Università degli Studi di Torino
Facoltà di Medicina e Chirurgia- Corso di Laurea in Logopedia
Anno Accademico 2010/2011
Tesi di Laurea:
La valutazione logopedica nel paziente con Grave Cerebrolesione Acquisita:
materiale tarato secondo acuità visiva
Candidata: Annalisa Carbone
Relatrice: P. Cancialosi
Abstract
Il paziente con Grave Cerebrolesione Acquisita (GCA) è, per la natura del danno, soggetto
ad un lungo iter clinico assistenziale che ha inizio con l’istante immediatamente successivo
al verificarsi dell’evento lesivo e prosegue per molti mesi, spesso anni, richiedendo una
presa in carico multi e interdisciplinare in strutture riabilitative specializzate.
Le problematiche, che tali pazienti sono chiamati ad affrontare, sono molteplici e
coinvolgono ogni aspetto dell’individuo dalla sfera fisica, cognitiva, linguistica a quella
personale, emotiva, familiare e sociale.
Accade però, con una casistica piuttosto elevata, che gli stessi pazienti, sin dalla fase acuta,
manifestino disturbi a livello visivo mostrando, in diverse percentuali, alterazioni dell’acuità
visiva, difetti di rifrazione (miopia, ipermetropia, astigmatismo), difficoltà della motilità
oculare (strabismo, diplopia, confusione), turbe del campo visivo (emianopsie) sino alla
cecità corticale.
Lo scopo del presente lavoro, condotto presso il Presidio Sanitario “Ausiliatrice” – oggi
Fondazione Don Carlo Gnocchi ONLUS – è quello di approfondire alcune tematiche
inerenti le difficoltà che il Logopedista può incontrare durante la valutazione del paziente
con GCA, qualora questo presenti le suddette problematiche legate al sistema visivo a cui
vanno aggiunte difficoltà di concentrazione, perdita della visione binoculare, incapacità di
messa a fuoco, di lettura, di scrittura, difficoltà posturali, nonché disturbi psicologici come
stati d’ansia e crisi di panico che a questi possono conseguire.
Il tentativo è di mettere a fuoco quali adattamenti e quali rimedi porre in questo caso al
materiale utilizzato durante l’iter diagnostico logopedico, al fine di avere una valutazione
cognitiva e linguistica più oggettiva possibile.
Per far sì che ciò avvenga, è necessaria una stretta collaborazione e un costante scambio di
informazioni con le figure dell’Oftalmologo e dell’Ortottista Assistente in Oftalmologia, le
uniche in grado di fornire indicazioni appropriate a riguardo.
Si è deciso, pertanto, di creare una batteria di test logopedici modificati e mirati alla
valutazione dei deficit cognitivi e linguistici del paziente con grave cerebrolesione acquisita,
al quale sono state riscontrate anomalie della capacità visiva.
Questo obiettivo, nato dall’esperienza clinica logopedica e dalle difficoltà incontrate nel
valutare i deficit associati a tale quadro patologico, ha portato allo studio di alcuni criteri e
sistemi non ottici (quali l’ingrandimento, il contrasto, la luminosità, la postura) che possono
essere utilizzati dal Logopedista o dalle altre figure professionali appartenenti all’equipe
riabilitativa, qualora non sia ancora stato attivato un trattamento ortottico finalizzato al
recupero della capacità visiva del paziente.
Tali criteri, analizzati e descritti, sono stati applicati solo su alcuni test e solo in alcune
tipologie di deficit sensoriale visivo.
Tali scelte sono state dettate dal fatto che, nonostante i rimedi e gli adattamenti applicabili
direttamente al materiale di valutazione, in alcuni casi (quali la presenza di deficit del
campo visivo, come l’emianopsia) le prove non sarebbero somministrabili a meno di
un’accurata analisi e una terapia specifica intrapresa dalle figure mediche e della
riabilitazione oftalmologica.
Il lavoro svolto ha, infatti, avuto anche il fine di sottolineare l’importanza del ruolo che, in
questi casi, assumono sia l’Oftalmologo che l’Ortottista Assistente in Oftalmologia;
spiegare il fine e i criteri da questi utilizzati nel processo di valutazione del danno visivo e le
difficoltà e le complessità che devono affrontare per tutte le problematiche neurologiche,
cognitive, linguistiche, motorie, emotive e comportamentali che accompagnano il paziente
con cerebrolesione e alterazione dell’unità visiva.
Il materiale creato è stato reso in forma digitale; sono stati creati dei files al fine di poterli
inserire in strumenti informatici di ultima generazione. Infatti, grazie a sistemi hardware e
apparecchi tecnologici come i Tablet PC con accesso e modalità d’interazione touch-screen
(oggi in larga espansione sul mercato), sarà possibile utilizzare tale batteria in modo
personalizzato in base al disturbo visivo che il paziente esaminato presenta e modificare
all’occorrenza la qualità dell’immagine.
In questo modo la batteria potrà essere largamente impiegata e non rischierà di rimanere
sterile e poco applicabile per la varietà dei quadri patologici che si presentano nella realtà
clinica riabilitativa, cosa che succederebbe se rimanesse in forma cartacea con adattamenti e
rimedi stagni.
Sarebbe necessario quindi una somministrazione di tale batteria su un numero più ampio di
pazienti in modo da definirne standardizzazione e un valore psicometrico appropriati e
attendibili, nonché condivisibili su un ambito territoriale più vasto.