DISTURBI DEL GUSTO E DELL’OLFATTO Dietro a una ridotta capacità di avvertire i sapori e gli odori si potrebbero nascondere problemi e malattie di vario tipo. Ma spesso si tratta solo di insufficiente igiene orale o di una dieta povera di vitamine. “Il menù era di quelli da leccarsi i baffi – ci racconta Antonella da Brescia–. Dopo un faticoso giro di telefonate, per evitare pietanze sgradite a qualcuno, c’era proprio tutto quello che potesse piacere ai miei invitati: le tagliatelle al ragù, la faraona al limone, il panettone farcito con crema e caramello, ma senza uvetta, perché mia suocera non è mai riuscita a mandarla giù”. Tutto perfetto, se non fosse che da qualche tempo Antonella non riesce più a sentire i sapori e gli odori. “E sfido chiunque a preparare un pranzo senza potersi rendere conto se quanto è in pentola ha il sapore che dovrebbe avere”. La verità è che ci accorgiamo che siamo dotati di sensi solo quando li perdiamo. Il guaio, con il gusto e l’olfatto, è che essendo così legati dal punto Se mangiamo qualcosa con il naso turato, il sapore diventa insipido e senza sfumature di vista fisiologico la disfunzione di uno spesso finisce con l’influire sul buon funzionamento dell’altro. Provate ad assaggiare un pezzo di cioccolato, turandovi il naso. Vi sembrerà diverso, perché ciò che normalmente percepiamo è in realtà un misto di odore e gusto, che gli esperti chiamano “flavour”. L’aroma degli alimenti, infatti, è percepito dal naso; ecco perché con la perdita dell’odorato anche ciò che mettiamo in bocca finisce per avere un sapore insipido e senza sfumature. Sono spesso sottovalutati Questi disturbi non si percepiscono come menomanti, come al contrario si fa per esempio con un forte calo della vista. Per questo motivo sia il paziente sia il medico tendono a non dare loro la giusta considerazione. E invece non averli significa perdere il gusto della vita ma anche eccezionali armi di difesa: si pensi alle conseguenze derivanti dall’incapacità di sentire determinati odori che segnalano la presenza di fumo, gas e sostanze tossiche oppure dalla mancanza di percezione dell’eccessiva acidità di alimenti deteriorati. La perdita o, più frequentemente, la riduzione della capacità gustativa e di quella olfattiva sono tipiche dell’età avanzata. E quando si verificano, gli anziani possono essere soggetti a malnutrizione e a cali di peso, anche perché non di rado sono motivo di depressione e inappetenza. I disturbi gusto-olfattivi caratterizzano anche la menopausa e la gravidanza. E come tutti sanno, accompagnano episodi influenzali (per un breve periodo). > test salute 77 Dicembre 2008 Traditi dai sensi 25 DISTURBI DEL GUSTO E DELL’OLFATTO > Anche le sedute dal dentista – per via dell’applicazione di paste, anestetici e protesi – mettono a dura prova la sensibilità gusto-olfattiva. Per non parlare del fumo: i grandi fumatori vanno incontro a importanti alterazioni di questi due sensi. test salute 77 Dicembre 2008 Non sento i sapori 26 Se non avete avuto recentemente l’influenza o un banale raffreddore, e vi siete accorti di avere da qualche tempo problemi ad avvertire il gusto oppure sentite nella bocca un persistente cattivo odore, sarebbe opportuno parlarne con il vostro medico. Queste alterazioni potrebbero essere sintomo di una malattia (della bocca o non solo) oppure essere causati dai farmaci che avete assunto. Per individuare il tipo di distorsione del gusto, il medico per prima cosa vi chiederà se riuscite a sentire il gusto salato usando il sale, dolce utilizzando lo zucchero, aspro con il succo di limone e amaro con il caffè. ■ Cavo orale. Poi passerà all’analisi della bocca, per escludere che non sia in atto un’infezione della mucosa orale (micosi, gengivite, herpes, periodontite). È possibile che dopo terapie antibiotiche prolungate, la superficie della lingua subisca un’infezione da funghi (micosi). L’ipotesi