fiori

annuncio pubblicitario
3°
I
N
C
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T
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ORTAGGI
con un’introduzione alla
classificazione botanica e alla
domesticazione delle piante
Mele (conclusione)
Pere
Classificazione del regno vegetale
interesse alimentare quasi esclusivo per le piante con i semi
contenuti nei frutti (dicotiledoni e monocotiledoni)
Semi nudi
Conifere
Felci
Piante con semi contenuti
nei frutti
Piante dotate di fiori
Piante dotate di vasi
Angiosperme
La classificazione si basa sulla struttura dei fiori
“petali-sepali; corolla; stami-pistilli; numero e posizione ovuli”
meno variabile (stabilità evolutiva) rispetto alle foglie
(adattamento all’ambiente in cui vivono)
Patata
Melanzana
Famiglia della Solanacee
La classificazione si basa sulla struttura dei fiori
“petali-sepali; corolla; stami-pistilli; numero e posizione ovuli”
meno variabile (stabilità evolutiva) rispetto alle foglie
(adattamento all’ambiente in cui vivono)
Esempio patata Solanum tuberosa e melanzana Solanum
melongela. Pur avendo foglie e piante diverse, tutte le specie
della famiglia delle Solanacee hanno i fiori con la stessa struttura
Altro esempio: famiglia Cactacee e famiglia Euforbiacee
Cactaceae
piante adattate agli ambienti aridi del continente americano
Euphorbiaceae
Alcune Euforbiacee, adattate agli
ambienti aridi del Vecchio Mondo
(ove non esistevano cactacee prima
della scoperta dell’America),
“assomigliano” alle cactacee ma li
distingue la diversa struttura del
fiore, struttura che è invece simile
in tutte le Euforbiacee, sia per le
piante desertiche (a sinistra) che
per la Stella di Natale (in alto)
Melo Malus domestica
Biancospino
Crataegus oxyacantha
Ultimo esempio:
famiglia
Pesco Prunus persica
Rosaceae
Fiore ermafrodita a
5 petali con
struttura simile in
tutte le specie
appartenenti alla
famiglia
Rosa canina
Rosa canina
Riproduzione sessuata: il fiore
(formato da foglie trasformate)
Esempi di fiori “ermafroditi”: parti maschili
e femminili nello stesso fiore
Stami: deputati
alla produzione
e al rilascio del
polline
Pistillo: contiene
l’ovulo che
fecondato
produrrà il seme
Le piante rispetto ai loro fiori
1. Piante monoiche (= una casa): fiori maschili e femminili sulla stessa pianta
Rosa canina
1b. Fiore maschile e fiore femminile separati sulla
Femminile
pistillo nel centro
stessa pianta (nocciolo; Conifere; mais; zucchine)
Femminile
Maschile
Maschile
stami attorno al pistillo
1a. Fiore ermafrodita: parti maschili
(stami con polline) e femminili (pistillo
con ovulo) in un unico fiore (Rosacee;
Leguminose; frumento)
Maschile
Nocciolo
Larice
2. Piante dioiche (= due case): fiori maschili e
femminili portati da piante separate (kiwi;
Kiwi
Maschile con stami
Femminile
alloro; tasso; agrifoglio)
Femminile con pistilli
In tutti i casi: il frutto si
sviluppa solo dal fiore (o della
parte del fiore) femminile
attorno all’ovulo.
Non esistono frutti maschili!
Impollinazione anemofila (tramite il vento)
Fiori non appariscenti; i fiori maschili devono produrre una
grandissima quantità di polline da affidare al vento
Femminile
Femminile
Maschile
Maschile
Maschile
Femminile
Impollinazione con vettori animali
(principalmente entomofila: tramite insetti)
I fiori devono attrarre i loro animali impollinatori. Per questo utilizzano forme, colori e profumi
specifici per ciascuno di essi. La ricompensa per gli animali è il nettare all’interno del fiore.
ape
colibrì
(fiori rossi)
sirfide
sfingide
bombo
pipistrello
Il frutto: sviluppato dal fiore per la protezione e la diffusione del seme
Le Conifere
hanno i semi
nudi, non
protette dal
frutto (es. i
pinoli) in quanto
non hanno
ovario. In alcune
specie
si sviluppa un
falso frutto (es.
tasso, ginepro,
ginkgo)
Frutto vero: formato
dallo sviluppo
dell’ovario. Es. pesca
(drupa)
La pianta non
può viaggiare,
per diffondersi
fa “viaggiare”
il seme tramite
il frutto
Falso frutto : formato dallo sviluppo di varie parti del fiore oltre/anziché dall’ovario.
