Esantemi infantili in gravidanza. “Se mio figlio si fa un esantema mentre sono incinta…” Diagnosi e trattamento. [email protected] Esantemi infantili: agenti eziologici 1. Mano-piedi-bocca: enterovirus (coxsackievirus A16, enterovirus 71) 2. Sesta malattia (esantema critico): HHV6-HHV7 3. Scarlattina: streptococco beta emolitico gruppo A 4. Morbillo: paramixovirus 5. Varicella: virus varicella zoster (VZV) 6. Rosolia: rubeovirus 7. Quinta malattia (megaloeritema): parvovirus B19 Esantemi infantili: agenti eziologici 1. Mano-piedi-bocca: enterovirus (coxsackievirus A16, enterovirus 71) 2. Sesta malattia (esantema critico): HHV6 3. Scarlattina: streptococco beta emolitico gruppo A 4. Morbillo: paramixovirus 5. Varicella: virus varicella zoster (VZV) 6. Rosolia: rubeovirus 7. Quinta malattia (megaloeritema): parvovirus B19 Mano-piedi-bocca: enterovirus (coxsackievirus A16, enterovirus 71) • Non ci sono conseguenze negative per il feto o per la gravida • Non è indicata una diagnosi sierologica sulla madre • Rassicurare la paziente Esantema critico o sesta malattia: HHV6 • Estremamente raro in gravidanza perché la maggior parte degli adulti è immune • Possibile causa di aborto spontaneo • Segnalate sequele neurologiche, anche gravi, in nati infetti (presenza di DNA virale su sangue cordonale) Esantema critico o sesta malattia: HHV6 • La riattivazione in età adulta di HHV-6 causa la Pitiriasi Rosea (rara in gravidanza) che tuttavia non si associa ad un aumento del rischio teratogeno (se contratta nel primo trimestre). • La diagnosi di solito è clinica • Non si ritiene opportuno intraprendere un trattamento antivirale Scarlattina: streptococco beta emolitico gruppo A • Non esistono evidenze che dimostrino una concreta pericolosità della scarlattina in gravidanza per la madre o per il feto • Rassicurare la paziente • Non è indicata una diagnosi sierologica materna Esantemi infantili: agenti eziologici 1. Mano-piedi-bocca: enterovirus (coxsackievirus A16, enterovirus 71) 2. Sesta malattia (esantema critico): HHV6 3. Scarlattina: streptococco beta emolitico gruppo A 4. Morbillo: paramixovirus 5. Varicella: virus varicella zoster (VZV) 6. Rosolia: rubeovirus 7. Quinta malattia (megaloeritema): parvovirus B19 Morbillo: paramixovirus • Rischio di trasmissione verticale non quantificabile, apparentemente molto basso • Non teratogeno: casi di anomalie fetali segnalati in letteratura, ma l’associazione sembra essere casuale • Rischi per il feto: – aborto nelle fasi iniziali della gravidanza – aumentato rischio di parto prematuro – aumentato rischio di basso peso alla nascita – malattia neonatale: in caso di infezione nei 10 giorni antecedenti al parto (rash cutaneo alla nascita o nei primi giorni di vita, alta morbilità e mortalità) Morbillo: paramixovirus • Aumentato rischio di complicanze materne (cardiorespiratorie) • Profilassi: Immunoglobuline (400 mg/Kg e.v) entro 6 giorni dal contatto nelle gravide non immuni – per ridurre i rischi di complicanze materne; – consigliata in caso di infezione in prossimità del parto (ma non ci sono dati ne dimostrino l’efficiacia nel prevenire la trasmissione dell’infezione congenita). Rosolia • Se l’infezione materna avviene entro 16-18 settimana di gestazione: – aborto – rosolia congenita (cataratta o glaucoma; difetti cardiaci; sordità; retinopatia pigmentaria; porpora; splenomegalia; ittero; meningoencefalite; microcefalia) Punti chiave del processo decisionale in caso di sospetta infezione da Rosolia • • • • Conferma di laboratorio Epoca della gravidanza Stima del rischio Counselling Rischio di danno fetale in rapporto alla settimana di infezione Epoca gestazionale Rischio di trasmissione Rischio di danno fetale < 11 settimane 90% 90% 11°-12° settimana 67% 33% 13°-16° settimana 55% 11% - 0% > 16 settimana Rosolia: diagnosi Vanno considerate immuni le donne con documentata positività degli anticorpi IgG rosolia-specifici e/o documentazione scritta di avvenuta vaccinazione anti-rosolia • I test sierologici per l’avidità̀ oggi disponibili evidenziano una rapida “maturazione” (poche settimane) delle IgG rosoliaspecifiche caratterizzata da un rapido passaggio da valori di avidità bassa a valori intermedi o alti • I test sieroimmunologici eseguiti dopo la 