9788839524249A_152_175.qxd 29-01-2010 12:23 Pagina 152 La civiltà della polis CAPITOLO 8 e il confronto con i Persiani In questo capitolo studieremo il periodo culminante della polis greca. Analizzeremo le caratteristiche delle due poleis più importanti, Sparta e Atene, prendendole come modelli di riferimento e concentrandoci sugli eventi che portarono alla realizzazione del regime oligarchico spartano e alla costituzione della democrazia ateniese. Vedremo infine il primo grande conflitto che coinvolse il mondo delle poleis: quello con i Persiani, un nemico che sembrava invincibile. Perché studiare la civiltà della polis e il confronto con i Persiani? Perché in questo periodo giunge a maturazione lo sviluppo della polis greca Tra VII e VI secolo a.C. si affermarono due modelli di riferimento, Sparta e Atene, intorno ai quali si sarebbe polarizzato il mondo greco. Mentre Sparta realizzò un sistema oligarchico chiuso, Atene portò a compimento un percorso di crescita democratica, che avrebbe avuto come esito la piena partecipazione del popolo alla politica cittadina. Perché lo sviluppo politico di Atene è alla base della nostra idea di democrazia MAR Lo studio degli avvenimenti e dei personaggi che portarono alla nascita della democrazia ateniese ci permette di capire i fondamenti delle idee politiche moderne e del nostro sistema di organizzazione sociale. NERO TRACIA MACEDONIA CALCIDICA IMPERO TESSAGLIA EU MAR EGEO BE A BEOZIA ATTICA ACAIA Atene Corinto PELOPONNESO Sparta MAR MEDITERRANEO Perché la vittoria dei Greci sui Persiani ebbe un significato epocale PERSIANO LESBO Sardi CHIO SAMO Mileto ISOLE CICLADI RODI Territori persiani Territori controllati dai Greci 2 7 6 2 7 a carta mostra l’estensione dell’Impero persiano in Asia Minore e nella penisola balcanica e i territori controllati dai Greci. Si può notare come l’area d’influenza greca fosse pericolosamente vicina a quella su cui si stava progressivamente estendendo l’Impero persiano, rendendo inevitabile un conflitto. 6 2 7 6 2 6 L 152 CAPITOLO 8 La civiltà della polis e il confronto con i Persiani La vittoria sui Persiani apparve ai Greci come il trionfo della civiltà della polis, che aveva come idea di base la libertà del cittadino, sui “barbari” e su un sistema di vita che prevedeva invece la sottomissione del singolo a un’unica autorità. 9788839524249A_152_175.qxd 29-01-2010 12:23 w Pagina 153 Rilievo in pietra raffigurante Dario I e Serse, proveniente da Persepoli, dove aveva sede il palazzo di Dario. I due sovrani persiani, dopo aver realizzato importanti riforme nell’organizzazione dell’impero, si avvicendarono alla guida dell’esercito durante i conflitti che opposero Greci e Persiani nel 490-478 a.C. Scontro epocale tra il mondo greco e quello orientale, le guerre persiane costituirono per le poleis greche la prima grande occasione di cooperazione per far fronte a una minaccia comune. Testa di guerriero in terracotta dipinta, rinvenuta ad Amicle, città della Laconia (VIII secolo a.C.). La società spartana era fortemente militarizzata: gli spartiati erano sottoposti a una rigida educazione militare a partire dai sette anni di età. w 1. La polis oligarchica: Sparta 1.1 Le origini di Sparta: da piccolo villaggio a centro propulsore del Peloponneso Tra le numerose poleis greche, due acquisirono una posizione di rilievo, sia per la loro crescente potenza politica e militare sia per l’originalità della loro costituzione politica: Sparta e Atene. Sparta sorse in una valle della Laconia, montuosa regione del Peloponne- In che modo si sviluppò so sud-occidentale, sede in età micenea del regno della città di Lacedemone, la città di Sparta? dove aveva governato il mitico Menelao. In concomitanza con il crollo della civiltà micenea, intorno all’XI secolo a.C. giunse in Laconia una popolazione di stirpe dorica, che conquistò e sottomise la popolazione e fondò poi Sparta, un agglomerato di quattro villaggi, che non si trasformò mai in una città vera e propria con un centro monumentale. Già intorno alla metà dell’VIII secolo a.C. la nuova città estendeva il suo dominio su tutta la Laconia. A differenza di altre poleis, che avevano risolto il problema di cercare nuove terre con la colonizzazione, Sparta preferì espandersi nella vicina e fertile regione della Messenia, che fu sottomessa alla fine del VII secolo a.C., dopo quasi cent’anni di guerre. All’inizio del VI secolo a.C. Sparta controllava direttamente tutta la parte meridionale del Peloponneso: un’impresa resa possibile da un efficientissimo esercito abituato a un ferreo rispetto della disciplina militare. 