“ALCOL E LAVORO”
OPUSCOLO PER I LAVORATORI
DOTT.SSA FRANCESCA CIMMINO
MEDICO-CHIRURGO
SPECIALISTA IN MEDICINA DEL LAVORO
VIA NAPOLI 281/G – CASTELLAMMARE DI STABIA (NA)
TEL./FAX 0818725019 – CELL. 3405301939
ALCOL E ALCOLDIPENDENZA
Introduzione
Nel 2010 (ISTAT) la quota di popolazione di 11 anni e più che ha consumato almeno una
bevanda alcolica durante l’anno è pari al 65,7%, in diminuzione rispetto al 2009 (68,5%); il
26,3% della popolazione (14 milioni 126 mila persone) beve alcolici quotidianamente,
mentre il 38,4% ha consumato alcol almeno una volta fuori dai pasti. Beve vino il 53,3%
delle persone di 11 anni e più, birra il 45,9% e aperitivi alcolici, amari, superalcolici o
liquori il 39,9%; beve vino tutti i giorni il 24,1% e birra il 4,3% della popolazione di
riferimento.
Negli ultimi 10 anni tra i giovani sono aumentati i consumatori occasionali, quelli che
bevono fuori pasto e di chi consuma altri alcolici oltre a vino e birra, mentre si sono ridotti i
consumatori giornalieri e quelli che bevono solo vino e birra.
Quote crescenti di popolazione, infatti, bevono alcolici al di fuori dai pasti e aumenta il
consumo non quotidiano. Il cambiamento è ancora più evidente tra le donne: infatti, tra il
2000 e il 2010 il numero di donne che consuma bevande alcoliche fuori dai pasti registra
un incremento del 25,1% (contro il 15% dei maschi), mentre decresce del 17,4% (contro il
-11,8% dei maschi) quello di consumatrici giornaliere. Il cambiamento di abitudini riguarda
non soltanto la frequenza e le circostanze di consumo, ma anche il tipo di bevande
consumate. Diminuisce chi consuma solo vino e birra e aumenta chi consuma anche altri
alcolici, come aperitivi, amari e superalcolici. I cambiamenti nel tipo di bevanda assunta
riguardano i giovani fino a 24 anni e, in misura minore, gli adulti di 25-44 anni.
A livello territoriale, il consumo di alcol è più diffuso nel Centro-nord, soprattutto nel Nordest, in particolare tra i maschi. In modo analogo si distribuiscono i consumatori giornalieri,
con una quota nel Nord-est del 28,6%.
Tra le persone di 25 anni e oltre, la quota di consumatori nell’anno di bevande alcoliche
aumenta al crescere del titolo di studio. Ciò avviene soprattutto per le donne: se tra quelle
con al massimo la licenza elementare il 45% consuma alcol, per le laureate la quota
raggiunge il 68,9%. Le differenze di genere, pur permanendo, diminuiscono all’aumentare
del titolo di studio. Andamento inverso ha, invece, quello del consumo quotidiano, che
risulta crescente al diminuire del titolo di studio, sia per gli uomini, che tra le donne.
Si è visto che il consumo fuori dai pasti è più elevato tra i giovani
I comportamenti a rischio
Per valutare il grado di rischio connesso all’assunzione di bevande alcoliche, vengono
presi in considerazione il consumo giornaliero non moderato di vino, birra o altri alcolici, gli
episodi di ubriacatura concentrati in singole occasioni (binge drinking), che comportano
comunque un’assunzione di quantità eccessive di alcol e il consumo di alcolici dei ragazzi
da 11 a 15 anni.
L’abitudine al consumo non moderato di bevande alcoliche da parte dei genitori, inoltre,
sembra influenzare il comportamento dei figli. Infatti, è potenzialmente a rischio il 19,7%
dei ragazzi di 11-17 anni che vivono in famiglie dove almeno un genitore adotta
comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche, mentre tale quota scende al
14,4% tra i giovani che vivono con genitori che non bevono o che bevono in maniera
moderata. Dal punto di vista territoriale, i comportamenti a rischio risultano maggiormente
diffusi nella popolazione residente nel Nord-est e nel Nord-ovest, mentre nelle Isole la
percentuale si riduce notevolmente. I comportamenti a rischio risultano più diffusi nei
piccoli comuni fino a 2 mila abitanti e si riducono al crescere della dimensione demografica
del comune di residenza.
L’ALCOL
L’alcol secondo la definizione dell’OMS è una sostanza tossica, potenzialmente
cancerogena; è una droga capace di indurre dipendenza superiore rispetto alle sostanze o
droghe illegali più conosciute. L’alcol, pur apportando circa 7 Kcal per grammo, non è un
nutriente come le proteine, i carboidrati o i grassi alimentari.
Anche se non rientra tra le sostanze stupefacenti e psicotrope previste nelle tabelle
ministeriali (tabella I, ex D.P.R. 309/90 e succ.), l’alcol è a tutti gli effetti, una sostanza
psicotropa. Esso è il costituente principale delle bevande alcoliche, si ottiene dalla
fermentazione di 2zuccheri o amido. Durante il processo di lavorazione si formano altre
sostanze che conferiscono alle bevande il gusto e l'aroma particolari e che sono
responsabili di gran parte dei sintomi che insorgono dopo una sbornia. Il contenuto di alcol
presente nelle bevande alcoliche viene espresso dal grado alcolico riportato in etichetta,
che indica il volume-percentuale di alcol in volume totale di bevanda. Un litro di vino che
ha una gradazione alcolica di 10 gradi, contiene 1 decilitro di alcol.
Le bevande alcoliche sono bevande che derivano dalle fermentazioni o dalle distillazioni e
che contengono una percentuale di alcol etilico superiore al 3 per cento. Si dividono in:
1) Alcolici
Gli alcolici comprendono le bevande fermentate, come il sidro, la birra, il vino e le bevande
aromatizzate a base di vino, in cui la percentuale di alcol è compresa fra 4 e 17 per cento.
2) Superalcolici
Nei superalcolici la percentuale di alcol etilico è piuttosto elevata, e può giungere fino al 70
per cento. Se sono ottenuti dalla distillazione di mosti fermentati di frutta o di cereali diversi
vengono chiamati distillati oppure acquaviti. Se sono ottenuti per infusione di sostanze
aromatiche in sciroppo alcolico vengono invece chiamati liquori.
La gradazione dei superalcolici è superiore al 20 per cento in volume di alcol etilico.
