“ALCOL E LAVORO” OPUSCOLO PER I LAVORATORI DOTT.SSA FRANCESCA CIMMINO MEDICO-CHIRURGO SPECIALISTA IN MEDICINA DEL LAVORO VIA NAPOLI 281/G – CASTELLAMMARE DI STABIA (NA) TEL./FAX 0818725019 – CELL. 3405301939 ALCOL E ALCOLDIPENDENZA Introduzione Nel 2010 (ISTAT) la quota di popolazione di 11 anni e più che ha consumato almeno una bevanda alcolica durante l’anno è pari al 65,7%, in diminuzione rispetto al 2009 (68,5%); il 26,3% della popolazione (14 milioni 126 mila persone) beve alcolici quotidianamente, mentre il 38,4% ha consumato alcol almeno una volta fuori dai pasti. Beve vino il 53,3% delle persone di 11 anni e più, birra il 45,9% e aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori il 39,9%; beve vino tutti i giorni il 24,1% e birra il 4,3% della popolazione di riferimento. Negli ultimi 10 anni tra i giovani sono aumentati i consumatori occasionali, quelli che bevono fuori pasto e di chi consuma altri alcolici oltre a vino e birra, mentre si sono ridotti i consumatori giornalieri e quelli che bevono solo vino e birra. Quote crescenti di popolazione, infatti, bevono alcolici al di fuori dai pasti e aumenta il consumo non quotidiano. Il cambiamento è ancora più evidente tra le donne: infatti, tra il 2000 e il 2010 il numero di donne che consuma bevande alcoliche fuori dai pasti registra un incremento del 25,1% (contro il 15% dei maschi), mentre decresce del 17,4% (contro il -11,8% dei maschi) quello di consumatrici giornaliere. Il cambiamento di abitudini riguarda non soltanto la frequenza e le circostanze di consumo, ma anche il tipo di bevande consumate. Diminuisce chi consuma solo vino e birra e aumenta chi consuma anche altri alcolici, come aperitivi, amari e superalcolici. I cambiamenti nel tipo di bevanda assunta riguardano i giovani fino a 24 anni e, in misura minore, gli adulti di 25-44 anni. A livello territoriale, il consumo di alcol è più diffuso nel Centro-nord, soprattutto nel Nordest, in particolare tra i maschi. In modo analogo si distribuiscono i consumatori giornalieri, con una quota nel Nord-est del 28,6%. Tra le persone di 25 anni e oltre, la quota di consumatori nell’anno di bevande alcoliche aumenta al crescere del titolo di studio. Ciò avviene soprattutto per le donne: se tra quelle con al massimo la licenza elementare il 45% consuma alcol, per le laureate la quota raggiunge il 68,9%. Le differenze di genere, pur permanendo, diminuiscono all’aumentare del titolo di studio. Andamento inverso ha, invece, quello del consumo quotidiano, che risulta crescente al diminuire del titolo di studio, sia per gli uomini, che tra le donne. Si è visto che il consumo fuori dai pasti è più elevato tra i giovani I comportamenti a rischio Per valutare il grado di rischio connesso all’assunzione di bevande alcoliche, vengono presi in considerazione il consumo giornaliero non moderato di vino, birra o altri alcolici, gli episodi di ubriacatura concentrati in singole occasioni (binge drinking), che comportano comunque un’assunzione di quantità eccessive di alcol e il consumo di alcolici dei ragazzi da 11 a 15 anni. L’abitudine al consumo non moderato di bevande alcoliche da parte dei genitori, inoltre, sembra influenzare il comportamento dei figli. Infatti, è potenzialmente a rischio il 19,7% dei ragazzi di 11-17 anni che vivono in famiglie dove almeno un genitore adotta comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche, mentre tale quota scende al 14,4% tra i giovani che vivono con genitori che non bevono o che bevono in maniera moderata. Dal punto di vista territoriale, i comportamenti a rischio risultano maggiormente diffusi nella popolazione residente nel Nord-est e nel Nord-ovest, mentre nelle Isole la percentuale si riduce notevolmente. I comportamenti a rischio risultano più diffusi nei piccoli comuni fino a 2 mila abitanti e si riducono al crescere della dimensione demografica del comune di residenza. L’ALCOL L’alcol secondo la definizione dell’OMS è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena; è una droga capace di indurre dipendenza superiore rispetto alle sostanze o droghe illegali più conosciute. L’alcol, pur apportando circa 7 Kcal per grammo, non è un nutriente come le proteine, i carboidrati o i grassi alimentari. Anche se non rientra tra le sostanze stupefacenti e psicotrope previste nelle tabelle ministeriali (tabella I, ex D.P.R. 309/90 e succ.), l’alcol è a tutti gli effetti, una sostanza psicotropa. Esso è il costituente principale delle bevande alcoliche, si ottiene dalla fermentazione di 2zuccheri o amido. Durante il processo di lavorazione si formano altre sostanze che conferiscono alle bevande il gusto e l'aroma particolari e che sono responsabili di gran parte dei sintomi che insorgono dopo una sbornia. Il contenuto di alcol presente nelle bevande alcoliche viene espresso dal grado alcolico riportato in etichetta, che indica il volume-percentuale di alcol in volume totale di bevanda. Un litro di vino che ha una gradazione alcolica di 10 gradi, contiene 1 decilitro di alcol. Le bevande alcoliche sono bevande che derivano dalle fermentazioni o dalle distillazioni e che contengono una percentuale di alcol etilico superiore al 3 per cento. Si dividono in: 1) Alcolici Gli alcolici comprendono le bevande fermentate, come il sidro, la birra, il vino e le bevande aromatizzate a base di vino, in cui la percentuale di alcol è compresa fra 4 e 17 per cento. 2) Superalcolici Nei superalcolici la percentuale di alcol etilico è piuttosto elevata, e può giungere fino al 70 per cento. Se sono ottenuti dalla distillazione di mosti fermentati di frutta o di cereali diversi vengono chiamati distillati oppure acquaviti. Se sono ottenuti per infusione di sostanze aromatiche in sciroppo alcolico vengono invece chiamati liquori. La gradazione dei superalcolici è superiore al 20 per cento in volume di alcol etilico. 