L’esperienza del Dolore Vincent van Gogh - Vecchio che soffre ("Alle porte dell'Eternità") 1890 Suggerimenti di lettura a cura della Biblioteca Classense Sulle origini e sull’utilità della sofferenza l’uomo si è da sempre interrogato. Il concetto di dolore o sofferenza nasce come controparte esistenziale di quello di piacere, costituendo con questo una dicotomia irrimediabile. L’estensione dell’idea di dolore dalla dimensione fisica a quella mentale è immediata. Il dolore dell’animo è da sempre un tema prediletto dagli scrittori, e compare fin dal titolo in opere famose. Nel cattolicesimo, come in molte altre religioni del mondo, il dolore fisico e la mortificazione spirituale sono usati da sempre per raggiungere la purificazione e la salvezza dell’anima. Nella filosofia occidentale invece il concetto di sofferenza o dolore è poco presente. Occorre arrivare ai tempi moderni per ritrovarlo nettamente posto come angoscia nell’esistenzialismo. Nella filosofia indiana invece ha un ruolo importante. In particolare il Buddhismo nasce proprio dal progetto teorico di eliminare il dolore attraverso il pensiero e l'ascesi per conseguire il nirvana, stato di beatitudine indifferente. Bibliografia aggiornata al 28/02/11 Antropologia del dolore / David Le Breton. - Roma : Meltemi, [2007]. - 238 p. ; 19 cm. ((Trad. di René Capovin. Inventario 440024 Collocazione LETTURA 306.4 LE BRETON D Il dolore è un’esperienza forzata e violenta dei limiti della condizione umana. È una figura aliena e divorante che non lascia requie con la sua incessante tortura. Paralizza l’attività del pensiero e l’esercizio della vita. Il dolore isola, costringe l’individuo a una relazione privilegiata con la propria pena. Al tempo stesso, è una minaccia temibile per il senso d’identità. Ma il dolore può anche essere mezzo di espiazione o manifestazione di fede, come nella tradizione religiosa cristiana, o strumento di affermazione identitaria o sociale, ad esempio quando inscrive nella carne la memoria di una filiazione e di una fedeltà alla comunità, come accade agli iniziati di una società tradizionale. Ci sono poi usi del dolore che si alimentano della disparità delle forze tra gli individui: la correzione, la punizione personale, la tortura, il supplizio. Il proposito di Le Breton è di approcciare il dolore su un piano antropologico, di chiedersi come influisca sulla condotta dell’uomo e sui suoi valori, sulla trama sociale e culturale in cui è immerso. Tutto ciò, però, senza dimenticare che se l’uomo è una conseguenza delle sue condizioni sociali e culturali, è anche il creatore instancabile dei significati con cui vive. Così è la vita: imparare a dirsi addio / Concita De Gregorio. - Torino : Einaudi, 2011. 122 p. ; 22 cm. Inventario 472546 Collocazione LETTURA 306.9 DE GREGORI C I bambini fanno domande. Vogliono sapere perché nasciamo, dove andiamo dopo la morte, perché esiste il dolore, cos’è la felicità. E gli adulti sono costretti a trovare delle risposte. Dell’invecchiare, dell’essere fragili, inadeguati, perfino del morire parliamo ormai di nascosto. Ai bambini è negata l’esperienza della fine. La caducità, la sofferenza, la sconfitta sono fonte di frustrazione e di vergogna. L’estetica dell’eterna giovinezza costringe molte donne nella prigione del corpo perfetto e le inchioda dentro un presente mortifero, incapace di darci consolazione, perfino felicità. Funerali e malattie, insuccessi e sconfitte, se osservati e vissuti con dignità e condivisione, diventano occasioni imperdibili di crescita, di allegria, di pienezza. Perché se non c’è peggior angoscia della solitudine e del silenzio, non c’è miglior sollievo che attraversare il dolore e trasformarlo In forza. In cielo come in terra: storia filosofica del male / Susan Neiman ; edizione italiana a cura di Federica Giardini. - Roma ; Bari : GLF editori Laterza, 2011. - XV, 351 p. ; 21 cm. ((Traduzione di Eleonora Mineo. Inventario 468889 Collocazione LETTURA 111 NEIMAN S Ci chiediamo quale sia lo scopo di dare senso teorico al mondo quando non possiamo dare un senso alla miseria e al terrore. Possiamo farlo con ironia, asciuttezza o passione, ma in ogni caso troviamo il modo per considerare una parte trascurata del problema come il senso stesso della vita. Concentrarsi su tali questioni non consiste nel sostituire il pensiero critico con il