3) Distillati
I distillati comprendono la grappa, il whisky, il kirsch, il cognac, il rhum, la vodka, il brandy,
la sambuca, la tequila, il gin ecc. Per regolarne la gradazione alcolica secondo le
necessità commerciali, vengono addizionati con acqua distillata.
• Brandy o acquavite di vino. Viene ottenuto esclusivamente dalla distillazione a meno
dell'86 per cento del volume totale del liquido, di vino o di vino alcolizzato, oppure dalla
ridistillazione a meno del 96 per cento del volume totale del liquido, di un distillato di
vino. Il Brandy deve avere un titolo alcolimetrico effettivo minimo del 37,5 per cento in
volume e non più di 200 g/metanolo su 1 ettolitro di alcol a 100 per cento in volume.
• Tra i brandy più noti citiamo il cognac, una acquavite prodotta nella Charente, in Francia
occidentale.
• Grappa o acquavite di vinaccia. Viene ottenuta da vinacce fermentate e distillate a
meno dell'86 per cento del volume totale del liquido. Deve avere un titolo alcolimetrico
effettivo minimo del 37,5 per cento in volume.
4) Liquori
Si distinguono dai distillati sia per il procedimento seguito nel prepararli (infusione,
macerazione ecc.) sia per la loro composizione, generalmente più povera di alcol e più
ricca di 2zucchero. Sono bevande infatti che contengono almeno 100 g/l di zucchero
(espresso in zucchero invertito), e a cui possono essere aggiunti panna, latte o altri
derivati del latte, frutta, vino, vino aromatizzato.
TABELLA DESCRITTIVA DEI PRINCIPALI SINTOMI
CORRELATI AI DIVERSI LIVELLI DI CONCENTRAZIONE ALCOLEMICA
(Art. 6 del decreto-legge 3 agosto 2007 n. 117 convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, della legge 2 ottobre
2007, n. 160)
LIMITE LEGALE DEL TASSO ALCOLEMICO PER LA GUIDA: 0,5 GRAMMI per LITRO
Concentraz.
di alcol nel
sangue
Sensazioni più frequenti
Effetti progressivi e abilità compromesse
0
Nessuna
Nessuna
•
0.2
Iniziale sensazione di ebbrezza
Iniziale riduzione delle inibizioni e del
controllo
0.3-0.4
Sensazione di ebbrezza.
Riduzione delle inibizioni, del controllo e
della percezione del rischio
0.5-0.8
Cambiamenti dell’umore
Nausea, sonnolenza
Stato di eccitazione emotiva
Affievolimento della vigilanza, attenzione e
controllo Iniziale riduzione del coordinamento
motorio
Iniziale riduzione della visione laterale
Nausea
Riduzione delle capacità di vigilanza,
attenzione e controllo
Riduzione del coordinamento motorio e dei
riflessi
Riduzione della visione laterale Vomito
Riduzione della capacità di giudizio
Riduzione della capacità di individuare
oggetti in movimento e della visione laterale
Riflessi alterati
Alterazione delle capacità di reazione agli
stimoli sonori e luminosi Vomito
La legge stabilisce attualmente il limite di 0,5 grammi/litro di alcol nel sangue, limite oltre il
quale il conducente viene definito in stato di ebbrezza e quindi soggetto a provvedimenti
sanzionatori.
Nel nuovo codice della strada approvato il 28 luglio 2010, è stata stabilità la tolleranza
zero per i conducenti con meno di 21 anni, per i neopatentati che hanno la patente
da meno di 3 anni e per i conducenti professionali o di autoveicoli con patente C, D, E.
Queste categorie non possono bere alcol quando guidano mentre per gli altri vale ancora il
limite alcolemico di 0,5 grammi/litro. Le informazioni relative alle sanzioni da pagare per
aver superato i limiti alcolemici sono disponibili nell'articolo "nuovo codice della strada
2010". (aggiornamento del 28/07/2010).
Vediamo nello specifico i sintomi più frequenti in relazione alla diversa concentrazione di
alcol nel sangue:
• Tasso alcolemico compreso tra 0,1-0,2: iniziale sensazione di ebbrezza con
affievolimento del livello di attenzione e controllo;
• Tasso alcolemico 0,3-0,4: sensazione di ebbrezza e diminuzione delle inibizioni,
accompagnate da nausea, riduzione del coordinamento motorio e del livello di
attenzione;
• Tasso alcolemico 0,5-0,8: stato di ebbrezza, cambiamento di umore, nausea,
sonnolenza, stato di eccitazione emotiva che comportano minor capacità di giudizio,
riflessi rallentati e vomito;
• Tasso alcolemico 0,9-1,5: stato di ebbrezza, umore alterato, confusione,
disorientamento con conseguente riduzione dell’autocontrollo, alterazione dell’equilibrio,
linguaggio male articolato e vomito;
• Tasso alcolemico 1,6-3,0: stordimento, aggressività, stato depressivo con grave
alterazione dello stato psicofisico, stato di inerzia generale, ipotermia e vomito;
• Tasso alcolemico 3,1-4,0: stato di incoscienza accompagnato da allucinazioni, riflessi
annullati, coma e possibilità di morte per soffocamento da vomito;
• Tasso alcolemico oltre 4: problemi respiratori, sensazione di soffocamento con
conseguente battito cardiaco rallentato, coma e possibile morte per arresto cardiaco;
• A parità di quantità di alcol assunto, sensazioni ed effetti sono estremamente variabili
da soggetto a soggetto, con possibilità di manifestazioni anche opposte tra di loro; in
tabella sono riportati sensazioni ed effetti più frequentemente rilevati.
OMS: CLASSIFICAZIONE DEL CONSUMO DI ALCOL
Consumo a basso rischio: livello di consumo inferiore a 20 grammi di alcol (1‐2 U. A.)
al giorno per le donne adulte, a 40 grammi (2‐3 U. A.) al giorno per gli uomini adulti.
Consumo a rischio: livello di consumo o una modalità del bere che possono
determinare un rischio nel caso di persistenza di tali abitudini.
Consumo dannoso: modalità di consumo alcolico che causa danno alla salute, a livello
fisico o mentale. A differenza del consumo a rischio, la diagnosi di consumo dannoso può
essere posta solo in presenza di un danno alla salute del soggetto.
Alcoldipendenza: insieme di fenomeni fisiologici, comportamentali e cognitivi in cui l'uso
di alcol riveste una priorità crescente rispetto ad abitudini in precedenza importanti.
