Ai confini dell`anima. I Greci e la follia Il mito e le passioni

Associazione Italiana di Cultura Classica
Delegazione della Svizzera Italiana
in collaborazione con la
Biblioteca Cantonale di Locarno
INVITO
alla presentazione dei volumi
del Professor Giulio Guidorizzi,
dell’Università di Torino
Ai confini dell’anima. I Greci e la follia
Milano, Raffaello Cortina Editore, 2010
e del Dottor Franco Maiullari,
Direttore del Servizio medico psicologico di Locarno
Il mito e le passioni
Firenze, Le Monnier, 2009
Per informazioni rivolgersi alla segreteria della
Delegazione della Svizzera Italiana dell'A.I.C.C. (Ass. Italiana di Cultura Classica)
Via Contra 478 - 6646 Contra di Sotto Tel + 41 91 745 38 02
www.culturaclassica.ch
Giovedì, 10 giugno 2010, ore 20.30
Biblioteca Cantonale
Palazzo Morettini - Locarno
Giulio Guidorizzi è professore all’Università di Torino dove insegna
teatro e drammaturgia dell’antichità. Si è occupato soprattutto di teatro
classico, poesia ellenistica, critica letteraria, mitologia e antropologia del
mondo antico. Ha pubblicato tra l’altro un’edizione commentata delle
Baccanti di Euripide (1989) e Introduzione al teatro greco (2002). Ha
curato Il sogno in Grecia (1988) e i volumi La Metafora (con Simone
Beta, 2001) e il Mito di Edipo (con Maurizio Bettini, 2004). Ha tradotto il
Sublime (1991), gli Epigrammi di Meleagro (1992), la Biblioteca di
Apollodoro (1995), lo Ione e le Troiane di Euripide (2001), i Miti di Igino
con un ampio commento (2001). E’ autore de Il mondo letterario greco in
3 volumi (2000) e di una Letteratura greca (2002). Per la Fondazione
Valla ha curato le Nuvole di Aristofane (1995) e l’Edipo a Colono (con
Guido Avezzù, 2008). I suoi ultimi lavori si collegano idealmente ai suoi
studi sul sogno, ancora a sottolineare l’interesse per la psicologia storica, e
annoverano accanto al primo volume di Il mito greco (2009) dedicato agli
dèi – il secondo (in preparazione) riguarderà gli eroi – il recentissimo Ai
confini dell’anima. I Greci e la follia (2010).
Franco Maiullari è medico, psichiatra per bambini e adolescenti,
psicoterapeuta adleriano, responsabile del Servizio medico-psicologico di
Locarno e del relativo Centro psico-educativo. Cultore della filologia
greca, in questo ambito ha prodotto numerosi contributi, tra cui
L’interpretazione anamorfica dell’Edipo Re (1999), con traduzione e
analisi testuale della tragedia sofoclea, e Omero anti-Omero (2004), un
lavoro sui poemi omerici. In campo psicoanalitico e di psicologia storica i
suoi principali contributi sono costituiti da Simbolo e sogno nell’età
evolutiva (1978), Edipo e Teseo, storia di un doppio mimetico. Violenza e
creatività all’origine della famiglia e dell’individuo (1993), e i più recenti
Il trauma e la cura, un eterno ritorno. Saggio sopra alcune conoscenze
psicologiche nella Grecia antica (2008), Il mito e le passioni. Introduzione
alla mitologia greca e prospettive analitiche adleriane (2009). Nel 2007
ha organizzato a Locarno un Convegno interdisciplinare sull’importanza
del fattore “Trauma” nella cultura occidentale da Omero a oggi, con la
partecipazione tra gli altri dello stesso Giulio Guidorizzi.
Il mito e le passioni. Introduzione alla mitologia greca
e prospettive analitiche adleriane
Ai confini dell’anima. I Greci e la follia
Nella Grecia delle origini la follia non fu solo malattia, ma mezzo per
forzare i limiti dell'anima e dilatare la personalità. Faceva parte
dell'esperienza religiosa, stava alla base dell'attività di profeti e persino di
politici, era la voce degli oracoli. C'era metodo in quella pazzia: ispirava
poeti e cantori, né mancavano culti estatici, come quello di Dioniso, in cui
gli adepti avevano esperienze visionarie, come tuttora avviene nei riti di
possessione diffusi in numerose altre civiltà. In Grecia i pazzi non
venivano reclusi: piuttosto la società era capace di modellare la follia al
proprio interno, sfruttandola in modo creativo. Questo libro mostra quanto
la stessa civiltà dell'Occidente debba alla non-ragione.
Perché mito e passioni oggi? Perché il mito e le passioni sono l'essenza
stessa della vita psichica. Mito è racconto, sogno, utopia; è dare senso al
mondo e credere in qualcosa che spieghi e orienti l'esistenza. La passione,
invece, indica il colore e la direzione del movimento psichico, costruttivo
o distruttivo, secondo tutte le sfumature di un ipotetico arcobaleno degli
affetti. Ognuno costruisce i suoi miti individuali, in modo conscio e
inconscio; può trattarsi di miti religiosi, laici, civili, politici, di miti
assoluti, sacri, profani, letterari, a volte positivi e a volte negativi,
comunque è sempre di mito che si vive e che si può anche morire. Esiste
un rapporto tra mito e cura di sé? Gran parte del libro svolge in filigrana
questa idea: dalla catarsi (di cui parla già Aristotele) che gli spettatori
vivevano a teatro durante la messa in scena dei miti di dèi e di eroi, fino
alle moderne cure psicologiche in cui si decide di andare a mettere in
scena, ad esempio sul lettino di una stanza analitica, il mito personale che
si cela nel teatro della mente.