Il decadimento delle funzion - Fondazione Madre Cabrini > Home

“La vecchiaia: nulla
dovrebbe essere più atteso;
invece nulla è più vissuto
come imprevisto”
M. Proust
Il decadimento delle funzioni:
l’espressione del pensiero e del corpo
nell’età avanzata
Federica Andreis
Fondazione Poliambulanza, Brescia
Invecchiamento
Biologicamente si assiste ad una generale riduzione del
numero delle cellule (atrofia) e ad una diminuzione
dell'efficienza funzionale, accompagnata da modificazioni
organiche e predisposizione ad una serie di disturbi.
Caratterizzato da:
Riduzione
Indebolimento
Regressione delle strutture organiche
e relative funzioni
Ragionamento biologico
processo involutivo e degenerativo e la senescenza
(fase di vita che lo caratterizza), come un periodo che
implica necessariamente l’instaurarsi di una malattia
“Senectus ipsa morbus est”
(Terenzio)
Accrescimento:
processo
di
acquisizione
quantitativa e qualitativa di funzioni e strutture
Invecchiamento: processo di riduzione di funzioni e
strutture
In realtà
in entrambi si susseguono, con diverse modalità ed
interpretazioni di significato, perdite ed acquisizioni
Processo fisiologico, naturale che interessa tutti gli
organismi, rappresenta una trasformazione nel
corso del tempo che richiede un continuo
adattamento
La dimensione psichica (capacità di sentire,
pensare e conoscere) si sviluppa e si determina
per apprendimenti ed acquisizioni, non si arresta
alla soglia dell’età e delle sue scadenze
Invecchiamento
Invecchiamento = ultima parte del ciclo vitale, periodo
che va dalla maturità alla morte. Rappresenta la
continuità e la prospettiva dello sviluppo di un essere
umano
“L’invecchiamento in termini psicologici si riferisce ai
processi legati ai cambiamenti psichici che avvengono
dopo la maturità, il concetto di cambiamento implica di
per sé sia il declino sia lo sviluppo”
(Laicardi e Pezzuti, 2000)
L’uomo viaggiatore nel tempo
Età giovanile: caratterizzata da una forza del corpo e del
presente, il passato ha meno spessore, il futuro è più
indeterminato (tempo della percezione).
Età adulta: caratterizzata maggiormente da ipotesi
progettuali (lavoro, famiglia, figli …)
Vecchiaia: con la perdita dell’efficienza del corpo
determina una coartazione del presente che può essere
bilanciato attraverso la frequentazione rielaborata del
passato (tempo della rielaborazione).
Ogni persona ha i suoi tempi di sia di crescita che di
invecchiamento:
“Il tempo viaggia con diversa andatura a seconda
delle persone”
(Shakespeare)
Invecchiamento : variabilità ed eterocronia
L’invecchiamento è un fenomeno complesso:
nella specie umana non c’è sincronia fra decadimento
dei tessuti e delle funzioni; non esiste un parallelismo
fra le modificazioni delle funzioni in individui diversi
L’intero percorso esistenziale può essere considerato
come un unico processo di esperienze e acquisizioni
Si costruisce la propria identità dall’infanzia alla
vecchiaia
L’identità risulta quindi un processo in continuo
divenire, una narrazione di sé continuamente rivista e
modificata allo scopo di organizzare le nuove
esperienze e dare senso alle emozioni.
Ricerche sulla psicologia dell’età senile e sulla QdV degli
anziani dimostrano che l’invecchia-mento non descrive un
processo uniforme ed omogeneo, esso è influenzato da
numerosi fattori:
(Baltes e Baltes, 1990; Aveni Casucci, 1992; Amoretti e Ratti, 1994;
Cesa, Bianchi, Vecchi, 1998; Laicardi Pezzuti, 2000; Baroni, 2003;
Beckerman e Tappen, 2003; Chattat, 2004)
• patrimonio genetico
potenzialità creative
•Clima relazionale di prima accoglienza
•Educazione
•Esperienze vissute
•Perdite e disadattamenti
•Significati degli affetti
•Progetto personale
•Malattie e traumi
La modalità di invecchiamento non può
prescindere dalla personalità e dalle
esperienze, la vecchiaia rappresenta la sintesi
del significato dell'esistenza
Convenzionalmente, dal punto di vista
demografico e sociale
• “giovani-anziani” (young old): tra i 65/75 anni,
• anziani (old-old)fra 75-85 anni,
• “grandi-anziani” (oldest-old): 85-100 anni
• oltre i 100 (over century)
il concetto di terza età viene utilizzato per indicare
l’invecchiamento attivo, mentre, con il termine quarta età si
indica quel periodo dove avviene un aumento della
dipendenza fisica, poiché si ha sempre più bisogno di
assistenza continua.