QUANTITÀ O BICCHIERI STANDARD
1 UNITA’ ALCOLICA contiene circa 12 grammi di alcol puro
1 UNITÀ ALCOLICA (U. A.). Esempi:
•
330 ml di birra (5°alcolici)
•
125 ml di vino (12°alcolici)
•
80 ml di aperitivo (18°alcolici)
•
40 ml di cocktail alcolico (36°alcolici)
L'alcol apporta 7 calorie per grammo, ma tuttavia è privo di gran parte delle
sostanze nutritive e delle vitamine essenziali.
METABOLISMO ED ELIMINAZIONE
Schema riassuntivo delle modificazioni metaboliche indotte dall’alcol:
1) ALCOL ETILICO => ACETALDEIDE => H+ => 1) PIRUVATO => LATTATO =>
LATTACIDEMIA => ACIDOSI RENALE => IPERURICEMIA => GOTTA.
2) ALCOL ETILICO => ACETALDEIDE => H+ => AC. GRASSI => AUMENTO DEI
TRIGLICERIDI =>STEATOSI EPATICA
L'assorbimento dell'alcol avviene di norma tra i 15 e i 90 minuti dopo l'assunzione. Se
assunto durante il pasto, l'assimilazione è rallentata, mentre a stomaco vuoto si diffonde e
viene assorbito dai tessuti più rapidamente. Il 90-95% della quantità di alcol assunta viene
metabolizzata a livello epatico, la rimanente parte a livello del tratto digerente, ed in
particolare nello stomaco, del rene, dei polmoni e dei muscoli.
Le bevande che contengono dal 20 al 30 per cento di alcol per volume vengono assorbite
più velocemente. Se l’alcol ha una concentrazione più elevata irrita lo stomaco e rallenta il
processo, ma se l'alcol viene ingerito con una bevanda gassata (ad esempio acqua
tonica o soda), stimola le molecole dell'alcol stesso e ne facilita l'assorbimento da parte
delle cellule gastriche e il processo viene invece accelerato. Nell’intestino
l’assorbimento è estremamente rapido e completo, inoltre è sostanzialmente indipendente
dalla presenza di cibo nello stomaco e nell’intestino stesso ed è favorito dai carboidrati.
L’alcol supera facilmente la barriera emato-encefalica e placentare: a livello cerebrale si
raggiungono rapidamente concentrazioni equivalenti a quelle plasmatiche. La
concentrazione ematica dipende dalla quantità di alcol assunto, dal peso corporeo del
soggetto e dalla velocità di assunzione. Il metabolismo si caratterizza per l’ossidazione
completa del 90-98% dell’alcol assorbito. La quantità ossidata per unità di tempo è
approssimativamente proporzionale al peso corporeo ed al peso del fegato del soggetto.
L’ossidazione infatti, avviene principalmente nel fegato con trasformazione dell’alcol in
acetaldeide ad opera dell’enzima alcoldeidrogenasi (ADH). L’acetaldeide si unisce alla
dopamina formando tetraidroisochinoline, oppiacei endogeni. L’alcol viene metabolizzato
anche da altri enzimi epatici: il sistema delle catalisi, localizzato nei perossisomi, e le
ossidasi microsomiali (MEOS), responsabili della metabolizzazione di alcuni farmaci.
Quest’ultima metabolizzazione viene sempre più utilizzata man mano che aumenta
l’abitudine all’alcol (induzione enzimatica) e ciò determina una sempre maggiore
interferenza con quei farmaci la cui azione, venendo metabolizzati attraverso lo stesso
sistema microsomiale, risulta essere così inibita. Lo sforzo a cui viene sottoposto il fegato
nel corso degli anni in seguito ad abuso di alcolici è la causa della cirrosi.
Una quota di alcol non ossidato variabile dal 2 al 10% viene eliminata principalmente
attraverso reni e polmoni. Nelle urine si trova una concentrazione di poco maggiore
rispetto a quella del sangue, mentre nell’aria espirata la concentrazione è pari allo 0,05%
di quella ematica. La curva della concentrazione ematica è caratterizzata da un primo
incremento che corrisponde alla fase di assorbimento che raggiunge il suo massimo
intorno ai 30-60 minuti dopo l’assunzione. A questa fase ne segue una centrale di plateau
in cui assorbimento ed escrezione sono in equilibrio ed, infine, vi è una fase decrescente
in cui prevale l’escrezione. La concentrazione dell’alcol nell’aria espirata è in rapporto
all’equilibrio che si raggiunge tra sangue polmonare ed aria alveolare. Il rapporto di
concentrazione alcolica sangue/respiro è pari a 2100:1.
Alcolismo
E’ un disturbo a genesi multifattoriale (biologica-psicologica-sociale) associato
all’assunzione protratta (episodica o cronica) di bevande alcoliche, con presenza o meno
di dipendenza, capace di provocare una sofferenza multidimensionale che si manifesta in
maniera diversa da individuo a individuo. (Società Italiana di Alcologia, Consensus
Conference 1994).
L’ abitudine al bere è caratterizzata da:
• desiderio ma non necessità di assumere la sostanza per il senso di benessere che
produce;
• scarsa o nessuna tendenza ad aumentare le dosi;
• dipendenza psichica dalla sostanza in assenza di dipendenza fisica;
• effetti dannosi, se presenti, solo per l’individuo.
La tossicomania e caratterizzata da:
• desiderio invincibile o bisogno di continuare a fare uso della sostanza o a procurarsela
con ogni mezzo;
• tendenza ad aumentare la dose (tolleranza);
• dipendenza psichica, talora fisica nei riguardi degli effetti della sostanza con comparsa
di sintomi di astinenza al cessare della assunzione.
Definizioni diagnostiche di alcolismo (ICD-10 e DSM-IV)
L’alcolismo viene collocato tra i disturbi mentali, nel capitolo dei Disturbi da uso di
sostanze, individuando due diverse condizioni collegate all’uso inadeguato di bevande
alcoliche:
• abuso;
• dipendenza.
• La diagnosi di abuso viene posta in presenza di un criterio tra i seguenti nell’ anno
considerato:
• uso ricorrente della sostanza;
• incapacità ad adempiere ai compiti principali;
• consapevolezza dell’esistenza di problemi ( interpersonali, sociali);
• problemi legali ricorrenti;
• abuso in condizioni fisicamente rischiose.
• La dipendenza si ha in presenza di tre criteri tra i seguenti, nell’ anno considerato:
• tolleranza;
• astinenza;
• assunzione massiccia della sostanza per periodi sempre più prolungati;
• craving;
• tempo crescente impiegato per procurarsi la sostanza;
• riduzione/ interruzione di attività principali;
• uso continuativo in condizioni fisicamente e psichicamente rischiose.
