ELEMENTI DI PRIMO SOCCORSO Nella vita di tutti i giorni può capitare a chiunque di trovarsi di fronte a situazioni a rapida evoluzione, che mettono a repentaglio la sopravvivenza di un individuo: o o eventi traumatici (incidenti stradali, incidenti domestici, infortuni sui luoghi di lavoro, incidenti sportivi, ecc.) fenomeni legati alla presenza, anche misconosciuta, di patologie a carico dei principali organi ed apparati (cuore e circolazione, vie aeree e polmoni, cervello, apparato digerente, ecc.) Come cittadino ognuno deve essere il grado di valutare situazioni di emergenza, cioè quando sono compromesse le funzioni vitali della respirazione e della circolazione, e di gravità (sono conservate le funzioni vitali ma c’è un pericolo immediato nella conservazione della salute). L’intervento di primo soccorso non è solo auspicabile e opportuno come segno di altruismo, ma è un dovere che ogni cittadino è tenuto a prestare, per non incorrere nelle sanzioni e pene previste dal Codice Penale (C.P.): art. 591-593 C.P. multa e reclusione in caso di omissione di soccorso art 55 C.P. disposizione per delitti colposi in caso di eccesso colposo art. 54 C.P. stato di necessità per gravi emergenze per cui si richiede un intervento eccezionale. Quando si è in una situazione in cui una o più persone necessitano di un intervento medico a causa di un incidente anche apparentemente banale è meglio non sottovalutare la situazione e chiamare il numero telefonico 118 per le emergenze (di qualsiasi tipo, non solo mediche). E’ meglio commettere un errore di sopravalutazione che di sottovalutazione della gravità/emergenza. Quando si chiama il 118 (numero gratuito che può essere composto da qualsiasi apparecchio) occorre fornire le seguenti informazioni (prepararsi tutti i dati prima di effettuare la telefonata): proprio nome e cognome e un recapito telefonico di cellulare cosa è accaduto numero delle persone coinvolte le condizioni dell’infortunato (cosciente? Respira? Perde sangue?) indicazioni per raggiungere il luogo dell’accaduto (località, via, numero civico, piano, accessibilità, ostacoli ecc) chiedere conferma all’operatore. Norme di comportamento generale in caso di urgenze 1. mantenere la calma 2. esaminare la situazione cercando di ricostruire la dinamica dei fatti e contare il numero delle persone coinvolte 3. riflettere e agire con prudenza 4. accertarsi delle funzioni vitali (coscienza, respirazione, circolazione) degli infortunati 5. chiamare il 118 fornendo tutte le informazioni utili. 6. mettere se necessario l’infortunato in una posizione idonea 7. assicurare l’accessibilità dei mezzi di soccorso VALUTAZIONE DELLA SCENA Ancora prima di avvicinarsi al paziente è fondamentale guardarsi attorno. La necessità di salvaguardare la propria ed altrui incolumità,ovvero di mettere in sicurezza la scena prima di operare sul posto,fanno la differenza in termini di prevenzione della mortalità. VALUTAZIONE DEL PAZIENTE La fase della valutazione del paziente è la parte fondamentale delle operazioni di soccorso; infatti una buona valutazione equivale ad un buon soccorso. Partendo dal presupposto che ogni azione deve necessariamente corrispondere una valutazione precedente accurata, diviene chiaro che tutto ciò che deve essere eseguito segua una logica schematica e valida in qualsiasi intervento. Bisogna distinguere tra pazienti traumatici e medici (non traumatici). 1 CAUSE TRAUMATICHE (casi più comuni) o o o o o o o Traumatismi vari (capo, torace, addome, colonna vertebrale, arti) Emorragia massiva Ostruzione delle vie aeree (da corpo estraneo, da bolo alimentare) Annegamento Avvelenamento Folgorazione Ustioni È inoltre utile,se possibile,approfondire con il paziente, in caso manifesti dolori, di che tipo questi siano (acuti,cronici,costanti,variabili…) CAUSE NON TRAUMATICHE (casi più comuni) o o o o o o Insufficienza respiratoria Infarto miocardico Aritmie e fibrillazione ventricolare Arresto cardiaco Emorragie digestive Perdita di coscienza (ictus, convulsioni, ecc.) Per eseguire l’esame obiettivo è utile seguire un rapido approccio testa-piedi,cominciare cioè la nostra analisi dal capo del paziente fino ai piedi in modo da essere sicuri di non aver tralasciato nessun distretto corporeo Dobbiamo infine raccogliere l’anamnesi dello stesso cioè se fa uso di farmaci o è allergico a qualche sostanza, se ha avuto altri infarti/ictus….ecc E' dimostrato che a fronte di tali situazioni le probabilità di sopravvivenza dell'individuo aumentano notevolmente se: o o viene dato rapidamente l'allarme per attivare l'organizzazione dell' Emergenza Sanitaria (numero telefonico 118 ) vengono instaurate, da parte di chi assiste all'evento o si trova ad intervenire dopo pochi minuti, le corrette manovre di RIANIMAZIONE CARDIO-RESPIRATORIA. Ha così inizio la catena della sopravvivenza (ABC……), che prosegue con l'arrivo sul posto di un'equipe di rianimazione, il trattamento farmacologico e strumentale e il trasporto del paziente in ospedale per il proseguimento delle cure, quando possibile. I primi tre steps (AB-C = Airways/vie aeree – Breathing/respirazione – Circulation/cuore) e' il I° stadio del trattamento rianimatorio noto come ABC della Rianimazione. E' il SOLO stadio del trattamento che compete al CITTADINO. In Italia, dove non esiste una elevata cultura sanitaria, l'anello debole della catena è rappresentato dalla scarsa conoscenza delle manovre di rianimazione di base da parte di ampi strati della popolazione, a differenza di molti altri paesi, in cui queste tecniche vengono fatte apprendere ai giovani fin dai primi anni della scuola e periodicamente riprese, al punto da diventare patrimonio quasi automatico di ciascuno. Le finalità fondamentale di un primo soccorso: o riconoscere precocemente i segni della perdita di coscienza e prestare il primo soccorso (allertamento del sistema di emergenza sanitaria ed