Mario Sandri

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Mario Sandri, [email protected], http://xoomer.virgilio.it/mario.sandri
LA LEGGENDA DEL VELLO D’ORO
IARA Group, GRRAT, SdR RadioAstronomia UAI, Società Italiana di Fisica
In questo numero torniamo a parlare di una
costellazione zodiacale e più precisamente la prima tra
tutte: l’Ariete.
La costellazione dell’Ariete è circondata a est dal Toro,
facilmente identificabile grazie alle sue innumerevoli
caratteristiche, tra le quali le Pleiadi e Aldebaran, a
ovest dai Pesci, di più difficile identificazione, e a nord
da Andromeda, nota per la galassia che prende il suo
nome. Questo gruppo di stelle non è particolarmente
luminoso e la sua forma non è facilmente
rappresentabile.
L’importanza di questa costellazione, comunque, non
risiede nelle sue dimensioni o nella sua forma, bensì
nel fatto che in essa cadeva anticamente il Punto
equinoziale di Primavera, chiamato anche Punto
d’Ariete o Punto gamma perché tale lettera greca (γ)
rappresenta una testa stilizzata d’ariete. Questa
caratteristica ha fatto sì che la costellazione fosse
identificata come la prima tra quelle zodiacali.
Attualmente, questo importante punto astronomico si è
spostato per effetto della precessione degli equinozi ed
ora si trova nella vicina costellazione dei Pesci.
Interessante è ricordare che Bartschius, genero di
Keplero il noto astronomo famoso per le sue leggi sul
moto planetario, disegnò nel suo globo celeste del 1623
una nuova costellazione, una “Mosca”, utilizzando
parte delle stelle appartenenti all’Ariete. Tale asterismo
si trova ancora in carte dell’epoca, ma venne poi
definitivamente trascurato ed oggi è del tutto
scomparso lasciando quindi in esistenza soltanto la
Mosca posta in precedenza da Bayer nell’emisfero
australe.
Altresì è curiosa la storia di una stella appartenente a
tale costellazione, cioè 53 Ari o UW Ari. Tale stella, al
di sotto della soglia di visibilità a occhio nudo, fu
notata per la sua alta velocità spaziale che la fa
rientrare nella ristretta categoria, formata da soli tre
membri, delle runaway star, cioè “stelle fuggitive”. È
una stella che cinque milioni di anni fa si è allontanata
rapidamente dalla sua zona di origine, la Nebulosa di
Orione. Sfortunatamente non si conoscono con
precisione le cause che hanno portato questa stella così
lontano dal luogo dove è nata.
Per quanto concerne la mitologia, l’ariete è l’animale
dal vello d’oro che Nefele, la regina di Beozia
abbandonata dal marito Atamante, mandò sulla terra
per salvare i figli Frisso ed Elle, che stavano per essere
sacrificati dal padre. Questi era stato raggirato da Ino,
la sua nuova compagna, che mal vedeva i figli della
prima moglie di Atamante, e pertanto aveva ordito una
trama per eliminarli. L’intervento di Nefele salvò loro
la vita: appena videro l’ariete, infatti, vi saltarono sopra
e volarono verso la Colchide. Durante il viaggio, però,
Elle cadde nel braccio di mare che separa l’Asia
Minore dall’Europa e annegò; in suo onore i Greci
battezzarono quel tratto di mare Ellesponto. Arrivato in
Colchide, Frisso sacrificò l’ariete e ne donò il vello al
re locale, Eeta, di cui sposò la figlia, Calciope. Una
volta morto, Frisso tornò in patria sotto forma di
spettro per tormentare il cugino Pelia, che aveva
spodestato il re di Tessaglia. Il regno spettava in realtà
a Giasone, e Pelia promise di restituirglielo se fosse
riuscito a riportargli il vello d’oro. Giasone, allora,
intraprese la spedizione assieme agli Argonauti e
raggiunse la Colchide. Poiché il re Eeta si oppose alla
restituzione del vello d’oro, decise di sottrarlo
furtivamente, ma il prezioso manto era custodito da un
serpente che non dormiva mai. Fu grazie all’aiuto della
figlia di Eeta, Medea, innamorata di Giasone, che in
seguito sposò, che Giasone riuscì a compiere la sua
impresa.
Come ultima cosa, ma non in ordine di importanza,
desideriamo ringraziare tutti i nostri lettori per
l’interesse che sempre ci avete dimostrato in questo
ultimo anno. Vi salutiamo augurandovi Buon Natale e
Felice Anno Nuovo e… ovviamente cieli sereni a tutti!
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