Alcoldipendenza
È alcol dipendente un soggetto che sviluppa sintomi cognitivi, comportamentali e fisiologici
correlati all'uso ripetuto di alcol evidenziato da:
compromissione fisica: astinenza, tolleranza e/o problemi organici alcol-correlati (cirrosi,
danni neurologici);
compromissione psichica: persistenza nell'uso nonostante il peggioramento di situazioni
fisiche o psicologiche;
compromissione sociale: riduzione delle attività socio-relazionali come ad esempio
problemi lavorativi, problemi familiari, divorzio, isolamento sociale) (VEDI TABELLE).
INDICATORI DELL’ASSUNZIONE ACUTA DI ALCOL IN SINTESI (CONSUMO A
RISCHIO-DANNOSO)
Epatite acuta alcolica, esofagite, dispepsia, gastrite, uricemia,
pancreatite, aritmie cardiache, miopatia, neurite ottica retro bulbare,
ORGANICI
reazioni con altre sostanze, danni al feto, contusioni, lividi e altri traumi,
reazioni con i farmaci
Riduzione delle capacità cognitive, rallentamento dei riflessi, riduzione di
controllo e vigilanza, riduzione della capacità di giudizio, alterazioni del
PSICOLOGICI
tono dell’umore, euforia, ansia, apatia, depressione, tentati suicidi,
Insonnia
Violenze e disgregazione familiare, comportamento aggressivo e
SOCIALI
litigioso, violenze sui minori, incidenti domestici, incidenti sul lavoro,
incidenti stradali, problemi di ordine pubblico, gravidanze indesiderate
INDICATORI ASSUNZIONE CRONICA DI ALCOL (CONSUMO DANNOSO DIPENDENZA
Steatosi epatica, cirrosi, demenza, epatocarcinoma, varici esofagee,
pancreatiti, gastroduodeniti, carcinoma: bocca, laringe, esofago, fegato,
colon, seno. Danni al SNC, obesità, diabete, miopatie, neuropatie,
ORGANICI
deficienze nutrizionali, disfunzioni sessuali, impotenza, ipogonadismo,
alterazioni mestruali, alterazioni del sistema immunitario, patologie
PSICOLOGICI
oculari, ipertensione arteriosa, patologie dermatologiche, danni ai reni,
gotta
Insonnia, disturbi di personalità, amnesie, allucinazioni, tentati suicidi,
problemi psicologici dei figli
Problemi familiari, senza fissa dimora, incidenti e difficoltà sul lavoro
incidenti stradali instabilità lavorativa, disoccupazione, problemi
giudiziari, problemi finanziari, gioco d’azzardo, assunzione di altre
sostanze, poliassunzioni di sostanze nei figli
Il consumatore a rischio
Viene considerato a rischio un consumo giornaliero di alcol che eccede :
• 20 grammi per le donne ( 1-2 bicchieri di qualsiasi bevanda alcolica)
• 40 grammi per gli uomini (2-3 bicchieri di qualsiasi bevanda alcolica)
Criterio età specifico: viene considerato a rischio un consumo giornaliero di alcol che
eccede :
• 10 grammi per gli ultra 65 enni (un bicchiere)
• 10 grammi per i giovani dai 16 ai 18 anni
• qualsiasi livello di consumo per i giovani al di sotto dei 15 anni di età.
• binge drinking è il consumo di 6 bicchieri di una qualsiasi bevanda alcolica in un’unica
occasione (binge drinking ossia il bere per ubriacarsi).
Effetti cronici dell’alcolismo ai vari organi e apparati
Tab. 1: Effetti cronici dell’alcolismo
SISTEMA NERVOSO Atassia, epilessia, S. di Korsakoff (amnesia anterograda,
CENTRALE
disorientamento, confabulazione, disturbi della memoria di
fissazione), atrofia cerebrale, demenza (riduzione della memoria,
dell’ideazione, dell’affettività e della creatività)
SOCIALI
SISTEMA NERVOSO
PERIFERICO
Polineuropatia tossica e carenziale (tremori, parestesie, dolori
notturni, disturbi motori, astenia muscolare, neurite ottica, effetti
tossici su nervo acustico e nervo vestibolare)
APPARATO
CARDIOVASCOLARE
Miocardiopatia alcolica, aritmie, arteriosclerosi,
arteriosa
• Carie, infezioni, flogosi acute e croniche, neoplasie
BOCCA E FARINGE
ESOFAGO
STOMACO
INTESTINO
PANCREAS
FEGATO
APPARATO
ENDOCRINO
ipertensione
•
•
•
•
Esofagiti, varici, neoplasie
Gastriti, ulcere, neoplasie
Malassorbimento, diarrea
Pancreatici acute e croniche ! neoplasie, diabete mellito
• Statosi, epatiti acute e croniche, cirrosi, epatocarcinoma
Alterata secrezione gonadica, ipofisaria e surrenalica (pseudo
Cushing’s syndrome)
APPARATO
RESPIRATORIO
Ridotta fertilità (effetto tossico diretto sulle gonadi), riduzione della
libido, femminilizzazione nel maschio (riduzione del livello di
testosterone
attivo),
ipogonadismo
ipogonadotropo
(per
compromissione epatica e riduzione della frazione attiva del
testosterone)
Tosse stizzosa per effetto irritante, laringiti acute e croniche, cr.
laringeo
APPARATO
LOCOMOTORE
osteoporosi (tossicità diretta sulle cellule ossee, deficit degli ormoni
steroidei gonadici, iperattività degli ormoni surrenalici, turbe
APPARATO
RIPRODUTTIVO
nutrizionali, ipovitaminosi D)
SISTEMA
EMOPOIETICO
Anemia megaloblastica
L’alcolismo, inoltre, provoca alterazioni metaboliche (iperuricemia e ipertrigliceridemia,
ipofosfatemia), inibizione del sistema immunitario e riduzione del campo visivo.
