12 Clinical Surgical Tribune Italian Edition - Ottobre 2013 Tecnica della peritonectomia parietale e viscerale Pompiliu Piso, Hubert Leebmann, Max Mayr La combinazione di chirurgia citoriduttiva, chemioterapia intraperitoneale perioperatoria e la concomitante chemioterapia sistemica rappresenta attualmente l’approccio terapeutico con le maggiori possibilità di successo nel controllo a lungo termine del tumore in presenza di neoplasie peritoneali primarie e secondarie. Il principio del trattamento si basa sull’asportazione completa di Indicazioni Le principali indicazioni per la terapia multimodale in presenza di carcinosi peritoneale (PC) sono i tumori peritoneali primari come il mesotelioma peritoneale maligno e le metastasi peritoneali secondarie in presenza di carcinoma del colonretto e pseudomixoma peritonei. In condizioni di studio, vengono trattati anche pazienti che presentano carcinoma gastrico, carcinoma ovarico o sarcoma metastatici peritoneali. Manifestazioni tumorali al di fuori del peritoneo (ad eccezione di limitate metastasi epatiche ben resecabili) costituiscono una controindicazione. È anche di fondamentale importanza una condizione generale sufficientemente buona del paziente. Selezione dei pazienti Soprattutto i pazienti con limitata carcinosi peritoneale, in cui è possibile raggiungere una citoriduzione macroscopicamente completa, possono beneficiare del concetto terapeutico presentato. L’entità della citoriduzione è rilevata con la classificazione “Completeness of Cytoreduction (CC) Score”. La valutazione preoperatoria di operabilità è di solito basata su una TAC con somministrazione del mezzo di contrasto per via orale, rettale ed endovenosa. Il valore di una PET supplementare è controverso in letteratura. Soprattutto in presenza di basso carico tumorale, l’accuratezza della TC e della PET/TAC tuttavia è spesso insufficiente. In caso l’esito della diagnostica per immagini non fosse chiaro, il carico e la distribuzione tumorale possono essere determinati tramite una laparoscopia esplorativa. In particolare, il grado di interessamento dell’intestino tenue, la causa più comune di citoriduzione chirurgica incompleta, deve essere determinato. L’estensione dell’interessamento del tumore nell’addome è descritta da dei sistemi di punteggio. Il più noto è la classificazione della carcinosi endoperitoneale “Peritoneal Cancer Index” (PCI). L’addome viene suddiviso in 13 regioni, ciascuna delle quali viene valutata, in base alle dimensioni dei noduli tumorali, con un punteggio da 0 a 3. In questo modo, si raggiunge un punteggio massimo di 39. Fig. 1 - La parete addominale anteriore viene tesa con pinze chirurgiche e il peritoneo parietale sezionato. L’esposizione è molto buona, senza limitazione da parte di masse tumorali mucinose o anse intestinali. tutti i focolai tumorali macroscopicamente visibili mediante peritonectomia viscerale e parietale e il trattamento dei focolai tumorali microscopici residui mediante chemioterapia intraperitoneale. Rispetto alla sola chemioterapia sistemica, con questa terapia multimodale è possibile raddoppiare la sopravvivenza di pazienti selezionati. Principi di base della peritonectomia La dimensione della peritonectomia dipende dall’entità del tumore e dal campione di interessamento trovato. Nelle neoplasie peritoneali primarie viene sostanzialmente eseguita una peritonectomia completa, nelle metastasi peritoneali secondarie di solito è sufficiente una peritonectomia selettiva, ossia la resezione della zona interessata. Scopo della peritonectomia è un’asportazione completa di tutte le lesioni tumorali. In molti casi, oltre al peritoneo parietale devono essere resecati degli organi/delle parti di organi affetti da tumore. Spesso si deve combinare la peritonectomia con una resezione multiviscerale. Poiché si va ad operare in tutti i quadranti, l’intervento richiede una speciale abilità chirurgica viscerale. La regione epigastrica superiore destra rappresenta la sfida maggiore. Un presupposto per la procedura è quindi una sufficiente esperienza nella chirurgia epatobiliare. La strategia