buonismo. Al contrario: i testi qui discussi dovrebbero rivelare che poche cose danno adito a un pensiero di profondità e rigore tali da togliere il fiato e che, soprattutto, danno adito al dialogo, il vero inizio della filosofia: da queste considerazioni prende avvio la riflessione di Susan Neiman sul problema del male. Che senso ha un mondo dove gli innocenti soffrono? Quale fede in un potere divino o nell’umano progresso resiste a non catalogare il male? Il male è forte e radicato o banale e mediocre? Fino a quando l’impossibile può divenire possibile in termini di brutalità e violenza? In un serrato confronto con molte voci della filosofia degli ultimi tre secoli - da Voltaire e Rousseau a Kant, da Leibniz a Schopenhauer, passando per Nietzsche e Freud, fino a giungere ai contemporanei Adorno, Camus, Arendt e Rawls - Susan Neiman dimostra come il male non abbia una essenza costante. 2 La fine della sofferenza: il Buddha nel mondo / Pankaj Mishra ; traduzione di Federica Oddera. - Parma : Guanda, [2006]. - 381 p. ; 22 cm. Inventario 415042 Collocazione LIV.UNO 294.3 006 In un momento di inquietudine, se non addirittura di crisi, con tante domande che gli si affollano nella mente, Pankaj Mishra parte da un piccolo villaggio dell'Himalaya sulle tracce del Buddha e di un pensiero che per secoli ha influenzato generazioni di uomini e donne, gente comune e grandi figure della civiltà occidentale. E durante il suo percorso, Mishra si accorge che quello dell’Illuminato è un insegnamento straordinariamente attuale, si rende conto con sorpresa che questa grande figura spirituale vissuta 2500 anni fa può parlare al cuore di chi vive nel mondo odierno. Nel suo pensiero infatti non solo si possono trovare le risposte al nostro senso di disagio e di alienazione, ma anche la via per porre fine a una sofferenza più profonda, all'umana reazione di fronte al lutto, alla malattia, alla morte. Debellare il senso di colpa: contro l’ansia, contro la sofferenza psichica / Lucio Della Seta. - Venezia : Marsilio, 2005. - 175 p. ; 21 cm. Inventario 402330 Collocazione LIV.UNO 152.4 010 La paura più grande di un essere umano, insieme alla paura della morte cui è spesso associata, è di non valere agli occhi degli altri, di poter essere considerato in modo negativo o con ostilità. Quando si prova questa sensazione vuol dire che agiscono ricordi emotivi di ferite che ha subito la nostra autostima durante l'infanzia. Traumi dovuti molto spesso all'inadeguatezza psicofisica rispetto agli adulti con i quali conviviamo e ci confrontiamo, ma anche a episodi che avrebbero potuto essere evitati, come abbandoni, mancanza di affetto, critiche cattive. In questo volume vengono analizzate la natura e la genesi dell’emozione denominata “senso di colpa”, e viene affrontato il tema delle vere origini dell’ansia e del panico. Ripensare la sofferenza / a cura di Giancarlo Galeazzi. - Troina : Città aperta, 2004. - 221 p. ; 21 cm. Inventario 378656 Collocazione DEWEY 152.182 03 Il problema della sofferenza non è un problema qualsiasi. Esso è collegato con la teoria del male, che la filosofia di tutti i tempi si è sforzata di indagare. Riproporla significa ripensare la sofferenza alla luce della situazione contemporanea. Per operare tale ripensamento, il libro affronta il problema della sofferenza da alcuni punti di vista fondamentali: quello scientifico, quello filosofico e quello religioso, per concludere su una ipotesi educativa. La necessità di ripensare la sofferenza, secondo gli autori, deve essere accompagnata dall’umiltà di chi è consapevole di trovarsi di fronte a un aspetto strettamente legato al senso della vita. 3 Capire il dolore: perché la sofferenza lasci spazio alla gioia / Vittorino Andreoli. Milano : Rizzoli, 2003. - 312 p. ; 23 cm. Inventario 366973 Collocazione DEWEY 152.182 02 È sempre difficile trasformare in parole il dolore senza snaturarlo, senza tradire il suo senso. Ed è difficile in una realtà che preferisce dimenticarlo o nasconderlo dietro a un benessere illusorio. Che lo si voglia o no, chiunque dovrà prima o poi confrontarsi con esso: tanto vale allora imparare a guardarlo negli occhi e non cercare di sfuggirlo. Vittorino Andreoli si fa qui testimone del dolore, non per sintetizzarlo in aride teorizzazioni ma per addentrarsi nella sua concretezza più viva, nel suo manifestarsi