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n n Ricerca I farmaci per il trattamento dell’infezione da Hbv sono sempre più potenti e tollerabili
L’epatite B è alle strette
I nuovi antivirali riducono il rischio che il virus muti e sviluppi resistenze
di Elisa Martelli
S
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Stile
tile
i amplia la gamma dei farmaci in grado di bloccare la replicazione del virus dell’epatite B, minimizzando resistenze e
effetti collaterali. Dopo il completamento degli studi di fase
III è stato approvato dall’Emea l’uso del tenofovir anche per
l’infezione
da Hbv, in arrivo in Italia entro la fine
l’infez
del 2008.
20 «È un antiretrovirale già impiegato nel
trattamento
dell’infezione Hiv e presenta un’alt tt
ta barriera genetica che ostacola le mutazioni
del virus. A differenza di altre molecole non
sviluppa resistenze crociate, può quindi essere
impiegato anche per pazienti che sono già stati
trattati con altri antivirali», spiega Antonio Craxì,
direttore dell’unità operativa di gastroenterologia
all’Azienda
ospedaliera universitaria del Policliall Az
nico di Palermo.
Un altro
antivirale, l’entecavir, si è confermato,
a
invece,
invec come uno dei farmaci di prima scelta
nella cura
dell’epatite B cronica in pazienti non
c
trattati
trattat precedentemente con altri inibitori della
replicazione
virale. «In cinque anni di cura il
replic
99% dei
d pazienti non ha sviluppato resistenza
al virus,
viru grazie all’alta barriera genetica della
molecola,
che costringe il virus a tre mutazioni
molec
per sfuggire
al farmaco, rispetto ad agli altri
sf
antivirali,
come la lamivudina, che perdono di efficacia
antivir
ficacia dopo una
o due mutazioni del virus», commenta Alfredo Alberti, professore
di medicina
interna e gastroenterologia all’università di Padova, in
med
occasione
del 43° congresso della European association for the study
occasi
of the liver (Easl), tenutosi a Milano. «Oltre il 90% dei casi trattati
con il farmaco, inoltre, non presenta tracce del virus nel sangue»,
ciò non
no significa che l’infezione sia debellata ma si scongiurano le
complicanze derivate dalla cronicizzazione della malattia causata
dalla permanenza del virus nell’organismo per più di sei mesi senza
trattamento. «Il 30% dei malati cronici di epatite B rischia di sviluppare la cirrosi e il 30-40% di questi il tumore al fegato», afferma Alberti.
«Con 400 milioni di malati al mondo, l’epatite B cronica è la seconda
causa di morte per cancro», continua Luca Guidotti, responsabile
dell’Unità di immunopatogenesi delle infezioni al fegato dell’Istituto
San
Sa Raffaele di Milano. «Sono circa 5-600 mila
i pazienti
affetti da epatite B in Italia, di questi
p
20-25
mila pazienti sono trattati con terapie»,
20
dichiara
Alberti. Si tratta di un’infezione virale
di
dovuta
al contatto con sangue o liquidi organici
do
infetti,
le principali vie di trasmissione sono
in
quindi
quella ematica e quella sessuale. Dal 1991
qu
in Italia è stato introdotto il vaccino obbligatorio
per
pe i neonati, resta comunque una larga parte
della
de popolazione dell’era pre-vaccino esposta
all’infezione,
senza tralasciare l’aumento dei casi
al
dovuto
all’immigrazione da zone ad alta endemia
do
come
co l’Europa dell’est e l’Asia.
«Esistono
diversi protocolli per il trattamento
«E
dell’epatite
B, i nuovi medicinali non escludono
de
l’uso
l’u di cure standard, come quella con l’interferone,
che possono essere combinate con gli
fe
antivirali»,
commenta Claudio Tiribelli, direttore
an
del
de Centro clinico per gli studi sul fegato di Trieste.
st «L’interferone, molecola presente anche nel
nostro organismo con un doppio effetto antivirale e di stimolazione
del sistema immunitario, ha portato buoni risultati ma può essere
adottato solo in circa un quarto dei casi, in quanto deve essere
assunto per via iniettiva, non è adatto in fasi troppo avanzate della
malattia e presenta pesanti effetti collaterali», spiega Craxì. Nella
grande maggioranza dei casi la terapia è eradicante, non soppressiva,
l’assunzione orale dei nuovi antivirali facilita quindi trattamenti a
lungo termine. (riproduzione riservata)
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n n Salute Ricoverati ogni anno circa 500 bambini sotto i tre mesi con forme anche molto gravi
Francia, il ritorno della pertosse
colpisce i bebè dentro la culla
di Galeazzo Santini
L
a Francia sta assistendo al
ritorno di una malattia piuttosto grave diffusa in varie
parti del mondo che si pensava
completamente scomparsa grazie
comp
Si tratta della pertosse,
al vaccino.
vac
come tosse asinina, i
nota anche
a
primi sintomi fanno pensare
cui pr
a un semplice raffreddore, con
stato febbrile e accessi di tosse
secca. Dall’inizio dell’anno solo
secca
a Parigi
Par sono stati segnalati una
decina di casi di questo antico
decin
malanno. Questa però, sarebbe
malan
solo la punta dell’iceberg, perché
secondo recenti stime accurate,
diverse migliaia di adulti ne sarebbero stati colpiti. Gli epidemiologi transalpini sono concordi
sul fatto che in mancanza di dati
precisi sulla diffusione del morbo,
occorre intensificare il controllo
sui neonati. Già ora infatti ogni
anno vengono ricoverati circa 500
bambini di meno di tre mesi di
età, e sono già stati registrati una
decina di decessi. Normalmente
nelle persone adulte questa patologia si presenta in una forma
attenuata, ma è molto temibile per
gli anziani affetti da gravi malattie.
Secondo l’Oms, la pertosse sarebbe ogni anno causa di 600 mila
decessi nel mondo. Si tratta di una
malattia infettiva molto contagiosa
dovuta a un batterio, la Bordetella
pertussis, che si propaga per via
aerea quando si verificano contatti
diretti con persone infette. Dopo i
primi sintomi leggeri, gli accessi
di tosse diventano violenti e si
prolungano anche per diverse
settimane. A questo punto l’organismo si indebolisce e si verificano casi di vomito. Per evitare
una propagazione della malattia
è necessario vaccinare i neonati,
ma anche effettuare un richiamo
anche sui ragazzini tra gli 11 e i
13 anni, perché il primo vaccino
risulta efficace solo per cinque,
dieci anni. Uno studio pubblicato
lo scorso anno ha rivelato inoltre
che nel 76% dei casi il contagio
per i neonati è provocato da adolescenti o adulti privi di immunità.
(riproduzione riservata)
Lampi
nel buio
La vita è breve, l’arte vasta,
l’occasione istantanea,
l’esperimento malcerto,
il giudizio difficile
Ippocrate