Le prospettive del vivaismo
viticolo europeo
MALATTIE E
TECNICHE DI
CONTENIMENTO
Elisa Angelini
CRA – VIT Centro di Ricerca per la
Viticoltura – Conegliano (TV)
1. Giallumi (Flavescenza dorata e Legno nero):
generalità, lotta, legislazione, infezioni su
barbatelle e impianti giovani
2. Tumore da agrobatterio: generalità, lotta,
legislazione, novità della ricerca
3. Virus:
Virus GPNV, nuovo virus della vite in Italia
GIALLUMI DELLA VITE
Foglie: varietà a bacca rossa e bianca
Colorazione settoriale
Pustole sui tralci
Sintomi precoci: danni sui grappoli (Merlot)
Sintomi dopo la fioritura: danni sui grappoli
Sintomi tardivi: danni sui grappoli
Sintomi precoci (Manzoni bianco)
DUE GIALLUMI IN
EUROPA ED ITALIA
Flavescenza dorata (FD)
Diffusione epidemica - Malattia di quarantena
in Europa
Vettore: cicalina Scaphoideus titanus, di
origine americana
Legno nero (LN)
Diffusione non epidemica = endemico
Vettore: cicalina Hyalesthes obsoletus, di
origine europea
Ciclo infettivo
S. titanus - vite
FD
FD
Clematide – Dyctiophara
europaea - vite - S.
titanus
ftoplasma
FD
fitoplasma
FD
fitoplasma
FD
LOTTA A FD
Direttiva comunitaria (2000/29/CE del Consiglio dell’8/05/2000)
e Decreto nazionale (D.M. 32442 del 31/05/2000):
• Trattamenti insetticidi secondo le indicazioni dei SFR (3 di
solito) per assicurare l’assenza di S. titanus nei vigneti di PM e
nei barbatellai.
• Nei campi di PM dove c’è FD è obbligatorio:
– eliminazione delle piante infette
– Sospensione del prelievo del materiale di propagazione fino
a quando il SFR ne accerta l’assenza per 2 anni consecutivi.
• Nonostante ciò, nelle zone infette da FD o infestate da
vettore, i trattamenti non sono sempre sufficienti a evitare la
migrazione di vettori infetti da altri appezzamenti e la
deposizione delle uova dopo i trattamenti.
LOTTA A FD
Suggerimenti ulteriori per impipanti di PM e vivai:
• garantire le condizioni colturali atte a favorire gli
interventi insetticidi
• controllo visuale
delle piante ogni
anno
• ridurre la
presenza di
piante ospiti di
FD (clematide,
ailanto)
LOTTA A FD
Presenza di uova di S. titanus:
• il legno preferito dall’insetto per deporre le uova è
quello di 2 anni o più
• il legno di 1 anno ed anche le barbatelle possono
comunque contenere sporadicamente qualche uovo di S.
titanus (in condizioni di assenza di trattamento
insetticida e vigneto molto infestato: 1 insetto ogni
150 talee di legno di 1 anno, contro 500 insetti su legno
di 2 anni)
In ogni caso:
• Le uova di S. titanus non sono infette da FD
• L’uovo quindi può contribuire solamente a diffondere
l’insetto in altre aree geografiche
Ciclo infettivo
H. obsoletus –
convolvolo/ortica vite
LN
LN
LN
LOTTA A LN
• H. obsoletus vive soprattutto sul prato e sulle siepi
in estate, sverna come uovo/larva nelle radici delle
piante ospiti in inverno
• I trattamenti insetticidi
proponibili né efficienti
diretti
non
sono né
• Unica possibilità: eliminazione delle piante ospiti del
vettore e della malattia, principalmente ortica e
convolvolo
– va eseguita nel periodo autunnale o invernale
– mai in primavera-estate, altrimenti si ottiene
l’effetto contrario, perché la cicalina, non
trovando più le piante ospiti preferite, si
trasferirà sulle viti, infettandole.
IN
ITALIA
•BI
Prime segnalazioni
di giallumi in
Italia: anni ‘70
Prima
segnalazione
certa di FD:
inizio anni ‘90
•RE
•RN
LEGENDA
•KR
SITUAZIONE
ATTUALE
FD
LN
INFEZIONI DI GIALLUMI
SU BARBATELLE E IMPIANTI
GIOVANI
Spesso i viticoltori lamentano la presenza di
FD o LN fin dai primi anni di impianto,
chiamando in causa i vivaisti.
Quale è il ruolo del
vivaismo nella
diffusione dei giallumi?
