Larrivista, Evoluzione, XIII edizione, 04/2017

larrivista
bimestruale
tredicesima edizione, aprile 2017
Il giornale evoluto
EDITORIALE Teoria dell’evoluzione di Darwin
di Vito Robbiani
Quando è stato proposto questo
tema per questa edizione de
Larrivista mi sono chiesto se avessi
potuto parlare di un tema a me caro,
il fideismo religioso, senza dover
tirare in ballo Darwin e le tartarughe
delle Galapagos.
Partiamo dalle origini della parola
religione: nella lingua greca il
termine ha in sé il significato di
spavento, timore, paura di Dio.
Per i greci la religione era culto e
celebrazione; grazie al rito gli dei se
ne stavano calmi e in pace con gli
uomini, altrimenti si rischiava l'ira e
la furia distruttrice.
L'epicureo Lucrezio (98 a.C.-55
a.C.) è forse stato il primo filosofo
anarchico, e per affermare la libertà
dell’uomo critica la religione, che
sottomette l'uomo per mezzo della
paura.
Sono passati più di 2000 anni e non
siamo ancora liberi da questa paura.
Il totemismo è tra le prime forme di
religione. Il totem è un'entità
naturale o soprannaturale che ha un
significato simbolico per una
persona, un clan o una tribù.
Il termine deriva dalla parola
ototeman, usata da una popolazione
nativa americana.
Il tronco intarsiato che ben
conosciamo, è la parte visibile di
questo credo, che ha anche delle
versioni occidentali, basti pensare
alla venerazione degli angeli o dei
santi patroni.
di Marco Balerna
“In un mondo di popolazioni stabili, dove ogni individuo deve lottare per
sopravvivere, quelli con le "migliori" caratteristiche avranno maggiori possibilità di
sopravvivenza e così di trasmettere quei tratti favorevoli ai loro discendenti. Col
trascorrere delle generazioni, le caratteristiche vantaggiose diverranno dominanti
nella popolazione.
Questa è la selezione naturale.
La selezione naturale, se si trascina abbastanza a lungo, produce dei cambiamenti
in una popolazione, conducendo eventualmente alla formazione di nuove specie.”
C. Darwin
La teoria dell’evoluzione di Darwin, dopo più di un secolo dalla sua gestazione, appare
oggi largamente riconosciuta e soprattutto conosciuta. Brevemente, la teoria afferma
l’esistenza di una selezione naturale responsabile dell’evoluzione delle specie: l’uomo che
vediamo ora non è sempre esistito con le caratteristiche che conosciamo, anzi; bensì è il
prodotto di migliaia e migliaia di anni di trasformazioni spontanee e della rispettiva
selezione di quelle modifiche più idonee alla sua sopravvivenza.
A dimostrazione della teoria, spesso si è soliti riferirsi allo studio dei fossili, approccio che
ha rivelato un’affidabile scala del tempo dell’evoluzione. La natura e la distribuzione dei
fossili portano le prove più eclatanti, sebbene dal profilo scientifico siano le meno quotate.
Infatti, la distribuzione geografica di piante e animali ha molto più valore nel corroborare la
teoria. Habitat simili in aree molto lontane e separate tra loro presentano piante e animali
molto differenti, mentre habitat molto differenti in zone contigue supportano piante e
animali similari. Conseguentemente, risulta difficile sostenere che una specie si sia creata
per vivere in una determinata zona, ma piuttosto che le specie esistenti in zone simili e
contigue provengano da variazioni di specie che le precedono. Nel determinare la
distribuzione geografica di una nuova specie, cruciale sarebbe non tanto la distanza, ma
barriere nella migrazione, ciò che fu effettivamente riscontrato da Darwin.
