Che cosa è la vita La caratteristica più peculiare della Terra è senza dubbio la presenza della vita. L'incredibile molteplicità di forme assunte dagli esseri viventi rende difficile trovare delle definizioni che distinguano in modo univoco la materia vivente da quella inorganica. È però possibile identificare alcune caratteristiche comuni a tutti gli organismi viventi: • forma e grandezza : li esseri viventi hanno generalmente una forma definita e una grandezza caratteristica. E' possibile distinguere l’interno dell’organismo dall’ambiente esterno. L'unità strutturale fondamentale degli organismi viventi è la cellula, che contiene al suo interno il materiale genetico (l'informazione ereditaria), nonché una grande varietà di molecole e strutture che le consentono di mantenere le proprie funzioni vitali. L'informazione ereditaria è immagazzinata in macromolecole, la più importante delle quali è il DNA (acido desossiribonucleico). • Accrescimento : gli esseri viventi si accrescono sviluppando nuove parti fra oppure all’interno di quelle vecchie. • assorbimento dall'esterno :sono in grado di prendere e trasformare la materia e l'energia dell'ambiente esterno e di utilizzarle per sopravvivere • composizione chimica : più del 95% dei tessuti viventi è costituito da quattro elementi chimici: carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto • metabolismo : gli organismi svolgono costantemente una serie di processi chimici essenziali per vivere (respirazione, digestione, assimilazione, escrezione) • Irritabilità o eccitabilità :reagiscono agli stimoli, rispondendo alla presenza di particolari sostanze chimiche, a variazioni di temperatura, luminosità, umidità. • Riproduzione : capacità di generare organismi simili ai genitori e in grado di riprodursi a loro volta. Gli organismi unicellulari si riproducono per divisione: i discendenti sono quindi delle semplici copie (cloni) del genitore. Nelle forme di vita più complesse, invece, la riproduzione ha luogo con modalità che consentono il rimescolamento dell'informazione genetica proveniente dai genitori, cosicché i discendenti non sono mai esattamente identici ai genitori. Le differenze tra genitori e prole costituiscono uno dei principali motori dell'evoluzione. • Omeostasi : sono in grado di mantenere condizioni interne (organizzazione e composizione) relativamente costanti e anche notevolmente diverse da quelle presenti nell'ambiente esterno. Alcuni organismi non sono propriamente vivi ma sono dei contenitori di informazioni genetiche, dipendono e vivono solo grazie agli altri organismi (virus). Gli organismi viventi sono in grado di adattarsi all'ambiente attraverso mutazioni - cambiamenti casuali nelle molecole di DNA - e attraverso la ricombinazione dei geni che avviene durante la riproduzione. Benché la maggior parte delle mutazioni abbia conseguenze dannose sulla possibilità di un individuo di sopravvivere o di riprodursi, alcune possono determinare una migliore capacità di adattarsi alla varietà delle condizioni ambientali. Il processo che determina la sopravvivenza degli individui più adatti ad un determinato ambiente è detto selezione naturale. Quando la somma delle modificazioni genetiche avvenute negli organismi esistenti porta alla formazione di nuovi organismi, si verifica quella che i biologi chiamano evoluzione. La continua differenziazione di nuovi gruppi di organismi è accompagnata dalla progressiva estinzione delle forme viventi che non sono in grado di fare fronte ai cambiamenti delle condizioni ambientali o alla competizione con specie più efficienti. La struttura della cellula e il DNA Come detto in precedenza, la cellula rappresenta l'unità organizzativa fondamentale degli organismi viventi: è infatti la più piccola unità di un organismo in grado di funzionare in modo autonomo. Ogni cellula è delimitata spazialmente da una membrana esterna, la membrana cellulare, che ha la funzione di separare il contenuto della cellula dall'ambiente esterno e regola i flussi di sostanze in entrata e in uscita dalla cellula grazie alla sua permeabilità selettiva. All'esterno della membrana cellulare, le cellule di vari organismi (batteri, vegetali, funghi) sono ulteriormente delimitate dalla cosiddetta parete cellulare, che svolge una funzione essenzialmente strutturale. All'interno della cellula vi è il citoplasma, una sostanza fluida (ad elevato contenuto d'acqua) che contiene una varietà di molecole e di strutture specializzate