L’alimentazione come strumento di prevenzione e cura Dott. Roberto Mele Responsabile Organizzativo Gestionale Biologo Nutrizionista Ospedale San Raffaele Patologie e fattori di rischio Nel 1981, due scienziati inglesi, Richard Doll e Richard Peto, pubblicarono uno studio sulle cause del cancro che ha segnato una svolta nell’identificazione dei principali fattori di rischio: The causes of cancer: quantitative estimates of avoidable risks of cancer in the United States today. Secondo Doll e Peto, oltre un terzo dei tumori ha cause alimentari e quasi un altro terzo è causato dal fumo di sigaretta. Educazione alla salute e prevenzione Fin dall’infanzia: • Sfruttare la tendenza all’emulazione • Differenziare l’entità delle porzioni • Imparare a riconoscere il senso di sazietà • Limitare l’accesso al cibo • Non utilizzare impropriamente il cibo come premio, concessione o ricompensa Paradosso epidemiologico: Le strategie preventive che hanno una grande forza nel ridurre il rischio di patologia nell’intera popolazione hanno un piccolo beneficio sui singoli individui (Rose, 1984) Tumori Chi è in sovrappeso si ammala di più dei vari tipi di tumore, e chi si è ammalato, se in sovrappeso, ha più difficoltà a guarire; il grasso depositato nell’addome determina, con meccanismi complessi, livelli più alti, nel sangue, di glucosio, di insulina, di fattori di crescita, di fattori dell’infiammazione e, nelle donne, di ormoni sessuali. American Cancer Society Guidelines on nutrition and physical activity for cancer prevention: reducing the risk of cancer with healthy food choices and physical activity (2012) Gli acidi grassi saturi vs. insaturi Gli acidi grassi saturi della dieta innalzano la colesterolemia, quindi favoriscono l’aterosclerosi, una condizione vascolare che può dar luogo a complicazioni come angina pectoris, infarto del miocardio e ictus. Quelli più pericolosi sono il palmitico (C16:0, olio di palma), il miristico (C14:0, latte e latticini) Lo stearico (C18:0), invece, pur essendo saturo è poco aterogeno poiché l'organismo lo desatura rapidamente formando acido oleico. saturi vs. insaturi Gli acidi grassi saturi si trovano soprattutto in prodotti caseari, uova, carne e in alcuni oli vegetali (di cocco e di palma). Questi ultimi sono abbondantemente utilizzati dalle industrie alimentari, soprattutto nella preparazione di dolciumi e prodotti da forno. Gli acidi grassi saturi possono essere ottenuti artificialmente, attraverso procedimenti industriali basati sull'idrogenazione di oli vegetali (come avviene, ad esempio, nella produzione della margarina). Tali acidi grassi vengono chiamati trans, diversi nella forma da quelli cis presenti in natura, e sono nocivi per la salute, in quanto aumentano i livelli di colesterolo cattivo LDL e riducono quelli di colesterolo buono HDL. Burro vs Olio d’oliva Acido butirrico SATURO Acido oleico INSATURO Olio EVO L’olio extra vergine d’oliva è costituito per il 99% da lipidi, in prevalenza acido oleico, che conferisce all’olio proprietà chimico-fisiche di notevole interesse, tra cui spiccano l’elevato punto di fumo, il che lo rende ottimale per le fritture, e la stabilità ossidativa, utile per la sua conservazione. L’acido oleico è un acido grasso monoinsaturo, dalle proprietà nutrizionali benefiche, poiché favorisce la normale fluidità del sangue e riduce la quota di colesterolo legato a LDL (colesterolo ‘cattivo’). Acidi grassi essenziali (polinsaturi) Derivati dell’acido linoleico e linolenico Forme bioattive principalmente di origine animale Altre molecole che regolano i fenomeni infiammatori Serie Omega e acido oleico – benefici • Omega 6 riducono la colesterolemia (sia LDL sia HDL) ma ‘frenano’ l’effetto benefico degli Omega 3, quindi si consiglia