Sorgente Genetica Via A. Bono Cairoli, 30 20127 Milano

Sorgente Genetica Via A. Bono Cairoli, 30 20127 Milano
Cari Genitori,
Grazie per avere scelto la qualità di Sorgente Genetica.
Vi presentiamo i risultati del test screening neonatale, ottenuti con le più sofisticate tecniche di
analisi genetica e di interpretazione dei dati. Essere consapevoli di come le predisposizioni genetiche
del vostro bambino possono influenzare la sua salute vi consentirà di adottare efficaci azioni di
prevenzione.
Vi raccomandiamo di non intraprendere alcuna azione senza aver prima condiviso i risultati del test
con il medico curante e il pediatra che seguono il vostro bambino nei suoi primi passi: solo loro
sapranno darvi le giuste indicazioni. Sorgente offre anche la possibilità di mettervi in contatto con i
migliori specialisti (genetisti, gastroenterologi, …) in grado di rispondere ad ogni vostra domanda e
darvi tutte le informazioni sulle più appropriate misure preventive ed eventuali terapie.
La ricerca sulla genetica personale corre veloce: visitate spesso la vostra sezione “MySorgente” dove
troverete tutte le novità scientifiche e referti sempre aggiornati.
Sorgente Genetica garantisce il massimo livello di riservatezza dei dati, in conformità alle leggi
vigenti e utilizzando le più moderne tecnologie di protezione delle informazioni.
Buona lettura!
Il Direttore Scientifico di Sorgente Genetica
Keith Grimaldi
Nome del paziente
Data di nascita
Sesso
Codice Tampone
Tipo di campione
Sherlock Jr
01/03/2012
M
SG21bsw1
Tampone buccale
I
Indice
INTRODUZIONE ....................................................................................................................................... 1
RIASSUNTO DEI RISULTATI DEI TEST ....................................................................................................... 2
SORDITÀ INDOTTA DA FARMACI............................................................................................................. 3
Introduzione........................................................................................................................................ 3
Metodo analitico ................................................................................................................................. 3
Risultati del test .................................................................................................................................. 3
Spiegazione dei risultati del test ......................................................................................................... 3
Cosa fare ............................................................................................................................................. 3
INTOLLERANZA AL LATTOSIO .................................................................................................................. 5
Introduzione........................................................................................................................................ 5
Metodo analitico ................................................................................................................................. 5
Risultati del test .................................................................................................................................. 5
Spiegazione dei risultati del test ......................................................................................................... 5
Cosa fare ............................................................................................................................................. 6
CELIACHIA ............................................................................................................................................... 7
Metodo analitico ................................................................................................................................. 8
Risultati del test .................................................................................................................................. 8
Spiegazione dei risultati del test ......................................................................................................... 8
Cosa fare ............................................................................................................................................. 8
EMOCROMATOSI TIPO 1 ......................................................................................................................... 9
Introduzione........................................................................................................................................ 9
Metodo analitico ................................................................................................................................. 9
Risultati del test .................................................................................................................................. 9
Spiegazione dei risultati del test ....................................................................................................... 10
Cosa fare ........................................................................................................................................... 10
Carenza di AAT (carenza di Alfa-1 Antitripsina) .................................................................................... 11
II
Introduzione...................................................................................................................................... 11
Metodo analitico ............................................................................................................................... 11
Risultati del test ................................................................................................................................ 12
Spiegazione dei risultati del test ....................................................................................................... 12
Cosa fare ........................................................................................................................................... 12
Bibliografia essenziale ........................................................................................................................... 13
III
INTRODUZIONE
Lo Screening Neonatale di Sorgente permette di individuare nel DNA del vostro bambino varianti
genetiche che possono aumentare il rischio di malattie e intolleranze in 5 aree: sordità indotta dai
farmaci, intolleranza al lattosio, celiachia (intolleranza al glutine), emocromatosi, carenza di AAT
(Alfa1-Antitripsina).
Per la maggior parte delle patologie, un determinato assetto genetico non implica che la malattia si
manifesterà con certezza: soltanto in concomitanza con altri fattori genetici e ambientali, come
alimentazione e stile di vita, si arriverà alla comparsa di quadri clinici. Conoscere la predisposizione
genetica del neonato permette a voi genitori di adottare comportamenti che spesso evitano
l’insorgere della malattia/intolleranza o ne riducono gli effetti, consentendo al vostro bambino di
vivere una vita del tutto normale.
