CAPITOLO 12 La sinistra hegeliana e Feuerbach Alla morte di Hegel i suoi discepoli si divisero prima in vecchi e giovani hegeliani a seconda della loro età; in seguito Strauss divise le due correnti diverse in Destra e Sinistra hegeliana. La differenza era causata dalla dottrina di Hegel che era aperta a due diverse interpretazioni a riguardo del rapporto tra filosofia e religione che secondo Hegel esprimono lo stesso contenuto, ma in due forme distinte, il concetto e la rappresentazione. La Destra insisteva sull’identità di contenuto tra rappresentazione e concetto e concepiva la filosofia come conservazione della religione. Era una sorta di scolastica dell’hegelismo in quanto utlizzava la ragione hegeliana per giustificare le credenze religiose. La Destra dovette però togliere gli aspetti panteistico immanentistici dell’idealismo ed adattarlo alle tesi del cristianesimo. Ha un atteggiamento conservatore La Sinistra insisteva sulla diversità di forma tra rappresentazione e concetto e concepivano la filosofia come distruzione della religione. Fini per fare della filosofia uno strumento di contestazione razionale della religione. Ha un atteggiamento rivoluzionario perché concepisce la filosofia come critica dell’esistente, affermando che il mondo costituisce un processo in cui ciò che sussiste, autosuperandosi continuamente è chiamato a farsi razionale. La Destra hegeliana ebbe limitata incidenza storica. Ben più influente fu invece la sinistra. Strauss pubblicò nel 1835 Vita di Gesu; questa opera fu la prima ad applicare il concetto hegeliano della religione alla critica dei testi biblici. Il risultato è la riduzione del contenuto della fede religiosa a semplice mito. Il mito è un idea metafisica espressa nella forma di un racconto immaginato o fantastico. Esso ha quindi due aspetti: uno negativo in quanto non è storia e uno positivo in quanto è finzione prodotta dall’orientamento intellettuale di una società data. Esso è diverso dalla leggenda che non ha significato metafisico. Un mito evangelico è un racconto che si riferisce immediatamente o mediatamente a Gesù. Le due fonti dei miti evangelici sono l’attesa del messia che c’era nel popolo ebreo e la particolare impressione prodotta da Gesu. Strauss si sofferma a dimostrare l’identità di contenuto tra cristianesimo e filosofia. Bauer aderì inizialmente alla destra hegeliana per passare poi alla sinistra. Bauer sviluppò una filosofia da lui definita critica pura che opponeva gli intellettuali e lo spirito alla massa racchiudendosi in una sorta di aristocratismo idealistico. Ruge fu il primo a passare dalla critica religiosa alla critica politica: egli attacca Hegel accusandolo di aver assolutizzato filosoficamente la realtà politica contemporanea. Era collaboratore di Marx, ma era di posizioni più moderate rispetto a lui. La maggiori figura della sinistra hegeliana è Feuerbach. Egli nacque nel 1804 in Baviera a Landshut e morì nel 1872. Fu scolaro di Hegel a Berlino Ma in seguito si staccò dall’hegelismo e il distacco è segnato dallo scritto Critica della filosofia Hegeliana. Altri scritti importanti sono Pensieri sulla morte e l’immortalità, L’essenza del cristianesimo e L’essenza della religione. F vuole cogliere l’uomo e la realtà nella loro concretezza. Secondo lui l’equivoco di fondo dell’idealismo è quello di fare del concreto un predicato o un attributo dell’astratto, anziché dare dell’astratto un predicato o attributo del concreto; infatti egli dice che lì idealismo offre una visione rovesciata delle cose. Da ciò il suo programma di un inversione radicale dei rapporti tra soggetto e predicato. F afferma che non è Dio (l’astratto) ad aver creato l’uomo ( il concreto), ma l’uomo ad aver creato Dio. Infatti Dio è la proiezione illusoria delle qualità umane: il divino non è altro che l’umano in generale. Il mistero della teologia è quindi l’antropologia e la religione costituisce la prima ma indiretta autocoscienza dell’uomo. F spiega l’origine dell’idea di Dio in 3 modi diversi: 1. L’uomo a differenza dell’animale, ha coscienza di se stesso non solo come individuo ma anche come specie. Ora mentre come individuo si sente debole e limitato, come specie si sente infinito e onnipotente. La figura di Dio è quindi una personificazione immaginaria delle qualità della specie. 2. l’opposizione tra volere e potere, che porta l’individuo a costruirsi una divinità in cui tutti i suoi desideri appaiono realizzati. 3. La dipendenza dell’uomo di fronte alla natura. Questo sentimento ha spinto l’uomo ad adorare quelle cose senza le quali egli non potrebbe esistere: acqua aria terra. © Federico Ferranti www.quintof.com La religione è frutto di un oggettivazione alienata e alienante, in virtù della quale l’uomo tanto più pone in Dio quanto più toglie a se stesso. Da ciò l’ateismo si configura come atto di onestà filosofica e dovere morale, perché l’uomo deve recuperare in se i predicati positivi che egli ha proiettato fuori di se in Dio. Quindi non più Dio è sapienza, volontà e amore, ma la sapienza, la volontà e l’amore sono divini. Il compito della vera filosofia è porre l’infinito nel finito. F propone una nuova divinità: l’uomo. F definisce l’hegelismo una teologia mascherata ovvero una teologia razionalizzata che costituisce la traduzione del filone teologico dell’ottocento. L’idea o lo spirito di Hegel sono il fantasma di noi stessi ovvero il frutto di un’astrazione alienante. E poiché Hegel è il termine ultimo di un’evoluzione di pensiero, la critica a HGegel equivale alla fondazione di una nuova filosofia incentrata sull’uomo. La nuova filosofia è detta umanismo naturalistico: umanismo perché fa dell’uomo l’oggetto e lo scopo del discorso filosofico e naturalistico perché fa della natura la realtà primaria da cui tutto dipende compreso l’uomo. F rifiuta di considerare l’uomo come astratta spiritualità, ma lo considera un essere di carne e sangue che risulta condizionato dal corpo e dalla sensibilità. Sensibilità che per F presenta una valenza pratica come dimostra il suo legame con l’amore che la passione fondamentale che da tutt’uno con la vita ed ha il potere di aprirci verso il mondo. F ammette che l’io non può stare senza il tu: questa è la dottrina dell’essenza sociale dell’uomo detta comunismo filosofico. F formula anche la teoria degli alimenti dove dice che l’uomo è ciò che mangia; questa tesi non implica un materialismo volgare, ma esprime una consapevolezza dell’unità psicofisica dell’individuo e del fatto che se si vogliono migliorare le condizioni spirituali di un popolo bisogna migliorare le sue condizioni materiali. Da queste parole traspare il grande amore per l’umanità di F che si risolve in una forma di filantropia: dall’amore per Dio all’amore per l’uomo. Max Stirner dice che l’individuo è l’unica realtà e l’unico valore; la conseguenza che trae da questa tesi è l’egoismo assoluto. L’individuo proprio nella sua singolarità per la quale è unico e irrepetibile è la misura di tutto. La sua teoria è un individualismo anarchico. © Federico Ferranti www.quintof.com