1.2 Una società articolata in tre classi La società spartana era suddivisa in tre classi. Al vertice c’erano gli Chi erano gli spartiati spartiati, discendenti dei Dori conquistatori, che godevano di pieni diritti po- e gli iloti e quali attività litici e costituivano la classe dominante della città. Essi detenevano il possesso svolgevano? di tutta la terra, assegnata loro in lotti dallo Stato, ma poiché erano tenuti a dedicarsi esclusivamente all’esercizio delle armi e alla politica, il comChe cosa significa pito di coltivare la terra era lasciato agli iloti , servi assegnati agli spariloti tiati dallo Stato, che costituivano la maggioranza della popolazione. Gli iloti era- La parola greca da cui deriva l’italiano ilota è héilos, no probabilmente i discendenti delle popolazioni locali, Messeni e Laconi, termine di origine incerta, sottomesse dagli Spartani. Privi di diritti civili e politici, completamente asser- la cui radice hel- rinvia all’idea di cattura, del far viti agli spartiati, gli iloti costituivano il gradino più basso dell’ordinamento so- prigioniero. Gli iloti erano discendenti dei Mesciale: essi coltivavano i lotti di terra assegnati agli spartiati, cui versavano una infatti seni e dei Laconi assoggetparte dei prodotti. Le loro condizioni di vita erano molto dure, soprattutto a tati dagli Spartani; essi laalle dipendenze causa del rigido controllo esercitato da parte degli spartiati che teme- voravano degli spartiati. vano la preponderanza numerica degli iloti; questi ultimi, infatti, erano circa sette volte più numerosi rispetto alla ristretta oligarchia spartiate. Si spiegano così repressioni e consuetudini spietate nei confronti degli iloti, Che cos’era la kryptéia? volte a mantenerli sottomessi. Una di queste consuetudini era la kryptéia, una sorta di “caccia agli iloti”, nella quale ogni anno si cimentavano i giovani spartiati più forti e coraggiosi: senza viveri e armati solo di un pugnale, si A La polis oligarchica: Sparta 153 9788839524249A_152_175.qxd 29-01-2010 12:23 Pagina 164 Questo bassorilievo, rinvenuto nella reggia di Persepoli, rappresenta un dignitario nell’atto di rendere omaggio al re Dario, portando la mano davanti alla bocca in segno di rispetto; si noti l’atteggiamento quasi divino del re. La monarchia persiana assunse i caratteri tipici dei regni orientali, in cui era molto pronunciata la distanza tra i sudditi e il sovrano. w Coppa attica a figure rosse, su cui è raffigurato un arciere persiano (metà VI secolo a.C.). w Quali furono i rapporti tra le nel 546 a.C. Ciro conquistò la Lidia e le città greche dell’Asia Minore, queste ulti- città greche d’Asia e i me, gelose della propria autonomia, non si rassegnarono alla sottomissione al Persiani? Gran Re e al rigido controllo imposto dai Persiani. Da questa situazione di insofferenza verso lo strapotere persiano e di timore verso la politica espansionistica di Dario, ebbe origine un conflitto che i Greci considerarono sempre come l’evento più importante della loro storia: nello scontro si opponevano due mondi diversi, l’uno fondato sull’autonomia politica delle poleis e sulla centralità del cittadino; l’altro, invece, erede della tradizione orientale basata sulla monarchia assoluta e sulla subordinazione dell’individuo allo Stato. Che cosa significò per i Greci I Greci uscirono vincitori e la loro vittoria assunse un significato epocale: pola vittoria sui Persiani? sti di fronte al nemico, i Greci acquisirono la consapevolezza della propria identità e la vittoria diede loro la certezza di essere superiori agli altri popoli che non Come facciamo a saperlo? conoscevano l’organizzazione della polis. Fu infatti a seguito delle guerre persiaLA PAROLA ALLE FONTI ne che il termine “barbaro”, usato in origine dai Greci per indicare gli stranieri che non parlavano la loro lingua, divenne