Questo punto è particolarmente importante perché è comune l’errore di sostenere che
l’uomo, o l’essere vivente in generale, si conformi all’ambiente che lo ospita e che quindi
“selezione” significhi adattamento dell’uomo all’ambiente. In realtà l’evidenza della
distribuzione geografica dimostra il contrario, ovvero che gli esseri viventi non si adattano
all’ambiente in cui sono immersi, ma tra le molteplici e spontanee modificazioni genetiche
che possono intercorrere in una specie, vengono selezionate naturalmente quelle più
idonee per la sua sopravvivenza. Le tigri hanno il manto a strisce ma non perché così
riescono a confondersi nella sterpaglia della savana. Le strisce sono il risultato di una
modifica della specie mantenuta nel corso dell’evoluzione poiché elemento che aumenta
la probabilità di non essere scorti e conseguentemente la possibilità di cibarsi e
perpetuare la specie.
Esistono poi altre prove, legate all’anatomia e all’embriologia sulle quali preferisco
soprassedere per dare spazio alla seguente considerazione.
Grazie alla selezione naturale alcune caratteristiche non idonee alla perpetuazione delle
specie tendono a scomparire nel corso dell’evoluzione. In una sorta di crociata contro
l’impeto selettivo, l’uomo ha saputo crearsi strumenti per contrastare l’annientamento
sistematico di “difetti” evolutivi, ponendo di fatto le basi per la sopravvivenza anche di
malfunzionamenti. Penso ad esempio a deficienze visive, oggi non più un problema per
milioni di persone che, grazie ad un semplice quanto magnifico congegno, la lente, hanno
un’esistenza “normale” alla pari di chi non ha difetti della vista. In pratica, l’uomo con la
tecnica, e in definitiva con il suo comportamento, è in grado di contrastare e soprattutto
influenzare il flusso evolutivo. Conseguentemente, anche il comportamento non esula dal
fenomeno della selezione, grazie alla quale è facilmente riscontrabile come l’uomo cerchi
di favorire alcuni comportamenti e reprimerne altri. La maggior responsabile di questa
selezione è sicuramente la cultura, veicolo e determinante incontrastato di norme
comportamentali che si perpetuano per generazioni.
Oggi il totem che conosciamo tutti
molto bene è quel pilastro o colonna
che rappresenta un prodotto o una
marca pubblicitaria. È l'evoluzione
del totemismo…? Ho l’illusione che
anche la religione faccia la stessa
fine. Ma speriamo non quella che
fece Socrate - il nostro Socrate quello che si uccise con la cicuta,
Si può pertanto concludere che l’uomo è un sofisticato prodotto dell’evoluzione e che,
anzi che lo spinsero a suicidarsi
sebbene sia probabile una certa “casualità” nell’insorgere delle modifiche evolutive,
perché promuoveva l'ateismo...
l’uomo ha una struttura ben precisa che rispecchia esigenze ben definite, frutto di milioni
di anni d’evoluzione. Non è dunque un “prodotto” casuale, ma rispecchia “leggi” che ne
hanno garantito la sopravvivenza come caratteristiche dominanti della specie.
Pagina 2
La nostra Evoluzione…
Noi che siamo stati etichettati come Generazione X
Noi che la nostra memoria storica comincia con il Mondiale di Spagna '82.
Noi che il Super Nintendo era uno dei nostri giochi preferiti.
Noi che Beverly Hills era la nostra passione.
Noi che si ascoltava la musica alla radio, al massimo col mangianastri.
Noi che si comprava il Calippo Fizz alla Coca Cola.
Noi che i Power Rangers erano il telefilm più bello del mondo.
Noi che i pattini avevano ancora quattro ruote non in fila.
Noi che Barbie era ancora sposata con Ken.
Noi che non esisteva settimana senza una copia del Topolino (o Minnie & Co o il Giornalino di Barbie).
Noi che si comprava Cioè e si andava orgogliosamente in giro con tutte le cianfrusaglie che vi erano allegate.
Noi che non esistevano né Internet e neanche gli SMS, e ci si chiamava ancora a casa per mettersi d'accordo per le
uscite.
Noi che si mangiava la Girella a merenda.
