“La vecchiaia: nulla dovrebbe essere più atteso; invece nulla è più vissuto come imprevisto” M. Proust Il decadimento delle funzioni: l’espressione del pensiero e del corpo nell’età avanzata Federica Andreis Fondazione Poliambulanza, Brescia Invecchiamento Biologicamente si assiste ad una generale riduzione del numero delle cellule (atrofia) e ad una diminuzione dell'efficienza funzionale, accompagnata da modificazioni organiche e predisposizione ad una serie di disturbi. Caratterizzato da: Riduzione Indebolimento Regressione delle strutture organiche e relative funzioni Ragionamento biologico processo involutivo e degenerativo e la senescenza (fase di vita che lo caratterizza), come un periodo che implica necessariamente l’instaurarsi di una malattia “Senectus ipsa morbus est” (Terenzio) Accrescimento: processo di acquisizione quantitativa e qualitativa di funzioni e strutture Invecchiamento: processo di riduzione di funzioni e strutture In realtà in entrambi si susseguono, con diverse modalità ed interpretazioni di significato, perdite ed acquisizioni Processo fisiologico, naturale che interessa tutti gli organismi, rappresenta una trasformazione nel corso del tempo che richiede un continuo adattamento La dimensione psichica (capacità di sentire, pensare e conoscere) si sviluppa e si determina per apprendimenti ed acquisizioni, non si arresta alla soglia dell’età e delle sue scadenze Invecchiamento Invecchiamento = ultima parte del ciclo vitale, periodo che va dalla maturità alla morte. Rappresenta la continuità e la prospettiva dello sviluppo di un essere umano “L’invecchiamento in termini psicologici si riferisce ai processi legati ai cambiamenti psichici che avvengono dopo la maturità, il concetto di cambiamento implica di per sé sia il declino sia lo sviluppo” (Laicardi e Pezzuti, 2000) L’uomo viaggiatore nel tempo Età giovanile: caratterizzata da una forza del corpo e del presente, il passato ha meno spessore, il futuro è più indeterminato (tempo della percezione). Età adulta: caratterizzata maggiormente da ipotesi progettuali (lavoro, famiglia, figli …) Vecchiaia: con la perdita dell’efficienza del corpo determina una coartazione del presente che può essere bilanciato attraverso la frequentazione rielaborata del passato (tempo della rielaborazione). Ogni persona ha i suoi tempi di sia di crescita che di invecchiamento: “Il tempo viaggia con diversa andatura a seconda delle persone” (Shakespeare) Invecchiamento : variabilità ed eterocronia L’invecchiamento è un fenomeno complesso: nella specie umana non c’è sincronia fra decadimento dei tessuti e delle funzioni; non esiste un parallelismo fra le modificazioni delle funzioni in individui diversi L’intero percorso esistenziale può essere considerato come un unico processo di esperienze e acquisizioni Si costruisce la propria identità dall’infanzia alla vecchiaia L’identità risulta quindi un processo in continuo divenire, una narrazione di sé continuamente rivista e modificata allo scopo di organizzare le nuove esperienze e dare senso alle emozioni. Ricerche sulla psicologia dell’età senile e sulla QdV degli anziani dimostrano che l’invecchia-mento non descrive un processo uniforme ed omogeneo, esso è influenzato da numerosi fattori: (Baltes e Baltes, 1990; Aveni Casucci, 1992; Amoretti e Ratti, 1994; Cesa, Bianchi, Vecchi, 1998; Laicardi Pezzuti, 2000; Baroni, 2003; Beckerman e Tappen, 2003; Chattat, 2004) • patrimonio genetico potenzialità creative •Clima relazionale di prima accoglienza •Educazione •Esperienze vissute •Perdite e disadattamenti •Significati degli affetti •Progetto personale •Malattie e traumi La modalità di invecchiamento non può prescindere dalla personalità e dalle esperienze, la vecchiaia rappresenta la sintesi del significato dell'esistenza Convenzionalmente, dal punto di vista demografico e sociale • “giovani-anziani” (young old): tra i 65/75 anni, • anziani (old-old)fra 75-85 anni, • “grandi-anziani” (oldest-old): 85-100 anni • oltre i 100 (over century) il concetto di terza età viene utilizzato per indicare l’invecchiamento attivo, mentre, con il termine quarta età si indica quel periodo dove avviene un aumento della dipendenza fisica, poiché si ha sempre più bisogno di assistenza continua. (Aveni Casucci 1984) L’invecchiamento tra salute e