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La neve a Cosenza nell’ultimo trentennio
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Cosenza e la neve hanno da sempre avuto un rapporto particolare, una sorta di odi et
amo. Spesso, infatti, capita di veder nevicare in ¾ d’Italia mentre nel capoluogo
bruzio splende il sole sotto una secca sventagliata di Tramontana oppure capita che
sia l’unica città di bassa quota meridionale ad essere interessata da una bella
nevicata, magari anche cospicua.
I motivi sono da ricercare nella singolare orografia del territorio. Col Pollino a nord e la
Sila ad est-nord/est, nella gran parte dei casi in cui giungono sul nostro Paese gelide
correnti di Grecale o Tramontana, si ritrova in una zona di ombra pluviometrica
causata, appunto, dalle catene montuose intorno. Così, mentre magari su tutta la
costa Adriatica e/o Ionica imperversano bufere di neve, Cosenza si ritrova in un’isola
“felice” con cielo sereno o poco nuvoloso.
D’altro canto sono proprio le stesse catene montuose che permettono all’aria fredda di
ristagnare nella Valle del Crati Cosentina e, di conseguenza, quando ad un’ondata di
gelo si sussegue l’arrivo di un flusso mite ed umido da ovest-sud/ovest, la neve, a
differenza delle altre zone limitrofe (versanti marini o vallate aperte), riesce a
scendere a quote molto più basse per via del cosiddetto cuscinetto freddo
raggiungendo, quindi, anche la città di Cosenza. Chiari esempi di questo fenomeno
sono le nevicate del dicembre 2001 e del dicembre 2007, quando a Cosenza ed
hinterland continuava a nevicare mentre altrove la quota neve si era ormai innalzata
fin sui 6/700m. Ora andremo a ripercorrere tutte (n.b: potrebbe mancarne qualcuna per mancanza
di info in merito) le visite che la dama bianca ha regalato al centro urbano Cosentino
nell’ultimo trentennio (dal 1981).
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La prima nevicata in archivio è quella
del 7 gennaio 1981. Un irruzione di
aria artico-continentale, giunta nel
Mediterraneo ha determinato, oltre
ovviamente ad un calo della
temperatura, la formazione di un
minimo di bassa pressione sul Tirreno
in traslamento verso lo Ionio
(permettendo quindi l’ingresso da ovest
di celle temporalesche). Caddero,
durante la notte, 15 cm di neve con
una temperatura al mattino di -1°C.
Seguirono due giornate ancora all’insegna del freddo con deboli nevicate (l’8 e il 9)
ma senza accumuli al suolo.
Anche il resto del mese non fu da meno, ricordiamo la grande tempesta di neve che
nella terza decade del mese investì la Sila, dove si registrano 9 metri di neve al suolo
a Botte Donato, 4 metri ai soli 1005m di San Giovanni in Fiore.
Nella Valle del Crati, invece, la neve
ritornò il 29 gennaio, seppur con soli
2 cm, causata da una goccia gelida
isolatasi tra Ionio ed Egeo (circolazione
secondaria) alimentata da aria gelida
dai Balcani (-6/-7°C ad 850hPa).
Accumulo che risultò scarso per via
delle correnti con componente troppo
settentrionale.
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Altri 10 cm di neve caddero anche il 14
febbraio, quando la Valle del Crati si ritrovò
sulla linea di convergenza tra il gelo
continentale proveniente dall’est Europeo ed
un flusso umido di natura Mediterranea.
L’anno si chiuse con i 15 cm del 3 dicembre.
In quell’occasione si ebbe la classica nevicata
da cuscino: dopo l’afflusso di aria fredda nei
giorni precedenti, l’arrivo in quota di correnti
umide da WSW (disposizione ideale per
l’ingresso di precipitazioni organizzate) con
venti al suolo da SE (a cui la valle è
sottovento per cui evita rimescolamenti di
strati d’aria permettendo al freddo di
depositarsi al suolo) ha apportato un
peggioramento nevoso.
Nel 1982 un solo evento degno
di nota. Quello tra 21 e 22
febbraio quando in città si
registrò una nevicata da 25
cm! Aria gelida continentale fu
supportata da correnti umide
da SW con termiche ad 850hPa
tra -1 e -4°C, una delle
condizioni migliori per la Valle
del Crati di vedere nevicate
consistenti, che permette di
avere una colonna d’aria stabile
e quindi una copertura nuvolosa
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spessa, continua accompagnata da precipitazioni moderate e persistenti.
Nevicate ma senza accumuli si
verificarono il 20 ed il 21
gennaio. Per qualcosa di più
rilevante, invece, si dovette
aspettare il 16 e 17 febbraio.
Aria gelida di origine Russa si
spinse fino al nostro Paese grazie
ai contrasti termici generati con le
correnti sud-occidentali presenti in
quota apportò una cospicua
nevicata su Cosenza, dove si
depositarono 20 cm.
Le cronache dell’epoca:
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Gelo che si intensificò nei giorni successivi determinando una nuova nevicata nella
notte del 18 febbraio con altri 8 cm di neve accumulati:
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Altre nevicate, ma senza accumuli al suolo, sono segnalate il 19 febbraio e l’1 e l’8
dicembre.
