Arte sacra in Ticino
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Chiesa di S. Maria del Sasso – Morcote
All'interno l'aula è divisa in tre navate di due campate ciascuna; in origine la cappella
maggiore era orientata verso montagna, ora conserva la struttura e la decorazione
rinascimentale e un grande organo. Nel 1578 l'altare maggiore fu spostato a sud nella
posizione attuale. Interventi di rinnovo e di restauro nella seconda metà dell'Ottocento
forse diretti da Gaspare Fossati, poi negli anni 1936, 1948-1949 (Cino Chiesa), 1967-1980
(Guido Borella). Il campanile si erge a nord-est con basamento tardoromanico, tre piani
eretti tra il 1532 e 1539 con finestre, oculi, fregi d'archetti e cornici dentellate e
sovrastruttura ottagonale con tetto a cupola del 1729.
La parte dell'edificio più modificata è l'antico coro: il vano d'altare della basilica rivolta a
nord fu trasformato in cappella battesimale e accolse l'organo nel 1641. Le monofore sul
lato ovest della navata centrale, poco elevata rispetto alle due laterali, furono murate in
epoca tardobarocca, forse durante la costruzione delle cupole. Sul muro esterno ad ovest:
affresco della Presentazione della Vergine Maria al Tempio in una quadratura illusionistica
e su quello ad est: Madonna col Bambino, della seconda metà del secolo XVIII.
Ornamentazione artistica
Attraverso due portali laterali si accede all'interno, diviso in tre navate di due campate da
arcate a sesto acuto su pilastri a fascio in mattoni, con capitelli a dado. Le campate della
navate laterali e l'antico coro sono coperti con volta a crociera; sulla navata centrale e sul
coro le cupole a pennacchi poco profonde sono impostate su un cornicione modificato nel
1936.
La Cappella del Rosario
La Cappella del Rosario coperta con volta a crociera, nella chiave reca il rilievo con la
Madonna col Bambino. Le vele sono affrescate a oculi prospettici (in parte nascosti
dall'organo) affreschi rinascimentali, opere di un pittore influenzato dalla produzione
pittorica coeva lombardo-piemontese e da Francesco Spanzotti, fratello di Martino
Spanzotti, eseguiti intorno al 1495: i delicati tondi della volta con Dio Padre, la Cacciata
dal Paradiso terrestre, la Tentazione, le figure dei Santi Tommaso d'Aquino, Agostino di
Ippona, Gerolamo, accompagnati ciascuno da due medaglioni mariologici con episodi
della vita della Vergine Maria: la Cacciata di Gioacchino dal tempio, l'Annuncio a
Gioacchino, l'Incontro alla Porta aurea, la Nascita della Vergine, lo Sposalizio della
Vergine, l'Annunciazione, la Visitazione, la Natività, le candelabre, gli ornamenti
rinascimentali dipinti sulla volta della campata sud-est, Dio Padre e le figure di Sante nel
sottarco: Sant'Agata, Santa Caterina d'Alessandria, Santa Margherita, Santa Maria
Maddalena, Sant'Apollonia e Santa Caterina da Siena.
L'antica Cappella maggiore
Posta a nord, reca sull'arco trionfale un rilievo del 1468 con Dio Padre benedicente; nella
volta a crociera un modesto pittore locale affrescò nei primi del Cinquecento Dio Padre e
tre Storie dei progenitori: il Peccato originale, la Cacciata dal Paradiso terrestre e il Lavoro
dei progenitori; la Cacciata offre delle analogie con un'incisione dello stesso soggetto,
della Weltchronik di Hartmann Schedel edita nel 1493.
Un altro pittore, identificato con Domenico Pezzi di Puria (Valsolda) detto "Furgnicus",
autore nel 1521 della tavola di San Biagio nell'omonima chiesa di Ravecchia, nel 1513
dipinse le lunette sottostanti con ampie scene sulle pareti, raffiguranti l'Orazione nell'orto
del Getsemani (alterata dagli interventi di Carlo Cotti e con quattro apostoli invece di tre),
la Salita al Calvario (la sfilata dei soldati ha sullo sfondo la veduta di Genova con
l'avamposto della fortezza della "Briglia" e il gruppo dei tre soldati a sinistra si rifanno ad
una incisione di Andrea Mantegna, i cosiddetti Senatori, elaborata per i Trionfi di Cesare,
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serie di tele ora ad Hampton Court) e la Crocifissione presenta a sinistra un soldato ai
piedi della croce che richiama il citato modello mantegnesco. L'altare rinascimentale
smembrato nel 1578 era un'ancóna marmorea tripartita con elementi architettonici e
decorativi: nelle nicchie stavano le statue della Madonna col Bambino, ricollocata
sull'altare maggiore, tra i Santi Giovanni Battista e Pietro (acefalo), custodite ora nella
casa parrocchiale.
Nella campata nord-est: Miracolo di San Francesco d'Assisi e, in basso a destra, stemma
del 1595 della famiglia Fossati committente, forse di Giovanni Battista Tarilli di Cureglia;
nel registro inferiore: San Carlo Borromeo e la Madonna di Loreto, del 1614.