3) Distillati I distillati comprendono la grappa, il whisky, il kirsch, il cognac, il rhum, la vodka, il brandy, la sambuca, la tequila, il gin ecc. Per regolarne la gradazione alcolica secondo le necessità commerciali, vengono addizionati con acqua distillata. • Brandy o acquavite di vino. Viene ottenuto esclusivamente dalla distillazione a meno dell'86 per cento del volume totale del liquido, di vino o di vino alcolizzato, oppure dalla ridistillazione a meno del 96 per cento del volume totale del liquido, di un distillato di vino. Il Brandy deve avere un titolo alcolimetrico effettivo minimo del 37,5 per cento in volume e non più di 200 g/metanolo su 1 ettolitro di alcol a 100 per cento in volume. • Tra i brandy più noti citiamo il cognac, una acquavite prodotta nella Charente, in Francia occidentale. • Grappa o acquavite di vinaccia. Viene ottenuta da vinacce fermentate e distillate a meno dell'86 per cento del volume totale del liquido. Deve avere un titolo alcolimetrico effettivo minimo del 37,5 per cento in volume. 4) Liquori Si distinguono dai distillati sia per il procedimento seguito nel prepararli (infusione, macerazione ecc.) sia per la loro composizione, generalmente più povera di alcol e più ricca di 2zucchero. Sono bevande infatti che contengono almeno 100 g/l di zucchero (espresso in zucchero invertito), e a cui possono essere aggiunti panna, latte o altri derivati del latte, frutta, vino, vino aromatizzato. TABELLA DESCRITTIVA DEI PRINCIPALI SINTOMI CORRELATI AI DIVERSI LIVELLI DI CONCENTRAZIONE ALCOLEMICA (Art. 6 del decreto-legge 3 agosto 2007 n. 117 convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, della legge 2 ottobre 2007, n. 160) LIMITE LEGALE DEL TASSO ALCOLEMICO PER LA GUIDA: 0,5 GRAMMI per LITRO Concentraz. di alcol nel sangue Sensazioni più frequenti Effetti progressivi e abilità compromesse 0 Nessuna Nessuna • 0.2 Iniziale sensazione di ebbrezza Iniziale riduzione delle inibizioni e del controllo 0.3-0.4 Sensazione di ebbrezza. Riduzione delle inibizioni, del controllo e della percezione del rischio 0.5-0.8 Cambiamenti dell’umore Nausea, sonnolenza Stato di eccitazione emotiva Affievolimento della vigilanza, attenzione e controllo Iniziale riduzione del coordinamento motorio Iniziale riduzione della visione laterale Nausea Riduzione delle capacità di vigilanza, attenzione e controllo Riduzione del coordinamento motorio e dei riflessi Riduzione della visione laterale Vomito Riduzione della capacità di giudizio Riduzione della capacità di individuare oggetti in movimento e della visione laterale Riflessi alterati Alterazione delle capacità di reazione agli stimoli sonori e luminosi Vomito La legge stabilisce attualmente il limite di 0,5 grammi/litro di alcol nel sangue, limite oltre il quale il conducente viene definito in stato di ebbrezza e quindi soggetto a provvedimenti sanzionatori. Nel nuovo codice della strada approvato il 28 luglio 2010, è stata stabilità la tolleranza zero per i conducenti con meno di 21 anni, per i neopatentati che hanno la patente da meno di 3 anni e per i conducenti professionali o di autoveicoli con patente C, D, E. Queste categorie non possono bere alcol quando guidano mentre per gli altri vale ancora il limite alcolemico di 0,5 grammi/litro. Le informazioni relative alle sanzioni da pagare per aver superato i limiti alcolemici sono disponibili nell'articolo "nuovo codice della strada 2010". (aggiornamento del 28/07/2010). Vediamo nello specifico i sintomi più frequenti in relazione alla diversa concentrazione di alcol nel sangue: • Tasso alcolemico compreso tra 0,1-0,2: iniziale sensazione di ebbrezza con affievolimento del livello di attenzione e controllo; • Tasso alcolemico 0,3-0,4: sensazione di ebbrezza e diminuzione delle inibizioni, accompagnate da nausea, riduzione del coordinamento motorio e del livello di attenzione; • Tasso alcolemico 0,5-0,8: stato di ebbrezza, cambiamento di umore, nausea, sonnolenza, stato di eccitazione emotiva che comportano minor capacità di giudizio, riflessi rallentati e vomito; • Tasso alcolemico 0,9-1,5: stato di ebbrezza, umore alterato, confusione, disorientamento con conseguente riduzione dell’autocontrollo, alterazione dell’equilibrio, linguaggio male articolato e vomito; • Tasso alcolemico 1,6-3,0: stordimento, aggressività, stato depressivo con grave alterazione dello stato psicofisico, stato di inerzia generale, ipotermia e vomito; • Tasso alcolemico 3,1-4,0: stato di incoscienza accompagnato da allucinazioni, riflessi annullati, coma e possibilità di morte per soffocamento da vomito; • Tasso alcolemico oltre 4: problemi respiratori, sensazione di soffocamento con conseguente battito cardiaco rallentato, coma e possibile morte per arresto cardiaco; • A parità di quantità di alcol assunto, sensazioni ed effetti sono estremamente variabili da soggetto a soggetto, con possibilità di manifestazioni anche opposte tra di loro; in tabella sono riportati sensazioni ed effetti più frequentemente rilevati. OMS: CLASSIFICAZIONE DEL CONSUMO DI ALCOL Consumo a basso rischio: livello di consumo inferiore a 20 grammi di alcol (1‐2 U. A.) al giorno per le donne adulte, a 40 grammi (2‐3 U. A.) al giorno per gli uomini adulti. Consumo a rischio: livello di consumo o una modalità del bere che possono determinare un rischio nel caso di persistenza di tali abitudini. Consumo dannoso: modalità di consumo alcolico che causa danno alla salute, a livello fisico o mentale. A differenza del consumo a rischio, la diagnosi di consumo dannoso può essere posta solo in presenza di un danno alla salute del soggetto. Alcoldipendenza: insieme di fenomeni fisiologici, comportamentali e cognitivi in cui l'uso di alcol riveste una priorità crescente rispetto ad abitudini in precedenza importanti. QUANTITÀ O BICCHIERI STANDARD 1 UNITA’ ALCOLICA contiene circa 12 grammi di alcol puro 1 UNITÀ ALCOLICA (U. A.). Esempi: • 330 ml di birra (5°alcolici) • 125 ml di vino (12°alcolici) • 80 ml di aperitivo (18°alcolici) • 40 ml di cocktail alcolico (36°alcolici) L'alcol apporta 7 calorie per grammo, ma tuttavia è privo di gran parte delle sostanze nutritive e delle vitamine essenziali. METABOLISMO ED ELIMINAZIONE Schema riassuntivo delle modificazioni metaboliche indotte dall’alcol: 1) ALCOL ETILICO => ACETALDEIDE => H+ => 1) PIRUVATO => LATTATO => LATTACIDEMIA => ACIDOSI RENALE => IPERURICEMIA => GOTTA. 