sinonimo di uomo incivile e inferiore. Lago d’Aral Fasi MAR Danubio MACEDONIA TRACIA NERO ria Da Syr- Pteria LIDIA Sardi GRECIA Efeso Atene Sparta IONIA MAR CASPIO ASSIRIA Tig ri ARMENIA Eu fra CRETA te CIPRO MAR MEDITERRANEO MESOPOTAMIA Taxila Monti Zagros MEDIA Babilonia Gerusalemme Barca BACTRIANA Ecbatana Tiro Cirene Bactra PARTIA Susa Pasargade G LIBIA Menfi IRAN ol Persepoli In lo Ni Pe do fo INDIA rs ic EGITTO o Zona d’origine dei Persiani MAR MAR ROSSO ARABICO L’Impero persiano ai tempi di Ciro II il Grande (558-530 a.C.) Le conquiste di Cambise II (530-522 a.C.) Le conquiste di Dario I il Grande (522- 486 a.C.) Le principali strade dell’Impero persiano Piste carovaniere 164 La carta mostra l’espansione dell’Impero persiano tra VI e V secolo a.C. e le conquiste effettuate da Ciro II il Grande, Cambise II e Dario I il Grande. Da piccolo regno stanziato nelle regioni corrispondenti all’attuale Iran, la Persia divenne un grande impero comprendente l’Asia Minore, la Macedonia, la Tracia, alcuni territori dell’attuale India e buona parte dell’Egitto. CAPITOLO 8 La civiltà della polis e il confronto con i Persiani 9788839524249A_152_175.qxd 29-01-2010 w 12:23 Pagina 165 Nella sua opera lo storico Erodoto (qui ritratto in un busto del I secolo d.C.) dedicò molte pagine alla descrizione della storia, degli usi e costumi della popolazione persiana, per fornire ai lettori un quadro completo della realtà contro cui si scontrarono le genti greche. Statua di guerriero proveniente da Sparta (VI secolo a.C.). La differenza fondamentale tra milizie greche e persiane, che rese possibile la vittoria dei Greci anche se meno numerosi, consisteva nelle motivazioni dei soldati. Secondo Erodoto, infatti, i Greci combattevano liberi, per se stessi e obbedendo a leggi giuste, mentre i Persiani erano sudditi che eseguivano la volontà di un sovrano. w LA PAROLA ALLE FONTI I discorsi di due Spartani nella testimonianza di Erodoto Erodoto (490-425 a.C.) è considerato il “padre della storia”: egli fu infatti il primo storico greco a ricostruire il passato preoccupandosi di consultare i documenti, di “vedere” personalmente, per quanto possibile, ciò che descriveva, di interrogare i testimoni. La sua opera, intitolata Storie (dal greco historía = ricerca, indagine), è incentrata sulla descrizione dell’Impero persiano e sulle guerre tra Greci e Persiani. Nell’introduzione Erodoto afferma che scrive «affinché gli avvenimenti umani con il tempo non si dissolvano nella dimenticanza e le imprese grandi e meravigliose, compiute tanto dai Greci che dai barbari, non rimangano senza gloria». Dall’opera di Erodoto sono tratti i due brani seguenti, in cui emergono chiaramente i principali motivi su cui si fondava la consapevolezza dei Greci di essere superiori rispetto ai barbari. Così anche gli Spartani quando combattono singolarmente a nessuno al mondo sono inferiori; uniti, poi, sono i più valorosi di tutti gli uomini: poiché, se è vero che sono liberi, non sono poi liberi in tutto: domina su di loro un padrone, la legge, di cui hanno timoroso rispetto molto più ancora che i tuoi sudditi non l’abbiano per te e fanno tutto quello che essa comanda ed essa sempre la stessa cosa comanda: di non fuggire dal campo di battaglia qualunque sia la caterva dei nemici e, rimanendo saldi al proprio posto, vincere o morire. O Idarne, il consiglio che rivolgi a noi non parte da un’uguale esperienza di ambedue le condizioni: tu parli per aver provata una delle due cose, ma dell’altra sei inesperto: sai, infatti, che cosa significhi essere schiavo, ma la libertà non l’hai ancora provata: non sai se sia dolce o no. Poiché, se soltanto l’avessi gustata, non solo con le lance ci consiglieresti di lottare per difenderla, ma anche con le scuri. Identikit Che cos’è: testo storiografico Autore: Erodoto Titolo: Storie Lingua: greco Epoca: V secolo a.C. (Erodoto, Storie, VII, 104, 135, a cura di L. Annibaletto, A. Mondadori, Milano 1956) ● Il primo brano riporta un discorso fatto da Demarato, re spartano in esilio, a Serse, il Gran Re persiano, sul tema del valore dei Greci in battaglia. Si sottolineano con chiarezza le differenze tra Greci e Persiani: i primi sono liberi, ma sottoposti