Le dipendenze

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LA DIPENDENZA
Quando si parla di dipendenza, l’immagine che ci viene subito in mente è quella di
un giovane che non può fare a meno della sua dose di stupefacente. In realtà il
concetto di dipendenza è molto più ampio e complesso.
Occorre innanzitutto considerare che siamo dipendenti da qualsiasi comportamento
di cui non riusciamo a privarci nonostante la nostra volontà, e questo può avvenire a
qualsiasi età, anche se nell’età giovanile siamo più disponibili a provare esperienze
rischiose che non nell’età più matura.
La dipendenza può avere dunque come oggetto l’assunzione di droghe, ma anche
l’abuso di sostanze come alcool, nicotina, cibo o anche caffè e possiamo accorgerci
di esserne dipendenti quando non riusciamo più a farne a meno.
Per dipendenza si intende, quindi una alterazione del comportamento che da
semplice o comune abitudine diventa una ricerca esagerata del piacere attraverso
mezzi o sostanze o comportamenti che sfociano nella condizione patologica.
L'individuo dipendente tende a perdere la capacità di un controllo sull'abitudine.
1. Dal punto di vista degli effetti è utile suddividere la dipendenza in: dipendenza
fisica
(alterato
stato
biologico)
prodotta
essenzialmente
dai
condizionamenti neurobiologici, è superabile con relativa facilità;
2. dipendenza psichica (alterato stato psichico e comportamentale) difficile
punto
nodale
della tossicodipendenza,
richiede
invece
interventi terapeutici lenti, complessi e ad ampio raggio, coinvolgendo spesso i
familiari che stanno attorno alla persona dipendente.
Le forme più gravi comportano dipendenza fisica e psichica con compulsività, cioè,
ad esempio, con bisogno di assunzione ripetuta della droga da cui si dipende per
risperimentarne l'effetto psichico ed evitare
la sindrome di astinenza.
Dal punto di vista delle cause si può dipendere
patologicamente da cibo (bulimia, dipendenza da
zuccheri, coca cola, binge eater disorder, coloro
che cercano il trattamento di perdita di peso),
da sostanze stupefacenti (tossicodipendenza),
in
cui
rientrano
l'alcolismo e
il fumo,
da sesso (dipendenza
sessuale, masturbazione
compulsiva),
da lavoro (work-a-holic),
da
comportamenti come il gioco (gioco d'azzardo
patologico), lo shopping (shopping compulsivo),
la televisione, internet (internet
dipendenza),
i videogame, telefonini. (Queste ultime sono il
risultato delle nuove tecnologie)
Rientrano nelle dipendenze patogene anche quelle da luoghi e culture (sindrome da
sradicamento) ed anche da rapporti umani (codipendenza). La dipendenza
da sigaretta rientra invece tra le dipendenze "oggettuali", dove il rapporto con
l'oggetto risponde ad un bisogno relazionale di tipo proiettivo.
EFFETTI
Una proprietà comune a tutte le sostanze di abuso ( che può verificarsi fin dalla prima
somministrazione) è la capacità di provocare effetti gratificanti nell’uomo. Infatti tutte
queste sostanze, dall’alcool all’eroina,dalla cocaina all’anfetamina, dai barbiturici alla
nicotina, sono in grado, attraverso meccanismi diversi, di provocare sensazioni
piacevoli o di ridurre quelle spiacevoli, di alleviare la tensione e l’ansia, di migliorare
l’interazione sociale e il tono dell’umore.
1
La sostanza psicoattiva più usata nel mondo è la caffeina. Il suo consumo giornaliero
può essere anche cospicuo e la tazzina di caffè non è la sola fonte, visto che la
caffeina è contenuta nella coca-cola, nella cioccolata e in numerose preparazioni
analgesiche in commercio. È stato dimostrato che anche la caffeina prova dipendenza
fisica con una sindrome di astinenza caratterizzata da cefalea, malessere e deficit
attentivo.
La dipendenza è causa di numerose malattie, la più conosciuta e per la quale in tutto il
mondo cresce la preoccupazione per il rapporto dell’uso di droghe in endovena e la
sua trasmissione è l’A.I.D.S. ma molto più significativa, ma anche se meno
conosciuta, è la relazione fra sostanze di abuso ( droghe, alcool e tabacco) con
altre malattie infettive molto più diffuse, quali l’epatite e la tubercolosi, e le
malattie cardiovascolari, polmonari, i disturbi neuropsichiatrici, le gravidanze
non volute, la violenza, il suicidio.