(Aveni Casucci 1984)
L’invecchiamento tra salute e malattia
L’assenza, in età senile, di una particolare patologia,
differenzia l’invecchiamento primario dagli altri tipi
d’invecchiamento.
• invecchiamento primario: si caratterizza per la
perdita di velocità nell’elaborare l’informazione, nella
risposta d’azione, nel rallentamento delle abilità visuospaziali e la stabilità di certi tratti di personalità.
L’invecchiamento tra salute e malattia
•
invecchiamento secondario: si presenta quando, al
quadro dell’invecchiamento primario, si aggiungono
alcune malattie croniche o meno (Baroni 2003).
•
invecchiamento terziario: caratterizzato da perdite
delle abilità mentali e fisiche, può assumere diverse
forme a seconda che questa o quella funzione si
deteriori prima delle altre, e questo avviene a volte
attraverso un processo continuo; altre volte invece, si
manifesta con un calo improvviso delle prestazioni
fisiche e cognitive, che segnala l’ avvicinarsi alla morte.
Perdere il corpo, perdere la testa
Distinguere tra :
Aspetti cognitivi: involuzione della struttura del Sistema
Nervoso Centrale (memoria, attenzione, capacità di
apprendimento)
Aspetti psicologici: emotivi, affettivi e volitivi, correlati
alla personalità, alla storia individuale, allo stile di vita,
alle interazioni ambientali, agli eventi e all’assetto del tono
dell’umore
Quando un anziano parla di sé …
“Non mi ricordo più le cose”
“Non ci vedo più tanto bene”
“Mi mancano le forze per fare quello che facevo prima”
Aspetti cognitivi
Memoria: la sua compromissione è diventata il simbolo
della vecchiaia
Rallentamento dei processi cognitivi di attenzione,
ragionamento e apprendimento
Meccanismi di compensazione
(ripetitività delle attività nel tempo)
Ad esempio riduzione motricità Æ miglioramento
accuratezza
Diminuzione MBT Æ migliore MLT
Intelletto più lento ma più riflessivo e creativo
Corporeità: è il primo strumento di apprendimento, di
interazione, esplorazione e conoscenza del mondo. È
teatro e memoria della storia di una persona
“ri-membrare”= il corpo ricorda
Corpo inteso come percezione corporea e come
emozione basata su elementi percettivi. Si esplica
nell’esperienza legata al contatto, nelle sensazioni
fisiologiche e nelle emozioni.
È l’organo del qui ed ora
Immagine corporea
Corpo non solo inteso anatomicamente
ma CORPO VISSUTO, sperimentato nelle relazioni,
corpo che SENTE
Corpo come chiave di accrescimento, di
individuazione e separazione tra sé e altro da sé
“The Image and the Appearence
of the Human Body ” (P. Schilder, 1935)
Schema corporeo: rappresentazione mentale del corpo
nella sua disposizione spaziale e tonico posturale,
influenzata dalle sensazioni afferenti.
Immagine corporea: ulteriore livello di integrazione
dello schema corporeo con il contesto emotivo-cognitivo
(afferenze + patrimonio cognitivo, affettivo e fantastico)
Lo schema corporeo si forma progressivamente nei primi
anni di vita; il processo si completa verso i 5-7 anni.
Immagine corporea: l’immagine mentale del corpo si
costituisce nel corso della vita a partire dai primi giorni.