Fu un freddo mese di febbraio quello del
1984 quando la neve fece la sua
comparsa giorni: 10,13,15,16,17, ma
accumuli si registrarono soltanto il 16 con
10 cm.
L’orso Russo (alta pressione termica
Russo-Siberiana) si affacciò fin verso il
Mediterraneo, dove a contatto con
correnti più miti occidentali in quota,
determinò sulle nostre lande un
peggioramento del tempo con nevicate.
Ma l’evento dell’anno fu la magica nevicata della
notte di Natale. La dinamica fu una delle migliori: aria
gelida in entrata dall’est Europeo e flusso umido da
occidente. Si iniziò con una vigilia di Natale all’insegna
di cielo sereno al mattino ma con aumento della
nuvolosità nel corso del pomeriggio. Poi verso le 20 le
prime precipitazioni, inizialmente pioggia mista a neve,
che in poco tempo s’intensificarono tramutandosi in
sola neve, depositando entro la mezzanotte circa 20 cm.
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Siamo al gennaio 1985, il colonnello dell’aeronautica Baroni, già nell’appuntamento col
meteo del 31 dicembre 1984 preannunciò l’arrivo di una forte ondata di gelo causata
da un repentino riscaldamento stratosferico. Gelo che puntualmente arrivò nei primi
giorni del mese e che causò temperature e nevicate da record. Seppur l’evento è
ricordato principalmente per ciò che successe al centro-nord anche l’hinterland
Cosentino visse qualcosa di unico. Ritrovandosi quasi sempre sulla linea di confine tra
freddo e maltempo fu interessata da nevicate per oltre una settimana.
Già giorno 3 gennaio l’aria polare raggiunse l’Italia e i primi fiocchi di neve, seppur
misti nella pioggia, fecero visita alla valle Cosentina. Qualche centinaio di metri più in
alto invece lo snow show aveva inizio.
Dopo un temporaneo rialzo termico per via
delle correnti prefrontali, giorno 7 l’affondo
della saccatura di origine polare sul
Mediterraneo centro-occidentale fece affluire,
nuovamente e definitivamente aria fredda dal
Rodano. Contemporaneamente un centro di
bassa pressione, per via dei contrasti termici,
andava formandosi sul nord Africa e risaliva
lungo la parte orientale della saccatura,
apportando un peggioramento del tempo. Tra
la serata del 7 ed il mattino dell’8 gennaio
Cosenza vide la prima nevicata dell’anno con
10 cm di accumulo. Ecco foto e cronache:
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Breve pausa nel pomeriggio dell’8, ma ecco
che il giorno successivo (9 gennaio 85’) il
cuore del nocciolo gelido si posiziona sul
medio-alto Tirreno: temperature in ulteriore
calo, per via di venti di Tramontana al suolo
ed ancora maltempo per via di correnti
occidentali in quota. Accumulati, di nuovo, 10
cm di neve.
Intanto sui rilievi Silani la situazione diveniva
difficile, le cronache del tempo parlano di
brachi di lupi vagare nei centri abitati montani
in cerca di cibo:
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…e la situazione era tutt’altro che in
miglioramento! Il core gelido nelle ore
successive traslò verso il centro-sud
provocando la formazione di un centro di
bassa pressione sulla Puglia: questo da un
alto faceva affluire ulteriormente freddo (6°C ad 850hPa), dall’altro richiama in
quota correnti occidentali determinando
un’intensificazione del maltempo e, quindi,
delle nevicate. La mattina del 10 gennaio
Cosenza si ritrovò sotto una coltre bianca,
stavolta di ben 30 cm!
11
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Breve miglioramento in giornata, ma poi nella notte dell’11 ancora neve! Stavolta 5
cm di accumulo. Intanto in Sila la neve raggiunge diversi metri d’altezza, nel resto
d’Italia spiccano i -22°C di Firenze.
Stesso copione che si sussegue: migliora
in giornata, l’11, ma ecco che nella notte
del 12 riprende a nevicare, stavolta in
modo più intenso, depositando altri 15
cm. Il tutto a causa di infiltrazioni umide
da ovest sul letto gelido (-6°C ad 850
persistente).
Cielo che, stavolta, si mantenne coperto
con neve debole anche nel giorno
successivo, il 13, quando si accumularono
altri 2 cm.
Fu l’ultimo giorno di neve di quel tremendo inizio di gennaio, il più nevoso a memoria
d’uomo, con 72 cm totali caduti! L’accumulo massimo al suolo, invece, fu di “soli”
35/40 cm al termine della nevicata del 10, questo per via delle schiarite diurne che si
alternavano alle nevicate permettendo, quindi, al manto bianco di fondersi
parzialmente.
Quell’inverno, però, seppe regalare
ancora soprese bianche nel mese di
febbraio, per tradizione il più nevoso per
la vallata Cosentina. Dopo le fioccate
registrate il 13 del suddetto mese per via
dell’interessamento marginale di una
bolla gelida centrata sui Balcani, giorno
19 febbraio si registrò una nevicata più
cospicua. La Valle del Crati si ritrovò sulla
linea di scontro tra l’aria fredda Balcanica
e l’aria più umida Mediterranea: lo
scontro tra le masse d’aria di diversa
natura apportò un peggioramento del tempo con diffuse precipitazioni. Precipitazioni
che, visto il freddo depositatosi al suolo per via dell’inversione termica permessa
dall’assenza di venti sinottici, risultarono nevose (nonostante termiche non
eccessivamente fredde 0/-1°C ad 850hPa). L’accumulo fu di 10 cm.