attuazione delle manovre di rianimazione di base; 2 o o riconoscere precocemente i segni dell'arresto respiratorio e prestare il primo soccorso; riconoscere precocemente i segni dell'arresto cardiaco e prestare il primo soccorso. Primo soccorso significa: - evitare azioni dannose - evitare l’aggravamento delle condizioni dell’infortunato - proteggere l’infortunato da ulteriori rischi - favorirne la sopravvivenza - saper distinguere tra i casi urgenti dai casi anche gravi ma non urgenti Urgenza: la vita dell’infortunato è in pericolo, le sue funzioni vitali (respiro, battito cardiaco, circolazione sanguigna) sono compromesse. In questo caso bisogna intervenire immediatamente. Gravità: la gravità non comporta necessariamente urgenza. Esistono situazioni molto gravi che possono attendere perché si potrebbero aggravare le condizioni dell’infortunato. Che cosa bisogna fare sempre: 1) Allontanare la folla 2) Esaminare l’infortunato per vedere quali sono le sue condizioni 3) Chiamare i soccorsi (118, 112, 115, 113) 4) Praticare se necessario la rianimazione o comunque mettere l’infortunato in una posizione idonea 5) Assicurare il trasporto dell’infortunato e l’accessibilità dei mezzi di soccorso -FASE A (VIE AEREE E RACHIDE CERVICALE) È necessario innanzitutto valutarne immediatamente lo stato di coscienza chiamando e toccando la persona. E’ cosciente se risponde alle domande e/o agli stimoli, è incosciente se non risponde ne alle domande ne agli stimoli. Posizionarsi frontalmente alla vittima e scuotere delicatamente toccando la spalla e contemporaneamente domandare ad alta voce “Signore,mi sente?” Oltre al richiamo verbale, provocare una stimolazione tattile nel dubbio che la vittima sia sorda o comunque non in grado di esprimersi verbalmente Se il paziente parla possiamo desumere che le vie aree siano pervie, in quanto c’è passaggio di aria. Se però il paziente non è perfettamente lucido è comunque utile ispezionare il cavo orale, magari chiedendo allo stesso di aprire la bocca e tirare fuori la lingua. Se è incosciente bisogna poi stabilire se respira o non respira. In questo secondo caso è necessario valutare la presenza di eventuali oggetti o liquidi nel cavo orale ed eventualmente rimuoverli. Si può vedere se respira perché: - solleva ritmicamente il torace - ha un colore normale della pelle - si avverte l’alito - il cuore batte Invece se non respira: - il torace è immobile - ha un colore bluastro della pelle - non si avverte l’alito Si può anche verificare l’alito avvicinando alla bocca-naso dell’infortunato la propria guancia o orecchio, oppure verificare l’appannamento di un pezzo di vetro (specchietto, occhiali), oppure con una fiammella (accendino). In un soggetto in coma e con la muscolatura rilasciata, la lingua cade all'indietro e ostruisce la faringe, impedendo il passaggio dell'aria. L'ostruzione delle vie aeree può essere parziale o completa e può essere dovuta a molteplici cause. 3 La CADUTA DELLA LINGUA è la causa più comune di ostruzione delle vie aeree in un soggetto incosciente. Se dunque il paziente è incosciente si esegue l’iperestensione del capo se non ha avuto un trauma cervicale, altrimenti potrei paralizzare il paziente per il resto della sua vita lesionando il midollo spinale cervicale oppure provocargli la morte; quindi è fondamentale bloccare il rachide cervicale. La posizione del collo in flessione facilita l'ostruzione da parte della lingua, non più sostenuta dalla contrazione muscolare. In situazione dunque di mancanza del respiro occorre subito praticare la manovra di iperestensione del capo e sollevamento della mandibola, che consente di spostare la lingua verso l'alto, rendendo possibile il passaggio dell'aria, mediante: UNA MANO POSTA SULLA FRONTE che preme all'indietro per estendere il capo. LA TRAZIONE DEL MENTO metodo preferenziale per i soccorritori inesperti. Metodo indicato SOLO nei casi in cui NON si sospetti un trauma. IL SOLLEVAMENTO DEL COLLO, metodo per soccorritori esperti, in quanto si rischia di estendere troppo il collo. Metodo indicato SOLO nei casi in cui NON si sospetti un trauma. Le protesi dentarie non devono essere rimosse subito, in quanto rappresentano un sostegno per le guance e le labbra, che facilita la respirazione artificiale. Inoltre la mano posta sul mento le mantiene in sede. Vanno rimosse solo nel caso in cui si siano spostate o interferiscano con le manovre di rianimazione. 4 La stessa manovra si effettua stando a lato del paziente, quando si deve eseguire la respirazione bocca-bocca, mettendo le mani lateralmente sulla mandibola. Il materiale estraneo visibile può essere asportato mediante: APERTURA DELLA BOCCA, con la tecnica a dita incrociate, se la mandibola è parzialmente rilasciata; APERTURA DELLA BOCCA, con il dito dietro i denti, se è presente tono muscolare; RIMOZIONE con le dita indice e medio coperte da un panno, se si tratta di liquidi, o utilizzate come pinza o uncino, se si tratta di solidi. ATTENZIONE AL MORSO !!! E' importante ricordare di: o o NON ruotare lateralmente e NON flettere il collo; NON mettere un cuscino sotto la testa. 