Ogni cellula del nostro corpo, con l’eccezione dei globuli rossi, può contare su un preziosissimo
manuale di istruzioni, dal quale dipendono molti tratti del nostro aspetto fisico: è il DNA, una
molecola a forma di doppia elica costituita da tante piccole unità legate insieme come una lunga
collana di perle. Ciascuna di queste unità è identificata da una lettera: A, C, G o T. La sequenza
completa di queste lettere (il nostro genoma) rappresenta il manuale che le cellule hanno a
disposizione per costruire e far funzionare il nostro organismo. Le singole istruzioni sono contenute
nei geni, segmenti di DNA ben delimitati, che codificano le diverse proteine con funzione specifica.
Nell’uomo, il DNA si presenta fisicamente sotto forma di 23 coppie di cromosomi. Poiché esistono
due copie di ciascun cromosoma, una proveniente dal padre e l’altra dalla madre, una specifica
variante può presentarsi su una sola o su entrambe le copie: se è presente in entrambi i cromosomi
si indica come variante omozigote mentre se si presenta in un solo cromosoma si chiama variante
eterozigote. In molti casi è sufficiente una variante eterozigote per modificare la funzionalità di un
gene anche se la maggior parte degli effetti si manifestano quando si riscontra una variante
omozigote.
Lo Screening Neonatale di Sorgente non sostituisce le visite mediche di prevenzione per il vostro
bambino ma fornisce al medico e al pediatra un ulteriore strumento di analisi.
Nelle pagine seguenti troverete:
•
Una sezione iniziale riassuntiva con i risultati delle analisi e i primi accorgimenti da adottare;
•
Informazioni, risultati delle analisi e consigli specifici per ciascuna delle 5 aree analizzate.
1
RIASSUNTO DEI RISULTATI DEI TEST
Sordità indotta da farmaci
Intolleranza al lattosio (incapacità di digerire lo
zucchero del latte).
Celiachia (intolleranza al glutine)
Emocromatosi tipo 1 (malattia da accumulo di
ferro).
Carenza di AAT (carenza di Alfa-1 Antitripsina)
Rischio estremamente basso
Rischio aumentato
Rischio molto alto (DQ2.5/DQ2.5).
Rischio estremamente basso
Rischio molto alto.
2
SORDITÀ INDOTTA DA FARMACI
Introduzione
La sordità indotta da farmaci è legata alla tossicità degli antibiotici aminoglicosidici: Streptomicina,
Kanamicina, Neomicina, Amikacina, Gentamicina, Netilmicina, Tobramicina, Sisomicina etc.
L’assunzione di questi antibiotici può provocare gravi danni all’udito (ototossicità) in bambini
geneticamente predisposti.
Gli antibiotici aminoglicosidici, somministrati principalmente per combattere alcuni tipi di infezioni
anche in epoca neonatale, bloccano la sintesi delle proteine batteriche con conseguente morte dei
microrganismi. In presenza di particolari mutazioni nel gene MTRNR1, codificante per l’RNA
ribosomale 12S, questi antibiotici possono danneggiare anche il macchinario umano di sintesi
proteica. Poiché gli aminoglicosidi si accumulano soprattutto nelle cellule sensoriali dell’orecchio
interno, possono provocarne la distruzione e causare, anche con un singolo dosaggio normale, gravi
danni all’udito e nei casi più gravi sordità bilaterale irreversibile.
La mutazione A1555G in MTRNR1 è la causa principale di sordità indotta da antibiotici
aminoglicosidici. Il gene non si trova sui cromosomi ma è contenuto nel DNA dei mitocondri, piccoli
organuli presenti a centinaia in ogni cellula. La mutazione è relativamente frequente ed è
solitamente riscontrata in tutti i mitocondri di una cellula (omoplasia).
I bambini che presentano la mutazione A1555G non devono essere curati con antibiotici
aminoglicosidici: il medico può prescrivere antibiotici alternativi non appartenenti alla famiglia degli
aminoglicosidi.
