Erodoto Q1 indice:LSB_ScenariStoria_Progetto

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Unità
8
LEZIONI DI METODO
Classificare un
documento
DOCUMENTI
Il racconto
dell’inimicizia tra Greci
e Persiani
Scrivere la storia, non
fare letteratura
STORIOGRAFIA
Induismo, buddhismo
e confucianesimo
Amare e odiare
Alcibiade?
SCRIVERE LA STORIA
Lavorare sui testi
Il giuramento di
Ippocrate
Parte B I La civiltà greca
SINTETIZZARE:
LA MAPPA
70
Fidia, Cavalieri, particolare del
fregio della cella del Partenone,
dall’Acropoli di Atene. Londra,
British Museum.
L’imperialismo ateniese
LEZIONI DI METODO
Classificare
un documento
Il metodo
Classificare un documento significa:
I individuare il tipo di documento, sapendo che i documenti storici possono essere:
• scritti, cioè resoconti di eventi, trattati pubblici, ma anche pagine letterarie;
• visivi o iconografici, cioè quadri, monumenti, opere d’arte, immagini;
• orali quando la testimonianza proviene dalla voce diretta del testimone o si trova nella memoria di una collettività, ad esempio gli aneddoti o i proverbi;
I individuare l’epoca e il luogo a cui risale il documento;
I individuare l’autore (se si tratta di una persona, di un’istituzione o di una comunità), e le sue caratteristiche;
I individuare la provenienza, cioè in quale luogo o testo il
documento è reperibile;
I individuare il contenuto del documento e le informazioni principali che si possono ricavare.
L’esempio
Proviamo a classificare un documento scritto relativo
ai caratteri e alle cause della guerra del Peloponneso.
Questa guerra si trascinò molto a lungo e tante e dolorose vicende accaddero alla Grecia in questo periodo, quante mai prima in ugual tempo. Mai, infatti,
tante città furono espugnate e spopolate, e dai barbari e dai Greci stessi in lotta fra di loro; né mai si erano verificati tanti esili e tante stragi non solo a causa della guerra, ma anche per le interne discordie.
Tanti fenomeni che prima si raccontavano per sentito
dire cessarono di essere incredibili: ad esempio terremoti violentissimi che turbarono una grandissima
Tipo di documento
Epoca
Luogo
Autore
Provenienza
Contenuto
parte della Terra, eclissi di sole, siccità, carestie e
quella peste contagiosa che danneggiò e distrusse
quasi una parte della Grecia. Tutte queste avversità
piombarono addosso e s’accompagnarono a questa
guerra, cui diedero inizio Ateniesi e Peloponnesiaci
per aver violato la tregua dei trent’anni, stipulata dopo la conquista dell’Eubea. […] Ma la vera ragione,
anche se la meno dichiarata a parole, io ritengo che
sia stata la grande potenza raggiunta dagli Ateniesi;
essi, incutendo timore agli Spartani, li costrinsero a
dichiarare la guerra.
Fonte: Tucidide, La guerra del Peloponneso, Libro I, 23.
Scritto
V secolo a.C.
Grecia
Tucidide, storico greco vissuto all’incirca tra il 460 e il 400-395 a.C. ad Atene. Aristocratico, visse da vicino
i fatti della guerra del Peloponneso: fu colpito dalla peste del 430, fu eletto stratego e fu ritenuto
colpevole di non aver ottemperato ai suoi doveri militari. Per questo forse fu esiliato fino al 404 a.C.
Tratto da La guerra del Peloponneso, Libro I, par. 23. Incerta la data di composizione, comunque nel
periodo di durata della guerra.
Il brano analizza l’unicità della guerra del Peloponneso che fu molto dolorosa e violenta per le popolazioni
greche, e fu accompagnata da una serie di eventi naturali nefasti; inoltre illustra le cause della guerra da
ascrivere alla rottura della tregua dei trent’anni, ma soprattutto al timore spartano della grande potenza
raggiunta da Atene.
L’esercizio
Seguendo lo stesso metodo, classifica questo documento di Senofonte (430 a.C.-350 a.C. circa), storico greco di origine ateniese. Il brano è tratto dalle Elleniche,
in cui l’autore racconta gli ultimi anni della guerra del
Peloponneso per arrivare fino al 362 a.C. In particolare si sofferma sulla figura del generale tebano Epaminonda che muore combattendo contro gli Spartani
nella battaglia di Mantinea del 362 a.C. Senofonte nel
brano riferisce della battaglia e dà notizie su quel che
accadde successivamente in Grecia.
Fonte: Senofonte, Elleniche, Libro VII, 5.
Battaglia fra opliti sotto le mura di una città, fregio ionico del Monumento delle Nereidi a Xantos, IV secolo a.C.
L’imperialismo ateniese I Unità 8
Così aveva Epaminonda disposto l’attacco. E non fu
deluso nella sua speranza. Perché, avuto il sopravvento dove aveva sferrato l’urto, causò la fuga dell’intero esercito avversario. Ma dopo che egli
fu caduto, i superstiti non seppero più sfruttar la vittoria come si doveva. Benché la falange di fronte a loro fosse in fuga, gli opliti non uccisero nessuno, e neppure avanzarono dal luogo dove era avvenuto l’attacco.
Dopo questo evento, accadde il contrario di
ciò che tutti ritenevano dovesse aver luogo.
Dato che tutta la Grecia s’era raccolta in
schiere opposte, non c’era nessuno il quale
non pensasse che, se si fosse venuti a bat-
taglia, i vincitori avrebbero dominato, e i vinti sarebbero stati sudditi. Invece la Divinità dispose in modo
che ambedue le parti erigessero un trofeo come vincitori, e nessuno delle due impedisse che l’erigessero; che
benché una parte e l’altra sostenesse di aver vinto, né
l’una né l’altra risultasse per nulla più ricca che non
prima della battaglia. E ci fu in Grecia, dopo la battaglia, ancora maggiore confusione e disordine di prima.
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