dette organelli. Esistono tuttavia due tipi di cellule, fondamentalmente distinti per il loro diverso grado di complessità organizzativa. Le cellule degli organismi procarioti sono di dimensioni più piccole e hanno una struttura interna molto semplice; il loro materiale genetico non è separato dal citoplasma per mezzo di una membrana, anche se occupa prevalentemente una regione del citoplasma chiamata nucleoide. Le cellule degli organismi eucarioti hanno dimensioni più grandi e il loro materiale genetico è racchiuso all'interno di una membrana, detta involucro nucleare, che delimita il nucleo. Il materiale genetico (le informazioni ereditarie) dirige l'attività della cellula e le consente di trasmettere le sue caratteristiche ai suoi discendenti. L'ereditarietà biologica, ovvero il processo di trasmissione di caratteri individuali dai genitori ai loro discendenti, è stata da sempre oggetto di stupore. Tuttavia, solo nella seconda metà del diciannovesimo secolo, grazie agli studi effettuati da Mendel, si è iniziato a chiarire il funzionamento dei meccanismi ereditari. Mendel dimostrò che le caratteristiche ereditate vengono trasmesse come unità discrete dette geni - che si distribuiscono secondo determinate regole da una generazione all'altra. La totalità delle informazioni portate dai geni si chiama genoma. E' organizzata in cromosomi e replicata in ogni parte dell'organismo. Essi sono strutture complesse formate da proteine e da una macromolecola detta acido desossiribonucleico o DNA. Il DNA umano è organizzato in 23 coppie di cromosomi ed è un polimero. La sua struttura, scoperta negli anni '50 da Watson e Crick, ha una struttura simile a una scala a pioli avvolta a spirale. I montanti della scala sono formati da un'alternanza di molecole di zucchero (desossiribosio) e di fosfato, mentre i pioli sono costituiti da quattro basi azotate: adenina (A), citosina (C), guanina (G), timina (T). Ogni piolo è formato da due basi e ogni base è legata a un'unità zucchero - fosfato. Le basi appaiate sono legate fra loro da legami idrogeno e, per la loro struttura, l'adenina può appaiarsi solo con la timina e la citosina solo con la guanina. L'insieme di una base e dell'unità zucchero-fosfato si chiama nucleotide. Il DNA è quindi una catena di nucleotidi. La sequenza di tre nucleotidi o tripletta, nella molecola del DNA, rappresenta il codice genetico in quanto ogni tripletta codifica la sintesi di un determinato amminoacido. Le sequenze di basi contenute nel DNA costituiscono l'informazione necessaria alla sintesi delle proteine che si svolge all'interno della cellula e che è alla base dell'attività vitale della stessa. Il DNA è in grado di autoreplicarsi, consentendo così il passaggio dell'informazione genetica da una cellula a un'altra. Durante la replicazione i cromosomi diventano chiaramente visibili all'interno del nucleoide (procarioti) o del nucleo (eucarioti). Di solito i procarioti (ad es. batteri) hanno un unico cromosoma di forma circolare, mentre gli eucarioti hanno diversi cromosomi con struttura lineare. Fondamentale è per la cellula potere scambiare energia e materia al proprio interno e con l'esterno. Ciò avviene attraverso vari processi, di natura fisica e chimica, chiamati processi metabolici. Il metabolismo è l’insieme delle reazioni chimiche e fisiche che consentono la vita di un organismo. Esso si divide in anabolismo (che produce molecole complesse utili alla cellula a partire da molecole più semplici e richiede energia) e catabolismo (che comporta la degradazione di molecole complesse in molecole più semplici e produce energia). Nelle cellule degli eucarioti il vero e proprio motore è costituito da un organello chiamato mitocondrio. Questo organello produce adenosintrifosfato (ATP) a partire da zuccheri e ossigeno. L'ATP è il composto ad alta energia richiesto dalla stragrande maggioranza delle reazioni metaboliche. Il mitocondrio contiene anch'esso del DNA, che è però diverso da quello del nucleo. Cicli cellulari e riproduzione La divisione cellulare è il processo fondamentale che permette la replicazione di una cellula. Negli organismi unicellulari tale processo corrisponde ovviamente anche alla riproduzione di tutto l'organismo. Nei procarioti (ad es. batteri) la riproduzione avviene semplicemente per fissione binaria. In un punto del cromosoma circolare la doppia elica comincia a separarsi e i due filamenti separati servono ognuno da stampo per un nuovo filamento