Metodo analitico
Analisi della variazione A1555G del gene mitocondriale MTRNR1 mediante il sistema di
amplificazione competitiva allele-specifica (KASP).
Risultati del test
DNA mitocondriale, Gene MTRNR1
Pos. m.1555 A>G assenza della mutazione A1555G
Spiegazione dei risultati del test
Rischio estremamente basso.
Cosa fare
L’analisi genetica è risultata negativa per la mutazione A1555G del gene MTRNR1; il vostro bambino
ha un rischio molto basso di sordità indotta da farmaci che non deve costituire motivo di
preoccupazione significativa per la coppia. Un trattamento con antibiotici aminoglicosidici può
verosimilmente essere preso in considerazione..
3
Condividete i risultati delle analisi con medico curante e pediatra. Se lo desiderate, Sorgente può
aiutarvi a mettervi in contatto con uno specialista in grado di rispondere ad ogni vostra domanda e
darvi le giuste indicazioni.
4
INTOLLERANZA AL LATTOSIO
Introduzione
Il lattosio lo zucchero contenuto nel latte e nei suoi derivati, deve essere separato in glucosio e
galattosio dall’enzima lattasi presente sui villi dell’intestino tenue per poter essere digerito
dall’organismo. Se la lattasi non compie la sua funzione, il lattosio finisce nell’intestino crasso con
conseguente richiamo di acqua e fermentazione da parte dei batteri intestinali i quali producono gas
e acidi organici. I sintomi più frequenti sono: diarrea, gonfiore, flatulenza, coliche gastriche e
manifestazioni cutanee.
L’intolleranza al lattosio viene definita primaria quando è geneticamente determinata: la forma
congenita, cioè presente alla nascita, è piuttosto rara mentre la forma ad insorgenza tardiva (ipolactasia dell’adulto) è molto comune; l’intolleranza al lattosio secondaria o acquisita è dovuta,
invece, ad un deficit di lattasi che si manifesta in conseguenza di altre patologie gastrointestinali o si
verifica temporaneamente a seguito di infezioni intestinali.
La maggior parte della popolazione mondiale non riesce ad assorbire completamente il lattosio dopo
l’età dell’allattamento. In Italia soffre di intolleranza al lattosio più di 1 persona su 2.
La forma più comune di intolleranza al lattosio è dovuta ad un deficit progressivo di lattasi ed è
associata alla variante -13910C>T, a monte del gene LCT, che influenza la quantità/attività
dell’enzima prodotto. I bambini con la forma ereditaria, che generalmente presentano un assetto
genetico C/C in posizione -13910, producono inizialmente una quantità sufficiente di lattasi e
possono pertanto essere allattati normalmente al seno o con latte artificiale. Tuttavia, l’attività
enzimatica diminuisce progressivamente dopo lo svezzamento fino a ridursi nell’adulto ad un
decimo del suo valore, con soglie di sensibilità al lattosio che variano da soggetto a soggetto. Per
questo motivo, in presenza di sintomi clinici (diarrea, frequenti mal di pancia, flatulenza), si
dovrebbe seguire una dieta a ridotto contenuto di lattosio. Sebbene non curabile, gli effetti possono
essere ridotti con un’alimentazione povera di latte e derivati.
In presenza di un’intolleranza al lattosio è possibile comunque assumere e digerire, nella
maggior parte dei casi e senza problemi, modiche quantità di lattosio (6-12 grammi al giorno).
Metodo analitico
Analisi delle varianti -13910T>C e -22018A>G a monte del gene LCT mediante il sistema di
amplificazione competitiva allele-specifica (KASP).
Risultati del test
Cromosoma 2q21, Gene LCT
Pos. -13910 C>T (rs4988235)
C/C
Spiegazione dei risultati del test
Rischio aumentato.
5
Cosa fare
Il test ha rilevato un assetto genetico che determina un deficit progressivo di lattasi. Nella maggior
parte dei casi il bambino può essere allattato normalmente ma in seguito dovrà seguire una dieta
povera di lattosio. Poiché il latte e i suoi derivati contengono anche grandi quantità di calcio, è
consigliabile una integrazione di questo nutriente per un corretto sviluppo osseo.
Vi preghiamo di condividere il referto con il vostro pediatra per ricevere ulteriore assistenza. Se lo
desiderate, Sorgente può aiutarvi a mettervi in contatto con uno specialista in grado di rispondere ad
ogni vostra domanda e darvi le giuste indicazioni.
