SCHEDA DI PROGETTO Page 1 of 2 Considerazioni generali Le previsioni dell’evoluzione del clima e delle sue anomalie (deviazioni dal valore medio climatico) sulla scala dei tempi stagionali (1-3 mesi) rappresentano da qualche tempo una novità, essendo l’ultima e più recente frontiera della ricerca della meteorologia moderna, un tema ancora aperto e di grande interesse scientifico e pratico, soprattutto per quanto riguarda alcune regioni, tra le quali la regione EuroMediterranea. vi è il Sud Europa e più specificamente il Mediterraneo. Il clima della regione Mediterranea, compresa tra il Nord Africa e l’Europa continentale, risente fortemente degli “stress climatici” derivanti dalla tendenza alla desertificazione con estati sempre più calde e secche e del processo di estremizzazione caratterizzato da precipitazioni meno frequenti ma generalmente più intense. Le previsioni meteorologiche stagionali, con le quali il mondo scientifico si sta misurando, aprono nuove importanti implicazioni, soprattutto nel campo dell’agricoltura, settore la cui produttività è fortemente legata alle condizioni climatiche. In particolare, la disponibilità di previsioni climatiche che si spingano oltre i 7-10 giorni fino ad includere intere stagioni, 1-3 mesi, aprirebbe per il mondo agricolo la possibilità di fare scelte importanti in termini di pianificazione e gestione, con conseguenze sull’economia del settore non trascurabili. Una previsione delle anomalie, per esempio di estati precoci e particolarmente calde, oppure di inverni particolarmente freddi o molto piovosi, può portare sia ad un’ottimizzazione dello sfruttamento delle risorse idriche con notevoli risparmi in termini economici, che ad una riduzione degli impatti ambientali. Quindi il possibile uso di previsioni meteorologiche con alcuni mesi di anticipo potrebbe favorire un aumento dei profitti legati ad attività agricole, sia per i produttori che per gli operatori di mercato. La qualità delle previsioni meteorologiche stagionali è fortemente legata alle caratteristiche del clima di ciascuna regione e ai fenomeni specifici di circolazione atmosferica a larga scala che caratterizzano la regione stessa direttamente o indirettamente per via delle teleconnessioni con fenomeni remoti quali i monsoni Africano e Indiano, El Nino e le anomalie termiche del mare (SSTA). Se in alcune regioni, per esempio il Nord America, le previsioni stagionali hanno raggiunto un grado sufficientemente elevato di attendibilità, in molte altre regioni, compresa l’Europa e la regione Meiterranea, sono ancora carenti e comunque in una fase di sperimentazione. Le difficoltà delle previsioni stagionali per il Mediterraneo sono di duplice natura: una, intrinseca, dovuta al fatto che il segnale climatico in questa regione è caratterizzato da una notevole variabilità, l’altra, metodologica, dovuta al fatto che, a tutt’oggi, la rappresentazione delle interazioni non-lineari nei modelli numerici solitamente utilizzati è ancora piuttosto primitiva. La variabilità climatica del Mediterraneo dipende dalla sua posizione e dimensione. Le sue dimensioni sono caratterizzate da una grande estensione in longitudine (tre volte quella in latitudine), per questo il clima varia fortemente in senso longitudinale con una diminuzione di precipitazione ed un aumento della temperatura da ovest verso est, con un’anomalia nel bacino del Mediterraneo Centrale (Italia e sue isole maggiori) dove vi è un aumento locale della precipitazione indotto dalla presenza dei rilievi montani, Alpi ed Appennini. Inoltre, il Mediterraneo si trova nella parte più meridionale della regione delle medie latitudini caratterizzata da correnti atmosferiche occidentali, quindi esso è soggetto a frequenti intrusioni di masse d’aria di origine Atlantica, interrotte, per lo più in estate, dalle propaggini dell’anticlone delle Azzorre. La parte centrale del Mediterraneo separa due sistemi climatici con caratteristiche differenti e la penisola Italiana con le sue isole