Scheda informativa: ARRESTO CARDIO

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Scheda informativa:
ARRESTO CARDIO-CIRCOLATORIO
L'arresto cardio-circolatorio è la sospensione di ogni attività meccanica cardiaca: il cuore cessa di battere.
Le cause locali o generali sono molteplici: tutte le malattie gravi che comportino una compromissione
importante dell'apparato cardiocircolatorio possono essere il motivo dell'arresto.
Tuttavia, il loro meccanismo d'azione sull'attività contrattile del cuore è più o meno sempre lo stesso e può
essere ricondotto a due principali modalità: blocco della contrazione cardiaca, o asistolia; fibrillazione
ventricolare (vedi aritmia).
Quest'ultima insorge di solito in cuori già profondamente lesi, come nel caso dell'infarto miocardico.
Vi è inoltre da dire che l'arresto cardiaco può essere un evento atteso nell'evoluzione di una certa malattia, e
pertanto non si giova di terapie di emergenza.
La situazione che richiede invece un trattamento di urgenza, a causa della sua imprevedibilità, è il cosiddetto
arresto improvviso, che si manifesta per lo più in soggetti apparentemente sani, e dipende quasi sempre da
una malattia cardiaca (es. infarto).
All'arresto cardiocircolatorio fa seguito il blocco di ogni attività polmonare (arresto respiratorio).
Una volta accertato l'arresto cardiaco, non è il caso di soffermarsi alla ricerca di qualche segno di attività del
cuore, perché si potrebbero perdere minuti preziosi utili per la riattivazione.
L'intervento di pronto soccorso può essere eseguito da parte di qualsiasi persona a conoscenza delle più
elementari norme di rianimazione, e sarà seguito dalla riattivazione vera e propria da parte di un medico e
personale specializzato.
Il primo intervento consiste in una serie di manovre che chiunque dovrebbe conoscere:
1) una prima manovra, nel tentativo di far riprendere l'attività cardiaca, consiste nel battere alcuni pugni
energici sul petto, in corrispondenza del cuore;
2) il paziente va posto su un piano rigido: pertanto se è a terra, non va spostato; se è a letto, occorre porgli
sotto il dorso un'asse di legno o un supporto simile;
3) occorre sollevare le gambe almeno a 45° dal piano orizzontale, facendole sostenere o appoggiandole, ad
esempio, su una sedia; questo è necessario per aumentare il ritorno venoso al cuore;
4) occorre ricordare che la comparsa di midriasi (dilatazione della pupilla) indica che è trascorso la metà del
tempo che si ha a disposizione per evitare che il paziente subisca gravi lesioni al cervello per la mancata
circolazione sanguigna.
Il trattamento di emergenza ha appunto lo scopo di far giungere il minimo necessario di sangue ossigenato al
cervello.
Questo scopo essenziale per la sopravvivenza si ottiene con la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco
esterno.
La respirazione artificiale va iniziata per prima: si esegue con la tecnica bocca a bocca.
Ecco come.
- Per evitare che la lingua, cadendo all'indietro, chiuda la faringe, occorre piegare verso l'indietro il capo del
paziente tenendogli una mano sotto la nuca; l'altra mano chiude le narici e mantiene aperta la bocca;
- dopo una profonda inspirazione, si espira con forza dentro la bocca del paziente.
- La manovra deve essere ripetuta con una frequenza di 10-15 atti respiratori al minuto.
Il massaggio cardiaco si esegue ponendo il palmo della mano, uno sopra l'altro, sulla parte inferiore dello
sterno ossia del petto del paziente.
Si preme quindi con un movimento secco e rapido seguito da una pausa di circa un secondo, in modo da
mantenere la frequenza di circa 100 colpi al minuto.
Se una sola persona esegue sia il massaggio cardiaco sia la respirazione artificiale, occorre alternare le due
manovre: si consigliano due respiri ogni 30 massaggi.
Due persone possono invece eseguire le due manovre contemporaneamente, con l'avvertenza di arrestare un
attimo il massaggio al momento in cui viene effettuata l'immissione di aria nei polmoni del paziente.
Come manifestazione clinica a sé stante, l'arresto respiratorio è un evento raro.
In talune malattie viene definito insufficienza respiratoria acuta.
Anche questa è una condizione che necessita di una assistenza d'emergenza, in quanto l'insufficienza
respiratoria è, di per sé, causa di coma, di lesioni neurologiche, di stato confusionale.
L'indicazione alla tracheotomia (incisione della trachea per consentire la respirazione) è più frequente nelle
malattie ostruttive e nella traumatologia d'urgenza (lesioni del midollo spinale, ferite, ecc.).
L'utilizzo dei respiratori automatici è oggi un valido mezzo attraverso il quale è possibile salvare molte vite
umane.
Ancora più importante è però la respirazione bocca a bocca, che non richiede alcuno strumento.
Questo però implica una serie di situazioni in cui, di fronte a uno sconosciuto, il soccorritore occasionale
può esimersi dal farlo, procedendo esclusivamente alla iper estensione del capo e al massaggio cardiaco,
sufficiente di per sè, a un minimo di immissione di ossigeno negli atti compressori e di rilassamento.
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