2) ALCOL ETILICO => ACETALDEIDE => H+ => AC. GRASSI => AUMENTO DEI TRIGLICERIDI =>STEATOSI EPATICA L'assorbimento dell'alcol avviene di norma tra i 15 e i 90 minuti dopo l'assunzione. Se assunto durante il pasto, l'assimilazione è rallentata, mentre a stomaco vuoto si diffonde e viene assorbito dai tessuti più rapidamente. Il 90-95% della quantità di alcol assunta viene metabolizzata a livello epatico, la rimanente parte a livello del tratto digerente, ed in particolare nello stomaco, del rene, dei polmoni e dei muscoli. Le bevande che contengono dal 20 al 30 per cento di alcol per volume vengono assorbite più velocemente. Se l’alcol ha una concentrazione più elevata irrita lo stomaco e rallenta il processo, ma se l'alcol viene ingerito con una bevanda gassata (ad esempio acqua tonica o soda), stimola le molecole dell'alcol stesso e ne facilita l'assorbimento da parte delle cellule gastriche e il processo viene invece accelerato. Nell’intestino l’assorbimento è estremamente rapido e completo, inoltre è sostanzialmente indipendente dalla presenza di cibo nello stomaco e nell’intestino stesso ed è favorito dai carboidrati. L’alcol supera facilmente la barriera emato-encefalica e placentare: a livello cerebrale si raggiungono rapidamente concentrazioni equivalenti a quelle plasmatiche. La concentrazione ematica dipende dalla quantità di alcol assunto, dal peso corporeo del soggetto e dalla velocità di assunzione. Il metabolismo si caratterizza per l’ossidazione completa del 90-98% dell’alcol assorbito. La quantità ossidata per unità di tempo è approssimativamente proporzionale al peso corporeo ed al peso del fegato del soggetto. L’ossidazione infatti, avviene principalmente nel fegato con trasformazione dell’alcol in acetaldeide ad opera dell’enzima alcoldeidrogenasi (ADH). L’acetaldeide si unisce alla dopamina formando tetraidroisochinoline, oppiacei endogeni. L’alcol viene metabolizzato anche da altri enzimi epatici: il sistema delle catalisi, localizzato nei perossisomi, e le ossidasi microsomiali (MEOS), responsabili della metabolizzazione di alcuni farmaci. Quest’ultima metabolizzazione viene sempre più utilizzata man mano che aumenta l’abitudine all’alcol (induzione enzimatica) e ciò determina una sempre maggiore interferenza con quei farmaci la cui azione, venendo metabolizzati attraverso lo stesso sistema microsomiale, risulta essere così inibita. Lo sforzo a cui viene sottoposto il fegato nel corso degli anni in seguito ad abuso di alcolici è la causa della cirrosi. Una quota di alcol non ossidato variabile dal 2 al 10% viene eliminata principalmente attraverso reni e polmoni. Nelle urine si trova una concentrazione di poco maggiore rispetto a quella del sangue, mentre nell’aria espirata la concentrazione è pari allo 0,05% di quella ematica. La curva della concentrazione ematica è caratterizzata da un primo incremento che corrisponde alla fase di assorbimento che raggiunge il suo massimo intorno ai 30-60 minuti dopo l’assunzione. A questa fase ne segue una centrale di plateau in cui assorbimento ed escrezione sono in equilibrio ed, infine, vi è una fase decrescente in cui prevale l’escrezione. La concentrazione dell’alcol nell’aria espirata è in rapporto all’equilibrio che si raggiunge tra sangue polmonare ed aria alveolare. Il rapporto di concentrazione alcolica sangue/respiro è pari a 2100:1. Alcolismo E’ un disturbo a genesi multifattoriale (biologica-psicologica-sociale) associato all’assunzione protratta (episodica o cronica) di bevande alcoliche, con presenza o meno di dipendenza, capace di provocare una sofferenza multidimensionale che si manifesta in maniera diversa da individuo a individuo. (Società Italiana di Alcologia, Consensus Conference 1994). L’ abitudine al bere è caratterizzata da: • desiderio ma non necessità di assumere la sostanza per il senso di benessere che produce; • scarsa o nessuna tendenza ad aumentare le dosi; • dipendenza psichica dalla sostanza in assenza di dipendenza fisica; • effetti dannosi, se presenti, solo per l’individuo. La tossicomania e caratterizzata da: • desiderio invincibile o bisogno di continuare a fare uso della sostanza o a procurarsela con ogni mezzo; • tendenza ad aumentare la dose (tolleranza); • dipendenza psichica, talora fisica nei riguardi degli effetti della sostanza con comparsa di sintomi di astinenza al cessare della assunzione. Definizioni diagnostiche di alcolismo (ICD-10 e DSM-IV) L’alcolismo viene collocato tra i disturbi mentali, nel capitolo dei Disturbi da uso di sostanze, individuando due diverse condizioni collegate all’uso inadeguato di bevande alcoliche: • abuso; • dipendenza. • La diagnosi di abuso viene posta in presenza di un criterio tra i seguenti nell’ anno considerato: • uso ricorrente della sostanza; • incapacità ad adempiere ai compiti principali; • consapevolezza dell’esistenza di problemi ( interpersonali, sociali); • problemi legali ricorrenti; • abuso in condizioni fisicamente rischiose. • La dipendenza si ha in presenza di tre criteri tra i seguenti, nell’ anno considerato: • tolleranza; • astinenza; • assunzione massiccia della sostanza per periodi sempre più prolungati; • craving; • tempo crescente impiegato per procurarsi la sostanza; • riduzione/ interruzione di attività principali; • uso continuativo in condizioni fisicamente e psichicamente rischiose. Alcoldipendenza È alcol dipendente un soggetto che sviluppa sintomi cognitivi, comportamentali e fisiologici correlati all'uso ripetuto di alcol evidenziato da: compromissione fisica: astinenza, tolleranza e/o problemi organici alcol-correlati (cirrosi, danni neurologici); compromissione psichica: persistenza nell'uso nonostante il peggioramento di situazioni fisiche o psicologiche; compromissione