Il quadro relazionale dei rapporti iniziali (figure di
“attaccamento”) ne fonda la base.
L’evoluzione dell’immagine corporea avviene in una
successione di stadi; lo sviluppo di tale senso del corpo è
dipendente dalla modalità di relazione ed interazione con il
caregiver.
Fattori che influenzano lo sviluppo
dell’immagine corporea
• Esperienze interpersonali
• Caratteristiche fisiche (peso, statura, deturpazioni …)
• Fattori di personalità (autostima, fiducia in sé, tendenza
al perfezionismo, bisogno di approvazione …)
• Fattori socio-culturali
• Eventi che possono destabilizzare l’immagine corporea
Conseguenze sull’immagine corporea
• Percettive Æ distorsioni
• Affettive Æ insoddisfazione per il proprio corpo
• Cognitive Æ investimento nell’aspetto fisico come criterio
centrale della valutazione del sé
• Comportamentali
Di fronte allo specchio: il tradimento del corpo
Il primo cambiamento più evidente è quello esterno: le
rughe, i capelli ingrigiti, il peso …
L’invecchiamento porta in sé un effetto di estraniazione
Il corpo senescente restituisce al “vecchio” il vissuto della
irreversibilità del Tempo
Il corpo diviene simbolo di interruzione, disgregazione
Fattori somatici e invecchiamento psichico
Norma e normalità
•
•
•
•
•
•
•
i capelli diventano grigi e la cute rugosa
la vista e l’udito si riducono,gusto e olfatto si alterano
si riduce la memoria immediata
maggiore dogmaticità e rigidità di comportamento
ridotta mobilità e postura in flessione
ridotta massa ossea e della statura
menopausa e andropausa
Tarda età: “la stagione delle perdite”
• sul piano fisico (ad esempio, diminuzione delle
prestazioni fisiche, perdita delle funzioni sensoriali,
limitazione della mobilità, alterazioni corporee con
conseguenti problemi d’adattamento dell’immagine di sé,
malattie croniche);
• sul piano psichico (ad esempio, riduzione o perdita
dell’autonomia e della capacità decisionale, diminuzione
del desiderio sessuale);
• sul piano affettivo e socio-lavorativo (ad esempio,
diminuzione dell’ampiezza del tessuto sociale, lutti,
riduzione del reddito, perdita di ruolo familiare e sociale,
pensionamento).
Sofferenza psicologica
senso del limite
• autonomia
• autosufficienza
• autodeterminazione
• tempo
• progettualità
• ……………….
• vita
senso di perdita
• propria immagine
• progettualità
• proprio ruolo
• fiducia
• alcune relazioni
• ……………..
Il mutare del corpo che invecchia procede di pari passo
con un lento riequilibrio interno alla psicologia
dell’individuo, attraverso le modifiche dell’assetto
cognitivo, l’accumularsi di nuove esperienze e i
cambiamenti del ruolo sociale.
Le differenti capacità di adattamento, che nella vecchiaia
appaiono ridotte, vanno spesso sotto il nome di
Disadattamento
psicologico:
condizione
di
abbassamento della funzionalità, collegato ad una
diminuita capacità di adeguarsi alle situazioni nuove.
Fattori responsabili di disadattamento
psicologico
- modificazioni corporee e il comparire di disturbi fisici
dovuti a patologie croniche;
- distacco dagli altri sul piano sociale, con disinvestimento
del mondo esterno per il ritiro dalle attività lavorative e
maggior isolamento;
- perdite e lutti che diminuiscono i punti di supporto della
rete sociale;
- dipendenza progressiva dagli altri, in particolare dai figli,
con una paradossale riedizione del rapporto con i
genitori.
Cicli vitali e perdite (I)
Nell’anzianità è centrale il bisogno di venire a patti con
le perdite ed i cambiamenti che l’età inevitabilmente
porta con frequenza maggiore che in altre età. Fare i
conti con perdite e cambiamenti significa attivare
dinamiche inerenti ai concetti di “sicurezza e
dipendenza”, che sono fattori importanti per il
funzionamento psicologico nella vecchiaia.