alla legge, e per essa sono disposti a sacrificare la vita, mentre i secondi sono sudditi di un re. ● Il secondo brano riporta la risposta data da due Spartani a un satrapo persiano, Idarne, che aveva proposto loro di mettersi al servizio del Gran Re, in cambio di una generosa ricompensa. La risposta degli Spartani fa riferimento al valore della libertà: essi, al contrario del Persiano, il quale non è altro che uno schiavo del Gran Re, la conoscono bene e sono disposti a combattere per difenderla. ● In questi brani ritroviamo gli ideali cardine della civiltà della polis: i Greci sono superiori agli altri popoli perché sono liberi in quanto soggetti alla legge e non a un uomo. È proprio in Erodoto che troviamo per la prima volta il tema della differenza tra Greci e barbari, che in seguito diventerà centrale nella mentalità ellenica, la quale guarderà sempre con disprezzo ai “non Greci”, cioè ai barbari. I Greci contro i barbari: un evento che cambiò il mondo 165 9788839524249A_152_175.qxd 29-01-2010 12:23 Pagina 172 CAPITOLO 8 La sintesi La civiltà della polis e il confronto con i Persiani I fatti e i concetti Sparta: il modello della polis oligarchica. Sparta sviluppò un sistema politico singolare, espressione della polis oligarchica nella quale una ristretta minoranza dominava il resto. La rigida divisione della popolazione in classi (spartiati, iloti e perieci) della popolazione e la forte militarizzazione degli spartiati furono le caratteristiche che resero la città una delle maggiori potenze del mondo greco. Solone: un riformatore sociale e politico ad Atene. Atene iniziò il proprio cammino verso la democrazia con le riforme del legislatore Solone. Egli impostò la sua opera sull’ideale dell’eunomìa, il buon ordinamento che doveva garantire la pace sociale e politica. A tal fine cercò di ridurre la subordinazione dei piccoli contadini dell’Attica agli aristocratici e avanzò una riforma politica che suddivideva la cittadinanza in base al censo (timocrazia), indebolendo la nobiltà di sangue e consentendo una maggiore partecipazione politica del démos. Clistene e l’avvio della democrazia ateniese. Dopo l’intermezzo della tirannia di Pisistrato e dei suoi figli, Atene fece un nuovo passo avanti verso la democrazia grazie all’opera riformatrice di Clistene. Egli ridusse ulteriormente il potere degli antichi partiti aristocratici riorganizzando la popolazione ateniese in nuove suddivisioni territoriali e in nuove tribù, consentendo al contempo anche ai cittadini più poveri l’accesso al consiglio (bulé). In tal modo egli realizzò l’isonomìa, l’ordinamento egualitario, che costituì la prima vera forma di democrazia. Le guerre persiane: lo scontro fra Occidente e Oriente e tra due modelli di civiltà. Lo scontro tra Greci e Persiani, all’inizio del V secolo a.C., acquisì il significato di uno scontro tra la civiltà delle poleis greche e quella dei regni orientali. Di fronte al nemico comune, le poleis seppero superare la tradizionale autonomia e unirsi per contrastare la minaccia persiana. La vittoria dei Greci assicurò loro la possibilità di continuare lo sviluppo politico e culturale della polis in piena libertà. Le date fondamentali Secondo la tradizione in questo periodo sarebbe stata fissata la legislazione di Licurgo a Sparta Solone introduce ad Atene una costituzione di tipo timocratico, che amplia la partecipazione politica del démos 594-593 a.C. VIII sec. a.C. VIII-VII sec. a.C. Sparta sottomette la Messenia e diventa la potenza egemone del Peloponneso 172 Ciro conquista la Lidia e le città greche della Ionia 561-510 a.C. 546 a.C. Rivolta della città della Ionia contro il dominio persiano; Atene ed Eretria intervengono in loro aiuto 509 a.C. 499-494 a.C. CAPITOLO 8 La civiltà della polis e il confronto con i Persiani 490 a.C. 480 a.C. 479 a.C. V sec. a.C. VI sec. a.C. Tirannide di Pisistrato e dei suoi figli ad Atene. In questo periodo la città conosce un notevole sviluppo culturale ed economico Spedizione di Serse in Grecia (seconda guerra persiana); disfatta degli Spartani alle Termopili; vittoria navale dei Greci a Salamina Con la riforma di Clistene Atene conosce una prima forma di democrazia Spedizione di Dario in Grecia (prima