lesioni da Pressione (ldP)
OPuscOlO InfOrmatIvO Per la PrevenzIOne delle lesIOnI da PressIOne
Questo opuscolo è per tutti coloro che sono costretti a
letto o sulla sedia, non sono in grado di muoversi in modo
completamente autonomo e/o hanno già una lesione da
pressione.
all’interno sono raccolte informazioni sulle lesioni da
pressione o piaghe da decubito: cosa sono, come hanno
inizio e come prevenirle.
Pubblicazione a cura Tavolo Tecnico Interaziendale:
Asl Bergamo, A.O. Papa Giovanni XXIII, Humanitas Gavazzeni, Casa di Cura Habilita,
Fondazione Casa di Ricovero Santa Maria Ausiliatrice Onlus, Centro Don Orione.
In Allegato al “PROTOCOLLO DI PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELLE LESIONI DA PRESSIONE (LdP)”
rev. 0 del 19 giugno 2014
Impaginazione e progetto grafico: [email protected]
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Indice
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lesioni da Pressione (ldP)
Cosa Sono? Dove si formano?
Classificazione LdP
Prevenzione ldP
Le principali raccomandazioni per prevenire l’insorgenza delle Lesioni
la movimentazione del Paziente ldP
Paziente allettato
Paziente in carrozzina
Paziente ancora in grado di camminare
lesioni da Pressione (ldP)
fattori di rischio lesioni da Pressione (ldP)
cosa sono? dove si formano?
Le Lesioni da Pressione (LdP), chiamate anche ulcere da decubito o piaghe da decubito, sono lesioni della pelle e dei
tessuti sottostanti, causate dalla compressione prolungata di
un tessuto molle (pelle, tessuto sottocutaneo, muscolo) situato tra la sporgenza di un osso e una superficie esterna di
appoggio, che porta a minor afflusso di sangue e di nutrimento.
Le sedi del corpo in cui più frequentemente possono formarsi le LdP sono tutte le zone dove ci sono delle sporgenze
dell’osso (zona natiche, coccige, talloni, caviglia, gomiti,
scapole, spalla, parte posteriore della testa).
Locali
La formazione delle LdP
è favorita dalla presenza
di fattori di rischio, tra
cui i principali sono:
Patologie
Condizioni
della
persona
aree a rischio da lesioni da Pressione (ldP)
Pressione
Frizione
Scivolamento
Umidità
Ipoperfusione sanguigna
Diabete
Cardiovascolari
Oncologiche
Neurologiche
Condizioni igienico sanitarie
Stato nutrizionale
Grado di mobilizzazione
Aspetto e dimensioni
delle lesioni, qualora fossero
già presenti
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classificazione ldP
Primo
Stadio
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Secondo
Stadio
La pelle è integra!
La lesione si manifesta come
arrossamento irreversibile che non
scompare alla pressione;
nei soggetti con pelle scura si deve
prestare attenzione a: sensazione
al tatto di calore/freddo localizzato,
edema (gonfiore), indurimento,
modificazione del colore cutaneo.
La pelle si rompe!
La lesione si manifesta come
un’abrasione o una bolla.
Terzo
Stadio
La lesione è profonda e arriva
sino al muscolo
Quarto
Stadio
La lesione è una crosta nera,
dura o molle che ricopre una zona
sofferente più profonda che può
arrivare anche al muscolo e
all’osso.
stadiazione lesioni da Pressione (ldP)
Esistono anche lo stadio pre-patologico che si manifesta con
arrossamento non persistente e lo stadio non classificabile
che si manifesta con una perdita a tutto spessore della cute
e dei tessuti sottostanti e in cui la profondità dell’ulcera è ignota.
Negli stadi pre-patologico e nel Primo Stadio è sufficiente rimuovere la causa determinante la compressione per migliorare l’eritema.
Per gli stadi successivi al primo, la valutazione dello stadio e
tipologia della lesione, devono essere affidati a personale
esperto, infermieristico e/o medico per stabilire un piano di
trattamento personalizzato.
Gli Ambulatori che si occupano di ulcere sono chiamati
“Vulnologici” oppure anche di “Cura delle lesioni cutanee”.
stadiazione ed evoluzione della lesione da Pressione (ldP)
Osso
Prevenzione ldP
le principali raccomandazioni per
prevenire l’insorgenza delle lesioni
Mantenere l’idratazione della pelle applicando una crema
idratante e/o nutriente.
Controllare i punti a rischio almeno una volta al giorno.
Igiene e cura della pelle
Ridurre al minimo l’esposizione della cute all’umidità causata
da incontinenza, sudorazione o secrezioni di eventuali ferite:
cambiare spesso la biancheria e sostituire con regolarità i
pannoloni.