Fu la fine di un grande inverno, seppur è da segnalare un colpo di coda nel giorno di
San Giuseppe (19 marzo) con pioggia mista a neve.
PS: non si hanno notizie certi di eventi rilevanti nel 1986;
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Il 1987 presentò già ad inizio gennaio una forte
ondata di gelo proveniente dall’Artico
continentale.
L’ingresso sul Mediterraneo di questo nucleo di
aria molto fredda provocò la formazione di un
minimo di bassa pressione nel golfo di Taranto
(correnti in quota da WNW trasportanti umidità
dal Tirreno, venti al suolo da ENE che veicolano
aria fredda) giorno 8, determinando una nevicata
da 5 cm sulla città di Cosenza. Il giorno
successivo fu registrata una minima di -5.3°C.
Quell’anno, però, fu ricordato per un evento di ben più importanza verificatosi nel
mese di marzo. L’aria gelida accumulatasi nei mesi precedenti nelle steppe Russe,
muovendosi di moto retrogrado si andò ad isolare
tra Ionio ed Egeo dove prese vita una circolazione
ciclonica secondaria, causa di gelo e neve su tutto il
meridione, in particolar modo sulla Puglia.
Nelle prima fase Cosenza rimase a secco per la
costante ombra pluviometrica causata da correnti
in quota da ENE, ma si toccarono valori di
temperatura davvero rilevanti, specie se si considera il periodo! Ecco di seguito un
riepilogo dei valori registrati:
giorno
4
5
6
7
8
9
Tmin
-2.8
-3.8
-4.8
-6.0
-4.3
-6.3
Tmax
5.7
4.2
3.7
4.7
3.5
6.7
Ma ecco che giorno 10 marzo, dopo 6
giorni di attesa, arriva la dama bianca!
Situazione da manuale: venti al suolo calmi
o al più deboli da ENE, letto gelido
preesistente al suolo, correnti occidentali in
quota portatrici di umidità.
Nevicò in modo copioso in nottata e parte
della mattinata, accumulando al suolo circa
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30 cm.
Ecco di seguito foto e cronache dell’epoca:
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Tutto ciò in un contesto ancora decisamente gelido, specie di notte. Ecco riportati i
valori estremi della seconda parte dell’ondata:
giorno
10
11
12
13
14
15
16
17
18
Tmin
-5.3
-6.5
-3.0
-2.8
0.0
-1.3
-1.5
1.5
-1.6
Tmax
3.7
5.0
9.2
11.2
9.0
5.7
10.0
10.0
14.5
Da segnalare, ancora, qualche breve fioccata giorno 15.
Tre annate avare di neve. Ricordiamo soltanto 1 cm di neve nel pomeriggio del 24
novembre 88, e fiocchi misti a pioggia il 6 dicembre 1990.
Il 1991 fu un inverno rigido. Dalla metà del mese di
gennaio le temperature diminuirono sensibilmente
tanto che si registrano 9 minime negative a
Cosenza….ma ancora più rilevante fu la prima parte
di febbraio.
Giorno 2 il gelo Russo si impossessò nell’Italia con
la -10°C ad 850hPa che raggiunse anche la Calabria
settentrionale!
Ecco le temperature registrate nei primi 4 giorni del mese:
giorno
1
2
3
4
Tmin
-4.0
-3.6
-5.5
-2.8
Tmax
5.5
3.0
5.5
5.2
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Fino al 4 febbraio fu solo gelo, ma giorno 5, invece, arrivò
anche la neve, per via di un infiltrazione di aria umida dal
Tirreno!
L’accumulo fu di 7 cm, seguiti però da altri 5 cm caduti il
giorno successivo (il 6).
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Temporaneo rialzo delle temperature da giorno 7 ma ecco che un nuovo drastico calo
termico si ebbe il giorno di San Valentino (Tmin -1.0°C, Tmax 4.7°C) a causa
dell’affondo sul Mediterraneo di una saccatura artica.
Tale saccatura il giorno successivo, 15
febbraio 1991, causò la formazione di un
vortice ciclonico sulle coste meridionali
della Sicilia in movimento verso lo basso
Ionio.
L'occlusione del fronte perturbato collegato
a questo vortice, colpi violentemente la
provincia Cosentina regalando 25 cm di
neve anche in città!.
Nel corso dell’anno si segnala anche una breve nevicata senza accumuli il 10
dicembre.
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Dai dati in possesso non risultano eventi nevosi rilevanti.
Un altro inverno decisamente freddo e nevoso
fu quello del 93. Si parte subito: l’1 gennaio
l’espandersi fin verso la penisola Scandinava
dell’alta pressione delle Azzorre, che si andò a
congiungere con l’alta pressione Russa,
determinò lo scorrimento, sul suo bordo
meridionale di correnti gelide che andarono ad
attuare una circolazione secondaria al sud
Italia.
