Progetto di Screening visivo-logopedico

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Progetto di Screening visivologopedico-psicomotorio
funzionale per i bambini delle
scuola primaria di Coazze
SCREENING VISIVO
COS’E’ UNO SCREENING VISIVO FUNZIONALE?
Con il termine screening si intende l’indagine tramite test statistici effettuati su un numero elevato di
utenti della popolazione. Uno screening visuo-funzionale indaga non solo i difetti visivi (miopia,
astisgmatismo ecc) che possono essere compensati da lenti oftalmiche ma anche tutte le abilità visuopercettive che concorrono a una visione confortevole. Gli screening non hanno l’intento di essere
diagnostici. Persone che risultano essere positive o sospettate di esserlo, devono essere inviate al medico
per la diagnosi e per necessario il trattamento.
PERCHÉ EFFETTUARE UNO SCREENING VISIVO FUNZIONALE AD UN BAMBINO?
Nessuno insegna a un bambino a vedere. La sua concezione di visione è totalmente relativa alle sue
esperienze percettive e psico-motorie che avvengono dal momento della nascita. Mentre alcuni difetti
come il vedere male da lontano o da vicino sono sintomatici, altri non sono percepiti dal bambino (se non
con segni posturali o lamentando sintomi astenopici) ed è necessario una valutazione accurata in tutte le
diverse aree della visione. È quindi utile assicurarsi il prima possibile che non siano presenti nel bambino
difetti visivi per agevolargli le attività della vita quotidiana. Tali valutazioni vengono fatte, già in
primissima età, dai medici oculisti e ortottisti. Diventa poi necessaria una valutazione atta ad indagare un
altro aspetto del sistema visivo, la capacità stessa di “comprendere quello che si vede”, la capacità di
saper “correre” con i propri occhi su di un testo scritto e per questo essere quindi pronti ad “apprendere”
e “comprendere”.
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OPTOMETRIA E VISIONE
COS’E L’OPTOMETRIA?
L’optometria è una scienza basata su conoscenze fisiche biologiche e psicologiche che si occupa dello
studio funzionale del sistema visivo, dello sviluppo della visione e dell’analisi approfondita della
percezione e dell’apprendimento, con l’obiettivo di sviluppare le abilità visive appropriate in modo che il
sistema lavori più efficacemente.
L’ optometrista può intervenire efficacemente allo scopo di eliminare o ridurre ed esaminare e trattare i
problemi visivi funzionali che possono ostacolare una acquisizione efficiente dell’informazione visiva.
Per il bambino è soprattutto importante migliorare l’efficienza visiva nell’ambito delle attività che svolge
guardando da vicino come ad esempio lettura e scrittura.
COSA INTENDIAMO PER VISIONE?
La visione è un complesso processo neurologico che ci aiuta ad identificare, interpretare e capire ciò che
si vede, captando l’informazione visiva e valutandola come base decisionale dei nostri pensieri e delle
nostre azioni. Inoltre è legata ad altre abilità tra cui quella linguistica, psicologica, uditiva, di
coordinazione motoria e di equilibrio, e pertanto è influenzata da vari aspetti del bambino come la sua
postura, le sue capacità manuali, la sua coordinazione.
Avere una buona visione non vuol dire vedere semplicemente 10/10 ma trarre significato: la percezione
visiva può essere definita come il processo cognitivo dato dall’integrazione tra l’input sensoriale visivo e
l’esperienza dell’individuo.
La visione è il risultato di due funzioni principali, i muscoli oculomotori e la capacità di messa a fuoco
delle immagini. I muscoli danno informazioni riguardo la posizione dell’oggetto nello spazio e, in base a
questa localizzazione, agisce la messa a fuoco. Ogni individuo però sviluppa in maniera differente le sue
abilità visuo-percettive a seconda delle esperienze compiute. Questo perché la visione è un processo che
si sviluppa e cresce fin dalla nascita, non viene insegnato da nessuno e ognuno di noi deve imparare a
vedere. La visione non è un sistema ottico statico, rigido, meccanico ma un processo attivo, dinamico che
risponde alle interazioni dell’organismo con il suo ambiente. Ciò implica anche che certi tipi di
interazioni, come i compiti prolungati a distanza ravvicinata, possano stimolare un tipo specifico di
risposta negativa, identificata in termini di stress visivo e in questi casi si può incorrere in sintomi
astenopici come ad esempio mal di testa, bruciore agli occhi, lacrimazione ecc.
VISIONE E DSA
Problemi visuo-percettivi definiti come deficit nell’acquisizione e elaborazione dell’informazione visiva
possono contribuire significativamente nelle difficoltà di letto-scrittura del bambino. Esiste un’ampia
evidenza che molti soggetti DSA abbiano deficit di tipo visuo-percettivi, pur non essendo quest’ultimi una
causa primaria del DSA. La gestione dei disturbi dell’apprendimento richiede un approccio
multidisciplinare il cui scopo è quello di individuare e trattare bambini che presentano DSA, sia nella fase
di screening, poiché problemi visivi possono essere anticipatori o concomitanti a problemi di DSA, sia
nella fase di trattamento infatti la terapia della visione, in sinergia con i trattamenti di altre discipline,
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rappresenta un trattamento efficace per le difficoltà di apprendimento. Il team The Organism due, grazie
alla presenza di professionisti specializzati nelle varie discipline, permette trattamenti mirati a seconda
delle esigenze del bambino siano queste di tipo psicologico, logopedico, visivo, psicomotorio ecc.
QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DI UN BAMBINO CON DSA?
I bambini con DSA risultano spesso deficitari con la memoria a breve termine mentre generalmente
hanno una buona memoria a lungo termine, hanno problemi con la memoria sequenziale come ad
esempio imparare le tabelline e l’alfabeto. Spesso confondono la destra con la sinistra, hanno molta
difficoltà con le attività motorie fini e con la coordinazione. Non amano disegnare, leggere e scrivere. La
loro lettura può apparire molto lenta e scorretta oppure possono avere una lettura fluente ma senza
comprensione. Sono lenti a scrivere, soprattutto nel copiare dalla lavagna, saltano parole e commettono
errori, non usano armoniosamente lo spazio nel foglio. Hanno notevole difficoltà nel mantenere
l’attenzione e la concentrazione e spesso sono iperattive. Viste le varie difficoltà verso le attività di lettoscrittura, è comprensibile da parte del bambino un rifiuto per tutto ciò che riguarda la scuola, la
mancanza di interesse e la sensazione di inadeguatezza.
QUALI SONO I SINTOMI DI UN PROBLEMA VISIVO?
Quando legge o scrive si avvicina al foglio, orienta il capo o il foglio di lato.
Ha una scorretta impugnatura della penna.
Perde il segno quando legge, rileggendo le stesse parole o saltando la riga, inverte le lettere o le sillabe sia
quando legge sia quando copia dalla lavagna.
Si stanca nei compiti di scrittura e lettura, con peggioramento della prestazione.
Dopo i compiti di lettura e scrittura ha bruciore agli occhi, strofina gli occhi o lamenta mal di testa
localizzato solitamente in zona frontale o sugli occhi.
ABILITA’ VISIVE
L’Optometria non si limita a verificare che le immagini appaiano nitide, ma si sofferma sulla percezione
che il bambino ha di queste. I test d’indagine approfondiscono la presenza di una serie di abilità che sono
necessarie per la lettura intesa come “apprendimento”.
Le principali abilità visive si possono così riassumere in:
ABILITA’ VISIVE FUNZIONALI