di dissezione è “centripeta”, ossia la dissezione viene effettuata su lunghi tratti extraperitone- almente. Il sito si sviluppa dall’area periferica a quella centrale verso l’aorta e la vena cava. Pertanto, non è possibile rispettare nessuna distanza di sicurezza classica. A causa della grande superficie della ferita risultante, per la dissezione viene principalmente utilizzata la chirurgica ad alta frequenza (la cosiddetta chirurgia elettroevaporativa con un piccolo elettrodo a sfera di 2 mm). Tecnica della peritonectomia Posizionamento e accesso Per consentire una buona esposizione, i pazienti vengono messi in posizione litotomica. L’approccio chirurgico avviene attraverso una laparotomia mediana dal processo xifoideo alla sinfisi. Dissezione extraperitoneale In molti pazienti, dapprima è utile dissecare rigorosamente l’area extraperitoneale. In caso di sacco peritoneale ancora chiuso, la dissezione viene eseguita fino a buona parte del fianco, verso l’area subdiaframmatica e retropubica. In questo modo si impedisce che ascite e masse tumorali mucinose ostacolino l’individuazione delle strutture anato- Fig. 2 - Rappresentazione di una “Omental cake”, localizzazione tipica di metastasi peritoneali. L’omentectomia può spesso venir eseguita mantenendo intatto il colon trasverso. miche. Di routine per l’esposizione, si dovrà utilizzare un divaricatore, ad esempio Omnitract, con una procedura particolare. Poiché molti pazienti sono stati già operati in precedenza, la pelle dopo il taglio viene fissata mediante stabili cuciture alla struttura del divaricatore con l’aiuto di piccole pinze chirurgiche, così facendo si evita la lesione iatrogena delle anse intestinali e la dissezione extraperitoneale viene semplificata. La separazione del peritoneo dalla parete addominale viene effettuata per migliorare il controllo del sanguinamento della ferita risultante utilizzando un alto wattaggio principalmente con un elettrodo a sfera monopolare. Molti passaggi della dissezione sono effettuati con sigillanti, in modo che il tempo dell’operazione possa essere sostanzialmente ridotto. Dopo l’apertura della cavità peritoneale avviene inizialmente un’adesiolisi completa in tutte le regioni. L’asportazione della membrana sierosa deve venir ricucita con molta attenzione, poiché le lesioni sierose specialmente in combinazione con la chemioterapia ipertermica intraperitoneale possono provocare emorragie nell’intestino tenue. A seguito di una successiva esplorazione approfondita di tutta la cavità addominale, si decide se eseguire o meno la resezione. In particolare, l’espansione dell’interessamento dell’intestino tenue spesso può essere rilevata con assoluta certezza solo in questa fase dell’operazione. Qualora nelle presenti circostanze sembrasse possibile una resezione macroscopica completa, il peritoneo parietale verrà teso con delle pinze chirurgiche per assicurare una migliore esposizione (Fig. 1). Fase di resezione e ricostruzione L’estensione della resezione dipende dalle zone colpite dell’addome e può interessare tutti e quattro i quadranti in caso di diffuso interessamento. Le procedure frequentemente eseguite sono: peritonectomia del quadrante superiore sinistro, peritonectomia del quadrante superiore destro, omentectomia, resezione del piccolo omento, peritonectomia nel piccolo bacino (eventualmente con isterectomia e resezione del retto-sigmoide), resezione dell’intestino tenue e crasso, colecistectomia, splenectomia, gastrectomia o resezione gastrica. In alcuni casi, solo una o due di queste procedure sono necessarie per ottenere una citoriduzione completa. >> pagina 13 Clinical 13 Surgical Tribune Italian Edition - Ottobre 2013 Fig. 3 - Resezione della capsula epatica. È importante mantenere la pressione venosa centrale bassa per evitare emorragie. Fig. 4 - Attraverso la dissezione della tasca di Douglas in direzione craniale lungo il tessuto grasso perirettale si raggiungono fino a 4 cm di lunghezza rettale. L’anastomosi poi resta a 8-9 cm dall’ano. << pagina 12 Lo stomaco viene interrotto oralmente e aboralmente con uno stapler lineare