Il consumo di alcol durante la gravidanza può provocare aborti, parti prematuri, indurre un
ritardato accrescimento del feto con basso peso alla nascita, malformazioni scheletriche,
microcefalie e ritardo mentale. Si stima che 1:600 / 1000 bambini nascano con sindrome
fetale alcolica (FAS): in Italia circa 3000 bambini l’anno. Il rischio di frequenza della FAS
nelle forti bevitrici è del 35-40%. Tra i vari problemi alcol-correlati si sottolineano i
seguenti:
• la dipendenza alcolica è causa per il 40% del cambiamento del posto di lavoro;
• circa il 20% dei reati sono attribuiti a bevitori;
• il rischio di separazione dei coniugi nei forti bevitori è 11 volte maggiore;
• i figli di alcolisti hanno un rischio di sviluppare una problematica alcolcorrelata di 1:4
rispetto al rapporto 1:10 della popolazione normale;
• il 73% delle persone obese (per alimentazione) ha avuto un genitore alcolista;
• la probabilità che all’alcolismo si associ un disturbo psichiatrico è di 11 volte maggiore
nei maschi e 23 volte maggiore nelle femmine;
• tra gli alcolisti sono presenti dall’8% al 10% delle sindromi psicotiche maggiori;
• il fenomeno dell’assenteismo, sia per numero di malattie in un anno che per giornate
lavorative perse, risulta il triplo negli alcolisti rispetto alla restante popolazione
lavorativa.
L’alcolemia
L’alcolemia è la concentrazione di alcol nel sangue e l'unità di misura è data dai grammi di
alcol presenti per litro di sangue ( g/l). Il valore di alcolemia può variare da persona a
persona, dipende:
da peso, sesso, età, dalla modalità di ingestione (a digiuno o durante i pasti), dal tempo
trascorso dall’assunzione, dalla gradazione alcolica della bevanda, dal tipo di bevanda
(ad esempio bevande alcoliche frizzanti sono assorbite più facilmente mentre sono
percepite come più innocue) e dallo stato complessivo di salute psicofisica. Il valore di
alcolemia si può rilevare con l’etilometro, strumento in grado di misurare la
concentrazione di alcol nel sangue attraverso l’aria espirata. Il limite di questa metodica è
che è in grado di evidenziare solo un’assunzione recente della sostanza.
Livello a basso rischio
• Uomini: 0-21/U sett= 0-3 U/die= 0-24 gr: alcol/die
• Donne: 0-14 U sett=0-2 U/die= 0-14 gr. alcol /die
Queste cifre possono essere considerate come indicatori di basso rischio per la maggior
parte degli adulti, a condizione che il bere venga distribuito durante la settimana e che si
abbiano almeno due o tre giorni senza assunzione di alcol.
Allarme per la salute
• Uomini: 22-35/U sett= 3-5 U/die= 24-40 gr: alcol/die
• Donne: 15-21 U sett= 2-3 U/die= 16-24 gr. alcol /die
Entro questi limiti la persona fa senza dubbio un uso di alcol che potrebbe già assumere le
caratteristiche dell’uso dannoso o comportare alcoldipendenza.
Livelli oltre i quali si ha un grave danno per la salute
• Uomini: >36/U sett= 35,4 gr: alcol/die
•
Donne: >22 U sett= 25 gr. alcol /die
Oltre tali limiti il bere ha dimostrato di influenzare, non solo le condizioni fisiche
dell’individuo, ma anche il suo lavoro e la sua vita all’interno della famiglia e dell’ambiente.
Effetti dell’alcol in gravidanza (Fas)
Mentre gli studi su altre specie animali, grazie all’impiego di condizioni sperimentali
controllate, hanno consentito di attribuire all’alcol un ruolo quale agente teratogeno, nella
specie umana è stato possibile documentare soltanto una generica associazione tra
assunzione di alcol ed esito gestazionale sfavorevole. Infatti, nella valutazione del danno
fetale correlato all’abuso di etanolo non si possono ignorare altre condizioni generiche di
rischio spesso associate all’alcol quali: precarie condizioni socioeconomiche, scarso
controllo prenatale, fumo di sigaretta e assunzione di droghe. È inoltre importante
prendere in considerazione i fattori materni aggiuntivi di rischio feto neonatale alcolcorrelati quali lo squilibrio dietetico-nutrizionale, le conseguenti e concomitanti alterazioni
del metabolismo intermedio, il danno endoteliale con possibile sviluppo di ipertensione, le
alterazioni endocrinologiche, le alterazioni del sistema immunitario. Numerosi studi hanno
dimostrato:
- l’esistenza di un passaggio facilitato bidirezionale dell’alcol tra il compartimento materno
e quello fetale;
- il raggiungimento di livelli alcolemici fetali simili a quelli materni dopo 15 minuti dalla
assunzione di alcol;
un passaggio transplacentare maggiore presso il termine di gravidanza in rapporto alla
progressiva perdita della barriera ematoplacentare;
- l’effetto serbatoio del liquido amniotico, per cui il livello di alcol nel liquido amniotico si
innalza più lentamente dell’alcolemia fetale, ma persiste anche dopo la sua scomparsa
dalla circolazione fetale. Anche la emodinamica fetale potenzia l’effetto tossico dell’alcol:
dal 40 al 60% del sangue fetale proveniente dalla placenta perfonde direttamente il cuore
e l’estremo cefalico del feto che non si è ancora completamente sviluppato. L’abuso di
alcol nelle gestanti determina:
• diminuzione dello Zinco nel sangue che sarebbe potenzialmente teratogeno o
comunque fetotossico;
• l’ipossia focale cioè carenza di ossigeno nel feto può causare una vulnerabilità selettiva
di alcune regioni dell’encefalo quali l’ippocampo e la corteccia cerebrale;
• alterazioni della crescita e dello sviluppo fetale;
• basso peso alla nascita dovuto sia al ritardo di crescita intrauterino, sia alla maggiore
incidenza di parto pretermine che è verosimilmente dose-dipendente e correlato al
periodo di esposizione: l’esposizione durante il terzo trimestre comporta effetti più
severi sul peso alla nascita rispetto all’esposizione nella fase precoce della gravidanza
• sindrome alcol-fetale o FAS che include un insieme specifico di anomalie:
1. deficit della crescita pre- e/o postnatale:
- peso corporeo, lunghezza e circonferenza cranica inferiori al 10° centile corretto per età;
2. caratteristiche anomalie cranio-faciali (almeno due caratteristiche su tre)
- microcefalia;
- microftalmia e/o rima palpebrale breve;
- scarso sviluppo del filtro, labbro superiore sottile, appiattimento dell’area mascellare;
3. disfunzioni del sistema nervoso centrale:
- anomalie neurologiche (irritabilità nell’infanzia, iperattività nell’adolescenza);
- ritardo di sviluppo neurologico (ipotonia);
- alterazioni intellettive (ritardo mentale da lieve a moderato).