La cappella della Pesca miracolosa
Nella campata in corrispondenza dell'attuale ingresso verso ovest, la cappella fu decorata
nel primo quarto del XVI secolo: lo stato attuale degli affreschi è alquanto deperito; la volta
a crociera ha nelle vele oculi prospettici con angeli musicanti contro il cielo (simili a quelli
della pala Trivulzio di Bernardino Luini nel Duomo di Como eseguita nel biennio 15171518), in una partizione decorativa con panoplie, strumenti musicali e memento mori; nella
parete nord, che ospitava l'altare, sta una Madonna col Bambino in Gloria incoronata da
due angeli, mentre nella grande lunetta sta l'affresco della Pesca miracolosa dipinto nel
1520 circa da Bartolomeo da Ponte Tresa, soggetto caro ai morcotesi in quanto Morcote
godeva del privilegio dell'«honor piscium», ossia il diritto di pesca rilasciato dai duchi di
Milano; l'esecuzione risente l'influsso del polittico del 1519 terminato da Giovanni Antonio
De Lagaia nella Chiesa di Santa Maria della Misericordia ad Ascona e della Fuga in Egitto
del Bramantino nella chiesa di Santa Maria Asssunta del Santuario della Madonna del
Sasso; al di sotto San Giovanni Battista e Sant'Antonio abate, coevi; sulla volta: Colomba
dello Spirito Santo e angeli; sugli intradossi degli archi: gli evangelisti Luca e Giovanni e
quattro Sibille di cui solo la Delfica e la Cumana sono del primo Cinquecento, mentre
l'Ellespontica e la Frigia sono di Giovanni Battista Tarilli.
La cappella di San Giovanni Battista
Nella campata sud-ovest, nelle vele della volta: quattro Episodi della vita di San Giovanni
Battista e Profeti sull'intradosso dell'arco, firmati nel 1595 da Giovanni Battista Tarilli; nella
lunetta ovest: San Francesco che riceve le stigmate. Altari cinquecenteschi a tre scomparti
con colonne in stucco, posati in fondo alle navate laterali; quello di sinistra contiene la pala
del Rosario, della prima metà del secolo XVII, con ai lati due figure affrescate di Santi,
quasi illeggibili; sull'altare di destra nel 1595 venne collocata statua della Madonna col
Bambino in trono, della fine degli anni ottanta del Quattrocento, stilisticamente affine ai
modi di Giovanni Antonio Amadeo, con ancora parte della policromia nei capelli e nel
bordo del manto, affiancata dai dipinti dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista.
La cappella del Santissimo Sacramento
La cappella, eretta nel 1591, conserva la decorazione a stucco sulla volta a botte; altare in
stucco reca la tela della Crocifissione e i Santi Francesco d'Assisi, Caterina da Siena,
Lucia e Antonio di Padova coi committenti inginocchiati; ai lati le figure affrescate nel 1611
dei Confratelli del Santissimo Sacramento.
La capella Checcia
Nella cappella Checcia del 1581, rimaneggiata in epoca barocca e coperta da una volta a
vela nella seconda metà del secolo XVIII: affreschi illusionistici eseguiti nel 1795 da
Cipriano Pelli (1750-1822) di Aranno; sull'altare: busto di San Carlo Borromeo, del secolo
XVII. Il notevole altare maggiore marmoreo del 1758 reca la rinascimentale statua della
Madonna, dell'inizio del secolo XVI, all'origine sovrastata dall'Imago pietatis con due angeli
- ora murata nella scalinata minore che dà accesso alla chiesa - facente parte di
un'ancona tripartita con la statua di San Pietro a destra e San Giovanni Battista a sinistra:
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entrambe ora conservate nella canonica: tutte sculture di Tommaso Rodari degli anni
1490-1495 circa.
Sulle pareti laterali del coro: due quadri raffiguranti l'Adorazione dei Magi e la
Presentazione al tempio, opere realizzate nel 1779 da Davide Antonio Fossati (17081791) di Morcote; due reliquiari murali marmorei, del 1623. Il Fonte battesimale con
coperchio ligneo a tempietto, della prima metà del secolo XVII, sull'esterno della nicchia si
nota la decorazione a fresco di un altare più antico sovrastato da un timpano e incorniciato
da festoni cinquecenteschi di fiori e frutti; notevole è pure un Crocifisso manieristico.
In un vano ad ovest, contenente le scale che portano alla canonica, si notano resti di
affreschi con teste di Santi, il Martirio di San Lorenzo e l'Ultima Cena.
La chiesa conserva una preziosa pace liturgica in rame dorato da far baciare ai fedeli; è in
forma di anconetta coronata da lunetta, con modanature decorate da cherubini in rilievo,
smalto filigranato ad alveoli e smalto cloisonné rosso su fondo verde intenso; la centrale
cartellina rettangolare in argento, in parte dorato, raffigurante il Compianto sul Cristo
morto, è opera di orafo milanese degli anni 1495-1500 circa. La lunetta presenta un
sepolcro vuoto che allude al mistero della Resurrezione di Gesù.
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