acuità visiva: nitidezza delle immagini. Si quantifica in decimi.
capacità di focalizzazione: la capacità di mantenere un uso continuativo della messa a fuoco
a distanza ravvicinata. È necessario imparare a controllare il sistema di focalizzazione, per
svolgere i propri compiti, senza fare alcun sforzo
coordinazione oculare: la capacità degli occhi di lavorare insieme nello svolgimento di
qualsiasi compito. Le carenze possono dare origine ad una rotazione degli occhi (strabismo),
visione sdoppiata, soppressione ecc.
movimenti oculare: un bambino con un buon controllo di questa area, è più in grado di
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effettuare movimenti sofisticati come seguire una palla, guidare gli occhi mentre legge una riga,
guidare i
movimenti negli sport che richiedono tracking
 riproduzione delle forme: per la comprensione del linguaggio scritto è necessaria l’abilità di
percepire le forme fondamentali e di copiarle con la matita
 visione periferica: porzione di spazio che una persona può vedere tenendo testa e occhi
immobili
 binocularità e stereopsi: visione tridimensionale che permette la fusione delle due
immagini percepite singolarmente dagli occhi.
ABILITA’ VISUO-SPAZIALI



lateralità: consapevolezza della parte destra e sinistra del proprio corpo
Direzionalità: destra e sinistra nello spazio e nella relazione tra gli oggetti
Integrazione bilaterale: capacità di utilizzare i due emicorpi sia separatemente che
simultaneamente
ABILITA’ DI ANALISI

Riconoscimento delle forme: saper discriminare piccole differenze o uguaglianze tra le
forme






