Economia Internazionale - Soluzioni alla IV Esercitazione ∗

Economia Internazionale - Soluzioni alla IV
∗
Esercitazione
25/03/2015
Esercizio 1
a) Cosa sono le economie di scala? Come cambia la curva di oerta in presenza di economie
di scala? Perchè queste orono un incentivo al commercio internazionale? Nel caso di
economie di scala cosa comporta l'apertura al commercio internazionale?
SOLUZIONE: Con economie di scala o rendimenti di scala crescenti si intende descrivere la riduzione dei costi di produzione all'aumentare della quantità prodotta. Così,
ad esempio, se si raddoppiano gli input, dato che la loro produttività cresce in maniera
proporzionale alla quantità prodotta, l'output sarà più che raddoppiato.
Da un punto di vista graco ciò implica una mutata pendenza della curva dei costi medi
e dell'oerta che da inclinata positivamente diviene inclinata negativamente: al crescere
del volume della produzione il costo ad essa associata diminuisce.
Figura 1: Economie di scala
Il commercio internazionale permette ad ogni paese di non dover produrre TUTTI i beni
ma di potersi specializzare solo nella produzione di alcuni di essi ed importare il resto
da altri paesi. In questo modo ogni bene può essere prodotto su scala più ampia, quindi
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l'apertura al commercio internazionale nel caso di economie di scala comporta che:
1) In ogni paese i consumatori avranno a disposizione una varietà maggiore di beni a
prezzi più bassi
2) Il commercio internazionale non spinge più verso la convergenza dei prezzi relativi ma
diminuisce i prezzi ovunque dato che permette la produzione mondiale in un unico luogo
sfruttando così a pieno le economie di scala
b) Che dierenza c'è tra economie di scala esterne ed interne? Che implicazioni hanno per
la struttura di mercato? Fornire degli esempi dell'una e dell'altra
SOLUZIONE:Economie di scala interne → il costo di produzione scende all'aumentare
della quantità prodotta della singola impresa → porta verso il monopolio (naturale).
[Esempi: economie di rete (telecomunicazioni, trasporti)]
Economie di scala esterne → il costo di produzione scende all'aumentare della quantità
prodotta dall'intero settore → non porta necessariamente verso il monopolio ma favorisce
la creazione della concentrazione in distretti industriali. [Esempi: Silicon Valley, City
(Londra)]
Esercizio 2
Si consideri ora un mondo caratterizzato da economie di scala e concorrenza monopolistica
in cui ci sono solo due paesi: H e F . I due paesi commerciano automobili e i due rispettivi
mercati nazionali dell'automobile hanno le seguenti dimensioni: H = 1 milione di auto e F =
2 milioni di auto. Ipotizziamo che le funzioni di costo siano identiche nei due paesi. Siano dati
i seguenti parametri:
1
50.000
F = 800.000
c = 7.000
b =
In un modello del genere (imprese simmetriche) per caratterizzare l'equilibrio
di mercato è necessario individuare solo il numero delle imprese presenti (n) e il prezzo medio
(P ∗). Per farlo in questo caso ci serviamo di 2 equazioni da risolvere simultaneamente (mettendole a sistema):
L'equazione che mette in relazione il prezzo P al numero delle imprese n (l'equazione della
curva P P ):
SOLUZIONE:
1
b·n
L'equazione che mette in relazione il costo medio AC con il numero delle imprese n (l'equazione
della curva CC ):
F
F
AC = + c = n · + c
Q
S
P =c+
2
c) Si determini analiticamente, e poi si rappresenti gracamente, l'equilibrio nel mercato
del paese H
SOLUZIONE: Mettiamo i dati relativi al Paese H nell'equazione PP:
P = 7.000 +
1
1
50.000
·n
Come è possibile vedere si tratta di un'equazione non lineare. Possiamo comunque trovare dei punti che ci possano permettere di tracciare la curva corrispondente in maniera
semplice :
n
P
1
57.000
2
32.000
10 12.000
250 7.200
353,4 7.141
430 7.116
500 7.100
(Per la rappresentazione graca di questa e delle altre curve vedere alla ne dell'esercizio
la Fig.2 dove sono rappresentate tutte le curve)
Mettiamo poi i dati relativi al Paese H nell'equazione AC:
AC = n ·
800.000
+ 7.000 = n · 0, 8 + 7.000
1.000.000
Si tratta di un'equazione lineare. Usiamo la stessa tecnica per tracciare la curva corrispondente:
n
AC
0 7.000
250 7.200
500 7.400
L'equilibrio si ottiene mettendo a sistema le due equazioni:
(
P = 7.000 + 50.000
n
AC = n · 0, 8 + 7.000
Da cui si ottiene: n = 250 e P = 7.200.