sociale: riduzione delle attività socio-relazionali come ad esempio problemi lavorativi, problemi familiari, divorzio, isolamento sociale) (VEDI TABELLE). INDICATORI DELL’ASSUNZIONE ACUTA DI ALCOL IN SINTESI (CONSUMO A RISCHIO-DANNOSO) Epatite acuta alcolica, esofagite, dispepsia, gastrite, uricemia, pancreatite, aritmie cardiache, miopatia, neurite ottica retro bulbare, ORGANICI reazioni con altre sostanze, danni al feto, contusioni, lividi e altri traumi, reazioni con i farmaci Riduzione delle capacità cognitive, rallentamento dei riflessi, riduzione di controllo e vigilanza, riduzione della capacità di giudizio, alterazioni del PSICOLOGICI tono dell’umore, euforia, ansia, apatia, depressione, tentati suicidi, Insonnia Violenze e disgregazione familiare, comportamento aggressivo e SOCIALI litigioso, violenze sui minori, incidenti domestici, incidenti sul lavoro, incidenti stradali, problemi di ordine pubblico, gravidanze indesiderate INDICATORI ASSUNZIONE CRONICA DI ALCOL (CONSUMO DANNOSO DIPENDENZA Steatosi epatica, cirrosi, demenza, epatocarcinoma, varici esofagee, pancreatiti, gastroduodeniti, carcinoma: bocca, laringe, esofago, fegato, colon, seno. Danni al SNC, obesità, diabete, miopatie, neuropatie, ORGANICI deficienze nutrizionali, disfunzioni sessuali, impotenza, ipogonadismo, alterazioni mestruali, alterazioni del sistema immunitario, patologie PSICOLOGICI oculari, ipertensione arteriosa, patologie dermatologiche, danni ai reni, gotta Insonnia, disturbi di personalità, amnesie, allucinazioni, tentati suicidi, problemi psicologici dei figli Problemi familiari, senza fissa dimora, incidenti e difficoltà sul lavoro incidenti stradali instabilità lavorativa, disoccupazione, problemi giudiziari, problemi finanziari, gioco d’azzardo, assunzione di altre sostanze, poliassunzioni di sostanze nei figli Il consumatore a rischio Viene considerato a rischio un consumo giornaliero di alcol che eccede : • 20 grammi per le donne ( 1-2 bicchieri di qualsiasi bevanda alcolica) • 40 grammi per gli uomini (2-3 bicchieri di qualsiasi bevanda alcolica) Criterio età specifico: viene considerato a rischio un consumo giornaliero di alcol che eccede : • 10 grammi per gli ultra 65 enni (un bicchiere) • 10 grammi per i giovani dai 16 ai 18 anni • qualsiasi livello di consumo per i giovani al di sotto dei 15 anni di età. • binge drinking è il consumo di 6 bicchieri di una qualsiasi bevanda alcolica in un’unica occasione (binge drinking ossia il bere per ubriacarsi). Effetti cronici dell’alcolismo ai vari organi e apparati Tab. 1: Effetti cronici dell’alcolismo SISTEMA NERVOSO Atassia, epilessia, S. di Korsakoff (amnesia anterograda, CENTRALE disorientamento, confabulazione, disturbi della memoria di fissazione), atrofia cerebrale, demenza (riduzione della memoria, dell’ideazione, dell’affettività e della creatività) SOCIALI SISTEMA NERVOSO PERIFERICO Polineuropatia tossica e carenziale (tremori, parestesie, dolori notturni, disturbi motori, astenia muscolare, neurite ottica, effetti tossici su nervo acustico e nervo vestibolare) APPARATO CARDIOVASCOLARE Miocardiopatia alcolica, aritmie, arteriosclerosi, arteriosa • Carie, infezioni, flogosi acute e croniche, neoplasie BOCCA E FARINGE ESOFAGO STOMACO INTESTINO PANCREAS FEGATO APPARATO ENDOCRINO ipertensione • • • • Esofagiti, varici, neoplasie Gastriti, ulcere, neoplasie Malassorbimento, diarrea Pancreatici acute e croniche ! neoplasie, diabete mellito • Statosi, epatiti acute e croniche, cirrosi, epatocarcinoma Alterata secrezione gonadica, ipofisaria e surrenalica (pseudo Cushing’s syndrome) APPARATO RESPIRATORIO Ridotta fertilità (effetto tossico diretto sulle gonadi), riduzione della libido, femminilizzazione nel maschio (riduzione del livello di testosterone attivo), ipogonadismo ipogonadotropo (per compromissione epatica e riduzione della frazione attiva del testosterone) Tosse stizzosa per effetto irritante, laringiti acute e croniche, cr. laringeo APPARATO LOCOMOTORE osteoporosi (tossicità diretta sulle cellule ossee, deficit degli ormoni steroidei gonadici, iperattività degli ormoni surrenalici, turbe APPARATO RIPRODUTTIVO nutrizionali, ipovitaminosi D) SISTEMA EMOPOIETICO Anemia megaloblastica L’alcolismo, inoltre, provoca alterazioni metaboliche (iperuricemia e ipertrigliceridemia, ipofosfatemia), inibizione del sistema immunitario e riduzione del campo visivo. Il consumo di alcol durante la gravidanza può provocare aborti, parti prematuri, indurre un ritardato accrescimento del feto con basso peso alla nascita, malformazioni scheletriche, microcefalie e ritardo mentale. Si stima che 1:600 / 1000 bambini nascano con sindrome fetale alcolica (FAS): in Italia circa 3000 bambini l’anno. Il rischio di frequenza della FAS nelle forti bevitrici è del 35-40%. Tra i vari problemi alcol-correlati si sottolineano i seguenti: • la dipendenza alcolica è causa per il 40% del cambiamento del posto di lavoro; • circa il 20% dei reati sono attribuiti a bevitori; • il rischio di separazione dei coniugi nei forti bevitori è 11 volte maggiore; • i figli di alcolisti hanno un rischio di sviluppare una problematica alcolcorrelata di 1:4 rispetto al rapporto 1:10 della popolazione normale; • il 73% delle persone obese (per alimentazione) ha avuto un genitore alcolista; • la probabilità che all’alcolismo si associ un disturbo psichiatrico è di 11 volte maggiore nei maschi e 23 volte maggiore nelle femmine; • tra gli alcolisti sono presenti dall’8% al 10% delle sindromi psicotiche maggiori; • il fenomeno dell’assenteismo, sia per numero di malattie in un anno che per giornate lavorative perse, risulta il triplo negli alcolisti rispetto alla restante popolazione lavorativa. L’alcolemia L’alcolemia è la concentrazione di alcol nel sangue e l'unità di misura è data dai grammi di alcol presenti per litro di sangue ( g/l). Il valore di alcolemia può variare da persona a persona, dipende: da peso, sesso, età, dalla modalità di ingestione (a digiuno o durante i