Revisione febbraio 2011 Dipartimento di Prevenzione VACCINO

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Revisione febbraio 2011
Dipartimento di Prevenzione
VACCINO CONTRO IL PAPILLOMA VIRUS
PER LA PREVENZIONE DEL CANCRO DEL COLLO DELL’UTERO
La invitiamo a leggere con attenzione queste informazioni ed a firmare per presa visione
e adesione alla vaccinazione
Premessa
In Italia vengono diagnosticati ogni anno circa 3500 nuovi casi di carcinoma del collo dell’utero , e circa 1500 donne muoiono a causa
di questa patologia.
Si tratta del primo tumore riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile ad una infezione. È,
infatti, causato dal virus del papilloma umano (HPV, dall’inglese Human papilloma virus),
In particolare, la maggior parte dei tumori del collo dell’utero (70%) è causato da due tipi di HPV “ad alto rischio”: HPV 16 e 18.
La prevenzione del carcinoma del collo dell’utero è stata attuata finora solamente attraverso i programmi di screening
organizzato ,(pap test) in quanto l’intervallo tra l’infezione , la comparsa di lesioni pre-cancerose diagnosticabili e la comparsa di un
tumore invasivo è molto lungo, in media più di 10 anni. Per questo, la prevenzione del carcinoma del collo dell’utero è stata basata su
programmi di screening, che consentono di identificare in tempo e quindi di trattare in tempo le lesioni precancerose ,prima che
evolvano in carcinoma.
E’ assolutamente necessario continuare nei programmi organizzati di screening con invito attivo della popolazione . Il
Pap test ,come test di screening, va effettuato ogni tre anni per le donne tra 25 e 64 anni.
L’estensione dei programmi organizzati di screening è notevolmente aumentata negli ultimi anni.
Disponibilità di vaccini preventivi
Esiste ora un vaccino che previene le lesioni causate da HPV 16, 18, 6 e 11, questi ultimi due responsabili del 90% circa di un’infezione
dell’apparato genitale ( condilomi genitali detti anche creste di gallo)
La disponibilità di tali vaccini apre quindi la strada ad una possibile prevenzione primaria del carcinoma del collo dell’utero, da
affiancare agli attuali sistemi di screening.
Tale vaccino, il cui nome commerciale è Gardasil®della Ditta Sanofi Pasteur MSD, previene le lesioni causate da HPV 6 e
11, responsabili del 90% circa dei condilomi genitali, e dei tipi 16 e 18, cui vengono attribuiti circa il 70% dei
carcinomi della cervice.
Il vaccino non ha effetto terapeutico,ossia curativo nei confronti di lesioni già presenti o di infezioni già acquisite.
Il ciclo vaccinale consiste nella somministrazione per via intramuscolare di tre dosi, di cui la seconda e terza a 2
e 6 mesi, rispettivamente, dalla prima.
Efficacia della vaccinazione
Le indicazioni d’uso del vaccino attualmente a disposizione, Gardasil®, riguardano pazienti di età compresa tra i 9 ed i 45
anni, con offerta attiva e gratuita alle dodicenni. Non vi sono dati per bambini di età inferiore ai 9 anni.
Nei maschi l’efficacia protettiva non è ancora stata valutata.
Sicurezza della vaccinazione
L’osservazione delle persone vaccinate con Gardasil ha evidenziato che le reazioni associate alla vaccinazione sono state febbre e
reazioni locali nella sede di iniezione. Queste reazioni hanno avuto una frequenza circa del 10%. Come per tutti i farmaci sono state
raramente segnalate anche reazioni di possibile natura allergica (broncospasmo, orticaria).
I dati disponibili non sono sufficienti per raccomandarne l’uso in gravidanza.
Controindicazioni e precauzioni
La vaccinazione è controindicata in caso di allergia ad una dose precedente dello stesso vaccino o ad uno dei suoi
componenti. Inoltre non deve essere eseguita se si ha in corso una malattia febbrile.In caso di soggetti affetti da
trombocitopenia e disturbi della coagulazione deve essere attentamente valutata la possibilità di vaccinare.
Durata della protezione Attualmente sono disponibili i dati di protezione dopo 9 anni dalla vaccinazione, ma per analogia con vaccini
similari la protezione dovrebbe perdurare molto a lungo.
Programma di vaccinazione
In Italia, le vaccinazioni sono prestazioni erogate attraverso strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale, con modelli
organizzativi diversi da regione a regione.
Oltre agli operatori di queste strutture, un ruolo importante in ambito vaccinale è svolto anche dal pediatra di famiglia , dal medico di
medicina generale e dallo specialista . Essi hanno, con ciascun assistito (bambino o adulto), un rapporto esclusivo, caratterizzato dalla
conoscenza di tutta la storia clinica del paziente. Essi rappresentano un punto di riferimento per la famiglia, in merito alle vaccinazioni
da effettuare ed alla migliore strategia vaccinale da adottare.Pertanto, per più dettagliate informazioni anche in rapporto alle patologie
eventualmente sofferte, è importante rivolgersi a queste figure di riferimento.
Si ribadisce infine che il vaccino non previene tutti i tumori del collo dell’utero, pertanto, chi si vaccina ,deve comunque sottoporsi al
pap test ed ai controlli ginecologici prescritti.
Per conferma di avvenuta informazione:
Cognome nome bambina__________________________________data di nascita
Data______________
Firma leggibile del genitore____________
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