6
CELIACHIA
Il glutine è una proteina complessa presente nella pula di molti cereali, come frumento, orzo, farro,
avena, segale e kamut.
La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine che si manifesta in individui con un determinato
assetto genetico. Sempre più persone ne sono affette: molti studi hanno dimostrato che negli ultimi
cinquant’anni i casi di malattia sono aumentati di circa 4 volte. Secondo alcune stime, l’1% degli
europei è celiaco anche se la patologia rimane in larga misura ancora sotto-diagnosticata: in Italia
circa 600.000 persone sarebbero intolleranti al glutine ma le diagnosi accertate sono solo 100.000
(fonte AIC). La frequenza della malattia aumenta tra i genitori e i fratelli di un celiaco,
raggiungendo valori del 6-12%.
In presenza di un’intolleranza al glutine si ha una risposta eccessiva del sistema immunitario e di
conseguenza un’infiammazione cronica dell’intestino tenue con appiattimento della mucosa e
accorciamento dei villi che contengono gli enzimi necessari per l’assorbimento delle sostanze
nutritive. Nei bambini, mal di pancia, diarrea, vomito, inappetenza e scarso accrescimento sono
sintomi frequenti che possono manifestarsi poco dopo la prima nutrizione con alimenti contenenti
glutine (per es. farine lattee). Nella forma ad esordio precoce, i sintomi della malattia compaiono in
un’età compresa tra 6 mesi e 2 anni: il bambino celiaco appare spesso pallido, sofferente o
irrequieto.
Vari studi hanno evidenziato che il nutrimento del neonato nel primo anno di vita può influenzare il
rischio di sviluppare celiachia, diabete di tipo 1 e allergia al grano. L’ESPGHAN (Società Europea per
la Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione in Pediatria) raccomanda di allattare al seno almeno
fino al sesto mese del bambino e di introdurre alimenti contenenti glutine in modo graduale quando
ancora il neonato è nutrito con latte e, comunque, non prima dei 4 mesi né dopo i 7 mesi di vita.
La diagnosi precoce della celiachia è di estrema importanza perché, al momento, l’unico modo per
gestire la malattia è una dieta priva di glutine che deve essere seguita per tutta la vita.
La principale predisposizione genetica alla malattia celiaca è rappresentata dai geni di classe II del
sistema HLA sul cromosoma 6. La maggior parte dei soggetti celiaci presenta le molecole DQ2
codificate dagli alleli HLA-DQA1*05 e HLA-DQB1*02 che possono essere ereditati insieme sullo
stesso cromosoma (aplotipo1 DQ2.5) o separatamente sui due cromosomi 6 (aplotipi DQ2.2/DQ7).
Quasi tutti i pazienti DQ2-negativi, esprimono le molecole DQ8 codificate dagli alleli HLA-DQA1*03 e
HLA-DQB1*03:02 (aplotipo DQ8); la malattia si sviluppa, sebbene meno frequentemente, anche in
individui che presentano il cosiddetto “mezzo dimero DQ2” (aplotipo DQ2.2); molto raramente si
riscontra in soggetti positivi per DQ7 o che non portano nessuna delle molecole sopra-elencate.
Il test HLA per la celiachia è importante per discriminare soggetti geneticamente suscettibili o nonsuscettibili alla malattia, soprattutto in particolari gruppi a rischio quali: parenti di primo grado
1
Aplotipo: combinazione di particolari varianti dei geni HLA-DQA1 e HLA-DQB1 sullo stesso
cromosoma.
7
(genitori e fratelli/sorelle) di un celiaco e individui con altre patologie (diabete, tiroidite, deficit di
IgA, sindrome di Down, Turner o Williams).
Metodo analitico
Definizione degli aplotipi HLA-DQA1-HLA-DQB1 mediante l’analisi di varianti geniche strettamente
associate (Tag-SNP) utilizzando il sistema di amplificazione competitiva allele-specifica (KASP).
