BASI BIOLOGICHE DEL COMPORTAMENTO E PREVENZIONE DELLA SALUTE (abstract della relazione del Dr. Paolo Zucca al convegno “Adesso: salute e sicurezza” tenutosi il 20 aprile 2016 presso la Sala conferenze della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia a Udine) La selezione naturale ha plasmato la nostra mente in un ambiente similare alla savana africana, in cui i nostri progenitori sono vissuti per milioni di anni in gruppi sociali di cacciatori-raccoglitori nomadi. Solamente da circa 10.000 anni siamo diventati agricoltori-allevatori stanziali e abbiamo intrapreso uno stile di vita completamente differente. Riassumendo questo concetto con un’immagine forte, potremmo dire che “i nostri crani moderni ospitano delle menti dell’età della pietra”. Questo cambiamento di stile di vita della nostra specie è avvenuto in un lasso di tempo troppo recente rispetto alla nostra lunga storia evolutiva e la nostra fisiologia e la nostra mente non sono state in grado di adattarsi appieno a queste nuove abitudini. Pertanto, la nostra specie manifesta dei forti limiti biologici nell’espressione del suo comportamento e tali limiti sono imposti dalla nostra storia evolutiva di primati. Spesso i comportamenti che ne derivano non sono adattivi e vincenti, anzi sono deleteri per la sopravvivenza della nostra specie e per la nostra salute. Limiti biologici nella percezione del rischio e differenza tra rischio reale e rischio percepito Molte campagne di prevenzione della salute falliscono perché chi le mette in atto sottovaluta i limiti biologici della nostra specie che sono intrinseci ai meccanismi di percezione del rischio. Durante il corso dell’evoluzione abbiamo sviluppato la capacità di individuare precocemente le irregolarità nell’ambiente che potevano celare dei rischi per la sopravvivenza. In seguito, abbiamo affinato questa abilità riuscendo anche a fare delle previsioni sul tempo e la localizzazione dei pericoli, prima che essi possano accadere. Tuttavia, queste abilità di percezione e valutazione del rischio sono ancora un po’ grezze e i meccanismi devono essere ancora affinati. Per tale ragione, spesso le nostre valutazioni del rischio non sono reali ma vengono influenzate dalla nostra storia evolutiva di primati: a seconda dei casi possono esserci dei fenomeni di sottostima o di sovrastima del rischio. Addentrandoci poi più specificatamente nell’ambito sanitario vediamo che di frequente la valutazione dei rischi sanitari viene effettuata dalle persone secondo stereotipi e pregiudizi, negando le evidenze scientifiche. Inoltre, pochi amministratori devono decidere sui bisogni sanitari di tante persone in situazioni ambientali in continua evoluzione: un compito molto difficile per chiunque. Come possiamo acquisire i dati necessari agli amministratori per poter attuare programmi di prevenzione efficaci, tempestivi e idonei a soddisfare la domanda di salute specifica del territorio in cui operano? RISCHI SOVRASTIMATI RISCHI SOTTOSTIMATI • Rari e nuovi • Comuni • Attribuibili alla propria persona • Diretti ad altre persone • Imposti dall’esterno • Assunti di proposito • Senza possibilità di controllo • Sotto il proprio controllo • Verso i propri figli • Diretti verso se stessi • Breve termine (immediati) • A lungo termine • Intenzionali e causati dall’uomo • Naturali • Offensivi alla morale • Moralmente desiderabili • Senza beneficio • Associati a benefici secondari • Poco probabili in una certa situazione • Probabili in una certa situazione Tab. 1: rischio sottostimati e sovrastimati della nostra specie. Semplificando ed escludendo i sondaggi di mercato ci sono due strumenti disponibili a costi contenuti che andrebbero usati contemporaneamente ed in maniera complementare: l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) e la Web Analisi come riportato dalla Fig. 2. I dati raccolti dall’URP permettono di generare