Noi che gli insegnanti ti facevano leggere I Ragazzi Della Via Pàl, Piccole Donne e L'Isola Del Tesoro.
Noi che si adorava il gusto di gelato al puffo.
Noi che si giocava coi Lego.
Noi che ci stiamo ancora chiedendo come facesse Puffetta a soddisfare le voglie di tutti i puffi.
Noi che si guardava le Buone Domeniche con Columbro e la Cuccarini.
Noi che siamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare a nascondino,
a un-due-tre-stella.
Noi che siamo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni
animati a colori.
Noi che per non aver vissuto direttamente il '68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più
di quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti.
Noi che abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta.
Noi che le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni (c'è anche chi dopo i 18).
Noi che andavamo a scuola quando il 1. novembre era il giorno dei Santi e non Halloween.
Noi che abbiamo ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D'Avena.
Noi che abbiamo imparato la mitologia greca con Pollon.
Noi che abbiamo però imparato cos'è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, i reportages dalla Guerra
Del Golfo e dalla Iugoslavia, e Bill Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza Ovale.
Noi che abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro, abbiamo giocato a Pac-Man e
ai videogiochi nei bar.
Noi che siamo la generazione di Bim Bum Bam, e del Drive-in.
Noi che siamo la generazione che andava al cinema a vedere i film di Bud Spencer e Terence Hill.
Noi che si è cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen.
Noi che ci si è emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell’Arca Perduta.
Noi che siamo la generazione delle sorprese del Mulino Bianco, di Magnum P.I., di Holly e Benji, di MacGyver,
dell'Incredibile Hulk, di He-Man, di Lamù, di Creamy, di Kiss Me Licia, dei Barbapapà, dei Cavalieri Dello Zodiaco, di
Tigerman, di Sailor Moon, di Mila e Shiro (e ci chiediamo ancora se alla fine vanno insieme…).
Noi che si viaggiava in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag.
Noi che si andava in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o per i gomiti.
Noi che le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi.
Noi che ci si attaccava alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato.
Noi che si beveva l'acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani.
Noi che la penitenza era 'dire fare baciare lettera testamento'.
Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più figo.
Noi che il Ciao si accendeva pedalando.
Noi che si suonava il campanello per chiedere se c'era l'amico in casa.
Noi che dopo la prima partita c'era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.
Noi che si giocava a Forza 4.
- CONTINA A PAGINA 4
Pagina 3
Evoluzione
di Thierry Dell’Orto
Francesco ebbe un sussulto: anche domani,
come è successo oggi, evolverò. Noncurante
del fatto che non basta cambiare per evolvere.
Si infilò i pantaloni del pigiama, spazzolò con
cura i denti siccome aveva mangiato il salame.
Non gli importava che alcune cose volgessero
al peggio, viveva nella profonda ingenua
convinzione che il giorno dopo sarebbe
evoluto. Diede un bacio sulla fronte ai suoi due
figli adolescenti, spense la luce del bagno e si
coricò accanto alla moglie già assopita.
Intanto, fantasticava con la mente un po’ ad
occhi aperti, un po’ ad occhi chiusi.
Immaginava roboanti promozioni da parte di
qualche capo giunto da chissà dove per chissà
quale motivo. Medaglie appuntate sul petto,
pacche sulle spalle da parte dei colleghi che lo
prendevano sempre in giro e lo trattavano
come un minorato mentale. Persino le
segretarie più bisbetiche gli dedicavano un
applauso scrosciante perché aveva fatto il
botto. Nessun rimpianto, nessun dolore.
Evoluzione e basta. Finanche la moglie, che ce
l’aveva sempre con lui per qualche motivo
recondito, ne elogiava le gesta: lei, che
altezzosamente gli tributava un omaggio
floreale aprendogli la portiera dell’automobile; i
suoi due figli arroganti lo lodavano invidiosi:
“Magari avessi la metà del suo talento”. Ora,
quella camera buia dove dormiva non odorava
più di acciaio e rabbia.