e il moncone duodenale viene ricucito. La ricostruzione viene solitamente eseguita secondo il metodo Roux-en-Y mediante interruzione di un’ansa digiunale. Dopo la gastrectomia, viene effettuata la ricostruzione meccanica con uno stapler CEEA 28-mm. L’anastomosi viene suturata circolarmente con fili 4/0 monofilamento riassorbibili. Dopo il completamento della peritonectomia nell’addome superiore, si passa al piccolo bacino. Questa parte è in genere tecnicamente meno impegnativa rispetto alla parte superiore dell’addome. Analogamente al metodo nelle altre regioni, anche qui viene prima asportato il peritoneo dal foglietto posteriore della guaina del muscolo retto in direzione laterale e distale fino al tetto vescicale. Se la tasca di Douglas è interessata dal tumore e dovesse essere necessaria una resezione del retto, verrà eseguita la dissezione dell’arteria e vena mesenterica inferiore. Nel piccolo bacino, la dissezione viene eseguita mediante escissione mesorettale totale, ossia tra la fascia parietale e viscerale. Nei passi della resezione descritti, si verifica un’ureterolisi bilaterale. In alcuni casi, può essere possibile una resezione della tasca di Douglas sotto la parte intatta del retto. In caso di interessamento del retto, quest'ultimo di solito viene interrotto in profondità, ossia, al di sotto della tasca di Douglas, con l’aiuto di uno stapler. È importante che la tasca venga asportata in direzione craniale dal tessuto grasso perirettale. In questo modo, si arriva ad una lunghezza rettale di 4 cm e l’anastomosi resta a 8-9 cm dall’ano. Così facendo, il tasso di insufficienza può essere mantenuto basso. In presenza di peritonectomia parietale e viscerale completa, l’operazione è molto ampia e può richiedere fino a dieci ore. La resezione dell’organo con peritonectomia viscerale solitamente inizia con l’asportazione del grande omento. In caso di una corrispondente estensione del tumore, si può trovare in questo punto, il cosiddetto “Omental cake” (Fig. 2). Anche in caso di ampio interessamento metastatico del grande omento, è solitamente possibile dissecare il grande omento dal colon trasverso e quindi mantenere il colon trasverso. Solo in singoli casi è necessario effettuare la resezione del grande omento in blocco con il colon trasverso. Poiché le metastasi peritoneali nell’area ileo-ciecale e nel bacino rappresentano tipici siti tumorali e, di conseguenza, spesso è necessario eseguire un’emicolectomia destra in combinazione con la resezione del retto-sigmoide, si dovrà cercare di mantenere il colon trasverso per compromettere il meno possibile la qualità della vita. In seguito, i vasi gastroepiploici così come i Vasae gastricae breves vengono interrotti. Se la milza dovesse essere interessata, si verifica la presentazione dei vasi splenici nell’area della coda del pancreas e la dissezione tra legature con rimozione del tessuto asportato. Nel quadrante sinistro superiore, avviene inizialmente l’asportazione del peritoneo parietale dalla placca muscolare diaframmatica. Qualora durante la peritonectomia parietale fossero necessarie delle resezioni di parte del diaframma, avrà senso eseguirle con uno Stapler per evitare un’apertura e una contaminazione del tumore della cavità pleurica. La peritonectomia del quadrante superiore destro inoltre comincia con la dissezione del peritoneo parietale dalla parete addominale anteriore e dal muscolo diaframmatico. Successivamente, viene eseguita la dissezione della superficie epatica, per cui di solito la capsula di Glisson deve essere resecata. La dissezione viene eseguita in questo contesto a piccoli passi usando l’Argon Beam Coagulator e la coagulazione bipolare, per ridurre al minimo la perdita di sangue. La decapsulizzazione del fegato deve avvenire da laterale a mediale per evitare, tirando, la cosiddetta Liver Fracture (Fig. 3). Come passo successivo, si propone la colecistectomia, che viene effettuata in modo retrogrado nella tecnica convenzionale. Rispettando la struttura dell’ilo epatico, avviene poi l’asportazione del peritoneo nel legamento epatoduodenale. Viene