complementare. Si formano così due cromosomi, ciascuno dei quali migra verso parti opposte della parete cellulare. La cellula poi si allunga e si separa dando luogo a due nuove cellule sorelle con il medesimo patrimonio genetico. Riproduzione asessuata: mitosi. Più complesso è il ciclo cellulare negli eucarioti. Esso consiste di cinque fasi; la più importante è naturalmente la divisione del nucleo, che prende il nome di mitosi. Essa si suddivide in quattro sottofasi: profase, metafase, anafase e telofase. Nella profase i cromosomi si condensano e diventano visibili al microscopio. Ognuno dei cromosomi consiste di due repliche, detti cromatidi fratelli, ancora uniti in una zona di restringimento comune, detta centromero. Successivamente la membrana nucleare va disintegrandosi mentre si forma una struttura a forma di fuso costituita da fibre tubuliformi, le cui estremità si incardinano su due coppie di centrioli. Alcune fibre connettono ciascuna delle due coppie di centrioli ai centromeri. Nella metafase le coppie di cromatidi si muovono avanti e indietro all'interno del fuso fino a disporsi simmetricamente nel piano equatoriale della cellula. Nell'anafase i centromeri si separano completamente in tutte le coppie di cromatidi fratelli. I cromatidi di ogni coppia si allontanano, così che ogni cromatidio diventa un cromosoma indipendente attirato verso la sua coppia di centrioli. Nella telofase i due assetti identici di cromosomi raggiungono le due estremità opposte della cellula mentre il fuso si disperde. Successivamente intorno a ogni assetto cromosomico si forma una membrana nucleare mentre i cromosomi diventano di nuovo diffusi e non visibili e il citoplasma comincia a dividersi. Mentre nei procarioti la fissione binaria coincide con la riproduzione e coinvolge un solo cromosoma circolare, le cose sono più complicate negli eucarioti che possiedono più cromosomi a struttura lineare. Riproduzione sessuata: meiosi A tale proposito va in primo luogo specificato che i cromosomi possono essere o meno organizzati a coppie di cromosomi omologhi. I due omologhi si somigliano generalmente per forma e grandezza. Nel caso di organizzazione dei cromosomi a coppie si parla di cellule diploidi mentre nell'altro caso le cellule vengono definite aploidi. L'esempio più chiaro è proprio quello dell'uomo, le cui cellule sono diploidi in quanto possiedono 46 cromosomi, organizzati in 23 coppie di cromosomi omologhi. Fanno però eccezione particolari cellule, i gameti (ovuli e spermatozoi ), che sono aploidi, in quanto possiedono solo 23 cromosomi. I gameti vengono prodotti a partire da cellule diploidi, le quali, attraverso un processo chiamato meiosi, duplicano il proprio corredo genetico e poi si dividono in quattro cellule ciascuna contenente uno solo dei cromosomi omologhi. Il processo in cui si scambia DNA tra i cromosomi si chiama crossing over. Esistono, anche se non sono molto frequenti, eucarioti completamente aploidi (es amebe). Nel caso della specie umana, ad esempio, i due gameti aploidi si uniscono durante la fecondazione per formare un'unica cellula diploide (lo zigote) che poi si svilupperà nell'embrione. Tra le 23 coppie di cromosomi umani c'è una coppia di cromosomi sessuali (indicati convenzionalmente con le lettere X e Y). Il sesso maschile è dato dalla presenza della coppia XY e quello femminile dalla coppia XX. Nel processo di formazione degli spermatozoi, cellule diploidi maschili attraverso la meiosi danno luogo a cellule aploidi (gli spermatozoi) metà dei quali contengono il cromosoma X e metà il cromosoma Y. Gli ovuli invece, poichè originano da cellule diploidi del tipo XX, contengono tutti il cromosoma X. Se lo zigote origina dall'incontro con un ovulo di uno spermatozoo contenente il cromosoma X si avrà una femmina, se origina da uno spermatozoo di tipo Y si avrà un maschio. L’unione delle informazioni genetiche provenienti dai due genitori unita al crossing-over garantisce la ricombinazione genetica, che è la base dell’evoluzione. Riproduzione sesssuata in piante e animali Non necessariamente però organismi con cellule diploidi devono avere riproduzione sessuata, come gli uomini. In particolare, la riproduzione può avvenire in maniera asessuata nelle seguenti maniere: • • • per gemmazione: attaccato esternamente al corpo materno si sviluppa un individuo completo, che, raggiunta la dimensione appropriata, si stacca e diventa indipendente; un esempio è quello dell'idra, un polipo di acqua