Come si riconosce la dipendenza
La diagnosi delle varie dipendenze si basa universalmente sui criteri indicati
nel Manuale internazionale di statistica e diagnostica dei disturbi mentali
(DSM), strumento di diagnosi che applica la relativa stabilità dell'analisi
descrittiva dei sintomi di patologie mentali in un periodo minimo di osservazione.
Secondo il DSM, le caratteristiche della dipendenza sono
1. tolleranza, come definita da ciascuno dei seguenti:
2.
3.
4.
5.
6.
7.
 il bisogno di dosi notevolmente più elevate della sostanza per
raggiungere l’intossicazione o l’effetto desiderato;
 un effetto notevolmente diminuito con l’uso continuativo della stessa
quantità della sostanza;
astinenza, come manifestata da ciascuna dei seguenti:
 la caratteristica sindrome di astinenza per la sostanza (riferirsi ai Criteri A
e B dei set di criteri per Astinenza dalle sostanze specifiche);
 la stessa sostanza (o una strettamente correlata) è assunta per
attenuare o evitare i sintomi di astinenza;
la sostanza è spesso assunta in quantità maggiori o per periodi più prolungati
rispetto a quanto previsto dal soggetto;
desiderio persistente o tentativi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso della
sostanza;
una grande quantità di tempo viene spesa nel procurarsi la sostanza (per
esempio, recandosi in visita da più medici o guidando per lunghe distanze), ad
assumerla (per esempio, fumando “in catena”), o a riprendersi dai suoi effetti;
interruzione o riduzione di importanti attività sociali, lavorative e ricreative a
causa dell’uso della sostanza;
uso continuativo della sostanza nonostante la consapevolezza di avere un
problema persistente o ricorrente, di natura fisica o psicologica, verosimilmente
causato o esacerbato dalla sostanza (per esempio, il soggetto continua ad
usare cocaina malgrado il riconoscimento di una depressione indotta da
cocaina, oppure continua a bere malgrado il riconoscimento del peggioramento
di un’ulcera causato dell’assunzione di alcol) »
Le terapie di disintossicazione
L'approccio terapeutico più recente contro le dipendenze risulta
multidisciplinare, con intervento mirato sia in ambito biologico che psicologico.
quello
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In ambito biologico lo scopo precipuo è il raggiungimento dell'astinenza (utilizzato
soprattutto nelle dipendenze da sostanze, come alcol e droghe). Possono essere
impiegati farmaci di tipo ansiolitico e terapie farmacologiche.
In ambito psicologico, di norma affrontato con psicoterapia individuale o di gruppo,
invece ci si prefigge l'obiettivo di spingere il soggetto a superare
l'ossessiva percezione del bisogno della sostanza o comportamento da cui è
dipendente.
Esistono inoltre molte associazioni che utilizzano il programma di recupero del
gruppo di "auto aiuto" come terapia contro svariate forme di dipendenza:





da sostanze, come Alcolismo, Tossicodipendenza sia da
droghe leggere che pesanti come Cocaina, Eroina, Metanfetamina e altre;
alimentari come Bulimia e altri disturbi alimentari;
affettive come la codipendenza;
comportamentali come il gioco d'azzardo compulsivo;
sessuali come Masturbazione compulsiva, pornodipendenza o cyber-sex
addiction.
DIPENDENZE DA DROGHE ALCOOL
TABACCO
TOSSICODIPENDENZA
L’uso di droghe è una delle
cause fondamentali:
 del
deterioramento
delle capacità sociali e
del rendimento sul
lavoro,
 di un certo numero di
incidenti stradali e
domestici
 ed è un fattore di
disgregamento delle
famiglie.
L’età
della
pubertà
e
dell’adolescenza
rappresentano le fasi più a
rischio per l’esperienza con
le droghe. La personalità
non è ancora formata è l’Io
deve affrontare vari problemi: il risveglio dell’interesse sessuale, le trasformazioni
corporee, la necessità di trovare una nuova immagine di sé rispetto a quella infantile
inadeguata, il confronto con il mondo degli adulti, in particolare con la famiglia.