Verso le tre e mezza del mattino arrivò la prima
scossa. Un enorme calcinaccio si era staccato
dal soffitto ed aveva già colpito in pieno la
fronte della moglie addormentata. Quando
Francesco si destò per via del rumore
assordante e del tremito sbalorditivo, si ritrovò
tutta la faccia coperta di macerie e sangue.
Capì in fretta cosa stava succedendo. Poi,
inalò violentemente polvere e intonaco. Senza
indugi e senza particolari patemi si alzò dal
letto con un senso di spossatezza
generalizzato, come accade quando, in
occasione di certi incubi, ci si sente talmente
grevi e paralizzati da non potersi muovere.
Rendendosi conto di vivere la realtà, con uno
sforzo immane aprì la porta della camere già
bloccata dai detriti, poi corse in direzione di quella
dei figli, i quali gridavano da dietro la porta
sgangherata dalle vibrazioni, rendendo impossibile
la sua apertura. Dopo qualche strattone, il padre
chiese ai ragazzi di ripararsi sotto la scrivania,
mentre avrebbe tentato di buttare giù ciò che
rimaneva dell’assito. Anche in quell’occasione,
ricevette per buona risposta parole di disprezzo
che inneggiavano alla sua incapacità. Venne
sfiorato dall’idea di guadagnare la strada esterna,
abbandonandoli al loro destino.
Invece, mosso da una forza sovrumana, riuscì a
sfondare la porta. I due giovani sgattaiolarono
fuori dal varco; nel buio del corridoio non si
distinguevano nemmeno le sagome dei muri che
contribuivano, tremolando, ad amplificare il boato.
Il trio procedeva a tentoni nell’oscurità, seguendo
quella che immaginavano la traiettoria per la porta
d’ingresso, ma faticavano a mantenersi in
equilibrio come se stessero camminando su dei
materassi.
Pregavano per un attimo di tregua, invece il rombo
rimaneva persistente, contribuendo a rendere più
caotica la concitazione, tra fuliggine e nebbia di
pietra. Finalmente, trovandosi in quello che,
apparentemente, sembrava l’atrio, si accorsero
che la parete che dava sulla viuzza del paese non
esisteva più perciò, di fatto, si trovavano già
all’esterno della casa. Francesco era salvo,
assieme ai suoi ragazzi. In quel momento, dal
campanile che sovrastava la loro abitazione
(Francesco ne andava particolarmente fiero
perché sosteneva che in un villaggio la chiesa
occupa sempre la posizione migliore), si staccò un
enorme masso di mattoni antichi con affreschi
medievali. Il padre, solo lui, venne travolto da
decine di quintali di storia rinascimentale ridotta a
macerie.
bimestruale
Prima edizione, dicembre 2002 Pagina 4
- CONTINUA DA PAGINA 2
Noi che si giocava a nomi, cose, animali, città (e la città
con la D era sempre Domodossola).
Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire
l'album Panini.
Noi che si aveva il 'nascondiglio segreto' con il
'passaggio segreto'.
Noi che ci si divertiva anche facendo 'Strega comanda
color'.
Noi che si giocava a 'Merda' con le carte.
Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci
toccava riavvolgere il nastro con la penna bic.
Noi che si litigava su chi fosse più forte tra Goldrake,
Mazinga e Daitan3.
Noi che le barzellette erano Pierino, il
fantasmaformaggino o un francese, un tedesco e un
italiano.
Noi che ci si emozionava per un bacio su una guancia.
Noi che si andava in cabina a telefonare.
Noi che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la
foto.
Noi che si suonava i campanelli e poi si scappava.
Noi che le ricerche le si faceva in biblioteca, mica su
Google.
Noi che il 'Disastro di Cernobyl' voleva dire che non si
poteva bere il latte alla mattina.
Noi che a scuola si andava con lo zaino Invicta e la
Smemoranda.