malattia L’assenza, in età senile, di una particolare patologia, differenzia l’invecchiamento primario dagli altri tipi d’invecchiamento. • invecchiamento primario: si caratterizza per la perdita di velocità nell’elaborare l’informazione, nella risposta d’azione, nel rallentamento delle abilità visuospaziali e la stabilità di certi tratti di personalità. L’invecchiamento tra salute e malattia • invecchiamento secondario: si presenta quando, al quadro dell’invecchiamento primario, si aggiungono alcune malattie croniche o meno (Baroni 2003). • invecchiamento terziario: caratterizzato da perdite delle abilità mentali e fisiche, può assumere diverse forme a seconda che questa o quella funzione si deteriori prima delle altre, e questo avviene a volte attraverso un processo continuo; altre volte invece, si manifesta con un calo improvviso delle prestazioni fisiche e cognitive, che segnala l’ avvicinarsi alla morte. Perdere il corpo, perdere la testa Distinguere tra : Aspetti cognitivi: involuzione della struttura del Sistema Nervoso Centrale (memoria, attenzione, capacità di apprendimento) Aspetti psicologici: emotivi, affettivi e volitivi, correlati alla personalità, alla storia individuale, allo stile di vita, alle interazioni ambientali, agli eventi e all’assetto del tono dell’umore Quando un anziano parla di sé … “Non mi ricordo più le cose” “Non ci vedo più tanto bene” “Mi mancano le forze per fare quello che facevo prima” Aspetti cognitivi Memoria: la sua compromissione è diventata il simbolo della vecchiaia Rallentamento dei processi cognitivi di attenzione, ragionamento e apprendimento Meccanismi di compensazione (ripetitività delle attività nel tempo) Ad esempio riduzione motricità Æ miglioramento accuratezza Diminuzione MBT Æ migliore MLT Intelletto più lento ma più riflessivo e creativo Corporeità: è il primo strumento di apprendimento, di interazione, esplorazione e conoscenza del mondo. È teatro e memoria della storia di una persona “ri-membrare”= il corpo ricorda Corpo inteso come percezione corporea e come emozione basata su elementi percettivi. Si esplica nell’esperienza legata al contatto, nelle sensazioni fisiologiche e nelle emozioni. È l’organo del qui ed ora Immagine corporea Corpo non solo inteso anatomicamente ma CORPO VISSUTO, sperimentato nelle relazioni, corpo che SENTE Corpo come chiave di accrescimento, di individuazione e separazione tra sé e altro da sé “The Image and the Appearence of the Human Body ” (P. Schilder, 1935) Schema corporeo: rappresentazione mentale del corpo nella sua disposizione spaziale e tonico posturale, influenzata dalle sensazioni afferenti. Immagine corporea: ulteriore livello di integrazione dello schema corporeo con il contesto emotivo-cognitivo (afferenze + patrimonio cognitivo, affettivo e fantastico) Lo schema corporeo si forma progressivamente nei primi anni di vita; il processo si completa verso i 5-7 anni. Immagine corporea: l’immagine mentale del corpo si costituisce nel corso della vita a partire dai primi giorni. Il quadro relazionale dei rapporti iniziali (figure di “attaccamento”) ne fonda la base. L’evoluzione dell’immagine corporea avviene in una successione di stadi; lo sviluppo di tale senso del corpo è dipendente dalla modalità di relazione ed interazione con il caregiver. Fattori che influenzano lo sviluppo dell’immagine corporea • Esperienze interpersonali • Caratteristiche fisiche (peso, statura, deturpazioni …) • Fattori di personalità (autostima, fiducia in sé, tendenza al perfezionismo, bisogno di approvazione …) • Fattori socio-culturali • Eventi che possono destabilizzare l’immagine corporea Conseguenze sull’immagine corporea • Percettive Æ distorsioni • Affettive Æ insoddisfazione per il proprio corpo • Cognitive Æ investimento nell’aspetto fisico come criterio centrale della valutazione del sé • Comportamentali Di fronte allo specchio: il tradimento del corpo Il primo cambiamento più evidente è quello esterno: le rughe, i capelli ingrigiti, il peso … L’invecchiamento porta in sé un effetto di estraniazione Il corpo senescente restituisce al “vecchio” il vissuto della irreversibilità del Tempo Il corpo diviene simbolo di interruzione, disgregazione Fattori somatici e invecchiamento psichico Norma e normalità • • • • • • • i capelli diventano grigi e la