Storia del Mali - Amici di Suor Angela

La storia del Mali è talmente antica che il paese può vantare pitture rupestri
risalenti al tempo in cui il Sahara era un paradiso di lussureggiante
vegetazione. Il primo impero di cui si ha notizia nella regione fu quello del
Ghana, distrutto nell'XI secolo dai berberi musulmani provenienti dalla
Mauritania e dal Marocco, che non gradirono molto il tiepido assenso
incontrato nella zona dalla loro religione. Verso la metà del XIII secolo,
tuttavia, Sundiata Keita, capo dell'etnia mandinka, fece strategicamente
convertire il suo popolo all'Islam e ottenne il monopolio del commercio
dell'oro e del sale. Grazie all'influenza di alcuni mansa (signori) di ideali
progressisti, Djenné e Timbuktu divennero le Shangri-la mercantili
dell'Africa occidentale: vi sorsero numerose moschee ed un paio di
università, costruite nell'intento di creare un impero vasto e potente. A est i
Songhai avevano nel frattempo fondato una città nei pressi di Gao; questa
etnia era potente e ben organizzata e, soprattutto, si era data molto da fare
per creare un esercito di professionisti e una burocrazia efficiente, mentre
l'impero del Mali era impegnato a costruire le sue università. Quando i due
popoli infine si confrontarono, i mercanti e gli studenti dovettero
soccombere ai soldati e ai burocrati e l'impero songhai si impadronì del
Sahel. Questa vittoria fu però di breve durata e la dominazione durò un
secolo soltanto, prima di un nuovo e brutale scontro con i berberi
marocchini. In quello stesso periodo le navi europee avevano iniziato a
percorrere in lungo e in largo la costa dell'Africa occidentale, aggirando così
le rotte commerciali del Sahara e riducendo sul lastrico il ricco Sahel. La
città di Timbuktu venne infine abbandonata e acquisì la fama di località
remota e inaccessibile. Nel 1883 il Mali divenne una colonia francese e,
nonostante la costruzione di qualche tratto di ferrovia e di vari sistemi
d'irrigazione, il paese fu sempre considerato il parente povero delle altre
colonie dell'Africa occidentale. Nel giugno 1960 ottenne finalmente
l'indipendenza e si unì al Senegal in una federazione di vita breve e
travagliata: nell'agosto successivo, infatti, il Senegal si staccò e Modibo
Keita divenne il primo presidente della Repubblica Indipendente del Mali.
Keita cercò di tenere il piede in due staffe, mantenendo legami a livello
politico ed economico con la Francia ma confidando allo stesso tempo
sull'appoggio militare dell'Unione Sovietica. In un impeto di orgoglio
nazionale, il Mali lasciò la zona franca nel 1962, diede corso a una propria
moneta e avviò una serie di disastrose politiche d'ispirazione socialista che
piegarono l'economia e causarono l'introduzione di varie misure d'austerità
per riequilibrare la bilancia nazionale. Questi provvedimenti furono
estremamente impopolari e portarono all'incruento colpo di stato del 1968,
che portò al potere Moussa Traoré.
Traoré governò il Mali dal 1968 al 1991, non sempre in maniera corretta e
talvolta usando pochi riguardi verso la popolazione. Il Mali fu comunque
una repubblica relativamente tranquilla negli anni '70 e '80, nonostante
diversi, e inevitabili, tentativi di golpe e uno sciopero degli studenti nel 1979
a cui fu dato grande risalto. Nel 1991 tutte le malefatte di Traoré vennero
infine alla luce: il duro trattamento riservato ai ribelli tuareg, il reiterato rifiuto
di prendere in considerazione il pluralismo politico, e la consuetudine di
aprire il fuoco su scioperanti e dimostranti, aiutarono il luogotenente
colonnello Amadou Toumani Touré ad acquisire il controllo del paese e a
nominare un civile, Soumana Sacko, a capo di un governo provvisorio. Nel
1992 ebbero luogo le elezioni politiche e venne nominato presidente Alpha
Konaré. Molti dei problemi economici di cui il Mali ha sofferto negli anni '80
vanno imputati alla devastante siccità che causò la carestia in tutto il paese,
decimando popolazione e mandrie di bestiame, prosciugando i pozzi,
facendo scomparire molti villaggi sotto la sabbia, e causando inoltre
un'invasione di locuste e topi (che divorarono il poco cibo rimasto). Infine,
quando finalmente piovve, i rovesci furono così violenti da spazzare via il
bestiame, i terreni agricoli e la vegetazione. Il Mali non è si è mai
completamente ripreso da questo devastante fenomeno, ma le recenti
scoperte di giacimenti auriferi potranno aiutare l'economia nazionale a
riprendersi. Il 19 settembre 2001, dopo essersi dimesso dalle forze armate,
Amadou Toumani Touré ha annunciato la propria candidatura alla
presidenza. In Mali lo stimano per la sua integrità e fedeltà alle istituzioni
democratiche, e il suo credito internazionale è elevato per il suo ruolo di
emissario del segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, per
l'impegno al fianco di Jimmy Carter nel cercare soluzioni ai conflitti africani.
Lo hanno eletto presidente al secondo turno, con il 65% dei suffragi. Le
elezioni si sono svolte pacificamente e sono state riconosciute da tutte le
parti politiche, dimostrando che il paese si è lasciato alle spalle la dittatura
militare e in pochi anni è riuscito a costruire salde radici democratiche.
Le riforme in Mali devono necessariamente partire dallo sviluppo di
agricoltura, allevamento e pesca (i motori dell'economia), dall'istruzione
(tasso di analfabetismo pari al 65% della popolazione), della sanità
(introdurre un sistema mutualistico), delle infrastrutture (1.000 pozzi in
altrettanti villaggi). Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo ha
classificato il Mali al 171° posto su 175 paesi. Da l dicembre 2003 è passato
all'opposizione il BARA (Fronte delle Alternative per il Rinnovo Africano),
pronto a dar battaglia in vista delle presidenziali del 2007. Dal punto di vista
della politica internazionale, continuano i rapporti con la Francia, la ex
madrepatria, e con gli Stati Uniti. Sul piano regionale, invece, la questione
fondamentale rimane il rapporto con la Costa d’Avorio.