d) Si determini analiticamente, e poi si rappresenti gracamente, l'equilibrio nel mercato
del paese F
SOLUZIONE: Mettiamo i dati relativi al Paese F nell'equazione PP:
P = 7.000 +
3
1
1
50.000
·n
Dato che questa equazione non dipende da Q e gli altri parametri sono gli stessi per
entrambi i paesi, questa equazione è la stessa del Paese H .
Nell'equazione AC invece compare Q, quindi avremo:
AC = n ·
800.000
+ 7.000 = n · 0, 4 + 7.000
2.000.000
Trattandosi di un'equazione lineare seguiamo lo stesso procedimento che abbiamo utilizzato per il Paese H .
n
AC
0 7.000
250 7.080
L'equilibrio si ottiene sempre mettendo a sistema le due equazioni:
(
P = 7.000 + 50.000
n
AC = n · 0, 4 + 7.000
Da cui si ottiene: n = 353, 55 e P = 7.141, 42
Il paese F ha un mercato caratterizzato da più imprese e un prezzo più basso.
e) Si determini analiticamente, e poi si rappresenti gracamente, l'equilibrio nel mercato
integrato (dopo l'apertura al commercio internazionale)
SOLUZIONE: L'equazione che mette in relazione il prezzo P al numero delle imprese
n (l'equazione della curva P P ) rimane sempre la stessa:
P = 7.000 +
50.000
n
L'equazione che mette in relazione il costo medio AC con il numero delle imprese n (l'equazione della curva CC ) dipende invece dalla dimensione del mercato integrato:
AC = n ·
800.000
+ 7.000 = n · 0, 27 + 7.000
3.000.000
Seguiamo lo stesso procedimento:
n
AC
0
7.000
250 7.067,5
L'equilibrio si ottiene ovviamente mettendo a sistema le due equazioni:
(
P = 7.000 + 50.000
n
4
AC = n · 15
+ 7.000
4
Equilibrio con apertura dei mercati: n = 433 e P = 7.115, 47.
Possiamo ora nalmente rappresentare congiuntamente i tre casi e trarre una conclusione
sugli eetti dell'apertura al commercio internazionale:
Figura 2: Equilibrio mercato integrato e mercati nazionali
Il commercio internazionale (come era stato anticipato) non ha prodotto una convergenza
dei prezzi relativi ma ha abbassato il prezzo ovunque e ha operato sul numero delle
imprese totali riducendolo, operando dunque una selezione.
Esercizio 3
a) Illustrare la dierenza tra commercio inter-industriale e commercio intra-industriale.
L'Unione Europea e l'introduzione dell'Euro quale hanno favorito?
SOLUZIONE: Il commercio inter-industriale o inter-settoriale riguarda lo scambio di
beni diversi (appartenenti a tipologie industriali diverse) e riette vantaggi comparati
derivanti dalle diverse caratteristiche dei paesi.
Il commercio intra-industriale o intra-settoriale riguarda lo scambio di beni simili (appartenenti alla stessa industria) ma dierenziati. Questo tipo di commercio può avvenire
anche se i due paesi hanno le stesse dotazioni fattoriali in quanto si basa sulle economie
di scala.