eseguita la resezione del piccolo omento, spesso seguita dalla resezione di noduli tumorali sulla capsula anteriore del pancreas. Se la coda del pancreas dovesse essere particolarmente traumatizzata dalla dissezione, verrà effettuata una resezione della stessa, altrimenti il decorso risulterebbe molto prolungato a causa della pancreatite con formazione di fistola. Nel cosiddetto “Stripping” della borsa omentale si deve prestare particolare attenzione all’arteria gastrica sinistra, dal momento che una lesione del vaso può portare a una gastrectomia totale (l’arteria gastrica sinistra dopo omentectomia e splenectomia è l’unica arteria restante che alimenta lo stomaco). In alcuni casi, l’antro gastrico è interessato dal tumore (regione subpilorica), il che può rendere necessaria un’antrectomia (in caso di un interessamento più esteso anche una gastrectomia). Qualora nei pazienti di sesso femminile a causa di un’infiltrazione del tumore, fosse necessaria un’isterectomia, questa sarà eseguita dopo la dissezione delle arterie uterine e del legamento rotondo dell’utero e dopo l’interruzione della vagina con resezione in blocco del retto (Fig. 4). Per ripristinare la continuità intestinale, viene realizzata un’anastomosi meccanica. L’anteposizione di un’ileostomia protettiva a doppia canna non è assolutamente necessaria. Nei pazienti anziani con comorbilità o nella realizzazione di procedure di peritonectomia multiple è tuttavia utile un impianto per mantenere basso il rischio complessivo. Se sono necessarie altre resezioni di segmenti di colon o intestino tenue, la continuità è solitamente ripristinata attraverso anastomosi termino-terminale o termino-laterale con materiale di sutura monofilamento, incisione sieromuscolare, per lo più ad una corona con tecnica consecutiva. La dissezione nel mesentere potrebbe essere problematica. È di aiuto la cosiddetta idrodissezione, mediante la quale sotto il peritoneo per sollevare quest'ultimo viene instillata con una leggera pressione una soluzione salina sterile. Dopo il completamento della fase di resezione e ricostruzione, si aggiunge il drenaggio per l’esecuzione della chemioterapia ipertermica intraperitoneale (HIPEC). Inoltre, dopo la peritonectomia del quadrante superiore di sinistra e/o destra spesso viene inserito un drenaggio toracico. Da un lato, potrebbero esserci delle piccole perdite dopo la deperitoneizzazione del diaframma che durante lo svolgimento della chemioterapia intraperitoneale potrebbero causare un versamento attraverso l’iniezione della chemioipertermia. Dall’altro la stessa deperitoneizza- zione del diaframma potrebbe provocare dei versamenti pleurici che potrebbero influenzare la funzionalità dei polmoni. Curva di apprendimento Questo trattamento complesso è associato ad una lunga curva di apprendimento. Devono essere eseguite fino a 140 interventi per mantenere il tasso di complicanze accettabile e per ottenere il risultato oncologico ottimale. Pertanto, è necessario prestare attenzione non solo al team chirurgico, ma a tutto il team (anestesia, terapia intensiva, cura in reparto ecc.). L’indicazione, il rilevamento e il trattamento delle complicanze giocano un ruolo particolare. Centri di formazione Proprio a causa della curva di apprendimento, il complesso intervento chirurgico e le complicanze perioperatorie rendono utile la realizzazione di un centro di formazione. La Società tedesca di Chirurgia generale e viscerale supporta questo aspetto attraverso la certificazione dei centri per il trattamento chirurgico delle malattie maligne del peritoneo. I dati dei pazienti sono documentati nel registro HIPEC centrale. Conclusione La peritonectomia parietale e viscerale fa parte di un concetto terapieutico multimodale per il trattamento di pazienti selezionati con carcinosi peritoneale. Proprio per il cancro del colon-retto sono stati presentati sufficienti dati per dimostrare l’efficacia del concetto. La tecnica è dispendiosa e associata a una lunga curva di apprendimento. L’implementazione in centri specializzati è utile. La bibliografia è disponibile presso l’Editore.