Cicli vitali e perdite (II)
Separazione - individuazione
(Mahler, Infant Research)
Tarda età adulta: “quarta individuazione” l’individuo
ricerca il modo di accomiatarsi dagli aspetti giovanili di
sé, di accettare la perdita dei genitori e l’abbandono dei
figli, di solito predisponendosi ad orientarsi verso nuovi
oggetti, per esempio i nipoti.
Nell’anziano (“quinta individuazione”) il vissuto è quello di
avviarsi ad una separazione definitiva, che non sembra
portare ad una nuova identità, se non quella di colui che è
giunto alla conclusione di qualcosa; spesso si accompagna
alla convivenza con la malattia e allo smarrimento del
funzionamento fisico e psichico.
Il pensiero della perdita e della sofferenza si unisce a
quello per cui la morte non porta in sé a nessuna ulteriore
individuazione (senso di finitudine).
Passaggio dall’essere lasciati al lasciare
Anzianità e senso di continuità
Gli eventi di lutto e di perdita di autonomia (quali per
esempio malattie invalidanti), o una percezione del
proprio declino risentita come discrepante con
l’immagine di sé, possono portare l’anziano, e in
particolare il grande anziano, ad esperire rotture
esperienziali. Tali percezioni dissonanti con il bisogno di
continuità e di coerenza di sé possono provocare
momenti di paura, insicurezza, ansia.
Si affievoliscono le prospettive in cui si aveva creduto
Si modificano le rappresentazioni intrapsichiche delle
relazioni significative
Ci si deve separare dall’immagine corporea relativa ad un
corpo integro, funzionante e funzionale
Nasce il bisogno
frammentazione :
di
difendersi
dalla
minaccia
disinvestimento dei legami esterni
devitalizzazione dell’esperienza relazionale
traslazione sul corpo
di
Aspetti psicologici
• Indecisione, insicurezza: la vecchiaia è l’età dei dubbi, dei
“forse”; la persona che invecchia elabora una disistima di
sé.
• Rapporti col passato: ricchezza/dannazione Æsentimenti
piacevoli/sentimenti di rimpianto.
• Possibilità di speranza e progetto: possono sussistere, la
prima riferita al breve termine e si basa sul
soddisfacimento
di
bisogni
primari
(mantenere
funzionalità del corpo); la seconda necessita di una
normalità del tono dell’umore e di assenza di disturbi
cognitivi.
Aspetti psicologici
• Egocentrismo: ritiro energia dall’esterno ed investimento
nel proprio corpo Æ manifestazioni di somatizzazione e
aumento attenzione per le proprie funzioni corporee
Corpo = difesa e vulnerabilità, tendenze centripete per
preservare la mente da angoscia di frammentazione,
annientamento e morte
L’anziano e la malattia
L’invecchiamento non è di per sé una malattia, ma
determina una maggiore vulnerabilità verso i diversi agenti
patogeni, una maggiore incidenza di malattie croniche ed
una diminuita autonomia.
Gli studi longitudinali confermano che non è la senescenza
la condizione patologica, piuttosto sono gli eventi morbosi a
creare le condizioni del rapido declino psicofisico.
Invecchiamento e malattia, pur avendo delle relazioni,
sono processi separati tra loro.
L’anziano e la malattia
La disabilità e la malattia costituiscono, soprattutto in età
avanzata, una ferita narcisistica più difficilmente
tollerabile perché vengono meno gli ancoraggi di un
tempo.
L'anziano spesso non vive la malattia come un incidente
di percorso, un'aggressione esterna, bensì come un
evento intrinseco all'invecchiamento e quindi ineluttabile,
il suo vissuto è che la malattia appartenga al suo destino:
si innesca così un atteggiamento di rinuncia rispetto alle
possibilità di guarigione.
