Centro Oncologico Veterinario Via San Lorenzo 1-4, 40037 Sasso Marconi (BO) Tel: 051-6751871 UNA TERAPIA INNOVATIVA PER IL LINFOMA B DEL CANE! IL LINFOMA: UNA DIAGNOSI CHE FA ANCORA PAURA Il linfoma è la neoplasia del sistema emopoietico più frequente nel cane; ha carattere aggressivo e progressivo e tende a coinvolgere l’organismo a livello sistemico. “Linfoma” è un termine molto generico, considerando che, grazie alle nuove metodiche di laboratorio disponibili, si è in grado di diagnosticare numerosi sottotipi, distinti sulla base di caratteristiche immunofenotipiche, citologiche, istopatologiche, a cui corrispondono diversi aspetti prognostici e differenti strategie terapeutiche. La terapia d’elezione è la chemioterapia, mentre chirurgia e radioterapia hanno ancora un ruolo marginale. Nel caso di linfomi aggressivi si utilizzano protocolli di polichemioterapia, che tuttavia garantiscono nella maggior parte dei casi solo una remissione temporanea della malattia, che tende comunque a ripresentarsi in una forma generalmente chemioresistente. Nella maggior parte dei lavori segnalati in letteratura, la sopravvivenza mediana dopo chemioterapia è di circa 12 mesi con remissione completa e/o parziale che si aggira intorno ai 6-8 mesi. Nei linfomi indolenti in stadio I-III e sottostadio a, la prognosi è tendenzialmente favorevole con lunghi tempi di sopravvivenza (> 2 anni). In fase più avanzata, tuttavia, anche i linfomi indolenti hanno comportamento biologico aggressivo e tendono a rispondere poco alla chemioterapia tradizionale. L’IMMUNOTERAPIA CONTRO LE CELLULE TUMORALI L'immunoterapia stimola il sistema immunitario dell'ospite verso un determinato antigene, e risparmia le cellule sane, agendo quindi in maniera selettiva. Le Heat-Shock Proteins (HSPs) sono proteine sintetizzate in condizione di stress per proteggere le cellule. Le HSPs legano e presentano gli antigeni tumorali alle cellule presentanti l’antigene (APC) mediante le molecole di istocompatibilità maggiore, attivando una risposta immunitaria da parte di linfociti CD8 e CD4. Le HSPs rappresentano l’impronta dei peptidi tumorali., e sono pertanto uniche per ogni paziente. Se isolate dal tumore di un certo paziente, possono stimolare l’immunità individuale, inducendo una risposta immunitaria specifica e non specifica. Grazie alla stretta collaborazione con Urodelia, è stato possibile generare un immunostimolatore composto da HSPs e idrossiapatite. Quest’ultima funge da copro estraneo, attirando nel sito di inoculo monociti e macrofagi. Mediante cromatografia, le HSPs sono assorbite sulla superficie dell’idrossiapatite, che quindi può veicolarle e presentarle alle cellule APC, stimolando in ultimo il sistema immunitario. IL PRIMO IMMUNOSTIMOLATORE CONTRO IL LINFOMA B DEL CANE E’ FINALMENTE DISPONIBILE IN ESCLUSIVA PRESSO IL CENTRO ONCOLOGICO VETERINARIO Presso il COV è stato condotto un trial clinico su cani con linfoma B di qualunque sottotipo e stadio clinico, che prevedeva l‘utilizzo di una tecnica innovativa (immunoterapia) associata alla chemioterapia tradizionale (chemioimmunoterapia). Il trial è stato condotto su diversi cani con linfoma B, sia aggressivo sia indolente. I cani sono stati randomizzati in doppio cieco: un gruppo è stato trattato soltanto con polichemioterapia e un gruppo ha ricevuto l’immunostimolatore e lo stesso protocollo di chemioterapia. I risultati preliminari dello studio (che vede alcuni soggetti trattati con chemioimmunoterapia ancora in vita) hanno dimostrato che l’utilizzo dell’immunoterapia associata a chemioterapia nei cani con linfoma multicentrico B (senza stratificazione per stadio clinico e istotipo) garantisce tempi di remissione e di sopravvivenza prolungati rispetto ai soggetti trattati solo con chemioterapia, senza la comparsa di effetti collaterali (durata remissione completa: 259 giorni nei cani trattati con chemioimmunoterapia vs 92 giorni in quelli trattati solo con chemioterapia; sopravvivenza: 442 giorni nei cani trattati con chemioimmunoterapia vs 178 giorni in quelli trattati solo con chemioterapia). Il protocollo di immunoterapia prevede la somministrazione di 8 dosi, le prime 4 a cadenza settimanale, le successive 4 a cadenza mensile. I pazienti che possono usufruire dell’immunoterapia sono cani con linfoma multicentrico a immunofenotipo B (sia aggressivi, sia indolenti), sottoposti a stadiazione completa, appartenenti a qualsiasi stadio clinico. Occorre l’asportazione di un linfonodo periferico per ottenere il materiale biologico necessario alla preparazione dello stimolatore autologo e per avere un corretto inquadramento patologico. Nel panorama terapeutico del linfoma del cane esiste da oggi una nuova strategia che colpisce il tumore da diversi fronti in maniera sinergica, senza aumento degli effetti collaterali. Referenze bibliografiche selezionate -Amato RJ. Heat-shock protein-peptide complex-96 for the treatment of cancer. Expert Opin Biol Ther. 2007 Aug;7(8):1267-73. -Calderwood SK, Stevenson MA, Murshid A. Heat shock proteins, autoimmunity, and cancer treatment. Autoimmune Dis. In press. -Ciocca DR, Frayssinet P, Cuello-Carrión FD. 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