Dott. Filippo Randelli
Ortopedia
Centro Di Chirurgia dell’Anca
e Traumatologia
IRCCS Policlinico San Donato
Protesi
d’ANCA
per via anteriore
L’innovazione nasce dal passato
La protesi dell’anca è una delle chirurgie ortopediche
maggiori più frequenti. Si stimano oltre 70000 impianti
all’anno in Italia. Le cause più comuni sono l’artrosi e le
fratture del femore prossimale.
Negli ultimi decenni questo tipo di intervento ha subito
diverse innovazioni sia nei materiali, sia nel design delle
protesi, sia nella tecnica chirurgica con cui queste
vengono impiantate.
Un ambito di sviluppo molto importante e attuale riguarda
proprio il tipo di approccio all’anca. Di fatto abbiamo
cercato di minimizzare i “danni collaterali” necessari per
l’inserimento di una protesi a livello di questa articolazione,
per sua natura, sita in profondità e circondata da vari
gruppi muscolari che, tra l’altro, ne sono il motore e
ne garantiscono il corretto funzionamento. Inoltre la
muscolatura di una articolazione malata è già spesso
coinvolta dalla malattia sia per un processo degenerativo,
talvolta irreversibile, sia per il non uso dovuto al dolore e
all’impotenza funzionale.
Tra i nuovi approcci chirurgici
Oggi nel nostro Centro di chirurgia dell’Anca
dell’IRCCS Policlinico San Donato la via
anteriore è l’approccio standard ed è utilizzato
dal sottoscritto in più dell’85% dei casi.
spicca
senza
l’approccio
chiamato
dubbio
anteriore,
così
proprio
perché l’accesso parte al
davanti
dell’articolazione.
Si tratta in realtà di una
approccio già noto alla fine
del 1800. Allora veniva utilizzato per l’evacuazione degli
ascessi, in maggior parte da tubercolosi. L’approccio
anteriore fu scelto perché è il più diretto all’articolazione e
prevede il passaggio tra, e non attraverso, i muscoli. Ha
MAGAZINE • giugno 2014
anche il grande vantaggio di provocare perdite ematiche
ridottissime nella grande maggioranza dei casi. Si tratta
però di una approccio più complicato e più lungo rispetto
ad altri. Necessità di un training particolare e di strumentari
dedicati non sempre disponibili in tutte le strutture.
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Ortopedia
Sebbene permetta spesso anche di
ridurre le dimensioni della cicatrice
chirurgica, il grande vantaggio è ciò che
avviene al di sotto della cute. I muscoli,
spostati e non incisi, sono in grado di
funzionare da subito dopo l’intervento.
Questo implica una ripresa molto
rapida e un ottimo feeling del paziente
che talvolta lo rende fin troppo audace
già dai primi giorni post operatori.
La preservazione dei muscoli riduce
anche il rischio di lussazione e il tempo
di utilizzo di stampelle. Nella nostra
esperienza infatti la prima stampella
viene abbandonata fin dai primi giorni
post operatori nel 95% dei casi. Molti
pazienti sono in grado di abbandonare
del tutto le stampelle nelle prime
settimane, qualcuno dopo pochi giorni.
Anche il dolore sembra essere molto più
contenuto sebbene siano in corso studi
per avvalorare del tutto questa ipotesi.
Anche perché oggi, grazie alle moderne
tecniche di gestione del dolore, abbiamo
raggiunto livelli molto avanzati anche in
atri tipi di interventi, molto più invasivi
della via anteriore.
Oggi nel nostro Centro di chirurgia
dell’Anca dell’IRCCS Policlinico San
Donato la via anteriore è l’approccio
standard ed è utilizzato dal sottoscritto
in più dell’ 85% dei casi. La decisione
sull’utilizzo della via anteriore viene fatta
dal chirurgo in base al tipo di patologia
dell’anca, alla qualità dell’osso ed alla
conformazione del paziente.
Dott. Filippo Randelli
Centro di Chirurgia dell’Anca e Traumatologia
IRCCS Policlinico San Donato
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