Noi che si suonava la pianola Bontempi.
Noi che la Ferrari era Alboreto, la Mc Laren Prost, la
Williams Mansell, la Lotus Senna e Piquet e la Benetton
Nannini.
Noi che si voleva essere paninari e non truzzi.
Noi che il Twix si chiamava Raider e faceva
competizione al Mars.
Noi che abbiamo passato belle serate in bagno dopo
Colpo Grosso.
Noi che avere un genitore divorziato era impossibile.
Noi che abbiamo avuto tutti il bomber con l'interno
arancione.
Noi che si aveva le macchine filoguidate, e le femmine
la casa di Barbie con l'ascensore.
Noi che i messaggini li si scriveva su pezzetti di carta da
passare al compagno.
Noi che abbiamo sciato ai tempi dello scodinzolo.
Noi che quando si ritirava le foto dal fotografo si era
curiosi di vederle.
Noi che il diario ce lo si tirava addosso, mentre le
femmine ci scrivevano romanzi d'amore.
Noi che il "Il pallone è mio e decido io!"
Noi che è difficile credere che siamo ancora qui e certe
cose le abbiamo dimenticate e sorridiamo quando ce le
ricordiamo.
CICUTA a cena, un
momento evolutivo!
“Il matematico è un cieco che
cerca in una stanza buia un
gatto nero che non c'è.”
Charles Robert Darwin
Pagina 5
Ewoluxione
di Paolo Gianinazzi
Merdorama non era marrone, bensì blu.
Era un elettrone, mattone della materia, per quanto immateriale.
Sposato con Spina Nel Culo, aveva 377 figli, il primo nato nel Quaternario inferiore.
Faceva la sua vita, i cazzi suoi da millenni oramai.
Ci stava da re e non rompeva i maroni a nessuno. Nessuno li rompeva a lui.
Poi il mondo dei Quanti cominciò ad abrogare la libertà.
Abroga oggi abroga domani, il numero di leggi aumentò da zero a più esponenziale.
Ora tutti erano soggetti a regole e regolamenti, pena il sanzionamento, la punizione, la
galera.
Da solo che posso fare? Tutti gli altri continuano a girare come fossero su di un binario!
Potrei approfittare degli schizzi di energia e schizzare fuori dall’atomo, ma poi non rivedrei più
la mia famiglia, pensava Merdorama.
Era anche pigro e non voleva fare proselitismo e, sebbene le sue idee avrebbero portato ad
avere un maggior tasso d’anarchia, le teneva per sé e vedeva di adattarsi alla contingenza.
Scrisse un pamphlet, “L’elettrone coglione”, dove stigmatizzava il malandazzo della società
subatomica e la mancanza di personalità e originalità dei suoi componenti.
Metteva in luce la loro incapacità di essere se stessi, ma poi si diceva che probabilmente se
questa capacità l’avessero avuta, non ne avrebbero ricavato nulla, dato che dentro di loro
c’era poco, che quel se stessi era una scatola vuota.
Fu preso, interrogato e minacciato.
Ma nella buia cella non mancava la luce.
La luce della speranza.
Con la scusa di volersi asciugare i capelli - i pochi capelli di un elettrone - si fece prestare un
föhn, che usò come rampa di lancio.
Riuscì a scatenare una reazione a catena e ad implodere: finì a capofitto nel nucleo madre,
che si trasformò a sua volta in un buco nero.
Nell’universo macroscopico non ci furono avvisaglie di un cambiamento epocale di materia ed
energia, ma a tutti gli esseri umani, almeno per una settimanella, bruciò il buco del culo.
Qualcuno cominciò a porsi delle domande. I media mondiali ne parlavano.
Pian piano il messaggio penetrava.
“Non ho la minima
paura di morire.”
Charles Robert
Darwin
“Cerca di diventare non un uomo di successo
ma piuttosto un uomo di valore.” Albert Einstein
bimestruale
tredicesima edizione, aprile 2017
“Genera più spesso confidenza l'ignoranza di quanto non faccia la conoscenza.”