12° settimana gestazionale hanno scarso valore diagnostico nell’escludere una possibile infezione del I trimestre • Diagnosi prenatale e neonatale di infezione congenita da rosolia Rosolia: diagnosi prenatale di infezione congenita • Le IgM virus-specifiche possono essere ricercate nel sangue fetale a partire dalla 20a settimana di gravidanza. Un risultato negativo ottenuto in epoche più precoci di gestazione non esclude una infezione congenita • E’ importante sottolineare che, vista le difficoltà diagnostiche, le indagini virologiche per la diagnosi prenatale dovrebbero essere eseguite solo da centri di riferimento in grado di confermare il risultato utilizzando test diversi Vaccinazione delle donne suscettibili • Nonostante l’ampia copertura raggiungibile una quota della popolazione femminile in età fertile ( > 10%) è ancora suscettibile all’infezione • La vaccinazione con vaccini combinati contro morbillo, rosolia e parotite (MPR) può essere effettuata a qualunque età • La vaccinazione con MPR è controindicata in gravidanza • L’intervallo raccomandato tra vaccinazione MPR e gravidanza è un mese Rosolia • Lo screening preconcezionale - insieme all’incremento della copertura vaccinale nell’infanzia - rappresenta la via per prevenire/eliminare la sindrome da rosolia congenita • Spesso gli operatori sanitari (in particolare ginecologi e medici di medicina generale che hanno mille occasioni per prescrivere il test!) si ricordano della rosolia e delle sue gravi conseguenze solo a concepimento avvenuto • Ogni occasione, anche quando l’evento riproduttivo non appaia imminente (es. prima o durante l’uso della pillola contraccettiva) va sfruttata per informare, testare e vaccinare l’utenza femminile in età fertile • Una particolare attenzione deve essere rivolta alle donne straniere, in particolare a quelle provenienti da paesi non sviluppati o non aventi un programma vaccinale contro la rosolia Varicella • Malattia esantematica • papulo-vescicolare tipicamente infantile (<10 aa) nei climi temperati Oggi si assiste ad aumento di casi di varicella in età adulta (rischio di polmonite) Varicella congenita • Tasso di trasmissione verticale: 12-25% • Entro 20 settimane: sindrome da varicella • congenita (≤ 2%) Dopo 20 settimane e fino a 3 settimane dal parto: il rischio di malformazioni e/o compromissione neurologica è trascurabile Sindrome da varicella congenita ► 70%: Lesioni cutanee (cicatrici pigmentate e/o vescicolari a distribuzione dermatomerica) ► 48-62%: Anomalie SNC (atrofia corticale, aplasia cerebellare, microcefalia, ritardo psicomotorio, convulsioni, ipoacusia/sordità neurosensoriale) ► 46-72%: Difetti degli arti (ipoplasia osteo-muscolo-tendinea, malposizioni distali) ► 44-52%: Lesioni oculari (microftalmia, cataratta congenita, atrofia nervo ottico, corioretinite) ► 7-24%: Lesioni gastrointestinali/genitourinarie (epatomegalia, necrosi focali epatiche, disfunzioni sfinteriali) Manifestazioni cliniche da virus della VARICELLA < 20 sett. (rischio di anomalie fetali) > 20 sett. (rischio di varicella congenita) PERIPARTO (rischio di sepsi neonatale) COUNSELLING modulato in relazione all’epoca di acquisizione dell’infezione materna e ai rischi feto-neonatali MONITORAGGIO ECOGRAFICO modulato in relazione all’epoca di acquisizione dell’infezione materna e ai rischi feto-neonatali Follow-up neonatale Vaccinazione delle donne in età fertile non immuni Varicella insorta nei primi due trimestri di gravidanza: criteri per la gestione prenatale • • • • Rischio prospettico di danno fetale <2% L’atteggiamento conservativo deve essere la norma La diagnosi prenatale di infezione fetale (ricerca VZVDNA mediante PCR su liquido amniotico), teoricamente possibile, non trova applicazione pratica a fronte del basso rischio di danno fetale connesso con l’infezione, salvo il riscontro di anomalie ecografiche a 20 settimane Sono raccomandati il monitoraggio ecografico ed il controllo neonatale Diagnosi di varicella nella gravida • • • Normalmente viene posta su base clinica La conferma di laboratorio (usualmente non necessaria) è essenzialmente sierologica e si basa sulla ricerca degli anticorpi specifici. La ricerca diretta di VZV in campioni biologici è inusuale (coltura, PCR, Immunofluorescenza