Le rimanenze - o.d.c.e.c. latina

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Le rimanenze
P.C. 13
IAS 2
1
Le rimanenze
Gli elementi patrimoniali destinati ad essere
utilizzati durevolmente devono essere iscritti
nell’attivo patrimoniale in base a tale
“destinazione” (articolo 2424-bis, comma 1,
cod. civ.)
Tutti gli elementi patrimoniali che non sono
inclusi
nei
raggruppamenti
delle
immobilizzazioni
e
dei
ratei/risconti
rappresentano
il
contenuto
dell’attivo
circolante
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Le rimanenze
L’attivo circolante include gli investimenti di carattere
non durevole, in quanto destinati al consumo, allo
scambio o all’incasso e soggetti, quindi, ad un
continuo rinnovo ed a una costante sostituzione
Le
rimanenze
di
magazzino
rappresentano
investimenti in beni materiali che non costituiscono
immobilizzazioni ed il cui costo non e’ di competenza
dell’esercizio
Includono i beni destinati alla vendita o le materie e
semilavorati che concorrono alla loro produzione nella
normale attività dell’impresa.
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Le rimanenze
Art. 2424 c.c.
c) Attivo circolante
I – Rimanenze
1) materie prime, sussidiarie e di consumo
2) Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati
3) Lavori in corso su ordinazione
4) Prodotti finiti e merci
5) Acconti
Art. 2425
A) Valore della produzione
2) Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione,
semilavorati e finiti
B) Costi della produzione
11) Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di
consumo e merci
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Le rimanenze
Nella voce “Rimanenze” vengono inseriti:
•beni in giacenza presso l’azienda, esclusi i beni di
proprietà di terzi ricevuti in deposito o lavorazione
•i beni di proprietà dell’impresa, dati a terzi in
lavorazione o deposito
•i beni di proprietà dell’impresa, anche se non ancora
entrati in magazzino (cd. “merci in viaggio”)
•acconti a fornitori per beni destinati ad entrare nel
magazzino dell’impresa
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Le rimanenze
Articolo 2425 c. c.:
prevede che le rimanenze di magazzino si espongano nel conto
economico comprendendo nel valore della produzione le
variazioni delle rimanenze di:
- prodotti in corsi di lavorazione
- semilavorati
-prodotti finiti
mentre nei costi della produzione vanno ricomprese le variazioni
delle rimanenze di:
- materie prime
- merci
- materiali sussidiari e di consumo
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Le rimanenze
Ai fini della esatta individuazione del magazzino, viene
precisato che un bene va incluso nelle rimanenze solo
se l’azienda ne ha acquistato il titolo di proprietà.
Normalmente il passaggio del titolo di proprietà, da un
punto di vista sostanziale e non solo formale, determina
l'inclusione o meno dei beni nelle rimanenze di
magazzino ad una certa data, in quanto con lo stesso
vengono trasferiti i rischi relativi al bene.
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Le rimanenze
Il passaggio del titolo di proprietà si considera solitamente avvenuto:
• alla data della stipulazione del contratto di compravendita per gli
immobili.
• alla data di spedizione o di consegna per i beni mobili, secondo le
modalità contrattuali dell'acquisto ed in base al trasferimento dei
rischi dal punto di vista sostanziale. Ne consegue che le rimanenze
di magazzino possono includere anche i materiali, le merci ed i
prodotti di cui l’impresa ha già acquistato il titolo di proprietà, ma
non ancora pervenuti alla data di rilevazione del magazzino in
quanto in viaggio.
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Le rimanenze
Rilevazione
Le
operazioni
di valutazione
devono
essere
necessariamente precedute da una accurata rilevazione
delle quantità da valorizzare; questa può avvenire
alternativamente:
•in base ad un inventario fisico effettuato alla data di
riferimento del bilancio;
•attraverso la tenuta di un sistema di rilevazioni
permanenti di magazzino, la cui affidabilità andrà
verificata con una conta fisica almeno una volta l’anno.
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Le rimanenze
Una volta determinate le quantità dei beni in
giacenza si procede alla loro valorizzazione.
Il rispetto del principio della prudenza previsto
dal codice civile si concretizza nella seguente
regola generale:
le rimanenze di magazzino devono essere
valutate al minore tra
il costo storico ed il valore di mercato.
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Le rimanenze
L’articolo 2426, comma 1, n. 9), cod.
civ. prevede che “le rimanenze …. che
non costituiscono immobilizzazioni siano
iscritte al costo di acquisto o di
produzione … ovvero al valore di realizzo
desumibile dall’andamento del mercato,
se minore”.
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Le rimanenze
Il costo storico è costituito dal complesso dei costi
sostenuti per ottenere la proprietà delle rimanenze
di magazzino nel loro attuale sito e condizione
Si tratterà quindi di:
- costo di acquisto ( inclusi gli eventuali oneri
accessori) per i prodotti acquisiti per la rivendita e
per i materiali destinati alla trasformazione
- costo di fabbricazione per i prodotti già trasformati
e per i materiali in corso di trasformazione
industriale.
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Le rimanenze
Per costo di acquisto si intende il prezzo effettivo d'acquisto più gli
oneri accessori.
Il p.c. 13 esclude gli oneri finanziari.
Il costo d'acquisto dei materiali include, oltre al prezzo del materiale,
anche le spese di trasporto, dogana e le altre spese direttamente
imputabili a quel materiale
I resi, gli sconti, gli abbuoni e premi si portano in diminuzione dei costi.