cute rugosa la vista e l’udito si riducono,gusto e olfatto si alterano si riduce la memoria immediata maggiore dogmaticità e rigidità di comportamento ridotta mobilità e postura in flessione ridotta massa ossea e della statura menopausa e andropausa Tarda età: “la stagione delle perdite” • sul piano fisico (ad esempio, diminuzione delle prestazioni fisiche, perdita delle funzioni sensoriali, limitazione della mobilità, alterazioni corporee con conseguenti problemi d’adattamento dell’immagine di sé, malattie croniche); • sul piano psichico (ad esempio, riduzione o perdita dell’autonomia e della capacità decisionale, diminuzione del desiderio sessuale); • sul piano affettivo e socio-lavorativo (ad esempio, diminuzione dell’ampiezza del tessuto sociale, lutti, riduzione del reddito, perdita di ruolo familiare e sociale, pensionamento). Sofferenza psicologica senso del limite • autonomia • autosufficienza • autodeterminazione • tempo • progettualità • ………………. • vita senso di perdita • propria immagine • progettualità • proprio ruolo • fiducia • alcune relazioni • …………….. Il mutare del corpo che invecchia procede di pari passo con un lento riequilibrio interno alla psicologia dell’individuo, attraverso le modifiche dell’assetto cognitivo, l’accumularsi di nuove esperienze e i cambiamenti del ruolo sociale. Le differenti capacità di adattamento, che nella vecchiaia appaiono ridotte, vanno spesso sotto il nome di Disadattamento psicologico: condizione di abbassamento della funzionalità, collegato ad una diminuita capacità di adeguarsi alle situazioni nuove. Fattori responsabili di disadattamento psicologico - modificazioni corporee e il comparire di disturbi fisici dovuti a patologie croniche; - distacco dagli altri sul piano sociale, con disinvestimento del mondo esterno per il ritiro dalle attività lavorative e maggior isolamento; - perdite e lutti che diminuiscono i punti di supporto della rete sociale; - dipendenza progressiva dagli altri, in particolare dai figli, con una paradossale riedizione del rapporto con i genitori. Cicli vitali e perdite (I) Nell’anzianità è centrale il bisogno di venire a patti con le perdite ed i cambiamenti che l’età inevitabilmente porta con frequenza maggiore che in altre età. Fare i conti con perdite e cambiamenti significa attivare dinamiche inerenti ai concetti di “sicurezza e dipendenza”, che sono fattori importanti per il funzionamento psicologico nella vecchiaia. Cicli vitali e perdite (II) Separazione - individuazione (Mahler, Infant Research) Tarda età adulta: “quarta individuazione” l’individuo ricerca il modo di accomiatarsi dagli aspetti giovanili di sé, di accettare la perdita dei genitori e l’abbandono dei figli, di solito predisponendosi ad orientarsi verso nuovi oggetti, per esempio i nipoti. Nell’anziano (“quinta individuazione”) il vissuto è quello di avviarsi ad una separazione definitiva, che non sembra portare ad una nuova identità, se non quella di colui che è giunto alla conclusione di qualcosa; spesso si accompagna alla convivenza con la malattia e allo smarrimento del funzionamento fisico e psichico. Il pensiero della perdita e della sofferenza si unisce a quello per cui la morte non porta in sé a nessuna ulteriore individuazione (senso di finitudine). Passaggio dall’essere lasciati al lasciare Anzianità e senso di continuità Gli eventi di lutto e di perdita di autonomia (quali per esempio malattie invalidanti), o una percezione del proprio declino risentita come discrepante con l’immagine di sé, possono portare l’anziano, e in particolare il grande anziano, ad esperire rotture esperienziali. Tali percezioni dissonanti con il bisogno di continuità e di coerenza di sé possono provocare momenti di paura, insicurezza, ansia. Si affievoliscono le prospettive in cui si aveva creduto Si modificano le rappresentazioni intrapsichiche delle relazioni significative Ci si deve separare dall’immagine corporea relativa ad un corpo integro, funzionante e funzionale Nasce il bisogno frammentazione : di difendersi dalla minaccia disinvestimento dei legami esterni devitalizzazione dell’esperienza relazionale traslazione sul corpo di Aspetti psicologici • Indecisione, insicurezza: la vecchiaia è l’età dei dubbi, dei “forse”; la persona che invecchia elabora una disistima di sé. • Rapporti