Fu un capodanno con temperature in deciso
crollo e tempo in rapido peggioramento: in
serata fu neve! Nevicata che s’intensificò in nottata per lo giungere del fronte occluso
dallo Ionio. Giorno 2 la neve toccò i 15 cm...ma non finì qui! La singolare
stazionarietà del minimo di bassa pressione sul golfo di Taranto che, dunque, ci
teneva sotto tiro del fronte occluso apportò altri 10 cm giorno 3, con una vera e
propria bufera di neve accompagnata da temperature sottozero, ed altri 5 cm il 4.
Manto nevoso al suolo che raggiunse i 25/30 cm.
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Oltre alla neve, a creare disagi, anche in città, fu il gelo causato dai valori minimi
sottozero, e da massime prossime allo 0°:
giorno
1
2
3
4
Tmin
-0.8
-1.6
-4.4
-1.2
Tmax
8.8
1.6
2.0
1.6
Segui una tregua di circa un mese, interrotta da una breve pausa a fine gennaio con
ritorno di temperature negative 26 e 27 gennaio con qualche fiocco di neve il 26.
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A metà febbraio, invece, una nuova ondata di gelo
tornò ad interessare il nostro Paese.
Correnti di burano provenienti dalle steppe Siberiane,
supportate da un flusso umido in quota in arrivo dal
Tirreno, provocarono un’altra abbondante nevicata il 17
febbraio con 20 cm di accumulo, gelati da -2.4°C il
mattino dopo.
Molto freddo nei giorni
successivi, si ricorda il lago Arvo in Sila completamente
gelato, con temperatura fino a -24.5°C.
A Cosenza, invece, la minima raggiunta fu di -4.8°C. Fiocchi
di neve si registrarono il 22 febbraio, mentre il 25 la nevicata
accumulò 10 cm. La dinamica (come mostra l’immagine a
destra) fu la “solita” da “grandi” nevicate: freddo in ingresso
da est ed umidità da ovest.
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Breve rialzo termico tra fine mese e i primissimi
di marzo, ma giorno 4 è l’ora del colpo di coda di
un grande inverno, uno dei più nevosi di
quest’ultimo trentennio.
Crollo delle temperature sia in quota che al suolo,
e giorno 5, grazie alla formazione di un centro di
bassa pressione con minimo sul golfo di Taranto,
torna per l’ennesima volta la neve nel Cosentino. Stavolta l’accumulo fu di soli 5 cm.
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Inverno piuttosto mite quello del 1994 con un mese di gennaio anonimo (si segnala
solo qualche fioccata mista a pioggia giorno 29) ed una sola ondata di freddo a metà
febbraio che, comunque, è riuscita a portare la neve in città.
Giorno 14 febbraio, aria fredda dall’Europa orientale
raggiunge la nostra penisola apportando un calo
delle temperature e, per via della formazione di un
minimo di bassa pressione sullo Ionio, anche
maltempo con pioggia mista a neve fino a
Cosenza...ma è tra 15 e 16 che, grazie ad
un’ulteriore calo delle temperature favorito dalla
ventilazione assente, che ha permesso all’aria
fredda di depositarsi al suolo, che, accompagnato
allo scorrimento di aria più mite ed umida in quota, ha determinato nevicate anche
nella Valle del Crati con 10 cm di accumulo.
Sottoelencati gli estremi termici di quei giorni:
giorno
14
15
16
Tmin
1.0
-1.4
-1.1
Tmax
7.8
3.1
1.6
Nel 1995 da segnalare una prima parte di gennaio fredda ma avara di neve sulla piana
Cosentina da segnalare fioccate solo nei giorni 3 e 14.
Ordinaria amministrazione gennaio e febbraio 1996 ma fu l’inizio del mese di marzo a
regalare emozioni invernali! Già giorno 1, per via dell’arrivo di aria gelida dal nord
Europa le temperature crollarono toccando già -0.1°C in serata.
Il giorno successivo (2) un peggioramento del tempo portò anche i primi fiocchi di
neve sparsi tra la pioggia. Ma fu il giorno 4 a
portare la vera neve! L’ulteriore
abbassamento termico, infatti, associato al
maltempo apportato da un vasto minimo di
bassa pressione, favori forti nevicate anche a
Cosenza con manto bianco che raggiunse i
25 cm! Era dal 1993 che non si registravano
accumuli simili. La temperatura massima di
quel giorno fu di soli 0.8°C !! Valore
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eccezionalmente basso, specie in relazione col periodo! La punta minima dell’irruzione
invece fu di -3.1°C il mattino del 6 marzo.
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Ricordiamo nel mese di dicembre il famoso buran che a fine dicembre coinvolse gran
parte d’Italia. Su Cosenza, però, complici le correnti di tramontana, gli effetti furono
solo marginali e limitati a temperature fredde con qualche sparuto fiocco di neve nei
giorni 26 e 28.
Nessun evento da segnalare.
Gennaio e Febbraio trascorsero sottotono, senza irruzioni rilevanti.
Fu marzo, invece, a riservare un intenso colpo di coda
invernale: dal 21 al 26 temperature da pieno inverno con
addirittura nevicate in città, seppur senza accumulo, il
21 ed il 24. Le temperature scesero per ben 6 volte
sotto lo zero, in quell’occasione, toccando un minimo di
-2.9°C il 23; il 25, invece, la massima si fermò a soli
5.8°C.
