Classificare un documento

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VOLUME
I
DALLA PREISTORIA ALLA REPUBBLICA ROMANA
Classificare un documento
METODO
LABORATORIO
LEZIONI DI METODO
Classificare un documento significa:
• individuare il tipo di documento, sapendo che i documenti storici possono essere:
– scritti, cioè resoconti di eventi,
trattati pubblici, ma anche pagine letterarie;
– visivi o iconografici, cioè quadri,
monumenti, opere d’arte, immagini;
– orali quando la testimonianza proviene dalla voce diretta del testimone
o si trova nella memoria di una collettività, ad esempio gli aneddoti o i proverbi;
• individuare l’epoca e il luogo a cui risale il documento;
• individuare l’autore (se si tratta di una
persona, di un’istituzione o di una comunità), e le sue caratteristiche;
• individuare la provenienza, cioè in
quale luogo o testo il documento è
reperibile;
• individuare il contenuto del documento e le informazioni principali
che si possono ricavare.
queste avversità piombarono addosso
e s’accompagnarono a questa guerra,
cui diedero inizio Ateniesi e Peloponnesiaci per aver violato la tregua dei
trent’anni, stipulata dopo la conquista
dell’Eubea. […] Ma la vera ragione,
anche se la meno dichiarata a parole,
io ritengo che sia stata la grande potenza raggiunta dagli Ateniesi; essi,
incutendo timore agli Spartani, li costrinsero a dichiarare la guerra.
Fonte: Tucidide, La guerra del Peloponneso,
Libro I, 23.
Tipo di
documento
Scritto
Epoca
V secolo a.C.
Luogo
Grecia
Autore
Tucidide, storico greco vissuto all’incirca tra il 460 e il 400-395 a.C. ad
Atene. Aristocratico, visse da vicino i fatti della guerra del Peloponneso:
fu colpito dalla peste del 430, fu eletto stratego e fu ritenuto colpevole
di non aver ottemperato ai suoi doveri militari. Per questo forse fu
esiliato fino al 404 a.C.
Provenienza
Tratto da La guerra del Peloponneso, Libro I, par. 23. Incerta la data di
composizione, comunque nel periodo di durata della guerra.
Contenuto
Il brano analizza l’unicità della guerra del Peloponneso che fu molto
dolorosa e violenta per le popolazioni greche, e fu accompagnata da una
serie di eventi naturali nefasti; inoltre illustra le cause della guerra da
ascrivere alla rottura della tregua dei trent’anni, ma soprattutto al
timore spartano della grande potenza raggiunta da Atene.
ESEMPIO
Proviamo a classificare un documento
scritto relativo ai caratteri e alle cause
della guerra del Peloponneso.
Questa guerra si trascinò molto a lungo e tante e dolorose vicende accaddero alla Grecia in questo periodo,
quante mai prima in ugual tempo.
Mai, infatti, tante città furono espugnate e spopolate, e dai barbari e dai
Greci stessi in lotta fra di loro; né mai
si erano verificati tanti esili e tante
stragi non solo a causa della guerra,
ma anche per le interne discordie.
Tanti fenomeni che prima si raccontavano per sentito dire cessarono di essere incredibili: ad esempio terremoti
violentissimi che turbarono una grandissima parte della Terra, eclissi di
sole, siccità, carestie e quella peste
contagiosa che danneggiò e distrusse
quasi una parte della Grecia. Tutte
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ESERCIZIO
Seguendo lo stesso metodo, classifica questo documento di Senofonte (430 a.C.-350
a.C. circa), storico greco di origine ateniese. Il brano è tratto dalle Elleniche, in cui l’autore racconta gli ultimi anni della guerra del Peloponneso per arrivare fino al 362 a.C.
In particolare si sofferma sulla figura del generale tebano Epaminonda che muore combattendo contro gli Spartani nella battaglia di Mantinea del 362 a.C. Senofonte nel brano
riferisce della battaglia e dà notizie su quel che accadde successivamente in Grecia.
Così aveva Epaminonda disposto l’attacco. E non fu deluso nella sua speranza. Perché, avuto il sopravvento dove aveva sferrato l’urto, causò la fuga dell’intero esercito
avversario. Ma dopo che egli fu caduto, i superstiti non seppero più sfruttar la vittoria come si doveva. Benché la falange di fronte a loro fosse in fuga, gli opliti non uccisero nessuno, e neppure avanzarono dal luogo dove era avvenuto l’attacco.
Dopo questo evento, accadde il contrario di ciò che tutti ritenevano dovesse aver
luogo. Dato che tutta la Grecia s’era raccolta in schiere opposte, non c’era nessuno il quale non pensasse che, se si fosse venuti a battaglia, i vincitori avrebbero
dominato, e i vinti sarebbero stati sudditi. Invece la Divinità dispose in modo che
ambedue le parti erigessero un trofeo come vincitori, e nessuna delle due impedisse che l’erigessero; che benché una parte e l’altra sostenesse di aver vinto, né
l’una né l’altra risultasse per nulla più ricca che non prima della battaglia. E ci fu
in Grecia, dopo la battaglia, ancora maggiore confusione e disordine di prima.
Fonte: Senofonte, Elleniche, Libro VII, 5.
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