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Le rimanenze
Per costo di fabbricazione si intende il costo di acquisto, come precedentemente definito,
più le pure spese industriali di produzione o di trasformazione.
Esso include:
-i costi diretti
a) Costo materiali utilizzati, ivi inclusi i trasporti su acquisti (materiale diretto).
b) Costo della mano d'opera diretta
c) Semilavorati.
d) Imballaggi.
e) Costi relativi a licenze di produzione.
- i costi indiretti per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto relativa al periodo di
fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi
criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione,
interna o presso terzi.
Il p.c. esclude i costi di distribuzione.
a) Stipendi, salari e relativi oneri afferenti la mano d'opera indiretta ed il personale tecnico
di stabilimento.
b) Ammortamenti dei cespiti destinati alla produzione
c) Manutenzioni e riparazioni.
d) Materiali di consumo.
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Le rimanenze
Costo specifico
La valutazione delle rimanenze di magazzino
presupporrebbe l'individuazione e l'attribuzione alle singole
unità fisiche dei costi specificamente sostenuti per le unità
medesime.
Tale individuazione ed attribuzione, però, non è talora
attuabile a causa
- dell'entità delle rimanenze
- della loro velocità di rotazione.
In tali casi, vengono effettuate delle assunzioni sul flusso
delle rimanenze e dei costi cui corrispondono altrettanti
metodi o criteri alternativi di determinazione del costo.
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Le rimanenze
Art. 2426, comma 1, n. 10), cod. civ.
Determinazione del costo della giacenza
“il costo dei beni fungibili può essere calcolato
col metodo della media ponderata o con quelli
del “primo entrato, primo uscito” o “ultimo
entrato, primo uscito”; se il valore così ottenuto
differisce in misura apprezzabile dai costi
correnti alla chiusura dell’esercizio, la
differenza deve essere indicata, per categoria
di beni, nella nota integrativa”.
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Le rimanenze
FIFO (first-in, first out - gli acquisti o le
produzioni più remoti sono i primi venduti).
Secondo tale metodo viene assunto che le
quantità acquistate o prodotte in epoca più
remota siano le prime ad essere vendute od
utilizzate in produzione, per cui restano in
magazzino le quantità relative agli acquisti o
alle produzioni più recenti
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Le rimanenze
Costo medio ponderato.
Secondo tale metodo le quantità acquistate o prodotte non
sono più individualmente identificabili e fanno parte di un
insieme in cui i beni sono ugualmente disponibili.
Ultimo entrato, primo uscito, o LIFO (last-in, first out - gli
acquisti o le produzioni più recenti sono i primi venduti).
Tale metodo assume che le quantità acquistate o prodotte
più recentemente siano le prime ad essere vendute od
utilizzate in produzione; per cui restano in magazzino le
quantità relative agli acquisti o alle produzioni più remote.
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Le rimanenze
Valore di mercato
Il metodo del minore tra costo e valore di mercato è diretto
ad eliminare quei costi di magazzino che non potranno
essere recuperati in futuro.
Le perdite derivanti da:
•danni
•deterioramenti
•obsolescenza
devono essere rilevate come componenti negativi del
reddito nell'esercizio in cui si possono prevedere e non
nell'esercizio in cui vengono alienate le relative partite di
magazzino.
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Le rimanenze
Per valore di mercato si intende:
• il costo di sostituzione per le materie prime, sussidiarie e
semilavorati d’acquisto che partecipano alla fabbricazione dei
prodotti finiti. E’ il costo al quale tali beni possono essere riacquistati
o riprodotti.
• Il valore netto di realizzo per le merci, i prodotti finiti, i semilavorati
di produzione e i prodotti in corso di lavorazione. E’ il prezzo di
vendita di tali beni al netto dei costi di completamento e delle spese
dirette di vendita; per i prodotti obsoleti, il valore di realizzo può
essere rappresentato dal valore di rottamazione.
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Le rimanenze
Il valore netto di realizzo o il costo di
sostituzione sono quelli riferibili alla data del
bilancio,
prestando
attenzione
anche
all’andamento dei prezzi nel periodo tra la data
di bilancio e quella della sua redazione.
Ad esempio, un andamento negativo dei prezzi di vendita in tale
periodo potrebbe determinare un valore di netto realizzo minore
rispetto a quello che di poteva calcolare alla data di chiusura
dell’esercizio, per il confronto con il costo storico dovrà essere
considerato questo nuovo valore.
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Le rimanenze
Una volta individuati il costo storico ed il valore di mercato,
la valutazione delle rimanenze al minore tra i due si effettua
di solito voce per voce al fine di non compensare perdite
previste con utili sperati.
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Le rimanenze
Informazioni in nota integrativa
Devono indicarsi i criteri applicati nelle valutazioni delle voci del
bilancio, nelle rettifiche di valore e nella conversione dei valori non
espressi all'origine in moneta avente corso legale nello Stato. Pertanto,
occorre precisare, per le rimanenze di magazzino, sia il metodo di
valutazione seguito, sia le metodologie per la formazione del costo, sia
i criteri per la determinazione delle rettifiche di valore.
Al fine di evitare la mancata evidenza di riserve occulte, se il valore
FIFO o LIFO o media ponderata è inferiore al costo corrente, la
eventuale differenza deve essere indicata nella nota integrativa. La
svalutazione dei valori riferiti alle rimanenze di magazzino deve essere
incorporata a rettifica diretta del valore iscritto nell'attivo.
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