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Trascorsa l’estate, i mesi finali del 1998 seppero
regalare ancora grandi emozioni. Nella terza decade
del mese di novembre una precoce irruzione di aria
gelida proveniente dal nord Europa portò le
temperature su valori da pieno inverno: giorno 22 il
passaggio di un ramo umido, in risalita da sud, sul
cuscino freddo, formatosi nei giorni precedenti,
apportò nevicate anche in pianura nella Valle del Crati
con 10 cm di accumulo a Cosenza! Gli estremi termici
di quel giorno furono: -1.1°C / 2.6°C.
Segui un dicembre abbastanza freddo con 10 minime negative con una punta di 3.8°C.
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Sul finire del mese di gennaio del 1999, la
formazione di un solido blocco anticiclonico
sull’Atlantico in successiva espansione fin verso
Gran Bretagna e penisola Scandinava,
determinò l’ingresso di gelide correnti sul
Mediterraneo centro-orientale, le quali
stazionarono per qualche giorno apportando
tanto freddo e storiche nevicate anche sui
litorali di Calabria e Sicilia!
La particolare insistenza di correnti in quota dai
nord/nord-est, però, non favorì, in termini nivometrici, la città di Cosenza che vide
qualche fiocco di neve 29 e 31 gennaio e un solo accumulo di 2 cm il 30. Ecco,
invece, le temperature registrate in quel periodo:
giorno
28
29
30
31
1
2
3
4
Tmin
1.8
-0.6
-2.1
-2.9
-1.4
-1.4
-1.9
0.0
Tmax
8.8
5.6
2.6
3.3
3.3
6.8
9.1
12.1
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Prosegui il periodo freddo anche per buona parte del mese di febbraio. Un’altra
nevicata senza accumuli si registrò il 13 febbraio (estremi -1.1°C / 2.1°C) ed un’altra
il 23 ma mista a pioggia.
Una fioccata si registrò anche il 21 dicembre.
Il nuovo millennio partì con un mese di gennaio
molto freddo: la media delle minime fu di soli
1.5°C, di cui 10 negative (3 volte -3.9°C).
Assente la neve se non per un rovescio il giorno
25 (Tmin -3.9°C Tmax 1.6°C).
Il 2001 è famoso per il gran freddo nel mese di dicembre! La media mensile di
Cosenza fu di “soli” 4.9°C valore circa 3.5°C sotto la media del periodo!! Si
registrarono 13 minime sotto lo zero! Fu uno dei periodi più freddi dell’ultimo
secolo!
Già dai primi giorni del mese l’alta pressione
s’impossessò dell’Europa Occidentale e
Settentrionale, lasciando l’Italia facile preda
di gelide correnti Russe. Fu giorno 13, però,
che la situazione “peggiorò” ulteriormente
per via dell’approssimarsi del cuore del
nocciolo gelido (circa -20°C ad 850hPa).
Quel giorno fu un susseguirsi di rovesci, a tratti anche misti a neve, con quota delle
nevicate sui 700m circa, prima di assistere ad un miglioramento nel tardo pomeriggio.
Miglioramento che fù solo temporaneo e servì soltanto per immagazzinare aria gelida
nella Valle del Crati, tanto che a mezzanotte si toccavano già -1.6°C.
Intanto il nocciolo gelido stava determinando la formazione di un vasto centro
depressionario con minimo sulla Corsica che spingeva, in quota, correnti più umide e
miti verso il sud. Alle primi luci dell’alba (del 14), lo scorrere dell’aria umida su quella
fredda, accumulata al suolo, fu la causa di una bellissima nevicata che interessò il
centro urbano Cosentino fino al primo pomeriggio, depositando al suolo 22 cm.
Al seguente link il reportage fotografico dell’evento:
http://www.cosenzameteo.it/cosenza-neve-14122001/
Un solo giorno di tregua, quello del 15, con manto nevoso che fu ghiacciato da una
temperatura di -1.5°C. Domenica 16, poi, tempo nuovamente in peggioramento per
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l’azione concomitante tra un vortice ciclonico, posizionato tra Sardegna e Baleari, ed
un nuovo afflusso di correnti gelidi da est. Nel pomeriggio, di nuovo neve con 2 cm
che andarono a depositarsi sul vecchio accumulo.
Seguì un periodo molto gelido, con nevicate anche sulle
coste sia di Puglia che di Calabria.
Cosenza, invece, rimase in ombra pluviometrica per
correnti di Tramontana e Grecale.
Decisamente gelide le temperature con chiazze di neve
(anche abbastanza estese nei prati) che rimasero al
suolo dal 14 al 22 dicembre. Ecco i valori raggiunti:
giorno
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
Tmin
0,5
-1,2
-1,6
-1,6
-1,5
-0,2
-5,8
-7,0
-5,6
-3,5
0,8
Tmax
8,0
9,5
8,7
1,3
6,5
3,4
3,0
3,3
7,3
9,4
8,9
Freddo anche l’inizio di gennaio 2002 (unico evento rilevante dell’anno). Nevicate
senza accumuli giorno 4 con una temperatura massima di 3.1°C. La minima più
bassa, invece, si registrò giorno 6 con -3.6°C.