L’Organizzazione Mondiale della Salute ha definito la tossicodipendenza come “
uno stato di intossicazione periodico o cronico generato dal consumo ripetuto di
una droga ( naturale o sintetica )”. Le caratteristiche della tossicodipendenza sono
sostanzialmente identificabili con i criteri delle dipendenze su indicati:
Il desiderio invincibile o il bisogno di continuare a consumare la droga o di
procurarsela con ogni mezzo; la tendenza ad aumentare le dosi; il desiderio
persistente o tentativi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso della sostanza; gli effetti
nocivi per l’individuo e la società come interruzione o riduzione di importanti attività
sociali, lavorative e ricreative a causa dell’uso della sostanza;
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l’uso continuativo della sostanza nonostante la consapevolezza di avere un problema
persistente o ricorrente, di natura fisica o psicologica, verosimilmente causato o
esacerbato dalla sostanza (per esempio, il soggetto continua ad usare cocaina
malgrado il riconoscimento di una depressione indotta da cocaina; la tolleranza
legata essenzialmente ad un cambiamento metabolico che si verifica nell’organismo
con l’uso continuo della droga e che fa si che questo smaltisca più velocemente la
sostanza. Per ottenere gli stessi effetti, il tossicodipendente deve quindi aumentare
progressivamente la dose; la dipendenza psichica è comune a tutte le droghe, e
rimane anche dopo la disintossicazione, mentre solo alcune producono una
dipendenza fisica che dà origine a una sindrome di astinenza di tipo opposto
all’effetto della droga, in seguito all’improvvisa sospensione;
La sindrome da astinenza da oppiacei(eroina, morfina e metadone), ad esempio,
inizia circa 8 ore dopo l’ultima assunzione con sudorazione e lacrimazione,
sopraggiungono poi tremori, brividi, dolori muscolari, lombari e addominali, insonnia e
ansia. Questi sintomi raggiungono il massimo di intensità tra le 42 e le 72 ore
dall’ultima assunzione e determinano la necessità di procurarsi la droga con ogni
mezzo.
La causa di tutto è da attribuirsi all’inibizione delle ENDORFINE causata dall’uso della
droga.
Nel 1975 alcuni studiosi isolarono dal cervello alcune sostanze chiamate endorfine
termine (abbreviazione di endomorfine o morfine interne). Esse sono molecole
chimicamente simili alla morfina, capaci di attutire il dolore e di sollevare l’umore e
vengono prodotte autonomamente dal nostro organismo, svolgono la loro azione
calmante, e subito dopo vengono demolite. Il nostro cervello possiede cioè vere e
proprie droghe naturali capaci di farci sentire bene, felici, pieni di energia con
desiderio e voglia di vivere, bisogna solo stimolarli attraverso una vita fisica, mentale
e sociale attiva e soddisfacente.
La morfina chimica invece non viene demolita
e si accumula nell’organismo
sostituendosi alle endorfine fino ad indurre tolleranza nei morfinomani. Inoltre
l’euforia artificiale prodotta dalle droghe inibisce i processi naturali a tal punto che il
meccanismo di produzione si inceppa e l’organismo non è più capace di raggiungere
quello stato di benessere e di felicità di cui abbiamo parlato prima in assenza della
droga. Da qui lo stato di astinenza e la conseguente dipendenza.
I consumatori di droghe si dividono in 3 tipi:
1. Il consumatore occasionale, cioè colui che ha fatto solo uso di droghe e ne
ripete l’esperienza solo occasionalmente;
2. il consumatore abituale, che ha già sviluppato una dipendenza psichica ma
riesce ancora ad integrarsi nella società e a mantenere i suoi interessi;
3. il tossicodipendente vero e proprio, che vive in funzione della droga e che
impiega la maggior parte del suo tempo a cercare di procurarsi la droga e ad
assumerla.