più grave, e decisamente più rara, è che si tratti di un tumore o di una lesione della cavità orale. ■ Dieta. Anche una dieta insufficiente (o vera e propria malnutrizione) può provocare deformazioni della capacità gustativa. In particolare il problema può dipendere da un deficit di vitamina B12, contenuta soprattutto in carne, pesce, latte e derivati. ■ Trauma cranico. Alterazioni delle funzioni gustative possono essere conseguenza di un incidente in cui si è riportato un trauma cranico o facciale. ■ Fegato e reni. Anche malattie del fegato e dei reni possono essere causa di tali disturbi. I grandi fumatori sono più esposti a disturbi gusto-olfattivi ■ Ormoni. Più raramente si possono considerare problemi ormonali o di natura reumatologica. ■ Sistema nervoso. In ultima analisi, si pensa a malattie neurologiche (epilessia, morbo di Parkinson e di Alzheimer), comunque raramente diagnosticate quando si verifica solo un disturbo del gusto. E a malattie psichiatriche come depressione, nevrosi, anoressia nervosa, bulimia. Si cura la causa I disturbi del gusto si possono prevenire, per esempio smettendo di fumare e mantenendo una corretta igiene orale che comprenda l’attenta pulizia di eventuali protesi dentarie. Quando però si verificano, la cura si traduce nell’agire non tanto sul disturbo, non essendoci farmaci che risensibilizzano il gusto, ma sulle cause che ne sono all’origine. Se quindi il problema è rappresentato da una forte carenza vitaminica, il ripristino della normale sensibilità gustativa sarà possibile solo integrando nella dieta le sostanze insufficienti. Non sento gli odori Cosa succede quando è in naso ad andare in crisi? Sulla perdita totale o parziale del senso dell’odorato e sulle alterazioni delle percezioni olfattive incidono fattori come sesso ed età: con il passare degli anni è normale che diminuisca la capacità di percepire gli odori. Il calo fisiologico colpisce soprattutto le donne dopo la menopausa e, con il passare dell’età, entrambi i sessi. Non sentire gli odori può tradursi in una diminuzione della libido, dal momento che non si è più in grado di percepire i cosiddetti “ferormoni”, le molecole prodotte dal corpo che giocano un ruolo nell’attrazione sessuale. Ma cosa c’è all’origine della perdita dell’odorato? ■ Cause locali. Lo si può perdere per un breve periodo a causa di un semplice raffreddore, rinite (allergica e non), rinosinusite o per la presenza di polipi nasali. La perdita definitiva compare, di solito, dopo un episodio virale apparentemente banale, come un’influenza, se il virus ha attaccato direttamente le cellule sensoriali olfattive. In rarissimi casi, superata la fase acuta, l’olfatto potrebbe non riapparire più. Anche il fumo di sigaretta, l’uso di cocaina e l’assunzione di alcuni tipi di farmaci possono compromettere in modo permanente il buon funzionamento del naso. ■ Trauma cranico. Un’altra importante causa può essere il trauma cranico, anche se non è stato violento e Come funziona l’olfatto Gli odori raggiungono il naso Le molecole volatili degli odori presenti nell’aria entrano nel naso e raggiungono direttamente i recettori olfattivi. I recettori trasmettono al cervello I recettori stimolano i bulbi olfattivi, due agglomerati di neuroni, uno per ogni narice, collegati direttamente al cervello. Il cervello distingue la qualità Così stimolati, i bulbi olfattivi trasmettono il segnale alle vie olfattive che raggiungono i centri cerebrali interessati. E spunta il quinto gusto Dolce, salato, acido e amaro. Questi i magnifici quattro gusti che il nostro palato è capace di avvertire. Almeno così aveva teorizzato lo scenziato Hans Henning nel 1922. Ma ecco che dalle retrovie sensoriali ne spunta un quinto, l’umami. Il nome esotico è dovuto alla patria del suo scopritore, il giapponese Kikunae Ikeda, che lo isolò per la prima volta giusto un secolo fa, nonostante la