più autentico, offrendo al lettore molti suggerimenti per superare questa esperienza. E per capire che, in fondo, averne consapevolezza significa poi saper apprezzare pienamente la profondità del suo opposto, la gioia. Un tempo per il dolore: eros, dolore e colpa / Tonia Cancrini ; prefazione di Antonino Ferro. - Torino : Bollati Boringhieri, ©2002. - 192 p., [2] c. di tav. : ill. ; 21 cm. Inventario 357000 Collocazione DEWEY 152.4 84 La concezione normale della vita è realizzazione, gioia, soddisfacimento, in una dimensione che riguarda sì il trovarsi bene nel mondo e il benessere fisico, ma anche e soprattutto l’interiorità dell’essere umano. Ma il dolore è spesso presente nella nostra esistenza e, paradossalmente, tanto più nel momento in cui tendiamo alla realizzazione della nostra vita emotiva. Aprirsi alla ricchezza delle emozioni significa anche riuscire a vivere il dolore. Altrimenti ci troviamo nel deserto della noia, che è una sorta di vuoto interno, un’incapacità di provare sentimenti. L’autrice esplora i temi del dolore, della perdita e del senso di colpa a partire dall’età infantile. Pathos: scrittura del corpo, della passione, del dolore / a cura di Franco Rella ; Rafael Argullol [... et al.]. - Bologna : Pendragon, 2000!. - 222 p. ; 21 cm. Inventario 345750 Collocazione DEWEY 128.4 09 Si parte dal tema “Pathos”. Pathos è appunto passione, corpo, dolore, esperienza: è ciò che la filosofia, almeno fino a Nietzsche, ha escluso dal suo ambito come un indicibile, come un horridum pudendum. Su questo tema sono state articolate tre sezioni del testo: la prima, “Riflessioni”, che intende cogliere appunto la “riflessione” del tema nella scrittura saggistica, si apre con un testo di Rafael Argullol sul tema del dolore. Prosegue con un saggio sul pathos e il dolore nell’arte condotta da Marco Vozza. Le riflessioni di Roberto Carifi sul male e la teodicea aprono a una sequenza di testi di Giorgio Franck, di F. Piani, di Alessia Ferrarini, di L. Pioldi, di Cinzia Bigliosi e Franco Rella, che si confrontano con alcuni autori e testi decisivi del pensiero e della letteratura della modernità. La seconda sezione, “Scritture”, cerca di cogliere la stessa tematica all'interno del corpo della scrittura. Paola Capriolo riflette sulla sua opera di narratore in rapporto al tema “corpo e natura”, mentre Tita Orosz ci propone alcuni brevi e inquietanti racconti. Chiude la sezione una nuova traduzione del grande testo poetico di Valéry, Il cimitero marino. La terza sezione, “Appunti di lettura”, curata in questo numero da Alessia Ferrarini, è dedicata alla rilettura di alcuni testi critici, che riflettono appunto sulla problematica della scrittura saggistica, poetica e quindi anche sul linguaggio della critica. 4 Lo spettacolo del dolore: morale umanitaria, media e politica / Luc Boltanski. Milano : R. Cortina, 2000. - XX, 319 p. ; 23 cm. (Trad. di Barbara Bianconi. Inventario 365557 Collocazione DEWEY 302.14 01 Davanti alla famiglia riunita per la cena, passano sullo schermo della tv immagini di guerra, fame, calamità. Che fare di questo fatto sociale? In un mondo dove i media occupano una posizione dominante, è proprio la dimensione della distanza quella che determina i modi del nostro farci carico del dolore altrui. Il libro affronta tale questione definendo le forme e le modalità di gestione della pietà, fino a mettere in questione il tipo di intervento umanitario che occupa oggi le scene della politica internazionale. Le lacrime del male / Aldo Carotenuto. - Milano : Bompiani, 1996. - 164 p. ; 22 cm. Inventario 308794 Collocazione DEWEY 152.4 53 L’urto tra l’'aspirazione alla totalità da un lato e le limitazioni che la vita impone, gli appuntamenti inderogabili con la morte, con il fallimento, con la malattia e la separazione dall’altro, è il nucleo tematico che il libro di Carotenuto investiga, spaziando dalla riflessione psicologica ai rimandi alla storia della filosofia, del mito e della letteratura. Il male: scritture sul male e sul dolore / Charles Baudelaire ... [et al.] ; a cura di Franco Rella. - Bologna : Pendragon, 2001. - 238 p. : ill. ; 21 cm. Inventario 349691 Collocazione DEWEY 111.84 06 Il male è impensabile, indicibile. Se lo si potesse pensare e capire non sarebbe nemmeno male, ha detto Ricoeur. Il saggio di G. Didi-Huberman, entra nel luogo del male