UNIVERSITA’ DI MODENA E REGGIO EMILIA Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di scienze biomediche biomediche,, metaboliche e neuroscienze 1 DISABILITA’ E SPORT Modena 10 maggio 2013 Nuove strategie di controllo motorio: implicazioni nella riabilitazione e nello sport Adriano Ferrari Cattedra di Medicina Riabilitativa 2 Funzione Insieme di atti interconnessi per ottenere un particolare obiettivo biologico (Jackson, 1874) Attività adattiva complessa di un organismo volta all’attuazione di un compito fisiologico o psicologico (Anokhin, 1935) 3 Il cervello conosce i muscoli (A Bain 1855) Il cervello conosce i movimenti (K Brodman 1909) Il cervello conosce le azioni (N Bernstein 1967) Il cervello conosce gli scopi (G Rizzolatti 1996) Da un punto di vista funzionale, il compito della corteccia motoria è quello di codificare lo scopo degli atti motori, cioè di trasformarli in azioni 4 Percezioni Recettore passivo vs ambiente attivo es. recettore termico, dolorifico, ecc Recettore attivo vs ambiente passivo es. recettore retinico, cocleare, ecc Recettore attivo vs ambiente attivo es. affordances 5 Affordances L’ambiente va considerato un insieme di possibilità per l’azione (di indizi, di suggerimenti, di occasioni) che l’organismo è in grado di rilevare JJ Gibson 1979 Approccio ecologico: Van der Meer 1999 6 Apprendimento L’apprendimento è una funzione trasmessaci geneticamente allo scopo di farci acquisire, attraverso l’esposizione ad esperienze significative più o meno guidate, quanto non è stato geneticamente previsto. (A Milani Comparetti) Lo sport è una funzione tipicamente appresa Neuroni mirror Nella scimmia (macaca nemestrina) è stata recentemente scoperta da Rizzolatti e coll. una popolazione di neuroni, detti neuroni specchio, che codifica non semplici movimenti, ma atti motori finalizzati e che è in grado di attivarsi se viene compiuta una certa azione, ma anche quando la stessa viene vista fare da altri, oppure viene evocata da un suono o soltanto immaginata. 8 Neuroni mirror Pur essendo situati in un’area motoria, questi neuroni sono in grado di attivarsi in modo multimodale e di combinare percezione ed azione Sono stati chiamati “specchio” poiché sono in grado di rispecchiare nel cervello dell’osservatore l’azione osservata e di evocare i piani motori necessari affinché l’osservatore possa compiere da sé l’azione osservata (imitazione) 9 Neuroni mirror Il concetto posto alla base del sistema dei neuroni specchio è che l’osservazione attiva una rappresentazione facente parte del repertorio motorio dell’osservatore Grazie al meccanismo che compara osservazione ed esecuzione, l’osservatore diviene capace di tradurre immediatamente l’informazione ricevuta in formato visivo nei parametri motori necessari per la riproduzione del modello osservato Per l’uomo la valenza maggiore dell’imitazione consiste nella capacità di apprendere cercando di riprodurre azioni nuove mostrate da altri, generalmente esperti di queste azioni L Fogassi 10 Neuroni mirror I neuroni specchio forniscono una spiegazione neurofisiologica plausibile per forme complesse di cognizione e di interazione sociale. Nell’aiutarci a riconoscere le azioni delle altre persone e ad imitarle, i neuroni specchio ci aiutano anche a riconoscere e comprendere le ragioni più profonde che stanno dietro a quelle stesse azioni, le intenzioni, le emozioni ed i sentimenti degli altri. Iacoboni 2008 11 Neuroni mirror Comprensione della dinamica di un’azione eseguita da altri Comprensione del significato dell’azione osservata Riconoscimento dell’intenzione dell’attore Ri-programmazione potenziale dell’azione osservata da parte dell’osservatore Comunicazione attraverso i gesti (mimo), tipica degli esseri umani (intransitiva) Allenamento mentale (azione immaginata ma non eseguita) 12 Neuroni mirror Il ruolo dei neuroni specchio nella intersoggettività sta sia nella comprensione delle emozioni delle altre