Infezioni da Chlamydophila psittaci

Infezioni da Chlamydophila psittaci
Clamidiosi è un termine generico per indicare l’infezione sostenuta da Chlamydophila
psittaci (sinonimo: Chlamydia psittaci) negli uccelli, nell’uomo o altri mammiferi.
Negli uccelli si manifesta come una infezione a decorso acuto o cronico/asintomatico.
Spesso, può dar luogo in questi animali ad una infezione intestinale inapparente 
portatori sani, eliminatori intermittenti della clamidia.
Chlamydophila psittaci è agente di zoonosi:
-
Psittacosi  infezione trasmessa all’uomo dagli Psittacidi
Ornitosi  infezione trasmessa all’uomo da uccelli diversi dagli Psittacidi
Eziologia
Ordine
Famiglia
Genere
Specie
Chlamydiales
Chlamydiaceae
Chlamydophila
Chlamydophila psittaci
Recentemente la famiglia è stata suddivisa in 2 generi e 9 specie:
-
Chlamydia  C.trachomatis (uomo), C.suis (suino), C.muridarum (topo, hamster);
Chlamydophila  C.psittaci (uccelli), C.felis (gatti), C.abortus (bovini, ovini,
caprini), C.caviae (cavia), C.pecorum (bovini, ovini), C.pneumoniae (uomo)
E’ stata classificata in sierotipi mediante l’utilizzo dell’immunofluorescenza con anticorpi
monoclonali in:
Sierotipo
A
B
C
D
E
F
Ceppi più rappresentativi
VS1
CP3
GR9
NJ1
MN
VS225
Ospiti primari
Psittacidi
Piccioni, tortore
Anatre, oche
Tacchini
Piccioni, tacchini
Psittacidi
Chlamydophila psittaci si presenta come un microrganismo rotondeggiante con una parete
cellulare simile a quella dei Gram- (priva dell’acido muramico), immobili e caratterizzato da
parassitismo endocellulare obbligato. I microrganismi appartenenti alla specie
Chlamydophila psittaci sono definiti “energy parasites” poiché attingono energia
dall’ospite, non avendo enzimi necessari alla sua produzione.
Per quanto riguarda la morfologia è possibile distinguere:
-
-
Corpo elementare (CE)  forma infettante extracellulare che si attacca alle cellule
bersaglio dell’epitelio colonnare e penetra nella cellula - denso, sferico, piccolo (
0,2-0,3 m) - immobile, manca di flagelli e pili
Corpo iniziale o reticolare (CR)  forma scarsamente infettante intracellulare,
metabolicamente attiva, che si divide per scissione binaria - più grande del CE (
0,6-1,5 m)
C. psittaci è sufficientemente grande da essere osservata al microscopio ottico o a
contrasto di fase (800x):
-
Gram  negativa
Giemsa  porpora scuro
Castaneda  blu
Macchiavello  rossa
Gimenez  rossa
In merito alla struttura antigenica, si riconosce:
- Lipopolisaccaride (LPS) principale antigene superficiale di gruppo o genere-specifico
(non si sa se gli anticorpi contro questo antigene sono protettivi). Possiede tre
epitopi antigenici:
 epitopo genere-specifico, espresso sui CE e CR
 altri due epitopi espressi anche in altri batteri Gram- (cross-reazioni)
- Proteina di membrana (MOMP) esterna sierotipo-specifica (induce la formazione di
anticorpi neutralizzanti)
- Proteina responsabile dell’ipersensibilità ritardata a seguito di infezioni ripetute
Ciclo di Sviluppo
1. Adesione e penetrazione del CE
Adesione dei CE ai microvilli di cellule dell’epitelio colonnare su siti recettoriali specifici
(non ancora identificati, forse proteine). Penetrazione con un meccanismo di “endocitosi
selettiva per il parassita” (indotto dalla cellula recettiva). Formazione di un vacuolo
fagosomiale, che evade la fusione con i lisosomi e quindi la digestione enzimatica.
2. Trasformazione del CE metabolicamente inerte in CR metabolicamente attivo (8 h p.i.)
Parete cellulare più sottile e flessibile (riduzione dei ponti disolfuro). Dispersione del
nucleoide in filamenti di DNA. Citoplasma più omogeneo ed aumento del numero di
ribosomi.