Costanza di forma e misura: capacità di riconoscere le caratteristiche di una forma, anche
se mutano di dimensione, localizzazione e orientamento
Chiusura visiva: riuscire a completare mentalmente uno stimolo visivo mancante di alcune
sue parti, o parzialmente deteriorato, in modo da poterselo rappresentare nella sua interezza
Memoria visiva: capacità di ricordare uno stimolo visivo nella sua localizzazione spaziale
Memoria sequenziale visiva: capacità di richiamare sequenze di stimoli nella successione
corretta
Visualizzazione mentale: capacità di creare immagini mentali degli oggetti e di manipolarle
con la mente
Velocità di percezione visiva: capacità di “trattare” nell’elaborazione visiva un certo
numero di informazioni
ABILITA’ DI INTEGRAZIONE

Integrazione visuo-motoria: capacità di integrare il dato visivo trasformato in un aspetto
motorio-grafico

Integrazione visivo/grosso-motoria: capacità di integrare il dato visivo con le
informazioni provenienti dal sistema grosso motorio del corpo
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
Integrazione visuo-uditiva: capacità di integrare stimoli uditivi e visivi per produrre o
recuperare un significato
VISUAL TRAINING (Educazione Visiva)
COME PROCEDERE DOPO LO SCREENING?
Le abilità della visione influenzano in maniera significativa diversi aspetti della vita quotidiana di un
individuo, pertanto se alcune di queste abilità risultano inferiori alla norma, una delle possibilità è quella
di effettuare una serie di cicli rieducazione visiva calcolare in base al grado di performance che si è resa
necessaria.
La Rieducazione Visiva o Visual Training è una tecnica conosciuta in tutto il mondo indirizzata a
riequilibrare il Sistema Visivo e a riportarlo dentro a delle aspettative di Performance. La rieducazione
Visiva è basata sulle leggi d’apprendimento e cioè consiste in delle “esperienze percettive” dove il
soggetto “impara” a capire il funzionamento del sistema visivo, così da poterlo gestire nel modo più
efficiente possibile, riducendo lo stress e riducendo in qualche modo la possibilità di scatenare sintomi
“astenopici” (mal di testa, bruciori agli occhi, affaticamento visivo, giramenti di testa) che con il tempo
possono trasformarsi in vizi di refrazione, quali ad esempio la miopia.
Gli optometristi utilizzano il Visual Training per:
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prevenire l’insorgenza di problemi visivi
sviluppare le abilità visive e le capacità necessarie nelle attività scolastiche nel lavoro e nello sport
potenziare la funzione visiva
mantenere la migliore condizione visiva raggiunta
compensare e/o rimediare a tutte quelle insufficienze visive che si sono già sviluppate
l’allenamento visivo permette un sistema visivo più efficiente.
SCREENING LOGOPEDICO
COS’È LA LOGOPEDIA
La logopedia è una disciplina appartenente alla classe sanitaria della riabilitazione. Tuttavia in età
evolutiva il vero ruolo del logopedista è l’abilitazione. Infatti, con i bambini il lavoro si incentra spesso
sull’accompagnare e guidare i piccoli pazienti all’acquisizione di competenze ed abilità che non si sono
sviluppate secondo la fisiologia o che tardano a comparire.
In particolare il logopedista interviene sulla comunicazione, sul linguaggio, scritto e orale, e sugli
apprendimenti curricolari. Interesse del logopedista, pertanto, è assicurare a ciascun paziente la
possibilità di comunicare ed apprendere nella maniera migliore e più funzionale.
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Il logopedista interviene per arginare le alterazioni linguistico-articolatorie e permettere scambi
comunicativi verbali adeguati e corretti. Talvolta le difficoltà linguistiche possono avere ripercussioni
anche sugli apprendimenti curricolari: infatti una cattiva pronuncia può limitare l’apprendimento della
letto-scrittura; una povertà lessicale e morfo-sintattica può rendere difficile la comprensione di un brano
o delle consegne.
Vi è poi un gran numero di bambini, tristemente in aumento, che incontra grandi o piccole difficoltà ad
apprendere le abilità di letto-scrittura e calcolo, pur in assenza di concomitanti o precedenti difficoltà di
linguaggio. Anche per questi bambini l’intervento del logopedista può essere molto importante,
assicurando la possibilità di accedere al codice scritto con minori difficoltà.
COS’È LO SCREENING IN LOGOPEDIA
Alla luce delle considerazioni sopra riportate, appare chiara l’importanza di uno screening logopedico.
Tale intervento è volto all’individuazione di problematicità e criticità ad uno stadio precoce, onde
permettere un’adeguata modalità di insegnamento ed eventualmente una precoce presa in carico.
SCREENING PSICOMOTORIO
COS’È LA PSICOMOTRICITA’