La FAS è il risultato della massiva esposizione prenatale all’etanolo che può avere
conseguenze mentali e comportamentali per tutta la vita ovvero:
4.alterazioni neurologiche e comportamentali: i neonati sono più agitati durante il sonno e
dormono meno rispetto agli altri bambini, e sono state spesso rilevate anomalie
elettroencefalografiche durante il sonno;
5. rallentamento nello sviluppo psicomotorio: si ha una riduzione del quoziente intellettivo,
corretto per le variabili ambientali. Iperattività, irrequietezza, e soprattutto la scarsa
capacità di attenzione e la difficoltà di apprendimento cui potrebbe incidere il deficit uditivo
generato dall’abuso di alcol causando possibili 4 alterazioni uditive con ritardata
maturazione del sistema uditivo, ipoacusia/sordità neurosensoriale, ipoacusia/sordità
intermittente di conduzione secondaria a otite media sierosa ricorrente, ipoacusia/sordità
centrale;
7. anormalità neurologiche anatomiche e biochimiche: idrocefalo, agenesia del corpo
calloso, alterata migrazione neuronale e delle cellule gliali di sostegno, anormale
distribuzione delle fibre nervose, riduzione del numero di cellule e di connessioni
dendritiche nell’ippocampo. Poiché l’ippocampo è coinvolto nelle capacità di
apprendimento e memoria e nel controllo inibitorio del comportamento, è verosimile che
queste alterazioni strutturali siano la base delle anomalie comportamentali osservate
nell’uomo e in altre specie animali.
Conclusioni
L’assunzione di alcol in gravidanza può comportare un danno feto-neonatale, la cui entità
sembra essere condizionata dalla quantità e modalità del consumo nonché da fattori
genetici, razziali e nutrizionali pertanto si consiglia alla gestante l’astensione dal consumo
di alcol o almeno una sua drastica riduzione. Una efficace strategia di prevenzione dei
problemi feto-neonatali alcol-correlati costituisce parte integrante di un programma più
ampio di prevenzione generale dell’abuso di alcol.
Alcol e fertilità
L’abuso cronico di alcol nella donna è associato a un vasto spettro di alterazioni del
sistema riproduttivo con la presenza di amenorrea, cicli anovulatori, deficit della fase
luteinica e iperprolattinemia persistente sia nelle donne etiliste che nelle cosiddette
bevitrici sociali. La ridotta fertilità nella donna alcolista appare correlata con la
soppressione della increzione gonadotropinica, con aumentati livelli di prolattina, con
riduzione degli estrogeni nella prima fase e del progesterone nella seconda e con
aumentata produzione di androgeni surrenalici. Anche l’assetto ormonale della gravidanza
risulta differente in gestanti alcoliste, con livelli di estrogeni e progesterone più bassi e più
alte concentrazioni di prolattina, specialmente tra la 16a e la 24a settimana.
Nei maschi alcolisti è spesso presente ipospermia e oligospermia ed è possibile inoltre
rilevare più elevati livelli di gonadotropine, mentre prolattina, estradiolo e testosterone
possono rimanere stabili; è peraltro verosimile che l’aumento della quota di testosterone
legato alla SHBG conduca a un deficit relativo di androgeni. L’abuso cronico di alcol può
quindi costituire un elemento di seria compromissione del potenziale riproduttivo della
coppia.
Effetti dell’alcol sul sistema nervoso centrale
L’alcol è una sostanza psicoattiva che agisce producendo modificazioni di tipo psicologico
(affettivo, cognitivo e comportamentale) e induce, come gli oppiacei, fenomeni neuroadattativi. Soprattutto, al pari dell’eroina, del metadone e della morfina, l’alcol agisce sulle
vie della gratificazione rappresentando quindi un notevole stimolo motivazionale al
consumo. L’alcol a dosi crescenti alterazioni comportamentali progressive, che vanno da
un effetto ansiolitico e disinibente ad uno sedativo-ipnotico, fino al coma e alla morte per
depressione dei centri respiratori e cardio-circolatori cerebrali. L’alcol esplica dapprima
un’azione eccitante che, con l’aumento della quantità assunta, si trasforma in depressiva
con elettività sulle funzione celebrali che regolano il meccanismo dei controlli inibitori
corticali. L’alcol incide poi in maniera più o meno evidente sugli organi di senso, restringe il
campo visivo, disturba la visione binoculare, diminuisce la capacità di valutare
correttamente i suoni, e soprattutto compromette la capacità di giudizio dissociando
l’oggettivo dal soggettivo. Quindi, ad una condizione reale di minor attenzione, precisione
e prontezza nei processi percettivi, corrisponde dall’altra parte un’erronea sensazione di
maggior affinamento dei sensi, condizione pertanto predisponente agli incidenti. La stessa
euforia determina effetti psicosomatici tali da inibire l’equilibrio psicomotorio e
l’autocontrollo; si associano ad essa anche disturbi motori causati dall’iniziale
accentuazione e al successivo indebolimento dei riflessi spinali, comportanti l’incertezza
nei movimenti, barcollamento, fino all’incoordinazione motoria dell’ubriachezza
conclamata.
SFATIAMO I LUOGHI COMUNI
• L’alcol aiuta la digestione. L’alcol rallenta la digestione e lo svuotamento dello
stomaco.
• Il vino fa buon sangue. Il consumo di alcol può essere responsabile di varie forme di
anemia e di aumento dei grassi presenti nel sangue.
• Le bevande alcoliche sono dissetanti. Disidratano e aumentano la sensazione di
sete.
• L’alcol da calore. Produce una momentanea e ingannevole sensazione di calore con
successivo raffreddamento del corpo e aumento del rischio di assideramento.
• L’alcol aiuta a riprendersi da uno shock. Provoca una dilatazione dei capillari e
pertanto diminuisce l’afflusso di sangue agli organi interni.
• L’alcol da forza. L‘alcol è un sedativo e produce soltanto una diminuzione del senso di
affaticamento e della percezione del dolore.
• L’alcol rende sicuri. L’alcol disinibisce, eccita e aumenta il senso di socializzazione
anche nelle persone più timide ma, superata l’euforia iniziale, agisce come un potente
depressivo.
• La birra “fa latte”. In realtà la donna non ha bisogno di birra per produrre latte, ma
soltanto di liquidi: acqua, succhi di frutta e cibi nutrienti.
• L’alcol è una sostanza che protegge. Anche se alcune evidenze mostrano che
minime quantità di alcol possono contribuire, nei soggetti adulti, a ridurre il rischio di
mortalità cardiovascolare, è bene ricordare che alle stesse quantità consumate (meno
di un bicchiere al giorno) corrisponde un aumento del rischio di cirrosi epatica, alcuni
tumori, patologie cerebrovascolari, incidenti sul lavoro, stradali e domestici.