Evitare acqua molto calda, usare detergenti delicati e
indumenti non sintetici ma di cotone.
Ridurre al minimo la forza e la frizione sulle pelle durante
la detersione (non massaggiare).
Non usare prodotti a base alcolica in quanto rimuovono lo
strato di grasso che protegge la pelle.
La pelle va asciugata tamponando, ovvero appoggiando più
volte delicatamente un asciugamano morbido, evitando i
massaggi in corrispondenza delle prominenze ossee, in
quanto possono essere lesivi.
Alimentazione
L’alimentazione deve essere ricca e varia.
Non sottovalutare la capacità di masticare e deglutire
correttamente.
Assicurare l’idratazione cutanea attraverso un’adeguata
assunzione di liquidi.
Assumere le proteine (carne/pesce), la verdura e la frutta,
compatibilmente con la dieta prescritta dal medico per
eventuale patologia/intolleranza.
In caso di inappetenza rivolgersi al medico senza aspettare
troppo.
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la movimentazione
del Paziente
Di seguito verranno mostrate le fotografie con le spiegazioni
per la corretta movimentazione.
Per maggiori informazioni fare sempre riferimento a fisioterapista/ infermiere/ medico.
deve assumere una postura corretta;
in caso di scorretto posizionamento sistemare il paziente
sollevandolo (da evitare lo scivolamento!);
incentivare il cambio di posizione autonomo ogni 15-20
minuti;
Paziente allettato
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Paziente in carrozzina
cambiare la postura ogni due ore alternando le posizioni,
se possibile (supino/sul fianco);
la carrozzina deve essere la più appropriata, in base alle
esigenze del paziente, e sempre pulita.
possibilmente posizionare la persona sulla poltrona per
qualche ora al giorno, eventualmente anche con l’ausilio di
un sollevatore.
Il corretto posizionamento
dei cuscini favorisce il miglior
posizionamento della
persona nel letto e
previene l'insorgenza delle
lesioni da pressione.
Il corretto posizionamento della persona sulla carrozzina:
la terza sequenza mostra il cambio di posizione
autonomo che consiste nel sollevarsi
facendo forza con le braccia e di ritornare nella posizione seduta.
Il corretto trasferimento dal letto alla carrozzina del paziente emiplegico collaborante:
Il paziente infila il piede dell’arto sano sotto la caviglia di quello plegico e trascina cosi entrambi gli arti
fuori dal bordo del letto; si mette seduto spingendosi con l’arto superiore sano.
Posizionare la carrozzina dal lato sano del paziente.
durante il trasferimento del paziente alla carrozzina
sia l’operatore che il paziente devono agire contemporaneamente
Il paziente:
porta in avanti le spalle;
fa forza sull’arto inferiore sano e si mette in piedi alzandosi dal letto;
esegue dei piccoli passi per girare il corpo in modo da potersi sedere in carrozzina;
solo quando è girato e pronto per sedersi, afferra il bracciolo dal lato sano, porta in avanti le spalle e
collabora nel mettersi seduto.
l’operatore
con la mano corrispondente al lato plegico del paziente, afferra i pantaloni;
afferra fra le proprie gambe il ginocchio plegico offrendoli sostegno mentre si alza dal letto e durante lo spostamento verso la carrozzina;
con l’altra mano, posta sul dorso del paziente, ne guida il movimento;
posiziona paziente seduto sulla carrozzina.
Il corretto trasferimento dal letto
alla carrozzina del paziente
emiplegico collaborante:
avvicinare la carrozzina al letto;
prepararla togliendo le parti che
possono impedire il corretto posizionamento
della persona in carrozzina.
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Paziente ancora in
grado di camminare
stimolare il movimento;
accompagnare la persona fornendo gli ausili necessari
(deambulatore/bastone/girello).
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Esistono ausili per prevenire le Lesioni da Pressione
(chiamati anche antidecubito) che servono per distribuire i
punti di maggiore pressione su una superficie più ampia.
L’indicazione al loro utilizzo è prescritta dall’operatore sanitario.
Per citarne alcuni:
cuscini (ad aria/in gel/ad acqua/fibra);
materassi (ad aria a pressione alternata o continua/a celle
d’aria/a cubi);
archetto alza coperte;
asta con trapezio;
talloniere/gomitiere.
Il bastone
Da evitare l’utilizzo delle ciambelle!
Rivolgersi al proprio Medico di
Medicina Generale oppure al
Medico Specialista (Vulnologo
o per la Cura delle lesioni
cutanee) per qualsiasi necessità
di chiarimento o approfondimento,
anche in relazione al quadro
clinico complessivo della
persona.
Il deambulatore
Il girello