dei report sul medio-lungo periodo e coprono una fetta della popolazione con un bias spostato nei confronti delle persone più anziane e spesso meno informatizzate. Al contrario, la Web Analisi permette di ottenere delle informazioni sui bisogni di salute territoriali, quasi in tempo reale, coprendo una fetta della popolazione maggiore. Fig. 2: differenza tra URP e Web Analisi Avere un sito web su internet non ha alcuna utilità nell’ambito della prevenzione della salute, se tale sito non viene monitorato attraverso degli specifici strumenti. I report tecnici generati da questo tipo d’indagine sono oramai degli strumenti indispensabili che permettono agli Amministratori di prendere le decisioni più efficaci nell’ambito della prevenzione della salute. La raccolta e l’interpretazione dei dati sono eseguite da analisti del comportamento in maniera frequente dal punto di vista temporale, poiché la domanda di salute varia rapidamente in relazione al variare delle condizioni dell’ambiente in cui le persone vivono. Misura Ottimizza Web Analisi Crea il report Analizza Fig. 3: i quattro passaggi chiave della Web analisi. Utilizzare i limiti biologici della nostra specie come strumento di prevenzione della salute La conoscenza dei limiti biologici della nostra specie può essere anche utilizzata come uno strumento efficace nei programmi di prevenzione della salute. Biofilia: il termine biofilia (bio – vita, viente e filia – amicizia, passione, tendenza) è utilizzato per la prima volta dallo psicoanalista Erich Fromm per indicare un orientamento psicologico/attrazione verso tutto ciò che è vivo e vitale. Nel 1984, E.O. Wilson, biologo di Harvard e padre della sociobiologia, assegna al termine biofilia un significato più orientato in termini evolutivi ed ecologici. Secondo la Teoria della Biofilia, la specie umana possiede “un’attrazione innata su base biologica per la natura e per tutte le sue forme di vita”. Questo interesse è il prodotto della co-evoluzione tra uomo, animali e ambiente; la sopravvivenza dell’intero genere umano è stata strettamente legata alla conoscenza del mondo naturale dal quale gli uomini ottenevano cibo, materiali per vestirsi, rifugio dai predatori, e numerosi altri vantaggi. Chi riusciva a cogliere le irregolarità dell’ambiente e a comprendere meglio il comportamento degli animali aveva notevoli vantaggi dal punto di vista della sopravvivenza e della capacità di riprodursi. La conoscenza delle stimolazioni naturali che risultano essenziali alla nostra specie per il raggiungimento di uno stato di benessere costituiscono un aspetto importante di qualsiasi programma di prevenzione della salute. Un approccio evolutivo alla riduzione dei cosiddetti “Nature deficit disorders” permette di prevenire l’insorgenza o ridurre la sintomatologia di molte forme patologiche. Un esempio classico di questo approccio è dato dalla stimolazione luminosa; molti studi hanno dimostrato che una buona illuminazione negli edifici scolastici, sia essa naturale o artificiale, contribuisce in maniera sostanziale all’aumento del rendimento scolastico e delle capacità attentive dei bambini e degli adolescenti. Conclusioni • La conoscenza dei limiti biologici della nostra specie è fondamentale per il miglioramento dei processi decisionali. • Un approccio evolutivo alla prevenzione della salute agisce sulle cause remote dell’evento stressante/deficit somministrando delle stimolazioni alle quali la specie umana risulta molto sensibile. • E’ un approccio poco costoso con un ritorno economico notevole. • Agisce su dipendenti, pazienti ed utenti. • Necessita di strumenti di analisi e ascolto rapidi ed oggettivi dei bisogni di salute dei cittadini. Dr. Paolo Zucca Direzione centrale salute, integrazione sociosanitaria, politiche sociali e famiglia Regione Friuli Venezia Giulia, Riva Nazario Sauro 8, 34124 Trieste. Email: [email protected]