si trova prevalentemente sotto l’influenza del clima del Mediterraneo Occidentale, ma a volte anche sotto l’influenza del clima del Mediterraneo Orientale. file://C:\Documents and Settings\Administrator\Desktop\progetto.html 16/11/2009 SCHEDA DI PROGETTO Page 2 of 2 Durante la stagione calda, il Mediterraneo è influenzato dal clima del Nord Africa, specificamente quando il monsone dell’Africa Occidentale raggiunge la sua maturità e l’anticiclone Nord Africano, o “Libico”, si estende sul Mediterraneo Centro-Occidentale bloccando le correnti fresche ed umide di origine Atlantica. Il margine settentrionale dell’anticiclone Libico, demarcato dalla posizione della corrente a getto Mediterranea, segna l’estensione dell’area interessata a questa anomalia termica cui si associano solitamente periodi siccitosi. Il bacino orientale del Mediterraneo risente poi fortemente della presenza del continente Asiatico, con possibili intrusioni di aria fredda Siberiana d’inverno (vento di Bora su Trieste e le Venezie), e anomalie di alta pressione durante la stagione calda indotte dal monsone Indiano sul versante Adriatico della penisola Italiana. Durante la stagione fredda, le perturbazioni che portano le precipitazioni in Mediterraneo sono di origine Atlantica. Queste perturbazioni viaggiano lungo l’onda planetaria stazionaria che esce dal continente Nord Americano. La posizione di quest’onda è, in media, determinata dalla posizione della corrente del Golfo e dalle anomalie termiche dell’oceano Atlantico. A Nord una corrente a getto molto intensa separa l’aria umida Atlantica da quella polare più fredda e più secca. A Sud un’altra corrente a getto, ai margini dell’anticiclone delle Azzorre, separa l’aria tropicale da quella delle medie latitudini. I cicloni extratropicali, con le instabilità barocline (storm track) viaggiano a cavallo delle correnti atmosferiche occidentali, che, durante la stagione fredda, portano la pioggia prevalentemente verso il Nord Europa. Tuttavia, nel periodo autunnale, la traiettoria delle perturbazioni scende di latitudine verso il Mediterraneo Occidentale e Centrale, per spostarsi verso Est in inverno. Attualmente i sistemi di previsioni stagionali utilizzati in diversi centri internazionali sono da considerarsi ancora in via sperimentale e quindi più come "esperimenti scientifici" in una fase di "collaudo" e oggetto di ricerca scientifica piuttosto che come un servizio operativo come invece sono le previsioni meteorologiche da 1 a 5-7 giorni e diverse sono inoltre le metodologie adottate allo scopo. In questo Progetto si studieranno i meccanismi fisici principali della variabilità climatica del bacino del Mediterraneo al fine di individuare e caratterizzare opportuni indici predittori della specifica variabilità stagionale sul Mediterraneo Centrale. Tali studi sono complementari e propedeutici per mettere a punto: • nuove tecniche di previsione meteorologica a lungo termine (1-3 mesi) di supporto della pianificazione agricola; • un servizio pre-operativo di previsione stagionali sull’area italiana da affiancare a quello a breve termine (fino a 6 giorni) già in uso presso il CRA-CMA (ex UCEA) (www.ucea.it) e disponibile, tra l’altro, anche sul sito www.politicheagricole.it. Nel suo complesso, il progetto TEMPIO si articola secondo tre principali linee di ricerca: a) raccolta ed analisi dati a scala Euro-Mediterranea e Nazionale; b) definizione ed elaborazione della modellistica teorica; c) sviluppo del sistema previsionale. Lo studio quindi segue un percorso logico preciso che vede in primo luogo una analisi climatica a scala regionale (Euro-Mediterranea) per quanto riguarda le trasformazioni climatiche correnti, seguito nella seconda fase dalla individuazione dei predittori climatici, per realizzare, in una terza fase, un sistema pre-operativo di previsioni meteorologiche, da 1 a 3 mesi, delle anomalie di temperatura e di precipitazione. file://C:\Documents and Settings\Administrator\Desktop\progetto.html 16/11/2009