METODOLOGIA
• Rilievi fitosanitari su:
– barbatellai
– vigneti al 1° anno
d’impianto
– vigneti di 2 anni
• dal 2006 al 2010
• Veneto, Friuli Venezia Giulia e Piemonte
• saggi di laboratorio con PCR
Sintomi in
vivaio
VITI OSSERVATE
Barbatellai
2006
2007
2009
2010
Tot
98.000
650.000
163.000
6.650.000
7.561.000
193.000
787.000
7.000
44.000
Viti 1° anno 168.000
Viti 2 anni
Tot
23.500
289.500
153.000 273.000
13.500
-
816.500 436.000 6.850.000 8.392.000
L’incidenza delle piante infette aumenta con il passare
degli anni:
ruolo predominante del territorio, della vicinanza
ad altri vigneti contaminati, dei vettori.
100
N. viti infette su 100.000
75
50
25
0
barbatelle
viti al 1° anno
viti 2 anni
Confronto impianti 1° anno
TRIVENETO - PIEMONTE
Triveneto
2006 Piemonte
2007
2006
•
2007
N. viti
osservate
152.600
79.000
15.300
74.000
Infette
4/
100.000
3,5/
100.000
84/
100.000
47/
100.000
L’incidenza di GY negli impianti al 1° anno in Piemonte
era circa 20 volte maggiore rispetto al Triveneto.
PIEMONTE 2007:
confronto impianti 1° anno
termotrattati – NON termotrattati
N. viti
controllate
% viti
infette
Termotrattate
43.000
0,12%
NON termotrattate
31.000
0,04%
•
L’incidenza di GY negli impianti con viti sottoposte a
termoterapia non è significativamente diversa
dall’incidenza su viti NON termotrattate.
•
Necessitano ulteriori osservazioni.
TERMOTERAPIA
•
Utile in aree molto infette per limitare la diffusione
di FD e LN tramite i materiali di moltiplicazione
•
Non tutte le uova di S. titanus vengono distrutte
•
Richiede il rispetto di un preciso protocollo di
trattamento
•
Non garantisce che le barbatelle non si ammalino in
vigneto
RESPONSABILITA’ DEL
VIVAISTA PER INFEZIONI
SU IMPIANTI GIOVANI
•
Sintomi su impianti di 1 anno:
• se si palesano entro inizio agosto: l’infezione viene
dal vivaio
• se si palesano più tardi: può venire sia dall’ambiente
che dal vivaio
•
Primi sintomi su impianti di 2 anni:
• La responsabilità del vivaista può essere trascurata
p
i
FITOPLASMI:
d
TRACCIABILITA
’
i
Esistono diversi ceppi di FD (ma
anche di LN)
C’è la possibilità di distinguerli a livello molecolare
Utile per la
tracciabilità
dell’origine
delle
epidemie su
nuovi vigneti
e in nuove
aree
geografiche.
FD-D
FD-C FDLomb/Piem
F
D
i
n
E
u
r
o
p
a
FD-CS
FD2000
FD-70
FD-CI
AGROBACTERIUM VITIS
TUMORE BATTERICO
TUMORE BATTERICO
Il tumore batterico della vite è una proliferazione anomala dei
tessuti, causata da Agrobacterium vitis, batterio molto simile
alla specie A. tumefaciens, ma che si sviluppa solo su vite.
Problematiche attuali:
Latenza dei sintomi, che
impedisce di distinguere
le piante sane da quelle
infette su base visiva
Mancanza di strategie per
eliminare il patogeno
dalla pianta o
dall’ambiente
Tumori al punto d’innesto
Tumore batterico su tralcio
Tumori
su
barba
telle
GESTIONE DELLA
MALATTIA
Fattore che maggiormente influenza la diffusione della
malattia: le ferite
Sono da evitare:
• pratiche colturali che provocano ferite alla vite
• terreni pesanti, umidi, esposizioni fredde
• crescite vigorose a fine stagione, in modo da rendere le piante
più resistenti al freddo
• sbilanci produttivi
Effettuare potature bilanciate
Concimazione potassica piuttosto che azotata, per aumentare la
resistenza al freddo
Termoterapia: può diminuire la concentrazione del patogeno, ma
non lo elimina
GESTIONE DELLA
MALATTIA
Su impianti di PM è necessario:
• Estirpare le piante sintomatiche
• Eliminare accuratamente tutti i residui radicali
• Arieggiare la buca per l’intero anno, con eventuale
distribuzione di calce viva
Su barbatelle:
• Controllare alla cernita eventuale presenza di tumori e
ingrossamenti anomali e scartare le barbatelle sintomatiche (in
ottemperanza ai DM 7 luglio 2006 e 8 febbraio 2005, norme
relative alla “commercializzazione dei materiali di
moltiplicazione vegetativa della vite”)
NB: i tumori in disfacimento contribuiscono alla diffusione del
patogeno, rappresentando un importante aspetto dal punto di
vista epidemiologico.