guerra persiana); vittoria dei Greci a Maratona Vittoria degli Spartani a Platea e degli Ateniesi a Micale 9788839524249A_152_175.qxd 29-01-2010 12:23 Pagina 173 del capitolo Per capire e ricordare Le forze in gioco ■ Sparta: grazie al suo ordinamento politico la città divenne il modello per le poleis oligarchiche; inoltre, la forza militare dei suoi opliti le conferì il ruolo di guida, insieme con Atene, della lotta antipersiana. ■ Atene: lo sviluppo politico di Atene la rese modello per le poleis democratiche; inoltre, la crescita della sua flotta, voluta da Temistocle, ne fece la protagonista, insieme con Sparta, della lotta contro i Persiani. ■ Legislatori: personaggi come Solone o Clistene ricoprirono il ruolo di legislatori e, al contempo, di protagonisti politici, in quanto attraverso la loro opera orientarono in un preciso senso lo sviluppo politico della polis. ■ Persiani: l’Impero persiano, formatosi nella seconda metà del VI secolo a.C., riuniva molti popoli e paesi sotto un unico sovrano, il Gran Re, e si fondava sull’ideologia (propria dei regni del Vicino Oriente) di sottomissione dell’individuo allo Stato e al re. Le parole chiave ■ Spartiati: costoro costituivano la ristretta élite di guerrieri che governava la società spartana; godevano dei medesimi diritti e avevano i medesimi doveri; detenevano, inoltre, il possesso di tutta la terra, assegnata loro in lotti dallo Stato. ■ Iloti: nell’ordinamento sociale spartano, gli iloti costituivano la classe sociale ridotta a rango di servi statali, completamente asserviti agli spartiati. Privi di diritti civili e politici, costituivano il gradino più basso dell’ordinamento sociale, ma anche il motore delle attività agricole ed economiche. ■ Riforma: l’insieme di provvedimenti legislativi emanati nel VI secolo a.C. da Solone e da Clistene condussero a un cambiamento significativo all’interno della società e della politica ateniese, allargando notevolmente la partecipazione attiva del démos alla vita politica della città. ■ Trireme: l’introduzione della nave da battaglia a tre ordini di rematori, fu decisiva nello scontro con le navi persiane e determinò il successo della flotta ateniese. Che cosa ha reso Sparta uno degli Stati più potenti della Grecia antica? Due fattori in particolare hanno contribuito alla creazione della potenza spartana: da una parte la presenza di un gruppo di cittadini la cui vita era dedicata solo al mestiere delle armi, dall’altra la stabilità interna ottenuta con una costituzione che fu il risultato di un processo di adattamento durato molto tempo. L’esistenza degli spartiati fu possibile solo grazie allo sfruttamento di una classe di servi statali, gli iloti, che li liberavano dalla preoccupazione del lavoro finalizzato alla sussistenza. La stabilità politica interna fu ottenuta con la parificazione economica degli spartiati: tra loro non c’erano differenze di censo e pertanto non vi erano motivi di conflitto. Che cosa ha reso possibile lo sviluppo della democrazia ateniese? A differenza di altre poleis, dominate da oligarchie chiuse, Atene si mostrò aperta e disponibile a cambiamenti finalizzati al bene comune, senza che si giungesse a sanguinosi scontri civili. Determinante fu l’opera di legislatori, come Solone o Clistene, che seppero trovare uno sbocco politico e legislativo ai problemi sociali che travagliavano la città. Come fecero i Greci a vincere il preponderante esercito persiano? Negli scontri terrestri fu determinante la forza della fanteria pesante di opliti, superiore alla più leggera fanteria persiana; negli scontri per mare la maggiore manovrabilità delle triremi greche fu un altro fattore di successo. Inoltre, l’esercito persiano, anche se numericamente più consistente, era costituito da forze composite dei popoli sottomessi ai Persiani, quindi meno motivate dei Greci, che combattevano per la loro libertà. La sintesi del capitolo 173 9788839524249A_152_175.qxd 29-01-2010 12:23 CAPITOLO 8 La civiltà della polis e il confronto con i Persiani Pagina 174 Laboratorio ■ ORIENTARSI NELLO SPAZIO E NEL TEMPO ■ LE PAROLE DELLA STORIA 1 Collega ogni località con la definizione che le si addice. 