5 FASE B = RESPIRAZIONE La valutazione della respirazione avviene con la tecnica GUARDO, ASCOLTO, SENTO (manovra di GAS): Si guarda il torace, per verificare la presenza dei movimenti respiratori; Si ascolta il rumore dell'aria che esce dalla bocca, avvicinando il proprio orecchio al volto; o Si sente il flusso dell'aria che esce dalla bocca o dal naso avvicinando la propria guancia al volto. Durante questi controlli per la valutazione del Respiro si mantiene la posizione di pervietà delle vie aeree secondo le tecniche precedentemente descritte. o o Gli atti respiratori devono essere compresi tra i 12 e i 24 atti al minuto;una frequenza inferiore ai 12 atti si parla di bradipnea se invece è superiore ai 24 si parla di tachipnea. Se il paziente non respira bisogna subito effettuare le due insufflazioni secondo la tecnica bocca-bocca illustrata di seguito. La sequenza deve essere conclusa in 3-5-secondi. La mancanza di ventilazione alveolare per più di 3-4 minuti causa la mancanza di ossigenazione del sangue con danni irreversibili al cervello. Se il soggetto respira, una volta completata la valutazione verificando la presenza del polso carotideo, si deve far assumere la POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA (per pazienti che NON hanno subito traumi). Questa posizione permette la fuoriuscita dalla bocca delle secrezioni, del sangue e del vomito eventualmente presenti e previene l'inondamento delle vie aeree. POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA Questa posizione è indicata per i pazienti in coma con respiro spontaneo conservato, che NON hanno subito traumi. 1. Porsi a lato della vittima e sollevare ad angolo retto il braccio che sta dalla stessa parte del soccorritore, con il palmo della mano verso l’alto. 2. Portare l’altro braccio della vittima sul torace ponendo la mano sulla sua guancia. 3. Con una mano afferrare il sotto ginocchio dal lato a noi più lontano; con l’altra mano afferrare la vittima per la spalla; ruotare la vittima verso di sé sfruttando il peso del proprio corpo (specie se la vittima è molto pesante). 4. estendere il capo all'indietro per assicurare la pervietà delle vie aeree, tenendo il viso rivolto verso il basso; 5. proseguire il controllo della vittima fino all'arrivo dei soccorritori. 6 Nel dubbio che la vittima abbia subito un trauma e sia dunque possibile una lesione della colonna vertebrale, è preferibile NON spostarla, a meno che si trovi in una situazione di pericolo imminente (incendio, esplosione, crollo, ecc.). In tal caso occorre mantenere allineati il capo, il collo, le spalle e il bacino durante tutte le fasi dello spostamento per evitare gravi e irreversibili lesioni del midollo spinale. Se il soggetto NON respira, bisogna iniziare subito la respirazione artificiale. La posizione indicata per effettuare le manovre di rianimazione è la posizione supina allineata. La posizione prona impedisce l'effettuazione delle manovre di rianimazione (respirazione artificiale e massaggio cardiaco esterno) Posizione supina allineata o Tenere capo, collo e torace allineati (in asse). o Tutte le volte che si sospetta un trauma: aprire la bocca alla vittima sollevandogli il mento; o Se il paziente NON ha subito un trauma: porre una mano sulla fronte e premere all'indietro per estendere il capo esercitando una trazione del mento; o NON flettere o ruotare il capo. MODALITA' DI VENTILAZIONE (RESPIRAZIONE ASSISTITA) Queste tecniche si basano sul principio che, in assenza di altri mezzi, l'aria espirata dal soccorritore contiene una percentuale di ossigeno sufficiente per le esigenze della vittima. La respirazione bocca-bocca e bocca-naso rappresentano il modo più semplice e veloce per ventilare la vittima. TECNICA BOCCA-BOCCA: o Posizione a lato del paziente o Iperestendere il capo e sollevare il mento (NON iperestendere se sospetti un trauma) . Aprire la bocca traendo sulla mandibola. o Occludere il naso con una mano (in alternativa con la propria guancia) o Inspirare profondamente, per erogare un volume di 0,8 - 1 litro o Fare aderire bene le proprie labbra intorno alla bocca della vittima o Iniziare con 2 insufflazioni o Insufflare lentamente per evitare il rigonfiamento dello stomaco 7 o Controllare l'espansione del torace o Assicurare che l'espirazione avvenga liberamente o Se il paziente è anche in Arresto Cardiaco alternare con Massaggio Cardiaco Esterno 5:1 o 15:2 La TECNICA BOCCA-NASO è utile quando è impossibile ventilare la vittima attraverso la bocca a causa di chiusura serrata, presenza di lesioni o mancanza di tenuta (soggetti senza denti): o Posizione a lato del paziente o Iperestendere il capo e sollevare il mento (NON iperestendere se sospetti un trauma) o Porre la mano sotto il mento e chiudere la bocca o Inspirare profondamente per erogare un volume di 0,8 - 1 litro o Circondare il naso della vittima con la bocca, evitando di stringere o Iniziare con 2 insufflazioni o Insufflare lentamente per evitare il rigonfiamento dello stomaco o Controllare l'espansione del torace o Assicurare la espirazione libera, aprendo la bocca del paziente o Se il paziente è in anche Arresto Cardiaco alternare con Massaggio 8 Cardiaco Esterno 5:1 o 15:2 Prima della respirazione bocca-bocca nei casi di annegamento, c’è il METODO NIELSEN perché ciò favorisce anche il deflusso dell’acqua dai polmoni. Porre la vittima prona con le braccia incrociate sotto il volto e la testa ruotata di lato. Alternare pressione fra le scapole alla trazione delle braccia. Se i tentativi di praticare la respirazione artificiale non hanno successo, occorre rivedere il posizionamento del capo e verificare la pervietà delle vie aeree. Se anche l'ulteriore tentativo fallisce, bisogna pensare alla ostruzione da possibile presenza di un corpo estraneo e procedere con l'esecuzione delle manovre specifiche descritte precedentemente. Questa evenienza è assai più frequente di quanto si immagini e dovrebbe essere sempre presa in considerazione quando un soggetto apparentemente sano cessa improvvisamente di respirare, diventa cianotico e cade a terra privo di coscienza. Le cause più comuni sono rappresentate dalla ingestione di piccoli oggetti (biglie, palline, monete, ecc.) nei bambini, di bocconi non masticati (carne) o altro cibo (noccioline, caramelle, chewing gum, ecc.) nei soggetti di ogni età, anche in particolari circostanze (gioco, movimento, risata, spavento, eccessivo consumo di alcool, ecc.). 