dolce; per moltiplicazione vegetativa: molte piante danno origine ad un clone dello stesso individuo per semplice divisione in due parti, di norma geneticamente identiche, oppure per semplice distacco di sue porzioni di corpo; per frammentazione (rigenerazione) : una parte dell'organismo che si distacca rigenera un individuo completo, come ad es. in molti anellidi policheti. Non sempre i sessi sono separati. Esistono animali ermafroditi (ad es. le lumache) che presentano contemporaneamente organi riproduttivi maschili e femminili. Si parla di ermafroditismo sequenziale quando si ha inversione sessuale (da maschio a femmina e viceversa). Anche moltissime piante hanno fiori ermafroditi che possiedono sia stami (organi di riproduzione maschile) sia pistilli (organi di riproduzione femminile). Qualora parti fertili maschili e femminili siano invece separate si hanno fiori o coni unisessuali. In tal caso essi possono essere: • portati dallo stesso individuo: (es larice) la specie si definisce allora monoica (cioè con una sola casa) • portati da due individui differenti (ad es. nell'alloro e nell'agrifoglio): la specie si definisce dioica. Nelle specie ermafrodite o monoiche è comunque molto rara l'autofertilizzazione (ovvero che lo zigote si formi dalla fusione di gameti maschili e femminili provenienti dal medesimo organismo). Infatti gli animali ermafroditi si accoppiano comunque con un altro partner, mentre parti maschili e femminili di fiori ermafroditi o fiori maschili e femminili di specie monoiche maturano in generale in tempi differenti. Questo garantisce quindi il rimescolamento genetico in quanto le due metà del corredo cromosomico provengono comunque da due individui differenti. Gonocoismo: accoppiamento tra individui di sesso diverso. Un caso particolare di riproduzione a metà tra sessuata e asessuata è la partenogenesi (riproduzione virginale). Ad esempio, in condizioni favorevoli la dafnia (Daphnia magna) si riproduce per partenogenesi, cioè tramite uova non fecondate che producono sole femmine; in condizioni sfavorevoli (es. inverno) vengono generati anche maschi e si ha riproduzione anfigonica, cioè con accoppiamento. Esistono in realtà casi ancora più complessi di quelli qui sopra descritti. In particolare oltre a cellule aploidi e diploidi si possono avere cellule con triplette, quadruplette, ecc. di cromosomi omologhi. Sono ad es. tetraploidi (quadruplette di cromosomi) i salmoni, sono esaploidi (sestuplette) il frumento e il kiwi. Inoltre la stessa specie può riprodursi a seconda dei casi in maniera sessuata o asessuata. La biodiversità Il risultato dell'incessante azione della selezione naturale - combinata con il continuo cambiamento delle condizioni ambientali sulla Terra - è l'innumerevole diversità degli organismi che si sono adattati, nel corso dei miliardi di anni di storia della vita, a sopravvivere nella varietà di ambienti presenti sul nostro pianeta. Tale diversità prende il nome di diversità biologica o biodiversità, e comprende: • la diversità genetica (variabilità del patrimonio genetico fra un individuo e l'altro nell'ambito di una singola specie o di una singola popolazione); • la diversità di specie (varietà di specie in un determinato habitat); • la diversità ecosistemica (varietà degli habitat naturali e delle comunità che interagiscono fra loro e con l'ambiente non vivente). La specie umana dipende completamente dal capitale biologico costituito dalla totalità degli organismi viventi, in gran parte ancora sconosciuto (le specie descritte finora sono circa 1,8 milioni, ma si stima che il numero totale di specie presenti sul pianeta sia compreso fra i 5 e i 30 milioni). Ogni specie contiene informazioni genetiche immagazzinate che rappresentano il suo adattamento, in un percorso che va da migliaia a miliardi di anni, alle mutevoli condizioni ambientali della Terra. Questa è la materia prima degli adattamenti futuri. La biodiversità è un'``assicurazione sulla vita'' contro i disastri ambientali. La classificazione degli organismi Di fronte all'incredibile diversità delle forme assunte dalla vita sulla Terra, l'uomo si è posto il problema di raggrupparle insieme in modo logico ed ordinato. Per la maggior parte delle persone la distinzione tra differenti gruppi di organismi ha senso in relazione alle diverse modalità con cui questi influenzano la loro vita. I gauchos (allevatori di cavalli) argentini, ad esempio, utilizzano 200 nomi diversi per indicare i