5 Spiega in un massimo di quattro righe il significato 1. Attica a. regione dove sorgeva Sparta dei seguenti termini. 2. Mileto b. regione greca che aveva come capitale Atene eunomìa, timocrazia, kryptéia, ostracismo 3. Maratona c. colonia ionica 4. Laconia d. luogo in cui si svolse un’importante battaglia durante la prima guerra persiana proposti. 2 Scegli il completamento corretto tra i quattro proposti. ( A 1, 2 ) nel IX secolo a.C. nel VII secolo a.C. tra VIII e VII secolo a.C. nella prima metà del VI secolo a.C. La società spartana era divisa: a in tre classi: Laconi, iloti e spartiati b in tre classi: spartiati, iloti e Messeni c in quattro classi: spartiati, iloti, perieci e Messeni d in tre classi: spartiati, iloti e perieci. 7 Nel testo seguente sono presenti otto errori. Evidenziali. 2. Le riforme furono promulgate ad Atene: a nel 509 a.C. quelle di Solone, nel 594-593 a.C. quelle di Clistene b nel 594-593 a.C. quelle di Solone, nel 509 a.C. quelle di Clistene c nel 594 a.C. quelle di Clistene, nel 509-510 a.C. quelle di Solone d nel 594-593 a.C. quelle di Solone, nel 528 a.C. quelle di Clistene. 3 Completa la seguente tabella inserendo le date in cui si svolsero gli eventi citati. (A3) 8 Partendo dalle parole chiave elencate di seguito, elabora un testo che non superi le otto righe spiegando ( A 2.2, 2.3, 2.4 ) brevemente la riforma di Solone. pentacosiomedimni, cavalieri, zeugiti, teti, bulé, timocrazia ………………………… Rivolta delle colonie ioniche contro i Persiani ………………………… proposti. Prima guerra persiana ………………………… Nel corso della tirannia di Pisistrato: Seconda guerra persiana ………………………… Vittorie greche a Platea e Micale ………………………… ■ I PROTAGONISTI 4 Collega ogni personaggio con l’evento di cui fu protagonista. Clistene Pisistrato Temistocle Solone Leonida Licurgo Dracone Serse 9. Milziade 10. Dario 174 a. battaglia di Maratona b. costituzione spartana c. primo codice ateniese d. prima guerra persiana e. tirannia ad Atene f. seconda guerra persiana g. battaglia di Salamina h. riforma delle trittìe e dei demi ad Atene i. disfatta greca alle Termopili l. riforma timocratica CAPITOLO 8 La civiltà della polis e il confronto con i Persiani (A1) La realizzazione del sistema sociale e politico spartano fu il risultato di un processo piuttosto breve, che si concentrò nel VI secolo a.C., attribuibile all’opera del legislatore Leonida. Essenziale fu la conquista dell’Arcadia, i cui abitanti furono ridotti alla condizione di iloti, come già era avvenuto per i precedenti abitanti della Laconia, i perieci. Nel sistema politico spartano aveva un ruolo primario la bulé, formata da 400 uomini che avevano compiuto 30 anni; i massimi magistrati erano i due efori. Ciro conquista la Lidia e le colonie ioniche 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. ( A 1.2 ) ■ COMPRENDERE EVENTI E PROCESSI 1. Gli Spartani sottomisero la Messenia: a b c d 6 Scegli il completamento corretto tra i quattro 9 Scegli il completamento corretto tra i quattro ( A 2.5 ) a il démos acquisì un sensibile potere a danno degli aristocratici b venne condotta una politica moderata al fine di indebolire ulteriormente gli aristocratici c venne condotta una politica di tipo democratico tesa a favorire alcune fasce popolari d l’aristocrazia appoggiò il nuovo regime. 10 Rispondi alla seguente domanda in un testo che non superi le cinque righe. Quali erano le differenze fondamentali tra Sparta e Atene alla fine del VI secolo a.C.? ■ FAR PARLARE LE FONTI 11 Dopo aver letto il brano seguente, individua le affermazioni vere e quelle false. ( A 3.5 ) Prima di questa, un’altra opinione di Temistocle ebbe la meglio, quando avendo gli Ateniesi nel pubblico erario molti denari che provenivano dalle miniere del 9788839524249A_152_175.qxd 29-01-2010 12:23 Pagina 175 Laurio, volevano riceverne ciascuno dieci dramme a testa: allora Temistocle persuase gli Ateniesi a desistere da quella decisione e a costruirsi con quei denari duecento navi per la guerra, alludendo a quella contro gli Egineti. Infatti lo scoppio di questa guerra salvò allora la Grecia, perché costrinse gli Ateniesi a diventare marinai. Le navi infatti non furono adoperate per lo scopo per cui erano state costruite, ma così si trovarono pronte per la Grecia al