col passato: ricchezza/dannazione Æsentimenti piacevoli/sentimenti di rimpianto. • Possibilità di speranza e progetto: possono sussistere, la prima riferita al breve termine e si basa sul soddisfacimento di bisogni primari (mantenere funzionalità del corpo); la seconda necessita di una normalità del tono dell’umore e di assenza di disturbi cognitivi. Aspetti psicologici • Egocentrismo: ritiro energia dall’esterno ed investimento nel proprio corpo Æ manifestazioni di somatizzazione e aumento attenzione per le proprie funzioni corporee Corpo = difesa e vulnerabilità, tendenze centripete per preservare la mente da angoscia di frammentazione, annientamento e morte L’anziano e la malattia L’invecchiamento non è di per sé una malattia, ma determina una maggiore vulnerabilità verso i diversi agenti patogeni, una maggiore incidenza di malattie croniche ed una diminuita autonomia. Gli studi longitudinali confermano che non è la senescenza la condizione patologica, piuttosto sono gli eventi morbosi a creare le condizioni del rapido declino psicofisico. Invecchiamento e malattia, pur avendo delle relazioni, sono processi separati tra loro. L’anziano e la malattia La disabilità e la malattia costituiscono, soprattutto in età avanzata, una ferita narcisistica più difficilmente tollerabile perché vengono meno gli ancoraggi di un tempo. L'anziano spesso non vive la malattia come un incidente di percorso, un'aggressione esterna, bensì come un evento intrinseco all'invecchiamento e quindi ineluttabile, il suo vissuto è che la malattia appartenga al suo destino: si innesca così un atteggiamento di rinuncia rispetto alle possibilità di guarigione. Il paziente anziano ANZIANO NORMALE AUTOSUFFICIENZA concetto di normalità autonomia indipendenza evento acuto guarigione disab.temporanea disabilità permanente Fragilità Cronicità NON AUTOSUFFICIENZA precariatà dipendenza rischio • Fragilità: stato di fisiologica vulnerabilità legato all’invecchiamento dovuto ad un’alterazione della capacità di riserva omeostatica ed una ridotta capacità dell’organismo di far fronte a stress come malattie acute (invecchiamento avanzato, comorbilità, polifarmacologia, dipendenza funzionale, rischio di istituzionalizzazione, stato socio ambientale critico, mancanza di riferimenti, isolamento e depressione. • Cronicità: presenza di patologie non guaribili (concetto di menomazione, disabilità, handicap) che comportano limitazione dell’autonomia, ciclicità delle riacutizzazioni e dei ricoveri ospedalieri. Anziano e depressione La depressione costituisce la difficoltà emotiva, il disturbo psicopatologico più frequente in età senile e si manifesta con modalità e caratteristiche diverse rispetto alle età precedenti. Quali correlazioni tra invecchiamento e depressione? Alcuni studi sulla relazione tra depressione e anziano (I) • I maggiori fattori di rischio correlati allo sviluppo di depressione nell’anziano (>75 aa) sono disabilità funzionale, decadimento cognitivo e fumo (S. Weyerer et al., J of Affective Disorders, 111, 2008) • La diagnosi clinica di depressione maggiore è il fattore predittivo principale dell’impoverimento nella QoL (Chan et al, 2006; Low& Molzahn, 2007) • Anche livelli minori di depressione sono associati con un significativo decremento in tutti i domini della QoL e con pattern di atteggiamenti negativi verso l’invecchiamento (E. Chachamovich, et al, The Gerontoligist, 2008;48(5)) Alcuni studi sulla relazione tra depressione e anziano (II) • Sintomi depressivi sono prevalenti nella popolazione anziana e aumentano con l’età. Tale incremento sembra essere attribuibile ai cambiamenti che intervengono più che all’invecchiamento in sé. (P.J van’t Veer-Tazelaar et al. J of Affective Disorders 106, 2008) • Sintomi depressivi fortemente prevalenti in soggetti anziani con MCI (44% vs 18,3%). Negli anziani NCI in trattamento psicofarmacologico i sintomi depressivi sono risultati significativamente associati con un aumentato rischio di sviluppare MCI. (G. Ravaglia et al. American J Geriatr Psychiatry, 16, 10 2008) Aumento della spettanza di vita associata a minima disabilità fisica e mentale, stato di buona salute e vita sociale (Bowling A, Dieppe P. “What is successful ageig and who Shoul define it?” BMJ 2005) Oltre ai fattori biologici entrano in gioco i rapporti