L’attività psicomotoria rappresenta uno strumento educativo-preventivo che favorisce lo sviluppo affettivo,
relazionale e cognitivo del bambino attraverso l’espressività corporea. La globalità dell’esperienza
psicomotoria durante le prime tappe dello sviluppo esprime l’impossibilità di separare il movimento dal
pensiero e dalla vita affettiva, i quali trovano rappresentazione solo nel corpo.
Un percorso psicomotorio prevede spazi e tempi adeguati, in cui il Neuropsicomotricista si inserisce con
proposte ludiche strutturate, offrendo un’ampia disponibilità alla relazione corporea ed al gioco simbolico.
Il movimento è la prima forma di espressione e di comunicazione nel bambino. Durante la crescita il
movimento diventa sempre più, per il bambino, mezzo insostituibile per rapportarsi con il mondo che lo
circonda. È attraverso il movimento e il gioco con il corpo che il bambino scopre il significato degli stimoli
provenienti dall'esterno e dall'interno di sé integrando le informazioni sensoriali e costruendo le relazioni con
gli oggetti, con l'ambiente e con gli altri. Impara a controllarsi e a rispetta- re le regole così da essere in grado
di gestire il conflitto, acquisisce una motricità armoniosa e libera. Tutto ciò porta, inoltre, alla costruzione di
un solido schema corporeo e un'immagine di sé che rappresentano la base di ogni apprendimento autentico.
L’attività psicomotoria può dunque assumere un valore preventivo in quanto fornisce all’operatore uno
strumento di screening fondamentale per individuare alcuni campanelli d’allarme tali da consentire la
predisposizione di interventi più specifici, proponendo un percorso evolutivo che aiuti il bambino a rielaborare
le proprie esperienze emotivo-affettive, a maturarle a livello cognitivo e a sviluppare in modo armonico la
propria personalità, rivelandosi anche un ottimo strumento per la prevenzione di ipotetiche difficoltà di
apprendimento.
METODOLOGIA
La metodologia psicomotoria si incentra sull’esperienza diretta che conduce il bambino alla conoscenza
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globale ed analitica del proprio corpo. La sensazione della scoperta passerà attraverso giochi ed esperienze
nelle quali il bambino sarà protagonista diretto ed assoluto.
Particolare attenzione verrà̀ posta alla spontaneità̀ del gruppo che, attraverso momenti di gioco libero,
sperimenterà̀ le soluzioni per prove ed errori e la piacevolezza della condivisione di un vissuto collettivo in un
quadro di un'organizzazione del movimento sempre più finalizzato, indice di un progressivo sviluppo motorio.
OBIETTIVI
L' intervento sarà incentrato su diverse aree dello sviluppo neuropsicomotorio del bambino, attraverso:
Promozione dell’espressività corporea, individuando eventuali problematiche d’inibizione motoria.
Potenziamento della consapevolezza corporea, ed integrazione multisensoriale favorendo la strutturazione
dello schema corporeo e la regolazione tonica.
Promozione del controllo dell’aggressività ed impulsività e individuazione di eventuali disturbi
comportamentali.
Incremento della capacità attentiva e individuazione di eventuali disturbi dell’attenzione.
Sviluppo delle tappe principali della socializzazione (rispetto delle regole, rispetto del turno, capacità di
collaborare con il gruppo dei pari, etc.)
Potenziamento dell’acquisizione dei prerequisiti fondamentali dell’apprendimento della letto-scrittura e del
calcolo.
Miglioramento delle competenze dell'organizzazione prassica(pianificazione, ideazione ed esecuzione) anche
all'interno di attività della vita quotidiana.
Consolidamento delle nozioni di Spazialità e Temporalità (nozioni spaziali su consegna verbale, orientamento
nello spazio di sé stessi e degli oggetti, confronto dimensioni e distanze, seriazione, ricomposizioni immagini,
riconoscimento di forme geometriche/non geometriche, conoscenza dello spazio gestuale, confronto tra la
durata di suoni, delle parole, delle situazioni).
IN CONCLUSIONE...
Riprendendo il vecchio detto “se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco” le esperienze vissute
attraverso la psicomotricità funzionale permettono di chiedere a ciascun bambino di elaborare “UNA
RISPOSTA CORPOREA GLOBALE”, a partire da consegne chiare e ripetute, con l’uso di oggetti, la presentazione
di immagini, l’organizzazione di un’attività̀ pratica, della manipolazione e del gioco. Ciascun bambino nel
rispetto dei suoi tempi, ritmi e caratteristiche, attraverso la motivazione (alla base della metodologia
psicomotoria funzionale) è chiamato a mettere in scena a ad “agire” la lingua, interiorizzando così in maniera
più̀ profonda ed efficace parole, lessico, espressioni correnti.
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