momento opportuno. Dunque, gli Ateniesi avevano queste navi già costruite in precedenza, e altre bisognava ancora costruirne. E deliberarono, consigliandosi dopo il responso [dell’oracolo di Delfi], di affrontare il barbaro che muoveva contro la Grecia tutti insieme con le navi, obbedendo al dio, con quelli dei Greci che lo volessero. (Erodoto, Storie, VII, 144, in C. Longo-S. Fustagni, Fonti per la storia greca, dall’età micenea all’ellenismo, Sansoni, Firenze 1989) LA PALESTRA DELLA SCRITTURA 1 Il brano spiega: 1. attraverso quali risorse fu possibile costruire la flotta ateniese 2. che la costruzione della flotta fu motivata da una possibile guerra contro Sparta 3. il ruolo avuto da Temistocle nella costruzione della flotta 4. come si preparò Atene alla prima guerra persiana 5. che gli Ateniesi volevano coinvolgere altri Greci nella guerra navale contro i Persiani. N n N n N n N n N n ■ RIFLETTERE E TEMATIZZARE 12 Ripercorri brevemente, in un testo che non superi le dieci righe, le tappe che portarono alla vittoria greca ( A 3.6, 3.7 ) sui Persiani. Elaborare una mappa concettuale 13 Leggi il brano seguente, quindi completa la mappa concettuale proposta. « L’opera riformatrice di Solone non si limitò alla riorganizzazione della cittadinanza in senso politico, ma si allargò anche a provvedimenti di carattere economico e sociale. Dal punto di vista della proprietà terriera egli stabilì che non si poteva acquistare terra “a piacimento”, perciò ne conseguiva che veniva limitata la formazione di grandi proprietà fondiarie, il che era un freno all’aumento di potere dell’aristocrazia terriera. Le disposizioni sui testamenti e su prestito a interesse mostrano la sua volontà di mettere in circolazione dei capitali per favorire attività produttive: abrogò la norma secondo la quale i beni del defunto dovevano rimanere in famiglia e stabilì che si poteva fare testamento e lasciare i propri beni a chiunque. Ciò consentiva alle proprietà di circolare e di essere investite in attività diverse dalla terra; anche la legislazione sul prestito a interesse, per il qua- le non era fissato un tetto limite, mostra che egli voleva favorire la circolazione e l’investimento della ricchezza. Alcune misure intendevano stimolare la produzione artigianale: stabilì, in primo luogo, che un figlio non avrebbe dovuto mantenere il padre anziano se costui non gli aveva fatto apprendere un qualche mestiere, ciò significa che coloro che non avevano terra avrebbero potuto trovare impiego nell’artigianato; in secondo luogo, stabilì che uno straniero poteva stabilirsi ad Atene con tutta la famiglia solo se vi avesse esercitato un mestiere; dunque si favoriva l’arrivo di artigiani e di nuove competenze. Infine, il cambiamento del sistema dei pesi e misure e l’adozione di un nuovo sistema simile a quello in uso nella ricca città commerciale di Corinto mostra che egli intendeva inserire l’economia ateniese in un sistema di commerci internazionali. ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… » Commercio internazionale ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… Limitazione grande proprietà ……………………………………………………………… Legge sui testamenti Riforme economiche di Solone ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… ……………………………………………………………… Stranieri ad Atene accettati solo se artigiani Laboratorio 175 9788839524249A_352_357 29-01-2010 13:39 Pagina 352 Strumenti per studiare la storia IL TEMPO La storia, nella sua accezione più ampia, è l’insieme delle azioni umane che si svolgono nel tempo; le vicende umane presentano sempre un prima e un dopo, nonché una durata. Come vedremo in questa scheda, la collocazione esatta degli avvenimenti nel tempo è indispensabile per poterli comprendere. La cronologia Per le scienze storiche è fondamentale la ricostruzione della sequenza temporale degli avvenimenti, che prende il nome tecnico di cronologia (dal greco chrónos = tempo e lógos = studio). La cronologia si occupa di due questioni fondamentali: 1) quale tra due fatti è avvenuto prima e quale dopo (cronologia relativa); 2) quando è avvenuto esattamente un fatto rispetto allo storico (cronologia assoluta). La cronologia relativa La cronologia relativa ci consente di