persone, sia nel porsi in empatia con esse (V Gallese) I neuroni specchio si attivano quando vediamo gli altri esprimere le proprie emozioni come se fossimo noi stessi a porre in atto quelle espressioni facciali (M Iacoboni) 13 Neuroni mirror L’attività dei neuroni specchio costituisce un indice del nostro senso di appartenenza a un gruppo sociale, i cui membri sentiamo essere più simili a noi di altre persone Consente l’interdipendenza fra sé e l’altro, modella le interazioni sociali tra gli individui, il cui l’incontro concreto del sé con l’altro diventa il senso esistenziale condiviso che li lega profondamente Iacoboni 08 14 Neuroni mirror I neuroni specchio svolgono un ruolo essenziale ai fini del nostro bisogno di adattarci al contesto sociale in cui viviamo nel modo più fluido possibile , ci aiutano a riconoscere le azioni degli altri, a imitarli, a capire le loro intenzioni e i loro sentimenti Iacoboni 2008 15 Aforisma L’uomo ragionevole adatta se stesso al mondo, quello irragionevole insiste nel cercare di adattare il mondo a sé stesso. Così il progresso dipende dagli uomini irragionevoli George Bernard Shaw Neuroni canonici I neuroni “canonici” permettono di organizzare la prestazione motoria a partire dalle caratteristiche dell’oggetto e del contesto in cui questo è collocato (setting) Rappresentano il vocabolario degli engrammi motori che stanno alla base delle azioni possibili (Affordances, JJ Gibson 1979) Nel “vocabolario degli engrammi motori” alcune popolazioni di neuroni costituirebbero le parole indicanti il fine dell’azione, altre la modalità della sua esecuzione, altre ancora la ripartizione temporale dell’atto nei suoi movimenti basilari 17 Engramma motorio Rappresentazione centrale dell’azione. Sarebbe depositato contemporaneamente a diversi livelli del SNC: nella corteccia cosciente è probabilmente depositata l’idea dell’andamento generale dell’azione e del suo risultato; ai diversi livelli corticali secondari e sottocorticali sarebbero invece rappresentate le caratteristiche meccaniche dell’azione, le sequenze che compongono l’azione, le combinazioni muscolari necessarie a produrla, ecc. Naturalmente queste rappresentazioni non sarebbero statiche ed immutabili ma in continua trasformazione ed adattamento dinamico (ri-attualizzazione) (Giorn. Ital. Med. Riab. 1996 109 - 118) 18 Neuroni canonici Questo “vocabolario” si costituisce lentamente nel tempo a partire dall’infanzia grazie a un processo di apprendimento basato sul successo dell’atto motorio che seleziona automaticamente i neuroni, e dunque le azioni, dotati di maggior efficacia nell’interagire con un certo oggetto. In questo modo si spiega il fatto che la nostra interazione con gli oggetti finisca per essere sempre la stessa. 19 Neuroni canonici I neuroni canonici si attivano alla vista di determinati oggetti afferrabili, i neuroni specchio nel vedere azioni di afferramento I neuroni canonici mettono in relazione il campo recettivo cinestesico con quelli tattile e visivo Scaricano per movimenti compiuti sia con la mano destra, sia con la sinistra, sia con la bocca Si ritiene che essi siano responsabili della mappa dello spazio peri-personale, cioè della mappa delle azioni potenziali eseguibili dal corpo stesso 20 Neuroni canonici Sono in relazione non con i muscoli utilizzati ma con il tipo di afferramento compiuto: pinza di precisione piuttosto che presa a mano piena, sono cioè sensibili alle dimensioni degli oggetti afferrabili Esiste una stretta correlazione fra azione e percezione: quelli che si attivano per gli oggetti di piccole dimensioni non si attivano per quelli più grandi e viceversa 21 Neuroni canonici Possono essere classificati in base al tipo di azione e alla sua efficacia, per esempio neuroni che si attivano con il fine di afferrare o con quello di strappare, per una presa di forza piuttosto che per una presa di precisione, oppure in relazione alle diverse fasi dell’azione, per