comunità scientifica lo abbia promosso a “gusto base” solo recentemente. Ma a cosa corrisponde il quinto gusto? L’umami è in soldoni il gusto di glutammato, sostanza dal sapore appetitoso simile a quello del brodo di carne. È presente nella nostra alimentazione occidentale da secoli, nelle salse di condimento e nella pizza. A confermare la qualità di gusto base indipendente dell’umami è arrivata la recente scoperta di un recettore specifico del glutammato. La percezione del quinto gusto non è immediata, ma avviene dopo qualche tempo che l’alimento è presente in bocca o, meglio, dopo la sua deglutizione. Questo spiegherebbe come mai l’umami non sia sempre riconosciuto subito dalle persone e venga spesso descritto come un retrogusto. Fonte: Smellandtaste.org E stimola comportamenti istintivi I centri cerebrali, in cui hanno sede le sensazioni (fame, sete...) e le emozioni, discriminano il tipo di odore e producono una risposta. Diagnosi e cura La diagnosi dei disturbi olfattivi richiede, da parte dell’otorinolaringoiatra, l’esame approfondito del tratto respiratorio superiore (specialmente naso e rinofaringe). È invece il neurologo a valutare l’integrità dei nervi cranici, ed eventualmente chiedere una Tac o una risonanza magnetica del cranio per escludere tumori o lesioni della testa. I disturbi olfattivi più facilmente curabili sono quelli che dipendono da riniti, sinusiti e malattie infiammatorie. Come per le alterazioni del gusto, il recupero del senso olfattivo è legato alla cura di disturbi e malattie che ne hanno minato il buon funzionamento. Se il medico ha naso L’olfatto è un senso che il medico non dovrebbe lui stesso dimenticare di usare quando visita un paziente. La percezione di alitosi può infatti nascondere diverse malattie del cavo orale, dei bronchi, dell’apparato gastroenterico. L’odore di acetone può invece svelare un diabete scompensato, e quello di urina uno stato di insufficienza renale grave. Si parla anche di “foetor hepaticus” (un odore dolciastro aromatico) in pazienti con insufficienza epatica severa. DALLA TUA PARTE Se la colpa è dei farmaci Le distorsioni nella percezione del gusto e dell’olfatto possono derivare dall’uso di alcuni farmaci oppure da terapie specifiche (radioterapia su testa e collo). Questi effetti sono poco studiati perché considerati minori e trascurabili. Al contario, meriterebbero interesse sia perché incidono sulla qualità della vita dei pazienti sia su una buona risposta alle terapie. Il medico, una volta individuato il farmaco responsabile di questi disturbi, deve cercare di modificare la cura, anche perché solo così può valutare quale sia l’origine dell’alterazione. ´ Antipertensivi. Quelli della tipologia Ace-inibitori (come captopril ed enalapril) possono essere responsabili di una riduzione del gusto o della percezione di un sapore metallico, amaro o dolce. ´ Antimicotici. I farmaci che curano le infezioni da funghi (terbinafina) sono tra i maggiori indiziati per questo tipo di problema. ´ Antibiotici. Colpevoli possono essere le cure prolungate a base di antibiotici, in particolare di cosiddetti “macrolidi” (eritromicina, azitromicina, claritromicina). ´ Antistaminici e antidepressivi. In rari casi causano eccessiva secchezza delle mucose, cosa che altera le capacità gustative. test salute 77 Dicembre 2008 non ha portato altre conseguenze. ■ Psiche. La mancanza di olfatto può essere segno precoce di schizofrenia o far seguito a un evento traumatico. ■ Malattie neurologiche. È anche un indice precoce di malattie neurologiche degenerative come l’Alzheimer e il Parkinson, o infiammatorie della corteccia cerebrale, come sclerosi multipla ed epilessia. In alcuni casi può verificarsi il problema contrario, cioè un aumento della sensibilità agli odori, che può essere temporaneo se il motivo è un eccessivo consumo di alcol, o cronico nei soggetti nevrotici e istrionici. 27