diretta) Una storia di pregressa infezione da varicella è generalmente accettata come prova di immunità Terapia della gravida con varicella A tutte le gravide con varicella Acyclovir per os (800 mg/5volte/die) o Valaciclovir (1g/ 3 volte/die) per 7 giorni, iniziando entro 24 ore dall’esordio del rash Alle gravide con varicella complicata (polmonite) Acyclovir per via venosa (10-15 mg/kg ogni 8 ore per 5-10 gg) iniziando entro 24-72 h dal rash. La via endovenosa è preferibile a quella orale per la maggiore biodisponibilità Polmonite da VZV nella donna gravida • • Il rischio di polmonite da VZV nelle gravide non sembra superiore a quello di donne non gravide di pari età (1020%) Sono però più frequenti le forme severe e l’esito infausto: – Mortalità fino al 40% in assenza di terapia antivirale e del 3- 14% con la terapia – Il rischio è superiore quando l’infezione viene contratta nel 3° trimestre Varicella periparto: gestione prenatale • • • • • La varicella contratta in prossimità del termine pone importanti problemi per l’alto rischio di trasmissione verticale e di morbilità neonatale Come nelle altre epoche di gestazione il trattamento antivirale della gravida è finalizzato a ridurre la severità della malattia materna Il parto non va mai anticipato (il feto è sprovvisto di anticorpi!) Se è in programma un taglio cesareo è opportuno dilazionarlo di 5-7gg per favorire il trasferimento passivo di anticorpi materni E’ cruciale la pronta gestione del neonato Effetti della infezione da PB19 sul feto • Trasmissione materno-fetale: 39% (57% se infezione <20 sett) • Il virus non è teratogeno • Morte fetale (10.2%) • Idrope fetale da anemia grave (11.9%) • Trombocitopenia (46%) • Miocardite • Enterocolite Patogenesi dell’idrope da PB19 B19 Megakaryocytes Erythroid progenitor cells Cardiac myocytes Endothelium Anemia Increase of extramedullary erythropoiesis Hypoalbuminemia Hyperkinetic compensatory circulation Hepatomegaly DEVELOPMENT OF HYDROPS FETALIS Heart failure Damage of vessels Idrope da Parvovirus B19 • PB19 è responsabile di circa il 25% dei casi idrope non-immune diagnosticati in epoca prenatale • Picco di incidenza tra 17 e 24 settimane • Intervallo tra infezione e comparsa dell’idrope: 2-6 settimane (ma riportati casi di comparsa di idrope dopo 12-20 settimane) Gestione della gravidanza con sospetta infezione da PB19 • Diagnosi di infezione materna • Diagnosi di infezione fetale • Monitoraggio ecografico • Trattamento Diagnosi di infezione materna • Test sierologici – Test immunologici (IgM, IgG) – Test virologici (PCR) • Sensibilità IgM B19: 94.1% • Sensibilità B19V-DNA (PCR): 96.3% • La combinazione dei due metodi fornisce la migliore sensibilità Arteria cerebrale media Velocità di picco sistolico (cm/sec) Predizione anemia fetale con Doppler ACM Mari G: N Engl J Med 342:9, 2000 Anemia severa ve locità picco M CA 80 1,5 MoM 1,2 MoM Anemia lieve/moderata 70 60 50 40 mediana 30 20 10 0 20 24 28 settimane di gravidanza 32 Fetal morbidity and mortality after acute acute human parvovirus B19 infection in pregnancy: prospective evaluation of 1018 cases. ENDERS Pren Diagn 2004,24:513 Morte fetale Morte fetale tra gli infetti < 20 settimane 6.3% (64/1018) 11% (64/579) Rischio di idrope fetale 3.9% (40/1018) Sopravvivenza idrope severa trasfusa 84.6% (11/13) Sopravvivenza idrope severa NON 0/10 trasfusa Infezione congenita da PB19 • Un’anemia fetale severa si può verificare fino a 20 settimane dopo infezione materna da PVB19 • La valutazione della velocità di picco sistolico in ACM è un test sensibile, non invasivo, per predire l’anemia da PVB19 • La trasfusione intrauterina migliora la sopravvivenza nei casi complicati da idrope severa • In relazione alla possibilità di risoluzione spontanea o terapeutica (trasfusione intrauterina) dell’idrope, l’infezione congenita da PB19 richiede un atteggiamento conservativo grazie per l’attenzione Chickenpox in Pregnancy Green-top Guideline No. 13 January 2015 If the pregnant woman is not immune to VZV and she has had a significant exposure, she should be offered varicella-zoster immunoglobulin (VZIG) as soon as possible. VZIG is effective when given up to 10 days after contact (in the case of continuous exposures, this is defined as 10 days from the