Il paziente anziano
ANZIANO NORMALE
AUTOSUFFICIENZA
concetto di normalità
autonomia
indipendenza
evento acuto
guarigione
disab.temporanea
disabilità permanente
Fragilità
Cronicità
NON AUTOSUFFICIENZA
precariatà
dipendenza
rischio
• Fragilità: stato di fisiologica vulnerabilità legato
all’invecchiamento dovuto ad un’alterazione della
capacità di riserva omeostatica ed una ridotta capacità
dell’organismo di far fronte a stress come malattie
acute
(invecchiamento
avanzato,
comorbilità,
polifarmacologia, dipendenza funzionale, rischio di
istituzionalizzazione, stato socio ambientale critico,
mancanza di riferimenti, isolamento e depressione.
• Cronicità: presenza di patologie non guaribili (concetto
di menomazione, disabilità, handicap) che comportano
limitazione dell’autonomia, ciclicità delle riacutizzazioni
e dei ricoveri ospedalieri.
Anziano e depressione
La depressione costituisce la difficoltà emotiva, il
disturbo psicopatologico più frequente in età senile e
si manifesta con modalità e caratteristiche diverse
rispetto alle età precedenti.
Quali correlazioni tra invecchiamento e
depressione?
Alcuni studi sulla relazione tra depressione e
anziano (I)
• I maggiori fattori di rischio correlati allo sviluppo di
depressione nell’anziano (>75 aa) sono disabilità
funzionale, decadimento cognitivo e fumo
(S. Weyerer et al., J of Affective Disorders, 111, 2008)
• La diagnosi clinica di depressione maggiore è il fattore
predittivo principale dell’impoverimento nella QoL
(Chan et al, 2006; Low& Molzahn, 2007)
• Anche livelli minori di depressione sono associati con un
significativo decremento in tutti i domini della QoL e con
pattern di atteggiamenti negativi verso l’invecchiamento
(E. Chachamovich, et al, The Gerontoligist, 2008;48(5))
Alcuni studi sulla relazione tra depressione e
anziano (II)
• Sintomi depressivi sono prevalenti nella popolazione
anziana e aumentano con l’età. Tale incremento sembra
essere attribuibile ai cambiamenti che intervengono più
che all’invecchiamento in sé.
(P.J van’t Veer-Tazelaar et al. J of Affective Disorders 106, 2008)
• Sintomi depressivi fortemente prevalenti in soggetti
anziani con MCI (44% vs 18,3%). Negli anziani NCI in
trattamento psicofarmacologico i sintomi depressivi sono
risultati significativamente associati con un aumentato
rischio di sviluppare MCI.
(G. Ravaglia et al. American J Geriatr Psychiatry, 16, 10 2008)
Aumento della spettanza di vita associata a minima
disabilità fisica e mentale, stato di buona salute e vita
sociale
(Bowling A, Dieppe P. “What is successful ageig and who Shoul
define it?” BMJ 2005)
Oltre ai fattori biologici entrano in gioco i rapporti fra
soggettività ed ambiente, corpo e mente, natura e
cultura, oblio e conoscenza
G GERONTOL 2005;35:340-9
Stile di vita, invecchiamento e longevità
Lifestyle, aging and longevity
V. Nicita-Mauro et al.
Contesto culturale
Il clima culturale oggi prevalente esalta la giovinezza, il
benessere e la salute e tende ad accostare il concetto di
vecchiaia a quello di malattia.
La vecchiaia viene vista più come condizione che come
processo. Non si riconosce né si valorizza l’anzianità come
fase di passaggio e di preparazione.
Processo di marginalizzazione dell’anziano
Il vissuto di umiliazione e di sconfitta che tende a dominare
l’universo dell’anziano e gli eventi di perdita che
“privilegiano” questa età della vita costituiscono l’humus
psicologico nel quale può svilupparsi o aggravarsi la
depressione.
Fattori di personalità: ad esempio tipo narcisistico (molto
stimolato dalla società odierna), caratterizzato da un
progetto esistenziale rigidamente subordinato alla
gratificazione
di
un’immagine
di
sé
ideale.
L’invecchiamento comporterà sofferenza per non poter più
ricevere conferme esterne.