diversi colori del mantello dei cavalli, ma distinguono solo quattro gruppi di piante in funzione dell'utilizzo: erba da foraggio, paglia da lettiera, alberi da legno e yuyos, tutte le restanti piante prive di interesse. I biologi, invece, nel tentativo di identificare con rigore, di studiare e di scambiarsi informazioni sulla diversità di organismi, hanno sentito l'esigenza di costruire un sistema gerarchico di classificazione delle forme di vita presenti sul pianeta. La scienza che si occupa di classificare e di studiare gli organismi in relazione alle loro relazioni naturali prende il nome di sistematica. La prima classificazione dei viventi risale addirittura ad Aristotele, e si articolava in due soli grandi raggruppamenti: il regno degli animali comprendeva gli esseri viventi che si muovono e mangiano, e i cui corpi crescono fino a un certo punto per poi smettere di crescere; il regno delle piante raggruppava gli organismi incapaci di muoversi e di mangiare e caratterizzati da una crescita indefinita. Tale classificazione è stata utilizzata senza sostanziali variazioni fino a tempi relativamente recenti; lo sviluppo delle tecniche di studio della struttura della cellula e di analisi molecolare, tuttavia, ha consentito negli ultimi anni di realizzare classificazioni che riflettono maggiormente le relazioni evolutive fra diversi gruppi di organismi. L'albero della vita e la teoria della ricapitolazione La teoria della ricapitolazione fa notare come lo sviluppo iniziale sia del tutto simile in tutti gli esseri viventi (animali) e poi successivamente si distingue la specie. Come raggruppare gli organismi? Strutture analoghe (stessa funzione) vs. strutture omologhe (stessa origine) L'ultima frontiera è l'analisi filogenetica : ricostruzione dell'albero della vita basata sul confronto dei geni. IL SISTEMA A CINQUE REGNI Una classificazione ormai classica, benché in parte superata, alla luce delle informazioni ottenute mediante le più recenti tecniche di biologia molecolare, è quella proposta da Whittaker (1969). Essa è basata principalmente sull'organizzazione cellulare e sulla modalità di nutrizione e raggruppa gli esseri viventi in cinque grandi gruppi chiamati regni: • Monera (monere): sono organismi microscopici, unicellulari, procarioti; comprendono essenzialmente i vari tipi di batteri. Tra questi alcuni - probabilmente i rappresentanti attuali delle prime forme di vita comparse sulla Terra - sono in grado di colonizzare gli ambienti più estremi, caratterizzati da temperature elevatissime, salinità, acidità o alcalinità estreme, assenza di ossigeno. Alcuni batteri sono autotrofi - sono cioè in grado di sintetizzare molecole organiche a partire da materia inorganica - e possono, come le piante, sfruttare l'energia luminosa (tra questi i cianobatteri o alghe azzurre), o utilizzare reazioni chimiche per estrarre energia da sostanze inorganiche presenti nell'ambiente (batteri chemiosintetici). Altri batteri sono invece eterotrofi e ottengono l'energia necessaria per la sopravvivenza dalla decomposizione di sostanza organica morta (batteri decompositori) o dai tessuti o dai liquidi del corpo di altri organismi viventi (ad esempio i batteri patogeni). • Protista (protisti): sono organismi unicellulari, con caratteristiche nutrizionali simili a quelle delle piante (protisti autotrofi, come le alghe rosse e le alghe verdi), o a quelle di funghi e animali (protisti eterotrofi, tra cui le amebe, i foraminiferi, i radiolari). La principale caratteristica che differenzia i protisti dalle monere è il fatto di essere organismi eucarioti. • Plantae (piante): sono organismi eucarioti, pluricellulari, autotrofi. Attraverso la fotosintesi, sono in grado di sfruttare l'energia del sole per sintetizzare molecole complesse. Le piante comprendono i muschi, le felci, le conifere (come il pino, l'abete) e le latifoglie (come le graminacee, piante da fiore e da frutto). Le piante sempreverdi, come le magnolie, gli abeti e gli ulivi, mantengono le foglie per tutto l'anno. Questo consente loro di attuare la fotosintesi con continuità nel corso dell'anno nelle aree dove il clima è più favorevole (tipicamente le zone mediterranee e le foreste equatoriali). Le piante a foglie caduche, invece, come l'acero o la betulla, sopravvivono alla siccità, al freddo e alla mancanza di luce spogliandosi delle foglie durante i periodi sfavorevoli. I cactus sopravvivono nei climi più aridi avendo trasformato le proprie foglie in