Charles Robert Darwin
“La compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un
uomo possa ricevere in dono.”
Charles Robert Darwin
“Non credo nella Bibbia come rivelazione divina, e pertanto nemmeno in Gesú Cristo come
figlio di Dio.”
Charles Robert Darwin
“Ho chiamato il principio secondo il quale ogni minima
variazione viene mantenuta, se è utile, col termine di selezione
naturale.”
Charles Robert Darwin
“Non dobbiamo trascurare la
probabilità che il costante inculcare la
credenza in Dio nelle menti dei bambini
possa produrre un effetto così forte e
duraturo sui loro cervelli non ancora
completamente sviluppati, da diventare
per loro tanto difficile sbarazzarsene,
quanto per una scimmia disfarsi della
sua istintiva paura o ripugnanza del
serpente.”
Charles Robert Darwin
Predelp, l’evoluzione della moda!
“L'uomocheosasprecareanche
un'oradelsuotempononha
scopertoilvaloredellavita.”
CharlesRobertDarwin
Pagina 7
Evoluzione 1, 2, 3
di Patric Pellegatta
Evoluzione I
Sto invecchiando.
E dire che pensavo che non sarebbe mai successo.
Evoluzione II
E dire che la mattinata si era pure avviata in maniera piuttosto incoraggiante: una
domenica di quasi Primavera, un timido sole che prendeva forza, una colazione ricca e
appetitosa. Persino qualche frutto fresco sulla tavola e i bimbi sorridenti, che giocavano
in tranquillità tra di loro. Nessun piano o impegno all’orizzonte. Niente. Il piacevole
Niente. Tutto sembrava così poter evolvere felicemente, nell’inerzia esistenziale di una
giornata immune da guai. Ma all’improvviso, dal nulla, una domanda della prole
squarcia l’idillio: sollevando le testoline dai loro libri, le creature mi interrogano, in coro:
„Cos’è l’EVOLUZIONE, Papà?“.
Prima tentativo di fuga: „Chiedete alla mamma!“. Respinto. I bimbi immobili mi fissano.
Mi sa che mi tocca. Prima risposta: „Mah, dunque, prima c’erano i dinosauri, poi i pesci, anzi no. Il
contrario. Una cellula, molte cellule, una scimmia, gli uomini delle caverne, la Nonna, noi, voi …“.
Prima reazione: silenzio, dubbio. La prole non cede, né recede. Vuole spiegazioni migliori,
scientifiche. La Nonna non basta.
Secondo tentativo di sviamento: „Ne parliamo più tardi…“. Respinto. I bimbi incalzanti picchettano
con le loro ditina sul tavolo. Attacco con la seconda risposta: „OK ragazzi, dovete sapere che prima
non c’era nulla, il Caos. Poi un’esplosione ha originato l’Universo. Tra cui il Sole, la Terra. Ma non
c’era la Vita. Solo tanto caldo, poi tanta pioggia. E’ così che sono nati i Mari. Poi. Darwin, i caratteri
ereditari e la lotta per la sopravvivenza. Insomma. Una cellula, molte cellule, una scimmia, gli uomini
delle caverne, la nonna, noi, voi …“. Reazione: silenzio, delusione. Leggo sui loro visi lo sconforto di
chi ha mal riposto la propria fiducia. La prole non concede, né recede. Vuole fondamenta più solide,
filosofiche. Il Papà non basta.
Terzo tentativo di smarcamento: „E’ stato Dio!“ (ovvero: chiedete a Lui!) Grave errore. Ma ormai è
troppo tardi. Qui le cose si complicano: i bimbi hanno gli occhi accesi. Affamati di Somma Sapienza.