Risultati del test
Aplotipo
HLA-DQA1 - HLA-DQB1
DQ2.5
(*05:01 - *02:02)
DQ8
(*03:01 - *03:02)
presente in omozigosi
rs2395182
rs7775228
rs4713586
DQ2.2
(*02:01 - *02:02)
Assente
rs4639334
DQ7
(*05:05 - *03:01)
Assente
Cromosoma 6p21.3 Tag-SNP
rs2187668
rs7454108
Risultato
Assente
Spiegazione dei risultati del test
Rischio molto alto (DQ2.5/DQ2.5).
Cosa fare
Il test genetico ha rilevato la presenza di due copie dell’aplotipo DQ2.5 che portano alla formazione
delle molecole DQ2 frequentemente associate alla celiachia.
È importante sottolineare che questo risultato indica soltanto che esiste una predisposizione
genetica alla malattia e non implica un sicuro sviluppo dell’intolleranza al glutine: il 30% della
popolazione generale porta, infatti, le molecole DQ2/DQ8 di rischio senza essere celiaco.
Il vostro bambino potrà verosimilmente assumere alimenti contenenti glutine in assenza di una
diagnosi accertata. Si suggerisce, comunque, di eseguire controlli sierologici specifici ogni 1-2 anni.
Condividete i risultati delle analisi con medico curante, pediatra, gastroenterologo o genetista per
ricevere ulteriore assistenza. Se lo desiderate, Sorgente può aiutarvi a mettervi in contatto con uno
specialista in grado di rispondere ad ogni vostra domanda e darvi le giuste indicazioni.
8
EMOCROMATOSI TIPO 1
Introduzione
L’emocromatosi tipo 1 è la malattia da accumulo di ferro più diffusa: ne soffre 1 persona su 300–400
tra gli individui di origine europea. L’emocromatosi è provocata da un aumentato riassorbimento di
ferro sierico nel tratto superiore dell’intestino tenue. Poiché il corpo non ha la possibilità di espellere
il ferro assorbito in eccesso, questo si accumula in determinati organi (pancreas, fegato, cuore)
danneggiandoli.
L’emocromatosi tipo 1 è causata da alterazioni nel gene HFE, localizzato sul cromosoma 6 e
codificante per una proteina importante nella regolazione dell’assorbimento del ferro. Le mutazioni
più frequentemente riscontrate sono C282Y, H63D e S65C. La maggior parte degli affetti presenta la
mutazione C282Y in entrambe le copie del gene HFE (omozigoti C282Y/C282Y); alcuni pazienti
portano su un cromosoma la variante C282Y e sull’altro la mutazione H63D (eterozigoti composti
C282Y/H63D) o hanno ereditato da entrambi i genitori la mutazione H63D (omozigoti H63D/H63D).
S65C è una variante più rara che causa emocromatosi se presente in associazione con altre
mutazioni nel gene HFE, solitamente C282Y (eterozigoti composti C282Y/S65C).
L’emocromatosi si manifesta raramente prima dei 30 anni ed è caratterizzata da una estrema
eterogeneità del quadro clinico probabilmente causa l’interazione di altri fattori genetici e/o
ambientali. Generalmente può manifestarsi con dolori articolari, stanchezza, pigmentazioni cutanee
e disturbi ormonali; negli stadi successivi possono manifestarsi cirrosi epatica, insufficienza cardiaca,
diabete mellito, artropatie, tumore al fegato.
Una diagnosi precoce e l’avvio di una terapia appropriata prevengono lo sviluppo di complicanze e
conferiscono al paziente aspettative di vita assolutamente normali.
Metodo analitico
Analisi delle mutazioni C282Y, H63D e S65C nel gene HFE mediante il sistema di amplificazione
competitiva allele-specifica (KASP).
Risultati del test
Cromosoma 6p21.3, Gene HFE, Esone 4
C282Y pos. 845 G>A (rs1800562)
G/G
Cromosoma 6p21.3, Gene HFE, Esone 2
H63D pos. 187 C>G (rs1799945)
C/C
S65C pos. 193 A>T (rs1800730)
A/A
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Spiegazione dei risultati del test
Rischio estremamente basso.
Cosa fare
L’analisi genetica è risultata negativa per le mutazioni C282Y, H63D e S65C del gene HFE; il vostro
bambino ha un rischio residuo molto basso di emocromatosi tipo 1 che non deve costituire motivo di
preoccupazione significativa per la coppia. Non sono necessari particolari accorgimenti nella dieta o
misure preventive.
