Marcello Tempesta Lo studio come problema di educazione Armando Editore, 2008 Le ragioni della proposta di ricomprensione culturale e pedagogica del fenomeno dello studio, presente in questo volume, affondano le loro radici nella percezione di un paradosso: nella "società della conoscenza", lo studio in quanto esperienza di conquista della conoscenza appare, in realtà, poco valorizzato e profondamente ridotto nelle sue dimensioni di senso. Risalire la china di tale smarrimento è via obbligata per cercare di dare risposta ai crescenti problemi di disaffezione e insuccesso scolastico di molti allievi, ma anche per sostenere il difficile lavoro di molti docenti, tentati di accettare una visione fatalistica e minimalistica dello studio o affannati nella ricerca di stratagemmi capaci di innalzare il livello dei risultati e della gratificazione dei loro studenti. Tematizzare ed indagare lo studio in quanto problema di educazione, come ci si propone di fare in questo lavoro, significa invece ipotizzare che il piacere nell'apprendere e il successo scolastico non siano da ricondurre principalmente al possesso di disposizioni e capacità innate o di tecniche, ma alla promozione e allo sviluppo di motivazioni chiare, di relazioni che accompagnino in modo adeguato l'esercizio della ragione, di competenze metodologiche solide e articolate. Ciò evidenzia il carattere dinamico e squisitamente personale di quel la che possiamo definire esperienza studiosa (in analogia con le esperienze fondamentali della vita adulta, cioè quella amorosa e quella lavorativa), la necessità di una sua gestione consapevole, autonoma e adeguata alle specificità individuali, l'importanza dell'organica interazione dei suoi fattori costitutivi, l’esigenza di un uso finalizzato e intelligente dei vari supporti. Abbondano in libreria i testi dedicati alla metodologia dello studio, che promettono di realizzare un deciso empowerment delle capacità degli allievi, mentre si tratta per lo più di manuali dedicati a singole tecniche di studio (come leggere, come prendere appunti, come schematizzare, come memorizzare) o al loro assemblaggio. Si sente invece, a nostro giudizio, il bisogno di ricerche che aiutino a costruire una visione d'insieme, una pedagogia dello studio attenta alla complessità del problema e all'intreccio di tutte le variabili che entrano in gioco: si tratta di comprendere il peso dell'evoluzione storica e l'incidenza dei modelli culturali, di osservare le manifestazioni dello studio e di individuarne gli elementi strutturali, di confrontarsi con la teorizzazione pedagogica e con i contributi della psicologia, della sociologia e della filosofia, di prospettare i criteri orientativi di una possibile progettazione educativa, di intravedere le linee di sviluppo del fenomeno nei nuovi contesti sociali che tumultuosamente si affacciano all'orizzonte. Questo volume intende dare un contributo in tal senso: il suo scopo non è quello di fornire indicazioni normative o "ricette",ma di provare a problematizzare la dimensione centrale della vita scolastica e di suggerire percorsi che promuovano lo studio, nella sofferta consapevolezza che troppo spesso esso si riduce ad esercizio meccanico e mortificante, invece di rivelarsi gratificante avventura di scoperta della realtà. Nella prima parte del volume, di natura storico-culturale e fenomenologica, si pone il problema del senso e delle condizioni di possibilità dell'esperienza studiosa nel tempo del nichilismo, si cerca di far emergere la natura dello studio attraverso l'analisi delle sue manifestazioni concrete, si individuano le sue criticità ricorrenti. Nella seconda, di natura più marcatamente pedagogica, si presenta una pars construens che prende le mosse proprio dalla individuazione dei principali punti d'inciampo, per analizzare in chiave proattiva e propositiva il concatenarsi dei fattori fondamentali dell'educazione allo studio: la relazione educativodidattica, la motivazione all'apprendimento scolastico, il processo conoscitivo, la competenza metodologica. Nell'esperienza dello studio c'è la presenza integrale di tutto l’humanum: razionalità e affettività, radicamento socio-culturale e libertà, individualità e relazionalità, corporeità e volontà, teoria e prassi, creatività e organizzazione. Il lavoro di Marcello Tempesta aiuta a riscoprire tale ricchezza, nella convinzione che educando allo studio in forme adeguate al nostro tempo si contribuisca in modo significativo a realizzare quel risveglio della ragione e quella ripresa dell'educazione che appaiono come urgenze storiche decisive nello scenario, complesso e stimolante, dell'epoca postpostmoderna.