fra soggettività ed ambiente, corpo e mente, natura e cultura, oblio e conoscenza G GERONTOL 2005;35:340-9 Stile di vita, invecchiamento e longevità Lifestyle, aging and longevity V. Nicita-Mauro et al. Contesto culturale Il clima culturale oggi prevalente esalta la giovinezza, il benessere e la salute e tende ad accostare il concetto di vecchiaia a quello di malattia. La vecchiaia viene vista più come condizione che come processo. Non si riconosce né si valorizza l’anzianità come fase di passaggio e di preparazione. Processo di marginalizzazione dell’anziano Il vissuto di umiliazione e di sconfitta che tende a dominare l’universo dell’anziano e gli eventi di perdita che “privilegiano” questa età della vita costituiscono l’humus psicologico nel quale può svilupparsi o aggravarsi la depressione. Fattori di personalità: ad esempio tipo narcisistico (molto stimolato dalla società odierna), caratterizzato da un progetto esistenziale rigidamente subordinato alla gratificazione di un’immagine di sé ideale. L’invecchiamento comporterà sofferenza per non poter più ricevere conferme esterne. Depressione: cause psicologiche e sociali • • • • • • • • isolamento sociale invalidità e dipendenza dall’aiuto di altre persone diminuzione delle risorse economiche perdita del proprio status sociale perdita del lavoro/ pensionamento ripetute esperienze di lutto o di perdita cattivo adattamento alle malattie cattivi meccanismi di difesa dall’angoscia della morte La depressione nell’anziano è più frequente-mente associata a disturbi della memoria rispetto a quanto avviene nel giovane e nell’adulto. Mentre nei giovani i fattori di rischio sono prevalentemente di ordine psicosociale, nell’anziano le malattie fisiche giocano un ruolo importante. Le malattie fisiche possono indurre depressione attraverso: Meccanismi biologici (ad esempio ipotiroidismo, farmaci antipertensivi) Meccanismi psicologici (demoralizzazione) per disabilità e limitazioni depressione malattia fisica depressione Tatossian scrive: “La depressione è una sofferenza globale dell’essere umano nella sua unità somato-psichica, è un disturbo corporeo ed allo stesso tempo psichico” Eziologia della depressione Fattori Fattori genetici genetici Fattori Fattori evolutivi evolutivi Malattie Malattie fisiche fisiche Tratti Trattidi dicarattere carattere eestili stilidi divita vita Life LifeEvents Events Episodio Episodio depressivo depressivo EZIOPATOGENESI DELLA DEPRESSIONE condizioni predisponenti di base (geneticamente determinate) condizioni relative alle fasi più importanti dello sviluppo (0-3 anni, attaccamento e reciprocità, vissuti di perdita e abbandono) eventi di vita stressanti/supporto affettivo diminuzione di neurotrasmettitori (serotonina, noradrenalina, dopamina) in specifiche aree cortico-cerebrali Base psicofisiologica della depressione Teoria di Laborit: reazione attiva (azione portata a termine, adrenalina) allo stress protegge dai sensi di angoscia e malessere, mentre l’inibizione (noradrenalina e cortico-steroidi) causa angoscia. La ricerca di Laborit mostra che il funzionamento prolungato del SIA crea una serie di reazioni organiche che portano alla malattia psicosomatica e ai disturbi dell’emotività. Fisiologia Corteccia cerebrale Sistema limbico SIA Psicologia Angoscia Pensieri negativi Inibizione all’azione Altri sistemi funzionali dà l’avvio SIA rinforzato Azione inibita Gesti inibiti Emozioni negative Pensieri distruttivi Ormoni dell’inibizione (noradrenalina, corticosteroidi) Espressività sistemica della sintomatologia depressiva Alterazioni della motricità Disturbi dell’ideazione Disturbi della volizione Disfunzioni sessuali Dolori muscolari o delle articolazioni Astenia Disturbi del comportamento Umore depresso Disturbi del sonno Associazion e con ansia Dolore gastrointestinale Disturbi dell’appetito Sintomi della malattia depressiva • umore • processi cognitivi • funzioni somatiche • comportamenti Umore • • • • • Sensazione di tristezza, preoccupazione, depressione Perdita di interesse e di piacere nelle cose Perdita di energia, vitalità, speranza, progettualità Disperazione La depressione dell’umore è di solito insensibile a fatti positivi Processi cognitivi • Pensieri negativi circa se stessi, il presente ed il futuro autosvalutazione, inadeguatezza e