NOSTRI STUDI RECENTI
SUL TUMORE
BATTERICO
• Monitoraggio del territorio, dei vigneti e delle barbatelle per
definire la diffusione del batterio (Veneto, Friuli)
• Monitoraggio delle diverse fasi della filiera produttiva
vivaistica, per individuare eventuali punti critici
(collaborazione con VITIVER)
• Prove di risanamento/disinfezione
(collaborazione con MIVA)
con
acqua
acida
• Caratterizzazione molecolare del patogeno per tracciabilità
delle fonti di infezione
ANALISI DEI TERRENI
Analisi terreni da vivaio:
Vivaio 2012: 18 negativi, 0 positivi
Vivaio 2013: 30 negativi, 0 positivi
Terreni dove c’è stata vite negli ultimi 50
anni:
20 negativi, 1 positivo
Terreno vicino a vigneto sintomatico:
3 campioni positivi, 3 negativi
PMP e PMM per innesti
Analisi PMM E PMP non sintomatiche:
40 + 40 talee di
110 Richter (sensibile)
e 140 Ruggeri (tollerante)
8 tralci di
Corvina ISV48
Tutti negativi
PMP e PMM per innesti
Analisi in vitro di tralci da
vigneti con viti sintomatiche
(tumore evidente alla base):
40 campioni di Corvina
ISV48, da 8 piante
sintomatiche
tutti negativi !!
Probabilmente il patogeno è
poco presente sui tralci e a
bassissime concentrazioni
BARBATELLE
• Dipende molto da cv e provenienza geografica
• Sintomatiche: c’è sempre agrobatterio tumorigeno
• Asintomatiche: in media il 30% sono infette da
agrobatterio tumorigeno
ANALISI PER
AGROBATTERIO
100
Infezione aumenta con le lavorazioni
80
% infezione
60
40
Pre-lavorazioni
forzatura
fase di innesto
barbatelle
preimpianto
innestitalea
avanzi di
taglio
innestatrici
marze/talee
da PM
0
germogli
20
forzatura dopo
TRATTAMENTO CON
ACQUA ACIDA
Acqua acida: acqua in cui ioni positivi e negativi vengono
separati, pH < 3
Trattamento: barbatelle sintomatiche, dopo avere tolto il
tumore, immerse per 3 e 6 ore in acqua acida, poi piantate
Risultati:
• diminuzione della percentuale di barbatelle con tumori
• in corso le analisi per verificare presenza o assenza del
batterio nelle barbatelle asintomatiche
CARATTERIZZAZIONE
MOLECOLARE E
TRACCIABILITA’
SCOPO:
Individuare un metodo molecolare per distinguere ceppi di
agrobatterio provenienti da diverse regioni geografiche del
mondo
In questo modo, per esempio, posso determinare l’origine
dell’agrobatterio ritrovato in un lotto di barbatelle vendute
all’estero: vivaista o viticoltore?
ATTIVITA’:
ATTIVITA’
Individuati 5 geni potenzialmente variabili geneticamente
Scelto uno di questi con variabilità genetica del 13%
Per ora sono stati evidenziati caratteri tipici che distinguono i
ceppi analizzati: italiani, ungheresi, bulgari o australiani
Stiamo estendendo ad altri paesi del mondo
VIRUS DELLA VITE
NUOVO VIRUS: GPGV
(virus del Pinot grigio)
Piante infette identificate per la prima volta in Trentino nel 2003
su Pinot grigio, da qui il nome del virus. È presente comunque
anche in altre varietà.
Sintomi: più evidenti ad inizio stagione, simili a danni da tripidi o
acari e da erbicidi, con deformazioni fogliari, scolorimenti
nervali e punteggiature delle foglie, necrosi degli apici e ritardo
nella germogliamento. Nei casi più gravi, c’è perdita di vigoria
e morte della pianta.
Danni alla produzione: di tipo quantitativo, con riduzione della
produzione di circa il 50% (meno grappoli, più piccoli).
Si trasmette in campo, ma il vettore non è ancora conosciuto.
Viene però anche trasmesso con i materiali di moltiplicazione.
Trovato finora in Italia in Trentino, Friuli, Veneto (VR, TV,
Lison), e poi in Korea.
GRAZIE
PER
L'ATTENZION
E!