Paolo Mazzola, M.D. ©PMJ MALATTIE INFETTIVE Una malattia infettiva è una patologia che colpisce entrambi i sessi, ed è causata da agenti patogeni che vengono a contatto con il nostro organismo. Si può trattare di virus, batteri, funghi, protozoi, elminti. Una volta entrati nel corpo, interagiscono con il nostro sistema immunitario causando una reazione questa reazione non è sempre in grado di eliminare l’agente patogeno, a volte neanche grazie all’aiuto dei farmaci più moderni. Ancora oggi le malattie infettive sono uno dei più grandi problemi sanitari a livello mondiale, specialmente nei paesi in via di sviluppo. I motivi principali sono tre: non ottimali condizioni igienico-sanitarie nei paesi in via di sviluppo, e scarsa disponibilità di molte cure (spesso molto costose) le malattie non vengono debellate, ma continuano ad essere trasmesse all’interno della popolazione; malattie infettive che erano in forte riduzione nei paesi industrializzati, negli ultimi anni sono tornate ad aumentare (infezioni RIEMERGENTI). Un esempio è la Tubercolosi (TBC); malattie infettive recenti, individuate negli ultimi decenni e che si sono propagate a livello mondiale (AIDS, Epatite C). Vengono chiamate malattie EMERGENTI. TUBERCOLOSI (TBC) Malattia infettiva a trasmissione respiratoria (goccioline di saliva infette, emesse con la tosse), causata da vari ceppi di Micobatteri (molto diffusi), in particolare dal Mycobacterium tuberculosis (noto anche come Bacillo di Koch). Solitamente colpisce i polmoni, ma può interessare anche organi diversi. Spesso il nostro sistema immunitario riesce a respingere tale infezione (oppure si hanno solo infezioni latenti), ma quando l’infezione progredisce in malattia attiva, se non viene trattata costituisce ancora una causa molto importante di mortalità a livello mondiale (circa 1.5 milioni di morti all’anno). Sintomi: tosse cronica con espettorato striato di sangue, febbre (in genere non elevata), sudorazione notturna, perdita di peso. Se vengono colpiti altri organi, si hanno manifestazioni legate agli organi stessi. La diagnosi si realizza con esami del sangue, reazione alla tubercolina, radiografia del torace (che in genere mostra un quadro simile alla polmonite, con in più la formazione di una cavità all’interno del polmone, chiamata CAVERNA), individuazione del micobatterio al microscopio. Terapia: antibiotici specifici contro i micobatteri (in genere 3 o 4 antibiotici contemporaneamente, per almeno 6 mesi di terapia continuativa). Purtroppo negli ultimi anni sono andati formandosi ceppi di batteri resistenti. Di recente è stato anche identificato un ceppo resistente a tutti gli Pag. 1 di 3 Paolo Mazzola, M.D. ©PMJ antibiotici attualmente disponibili. Essendo farmaci costosi, nei paesi in via di sviluppo sono ancora poco disponibili. Ed è proprio lì che la malattia colpisce più persone e causa il maggior numero di decessi. AIDS (=Acquired Immune-Deficiency Syndrome) Malattia causata dal retrovirus HIV. Benché sembra aver avuto origine in Africa alla fine negli anni ‘50, i primi casi conclamati furono identificati nel 1981 a San Francisco (USA). Si trasmette per via sessuale, per via parenterale (contatto con sangue infetto siringhe nei tossicodipendenti, trasfusioni un tempo non controllate), per via verticale (madre-figlio). Quindi il virus non si trasmette tramite vestiti, asciugamani, lenzuola, posate, bicchieri o piatti. Questo virus causa infezione cronica, e non può essere eliminato. Una volta entrato nell’organismo, colpisce selettivamente una componente fondamentale del sistema immunitario: i linfociti T. Viene riconosciuto come estraneo, e vengono prodotti anticorpi contro di esso, ma questi anticorpi antiHIV non sono sufficienti per neutralizzarlo. La persona colpita, dopo alcuni mesi, presenta questi anticorpi nel sangue e si trova nella fase si SIEROPOSITIVITÀ. Con il tempo causa una riduzione progressiva del