pasti), dal tempo trascorso dall’assunzione, dalla gradazione alcolica della bevanda, dal tipo di bevanda (ad esempio bevande alcoliche frizzanti sono assorbite più facilmente mentre sono percepite come più innocue) e dallo stato complessivo di salute psicofisica. Il valore di alcolemia si può rilevare con l’etilometro, strumento in grado di misurare la concentrazione di alcol nel sangue attraverso l’aria espirata. Il limite di questa metodica è che è in grado di evidenziare solo un’assunzione recente della sostanza. Livello a basso rischio • Uomini: 0-21/U sett= 0-3 U/die= 0-24 gr: alcol/die • Donne: 0-14 U sett=0-2 U/die= 0-14 gr. alcol /die Queste cifre possono essere considerate come indicatori di basso rischio per la maggior parte degli adulti, a condizione che il bere venga distribuito durante la settimana e che si abbiano almeno due o tre giorni senza assunzione di alcol. Allarme per la salute • Uomini: 22-35/U sett= 3-5 U/die= 24-40 gr: alcol/die • Donne: 15-21 U sett= 2-3 U/die= 16-24 gr. alcol /die Entro questi limiti la persona fa senza dubbio un uso di alcol che potrebbe già assumere le caratteristiche dell’uso dannoso o comportare alcoldipendenza. Livelli oltre i quali si ha un grave danno per la salute • Uomini: >36/U sett= 35,4 gr: alcol/die • Donne: >22 U sett= 25 gr. alcol /die Oltre tali limiti il bere ha dimostrato di influenzare, non solo le condizioni fisiche dell’individuo, ma anche il suo lavoro e la sua vita all’interno della famiglia e dell’ambiente. Effetti dell’alcol in gravidanza (Fas) Mentre gli studi su altre specie animali, grazie all’impiego di condizioni sperimentali controllate, hanno consentito di attribuire all’alcol un ruolo quale agente teratogeno, nella specie umana è stato possibile documentare soltanto una generica associazione tra assunzione di alcol ed esito gestazionale sfavorevole. Infatti, nella valutazione del danno fetale correlato all’abuso di etanolo non si possono ignorare altre condizioni generiche di rischio spesso associate all’alcol quali: precarie condizioni socioeconomiche, scarso controllo prenatale, fumo di sigaretta e assunzione di droghe. È inoltre importante prendere in considerazione i fattori materni aggiuntivi di rischio feto neonatale alcolcorrelati quali lo squilibrio dietetico-nutrizionale, le conseguenti e concomitanti alterazioni del metabolismo intermedio, il danno endoteliale con possibile sviluppo di ipertensione, le alterazioni endocrinologiche, le alterazioni del sistema immunitario. Numerosi studi hanno dimostrato: - l’esistenza di un passaggio facilitato bidirezionale dell’alcol tra il compartimento materno e quello fetale; - il raggiungimento di livelli alcolemici fetali simili a quelli materni dopo 15 minuti dalla assunzione di alcol; un passaggio transplacentare maggiore presso il termine di gravidanza in rapporto alla progressiva perdita della barriera ematoplacentare; - l’effetto serbatoio del liquido amniotico, per cui il livello di alcol nel liquido amniotico si innalza più lentamente dell’alcolemia fetale, ma persiste anche dopo la sua scomparsa dalla circolazione fetale. Anche la emodinamica fetale potenzia l’effetto tossico dell’alcol: dal 40 al 60% del sangue fetale proveniente dalla placenta perfonde direttamente il cuore e l’estremo cefalico del feto che non si è ancora completamente sviluppato. L’abuso di alcol nelle gestanti determina: • diminuzione dello Zinco nel sangue che sarebbe potenzialmente teratogeno o comunque fetotossico; • l’ipossia focale cioè carenza di ossigeno nel feto può causare una vulnerabilità selettiva di alcune regioni dell’encefalo quali l’ippocampo e la corteccia cerebrale; • alterazioni della crescita e dello sviluppo fetale; • basso peso alla nascita dovuto sia al ritardo di crescita intrauterino, sia alla maggiore incidenza di parto pretermine che è verosimilmente dose-dipendente e correlato al periodo di esposizione: l’esposizione durante il terzo trimestre comporta effetti più severi sul peso alla nascita rispetto all’esposizione nella fase precoce della gravidanza • sindrome alcol-fetale o FAS che include un insieme specifico di anomalie: 1. deficit della crescita pre- e/o postnatale: - peso corporeo, lunghezza e circonferenza cranica inferiori al 10° centile corretto per età; 2. caratteristiche anomalie cranio-faciali (almeno due caratteristiche su tre) - microcefalia; - microftalmia e/o rima palpebrale breve; - scarso sviluppo del filtro, labbro superiore sottile, appiattimento dell’area mascellare; 3. disfunzioni del sistema nervoso centrale: - anomalie neurologiche (irritabilità nell’infanzia, iperattività nell’adolescenza); - ritardo di sviluppo neurologico (ipotonia); - alterazioni intellettive (ritardo mentale da lieve a moderato). La FAS è il risultato della massiva esposizione prenatale all’etanolo che può avere conseguenze mentali e comportamentali per tutta la vita ovvero: 4.alterazioni neurologiche e comportamentali: i neonati sono più agitati durante il sonno e dormono meno rispetto agli altri bambini, e sono state spesso rilevate anomalie elettroencefalografiche durante il sonno; 5. rallentamento nello sviluppo psicomotorio: si ha una riduzione del quoziente intellettivo, corretto per le variabili ambientali. Iperattività, irrequietezza, e soprattutto la scarsa capacità di attenzione e la difficoltà di apprendimento cui potrebbe incidere il deficit uditivo generato dall’abuso di alcol causando possibili 4 alterazioni uditive con ritardata maturazione del sistema uditivo, ipoacusia/sordità neurosensoriale, ipoacusia/sordità intermittente di conduzione secondaria a otite media sierosa ricorrente, ipoacusia/sordità centrale; 7. anormalità neurologiche anatomiche e biochimiche: idrocefalo, agenesia del corpo calloso, alterata migrazione neuronale e delle cellule gliali di sostegno, anormale distribuzione delle fibre nervose, riduzione del numero di cellule e di connessioni dendritiche nell’ippocampo. Poiché l’ippocampo è coinvolto nelle capacità di apprendimento