9 Nel caso in cui l'ostruzione sia parziale, il soggetto continua a respirare, emette dei sibili, tossisce violentemente. Nel caso in cui l'ostruzione sia completa, la vittima cessa di respirare, si porta le mani alla gola, diventa rapidamente cianotico e cade a terra privo di coscienza. Questa evenienza viene spesso confusa con un attacco cardiaco, un ictus cerebrale, una crisi convulsiva. E' importante imparare a riconoscere il gesto di portare le mani alla gola, noto come "segnale universale di ostruzione delle vie aeree". Fin tanto che la vittima respira e tossisce efficacemente, il soccorritore deve sorvegliare ed interferire il meno possibile. Quando la respirazione e la tosse diventano insufficienti o in caso di ostruzione completa, occorre intervenire rapidamente con la compressione addominale, nota come manovra di Heimlich. o o o Creare una spinta del diaframma verso l'alto, forzando l'aria ad uscire dai polmoni con una sorta di "tosse artificiale". Fino a quando la vittima è in piedi o seduta, il soccorritore deve porsi dietro, fare il pugno con una mano (con il pollice all'interno) e porlo contro l'addome sopra l'ombelico. Con l'altra mano premere violentemente verso l'alto, ritmicamente e ripetutamente, fino a quando il paziente riprende a tossire e a respirare con efficacia o espelle il corpo estraneo. Se la vittima diventa incosciente o o o o o Porre la vittima a terra in posizione supina. Porsi a cavalcioni delle cosce della vittima. Appoggiare il palmo di una mano sull'addome sopra l'ombelico. Sovrapporre l'altra mano e premere violentemente verso l'alto. Una valida alternativa a questa manovra, che potrebbe causare rigurgito dallo stomaco, è quella di porre la vittima prona con le braccia incrociate sotto il volto e la testa ruotata; ponendosi a cavalcioni delle cosce della vittima esercitare una pressione secca verso l’alto con le mani sotto le scapole. 10 Può essere necessario ripetere la manovra molte volte, poi riposizionare il capo della vittima, tentare lo svuotamento manuale della bocca, riprovare la respirazione artificiale; se questa non è efficace, occorre riprendere le compressioni e ripetere la sequenza fino all'arrivo dei soccorritori. La manovra di Heimlich non è priva di rischi (rottura di visceri addominali e toracici, rigurgito), poichè la forza applicata è notevole. Nei bambini è consigliata, in sostituzione della compressione addominale, la percussione toracica posteriore. Nei soggetti obesi e nelle donne gravide la compressione addominale è sostituita dalla compressione toracica, sia a paziente in piedi che supino. FASE C = Circolazione Una volta liberate le vie aeree ed iniziata la respirazione artificiale con due insufflazioni, occorre verificare la presenza del battito cardiaco. Nei pazienti coscienti la valutazione dovrà iniziare dal polso radiale (tra mano e avambraccio) e in caso di incosienza si passerà a valutare quello carotideo. La frequenza cardiaca va calcolata contando le pulsazioni in 10 o 15 secondi e moltiplicando per il valore 6 o 4. Inoltre osservando e toccando la cute del paziente possiamo raccogliere una serie di informazioni quali la sudorazione,il colorito e la temperatura Polso carotideo. o o o Mantenere il collo esteso con la mano sulla fronte. Localizzare la laringe e far scivolare indice e medio lateralmente, fino a localizzare, tra la laringe e i muscoli del collo, la pulsazione dell'arteria. Non premere troppo per evitare di farla scomparire. La carotide è l'arteria più facilmente accessibile in ogni individuo, poichè il collo è quasi sempre scoperto; è di fondamentale importanza, in quanto assicura l'apporto di ossigeno al cervello; può essere reperita anche quando la pulsazione delle altre arterie è scomparsa. 11 SCHEMA RIASSUNTIVO DELLE AZIONI IN BASE ALLA SITUAZIONE SITUAZIONE Se paziente cosciente, respiro presente, polso presente Se paziente NON cosciente, respiro presente, polso presente, NON trauma Se respiro assente e polso presente Se respiro assente e polso assente AZIONE · Non lasciare mai sola la vittima fino all'arrivo dei soccorsi; · continuare ad osservare e controllare la vittima: le sue condizioni potrebbero modificarsi; · mantenere la calma far assumere la posizione laterale di sicurezza effettuare la respirazione assistita effettuare la respirazione assistita e il Massaggio Cardiaco Esterno (MCE) TECNICA DEL MASSAGGIO CARDIACO ESTERNO La tecnica del Massaggio Cardiaco Esterno consiste nella compressione ritmica dello sterno, che determina una compressione diretta del cuore tra due superfici rigide, rappresentate da sterno e vertebre, e un aumento della pressione all'interno del torace. Attraverso questi due meccanismi si realizza una circolazione del sangue, che, se associata alla respirazione artificiale, provvede a fornire al cervello l'ossigeno necessario e a garantirne la sopravvivenza. In caso di arresto cardiaco, la Respirazione Assistita e il Massaggio Cardiaco Esterno devono perciò essere sempre abbinati, poichè non ha senso far circolare un sangue non ossigenato, nè ossigenare un sangue che non circola. 12 TECNICA DEL MASSAGGIO CARDIACO: o o o Porre il paziente su di una superficie rigida (no letto) in posizione supina Inginocchiarsi a lato del paziente, che spesso si trova a terra Individuare la metà inferiore dello sterno: Individuare il “V” costale (bocca dello stomaco) Porre 2 dita al di sopra di questo punto Porre i palmo della mano accanto alle due dita Appoggiare l'estremità del palmo (verso il polso) della mano sullo sterno, sollevando dita e palmo, per non comprimere le coste Sovrapporre l'altra mano, a dita tese o incrociate Effettuare le compressioni a braccia tese (gomiti rigidi) e spalle perpendicolari sullo sterno, in modo da esercitare la massima forza possibile per un tempo sufficientemente lungo con tutto il peso del tronco Comprimere lo sterno di 4-5 cm (la forza impiegata varia a seconda della struttura fisica del soccorritore e della vittima, dal bambino all'anziano) con un movimento intenso e rapido (meno di un secondo complessivamente) Rilasciare la compressione, senza spostare e sollevare le mani, per permettere al torace di ritornare alla posizione di partenza sfruttandone l'elasticità Il rapporto compressionerilasciamento deve essere di 1:1 o o o o o o o La frequenza di compressione deve essere 80-100 volte min. In questo modo si fa arrivare il sangue al cervello e al cuore con una pressione di 60-80 mmHg, che può garantire la sopravvivenza del paziente. 