Rilevante fu il mese di febbraio, l’unico da inizio rilevazioni a far registrare una media
delle minime mensili, addirittura di -0.3°C!!! Furono 18 le minime mensili sotto
lo zero con una punta minima di -3.7°C.
La vera assente, però, fu la neve. Furono numerose le sue
comparse con brevi rovesci senza accumuli, i giorni:
2,5,6,9,12,14,15.
Gli unici 2 cm del mese caddero giorno 10 per via dello
scorrimento umido sul letto gelido formatosi nei giorni
precedenti.
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L’evento più eclatante, però, fu il colpo di coda del 7 aprile!!!!
Il giorno precedente il sole faceva capolino tra le nubi con
temperatura fino a 17°C e nessuno poteva immaginare che
sole 12 ore dopo, a causa di un veloce impulso gelido
proveniente dai Balcani, in città fosse tornata addirittura la
neve (1 cm)!!! Fu una delle nevicate più tardive a memoria
d’uomo!
Il mattino successivo si raggiunse l’eccezionale temperatura (per il periodo) di -2.8°C!
Al seguente link le foto di quel giorno: http://www.cosenzameteo.it/cosenza-neve07042003/
Altra breve nevicata da segnalare, quella del mattino dell’8 dicembre con l’accumulo
di un velo di 1 cm.
Nel 2004 da segnalare l’ondata di gelo a fine gennaio che non
portò nevicate, se non qualche fiocco i giorni 22, 25, 26, ma fece
siglare temperature minime molto basse! -4.9°C il 23, -6.9°C il
24, -5.0°C il 25!
Il 2005, l’inverno più nevoso del terzo millennio. Ricordato per la lunga ondata di
freddo e maltempo che si prolungò da fine gennaio fino ai primi di marzo!! …regalando
tanta neve sui monti ed anche a valle.
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Il primo assaggio freddo si ebbe proprio a metà mese grazie a correnti provenienti dai
Balcani che causarono un netto calo termico e nevicate sui monti, specie versanti
orientali giorno 16, quando qualche fiocco raggiunse anche Cosenza.
Nulla a che vedere, però, con quello
che sarebbe successo dopo pochi
giorni!
Il 25 gennaio una poderosa irruzione
di aria artica, scorrendo sul bordo
orientale di un vasto blocco
anticiclonico sull’Atlantico, andò in
vacanza sul Mediterraneo, dando
vista ad un centro di bassa
pressione, alimentato da correnti
molto fredde, che determinò una
lunga fase di freddo, maltempo e
neve!
Il giorno successivo (26), tra i numerosi temporali, comparve già qualche fiocco di
neve anche a Cosenza ma fu nella notte successiva (27) che l’ulteriore abbassamento
della temperatura (fino ad 1°C) determinò una breve nevicata con spolverata da 2
cm. Ancora maltempo il 28, con Cosenza sempre al limite delle nevicate (cadde
nuovamente qualche fiocco) e tempeste di neve che, invece, interessavano le colline
dai 4/500 m in su! In Sila la neve raggiungeva già metri
di altezza!!! Qui qualche foto.
Fu giorno 30, invece, che, grazie al traslamento del
centro di bassa pressione dal Tirreno allo Ionio (vedi
immagine a lato) con una rotazione dei venti al suolo da
WSW ad ENE, la neve fece una comparsa “più duratura a
valle”. Dopo una mattinata dal tempo incerto, poco dopo
mezzogiorno il cielo si coprì interamente e la Catena Costiera sparì dietro le virghe
nevose. Nel primo pomeriggio iniziarono a cadere i primi fiocchi ma la precipitazione
era intermittente…ecco, però, che verso le 17 una violenta cella temporalesca in
entrata dal Tirreno scaricò una forte nevicate a larghe falde che in circa un’oretta
depositò un accumulo di circa 5 cm al suolo. (Qui le foto)
Seguirono giorni ancora caratterizzati da instabilità con neve a tratti anche a Cosenza,
seppur senza accumuli, anche l’1 ed il 2 febbraio. Intanto, le temperature calarono
ulteriomente, specie durante le ora notturne, grazie anche ad ampie schiarite. Ecco i
valori minimi dei primi 9 giorni di febbraio:
giorno
1
2
3
Tmin
0,0
-2,0
-3,3
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www
4
5
6
7
8
9
-2,3
-4,1
-3,3
-1,5
-0,7
-0,2
Un’altra fase di maltempo freddo si verificò sul finire della seconda decade del mese.
La ferita lasciata dall’irruzione artica sul Mediterraneo era troppo profonda e lo
rendeva molto esposto alle correnti fredde nordiche che, puntualmente, arrivavano e
davano vita a centri di bassa pressione. Ancora qualche fiocco di neve il 16 ed il 20.
Oltre i 500 m ormai era una vera e propria apocalisse bianca!! Continuava a nevicare
sulla neve vecchia, Camigliatello Silano superava i 3 metri di accumulo!
…e non era finita qui. Tra 28 febbraio ed 1
marzo, un lobo del vortice polare conquistò
l’Europa nord-orientale facendo sentire i suoi
effetti anche sul Mediterraneo (termiche fino a
-15°C ad 850hPa al nord, -5/-6°C sull’alta
Calabria).