spine per minimizzare l'evapotraspirazione, ed immagazzinando così la poca acqua che riescono ad ottenere dal terreno o dalle rare piogge. • Fungi (funghi): sono organismi eucarioti, unicellulari (lieviti) o più frequentemente pluricellulari, formati da filamenti (ife) più o meno strettamente ammassati in una struttura complessivamente chiamata micelio. Le porzioni visibili di un fungo rappresentano solo una piccola parte dell'intero organismo, e costituiscono gli organi preposti alla riproduzione. Tutti i funghi sono eterotrofi e si nutrono mediante l'assorbimento di molecole organiche disciolte. Alcuni funghi sono decompositori, e sono in grado di digerire macromolecole complesse e di trasformarle in molecole più piccole. Altri formano relazioni simbiotiche con alghe (licheni) o con le radici delle piante (funghi micorrizici). Altri, infine, sono parassiti e sono responsabili di numerose malattie delle piante, degli animali e degli esseri umani. • Animalia (animali): sono organismi eucarioti, pluricellulari, eterotrofi. La nutrizione avviene principalmente per ingestione. A differenza delle piante, che ricevono l'energia solare in modo sostanzialmente passivo, gli animali devono cercarsi il cibo o elaborare strategie per assicurarsene l'apporto. La mobilità di tutto l'organismo o delle sue parti predisposte alla ricerca del cibo costituisce pertanto un presupposto indispensabile per la sopravvivenza. La maggior parte degli animali è costituita da invertebrati, ovvero animali privi di colonna vertebrale ad esempio: spugne, meduse, vermi, artropodi (insetti, ragni, crostacei), molluschi (lumache, bivalvi, polpi), echinodermi (ricci e stelle di mare). Quello degli artropodi costituisce di gran lunga il più vasto gruppo di organismi viventi; si stima, ad esempio, che il numero di specie di insetti presenti sulla Terra si aggiri attorno ai 10 milioni, e gli insetti sono in questo senso i veri dominatori del pianeta. I vertebrati comprendono pesci (cartilaginei, come gli squali, e ossei, come i tonni e le sardine), anfibi (rane, salamandre), rettili (tartarughe, coccodrilli, serpenti), uccelli (aquile, pinguini, anatre) e mammiferi (gatti, conigli, balene, scimmie, uomini). L'unità sistematica fondamentale è costituita dalla specie. • dal punto di vista morfologico, un gruppo di organismi distinguibili per un’unica combinazione di caratteri • dal punto di vista biologico, un gruppo di organismi in grado di riprodursi dando origine a prole feconda • • • dal punto di vista evolutivo, un gruppo di organismi che condivide un progenitore comune e che mantiene la sua integrità nello spazio e nel tempo dal punto di vista ecologico, un gruppo di organismi adattato a una specifica nicchia ecologica dal punto di vista genetico, un gruppo di organismi che possono essere accostati geneticamente tra loro prima che ad ogni altro organismo esterno al gruppo Secondo il sistema di nomenclatura binomia, ideato nel diciottesimo secolo dal naturalista svedese Linneo tuttora in uso, ogni organismo vivente è univocamente identificato da un doppio nome in lingua latina, di cui il primo relativo al genere e il secondo relativo alla specie (Linneo è considerato il padre della moderna tassonomia). «Nomina si nescis, perit et cognitio rerum» Nel sistema gerarchico di classificazione biologica, come in una serie di scatole cinesi, le specie affini sono raggruppate in generi, i generi affini sono raggruppati in famiglie, le famiglie affini in ordini, questi a loro volta in classi, le classi in phyla (o divisioni) e i phyla in regni. Un particolare gruppo costituisce un'unità tassonomica o taxon, e il livello in cui è collocato è una categoria Collocazione sitematica della specie umana Regno Animalia organismi pluricellulari che richiedono come cibo sostanze organiche complesse Phylum Chordata animali con cordone nervoso dorsale cavo, fessure branchiali faringee in qualche stadio del ciclo vitale Classe Mammalia piccoli nutriti mediante ghiandole mammarie, pelle ricoperta da pelo, temperatura del corpo elevata, cavità corporea divisa dal diaframma Ordine Primates animali arboricoli o loro discendenti, generalmente con dita e unghie appiattite, pollice opponibile, senso dell’odorato mediocre. Famiglia Hominidae faccia piatta, occhi frontali, visione a colori, locomozione bipede, stazione eretta Genere Homo cervello grosso, linguaggio, infanzia lunga Specie Homo sapiens mento prominente, fronte alta, peli sparsi sul corpo