La sinistra e la destra hegeliane Doppia eredità di Hegel 1831: muore Hegel e lascia una doppia eredità: il SISTEMA compiuto, chiuso, in cui ogni parte è necessariamente connessa alle altre (Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio) il METODO dialettico che pur giungendo a una meta, a una conclusione evidenzia il divenire dei concetti, il proliferare delle forme logiche e delle figure fenomenologiche mettendo in risalto la trasformazione, la dinamicità, il costruirsi del reale (a prescindere dall'esito finale), (Fenomenologia dello Spirito e Scienza della logica). La divisione A produrre la divisione tra gli hegeliani (vecchi e giovani) è tuttavia l'interpretazione del rapporto tra la filosofia e il cristianesimo e la possibilità di identificare lo Stato etico con quello prussiano. Hegel aveva distinto la religione dalla filosofia sostenendo che esprimono lo stesso contenuto ma in forme diverse: la religione attraverso la rappresentazione, la filosofia attraverso il concetto. La rappresentazione è un modo di pensare che sta a metà strada tra l'intuizione sensibile e il concetto, le rappresentazioni possono essere considerate metafore dei pensieri e concetti [Enciclopedia, par. 3]. Ad esempio il dogma della Trinità suggerisce il ritmo triadico della dialettica; il Dio-uomo è un'immagine della risoluzione del finito nell'infinito, dell'unità tra umano e divino. Il concetto non è un pensiero soggettivo, o un'immagine che la nostra mente produce del reale, ma è al contempo determinazione del pensiero e della realtà. Concetto, in tedesco Begriff (la cui traduzione migliore è comprensione), si sviluppa in tre momenti: concetto soggettivo (formale), concetto oggettivo (natura) e idea (unità dell'oggettivo e del soggettivo)1. Per Hegel la posizione filosofica è superiore a quella religiosa nel senso che quest'ultima viene inverata dalla filosofia esprimendone i contenuti nella razionalità trasparente del concetto, ma tenendo conto dell'importanza di ogni tappa nel processo verso l'Assoluto, la religione e il cristianesimo in particolare possiedono un loro valore. Non c'è in Hegel una critica negativa del cristianesimo di stampo illuministico. 1 Abbagnano, pag. 504-505, Concetti o categorie pag. 525 [Glossario]. Per quanto riguarda lo Stato la posizione di Hegel espressa nei Lineamenti di filosofia del diritto era per una monarchia costituzionale (il cui modello corrisponde grosso modo alle monarchie nazionali dell'età della Restaurazione 2), prendendo le distanze dall'individualismo illuministico e dal liberalismo, ma anche dalle posizioni reazionarie che esaltavano il medioevo e il feudalesimo. I seguaci di Hegel si spaccano: i vecchi hegeliani3 pensavano che nella filosofia di Hegel si trovasse una fondazione delle verità essenziali del cristianesimo (immortalità dell'anima, dogma della Trinità, ecc.) e che il regime prussiano incarnasse l'idea hegeliana di Stato; i giovani hegeliani riprendendo la posizione illuministica polemizzano con la religione e ponendo l'accento sull'aspetto dialettico della filosofia hegeliana non ritengono che il sistema abbia un suo compimento nel presente (è un sistema aperto), quindi lo Stato prussiano non è il punto di arrivo.. Dal punto di vista religioso, entrambi gli schieramenti si allontanano dalla posizione hegeliana che a differenza dei vecchi hegeliani riteneva il concetto filosofico un superamento delle rappresentazioni religiose e diversamente dai giovani hegeliani non aveva mai criticato la religione in termini negativi. Dal punto di vista filosofico-politico, Hegel non intendeva che ci fosse una banale e semplice corrispondenza tra il concetto e la realtà, solo per il fatto che esisteva, anzi il protrarsi nella realtà di alcune forme desuete ha prodotto le rivoluzioni 4. Per dirla con una battuta: non tutto ciò che è reale è reale. Nel 1837 David Strauss5 designa le due correnti formatesi tra i discepoli6 di Hegel destra e sinistra hegeliane7. 2 Dizionario filosofico pag. 485 Dizionario filosofico pag. 487 4 Dizionario filosofico, pag. 485 5 Capofila della sinistra hegeliana. 6 Distinti tra vecchi hegeliani e giovani hegeliani, cioè quelli nati dopo il 1800. 7 Per essere precisi Strauss riconosceva anche un centro rappresentato dalla figura di Karl Rosenkranz. 3 8 SINISTRA DESTRA POLITICA: per Hegel la realtà è la ragione. Quindi la filosofia è come la civetta di Atena, ha il compito di giustificare razionalmente la realtà già compiuta Gli esponenti della Destra accentuavano il fatto che religione e filosofia esprimono lo stesso contenuto, quindi sono portatrici della stessa verità. La filosofia quindi ripropone la verità religiosa in un'altra veste ma di fatto sembra quasi svolgere un compito di ancilla della religione stessa (giustificazione razionale della verità religiosa). Similmente all'uso della filosofia aristotelica da parte degli scolastici. Gli esponenti della sinistra posero l'accento sulla diversità di forma tra religione e filosofia, per cui la rappresentazione della prima è inadeguata ad esprimere la verità che è espressa adeguatamente dal concetto filosofico. Compito quindi della filosofia è la distruzione della religione. Gli esponenti della Destra, interpretando alla lettera l'affermazione hegeliana dell'identità ragione-realtà, assunsero un atteggiamento politico giustificazionistico e conservatore nei confronti dell'esistente. SINISTRA RELIGIONE: per Hegel la religione e la filosofia esprimono lo stesso contenuto ma in forme diverse: la religione attraverso la rappresentazione, la filosofia attraverso il concetto DESTRA Tra le due correnti vi era un diverso atteggiamento nei confronti della religione 8 e della politica che derivava da un differente rapporto con il pensiero di Hegel. Più prossimo alla lettera dei testi hegeliani quello della destra, più disinvolto e innovatore quello della sinistra. Gli esponenti della sinistra, ponendo l'accento sul divenire, sul processo storico più che sull'identità ragione e realtà, sostennero che non tutto ciò che esiste è già di per sé razionale ma lo diventa attraverso un processo che la filosofia può indicare a partire da una critica del presente. La religione esprime la verità attraverso la rappresentazione. Con questo termine Hegel indica una forma che sta a metà strada tra l'intuizione sensibile dell'arte e il concetto razionale della filosofia. «Le rappresentazioni in genere possono essere considerate come metafore dei pensieri e concetti» [Enciclopedia, par.3]. La religione, in quanto speculazione teologica, è pensiero ma ancora affetto da un elemento sensibile: Dio è rap-presentatto, posto davanti come se fosse una cosa separata (assoluta) dal mondo e dall'uomo. La filosofia supera questa stasi cogliendo il movimento che contraddistingue l'essere, Dio e natura diventano Dio è natura, ecc.