Elasticità dell’offerta rispetto al prezzo L’elasticità dell’offerta al prezzo misura la variazione della quantità offerta al variare del prezzo. • Formula – ε = ΔQ/Q = (P/Q) x (1/pendenza) ΔP/P L’offerta di un bene può essere: • Elastica: se la quantità offerta reagisce più che proporzionalmente a variazioni di prezzo • Anelastica: se la reazione è meno che proporzionale • L’elasticità dell’offerta dipende dalla flessibilità dei venditori nel modificare la quantità dei beni che producono (es. i terreni a Monte Carlo hanno un’offerta anelastica perché non si può aumentarne l’estensione, indipendentemente dal prezzo; mentre certi manufatti (libri, macchine) hanno sicuramente un’offerta più elastica potendone adattare la produzione a variazioni di prezzo) L’elasticità dell’offerta rispetto al prezzo • Il rapporto P/Q diminuisce all’aumentare di Q •L’elasticità al prezzo diminuisce ma mano che la quantità aumenta L’elasticità dell’offerta rispetto al prezzo • Le determinanti dell’elasticità dell’offerta rispetto al prezzo • Il punto chiave riguarda la facilità con cui è possibile produrre unità aggiuntive di bene (quindi concerne gli input) – La flessibilità e la mobilità degli input (facilità con cui ci si può procurare gli input) – La capacità di produrre input sostitutivi (i dimanati si producono da cristalli grezzi che non si possono aumentare…) – Poi vi è l’orizzonte temporale Una applicazione • Ipotesi: viene scoperto un nuovo ibrido di grano che consente di aumentare significativamente la produzione a parità di terra coltivata. • Cosa accade agli agricoltori? E ai consumatori? Stanno meglio o peggio? Vediamo cosa accade alle curve di domanda e offerta • La curva di domanda non si muove (non è interessata “direttamente” dalla scoperta) • La curva di offerta si sposta vs destra. Infatti si riducono i costi di produzione e gli agricoltori possono produrre a ogni prezzo quantità maggiori • Ma cosa accade al ricavo? • Sappiamo che il ricavo dipende dalla elasticità della domanda: • La domanda di grano è sostanzialmente anelastica in quanto è un bene necessario. Dunque il calo del prezzo che segue lo spostamento della domanda verso destra determina una riduzione complessiva dei ricavi per gli agricoltori perché non si ha un aumento di domanda tale da più che compensare il calo del prezzo!!! La domanda è: • Perché gli agricoltori dovrebbero adottare il nuovo ibrido se ciò fa diminuire il ricavo totale? • Poiché supponiamo di essere in un mercato concorrenziale (quindi il singolo agricoltore non può influenzare il prezzo), per ogni dato prezzo a ciascuno conviene adottare l’ibrido producendo e vendendo di più • Altro discorso sarebbe se ci fosse la possibilità di accordarsi/colludere (capite quindi l’importanza di uno studio in termini di concorrenza che ci permette di capire cosa accade quando questa concorrenza non c’è) • Di fatto questo è effettivamente accaduto, nel senso che l’adozione di tecnologie ha consentito di aumentare la produzione con conseguente calo dei prezzi e la riduzione ovvia del numero degli addetti in agricoltura • Inoltre si spiegano alcune iniziative di politica economica che appaiono paradossali: ad es. il fatto di sostenere gli agricoltori inducendoli a NON coltivare per intero le proprie terre. L’obiettivo è quello di contenere la produzione (e quindi l’offerta) sostenendo i prezzi. Nessun singolo agricoltore deciderebbe autonomamente di ridurre la terra coltivata, ma se è una misura che condiziona tutti può essere vantaggiosa • Ma per chi? Domanda – un approfondimento Cap.5 Riprendiamo il concetto di legge della domanda • Gli individui riducono l’entità di un’attività desiderata man mano che il suo costo aumenta • Il beneficio di un attività equivale al prezzo più alto che siamo disposti a pagare per compierla (ovvero, il prezzo di riserva di tale attività). • Man mano che il costo di un’attività aumenta fino a superare il suo prezzo di riserva, l’entità dell’attività verrà ridotta (si noti che per costi non intendiamo solo i costi diretti monetari: anche fare la coda è un costo; tutti i sacrifici che dobbiamo affrontare) • (evidente applicazione del principio costi-benefici Il concetto di utilità • Primo punto - “misurare” i desideri: il concetto di utilità – Utilità • Il grado di soddisfazione che gli individui traggono dal consumo di beni e servizi – Ipotesi • Gli individui allocano il proprio reddito al fine di massimizzare la loro soddisfazione o utilità totale Utilità • Vediamo i concetti di: • Utilità totale • Utilità marginale • Legge dell’utilità marginale decrescente Utilità totale di Sara derivante dal consumo di gelato Quanto gelato dovrebbe mangiare Sara se il gelato è “gratis”? Utilità totale di Sara derivante dal consumo di gelato • Utilità marginale – Incremento dell’utilità derivante dal consumo di un’unità addizionale del bene • La legge dell’utilità marginale decrescente – Tendenza dell’utilità marginale a diminuire quando il consumo aumenta – In realtà, un’ipotesi diffusa che generalmente è soddisfatta, piuttosto che una “legge” (esistono vari esempi: la prima giornata sulla neve sarà meno piacevole della seconda in cui ho imparato a sciare meglio etc.; le collezioni aumentano la soddisfazione di chi li ha in modo crescente al crescere dei pezzi collezionati). Per ora però ipotizziamo valga Utilità Marginale • Si dovrebbero consumare gelati (la domanda di gelati da parte di Sara sarà positiva), finché l’utilità marginale è positiva (ovviamente dovremo poi fare i conti con i costi…) • Ecco perché la curva di domanda riflette l’utilità marginale (tradotta in prezzo come vedremo tra poco) dei consumatori Utilità marginale (domanda)