Le droghe possono essere classificate in :
1. sedative: barbiturici, oppio, morfina, metadone, eroina (usate anche in campo
medico per anestetizzare o come terapia contro il dolore)
2. inebrianti: alcool ed etere
3. allucinogene: hashish, marijuana, cannabis, mescalina, LSD;
4. eccitanti: caffeina, nicotina, cocaina, anfetamine, crak, ecstasy
In definitiva i primi due gruppi di sostanze
l’innalzano.
deprimono il tono psichico e le altre due
Gli effetti delle sostanze psicodeprimenti
sono principalmente: la riduzione
delle percezioni esterne, l’anestesia emotiva, un sonno profondo e gradevole.
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Le droghe che innalzano vengono ricercate per la loro capacità di indurre
instancabilità psicofisica, sensazione di rinforzo della volontà, elevazione
del tono dell’umore, miglioramento della
performance sessuale,
sensazione di onnipotenza ed immortalità, sensazione di benessere
psicofisico, euforia, aumento dell’agilità e della forza fisica.
Gli effetti negativi consistono, nel caso delle sostanze psicodeprimenti, in una
sedazione
eccessiva
mentre,
nelle
altre,
nell’instaurazione
di
un
comportamento violento e aggressivo.
In tutti i casi si realizza una riduzione della percezione dei rischi, con conseguenti
gravi incidenti, ma soprattutto l’impossibilità di compiere le normali attività
quotidiane senza l’aiuto della droga che, inoltre, rende l’organismo più
sensibile alle infezioni anche per un’alterazione dello stato immunitario.
La sindrome da overdose che si verifica più frequentemente è quella da eroina, ma
quasi tutte le altre sostanze possono determinare lo stesso quadro anche con esito
mortale.
La dipendenza e la tolleranza si instaurano rapidamente (in due tre giorni in caso degli
oppioidi), con insorgenza della sindrome astinenziale.
Chi fa uso di droghe via endovena, data la promiscuità in cui tali manovre vengono
effettuate rischiano di contrarre epatiti B, C e Delta, e l’A.I.D.S.
Per calmare i sintomi di astinenza si ricorre inoltre all’uso di alcool e psicofarmaci. Si
crea quindi, spesso, un quadro di politossicodipendenza, cioè dipendenza da più
sostanze.
Una droga d’importazione relativamente recente è il CRACK, una pasta a base di
cocaina che viene fumata e che viene assorbita più velocemente e maggiormente
rispetto alla cocaina sniffata. Questa droga causa polmoniti, danni epatici e
cardiaci, ma soprattutto un rapido e inarrestabile deterioramento celebrale in
cambio di una sensazione intensa di euforia che dura pochi minuti.
PILLOLE E DROGHE DA DISCOTECA è uguale
a DROGA
Negli ultimi anni si è poi diffusa la moda delle
così dette pillole di ecstasy MDMA, nell’errata
convinzione che non siano una droga e che il loro
uso saltuario, in genere limitato al sabato sera in
discoteca, non produca effetti dannosi ma solo
uno stato temporaneo di eccitazione. Questa
sostanza è caratterizzata dalla capacità di indurre
un aumento della resistenza fisica, aumenta la
fiducia in sé stessi e quindi aumenta
l’autostima, la performance sessuale e riduce
l’ansia.
In realtà, l’ecstasy e
i suoi derivati non
sono altro che un
particolare tipo di
anfetamina e i suoi consumatori sperimentano, dopo lo
stadio iniziale già descritto, un quadro praticamente
contrapposto, con stato di ansia, attacchi di panico,
depressione, aumento del ritmo cardiaco ed il
caratteristico bruxsismo, cioè un digrignamento dei
denti che può causare la frattura; inoltre può portare a
morte non solo per effetti diretti, ma anche perché
determina perdita della capacità di valutare le situazioni
di pericolo. L’ecstasy e le altre pillole da discoteca hanno
una parte importante di responsabilità nelle famigerate
stragi del sabato sera.
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È stato dimostrato che nel caso di assunzioni di un numero di compresse superiore
ad 8 in un'unica occasione o associate ad altre sostanze psicotrope come l’alcool e la
marijuana c’è la possibilità di morte o di instaurazione di una forma di delirio con
allucinazioni visive, uditive e olfattive a carattere persecutorio. Nel caso di un
assunzione di un numero superiore a 40 circa l’anno c’è il rischio dell’instaurarsi di
un deterioramento celebrale con incapacità di provare sensazioni piacevoli e
di danni empatici.