Condividete i risultati delle analisi con medico curante e pediatra. Se lo desiderate, Sorgente può
aiutarvi a mettervi in contatto con uno specialista in grado di rispondere ad ogni vostra domanda e
darvi le giuste indicazioni.
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Carenza di AAT (carenza di Alfa-1 Antitripsina)
Introduzione
L’Alfa-1 Antitripsina (AAT) è una proteina prodotta dal fegato e rilasciata nel circolo sanguigno con il
compito di bloccare particolari enzimi del sistema immunitario soprattutto a livello polmonare. A
causa di un determinato assetto genetico, si può avere una carenza di AAT nel siero e quindi
un’iperattività delle elastasi rilasciate dai globuli bianchi con gravi danni a carico dei polmoni e del
fegato: piccoli focolai di infiammazione, provocati per esempio da normali infezioni, possono
causare ingenti danni ai tessuti. Circa 1 neonato su 2.500 presenta la forma più grave della malattia
nell’Europa Occidentale. Gli affetti hanno valori molto bassi di AAT a causa di mutazioni nel gene
SERPINA1: le più comuni sono chiamate S e Z mentre le “nulle” sono molto rare. La sequenza
normale del gene è indicata con M. La maggior parte degli affetti presenta la variante Z in entrambe
le copie del gene (omozigoti Z/Z); alcuni pazienti portano la forma S su un cromosoma e Z sull’altro
(eterozigoti composti SZ).
Il 10% dei neonati con carenza di AAT sviluppa sin dai primi mesi di vita un’epatite; altri bambini
possono presentare sintomi causati dall’ittero neonatale (ittero prolungato) o può comparire cirrosi
epatica giovanili giovanile; le manifestazioni a livello polmonare sono più comuni in età adulta:
comprendono essenzialmente enfisema polmonare e malattia ostruttiva polmonare cronica con
conseguente difficoltà respiratorie.
La malattia può comportare gravi danni ai polmoni e al fegato se la diagnosi viene effettuata
tardivamente. Per i bambini con una carenza congenita di AAT è quindi decisiva una diagnosi quanto
più precoce possibile. In caso malattia polmonare, la somministrazione farmacologica di AAT è
essenziale per compensarne la carenza. Ha, inoltre, enorme importanza far respirare al bambino aria
pulita evitando il fumo di sigaretta e l’esposizione a sostanze irritanti. Come profilassi si dovrebbero
eseguire vaccinazioni contro l’influenza, la polmonite e l’epatite A e B. È inoltre necessario sottoporsi
a regolari visite mediche di controllo del distretto polmonare ed epatico (test di funzionalità
respiratoria, radiografia toracica, valutazione degli indici ematochimici di funzionalità epatica,
monitoraggio epatico ecografico).
Un bambino affetto da carenza di AAT può condurre una vita del tutto normale rispettando le
opportune misure di profilassi e visite di controllo.
Metodo analitico
Analisi delle varianti S e Z nel gene SERPINA1 mediante il sistema di amplificazione competitiva
allele-specifica (KASP).
11
Risultati del test
Cromosoma 14q32.1, Gene SERPINA1, Esone 3
variante S
pos. 791 A>T (rs17580)
A/A
Cromosoma 14q32.1, Gene SERPINA1, Esone 5
variante Z
pos. 1024 G>A (rs28929474)
A/A
Spiegazione dei risultati del test
Rischio molto alto.
Cosa fare
L’analisi genetica ha rilevato la presenza della mutazione Z su entrambe le copie del gene SERPINA1
(omozigote Z/Z): questo assetto genetico è solitamente associato allo sviluppo di AAT. È importante
valutare i livelli plasmatici di Alfa1-Antitripsina del vostro bambino. Si consiglia di seguire le
opportune misure preventive.
Vi preghiamo di condividere il referto con il vostro pediatra per ricevere ulteriore assistenza. Se lo
desiderate, Sorgente può aiutarvi a mettervi in contatto con uno specialista in grado di rispondere ad
ogni vostra domanda e darvi le giuste indicazioni.
12
Bibliografia essenziale
Sordità indotta da farmaci
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Intolleranza al lattosio
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Celiachia
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