L'Unione Europea e l'introduzione dell'Euro hanno favorito il commercio intra-industriale
avendo eliminato molte barriere e ostacoli al commercio internazionale tra i paesi membri
che sono caratterizzati da dotazioni fattoriali simili.
b) Illustrare uno o più possibili indici del commercio intra-industriale. Stimare tali indici
con riferimento a un paese il cui settore auto è caratterizzato dalle seguenti importazioni
e esportazioni in 4 diversi casi:
1- esportazioni=15 miliardi di euro, importazioni=5
2- esportazioni=20 miliardi di euro, importazioni=0
3- esportazioni=0 miliardi di euro, importazioni=20
5
4- esportazioni=10 miliardi di euro, importazioni=10
SOLUZIONE: Un primo indice atto a misurare la rilevanza del commercio intraindustriale è l'indice di Gruber-Lloyd:
I1 = 1 −
|exp −imp|
exp +imp
Un secondo indice è quello riportato nella nota del vostro libro:
I2 =
min{exp, imp}
(exp +imp)/2
Passiamo al calcolo dei vari indici per i due casi e vediamo se le misurazioni si dierenziano:
1)
|15 − 5|
= 0.5,
20
I2 =
5
= 0.5
10
I1 = 1 −
|20 − 0|
= 0,
20
I2 =
0
=0
10
I1 = 1 −
|0 − 20|
= 0,
20
I2 =
0
=0
10
I1 = 1 −
|10 − 10|
= 1,
20
I2 =
10
=1
10
I1 = 1 −
2)
3)
5)
I due indici forniscono sempre esattamente lo stesso valore di commercio intra-settoriale:
gli indici sono uguali a 1 quando le importazioni sono uguali alle esportazioni mentre sono
uguali a 0 quando il commercio del paese in quel settore è composto solo da importazioni
o esportazioni.
c) Cosa si intende per dumping? E per dumping sociale?
SOLUZIONE: Dumping → Vendita di un bene o servizio su un mercato estero ad un
prezzo inferiore rispetto a quello applicato dalla stessa impresa nel proprio mercato nazionale
Dumping sociale → Applicazione di un prezzo più basso e concorrenziale dovuto alla
localizzazione dell'attività in aree con costo del lavoro molto basso.
d) Cosa sono gli IDE? Che dierenza c'è tra IDE orizzontali e verticali? Quali sono due tra
le più grandi multinazionali italiane? Da che tipo di IDE sono caratterizzate?
SOLUZIONE: Con IDE si intende descrivere gli Investimenti Diretti Esteri, ossia quel
tipo di investimenti internazionali che comportano un certo grado di coinvolgimento dell'investitore nella gestione dell'investimento stesso. Si distingue fra IDE orizzontali e
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verticali:
IDE orizzontali
→ La liale aperta all'estero replica il processo produttivo della casa
madre. Motivi principali: prossimità ai mercati, aggiramento di barriere doganali, protezione della tecnologia proprietaria. Contro: trade-o tra prossimità e concentrazione.
IDE verticali → La liale aperta all'estero si occupa di una fase produttiva particolare.
Motivi principali: eliminazione dei cosi di transazione e dei rischi legati all'approvvigionamento di materie prime o beni intermedi, sfruttamento di manodopera a basso costo.
Contro: trade-o tra imponente costo sso di stabilimento della nuova liale e sfruttamento di costi variabili minori.
Due tra le maggiori multinazionali italiane sono ENI ed ENEL. Entrambe sono caratterizzate sia da IDE orizzontali che da IDE verticali ma volendo dierenziare:
ENI → IDE verticali (stabilimenti in Nigeria, Libia, etc) per reperimento materie prime
ENEL → IDE orizzontali (come per l'acquisizione di Endesa in Spagna) per l'entrata in
altri mercati nazionali.
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