l’assunzione in rapporto 4:1. • Omega 3 riducono i livelli plasmatici di trigliceridi, che rallentano la fibrinolisi (scioglimento dei trombi), quindi riducono il rischio di patologie cardiovascolari. Proteggono inoltre le membrane cellulari dai fenomeni ossidativi. • Omega 6 e Omega 3 mantengono la corretta fluidità della membrana cellulare e diversi studi correlano la loro assunzione alla prevenzione di alcuni tumori, ipertensione, diabete di tipo 2 e vari disordini immunitari e infiammatori. • Acido oleico (Olio EVO) riduce i livelli di colesterolo LDL. Fibra alimentare • Fibra solubile: tende a formare a livello dell’apparato digerente un gel che limita l’assorbimento di alcuni macronutrienti come carboidrati e grassi: riduce quindi il contributo calorico e l’indice glicemico dei pasti, da tenere sotto controllo soprattutto nei soggetti obesi e/o diabetici, e svolge un’azione protettiva riducendo i livelli di colesterolo nel sangue e diminuendo il rischio di malattie cardiovascolari. • Fibra insolubile: trattiene grandi quantità d’acqua, aumentando così il volume delle feci e favorendone il transito nel lume intestinale, contribuendo anch’essa ad una riduzione dell’assorbimento dei macronutrienti. • Entrambi i tipi di fibra favoriscono l’insorgenza del senso di sazietà e contengono la risposta insulinica, fattori che prevengono l’obesità. • È stato inoltre dimostrato che la fibra alimentare riduce il rischio di cancro a livello del colon retto, poiché la sua frazione insolubile, aumentando la velocità di transito, riduce la concentrazione di sostanze potenzialmente citotossiche e il tempo di contatto con la mucosa intestinale, mentre la frazione solubile, riducendo il pH intestinale, inibisce l'attività di microorganismi potenzialmente dannosi e favorisce la presenza di quelli benefici, diminuendo la concentrazione nell’intestino di molecole citotossiche, derivate dalla digestione delle proteine. Pectina (fibra solubile) Zuccheri semplici vs zuccheri complessi Formazione dei radicali liberi I radicali liberi I radicali liberi sono molecole estremamente reattive e dalla vita breve con la capacità di ‘aggredire’ altre molecole perché ‘affamate’ di elettroni: il risultato è l’ossidazione della molecola bersaglio, che viene quindi alterata. I radicali liberi possono danneggiare: le membrane cellulari, le proteine dell’organismo o il DNA. Un danno al DNA può tradursi in un tumore. Una molecola antiossidante si ‘sacrifica’ al cospetto di un radicale libero, preservando quindi i componenti dell’organismo. Gli antiossidanti Licopene: potente antiossidante Gli alimenti come cura Una volta ammalati è possibile curarsi con gli alimenti? A tutt’oggi non esistono linee guida ufficiali che definiscono l’utilizzo degli alimenti come veri e propri strumenti terapeutici. Tuttavia, un’alimentazione corretta, ricca di antiossidanti, vitamine, acidi grassi essenziali (nutraceutici) è essenziale per: - Prevenire alcune patologie (es. tumori, malattie - - cardiovascolari) Miglior risposta ai farmaci (es. chemioterapici) Miglioramento dello stato di benessere (es. performance sportiva) Integrazione di terapie tradizionali (es. fibra alimentare nel diabete) Ritardare il processo di invecchiamento Aumentare l’aspettativa di vita Il futuro In un futuro non troppo lontano potrebbero affermarsi due discipline: nutrigenetica: lo studio dei profili genetici individuali per individuare le peculiari caratteristiche metaboliche di ognuno e la suscettibilità ad ammalarsi di specifiche malattie. Ad oggi nessun test è validato scientificamente! nutrigenomica: scienza che studia l’interazione tra geni e alimentazione, così da indurre modificazioni del DNA attraverso il cibo e prevenire/curare patologie come i tumori.