Durante la serata del 28 il calo termico,
annesso ad un nuovo peggioramento del
tempo per via di correnti più umide in quota da
ovest, favorì il ritorno della neve anche a valle.
Nevicò per tutta la notte in modo debole
accumulando solo 2 cm (foto). Accumuli decisamente maggiori, invece, sulle zone
pedemontane per via del maggiore effetto stau.
Segui un miglioramento delle condizioni
atmosferiche ed un deciso aumento delle
temperature…era solo la quiete prima della
tempesta!!
Il 7 marzo l’ennesima saccatura artica fece
affluire aria gelida dal nord-est Europa che,
a contatto col mar Tirreno, diede vita ad un
minimo di bassa pressione a largo di
Palermo in traslamento verso le coste
Ioniche. Era arrivato il momento di
Cosenza!!! Fin’ora piuttosto snobbata dalla
neve vera (l’accumulo massimo era stato di
5 cm mentre altrove si contavano a decine i cm)!
La nuvolosità iniziò ad aumentare progressivamente dalla mattinata, ed il cielo
divenne coperto già nel primo pomeriggio. Poi arrivarono le precipitazioni, inizialmente
piovose per via di una temperatura di 5°C. In serata, però, brusco calo termico per
l’ingresso ad 850hPa della -5°C, e FU NEVE!
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Temporali nevosi si susseguirono per tutta la notte con la temperatura inchiodata a
0/-0.5°C! Al primo mattino la situazione era questa……
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Scatti che si commentano da soli: il manto nevoso aveva raggiunto i 32 cm! Fu
l’epilogo di un lungo inverno, gelido e nevoso, che regalò anche alla città di Cosenza,
che la attese con molta pazienza, una maestosa nevicata.
Inverno molto freddo quello del 2006 con temperature sotto la media ma senza
nevicate per via di correnti sempre sfavorevoli che “costringevano” Cosenza all’ombra
pluviometrica. Qualche fiocco solo il 6 ed il 7 febbraio, quando, invece, si
imbiancarono anche le coste! Le temperature minime invece toccarono i -5°C in 3
occasioni: 26 gennaio, 7-8 febbraio.
Anonimo sia il mese di gennaio che quello di febbraio..in attesa di dicembre. Dopo un
autunno già freddo rispetto al normale, il 14 dicembre una goccia gelida dai Balcani si
spinse fino al Mediterraneo centrale, lasciato incustodito dall’alta pressione che,
invece, si era impossessata del nord Europa (Ponte di Wejkoff).
Crollo termico e nevicate diffuse sulle coste Adriatiche tra 14 che il 15. Cosenza,
invece, protetta da Sila e Pollino rimase in ombra con cielo sereno o poco nuvoloso.
Molto freddo, però, ecco di seguito gli estremi (da considerare anche l’azione della
Tramontana che acutizzava la sensazione di freddo):
giorno
14
15
Tmin
-0,1
-4,0
Tmax
7,3
6,0
…e qui venne il bello: la goccia gelida
proseguendo il cammino retrogrado verso
ovest, causò la formazione di un minimo di
bassa pressione sul canale di Sicilia. Le
correnti in quota virarono da NNE ad WSW
facendo scorrere sul cuscino freddo, creatosi
nelle 48h precedenti, aria più mite ed umida.
Il contrasto tra le due masse d’aria di origine
diversa fu alla base dell’intensa nevicata che
avvenne il 16.
Nel pomeriggio di sabato 15, il cielo si presentava ancora sereno con temperatura in
picchiata subito dopo il tramonto (alle 18 1°C con dew point di -3°C). Intanto velatura
si affacciavano dal Tirreno, le quali divennero sempre più spesse in tarda serata. Alla
mezzanotte le condizioni erano le seguenti: coperto 0°C!
Subito dopo ebbe inizio la GRANDE NEVICATA: fitta, forte, secca e continua con
temperatura inchiodata a -1°C! Continuò a nevicare ininterrottamente dall’1 circa fino
alle 15 circa (e con forte intensità dalle 2 alle 10). L’accumulo al suolo a fine evento
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era di 40 cm! E’ la nevicata più forte degli ultimi 30 anni! Forse seconda solo ai 60
cm del marzo 71!
Poco emozionante il 2008: 1 solo evento gelido tra 16 e 17
febbraio per l’ingresso ad 850hPa di una -12°C.
Qualche fiocco di neve nella notte a cavallo tra i due giorni, per un
parziale sfondamento delle precipitazioni da ovest. -4.6°C il 17.
Dopo un mese di gennaio piuttosto mite, in relazione col periodo, a febbraio s’instaurò
una circolazione da est che fece affluire in diversi casi aria molto fredda da nord/nordest.
Il 12 febbraio una forte irruzione artica fece abbassare sensibilmente la temperatura
apportando anche nevicate a bassa quota nella notte. Rovesci di neve si verificarono
anche a Cosenza con una spolverata da 1 cm in nottata.
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Breve miglioramento poi nel corso della giornata…ma
le correnti fredde continuavano a creare instabilità
nel basso Tirreno con la formazione di celle
temporalesche anche ben organizzate.
Fu proprio una di queste che tra la notte ed il primo
mattino del 13, risalì dalle Eolie verso il Lametino
raggiungendo, all’alba, anche la parte sud di
Cosenza, dove si verificò un forte temporale nevoso!