Indugio con una terza plausibile risposta: „Tutto quanto vedete è stato creato. Da Dio. Per noi. Poi,
per altri, ci ha pensato Allah. O qualcun altro per gli altri ancora, perché siamo tutti uguali ma tutti
diversi. Insomma, ognuno ha il suo creatore. Tranne gli atei, che così se lo sono fatti da soli, il
Mondo.“ Reazione finale: grida, insoddisfazione, rabbia. Mi scoppia una Guerra Santa in casa. La
prole non crede, né recede. Vuole verità inconfutabili, certezze. Dio non basta.
Evoluzione III
Mi hanno detto che un tempo ero un pesce, o una rana. O forse entrambi.
Certi giorni pare anche a me.
Cicuta in mostra… Craigie Horsfield
Of the Deep Present al MASI, Lugano
Larrivista: il bollettino creazionista!
Pagina 8
L’importante, non è essere evoluti, ma evolversi.
Impressum
La responsabilità di questi scritti è altrui
la redazione
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ñ
ñ
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Paolo Gianinazzi (l’evoluto)
Vito Robbiani
Patric Pellegatta
Gigi Albertelli (ci sei?)
[email protected]
Questi testi sono destinati ad una ristretta cerchia di amici, a cui vengono distribuiti
individualmente; se avete trovato questo foglio in un luogo pubblico, è probabile che qualche
nostro amico lo abbia dimenticato, una volta letto potete lasciarlo dov'era, il proprietario tornerà
senz’altro a riprenderlo. Si declina ogni responsabilità.
Pubblicato e sostenuto da Ci.Cu.T.A (Circolo Culturale Ticinesi Associati, www.cicuta.ch).
Il prossimo tema è in itinere.
…il test
Quanto evoluto sei?
Domanda 1
Cos’è l’evoluzione?
a) Tutto ciò che sei
b) Un piatto tradizionale serbo
c) Una teoria campata in aria
d) il contrario di rivoluzione
e) Norman Gobbi
Domanda 2
Chi ha scritto L’origine delle specie?
a) Paolo Gianinazzi
b) Dio
c) Thierry Dell’Orto
d) Un lontano parente di Marco Baleno
e) Il gestore dello zoo di Magliaso
f)
Peppa Pig
Domanda 3
Chi è Charles Darwin?
a) Un barbudus
b) Il co-conduttore di Ciao Darwin
c) Il vero nome di Patric Pellegatta
d) Uno scrittore di racconti per ragazzi
e) Un personaggio di Ann da guèra
f)
Un bugiardo
Domanda 6
Che senso ha per te l’evoluzione?
a)
Nessuno
b)
potermi accoppiare
c)
Il senso di Smilla per la neve
d)
In che senso?
e)
Il senso della vita
f)
Non compro nulla!
Domanda
1
2
3
4
5
6
A
0
2
4
4
6
10
B
4
6
10
0
4
8
C
10
4
8
2
0
6
D
6
0
6
6
8
4
E
8
10
2
8
2
2
Nota 6 (da 51 a 60)
SEI EVOLUTO
- Sei puro/a.
Nota 5 (da 41 a 50)
STAI EVOLVENDO
- Sei sulla buona strada, anche se non ti crediamo.
Domanda 4
Quali di queste tematiche non sono evoluzionistiche
a) struggle for life
b) amore
c) carriera
d) divino
e) vino
Nota 4 (da 31 a 40)
EVOLUZIONE LENTA
Domanda 5
Dopo la tartaruga cosa è arrivato?
a) Il brachiosauro
b) Bruno Lauzi
c) Justin Biber
d) Paolo Gianinazzi
e) L’era glaciale
f)
Carlo Martinenghi
- Sei bellissima/o.
- Sei come il nostro Segretario (chi è?).
Nota 3 (da 21 a 30)
BASSA EVOLUZIONE
Nota 2 (da 11 a 20)
EVOLUZIONE A STENTI
- Confondi l’evoluzione con la pornografia.
Nota 1 (fino a 10)
NON SEI EVOLUTO
- Sei inutile.
F
2
8
0
10
10
0