incapacità, indegnità • Ruminazioni depressive: pensieri pessimistici ricorrenti • Scarsa concentrazione, perdita di memoria, difficoltà a prendere decisioni • Sensazione che possa accadere qualcosa di pericoloso e paure esagerate • Pensieri di morte e idee di suicidio • Pensieri irreali di colpa, malattia, povertà Sintomi somatici • • • • Disturbi del sonno Disturbi dell’appetito Affaticabilità e diminuzione dell’energia Perdita di interesse in numerose attività, compreso il sesso • Sintomi gastrointestinali (bocca secca, nausea…) • Dolori inspiegabili • Alterazioni neuroendocrine Comportamenti • Espressione triste, pianto • Rallentamento dei movimenti e della parola • Movimenti agitati ed irrequieti Depressione mascherata Freud in “Inibizione, sintomo, angoscia” (1925) ricorda come il dolore mentale non sia che una metafora presa dal dolore somatico. La tristezza e la disperazione vengono “coperte”, mascherate da una sintomatologia somatica dominante (dolore, parestesie, disfunzioni gastro-intestinali, sintomi cardiocircolatori...). Nell’età avanzata, età fragile, il corpo diventa spesso depositario privilegiato del vissuto depressivo. La particolare polarizzazione sul proprio corpo da parte dell’anziano è espressione e conseguenza sia di un ripiegamento su sé stesso, di un minore interesse che l’uomo anziano rivolge all’esterno, sia di un intensificarsi di messaggi cenestesici spiacevoli dovuti alle affezioni a carico di vari organi e apparati proprie dell’età senile. Si attiva così un viraggio da una situazione di dialettica intersoggettiva “Io-mondo” ad una dialettica “Io-corpo” che, nel caso di comparsa di depressione, può tradursi in una dominante sintomatologia somatica che maschera il latente stato depressivo. Il corpo, iperinvestito per la maggior parte della vita, viene a trovarsi ancora in primo piano, ora, nel momento della comparsa della depressione, caratterizzata appunto da una predominante sintomatologia somatica: un corpo portatore di una morte imminente. Sembra quindi che, invecchiando, la sofferenza esistenziale prediliga un’espressione extraverbale ed il corpo risulti maggiormente coinvolto nella metacomunicazione del disagio del Sé. (Comazzi, Spiazzi, 1984) Le possibilità evolutive, in ogni tappa della vita, sono caratterizzate dalla perdita di uno stato e dall’acquisizione del successivo, con l’alternarsi di sentimenti quali la disperazione, la nostalgia per l’oggetto perduto e, insieme, la speranza di ritrovarlo sia pure modificato. Così nel passaggio alla senilità diventa indispensabile potere elaborare, fra le perdite, una serie di microlutti per il proprio corpo. Attrezzarsi per contenere le perdite “Una salutare sequenza di piccole depressioni che finiscono per proteggere da una depressione rovinosa” (Ballerini, Laszlo, 1986) Anzianità: saggezza e creatività Hillman ha scritto che alla soglia della vecchiaia è necessario non tanto il farmaco, quanto la “terapia delle idee” creatività: il pensiero deve avere la caratteristiche della fluidità, flessibilità, elaborazione ed integrazione, valutazione (pensiero “divergente”) “fFsicamente sto venendo meno, eppure la mia mente si sente capace di crescita, perché la mia curiosità è più profonda che mai; la mia anima continua a marciare”. (Bernard Show) “Muore lentamente chi non si appassiona più, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i”, chi evita le emozioni che fanno battere il cuore.” (Pablo Neruda) Invecchiare con successo La possibilità dell’anziano di trovare gli elementi di fondo sui quali basare una nuova definizione di se stesso risiede nella qualità dei legami affettivo-relazionali che alimentano in senso transgenerazionale la percezione che egli ha di sé. Risulta fondamentale saper: •ripensarsi in un altro ruolo e funzione •recuperare la ricchezza delle esperienze del passato In attesa dell’eternità si può imparare a vivere bene il cambiamento Invecchiare non vuol dire necessariamente confinarsi nella rievocazione nostalgica della gioventù (giovanilismo): la vecchiaia non è solo decadimento psico-fisico, Somiglia piuttosto a una metamorfosi, a un nuovo stato che permette di attraversare nuovi luoghi ed esperienze. Un’ età in cui l’uomo può ancora sperimentare il potere dei propri mezzi E la misura della propria libertà. (Olievenstein)