13 Se il soccorritore è da solo il Massaggio Cardiaco deve essere alternato alla respirazione assistita nel rapporto 15:2 Se i soccorritori sono due il Massaggio Cardiaco deve essere alternato alla respirazione artificiale nel rapporto 5:1 14 Dopo 4 cicli di compressioni/respirazioni 15:2 o dopo 10 cicli 5:1, cioè all'incirca dopo 1 minuto di rianimazione, il soccorritore deve controllare il polso carotideo: SITUAZIONE se il polso è assente se il polso è presente se il respiro è assente se il respiro è presente AZIONE continuare la rianimazione controllare il respiro continuare la respirazione assistita, controllando periodicamente il polso controllare attentamente il paziente, eventualmente posizione laterale di sicurezza (se NON sospetto di trauma e paziente NON cosciente) La rianimazione cardio-respiratoria non deve mai essere interrotta prima dell'arrivo di un'equipe di rianimazione, salvo che per esaurimento fisico del soccorritore. Comunque, dopo 30 minuti di rianimazione corretta senza ripresa del polso si instaurano danni irreversibili al cervello, che rendono inutile ogni ulteriore tentativo. Il problema maggiore per un profano è rappresentato dalla certezza della diagnosi di morte. Schema delle Manovre di Rianimazione SOSTEGNO DELLE FUNZIONI VITALI Apertura delle vie aeree Questo e' il I° stadio del trattamento rianimatorio noto come ABC della Rianimazione. E' il SOLO stadio del trattamento che compete al CITTADINO. 15 Bocca-bocca (respirazione) Circolazione (massaggio cardiaco) RIPRISTINO DELLE FUNZIONI VITALI Questo e' il II° stadio del trattamento rianimatorio. Compete all'equipe di Rianimazione. Dare farmaci ECG (monitoraggio) Fibrillazione (trattamento) MANTENIMENTO DELLE FUNZIONI VITALI Giudizio prognostico Homo sapiens (rianimazione cerebrale) Questo e' il III° stadio del trattamento rianimatorio. Compete al Reparto di Rianimazione e Terapia Intensiva. Intensità delle cure (Terapia Intensiva) GLI SPOSTAMENTI DI URGENZA In caso di pericolo immediato (es. incendio, probabile scoppio o crollo), dove interviene la condizione di stato di necessità coperto dall’articolo 54 del C.P. in caso di danni all’infortunato, è opportuno spostare il malcapitato in attesa dell’arrivo dei soccorritori. Se non è strettamente necessario evitare lo spostamento perché potreste aggiungere danno a danno soprattutto in caso di lesioni alla colonna vertebrale (cervicale, dorsale o lombare). In questo caso sareste passibili di eccesso colposo (art. 55 C.P.) in caso di danni causati dalla vostra manovra. Occorre prestare dunque la massima attenzione: al capo che solitamente, nel soggetto privo di coscienza, è ciondolante alla colonna vertebrale lombare (quella dorsale è solitamente più rigida a causa della gabbia toracica) soprattutto nel senso della torsione e della flesso-estensione. alle fratture (anche non esposte) Nei primi due casi occorre mantenere in asse la colonna vertebrale; nei casi di sospetta frattura evitare spostamenti non strettamente necessari della parte lesa (arti e gabbia toracica). 16 TRASCINAMENTO CON UN SOLO SOCCORRITORE Si può trascinare l’infortunato prendendolo per le spalle oppure per i piedi(1), badando a non fargli sbattere la testa. Se si è sicuri che non vi siano lesioni alla colonna vertebrale (perché ad esempio si è assistito alla scena traumatica) si può far rotolare il soggetto su un telo e poi trascinare il telo; ciò è molto meno faticoso per i soccorritore. Per scendere lungo una scala (2) occorre cingere l’infortunato da dietro afferrandolo per gli avambracci passando le proprie braccia sotto le sue ascelle. Discendere le scale a ritroso guardando all’indietro. TRASPORTO CON UN SOLO SOCCORRITORE In caso di infortunio di lieve entità e con soggetto cosciente porre un suo braccio attorno al proprio collo e cingendolo alla vita (3). Se invece l’infortunato è impossibilitato a camminare lo si può trasportare sulla schiena posizionando le sue ascelle sopra le proprie spalle e afferrando saldamente i suoi polsi (4). Il trasporto “a Pompiere” è sicuramente uno dei più efficaci ma richiede una discreta forza e abilità. Si esegue caricandosi il soggetto trasversalmente sulla schiena e trattenendo con una unica manoun braccio e una gamba dell’infortunato (5). TRASPORTI CON 2 SOCCORRITORI Braccia dell’infortunato attorno al collo dei soccorritori mentre questi lo cingono alla vita (6). Attraverso un passaggio stretto oppure in caso di perdita di coscienza, il soccorritore posizionato dietro afferra gli avambracci dell’infortunato passando le proprie braccia sotto le sue ascelle, mentre l’altro soccorritore lo sostiene sotto le cosce (7). 17 TRASPORTO A SEGGIOLINO (8) IN CASO DI SOSPETTA LESIONE VERTEBRALE Trasporto particolarmente delicato da effettuarsi solo in caso di periclo immediato per l’infortunato. È indispensabile mantenere capo e schiena allineati (in asse) e orizzontali (9). Se si dispone di una superfice rigida (es. una porta, un’asse lunga e larga) è molto meglio trasbordare da terra l’infortunato sul supporto rigido e poi trasportarlo come una barella. È necessaria la perfetta sincronia dei soccorritori. Per tale scopo è meglio designare un capo trasporto che da gli ordini preceduti dal conteggio sino a 3. Una copia solleva le spalle, una il bacino e un’altra testa e piedi. la tecnica di estrazione manuale della vittima da un’auto in caso di 2 soccorritori. La posizione anti-shock da utilizzare durante le manovre di rianimazione cardio-respiratoria, per far affluire una maggiore quantità di sangue verso il cuore e il cervello . 