capire quale, tra due eventi, è la causa e quale è l’effetto, anche se non necessariamente due eventi successivi sono uno la causa dell’altro. Per esempio, sapere che la Pace di Nicia del 421 a.C. tra gli Ateniesi e gli Spartani fu stipulata dopo la morte dei capi dei due rispettivi eserciti, ci può far supporre che fosse motivata dal disorientamento dei due schieramenti e dalla stanchezza per la guerra. In questo senso lo storico fa un po’ come l’investigatore che cerca di ricostruire la successione esatta degli eventi che hanno condotto a un crimine per smascherare i colpevoli. La cronologia assoluta La cronologia assoluta ci consente, invece, di stabilire una data per un certo avvenimento. Ogni popolo ha ideato un proprio sistema di datazione. Nel corso del tempo, sono stati adottati vari sistemi nella numerazione degli anni (ere cronologiche) e nella divisione interna di ciascun anno in mesi e giorni (calendari). Sono esistiti calendari molto diversi dal nostro, che prevede l’inizio dell’anno al 1° gennaio e la sua divisione in dodici mesi per 365 giorni e circa sei ore (recuperate queste ultime negli anni bisestili). Presso gli Egizi, per esempio, l’anno consisteva in un ciclo di 365 giorni, corrispondenti al periodo tra due successive inondazioni del Nilo e al sorgere della stella Sirio concomitante con l’inondazione. Gli Ateniesi si basavano sulle pritanìe, cioè sul mandato amministrativo dei magistrati cittadini, che era di 366 giorni. I Romani usavano invece, fino all’epoca di Cesare che vi rimise ordine, un calendario di 12 mesi per un totale di 355 giorni, a cui però dovevano aggiungere periodicamente alcuni giorni. Nel Medioevo l’inizio dell’anno variava spesso a distanza di alcune decine di chilometri: c’era chi faceva iniziare il nuovo anno il giorno di Natale, anticipando di 6 giorni rispetto al successivo 1° gennaio. Altri preferivano per vari motivi il 25 marzo, o il 1° settembre, o addirittura il giorno di Pasqua, che cambia, come noto, ogni anno. Per quanto riguarda invece la numerazione degli anni, ogni civiltà ha riconosciuto come particolarmente significativi alcuni eventi e li ha utilizzati quale punto di partenza per la propria “era” cronologica. I Greci, per esempio, cominciavano il computo degli anni dalla data della prima Olimpiade (476 a.C.), che per loro era appunto l’anno 0. I Romani cominciavano dalla fondazione di Roma (753 a.C.), dalla quale ogni anno veniva registrato con il nome dei consoli in carica. I cristiani numerano gli anni dalla nascita di Cristo, gli Arabi invece dalla data della fuga (ègira) di Maometto da La Mecca a Medina (622 d.C.). Nei documenti medievali l’anno a volte non era neppure indicato, ma si diceva semplicemente che si era nel terzo o quarto anno di regno di questo o quel sovrano, o ci si riferiva agli anni di ciascun pontificato. Gli storici, a volte, per ricavare la datazione di un evento vanno a caccia di indizi: per esempio, se un documento parla di un’eclissi di sole o di luna, se c’è il riferimento a un fatto noto e già datato, se si parla di un sovrano o di un magistrato o di un evento amministrativo, come un censimento, ne ricavano informazioni importanti per la collocazione dell’evento medesimo. Come si leggono le date? ■ a.C. /d.C.: gli anni prima della nascita di Cristo si calcolano a ritroso. Un evento del 476 a.C. è precedente a un evento del 460 a.C.; entrambi questi anni si situano nel V secolo a.C. Va da sé che sono a ritroso solo per noi, che veniamo dopo, non per chi viveva in quegli anni. ■ I secoli sono indicati con un numero ordinale (primo, secondo ecc.) e sono espressi in numero romano. Il V secolo a.C., per esempio, comincia con l’anno 500 a.C. e termina con l’anno 401 a.C.; l’XI secolo d.C. comincia con l’anno 1000 d.C. e termina con l’anno 1099 d.C. Oggi siamo nel XXI secolo; l’espressione “all’inizio del XXI secolo” indica gli anni immediatamente successivi al 2000. ■ Non confondere l’indicazione dell’anno con quella del secolo. Per esempio, quando gli storici parlano del Trecento (scritto talvolta anche ’300), si riferiscono al secolo e non all’anno; ciò si capisce dall’utilizzo della lettera maiuscola o dall’uso dell’apostrofo davanti al numero. 352