Es. mela (pomo), con la parte carnosa formata dal ricettacolo del fiore e non dall’ovario
La riproduzione nelle piante
Nei riquadri
gialli: metodi
riproduttivi
operati dall’
uomo
cellula
In laboratorio con
mezzo di coltura
stolone
rizomi
tuberi
pianta
talea
Innesto
margotta
propaggine
• Perché l’impollinazione zoogama (tramite animali) è più evoluta di quella
anemofila (tramite il vento)?
– Perché è una fecondazione “mirata”, ogni fiore attrae un insetto
specifico che andrà poi a visitare fiori della stessa specie. Serve una
produzione di poco polline (minima energia). Nell’impollinazione affidata
al vento la fecondazione è affidata al caso (ai capricci del vento), i fiori
maschili devono produrre un’enorme quantità di polline (spreco di
energia)
• Perché avviene l’impollinazione incrociata anche nei fiori ermafroditi?
Perché non si autofecondano?
– L’autofecondazione da origine a discendenti con caratteristiche uguali ai
genitori (cloni). Per poter introdurre la variabilità nei discendenti i fiori
ermafroditi hanno gli organi maschili e femminili che maturano in tempi
diversi oppure manifestano autoincompatibilità, cioè il polline non può
germinare sul pistillo dello stesso fiore. Ciò garantisce che i fiori vengano
fecondati da pollini provenienti da altre piante della stessa specie.
Praticamente, non potendo spostarsi per scegliersi il partner (come
invece fanno gli animali), le piante fanno viaggiare il polline alla ricerche
di partner per creare variabilità nella discendenza
La riproduzione sessuata incrociata garantisce la ricombinazione dei
caratteri ereditari, favorendo così la variabilità, cioè la generazione di
individui adattabili ai cambiamenti ambientali (biodiversità) e alla
colonizzazione di nuovi ambienti. La clonazione, invece, produce
individui tutti uguali, adatti all’ambiente attuale ma incapaci di adattarsi
ai cambiamenti (mancanza di variabilità).
La clonazione in campo vegetale è utilizzata dall’uomo (tramite
riproduzione vegetativa anziché sessuale) per mantenere sempre uguali
nel tempo le varietà selezionate e coltivate (esempio le mele Golden
sono sempre uguali, non c’è variabilità in quanto ottenute da alberi
riprodotti per innesto e non da semi derivati da fiori di Golden
impollinati).
La riproduzione sessuata viene invece utilizzata dai vivaisti per creare
nuove varietà con caratteristiche diverse dai singoli genitori, per poi
riprodurle per via vegetativa quando le varietà ottenute sono valide
commercialmente (esempio mela Gala, ottenuta dall’incrocio
sessuale di mela Golden x mela neozelandese Kidd’s Orange e poi
riprodotta per via vegetativa per la commercializzazione anno dopo
anno in tutto il mondo).