e memoria e nel controllo inibitorio del comportamento, è verosimile che queste alterazioni strutturali siano la base delle anomalie comportamentali osservate nell’uomo e in altre specie animali. Conclusioni L’assunzione di alcol in gravidanza può comportare un danno feto-neonatale, la cui entità sembra essere condizionata dalla quantità e modalità del consumo nonché da fattori genetici, razziali e nutrizionali pertanto si consiglia alla gestante l’astensione dal consumo di alcol o almeno una sua drastica riduzione. Una efficace strategia di prevenzione dei problemi feto-neonatali alcol-correlati costituisce parte integrante di un programma più ampio di prevenzione generale dell’abuso di alcol. Alcol e fertilità L’abuso cronico di alcol nella donna è associato a un vasto spettro di alterazioni del sistema riproduttivo con la presenza di amenorrea, cicli anovulatori, deficit della fase luteinica e iperprolattinemia persistente sia nelle donne etiliste che nelle cosiddette bevitrici sociali. La ridotta fertilità nella donna alcolista appare correlata con la soppressione della increzione gonadotropinica, con aumentati livelli di prolattina, con riduzione degli estrogeni nella prima fase e del progesterone nella seconda e con aumentata produzione di androgeni surrenalici. Anche l’assetto ormonale della gravidanza risulta differente in gestanti alcoliste, con livelli di estrogeni e progesterone più bassi e più alte concentrazioni di prolattina, specialmente tra la 16a e la 24a settimana. Nei maschi alcolisti è spesso presente ipospermia e oligospermia ed è possibile inoltre rilevare più elevati livelli di gonadotropine, mentre prolattina, estradiolo e testosterone possono rimanere stabili; è peraltro verosimile che l’aumento della quota di testosterone legato alla SHBG conduca a un deficit relativo di androgeni. L’abuso cronico di alcol può quindi costituire un elemento di seria compromissione del potenziale riproduttivo della coppia. Effetti dell’alcol sul sistema nervoso centrale L’alcol è una sostanza psicoattiva che agisce producendo modificazioni di tipo psicologico (affettivo, cognitivo e comportamentale) e induce, come gli oppiacei, fenomeni neuroadattativi. Soprattutto, al pari dell’eroina, del metadone e della morfina, l’alcol agisce sulle vie della gratificazione rappresentando quindi un notevole stimolo motivazionale al consumo. L’alcol a dosi crescenti alterazioni comportamentali progressive, che vanno da un effetto ansiolitico e disinibente ad uno sedativo-ipnotico, fino al coma e alla morte per depressione dei centri respiratori e cardio-circolatori cerebrali. L’alcol esplica dapprima un’azione eccitante che, con l’aumento della quantità assunta, si trasforma in depressiva con elettività sulle funzione celebrali che regolano il meccanismo dei controlli inibitori corticali. L’alcol incide poi in maniera più o meno evidente sugli organi di senso, restringe il campo visivo, disturba la visione binoculare, diminuisce la capacità di valutare correttamente i suoni, e soprattutto compromette la capacità di giudizio dissociando l’oggettivo dal soggettivo. Quindi, ad una condizione reale di minor attenzione, precisione e prontezza nei processi percettivi, corrisponde dall’altra parte un’erronea sensazione di maggior affinamento dei sensi, condizione pertanto predisponente agli incidenti. La stessa euforia determina effetti psicosomatici tali da inibire l’equilibrio psicomotorio e l’autocontrollo; si associano ad essa anche disturbi motori causati dall’iniziale accentuazione e al successivo indebolimento dei riflessi spinali, comportanti l’incertezza nei movimenti, barcollamento, fino all’incoordinazione motoria dell’ubriachezza conclamata. SFATIAMO I LUOGHI COMUNI • L’alcol aiuta la digestione. L’alcol rallenta la digestione e lo svuotamento dello stomaco. • Il vino fa buon sangue. Il consumo di alcol può essere responsabile di varie forme di anemia e di aumento dei grassi presenti nel sangue. • Le bevande alcoliche sono dissetanti. Disidratano e aumentano la sensazione di sete. • L’alcol da calore. Produce una momentanea e ingannevole sensazione di calore con successivo raffreddamento del corpo e aumento del rischio di assideramento. • L’alcol aiuta a riprendersi da uno shock. Provoca una dilatazione dei capillari e pertanto diminuisce l’afflusso di sangue agli organi interni. • L’alcol da forza. L‘alcol è un sedativo e produce soltanto una diminuzione del senso di affaticamento e della percezione del dolore. • L’alcol rende sicuri. L’alcol disinibisce, eccita e aumenta il senso di socializzazione anche nelle persone più timide ma, superata l’euforia iniziale, agisce come un potente depressivo. • La birra “fa latte”. In realtà la donna non ha bisogno di birra per produrre latte, ma soltanto di liquidi: acqua, succhi di frutta e cibi nutrienti. • L’alcol è una sostanza che protegge. Anche se alcune evidenze mostrano che minime quantità di alcol possono contribuire, nei soggetti adulti, a ridurre il rischio di mortalità cardiovascolare, è bene ricordare che alle stesse quantità consumate (meno di un bicchiere al giorno) corrisponde un aumento del rischio di cirrosi epatica, alcuni tumori, patologie cerebrovascolari, incidenti sul lavoro, stradali e domestici. • Gli effetti dell’alcol sono combattuti dall’assunzione di caffè. Il caffè contribuisce a mantenere un ubriaco un po’ più sveglio ma non a smaltire l’alcol. Anche una doccia fredda non influenza lo smaltimento dell’alcol. • L’alcol aumenta la virilità. L’effetto dell’alcol sul sistema nervoso centrale determina un calo dell’ormone LH che stimola ormoni maschili nell’uomo e femminili nella donna. Dopo una singola dose di alcol, esiste già la possibilità di una riduzione dell’ormone testosterone e quindi dell’erezione. Consigli per i lavoratori ALCOL E IDONEITA’ AL LAVORO Norme sull’alcol Legge 125/2001. Legge quadro in materia di alcol e di problemi correlati La legge tratta del problema dell'alcol sotto vari aspetti quali