numero di linfociti, e di conseguenza si riduce drasticamente la capacità difensiva del nostro sistema immunitario il soggetto va incontro ad infezioni ripetute, comprese malattie infettive che aveva fatto in passato e che si possono ripresentare (per esempio la varicella), ma anche infezioni gravi e più diffuse del normale (Tubercolosi), oppure infezioni opportunistiche (Polmonite da Pneumocystis, gastroenterite da Clostridium, candidosi diffusa). Il soggetto colpito da HIV è anche più soggetto all’insorgenza di tumori, il più comune dei quali è il Sarcoma di Kaposi. Con il tempo, il numero di linfociti T si riduce in maniera drastica. Quando i linfociti T CD4+ diventano meno di 200 per mm3 di sangue, si parla di AIDS conclamato. Principali infezioni che si manifestano nel paziente con AIDS: - polmonite da Pneumocystis jiroveci tubercolosi parotite esofagiti da Candida (un fungo molto diffuso) - diarrea cronica toxoplasmosi cerebrale leucoencefalite multifocale progressiva demenza correlata all’AIDS. La terapia attuale consiste nell’assunzione quotidiana di numerosi farmaci antiretrovirali (almeno 3 farmaci, di almeno 2 classi diverse, e per diverse volte al giorno). È una terapia difficile da seguire, infatti sono numerosi i casi di scarsa aderenza allo schema di assunzione. Questo, purtroppo, ha causato l’insorgenza di resistenze da parte del virus HIV. Non esistono ancora vaccini. Per evitare la diffusione, la strategia migliore è la PREVENZIONE. Pag. 2 di 3 Paolo Mazzola, M.D. ©PMJ EPATITI VIRALI Le epatiti virali comprendono diversi tipi di infezione, che hanno in comune il fatto di colpire prevalentemente il fegato. I virus più comune causa di epatite sono HAV, HBV e HCV, che causano rispettivamente l’epatite A, l’epatite B, e l’epatite C. L’epatite A è un’infezione acuta, a trasmissione oro-fecale (acqua o cibo contaminati). Una volta ingerito, HAV penetra nel sangue attraverso la mucosa e arriva al fegato, dove entra all’interno degli epatociti (=cellule epatiche) e si replica. Viene emesso con la bile, entra nell’intestino, e viene espulso con le feci. Periodo di incubazione dell’infezione: circa 4 settimane. La malattia si manifesta con ittero (=cute gialla), ma questo rappresenta anche il fatto che il sistema immunitario sta reagendo al virus per eliminarlo (si formano anticorpi IgM e poi IgG). Quando il soggetto guarisce, rimangono nel sangue gli anticorpi IgG anti-HAV. L’epatite B è un’infezione acuta, che nella maggior parte dei casi si risolve con ritorno del fegato alla normalità. Causata dal virus HBV che colpisce il fegato, provocando così un’infiammazione. Circa 2 miliardi di persone sono state contagiate da questo virus ed esistono circa 350 milioni di portatori cronici. La trasmissione di epatite B non avviene tramite stretta di mano, condivisione di posate, tosse e starnuti, bensì avviene per via parenterale (sangue infetto) o sessuale. La malattia provoca un’infiammazione acuta del fegato, con vomito e ittero, e raramente porta anche alla morte. Nei pochi casi in cui il virus rimane all’interno dell’organismo si ha epatite B cronica, che può portare con il tempo allo sviluppo di cirrosi epatica e all’aumentato rischio di tumore epatico. Da alcuni anni, ormai, è disponibile un vaccino che si distribuisce in età scolare e determina la formazione di anticorpi contro questo tipo di epatite, prevenendo così l’infiammazione. L’epatite C è considerata un grave problema: nella maggior parte dei casi l’infezione non è acuta (nel senso che il fegato non viene colpito acutamente), ma il virus HCV rimane permanentemente all’interno dell’organismo infettato, e quindi causa una situazione di infezione (e infiammazione) cronica del fegato. Si parla così di epatite cronica HCV-correlata, che nel tempo peggiora ed evolve in cirrosi epatica. Questa condizione aumenta grandemente il rischio di formazione di carcinoma epatocellulare. Pag. 3 di 3