L’impatto umano sugli ortaggi
Famiglia:
Brassicaceae o Cruciferae
(fiore con 4 petali a forma di croce)
Genere: Brassica
Specie: Brassica oleracea
Cavolo selvatico
Cavolo verza
Cavolo cappuccio
Cavolini
di Brussels
Cavolfiore
Broccoli
Cavolo nero
Cavolo rapa
A partire dal Cavolo Selvatico l’uomo ha saputo selezionare e coltivare numerose varietà
che si differenziano notevolmente dalla specie iniziale
Varietà di Brassica oleracea
Varietà di
Brassica
oleracea
Varietà di
Brassica oleracea
Brassica pekinensis
(cavolo cinese)
Varietà di Brassica oleracea
Altro esempio di
famiglia botanica e
di specie con
varietà selezionate
dall’uomo
Cichorium
Intybus
Cicoria
Selvatica
Fiore composto (infiorescenza) da numerosi
piccoli fiori circondati da una corolla di petali
Famiglia
Compositae (Asteraceae)
Varietà di
Cichorium intybus
cicorie da taglio;
radicchi rossi (“trevisana”; Treviso,
Chioggia, Verona); radicchi
variegati (Castelfranco, Lusia);
catalogna;
puntarelle di Galatina;
pan di zucchero;
cicoria belga (“witloof/ endive”);
cicoria a rosetta (“sciroeu”);
cicorie da radice (di Soncino)
Varietà di
Cichorium
intybus
Varietà di Cichorium
intybus
Varietà di Cichorium intybus
Patate nei paesi d’origine
Pomodoro nei paesi d’origine
Patate coltivate
Pomodori coltivati
Il pomodoro
• Il pomodoro è originario del Sud America, nella catena andina tra il nord del Cile e
l’Ecuador. Venne importato in Europa esclusivamente per usi ornamentali. All'inizio
del 1600 il pomodoro non era ancora riconosciuto come un vegetale commestibile,
perché ritenuto velenoso al pari di altre solanacee (frutti della patata, solano
dulcamara).
• Soltanto alla fine del Settecento la coltivazione a scopo alimentare del pomodoro
conobbe un forte impulso, nel sud Italia divenne l’alimento base della popolazione
povera e dei lavoratori
• Pianta erbacea a tendenza perennante e portamento arbustivo, il pomodoro è
coltivato come pianta annuale a portamento eretto.
Il frutto è una bacca, cioè un frutto carnoso con numerosi semi e una sottile
buccia.
• Attualmente sono oltre 320 le varietà diffuse e commercializzate sul territorio
nazionale, ma solo una ventina può essere ricondotta alla tradizione agricola
italiana. Tutte le altre sono ibride, risultato cioè di incroci di genetica classica tra
diverse varietà, che si sono affermate dopo la prima guerra mondiale quando la
ricerca iniziò a sfruttare i caratteri genetici del pomodoro
Un ulteriore apporto alla ricchezza è da attribuire all’arrivo dall’America del Nord di
nuove tipologie, a frutto grosso
continuo Il
pomodoro
Oggi l’offerta di pomodoro da mensa si può dividere in due fasce: i pomodori
commodities, ovvero quelli di largo consumo e di relativamente lunga
conservazione, e i pomodori di alta qualità, meno conservabili ma con
caratteristiche di gusto più pronunciate.
• I primi, conosciuti anche come Long Shelf Life (prodotti con una lunga vita di
scaffale) possono durare dal campo alla tavola del consumatore sino a 30 giorni:
la loro maggiore conservabilità è dovuta alla presenza di geni che inibiscono la
sintesi e la sensibilità all’etilene, caratteristica che ne determina la lunga vita ma
non le migliori caratteristiche gustative. Si tratta di pomodori che in Europa
vengono prodotti soprattutto nelle isole Canarie e in Marocco
• I pomodori di alta qualità hanno un gusto più deciso e un aroma tipico. Derivano
da antiche varietà locali perfezionate dalla ricerca genetica con procedimenti di
ibridazione naturale per migliorarne l’aspetto, la conservabilità ed
eventualmente il sapore e il contenuto di sostanze benefiche (licopene). Ne sono
esempi il Camone sardo e il Merinda (costoluto) di Pachino. I pomodori di alta
qualità non LSL hanno una durata che, dalla raccolta al consumo, va dai 5 ai 15
giorni mentre per quelli di varietà tipiche (cioè non ottimizzate geneticamente)
questa è molto più limitata e non supera i 5 giorni.
• Grappolo rosso (frutti tondi su ramo) e ciliegini/datterini: le cultivar (varietà)
oggi più diffuse sono anche loro ibridi con geni per l’inibizione dell’etilene.
L’ottimizzazione nell’inserimento di questi geni ha portato a varietà di successo.
Sono di origine israeliana, introdotti negli anni ‘80.
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