Il mercato offre inoltre ai frequentatori delle discoteche molte altre pillole dai nomi
allettanti (fantasy, passion, california sunset) che contengono i più improbabili
miscugli di sostanze chimiche e non: dall’LSD alla polvere di mattone, dalle
anfetamine al gesso, alla caffeina.
ABUSO DI ALCOOL
Insieme all’aumento del consumo di sostanze
illegali, risulta evidente anche un incremento
del consumo di sostanze legali che
producono in egual misura dipendenza fisica
e psichica ed un numero di morti superiore a
quello causato dall’uso di sostanze illegali.
Ogni anno in Italia muoiono circa 30 mila
persone per patologie legate al consumo di
alcool e per incidenti stradali, domestici, ed
infortuni sul lavoro connessi al suo abuso.
Dati recenti evidenziano come in Italia i
ragazzi cominciano a bere alcolici tra i 10 e i
15 anni, il 65% si è già ubriacato una o più
volte e più del 70% è stato male per aver
bevuto troppo.
L’alcool etilico è presente in molte bevande in percentuali variabili: birra 4-6%, vino
10-12%, amari20-30%, cognac-grappa 40-50%. Questo significa che su 100g di
bevanda l’alcool è presente in quantità che vanno dai 0,4 ai 0,6g fino a più di 50g.
È difficile determinare la quantità di alcool che si può consumare senza grandi
problemi dato che la reazione è strettamente individuale. Certo è che la donna ne
tollera quasi 1/3 in meno rispetto all’uomo in quanto il sesso femminile produce una
quantità più scarsa di alcool-deidrogenasi, l’enzima capace di metabolizzare l’alcool,
e che fino ai 17-18 anni il fegato non è in grado di smaltirlo.
L’alcool è erroneamente ritenuto uno stimolante solo perché al suo abuso si associano
comportamenti aggressivi dovuti all’azione deprimente che esso esercita sui centri
inibitori del cervello.
L’abuso di alcool determina conseguenze sia a livello fisico che psichico poiché
danneggia le cellule direttamente attraverso l’acetaldeide, un suo prodotto di
degradazione; inoltre ha un elevato apporto di calorie per cui l’alcoolista tende a
mangiare poco con conseguente instaurazione di carenze alimentari, soprattutto di
vitamine.
I danni fisici dell’abuso di alcol consistono in: lesioni epatiche di vario grado,
danni a livello di esofago, stomaco e duodeno, pancreatici talora mortali,
alterazioni della funzione sessuale, del muscolo scheletrico e del cuore,
alterazioni ematologiche.
I danni psichici legati all’azione sul sistema nervoso centrale e periferico,
comprendono quelli che si osservano nell’intossicazione che si realizza anche con
40-50 gr di alcol o con dosi minori in soggetti non abituati e sono:abbassamento
della sensibilità e della percezione del dolore, sonnolenza, inibisce la parola e le
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attività motorie agendo sulla vista e sull’equilibrio, può modificare le attività
cerebrali fino alla perdita di coscienza.
L’ingestione cronica di eccessive quantità di alcol provoca, invece, difficoltà di
concentrazione, perdita di memoria, disturbi del sonno, disturbi neourologici e
mentali.
L’alcol determina anche una sindrome di astinenza che, nella forma più grave,
configura il quadro del delirium tremens, così chiamato per il caratteristico tremore
delle mani.
IL FUMO e IL TABAGISMO
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
ha calcolato che nel mondo intero si fumano
ogni giorno più di 15 miliardi di sigarette e i
fumatori oggi assommano a 1,2 miliardi di
persone, pari a più di un terzo della
popolazione mondiale di età superiore ai 15
anni.