• Gli effetti dell’alcol sono combattuti dall’assunzione di caffè. Il caffè contribuisce a
mantenere un ubriaco un po’ più sveglio ma non a smaltire l’alcol. Anche una doccia
fredda non influenza lo smaltimento dell’alcol.
• L’alcol aumenta la virilità. L’effetto dell’alcol sul sistema nervoso centrale determina
un calo dell’ormone LH che stimola ormoni maschili nell’uomo e femminili nella donna.
Dopo una singola dose di alcol, esiste già la possibilità di una riduzione dell’ormone
testosterone e quindi dell’erezione. Consigli
per i lavoratori
ALCOL E IDONEITA’ AL LAVORO
Norme sull’alcol
Legge 125/2001. Legge quadro in materia di alcol e di problemi correlati
La legge tratta del problema dell'alcol sotto vari aspetti quali prevenzione, cura,
reinserimento sociale degli alcoldipendenti, ma anche aspetti sociali e culturali quali la
pubblicità, sicurezza stradale, regolamentazione della vendita, e sicurezza sui luoghi di
lavoro. Il problema dell'alcol negli ambienti di lavoro viene trattato in particolare nell'articolo
15, che sancisce:
• divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche nelle
attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortunio sul lavoro ovvero per
la sicurezza, l’incolumità e la salute dei terzi (individuate nel Provvedimento
16.03.2006);
• controlli alcolimetrici che possono essere effettuati esclusivamente dal medico
competente o dal medico del lavoro ASL con funzioni di vigilanza;
• possibilità per i lavoratori alcol dipendenti, se assunti a tempo indeterminato, di
accedere ai programmi terapeutici e di riabilitazione con conservazione del posto di
lavoro come previsto per i tossicodipendenti dall'art.124 del DPR 309/1990.
Provvedimento 16.03.2006 (ai sensi dell'art. 15 della Legge n. 125/01)
Attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la
sicurezza, l’incolumità o la salute dei terzi. (Allegato I):
1) attività per le quali è richiesto un certificato di abilitazione per l'espletamento dei seguenti lavori
pericolosi:
a) impiego di gas tossici (art. 8 del regio decreto 9 gennaio 1927, e successive modificazioni);
b) conduzione di generatori di vapore (decreto ministeriale 1° marzo 1974);
c) attività di fochino (art. 27 del decreto del Presidente della Repubblica 9 marzo 1956, n. 302);
d) fabbricazione e uso di fuochi artificiali (art. 101 del regio decreto 6 maggio 1940, n. 635);
e) vendita di fitosanitari, (art. 23 del decreto del Presidente della Repubblica 23 aprile 2001, n.
290);
f) direzione tecnica e conduzione di impianti nucleari (decreto del Presidente della Repubblica 30
dicembre 1970, n. 1450, e successive modifiche);
g) manutenzione degli ascensori (decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162);
2) dirigenti e preposti al controllo dei processi produttivi e alla sorveglianza dei sistemi di sicurezza
negli impianti a rischio di incidenti rilevanti (art. 1 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334);
3) sovrintendenza ai lavori previsti dagli articoli 236 e 237 del decreto dei Presidente della
Repubblica 27 aprile 1955, n. 547;
4) mansioni sanitarie svolte in strutture pubbliche e private in qualità di: medico specialista in
anestesia e rianimazione;
medico specialista in chirurgia; medico ed infermiere di bordo; medico comunque preposto ad
attività diagnostiche e terapeutiche; infermiere; operatore socio-sanitario; ostetrica caposala e
ferrista;
5) vigilatrice di infanzia o infermiere pediatrico e puericultrice, addetto ai nidi materni e ai reparti
per neonati e immaturi; mansioni sociali e socio-sanitarie svolte in strutture pubbliche e private;
6) attività di insegnamento nelle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado;
7) mansioni comportanti l'obbligo della dotazione del porto d'armi, ivi comprese le attività di guardia
particolare e giurata;
8) mansioni inerenti le seguenti attività di trasporto:
a) addetti alla guida di veicoli stradali per i quali è richiesto il possesso della patente di guida
categoria B, C, D, E, e quelli per i quali è richiesto il certificato di abilitazione professionale per la
guida di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con conducente, ovvero il certificato di formazione
professionale per guida di veicoli che trasportano merci pericolose su strada;
b) personale addetto direttamente alla circolazione dei treni e alla sicurezza dell'esercizio
ferroviario;
c) personale ferroviario navigante sulle navi del gestore dell'infrastruttura ferroviaria con esclusione
del personale di carriera e di mensa;
d) personale navigante delle acque interne;
e) personale addetto alla circolazione e alla sicurezza delle ferrovie in concessione e in gestione
governativa,
metropolitane, tranvie e impianti assimilati, filovie, autolinee e impianti funicolari aerei e terrestri;
f) conducenti, conduttori, manovratori e addetti agli scambi di altri veicoli con binario, rotaie o di
apparecchi di
sollevamento, esclusi i manovratori di carri ponte con pulsantiera a terra e di monorotaie;
g) personale marittimo delle sezioni di coperta e macchina, nonché il personale marittimo e tecnico
delle piattaforme in mare, dei pontoni galleggianti, adibito ad attività off-shore e delle navi posatubi;
h) responsabili dei fari;
i) piloti d'aeromobile;
l) controllori di volo ed esperti di assistenza al volo;
m) personale certificato dal registro aeronautico italiano;
n) collaudatori di mezzi di navigazione marittima, terrestre ed aerea;
o) addetti ai pannelli di controllo del movimento nel settore dei trasporti;
p) addetti alla guida di' macchine di movimentazione terra e merci;
9) addetto e responsabile della produzione, confezionamento, detenzione, trasporto e vendita di
esplosivi;
10) lavoratori addetti ai comparti della edilizia e delle costruzioni e tutte le mansioni che prevedono
attività in quota, oltre i due metri di altezza;
11) capiforno e conduttori addetti ai forni di fusione;
12) tecnici di manutenzione degli impianti nucleari;
13) operatori e addetti a sostanze potenzialmente esplosive e infiammabili, settore idrocarburi;
14) tutte le mansioni che si svolgono in cave e miniere.
D.Lgs. 81/2008
Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
L’art. 41 stabilisce che le visite mediche effettuate dal medico dell’azienda
• preventive, anche preassuntive
• periodiche
• in occasione di cambio mansione
• dopo assenza superiore a 60 giorni per motivi di salute sono finalizzate anche alla
verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze
psicotrope e stupefacenti. Tali accertamenti possono essere effettuati nei casi ed alle
condizioni previsti dalle norme vigenti, o solo per le mansioni indicate negli Allegati.