3. Moltiplicazione del CR per scissione binaria e produzione di CR (10-20 h p.i.)
Sintesi di DNA, RNA e proteine (precede la divisione). Divisione del CR per scissione
binaria. I CR sono incapaci di generare un proprio ATP, per cui sono costretti ad
approvvigionarsene dai mitocondri della cellula ospite, attraverso una loro ATP-ADP
traslocasi, e poi lo trasformano in ADP grazie ad una propria ATPasi. I CR possiedono
proiezioni superficiali cilindriche (18), che penetrano nella membrana endosomica
permettendo la penetrazione di nutrienti dal citoplasma dell’ospite. Moltiplicazione del CR
all’interno del vacuolo, circondato e protetto dalla membrana, che aumenta di volume fino
ad occupare quasi tutto il citoplasma della cellula ospite (accumulo di glicogeno). Dopo 1215 h p.i. i vacuoli contenenti i CR si ingrandiscono talmente da divenire evidenziabili al
microscopio ottico e a contrasto di fase. Incluso basofilo (Giemsa) (contenente da 100 a
500 cellule figlie).
4. Maturazione dei CR non infettanti in CE infettanti (dopo 20-25 h p.i.)
Addensamento centrale del contenuto citoplasmatico, con riduzione di volume dei CR.
Ispessimento della parete cellulare.
5. Rilascio di CE dalla cellula ospite (dopo 48-72 h p.i.)
Meccanismo non ancora completamente noto. Liberazione degli enzimi contenuti nel
lisosoma che porta alla dissoluzione della cellula ospite. Lisi delle cellule ospiti circa 70 h
p.i.
Il numero di CE che si liberano da una cellula è molto variabile (da 10 a circa 1000) e
dipende da vari fattori fra cui il ceppo di clamidia, il tipo di cellula ospite, le condizioni
colturali. Durante il ciclo di sviluppo nella cellula ospite, un lipopolisaccaride specifico della
clamidia viene espresso sulla superficie della cellula infetta, forse per ridurre la fluidità
della membrana plasmatica proteggendo così la clamidia dall’attacco dei linfociti T
citotossici.
Patogenicità
Ceppi ad elevata virulenza: Epidemie acute e mortalità 5-30%. Tacchino - Uccelli selvatici.
Alcuni ceppi ad elevata patogenicità del sierotipo D vengono detti “tossigeni” poiché
inducono una malattia rapidamente letale e determinano lesioni congestizio-infiammatorie
a carico di organi vitali.
Ceppi a bassa virulenza: Epidemie lente e mortalità inferiore al 5% (quando non
complicate da infezioni secondarie batteriche o parassitarie). Anatre, piccioni - raramente
tacchini, passeri ed altri uccelli selvatici.
La patogenicità dei ceppi è legata a:
-
Danni vascolari  essudazione siero-fibrinosa e versamenti toraco-addominali,
deposizione di fibrina sul pericardio, sui polmoni e su altri organi.
-
Flogosi  anche purulente, unite ad emorragie e necrosi.
Reazioni proliferative in alcuni organi (fegato e milza)  epato- e splenomegalia.
Fig. 1: Rappresentazione schematica del ciclo di sviluppo di C. psittaci
Resistenza agli agenti fisico-chimici
C. psittaci è molto sensibile a sostanze in grado di alterare il contenuto in lipidi o l’integrità
della loro parete cellulare (ad es. derivati dell’ammonio quaternario e solventi lipidici) e ai
comuni disinfettanti (benzalconio cloruro, soluzioni iodo-alcoliche, etanolo al 70%, acqua
ossigenata al 3%, nitrato d’argento). Risulta meno sensibile alle soluzioni denaturanti le
proteine, acidi ed alcali (metanolo, etanolo, solfato di ammonio o di zinco, fenolo, acido
idrocloridrico, idrossido di sodio).
E’ invece resistente al cresolo ed alla calce. Le Clamidie eliminate con le feci come corpi
elementari sono resistenti nell’ambiente: 6 mesi nella lettiera e nelle penne essiccate dopo
l’eliminazione dai tacchini infetti.
Epidemiologia
Incidenza e Distribuzione
C. psittaci ha una distribuzione mondiale (variabile in base al ceppo di clamidia e alla
specie aviare). Negli Psittacidi e Piccioni ha un andamento endemico in cui è frequente lo
stato di portatore cronico. In Tacchini e Anatidi ha un andamento epidemico (nelle anatre
il sierotipo C è endemico).
Spettro d’Ospite
Oltre agli uccelli domestici, 160 specie di uccelli selvatici possono essere ospiti transitori o
permanenti di clamidia. I giovani sono più sensibili degli adulti - Gli adulti possono non
manifestare la malattia fino a quando non si verifica una condizione stressante (ad es.
trasporto).