Depressione: cause psicologiche e sociali
•
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•
•
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•
isolamento sociale
invalidità e dipendenza dall’aiuto di altre persone
diminuzione delle risorse economiche
perdita del proprio status sociale
perdita del lavoro/ pensionamento
ripetute esperienze di lutto o di perdita
cattivo adattamento alle malattie
cattivi meccanismi di difesa dall’angoscia della morte
La depressione nell’anziano è più frequente-mente
associata a disturbi della memoria rispetto a quanto
avviene nel giovane e nell’adulto.
Mentre nei giovani i fattori di rischio sono prevalentemente
di ordine psicosociale, nell’anziano le malattie fisiche
giocano un ruolo importante.
Le malattie fisiche possono indurre
depressione attraverso:
Meccanismi biologici (ad esempio ipotiroidismo, farmaci
antipertensivi)
Meccanismi psicologici (demoralizzazione) per disabilità e
limitazioni
depressione
malattia fisica
depressione
Tatossian scrive:
“La depressione è una sofferenza globale dell’essere
umano nella sua unità somato-psichica, è un disturbo
corporeo ed allo stesso tempo psichico”
Eziologia della depressione
Fattori
Fattori
genetici
genetici
Fattori
Fattori
evolutivi
evolutivi
Malattie
Malattie
fisiche
fisiche
Tratti
Trattidi
dicarattere
carattere
eestili
stilidi
divita
vita
Life
LifeEvents
Events
Episodio
Episodio
depressivo
depressivo
EZIOPATOGENESI DELLA DEPRESSIONE
condizioni predisponenti di base
(geneticamente determinate)
condizioni relative alle fasi più importanti
dello sviluppo (0-3 anni, attaccamento e reciprocità, vissuti
di perdita e abbandono)
eventi di vita stressanti/supporto affettivo
diminuzione di neurotrasmettitori
(serotonina, noradrenalina, dopamina)
in specifiche aree cortico-cerebrali
Base psicofisiologica della depressione
Teoria di Laborit: reazione attiva (azione portata a
termine, adrenalina) allo stress protegge dai sensi di
angoscia e malessere, mentre l’inibizione (noradrenalina e
cortico-steroidi) causa angoscia.
La ricerca di Laborit mostra che il funzionamento
prolungato del SIA crea una serie di reazioni organiche che
portano alla malattia psicosomatica e ai disturbi
dell’emotività.
Fisiologia
Corteccia
cerebrale
Sistema
limbico
SIA
Psicologia
Angoscia
Pensieri
negativi
Inibizione all’azione
Altri sistemi funzionali
dà l’avvio
SIA
rinforzato
Azione inibita
Gesti inibiti
Emozioni negative
Pensieri distruttivi
Ormoni dell’inibizione
(noradrenalina, corticosteroidi)
Espressività sistemica
della sintomatologia depressiva
Alterazioni
della motricità
Disturbi
dell’ideazione
Disturbi della
volizione
Disfunzioni
sessuali
Dolori
muscolari o
delle articolazioni
Astenia
Disturbi del
comportamento
Umore
depresso
Disturbi del
sonno
Associazion
e con ansia
Dolore
gastrointestinale
Disturbi
dell’appetito
Sintomi della malattia depressiva
• umore
• processi cognitivi
• funzioni somatiche
• comportamenti
Umore
•
•
•
•
•
Sensazione di tristezza, preoccupazione, depressione
Perdita di interesse e di piacere nelle cose
Perdita di energia, vitalità, speranza, progettualità
Disperazione
La depressione dell’umore è di solito insensibile a fatti
positivi
Processi cognitivi
• Pensieri negativi circa se stessi, il presente ed il futuro
autosvalutazione,
inadeguatezza
e
incapacità,
indegnità
• Ruminazioni depressive: pensieri pessimistici ricorrenti
• Scarsa concentrazione, perdita di memoria, difficoltà a
prendere decisioni
• Sensazione che possa accadere qualcosa di
pericoloso e paure esagerate
• Pensieri di morte e idee di suicidio
• Pensieri irreali di colpa, malattia, povertà
Sintomi somatici
•
•
•
•
Disturbi del sonno
Disturbi dell’appetito
Affaticabilità e diminuzione dell’energia
Perdita di interesse in numerose attività, compreso il
sesso
• Sintomi gastrointestinali (bocca secca, nausea…)
• Dolori inspiegabili
• Alterazioni neuroendocrine
Comportamenti
• Espressione triste, pianto
• Rallentamento dei movimenti e della parola
• Movimenti agitati ed irrequieti
Depressione mascherata
Freud in “Inibizione, sintomo, angoscia” (1925) ricorda
come il dolore mentale non sia che una metafora presa dal
dolore somatico.