• Il datore di lavoro (così come identificato dall'art. 2, lettera b, del D. Lgs. n. 81/08)
comunica al medico competente, per iscritto, i nominativi dei lavoratori da
sottoporre ad accertamenti in base alla lista delle attività lavorative previste
dall'allegato.
• Il Datore di lavoro dovrà inoltre proibire la somministrazione e l’assunzione di bevande
alcoliche, anche durante la pause-mensa, ai lavoratori in elenco.
• Il Datore di lavoro, che provvede al rimborso delle spese alimentari sostenute dei
lavoratori che prestano l’attività per conto dell’Azienda fuori sede, dovrà specificare che
non sono comprese quelle relative all’assunzione di bevande o alimenti contenenti alcol
in quanto vietate sia prima, sia durante la pausa pranzo e sia durante tutto il periodo del
turno di lavoro.
• Il medico competente esegue senza preavviso un controllo alcolimetrico ai lavoratori
rientranti nella lista comunicata dal datore di lavoro
• Il medico competente esprime il giudizio di non idoneità temporanea (30-90 giorni) alla
mansione ad elevato rischio, con spostamento verso mansioni alternative.
• Il lavoratore in caso di diagnosi positiva per problemi e patologie alcol correlate e
dipendenza, deve seguire un percorso di tipo riabilitativo presso il Servizio di Alcologia
o il Servizio per le Dipendenze della ASL.
• Il medico competente verificato l’inserimento del lavoratore all’interno del percorso
riabilitativo e acquisita la valutazione favorevole dello specialista alcologo sul
raggiungimento di uno stato di astinenza sufficientemente prolungato, riammette il
lavoratore alla mansione originaria esprimendo il giudizio di idoneità prevede un follow-
up del lavoratore attraverso una maggiore frequenza della periodicità della visita medica
prevista dal protocollo di sorveglianza sanitaria.
Invio al Servizio di Alcologia. Servizio per le Dipendenze delle ASL
• L’invio da parte del medico competente avviene in caso di: mantenimento del
comportamento a rischio/dannoso registrato negli incontri di follow-up previsti a seguito
dell’Intervento Breve
• sospetto di alcol dipendenza con esame obiettivo positivo per patologie alcol correlate e
alterazioni dei valori biochimici
Il medico competente richiede (D. Lgs. 81/08, art. 39, co. 5) una consulenza
specialistica alcologica al fine di ottenere una valutazione finalizzata ad una eventuale
diagnosi di problemi e patologie alcol correlate o di dipendenza e l’eventuale immediata
presa in carico, qualora ritenuto necessari.
“LEGGERE ATTENTAMENTE”
• Il medico competente esprime il giudizio di non idoneità temporanea (30-90
giorni) alla mansione ad elevato rischio, con spostamento verso mansioni
alternative
• Il lavoratore in caso di diagnosi positiva per problemi e patologie alcol correlate e
dipendenza, deve seguire un percorso di tipo riabilitativo presso il Servizio di Alcologia
o il Servizio per le Dipendenze della ASL.
• Il medico competente verificato l’inserimento del lavoratore all’interno del percorso
riabilitativo e acquisita la valutazione favorevole dello specialista alcologo sul
raggiungimento di uno stato di astinenza sufficientemente prolungato, riammette il
lavoratore alla mansione originaria esprimendo il giudizio di idoneità prevede un followup del lavoratore attraverso una maggiore frequenza della periodicità della visita medica
prevista dal protocollo di sorveglianza sanitaria.
• In caso di rifiuto del lavoratore di sottoporsi agli accertamenti mirati, non potrà
esprimere il giudizio di idoneità“per impossibilità materiale ad eseguire gli accertamenti
sanitari”se il lavoratore non si presenta agli accertamenti senza avere prodotto
documentata e valida giustificazione sarà sospeso in via cautelativa dalla mansione a
rischio e riconvocato entro dieci giorni se il lavoratore non si presenta all’accertamento
per giustificati e validi motivi, debitamente documentati, dovrà essere riconvocato entro
dieci giorni dalla data di cessazione dei motivi che hanno impedito la sua presenza agli
accertamenti in caso di rifiuto, il lavoratore sarà comunque sospeso dalla mansione per
“impossibilità materiale a svolgere gli accertamenti” e sarà adibito, ove possibile, a
lavorazioni non ad elevato rischio.
• Limite dell’alcolemia sul lavoro Poiché l’attività lavorativa sul piano neuro-psicomotorio non si discosta in maniera sostanziale da quella della guida, si ritiene che il
livello di alcolemia a cui debba essere fatto riferimento, per attivare l’iter diagnostico, sia
quello più restrittivo previsto dal Codice della strada attuale e futuro
Legge 120 del 2010. “Disposizioni in materia di sicurezza stradale” pubblicata sul
suppl. ordinario 171 G.U. 175 del 29 luglio 2010 (entrata in vigore il 13/08/2010)
L’art. 33 stabilisce il divieto di guida dopo aver assunto bevande alcoliche e sotto
l’influenza di queste per i conducenti che esercitano l’attività di trasporto di persone e di
cose; viene inoltre indicato un tasso alcolemico uguale a 0 (zero) per queste categorie di
lavoratori.
Consigli per i lavoratori
• Non assumere bevande alcoliche si prima che durante l’attività lavorativa.
• Gli effetti dell’alcol sono imprevedibili, pertanto i postumi di eccesso del bere potrebbero
verificarsi in occasione del lavoro.
• L’assunzione di alcol è tassativamente vietato quando si svolgono attività ad elevato
rischio per se e per gli altri.
• Non offrire da bere alcolici a chi sta per svolgere un lavoro, e comunque non esercitare
pressioni a bere nei confronti dei colleghi.
• Durante le pause di lavoro scegliere bevande analcoliche come ad es. succhi di frutta,
te etc..
• Se già un soggetto non beve, gli si raccomanda di non iniziare per aver sentito dire
della presenza di sostanze antiossidanti presenti nel vino rosso o sostanze capaci di
aumentare i livelli dell’HDL (resveratrolo) in quanto sono già presenti e in quantità più
rilevanti rispettivamente in frutta, ortaggi e pesce azzurro.
• Se per qualsiasi motivo qualsiasi lavoratore dovesse avere difficoltà a mantenere
l’astinenza prima o durante l’attività lavorativa informare il medico competente.