STUDIO FLEBOLOGICO DOTT. MARCHESE LA FLEBOTERAPIA RIGENERATIVA TRIDIMENSIONALE La T.R.A.P. ( fleboterapia rigenerativa tridimensionale ), è una tecnica di iniezione endovascolare a funzione non obliterativa che agisce su tutte le varici di piccolo – medio calibro. Contrariamente alle più tradizionali tecniche chirurgiche ed endovascolari (laser, scleroterapia, scleromousse), essa costituisce una vera e propria “terapia” delle vene varicose, che non mira ad eliminare le vene patologiche, ma a rinforzare la loro parete, restringerne il lume, ripristinare la funzione valvolare e far scomparire alla vista tutti i vasi visibili: vene varicose, venule e teleangectasie capillari. Per tutti questi motivi viene usato il termine “rigenerazione”, in quanto il risultato finale consiste nel ripristino funzionale delle strutture vascolari compromesse dall’indebolimento della loro parete e dalla conseguente incontinenza valvolare. Per rinforzare la parete, ridurre il calibro delle vene e ripristinare la continenza valvolare, utilizzando degli speciali transilluminatori, si inietta in tutti i vasi visibili una soluzione sclerosante a concentrazione non obliterativa in quantità sufficiente a raggiungere le vene perforanti La fleboterapia rigenerativa tridimensionale rispetta pertanto l’anatomia e fisiologia del circolo, utilizzando una soluzione sclerosante a bassa concentrazione e molto ben tollerata, consentendo un ottimo risultato sia funzionale che estetico. L’efficacia della fleboterapia rigenerativa tridimensionale non si basa pertanto sulla concentrazione della soluzione, ma sulla quantità della soluzione iniettata. E’ una tecnica sicura, in quanto a tuttoggi non sono noti eventi avversi o complicanze ad essa collegabili. Raramente possono comparire pigmentazioni cutanee nelle aree trattate, che, generalmente, scompaiono in poche settimane spontaneamente o con l’ ausilio di specifiche creme depigmentanti. La fleboterapia non deve essere eseguita in gravidanza, durante l’allattamento e nei pazienti allergici al farmaco utilizzato (generalmente salicilato di sodio). Il trattamento, tranne che nei casi meno impegnativi, richiede il più delle volte diverse sedute: si inizia dalla regione mediale, nella seduta successiva si inietta la regione posteriore e nella terza seduta quella laterale. Nella quarta seduta si ritorna ad iniettare la regione mediale, e così via fino alla scomparsa alla vista di tutti i vasi visibili. Si tratta prima un arto e poi il controlaterale. I risultati sia in termini di visibilità che di funzionalità sono immediatamente verificabili. Si iniettano normalmente da 15 ml a 30 ml di salicilato di sodio in veicolo idroglicerico tamponato al 6% per seduta, in relazione alla gravità della patologia. DOTT. ATTILIO MARCHESE Largo Leo Longanesi, 9 – Roma Tel. 3494460445 www.docvadis.it/attilio.marchese