotta
sensibilità dell’intestino al lassativo stesso e
quindi la sua inefficacia. Deve essere il medico che
eventualmente individua il lassativo più indicato
per il tipo di stipsi e le condizioni del paziente.
Viaggi: le persone possono presentare stipsi quando
viaggiano per lunghe distanze, con cambiamenti
di fuso orario, dieta, stile di vita, specie in paesi
con possibilità di infezioni alimentari che alterano
ancora di più la dieta normale e il consumo di
acqua potabile.
Gravidanza: sia per la pressione del feto comprime
l’intestino sia per i cambiamenti ormonali.
Parto: può causare stipsi come disturbo secondario,
muscolare e connettivale.
Fecalomi: masse fecali disidratate che si bloccano
nell’intestino crasso e impediscono una corretta
progressione del contenuto intestinale. Possono
causare o essere causate dalla stipsi, provocando
anche diarrea paradossa. Tendono a verificarsi nei
soggetti più anziani, specie se allettati.
Cause legate ad effetti collaterali
come i farmaci
Molti farmaci e fitofarmaci possono causare
stitichezza. In particolare farmaci per il dolore,
analgesici (soprattutto oppiodii), antiacidi
contenenti alluminio, antispastici, antidepressivi,
ansiolitici, calcio antagonisti, diuretici,
antinfiammatori, anti parkinsoniani, miorilassanti,
sedativi, integratori del ferro, Integratori del
potassio, anticonvulsivanti, colestiramina,
medicina alternativa. Anche un uso prolungato di
antibiotici provoca una alterazione dell’ecosostema
intestinale che può causare stitichezza ostinata.
Uno studio cross sectional norvegese ha evidenziato
legati all’insorgenza di stipsi la furosemide, la
levotiroxina sodica e l’ibuprofene. L’uso di un
farmaco alternativo od una modificazione del
dosaggio possono essere sufficienti per risolvere il
problema senza ricorrere al lassativo.
Cause legate a patologie funzionali
o organiche
Disturbi ormonali: il malfunzionamento della tiroide può dare origine a stitichezza come pure le variazioni ormonali tipiche del periodo fertile (l’azione progestinica è rallentante la motilità intestinale).
Sindrome dell’intestino irritabile (IBS, dall’inglese Irritable Bowel Syndrome): è un disordine
funzionale gastrointestinale, fra le cause più comuni tanto di stitichezza quanto di diarrea. La causa risiede in alterazioni della motilità intestinale,
spesso a tipo spastico, che possono provocare un
ritardo nella velocità di progressione del contenuto
intestinale sino alla stipsi manifesta. Caratterizzata
da dolore addominale, frequentemente crampiforme e in relazione ai cambiamenti dell’alvo, accompagnato da meteorismo. Questa sindrome è sovente legata a stati ipsichici particolari:
• Ansia
• Depressione e disadattamento, sia la depressione che i farmaci antidepressivi possono peggiorare la stipsi
• Stress pregresso non risolto e/o quotidiano (in
particolare se l’evento stressante implica cambiamento nelle abitudini di vita e se è difficilmente controllabile dal paziente)
Bisogna ricordare che i sintomi dell’intestino
spastico sono multipli e talvolta confondibili con
quelli di altre problematiche; la corretta diagnosi
della sindrome è una diagnosi di esclusione, in cui
si devono prima escludere altre cause organiche,
talora importanti, della sintomatologia presente.
Ragadi ed emorroidi: la stitichezza può portare
a complicazioni, come le emorroidi, le ragadi o il
prolasso della mucosa rettale. Stimoli e condizioni
di dolore secondarie possono produrre uno spasmo
dei muscoli dello sfintere anale, che può ritardare o
impedire l’evacuazione. Identico risultato nella l’infiammazione del canale anale (Anite congestizia).
Rettocele: condizione del solo sesso femminile
in cui avviene la protrusione della parte anteriore
del retto in vagina. Anche se frequente nella donna non comporta in sè alcun sintomo.Si ha però
difficoltà nel defecare in quanto altera le spinte
pressorie. Si può avere pertanto una incompleta
evacuazione, senso di pressione locale, dolore perineale e spesso incontinenza urinaria.
Stenosi e compressione meccanica: restringimenti cicatriziali infiammatori e da precedenti interventi. La malattia diverticolare, i polipi e il carcinoma possono ugualmente produrre restringimenti
dell’intestino e provocare stipsi. Può anche essere
provocata da masse addominali comprimenti.
Iperalgesia: aumentata sensibilità al dolore, che
si manifesta in caso di stimoli lievi per alterazioni
del sistema nervoso.
Disordini di motricità del colon: l’attività peristaltica dell’ intestino può essere inefficace con
conseguente inerzia colica o occlusione.
Dissinergia addomino-pelvica: mancata coordinazione dei gruppi muscolari del pavimento pelvico che, attraverso un alterato rilasciamento, determinano un ostacolo alla evacuazione. Ricordiamo
che oltre a interventi mirati, questi pazienti possono trarre beneficio da cicli di biofeedback (sensore per monitorare l’attività muscolare, che aiuta il
paziente a capire come usare questi muscoli) per
riabilitare la muscolatura deputata al controllo del
rilascio durante la evacuazione.