10 cm di accumulo (foto)! -4.0°C il mattino successivo con annessa gelata!
Continuò la fase fredda con comparse di fiocchi di neve anche il 17 ed il 22. 9 minime
negative nel mese.
Eventi poco rilevanti nella prima parte dell’anno con brevi fioccate, anche miste a
pioggia, il 21 gennaio, l’1-12-13-14 febbraio.
Decisamente più importante l’evento di dicembre! Arrivò
aria gelida pellicolare dalla Russia! Le correnti in quota,
invece, spiravano da WSW. Fu maltempo con estese
nevicate.
I primi fiocchi fecero visita Cosenza già il 14, ma fu in
tarda mattinata del 15 che ebbe inizio la vera nevicata.
In breve tempo la città era capitolata, grazie anche al
suolo gelato ed all’aria molto secca (-0.5°C).
Alla mezzanotte i cm caduti erano già 10. Continuò a nevicare anche la notte
successiva, ed al mattino la valle era ammantata da 20 cm!
Ampi rasserenamenti durante il giorno del 16, ma in serata ci fu un nuovo
peggioramento con, dinuovo, neve! Forte rovescio di neve a larghe falde con 4/5 cm
di accumulo. Una breve pausa nel corso della notte con temperatura piombata a -2°C,
ed al mattino ancora neve!!! Altri 2 cm.
Qui reportage dettagliato dell’evento!
Rovesci di neve il 4 gennaio, il 20 ed il 21 dicembre. Una
spruzzata da 2 cm, invece, il mattino del 26 febbraio per una
goccia fredda sul basso Tirreno. Una breve cella temporalesca
interessò la città di Cosenza alle 8 circa del mattino con
rovescio a larghe falde che in pochi minuti ha imbiancato la
città.
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Siamo al 2012: l’anno della storia mancata! Nel mese di febbraio l’Italia assistette ad
uno degli eventi più intensi di gelo e neve dell’ultimo secolo!! Ricordiamo punte di 24°C sulle pianure Piemontesi, e 3-4 m di neve a quote molto basse tra Romagna e
Marche, nonché diverse nevicate a Roma.
Cosenza, rimase ai margini di tutto ciò, a causa della posizione del nocciolo gelido che
si mantenne sull’Italia centro-settentrionale. Freddo e neve, comunque, non
mancarono, seppur non in proporzioni storiche. Chiuse sottomedia sia il mese di
gennaio (freddo secco) che quello di febbraio, quando arrivò anche la neve.
I primi fiocchi di neve si videro il 6 febbraio. L’approfondirsi
di un vortice ciclonico sullo Ionio richiamò correnti più
fredde anche al sud che, considerato anche il fronte occluso
in risalita da SE, determinarono nevicate a bassa quota. 1
cm di accumulo nella notte tra 6 e 7.
Un successivo peggioramento, freddo, ci interessò a partire
dal 9, quando qualche fiocco si mischiò alla pioggia. Ma fu il mattino dopo che la neve
fece la sua prima vera comparsa con 5 cm di accumulo al primo mattino, grazie a
correnti umide occidentali in transito sull’aria fredda accumulata nella notte
precedente.
Anche nei giorni successivi persistettero
condizioni di instabilità con clima freddo. Neve
mista a pioggia sia il 12 che il 13, ma proprio
nel giorno di San Valentino un nuovo calo
termico ed il transito di un minimo di bassa
pressione dal Tirreno verso lo Ionio, favorì una
nevicata più consistente! Circa 12 cm di
accumulo, fatto col susseguirsi di intense celle
temporalesche che causarono nevicate a tratti
fittissime con fiocchi di dimensioni molto grandi! (foto)
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Qui un riepilogo dettagliato dell’evento.
Nel 2013 si ricorda la nevicata del 10 febbraio. Già nei giorni precedenti un’irruzione di
aria fredda in doppia entrata dalla porta del Rodano e della Bora, apportarono un
netto calo delle temperatura con annesso maltempo tanto che sabato 9, nel corso
della mattinata visto il calo della temperatura fino a
1°C, la pioggia si tramutò in neve, che, però, riuscì ad
accumulare un velo soltanto sulle aree a nord del centro
urbano Cosentino.
Fu il giorno dopo a regalare una nevicata. Dinamiche e
tempistiche furono una fotocopia della nevicata del
14/2/12: minimo in scorrimento e celle temporalesche
nevose durante il giorno, che accumularono circa 8 cm
di neve ad intermittenza.
Qui reportage fotografico della nevicata.
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Il mattino dopo…
La neve ha saputo spesso regalare tante emozioni alla vallata Cosentina. Diversi
sono stati gli episodi in cui il manto nevoso ha raggiunto diversi centimetri dando
al paesaggio un’atmosfera decisamente nordica e poco mediterranea.
In conclusione citiamo le medie nivometriche “storiche”:
Dall’1981 al 2013 sono caduti mediamente 17,3 cm l’anno. Gli anni più nevosi
sono stati gli 80’, quelli meno nevosi i 00’. Dal 2010, però, sembra ci sia un nuovo
cambio di tendenza verso il passato con un deciso aumento della nevosità.
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