prevenzione, cura, reinserimento sociale degli alcoldipendenti, ma anche aspetti sociali e culturali quali la pubblicità, sicurezza stradale, regolamentazione della vendita, e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il problema dell'alcol negli ambienti di lavoro viene trattato in particolare nell'articolo 15, che sancisce: • divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche nelle attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortunio sul lavoro ovvero per la sicurezza, l’incolumità e la salute dei terzi (individuate nel Provvedimento 16.03.2006); • controlli alcolimetrici che possono essere effettuati esclusivamente dal medico competente o dal medico del lavoro ASL con funzioni di vigilanza; • possibilità per i lavoratori alcol dipendenti, se assunti a tempo indeterminato, di accedere ai programmi terapeutici e di riabilitazione con conservazione del posto di lavoro come previsto per i tossicodipendenti dall'art.124 del DPR 309/1990. Provvedimento 16.03.2006 (ai sensi dell'art. 15 della Legge n. 125/01) Attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l’incolumità o la salute dei terzi. (Allegato I): 1) attività per le quali è richiesto un certificato di abilitazione per l'espletamento dei seguenti lavori pericolosi: a) impiego di gas tossici (art. 8 del regio decreto 9 gennaio 1927, e successive modificazioni); b) conduzione di generatori di vapore (decreto ministeriale 1° marzo 1974); c) attività di fochino (art. 27 del decreto del Presidente della Repubblica 9 marzo 1956, n. 302); d) fabbricazione e uso di fuochi artificiali (art. 101 del regio decreto 6 maggio 1940, n. 635); e) vendita di fitosanitari, (art. 23 del decreto del Presidente della Repubblica 23 aprile 2001, n. 290); f) direzione tecnica e conduzione di impianti nucleari (decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1970, n. 1450, e successive modifiche); g) manutenzione degli ascensori (decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162); 2) dirigenti e preposti al controllo dei processi produttivi e alla sorveglianza dei sistemi di sicurezza negli impianti a rischio di incidenti rilevanti (art. 1 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334); 3) sovrintendenza ai lavori previsti dagli articoli 236 e 237 del decreto dei Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547; 4) mansioni sanitarie svolte in strutture pubbliche e private in qualità di: medico specialista in anestesia e rianimazione; medico specialista in chirurgia; medico ed infermiere di bordo; medico comunque preposto ad attività diagnostiche e terapeutiche; infermiere; operatore socio-sanitario; ostetrica caposala e ferrista; 5) vigilatrice di infanzia o infermiere pediatrico e puericultrice, addetto ai nidi materni e ai reparti per neonati e immaturi; mansioni sociali e socio-sanitarie svolte in strutture pubbliche e private; 6) attività di insegnamento nelle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado; 7) mansioni comportanti l'obbligo della dotazione del porto d'armi, ivi comprese le attività di guardia particolare e giurata; 8) mansioni inerenti le seguenti attività di trasporto: a) addetti alla guida di veicoli stradali per i quali è richiesto il possesso della patente di guida categoria B, C, D, E, e quelli per i quali è richiesto il certificato di abilitazione professionale per la guida di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con conducente, ovvero il certificato di formazione professionale per guida di veicoli che trasportano merci pericolose su strada; b) personale addetto direttamente alla circolazione dei treni e alla sicurezza dell'esercizio ferroviario; c) personale ferroviario navigante sulle navi del gestore dell'infrastruttura ferroviaria con esclusione del personale di carriera e di mensa; d) personale navigante delle acque interne; e) personale addetto alla circolazione e alla sicurezza delle ferrovie in concessione e in gestione governativa, metropolitane, tranvie e impianti assimilati, filovie, autolinee e impianti funicolari aerei e terrestri; f) conducenti, conduttori, manovratori e addetti agli scambi di altri veicoli con binario, rotaie o di apparecchi di sollevamento, esclusi i manovratori di carri ponte con pulsantiera a terra e di monorotaie; g) personale marittimo delle sezioni di coperta e macchina, nonché il personale marittimo e tecnico delle piattaforme in mare, dei pontoni galleggianti, adibito ad attività off-shore e delle navi posatubi; h) responsabili dei fari; i) piloti d'aeromobile; l) controllori di volo ed esperti di assistenza al volo; m) personale certificato dal registro aeronautico italiano; n) collaudatori di mezzi di navigazione marittima, terrestre ed aerea; o) addetti ai pannelli di controllo del movimento nel settore dei trasporti; p) addetti alla guida di' macchine di movimentazione terra e merci; 9) addetto e responsabile della produzione, confezionamento, detenzione, trasporto e vendita di esplosivi; 10) lavoratori addetti ai comparti della edilizia e delle costruzioni e tutte le mansioni che prevedono attività in quota, oltre i due metri di altezza; 11) capiforno e conduttori addetti ai forni di fusione; 12) tecnici di manutenzione degli impianti nucleari; 13) operatori e addetti a sostanze potenzialmente esplosive e infiammabili, settore idrocarburi; 14) tutte le mansioni che si svolgono in cave e miniere. D.Lgs. 81/2008 Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro L’art. 41 stabilisce che le visite mediche effettuate dal medico dell’azienda • preventive, anche preassuntive • periodiche • in occasione di cambio mansione • dopo assenza superiore a 60 giorni per motivi di salute sono finalizzate anche alla verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti. Tali accertamenti possono essere effettuati nei casi ed alle condizioni previsti dalle norme vigenti, o solo per le mansioni indicate negli Allegati. • Il datore di lavoro (così come identificato dall'art. 2, lettera b, del D. Lgs. n. 