assoluto, Auschwitz, e cerca di decifrarne delle tracce attraverso l’analisi di alcune immagini fotografiche. Al problema del pensiero e della tragedia dell’ebraismo si rifanno anche i saggi di I. Kajon e di W. Tommasi. Filosofico è l’approccio diretto di J. L. Nancy al problema, e filosofico, con un’importante curvatura etico-politica è il saggio di M. Cruz. Tra filosofia e letteratura si pone l’analisi di alcuni testi di G. Bataille, proposta da A. Ferrarini. Il saggio di G. Franck mette, in modo anche stilisticamente originale, appunto filosofia e letteratura di fronte al “male di vivere”. C. Bigliosi, attraverso Proust e Colette entra nell’inferno che fermenta nel cuore umano: l’inferno della perversione dei sentimenti e, in particolare, del sentimento d’amore nella gelosia. E infine I. Kajon interviene sulla rappresentazione artistica del dolore. Due frammenti di De Maistre e di Leopardi e un immenso testo di Baudelaire declinano il tema del male, del dolore e della morte. Questo volume non ha l’intento di definire ciò che il male sia, e neppure di disegnarne i confini. Vuole semplicemente aprire alcuni sentieri dentro il suo buio territorio, e fare qualche passo al suo interno. Il risultato di questa operazione, per il curatore, è la conferma di una convinzione profonda, comune a tutti coloro che vi hanno collaborato: l’esercizio del pensiero filosofico o critico ha senso soltanto in quanto si misuri con le questioni decisive che costituiscono il destino stesso dell’uomo. 5 Ontologia della libertà: il male e la sofferenza / Luigi Pareyson. - Torino : Einaudi, ©1995 (stampa 1994). - XVI, 478 p. ; 21 cm. Inventario 296490 Collocazione COLL. EI. 010 253 Il volume contiene gli scritti che, nelle intenzioni dell’autore, avrebbero dovuto costituire due libri distinti. Nel rispetto più scrupoloso delle strutture che Pareyson intendeva conferire a ciascuno, essi confluiscono ora in questa Ontologia della libertà, una sorta di “opus maius” dei suoi ultimi anni di lavoro. Nel grande solco della filosofia moderna, emerge la matrice esistenzialistica del pensiero di Pareyson, “che potrebbe anche essere interpretato come la versione italiana di quella filosofia dell’esistenza che egli fissava nelle quattro grandi figure di Jaspers, Heidegger, Marcel e Berdjaev, o anche come uno sviluppo veramente originale di essa”. Il male: storia naturale e sociale della sofferenza / Edoardo Boncinelli. - Milano : Mondadori, 2007. - 258 p. ; 22 cm. Inventario 465171 Collocazione MAG 0300 00155 2007 Fonte di preoccupazione, di angoscia, di interrogativi insolubili, il male da sempre occupa la mente dell'uomo. Si insinua ovunque, nelle pieghe dell'esistenza quotidiana, nelle ferite fisiche e morali che tentiamo di rimarginare invocando la presenza del bene. Il male è la malattia, la paura dell'ignoto, il desiderio inappagato, l'infermità, la cattiveria, l'invidia. Edoardo Boncinelli ci aiuta a fare chiarezza spiegandoci in primo luogo che male e bene non hanno nessuna ragione d'essere naturale. Sono le due facce di una stessa medaglia, i due modi di pensare che l'uomo coltiva spinto dall'illusione di colmare un divario: quello tra la realtà così com'è e la realtà come si vorrebbe che fosse. Dalla ricerca di Boncinelli sul significato del male nella nostra vita emerge la condizione unica nella quale vive l'animale uomo, un animale straordinario, con una coscienza di sé e un linguaggio articolato: la sola creatura in grado di dare al proprio mondo un senso e un valore. Ascoltare il dolore: scritti / Roberto Tagliacozzo ; a cura di Nicoletta Bonanome e Livia Tagliacozzo ; introduzione di Antonio Di Benedetto. - Roma : Astrolabio, 2005. - 255 p. ; 21 cm. Inventario 460867 Collocazione LETTURA 152.4 TAGLIACOZZ R Il volume è testimonianza del lungo e difficile viaggio che l’autore percorre per dare un senso al dolore psichico. Un viaggio che dalle mortificazioni e umiliazioni delle esperienze precoci, dalle ferite che alimentano vissuti estremamente angosciosi e perfino mostruosi e disumanizzanti, per cui l’individuo ha perso o alterato il "progetto vitale" dei suoi vissuti affettivi, cerca una via verso "l’umanizzazione della mostruosità". Un viaggio quindi nei meandri più nascosti del dolore per imparare ad ascoltare ma anche a trasmettere quell’unicità imprescindibile dell’essere umano. 6