18 19 L'APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO Il cuore e i vasi sanguigni formano un complesso sistema di spinta e trasporto del sangue (nutrimento) a tutti gli organi e tessuti del corpo, in un ciclo continuo di andata e ritorno. È un vero e proprio sistema idraulico costituito da una pompa (cuore) che agisce contraendosi ritmicamente e da tubi (arterie e vene) che si diramano a tutto il corpo diventando man mano sempre più sottili (capillari). Nell’uomo e nei mammiferi la circolazione è doppia e completa: LA CIRCOLAZIONE E' DOPPIA in quanto è suddivisa in: - piccola circolazione (o polmonare): collega il cuore ai polmoni ed ha lo scopo di “ripulire” il sangue dall’anidride carbonica e rifornirlo di ossigeno e metterlo a disposizione della grande circolazione; - grande circolazione (o sistemica): collega il cuore a tutti i tessuti del corpo dove trasporta il sangue carico di ossigeno (sangue arterioso) e ritorna al cuore col sangue carico di anidride carbonica (sangue venoso) che poi viene reimmesso nella piccola circolazione per reiniziare un nuovo ciclo. La circolazione è anche detta COMPLETA in quanto il sangue arterioso (trasportato dalle arterie) e il sangue venoso (trasportato dalle vene) non si mescolano mai ma si caratterizzano per una continuità di flusso che da arterioso diventa venoso dopo il passaggio nei capillari periferici che irrorano i tessuti e da dove riprende il percorso verso il cuore. IL CUORE è situato nel torace, tra i due polmoni e il diaframma. Lo avvolgono 3 diverse membrane chiamate endocardio, miocardio e pericardio in relazione alla loro posizione più interna, intermedia o più esterna. È un vero e proprio muscolo della grandezza di un pugno, cavo all’interno e suddiviso in 4 camere: 2 atri (sinistro e destro) e 2 ventricoli (sinistro e destro). Approssimativamente il peso del cuore è di circa 300 grammi nell'uomo e 265 nella donna. La capacità globale è di circa 560 centimetri cubi. Mentre atrio e ventricolo dello stesso lato comunicano tra di loro attraverso una valvola (tricuspide a destra e bicuspide a sinistra), l’atrio e il ventricolo del lato destro sono separati dall’atrio e ventricolo del lato sinistro rispettivamente dal setto interatriale e dal setto interventricolare. Il setto nella sua totalità viene definito setto atrioventricolare. La parte destra (atrio e ventricolo destro) viene anche definita cuore venoso in quanto raccoglie il sangue che proviene dalla periferia e che torna carico di anidride carbonica, mentre la parte sinistra (atrio e ventricolo sinistro) si definisce cuore arterioso in quanto il sangue è quello carico di ossigeno che proviene dai polmoni per essere reimmesso in circolo. Le valvole agiscono in modo che, chiudendosi, il flusso di sangue proveniente dagli atri non possa tornare indietro durante la contrazione dei ventricoli. 20 Sezione trasversale del cuore Il meccanismo che mantiene attiva la circolazione è un alternarsi ritmico del ciclo cardiaco, ciclo che nell’uomo ha una frequenza di circa 68-72 volte al minuto. Negli sportivi praticanti si riduce anche notevolmente. IL CICLO CARDIACO contempla una sequenza di eventi che avviene nell’arco di un battito cardiaco, battito che mediamente ha la durata di 0,8 secondi: 1) Rilasciamento: gli atri si riempiono, di sangue venoso l’atrio destro e arterioso quello sinistro. 2) Riempimento: aumenta la pressione degli atri, le valvole cardiache si aprono e iniziano a riempirsi i ventricoli. 3) Diastasi: gli atri e i ventricoli sono pieni e il flusso di sangue agli atri diminuisce e si interrompe. 4) Sistole atriale: si contraggono gli atri mentre i ventricoli sono pieni e distesi. 5) Contrazione: si contraggono i ventricoli (sistole ventricolare) e aumenta la pressione al loro interno. Le valvole si chiudono. 6) Efflusso: continua la contrazione dei ventricoli e continua ad aumentare la pressione al loro interno. Si aprono le valvole semilunari di accesso all’arteria polmonare (sangue venoso) e all’arteria aorta (sangue arterioso). Il sangue viene spinto all'interno di ambedue. 21 Principali arterie del corpo umano Principali vene del corpo umano 22 Lo STIMOLO CHE GENERA LA CONTRAZIONE è di natura elettrica e si origina involontariamente dai centri di controllo posti nell’encefalo e nel midollo spinale. Viene trasportato attraverso le vie efferenti parasimpatiche e simpatiche. Il sistema simpatico, partendo dal centro cardio-acceleratore posto nel bulbo, trasmette in maniera costante impulsi nervosi che tendono ad esaltare la frequenza delle contrazione, la forza e l’eccitabilità. Il sistema parasimpatico, partendo dal centro cardio-inibitore posto nel bulbo, tende ad equilibrare gli eccessi del simpatico. All’interno del cuore gli impulsi vengono scaricati da un vero e proprio pacemaker che è il nodo del seno atriale, posto in alto dell’atrio destro in prossimità del setto interatriale. L’eccitamento si propaga sulla muscolatura degli atri che si contraggono iniziando da quello destro. Il nodo atrioventricolare, posto in alto del ventricolo destro in prossimità della valvola tricuspide, raccoglie l’impulso e lo distribuisce a tutti e due i ventricoli grazie alla rete nervosa denominata fascio di His. Questo percorre ambedue i lati del setto interventricolare e, grazie alle sue diramazioni al disotto dell’endocardio, lo trasmette alla rete del Purkinje. I ventricoli si contraggono simultaneamente. 