81/08) comunica al medico competente, per iscritto, i nominativi dei lavoratori da sottoporre ad accertamenti in base alla lista delle attività lavorative previste dall'allegato. • Il Datore di lavoro dovrà inoltre proibire la somministrazione e l’assunzione di bevande alcoliche, anche durante la pause-mensa, ai lavoratori in elenco. • Il Datore di lavoro, che provvede al rimborso delle spese alimentari sostenute dei lavoratori che prestano l’attività per conto dell’Azienda fuori sede, dovrà specificare che non sono comprese quelle relative all’assunzione di bevande o alimenti contenenti alcol in quanto vietate sia prima, sia durante la pausa pranzo e sia durante tutto il periodo del turno di lavoro. • Il medico competente esegue senza preavviso un controllo alcolimetrico ai lavoratori rientranti nella lista comunicata dal datore di lavoro • Il medico competente esprime il giudizio di non idoneità temporanea (30-90 giorni) alla mansione ad elevato rischio, con spostamento verso mansioni alternative. • Il lavoratore in caso di diagnosi positiva per problemi e patologie alcol correlate e dipendenza, deve seguire un percorso di tipo riabilitativo presso il Servizio di Alcologia o il Servizio per le Dipendenze della ASL. • Il medico competente verificato l’inserimento del lavoratore all’interno del percorso riabilitativo e acquisita la valutazione favorevole dello specialista alcologo sul raggiungimento di uno stato di astinenza sufficientemente prolungato, riammette il lavoratore alla mansione originaria esprimendo il giudizio di idoneità prevede un follow- up del lavoratore attraverso una maggiore frequenza della periodicità della visita medica prevista dal protocollo di sorveglianza sanitaria. Invio al Servizio di Alcologia. Servizio per le Dipendenze delle ASL • L’invio da parte del medico competente avviene in caso di: mantenimento del comportamento a rischio/dannoso registrato negli incontri di follow-up previsti a seguito dell’Intervento Breve • sospetto di alcol dipendenza con esame obiettivo positivo per patologie alcol correlate e alterazioni dei valori biochimici Il medico competente richiede (D. Lgs. 81/08, art. 39, co. 5) una consulenza specialistica alcologica al fine di ottenere una valutazione finalizzata ad una eventuale diagnosi di problemi e patologie alcol correlate o di dipendenza e l’eventuale immediata presa in carico, qualora ritenuto necessari. “LEGGERE ATTENTAMENTE” • Il medico competente esprime il giudizio di non idoneità temporanea (30-90 giorni) alla mansione ad elevato rischio, con spostamento verso mansioni alternative • Il lavoratore in caso di diagnosi positiva per problemi e patologie alcol correlate e dipendenza, deve seguire un percorso di tipo riabilitativo presso il Servizio di Alcologia o il Servizio per le Dipendenze della ASL. • Il medico competente verificato l’inserimento del lavoratore all’interno del percorso riabilitativo e acquisita la valutazione favorevole dello specialista alcologo sul raggiungimento di uno stato di astinenza sufficientemente prolungato, riammette il lavoratore alla mansione originaria esprimendo il giudizio di idoneità prevede un followup del lavoratore attraverso una maggiore frequenza della periodicità della visita medica prevista dal protocollo di sorveglianza sanitaria. • In caso di rifiuto del lavoratore di sottoporsi agli accertamenti mirati, non potrà esprimere il giudizio di idoneità“per impossibilità materiale ad eseguire gli accertamenti sanitari”se il lavoratore non si presenta agli accertamenti senza avere prodotto documentata e valida giustificazione sarà sospeso in via cautelativa dalla mansione a rischio e riconvocato entro dieci giorni se il lavoratore non si presenta all’accertamento per giustificati e validi motivi, debitamente documentati, dovrà essere riconvocato entro dieci giorni dalla data di cessazione dei motivi che hanno impedito la sua presenza agli accertamenti in caso di rifiuto, il lavoratore sarà comunque sospeso dalla mansione per “impossibilità materiale a svolgere gli accertamenti” e sarà adibito, ove possibile, a lavorazioni non ad elevato rischio. • Limite dell’alcolemia sul lavoro Poiché l’attività lavorativa sul piano neuro-psicomotorio non si discosta in maniera sostanziale da quella della guida, si ritiene che il livello di alcolemia a cui debba essere fatto riferimento, per attivare l’iter diagnostico, sia quello più restrittivo previsto dal Codice della strada attuale e futuro Legge 120 del 2010. “Disposizioni in materia di sicurezza stradale” pubblicata sul suppl. ordinario 171 G.U. 175 del 29 luglio 2010 (entrata in vigore il 13/08/2010) L’art. 33 stabilisce il divieto di guida dopo aver assunto bevande alcoliche e sotto l’influenza di queste per i conducenti che esercitano l’attività di trasporto di persone e di cose; viene inoltre indicato un tasso alcolemico uguale a 0 (zero) per queste categorie di lavoratori. Consigli per i lavoratori • Non assumere bevande alcoliche si prima che durante l’attività lavorativa. • Gli effetti dell’alcol sono imprevedibili, pertanto i postumi di eccesso del bere potrebbero verificarsi in occasione del lavoro. • L’assunzione di alcol è tassativamente vietato quando si svolgono attività ad elevato rischio per se e per gli altri. • Non offrire da bere alcolici a chi sta per svolgere un lavoro, e comunque non esercitare pressioni a bere nei confronti dei colleghi. • Durante le pause di lavoro scegliere bevande analcoliche come ad es. succhi di frutta, te etc.. • Se già un soggetto non beve, gli si raccomanda di non iniziare per aver sentito dire della presenza di sostanze antiossidanti presenti nel vino rosso o sostanze capaci di aumentare i livelli dell’HDL (resveratrolo) in quanto sono già presenti e in quantità più rilevanti rispettivamente in frutta, ortaggi e pesce azzurro. • Se per qualsiasi motivo qualsiasi lavoratore dovesse avere difficoltà a mantenere l’astinenza prima o durante l’attività lavorativa informare il medico competente.