Traumi e malattie nervose: lesioni e tumori al
midollo spinale possono produrre stipsi, influenzando l’innervazione intestinale.
Malattie sistemiche: la stitichezza può raramente
essere un sintomo di malattia sistemica (sclerodermia, lupus, o disturbi del sistema nervoso o endocrino, tra cui malattie della tiroide, sclerosi multipla,
morbo di Parkinson,) che, se sospettate richiedono
indagini specialistiche specifiche.
La stipsi nell’anziano
I rimedi: fai da te o Specialista?
Gli anziani hanno cinque volte più probabilità di
avere stitichezza. Alimentazione sbagliata o insufficiente, mancanza di appetito, mancanza di
esercizio fisico, uso di farmaci stiptizzanti per il
trattamento di altre patologie e abitudini intestinali errate possono causare stitichezza.
Abitudini alimentari e dieta possono svolgere un
ruolo importante. La mancanza di interesse nel
mangiare e nel prepararlo è un problema comune a molti sigle e/o vedovi/e anziani e può portare all’uso di cibi pronti, che tendono ad essere
a basso contenuto di fibre. Inoltre, la perdita dei
denti può costringere a scegliere prodotti alimentari morbidi o soffici, che sono quasi sempre a
basso contenuto di fibre.
Gli anziani poi diminuiscono l’assunzione di liquidi. Acqua e altri fluidi rendono il contenuto intestinale morbido, i movimenti intestinali regolari e
più facile l’evacuazione. Anche riposo a letto prolungato, per esempio in seguito a un incidente, a
una caduta o durante una malattia, e la mancanza
di esercizio fisico può contribuire molto alla stipsi.
La preoccupazione per una evacuazione non quotidiana a volte porta gli anziani a dipendono fortemente lassativi, che possono dare assuefazione.
Anche l’uso abituale di clisteri può portare a una
perdita della normale funzione intestinale.
Ogni anno, in Italia, si spendono 130 milioni di
euro per l’acquisto di lassativi e quasi altrettanti
per quello di erbe contro la stitichezza. Un dato
che testimonia come troppo spesso si ricorra
all’autoprescrizione, con rimedi che possono risultare a lungo termine inefficaci e pericolosi.
I lassativi sono infatti una soluzione di emergenza e temporanea, che non rimuove il disturbo
all’origine, ritardando a volte la diagnosi.
Inoltre se usati sistematicamente, i lassativi creano dipendenza e assuefazione, richiedendo dosi
crescenti fino a risultare inutili.
Poiché la stitichezza può essere espressione di
patologie anche gravi, è importante affidarsi alla
competenza di uno Specialista gastroenterologo
per identificarne con precisione le cause, per un
trattamento mirato e specifico.
Segno di allarme di una malattia potenzialmente
grave possono essere:
può essere correlata a malattie pericolose e ingravescenti che devono essere diagnosticate e curate;
Proctorragia recente e/o calo ponderale recente
debilita e provoca senso di stanchezza e malessere generale;
Dolori addominali recenti
Stancabilità recente
Anemizzazione
Storia famigliare di tumore del colon
Età maggiore di 50 anni
Perché sono importanti una
diagnosi puntuale e una terapia
corretta
la stipsi riduce, anche in maniera significativa,
il senso di benessere dell’individuo;
si accentra spesso sia a livello conscio che inconscio l’attenzione sui disturbi intestinali;
esiste la preoccupazione che sia il sintomo di
una grave malattia;
spesso è accompagnata da crampi e dolorabilità intestinale;
diagnosticare la causa e risolvere il sintomo
permette di riappropriarsi della propria vita
e di viverla nella pienezza delle sue funzioni
COME SI EFFETTUA LA DIAGNOSI
Per determinare se la stipsi è il sintomo di una
patologia sottostante sia sistemica, sia presente a
livello di tenue o di colon o di entrambi, esistono
oggi specifici test e procedure. Il primo passo,
relativamente semplice, è l’esame digitale della
zona ano-rettale, che può fornire indizi per le
cause alla base del problema.
Sono necessari poi l’esame obiettivo dell’addome e una serie di esami ematochimici e strumentali specifici che aiutano a indirizzare alla
diagnosi. In alcuni casi può essere anche indicato lo studio del colon, con una colonscopia
tradizionale o virtuale, oppure con l’endoscopia
capsulare per l’indagine del tenue. Si può così
identificare il possibile problema e individuare il
trattamento per risolverlo.
Altri test possono identificare cause funzionali specifiche. Ad esempio, il test del tempo di
transito intestinale, in cui il paziente assume dei
marcatori che appaiono sulle radiografie effettuate a distanza di giorni e possono fornire indizi su
eventuali disturbi della motilità e della funzionalità muscolare dell’intestino.
Altri test fisiologici servono a valutare la funzione anorettale, studiando sia i riflessi dei muscoli
anali che i movimenti intestinali.
Possono essere necessari anche test radiologici
per analizzare la funzione dell’ano e del retto durante la defecazione.
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