Anche l’abitudine al fumo di tabacco, ossia
l'atto di bruciare le foglie secche della pianta
del tabacco e inalare il fumo derivato per
piacere,
è
una
vera
e
propria
tossicodipendenza dalla quale risulta difficile
liberarsi una volta instaurata; probabilmente il
tabacco è la droga più usata in assoluto nel
mondo. Il fumo anche di poche sigarette al
giorno causa dipendenza e il fumatore
manifesta i comportamenti tipici di una
sindrome di astinenza:
umore depresso o disforico
(disforia: Disturbo dell’umore affine agli
stati di depressione e di irritazione, nel quale ha una
particolare importanza l’orientamento verso tonalità
spiacevoli; può essere associata ad ansia, a forte
irritabilità e a comportamento impulsivo)
insonnia
irritabilità, frustrazione o rabbia
stato ansioso
difficoltà di concentrazione
irrequietezza
bradicardia
aumento di appetito o peso

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





Tra le manifestazioni, quelle depressive si presentano
più frequentemente nel sesso femminile, mentre
l'irritabilità e l'aumento dell'appetito sono tipici delle
ragazze; i maschi adolescenti riportano un'incidenza
minore di aumento dell'appetito, ma maggiore di
insonnia.
Oggi, nonostante la diffusa consapevolezza che il fumo sia dannoso alla salute, si
assiste a un incremento del numero di fumatori e a un progressivo abbassamento
dell’età in cui gli adolescenti iniziano a fumare.
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Dalla combustione del tabacco si
liberano sostanze con azione lesiva e
tossica: le più importanti sono il
catrame, la nicotina e l’ossido di
carbonio.
La nicotina è un veleno molto potente, pensate che se si iniettasse per via
endovenosa il contenuto di 50 sigarette, cioè 60mg, si ucciderebbe un uomo.
Fumando penetra nell’organismo ed è in gran parte neutralizzata dal fegato, per
cui la sua tossicità risulta ridotta. E’ il componente psico-attivo della sigaretta e può
avere effetto stimolante o sedativo a seconda di come si fuma. Essa è uno
stimolante temporaneo perché viene assorbita dai polmoni, entra nel sangue
e, in meno di
10 secondi, aggredendo il sistema nervoso centrale e
l’apparato circolatorio, arriva al cervello scatenando una reazione che libera
l’adrenalina nel sangue, incrementa il battito cardiaco e fa aumentare la pressione
arteriosa. Esercita inoltre un’azione irritante sulle mucose dell’apparato respiratorio,
provocando bronchiti e , in alcuni casi , tumori della laringe. È sempre la nicotina
che stimola il desiderio di continuare a fumare.
Il catrame insieme ai suoi derivati, è il principale
agente cancerogeno presente nel fumo. La sua
azione si esercita soprattutto sulle
cellule dei
polmoni. Ma il rischio di insorgenza di tumore
riguarda anche, faringe, corde vocali esofago e
vescica.
l’ossido di carbonio è un gas più importanti e
dannoso
che penetrato nei polmoni, si
lega
all’emoglobina del sangue e ostacola il trasporto
dell’ossigeno verso i tessuti, provocando astenia
(riduzione della forza muscolare al punto che i movimenti, anche se effettivamente
possibili, sono eseguiti con lentezza e con poca energia. Può non essere associato ad
alcun dolore. Il soggetto si sente spossato e privo di forze senza necessità di
una patologia specifica) e mal di testa. E’ il prodotto che viene “respirato” anche dai
non fumatori che si trovano in un ambiente dove si fuma ( fumo passivo).
IL FUMO E’ IL RESPONSABILE DEL 30% DI TUTTI I TUMORI, è responsabile
inoltre di lesioni a carico dell’apparato respiratorio legate al numero di sigarette al
giorno fumate e al numero di anni di fumo: bronchite cronica, enfisema,
scompenso cardiaco ecc. e la
durata media della vita in forti
fumatori è accorciata di circa 10
anni.
Questi rischi a lungo termine
possono sembrare irrilevanti ad
uno adolescente che inizia a
fumare, ma più concreti sono
forse i danni estetici che il fumo
comporta e la riduzione delle
prestazioni sportive. Basti pensare
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che nei ragazzi fino a 18 anni già il consumo di 15 sigarette al giorno riduce la
capacità polmonare del 4% e nelle donne pregiudica lo sviluppo dei polmoni.
Ci sono, infine, studi che attestano come i figli di madri fumatrici hanno rispetto alle
non fumatrici, un minor peso alla nascita,a causa della carenza di ossigeno subita dal
feto durante la gestazione, maggior rischio di morte entro il primo anno di vita, una
maggiore frequenza di malattie di ogni genere, una maggiore incidenza di
malformazioni e altri difetti congeniti.
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