Octopus vulgaris Cuvier, 1797 - Distretto Tecnologico Agrobiopesca

Laboratorio in rete per l’introduzione di nuove specie mediterranee
per l’acquacultura siciliana
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Octopus vulgaris Cuvier, 1797
Nome comune: Polpo comune
Tassonomia
Classe: Cephalopoda
Ordine: Octopoda
Famiglia: Octopodidae
Genere: Octopus
DESCRIZIONE
Octopus vulgaris presenta un corpo ovale con la testa ed il corpo fusi insieme a formare un'unica
struttura chiamata mantello. Il polpo è caratterizzato da 6 tentacoli robusti di lunghezza e spessore
circa uguale e due tentacoli dorsali leggermente più corti, ciascuno provvisto di due serie di
ventose, maggiormente sviluppate nei maschi piuttosto che nelle femmine. Negli individui maschi il
terzo tentacolo destro è più corto ed ectocotilizzato, con la punta modificata in una piccola ligula a
forma di cucchiaio. Al centro dei tentacoli, sulla parte inferiore del corpo, si trova la bocca che
termina con un becco corneo usato per rompere i gusci delle conchiglie ed il carapace dei crostacei
che sono il loro principale alimento.
Nella parte posteriore del mantello del polpo sono presenti da sono presenti 7-11 lamelle branchiali
sul lato esterno della branchie, inclusa la lamella terminale, ed un sifone che serve per espellere
l'acqua utile per l’espirazione e la locomozione.
Il corpo ha una pelle è liscia che può cambiare di colore a seconda dell'ambiente nel quale si trova
l'animale. Questa forma di mimetismo è una strategia adottata dal polpo per meglio mimetizzarsi
con l'ambiente ed avviene grazie a particolari cellule pigmentate (cromatofori) poste nella cute e a
cellule, dette iridofori, responsabili dei riflessi e dell'iridescenze. Nella testa sono localizzati
lateralmente due piccoli occhi sporgenti. Tra i diversi animali è sicuramente tra quelli che riescono
a mimetizzarsi più rapidamente.
BIOLOGIA
Questa specie ha due picchi di riproduzione per anno ed il primo si registra tra aprile e maggio, in
corrispondenza con la migrazione degli organismi sotto costa in primavera (la più importante in
Mediterraneo) e di nuovo ad Ottobre, in corrispondenza della migrazione autunnale (soprattutto in
PROGETTO PON02_000451_3362185 | CONTACT: [email protected]
Distretto Tecnologico Agrobiopesca Ecocompatibile
Università di Palermo | Università di Messina | CNR
Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia
CoRiSvI - Acqua Azzurra Spa, Pachino (SR)
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Giappone). Nelle acque africane, attorno a Capo Bianco, il primo picco riproduttivo avviene in
maggio/giugno ed il secondo più importante a settembre.
Le femmine possono produrre tra 120.000 e 400.000 uova di circa 2 mm di grandezza, che vengono
depositate in cordoni all’interno di piccolo buchi, di solito in acque costiere. Durante il periodo di
cova (25 a 65 giorni), le femmine cessano quasi di alimentarsi e molti organismi muoiono dopo la
schiusa delle larve. Queste sono pelagiche, diventando bentoniche dopo circa 40 giorni ad una
dimensione minima di circa 12 mm.
La massima lunghezza totale registrate nelle femmine è di 1,2 metri e 1,3 metri nei maschi; il peso
massimo censito è stato di 10 kg, ma gli organismi pesano in media 3 kg. Nel Mediterraneo
occidentale, la prima maturità sessuale avviene al raggiungimento della lunghezza del mantello di
circa 9.5 cm nei maschi e 13,5 centimetri nelle femmine. Nel Mediterraneo occidentale questa
specie cresce tra 3 e 20 cm circa in 17 mesi.
I polpi sono degli attivi predatori e si nutrono principalmente di bivalvi (cozze, vongole, ostriche,
etc.) e gasteropodi.
HABITAT
Il loro habitat sono le zone tropicali, subtropicali e temperate entro i 100-150 metri di profondità.
Vivono soprattutto nelle acque costiere e nella parte superiore della piattaforma continentale. Abita
le fenditure delle rocce che barrica con pietre, nella zona costiera superiore, da pochi metri fino a
100 m. Si spinge spesso in prossimità della riva, muovendosi, tra gli scogli, a pochi cm di
profondità. L'ingresso della tana, in genere, è facilmente riconoscibile per la presenza dei numerosi
resti degli animali di cui si nutre (conchiglie di bivalvi, carapaci di granchi, ecc.).
Si tratta di una specie bento-neritica che vive nella zona compresa tra la linea di costa e il margine
superiore della piattaforma continentale dove può essere rinvenuto in una grande varietà di habitat
come rocce, barriere coralline e prateria di Posidonia.
All’interno di tutti i range di distribuzione O. vulgaris compie limitate migrazioni stagionali,
normalmente si trova nelle zone più profonde in inverno, mentre risale a profondità minori nel
periodo estivo. Nel Mediterraneo occidentale gli individui maturi più grandi migrano sotto costa
all’inizio della primavera, seguiti successivamente dagli individui più piccoli, ancora immaturi.
Questi organismi migrano nuovamente in acque più profonde tra Agosto/Settembre e
Novembre/Dicembre rispettivamente.
IMPIEGO IN ACQUACULTURA
Il polpo è un candidato eccellente per l’allevamento: in cattività infatti depone una grandissima
quantità di uova ed ha un fortissimo grado di adattabilità. L’impiego in acquacultura di O. vulgaris,
ed il mantenimento di uno stock di riproduttori in cattività, ad oggi consente di avere elevati tassi di
sopravvivenza degli adulti ed ottime percentuali di fecondazione delle femmine, con relative
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abbondanti deposizioni di uova. Le femmine fertili, in cattività riescono a deporre tra le 50.000 e
300.000 uova, con una quantità proporzionale alla taglia. In condizioni di allevamento si ottengono
mediamente delle schiuse di paralarve vitali superiori al 90%. Il miglioramento della gestione di
tutto il ciclo dei riproduttori fino alla fase della schiusa delle uova ha consentito di aumentare sia la
quantità di uova prodotte per femmina, sia la schiusa di quelle vitali. In letteratura sono riportate
sopravvivenze sino ai 30 giorni di età di paralarve riprodotte che arrivano a circa il 50% per poi
scendere rapidamente a meno del 20% dopo i 40 giorni. In circa sei mesi la paralarva (il piccolo
polpo appena nato) diviene un adulto commerciabile e cioè di un peso che va dai 700 g ad 1 kg.
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