esempio la fase di anticipazione piuttosto che quella di presa effettiva 22 Neuroni canonici La vista di un oggetto non è altro che una forma preliminare di azione, che lo identifica in funzione delle possibilità motorie che contempla, in virtù delle sue proprietà visuomotorie, indipendentemente dall’esito effettivo dell’azione Affordances di JJ Gibson 23 Aforisma La verità viene dai sensi, ma non è nei sensi: è nell’oggetto sensibile come in specchio, nella ragione per argomentazione, nell’intelletto per modo di principio e conclusione, nella mente in propria e viva forma Giordano Bruno 24 Sistema mirror e riabilitazione La scoperta del sistema mirror ha permesso di sperimentare un nuovo approccio terapeutico alla disabilità: l’Action Observation Therapy L’impiego del computer e del televisore esercita di per sé una forte attrazione per i bambini sani ed in larga misura anche per quelli disabili La possibilità di costruire programmi su misura per i diversi tipi e gradi di compromissione motoria, di differenziare e di pianificare le abilità da acquisire rappresenta un approccio terapeutico innovativo 25 Vantaggi del sistema mirror Osservazione e imitazione sono capacità implicite nei bambini, anche in quelli con disabilità motoria Permettono di attingere dall’esperienza degli altri semplificando la comprensione dell’azione e riducendo il tempo di apprendimento rispetto ad altri metodi di rieducazione. L’apprendimento è automatico Permettono di emulare l’azione osservata, reinterpretandone lo scopo secondo le caratteristiche personali (emozionali quanto esecutive) imitazione vs emulazione 26 Vantaggi del sistema mirror • Multimodalità di attivazione sensoriale (visiva, uditiva, propriocettiva) • Ampia distribuzione anatomica della rete con possibilità di ingresso da più punti • Aumento della eccitabilità del tratto corticospinale anche in assenza della esecuzione dei movimenti (allenamento mentale) • Stretta associazione con movimenti appresi ecologicamente significativi (azioni sensate) 27 Significato terapeutico dell’uso dei mirror Attingere all’esperienza degli altri superando il limite imposto dalle proprie memorie procedurali (componenti top down) evitando di reiterare l’erore Eludere l’influenza esercitata dall’apparato locomotore (componenti bottom up) sull’organizzazione delle azioni possibili 28 Rieducazione per imitazione Occorre presentare al bambino disabile il modello della normalità, enfatizzandolo opportunamente, o il modello della patologia al meglio delle soluzioni possibili ? A che punto i programmi immaginati combinano con le possibilità esecutive possedute dall’apparato locomotore ? Che peso hanno le strategie individuali (coping solutions), performance che esulano dal modello in quanto individuali ? 29 LAMBDA Laboratorio Analisi del Movimento Bambino DisAbile Nel nostro laboratorio di analisi del movimento abbiamo potuto osservare che in seguito alla visione di video terapeutici (Action Observation Therapy), nei bambini emiplegici con mano meno compromessa (mano semifunzionale) migliora la performance, mentre in quelli con mano più compromessa (mano sinergica) migliora la qualità del risultato prodotto, anche a costo di un rimaneggiamento dell’intera esecuzione del gesto dal punto di vista cinematico Questa osservazione è fondamentale in riabilitazione perché consente di separare l’idea di proporre terapeuticamente schemi di normalità dall’idea di adattare schemi patologici allo scopo di migliorare il 30 risultato funzionale dell’azione intrapresa LAMBDA Laboratorio Analisi del Movimento Bambino DisAbile • pattern normale • pattern semplificato • pattern patologico adattato • pattern patologico selvaggio Entrambi questi risultati sono riconducibili all’apprendimento mediato dal sistema dei neuroni mirror e sostengono l’efficacia dell’Action Observation Therapy 31 Epilogo Fundamentals of Human Neurophysiologie B Kolb and IQ Wishav 32 Grazie 33