23 Propagazione del battito cardiaco Breve glossario ARTERIE: vasi sanguigni che partendo dal cuore trasportano ossigeno e sostanze nutritive a tutti i tessuti corporei. CAPILLARI: rete periferica di collegamento tra le arterie e le vene, deputati alla diffusione delle sostanze nutritive e dell’ossigeno alle cellule e permettere l'assorbimento dell’anidride carbonica e delle sostanze di rifiuto. DIASTOLE: periodo di rilassamento cardiaco. FREQUENZA CARDIACA: frequenza delle sistoli in un minuto. GITTATA CARDIACA: quantità di sangue espulsa in un minuto. Pertanto è il prodotto del numero di battiti in un minuto per il volume unitario. Nell’esercizio fisico si può raggiungere anche una gittata intorno ai 30 litri al minuto. Questo anche perché il sangue viene espulso completamente, al contrario di quanto avviene a riposo dove viene espulso per circa il 50%. Inoltre aumenta vistosamente anche la frequenza cardiaca. SANGUE: fluido che contiene disciolti materiali nutritivi, sostanze protettrici e regolatrici delle funzioni vitali, gas respirati, prodotti di rifiuto del metabolismo cellulare. Il sangue presenta le seguenti caratteristiche: - Peso totale: circa il 7,7 del peso corporeo totale; - pH: tra 7,3 e 7,4. Il plasma ne costituisce circa il 55% e in percentuale contiene: - acqua per il 90%; - plasma proteine (siero albumina, siero globulina e fibrinogeno), per circa il 7%; - minerali vari come cloro, sodio, potassio, calcio, ferro, iodio, ecc., per circa lo 0,9%; - sostanze organiche deputate alla nutrizione cellulare (aminoacidi, glucosio, grassi, ecc.) e sostanze organiche di rifiuto prodotte dal metabolismo cellulare (acido urico, urea, creatina, creatinina, ammoniaca, ecc.); - gas respirati come l’ossigeno e l’anidride carbonica. Le cellule costituiscono circa il 45% del sangue. Tra queste si evidenziano i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. SISTOLE: periodo di contrazione cardiaca. VENE: vasi sanguigni che dalla periferia trasportano il sangue al cuore, sangue carico di anidride carbonica e sostanze di rifiuto del metabolismo cellulare. VOLUME SISTLICO: volume di sangue espulso in una singola sistole. 24 LA PRESSIONE DEL SANGUE, COS'È E COME SI MISURA La pressione del sangue sulle arterie è determinata dalla “pompa” cardiaca durante la fase di contrazione (sistole, ove la pressione arteriosa è massima) e rilasciamento (diastole e relativa pressione arteriosa minima) del muscolo cardiaco. Circa un adulto su cinque risulta con valori pressori fuori della norma. L’andamento giornaliero della pressione non è costante. I valori sono massimi durante la mattinata, scendono nel primo pomeriggio, risalgono la sera e si abbassano di nuovo durante la notte, raggiungendo i valori minimi nella prime ore del mattino. Gli apparecchi di misurazione sono molteplici ma il più affidabile rimane sempre il manometro classico (sfigmomanometro) con la misurazione data dalla colonnina di mercurio graduata. La posizione seduta è la più utilizzata, ma la rilevazione viene fatta anche dalla stazione eretta o da quella supina, quest’ultima è quella consigliata. Ovviamente i valori pressori, nelle tre diverse posizioni, daranno indici leggermente diversi. La misurazione della pressione avviene nel modo seguente (Figura): - arrotolare il manicotto (una vera e propria camera d’aria gonfiabile) intorno al braccio disteso, posto all’altezza del cuore, facendo attenzione a lasciare libera la piega del gomito, zona di passaggio dell’arteria omerale. - applicare la membrana del fonendoscopio (stetoscopio) sulla piega del gomito e, nel contempo, porre l’indice e il medio sul polso nella zona dove si percepisce il polso radiale (arteria radiale). Ovviamente quest’ultima operazione può essere fatta solo se una seconda persona ci misura la pressione. Sempre se ci si misura la pressione da soli fare in modo che la membrana del fonendoscopio rimanga bloccata tra il manicotto e la piega del gomito; - riempire d’aria il manicotto fino a portare la colonnina di mercurio ad un valore superiore a quello dato al momento in cui, gonfiando, scompaiono i toni cardiaci (di almeno 30 millimetri) e il polso radiale; - sgonfiare lentamente il manicotto. La pressione massima corrisponde alla cifra raggiunta dalla colonnina di mercurio nel momento della ricomparsa dei toni arteriosi; - proseguire nel lento sgonfiamento del manicotto. La pressione minima è data dalla cifra raggiunta dal momento in cui scompaiono i toni arteriosi. Il braccio e l’avambraccio vanno mantenuti sempre rilassati. È buona norma eseguire almeno due-tre rilevazioni di seguito distanziate di circa tre minuti, quindi fare la media dei valori rilevati. Misurazione della pressione sanguigna 25 Valutazione dei valori della pressione del sangue VALUTAZIONE MASSIMA (sistolica) MINIMA (diastolica) Ottimale Normale Superiore alla norma 120 120-129 130-139 80 80-84 85-89 Fascia di confine ipertensione Ipertensione lieve Ipertensione moderata Ipertensione severa 140-160 140-180 oltre 180 oltre 180 90-95 90-105 105-115 oltre 115 Valori normali della pressione del sangue ed età ETÀ Sotto i 18 anni Tra i 18-50 anni Dopo i 50 anni MASSIMA (sistolica) MINIMA (diastolica) 120 140 140-145 80 85 90 L'APPARATO RESPIRATORIO L'apparato respiratorio è formato dalle vie respiratorie (naso, bocca, faringe, laringe, trachea), dai bronchi e dai polmoni. Ha il compito di introdurre nel corpo aria ricca di ossigeno, ed eliminare aria ricca di anidride carbonica. Nei polmoni e in particolare negli alveoli, l'aria ricca di ossigeno entra in contatto con il sangue e avviene lo scambio gassoso. La respirazione è una successione di inspirazioni ed espirazioni. Una inspirazione seguita da un'espirazione costituisce un atto respiratorio, che il corpo esegue grazie all'azione dei muscoli intercostali e del diaframma. L'apparato respiratorio ha il compito di rendere possibile lo scambio gassoso tra l'organismo e l'ambiente. Nell'uomo l'assunzione di ossigeno avviene per mezzo di un apparato respiratorio, costituito dai polmoni e dai suoi annessi, con il quale l'aria proveniente dall'ambiente esterno viene introdotta, attraverso l'inspirazione, nel polmone. Nella espirazione invece l'aria, ricca di anidride carbonica, viene dispersa nell'ambiente allontanando dal