La tristezza e la disperazione vengono “coperte”,
mascherate da una sintomatologia somatica dominante
(dolore, parestesie, disfunzioni gastro-intestinali, sintomi
cardiocircolatori...). Nell’età avanzata, età fragile, il corpo
diventa spesso depositario privilegiato del vissuto
depressivo.
La particolare polarizzazione sul proprio corpo da parte
dell’anziano è espressione e conseguenza sia di un
ripiegamento su sé stesso, di un minore interesse che
l’uomo anziano rivolge all’esterno, sia di un intensificarsi di
messaggi cenestesici spiacevoli dovuti alle affezioni a
carico di vari organi e apparati proprie dell’età senile.
Si attiva così un viraggio da una situazione di dialettica
intersoggettiva “Io-mondo” ad una dialettica “Io-corpo” che,
nel caso di comparsa di depressione, può tradursi in una
dominante sintomatologia somatica che maschera il latente
stato depressivo.
Il corpo, iperinvestito per la maggior parte della vita, viene
a trovarsi ancora in primo piano, ora, nel momento della
comparsa della depressione, caratterizzata appunto da una
predominante sintomatologia somatica: un corpo portatore
di una morte imminente.
Sembra quindi che, invecchiando, la sofferenza
esistenziale prediliga un’espressione extraverbale ed il
corpo risulti maggiormente coinvolto nella metacomunicazione del disagio del Sé.
(Comazzi, Spiazzi, 1984)
Le possibilità evolutive, in ogni tappa della vita, sono
caratterizzate dalla perdita di uno stato e dall’acquisizione
del successivo, con l’alternarsi di sentimenti quali la
disperazione, la nostalgia per l’oggetto perduto e, insieme,
la speranza di ritrovarlo sia pure modificato. Così nel
passaggio alla senilità diventa indispensabile potere
elaborare, fra le perdite, una serie di microlutti per il proprio
corpo.
Attrezzarsi per contenere le perdite
“Una salutare sequenza di piccole
depressioni che finiscono per proteggere da una
depressione rovinosa”
(Ballerini, Laszlo, 1986)
Anzianità: saggezza e creatività
Hillman ha scritto che alla soglia della vecchiaia è
necessario non tanto il farmaco,
quanto la “terapia delle idee”
creatività: il pensiero deve avere la caratteristiche della
fluidità,
flessibilità,
elaborazione
ed
integrazione,
valutazione
(pensiero “divergente”)
“fFsicamente sto venendo meno, eppure la mia mente si
sente capace di crescita, perché la mia curiosità è più
profonda che mai; la mia anima continua a marciare”.
(Bernard Show)
“Muore lentamente chi non si appassiona più, chi
preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i”, chi evita
le emozioni che fanno battere il cuore.”
(Pablo Neruda)
Invecchiare con successo
La possibilità dell’anziano di trovare gli elementi di fondo
sui quali basare una nuova definizione di se stesso risiede
nella qualità dei legami affettivo-relazionali che alimentano
in senso transgenerazionale la percezione che egli ha di
sé.
Risulta fondamentale saper:
•ripensarsi in un altro ruolo e funzione
•recuperare la ricchezza delle esperienze del passato
In attesa dell’eternità si può imparare a vivere
bene il cambiamento
Invecchiare non vuol dire necessariamente confinarsi
nella rievocazione nostalgica della gioventù (giovanilismo):
la vecchiaia non è solo decadimento psico-fisico,
Somiglia piuttosto a una metamorfosi,
a un nuovo stato che permette di
attraversare nuovi luoghi ed esperienze.
Un’ età in cui l’uomo può ancora sperimentare il potere dei
propri mezzi
E la misura della propria libertà.
(Olievenstein)