Le specie aviari più colpite dall’infezione sono:
-
Psittacidi (in natura ed in cattività),
-
Piccione e tortora (sia domestici sia selvatici),
-
Palmipedi (anatre ed oche sia domestiche sia selvatiche),
-
Tacchino.
Trasmissione
La trasmissione avviene per via orizzontale:
-
per contatto diretto da animale infetto ad animale sano
per contatto indiretto mediante inalazione o ingestione di aerosol originato dalle feci
essiccate e dalle secrezioni nasali.
Possono diffondere l’infezione anche acari e pidocchi (no moltiplicazione, solo
contaminazione esterna). La trasmissione verticale è accertata solo in qualche specie
(anatra, parrocchetto, tacchino, pollo, gabbiano, oca delle nevi – no piccione), ma sembra
che non abbia importanza nel perpetuare la malattia.
Sintomatologia
-
Forma iperacuta: soprattutto nei giovani, decorso brevissimo, morte anche senza
sintomi, oppure possibili sintomi a carico di più apparati: respiratorio, enterico
(diarrea verdastra) e nervoso.
-
Forma acuta: rapida insorgenza di sintomi, quali sinusite, congiuntivite, difficoltà
respiratorie con marcata depressione e anoressia, decorso breve, alta morbilità
(80%) e mortalità (30%).
-
Forma subacuta/subclinica: blanda sintomatologia e ritardi di crescita, mortalità
ridotta ma perdurante nel gruppo.
-
Forma latente cronica: la Clamidia diffonde moderatamente sugli epiteli, soprattutto
enterici, da cui viene eliminata intermittentemente con le feci e nelle cellule del
sistema reticolo-istiocitario (splenomegalia) – stress ed infezioni concomitanti,
precarie condizioni igieniche, carenze alimentari, etc. possono risvegliare l’infezione
con la comparsa di sintomatologia.
Lesioni anatomo-patologiche
A seconda della forma clinica si possono trovare lesioni più o meno imponenti ed estese a
vari apparati: congestione, emorragie petecchiali e formazione di depositi superficiali di
essudato fibrinoso. Congiuntivite, pericardite e periepatite fibrinosa, aerosacculite
fibrinosa, congestione polmonare e polmonite, epato-splenomegalia.
Malattia nelle varie specie aviari
Malattia nei Tacchini
È il più recettivo fra i volatili domestici ed anche quello da cui si isolano più
frequentemente ceppi ad elevata virulenza. La malattia si manifesta nei gruppi di soggetti
tra 8 e 30 settimane d’età e nei riproduttori. La diffusione può anche essere lenta.
La morbosità varia dal 5-80% in relazione alla patogenicità dei ceppi. La mortalità oscilla
tra 1-30% in relazione alla virulenza dei ceppi.
La sintomatologia varia a seconda della virulenza dei ceppi:
-
Ceppi ad elevata virulenza - Cachessia, anoressia, ipertermia, feci giallo-verdastre e
gelatinose, sintomi respiratori (tosse, rantoli, starnuti, dispnea), repentino calo
dell’ovodeposizione, transitorio (fino al 10-20%).
-
Ceppi a bassa virulenza - Anoressia, feci verdastre, calo dell’ovodeposizione meno
evidente.
Le lesioni anatomo-patologiche riguardano vari organi:
-
Polmoni  congestione diffusa ed essudato fibrinoso nella cavità pleurica.
Pericardio  congestione ed ispessimento, con presenza di essudato fibrinoso.
-
Cuore  aumento di volume e superficie ricoperta di placche di fibrina o essudato
giallastro.
Fegato  aumento di volume, con periepatite fibrinosa.
Sacchi aerei  ispessimento, opacizzazione, con presenza di essudato fibrinoso.
Milza  aumento di volume, di colorito scuro e friabile, con focolai grigio-biancastri
di proliferazione cellulare.
Sierosa peritoneale e mesentere  congestione vascolare ed essudato fibrinoso
biancastro.
Nelle infezioni sostenute da ceppi poco virulenti si hanno lesioni meno gravi ed estese.
Malattia nei Polli
Sono molto resistenti alla malattia (più sensibili i giovani). Possono essere colpite galline
ovaiole e pollastre. Spesso l’infezione è transitoria ed in apparente.
La sintomatologia è prevalentemente respiratoria con dispnea, congiuntivite e aumento di
mortalità.
Le lesioni anatomo-patologiche sono caratterizzate da: epatomegalia, congiuntivite,
pericardite, periepatite ed aerosacculite fibrinose.
Malattia nel Fagiano
In questi volatili sono segnalati pochi focolai di malattia ed isolamenti di clamidie poco
virulente. Sono state rilevate sieropositività in fagiani selvatici. Probabilmente il fagiano ha
occasionali contatti con clamidie escrete da altri ospiti, ma non si osservano quadri acuti di
clamidi osi.