corpo questo composto. Il 26 fenomeno che permette l'assunzione di ossigeno e l'eliminazione di anidride carbonica, è denominato respirazione esterna. L'ossigeno, introdotto attraverso l'inspirazione, deve essere portato in tutto l'organismo. Per questo interviene un legame labile tra l'emoglobina del sangue e l'ossigeno. Questo legame genera l'ossiemoglobina. L'ossiemoglobina viene portata attraverso la circolazione a tutti i tessuti. A sua volta l'anidride carbonica, prodotta dai tessuti, viene portata ai polmoni dal sangue venoso. A questo tipo di funzioni, relative al legame, al trasporto, alla cessione e assunzione dei gas respiratori si dà la denominazione di funzione respiratoria del sangue. Lo scopo della respirazione esterna e della funzione respiratoria del sangue è quello di portare ossigeno ai tessuti, che lo utilizzano attraverso la combustione di diverse sostanze organiche, con produzione di calore e liberazione di energia attraverso complesse reazioni chimiche catalizzate dai vari enzimi. Questa è la vera respirazione, denominata respirazione interna o cellulare. IL SISTEMA NERVOSO Il sistema nervoso è costituito sia da organi centrali sia da organi periferici.Gli organi del Sistema Nervoso Centrale sono: l'Encefalo, il Bulbo, il Cervelletto e il Midollo Spinale. Esse sono strutture molto delicate e sono avvolte da tre meningi: la Pia Madre, l'Aracnoide e la Dura Madre. Gli organi centrali sono protetti da componenti ossee come il cranio e la colonna vertebrale. Il compito del Sistema Nervoso Centrale è quello di regolare le principali funzioni attraverso una fittissima rete di connessioni. Nell'Encefalo si trovano sia delle aree, paragonabili a contenitori in cui si accumulano le nuove informazioni, sia delle vere e proprie centraline che verificano e integrano gli stimoli afferenti e attivano gli stimoli efferenti. Ognuna di queste aree, che si possono distinguere in motoria, visiva, sensitiva..., si occupa della nostra vita di relazione e della funzione vegetativa. Questi meccanismi sono localizzati nella materia grigia, che a livello cerebrale si trova nella zona periferica, mentre nel midollo spinale si trova in zona centrale. Accanto alla materia grigia si trova la materia bianca, che ha il compito di trasferire le informazioni e connettere le varie funzioni. 27 Il midollo spinale è il prolungamento rachidiano dell'encefalo al quale è direttamente connesso anche se in forma incrociata, difatti la parte destra trova riscontro a sinistra e viceversa. Nel midollo spinale la materia grigia è in posizione centrale e riproduce la forma di una X dove si possono distinguere due corna posteriori e due corna anteriori. Nella parte posteriore le due corna sono sede delle fibre sensitive che conducono gli impulsi dalla periferia al centro, dette vie afferenti. Nella parte anteriore le due corna sono sede delle fibre motrici che conducono gli impulsi di movimento, provenienti dalla "centrale", alla periferia, dette vie efferenti. Il Sistema Nervoso Periferico è costituito dalle Radici Nervose e dal Sistema del Gran Simpatico detto anche Sistema Nervoso Autonomo. Fanno parte del Sistema Nervoso Autonomo l'insieme del Sistema del Simpatico e del Parasimpatico. La sua funzione è quella di controllare la contrazione e la decontrazione della muscolatura liscia viscerale, della muscolatura cardiaca e la secrezione ghiandolare. Il Sistema Nervoso Autonomo è costituito da gruppi di cellule nervose intercalati lungo il percorso dei nervi. Queste cellule nervose agiscono indipendentemente dalla volontà. Questo sistema si divide in due gruppi di cellule a seconda dell'azione che svolgono. Il primo gruppo, le cui fibre nascono nei centri bulbari e craniali, è costituito da cellule del Sistema Parasimpatico (fibre Parasimpatiche) e sviluppa azione inibitrice. Il secondo gruppo, le cui fibre nascono dal midollo e innervano gli organi toracici e addominali, è costituito dal Sistema Simpatico (fibre Ortosimpatiche) e sviluppa azione stimolante. I nervi sono formati da fasci di fibre a costituzione molto complessa alla base delle quali possiamo distinguere i Neuroni con i loro prolungamenti ed i loro rivestimenti mielinici. Accanto ai numerosissimi fasci cilindrici di fibre nervose si riscontra una fitta rete di vasi sanguigni. Le qualità principali dei nervi sono: l'eccitabilità e la conduttività. L'eccitabilità è la proprietà che hanno tutte le cellule viventi di reagire ad uno stimolo, cioè ad un cambiamento nelle condizioni ambientali. Questa proprietà è molto sviluppata nelle terminazioni nervose, nei recettori dove l'eccitazione provocata da uno stimolo determina un cambiamento elettrico. La conduzione è data dalla propagazione di un'onda di eccitazione, detta impulso nervoso, a tutte le cellule ed ai rispettivi prolungamenti. I recettori sono provvisti di una soglia di eccitazione e seguono la legge del tutto o del niente. Cioè un recettore reagisce ad uno stimolo quando questo è superiore alla sua soglia ed in questo caso reagisce al massimo della sua intensità indipendentemente dall'intensità dello stimolo. Sulla radici posteriori si distinguono i Gangli che contengono i neuroni di senso. Dalla base dell'Encefalo e lungo tutto il Midollo Spinale partono dei nervi che vanno ad innervare i vari distretti periferici. I nervi sono degli apparati conduttori che si possono distinguere in due tipi: Afferenti ed Efferenti a seconda se conducono le informazioni dalla periferia al centro nervoso o viceversa. Le singole informazioni che arrivano dalla periferia entrano dalle corna posteriori (vie afferenti) e danno informazione ai 28 distretti superiori ed al Sistema Nervoso Centrale, quindi dal Sistema Nervoso Centrale o direttamente dal Midollo Spinale partono le risposte che fuoriescono dalle corna anteriori (vie efferenti) e vanno alle unità motorie e si trasformano in movimento. 29