Malattia nella Faraona
Nella faraona la clamidiosi è stata messa in relazione con:
-
Malattia fulminante della faraona (MFF)  grave patologia iperacuta che si
manifesta nei giovani con modica enterite, grave prostrazione, anoressia, adipsia e
mortalità quasi del 100% in una settimana – si manifesterebbe in periodi molto
freddi.
-
Sindrome respiratoria e digestiva cronica  comparsa di una crescita stentata e
disomogenea nei gruppi che colpisce soggetti più vecchi di quelli colpiti dalla MFF e
non ha contagiosità e virulenza così elevate – i sintomi sono leggera tosse e diarrea
– le lesioni sono splenomegalia e sierosite.
Malattia nelle Anatre e nelle Oche
Malattia molto grave, debilitante, spesso letale nei giovani. Si manifesta con tremori,
barcollamento e cachessia, anoressia, contenuto intestinale verdastro acquoso, scolo
oculare e nasale sieroso o purulento. Spesso subentrano emaciazione e morte preceduta
da convulsioni.
Malattia nel Piccione
Il piccione è un importante serbatoio di clamidie in cui l’infezione si manifesta in forma
endemica e si perpetua di generazione in generazione.
La sintomatologia è caratterizzata da anoressia seguita da emaciazione, diarrea,
congiuntivite, palpebre gonfie e rinite, difficoltà respiratoria e rantoli. Solitamente in questi
volatili si ha una infezione asintomatica o solo una live diarrea transitoria.
Diagnosi
La diagnosi può essere raggiunta mediante dimostrazione diretta della Chlamydia
attraverso varie tecniche come:
-
Colorazione istochimica di essudati, campioni fecali e vetrini per impronta con il
metodo Giemsa o Gimenez.
Colorazione immunoistochimica di strisci e preparazioni istologiche.
Colorazione con l’Immunofluorescenza o l’Immunoperossidasi.
ELISA  si utilizzano kit sviluppati per uso umano che rilevano l’antigene LPS
genere-specifico e reagiscono con la Chlamydophila psittaci.
PCR.
I campioni da prelevare ai fini diagnostici sono
-
Sacchi aerei, milza, pericardio, cuore, polmoni, fegato, reni, intestino (colon).
Tamponi coanali, orofaringei e oculari.
Tamponi cloacali e feci (raccolta per 3 giorni consecutivi).
Sangue, raschiato congiuntivale, liquidi peritoneali, essudati.
L’isolamento e l’identificazione possono essere effettuati mediante:
-
Colture cellulari - Le linee cellulari più utilizzate sono McCoy, HeLa, Vero, BHK 21,
BGM, cellule L di topo, L929. Dopo 2-3 oppure 5-6 gg. di incubazione si osservano
le tipiche inclusioni con l’Immunofluorescenza diretta o indiretta, colorazioni
immunoistochimiche, colorazioni istochimiche (colorazione di Gimenez, Giemsa,
Macchiavello).
-
Uova embrionate - Inoculazione nel sacco vitellino di uova embrionate di pollo
incubate per 6-7 giorni a 39°C. Si osserva morte dell’embrione dopo 3-10 giorni p.i.
e congestione vascolare del sacco vitellino. Si eseguono vetrini ad impronta o si
raccoglie il contenuto del sacco vitellino e si inocula in colture cellulari. La presenza
di clamidia si dimostra con l’uso di colorazioni appropriate, Fissazione del
complemento, Immunofluorescenza diretta o indiretta, ELISA diretto o indiretto.
La diagnosi sierologica può avvalersi di varie metodiche come: Fissazione del
complemento, Immunofluorescenza, Microimmunofluorescenza, Agglutinazione rapida e
lenta, Agglutinazione capillare, Emoagglutinazione passiva, Immunodiffusione, ELISA.
Trattamento
C. psittaci risulta sensibile a: tetracicline, cloramfenicolo, eritromicina, tilosina,
tilmicosina e penicillina (meno). E’ resistente invece a: streptomicina, vancomicina,
kanamicina, bacitracina, gentamicina, neomicina.
Esempio di terapia nei pappagalli: Doxiciclina 50mg/Kg PO o IM fino a 100mg/Kg IM;
200mg/litro di acqua se somministrata in acqua da bere.
Profilassi diretta
Prevede l’isolamento dei soggetti/allevamento da possibili portatori o eliminatori (uccelli
selvatici, uomo, attrezzature, ecc.).