Osservazioni sulla complessità delle varietà di Chow Lucio Guerra1 1. Introduzione Un collegamento introdotto da Catanese [1] tra gli spazi My = spazio dei moduli delle superfici di tipo generale con K 2 = y, Cn,k (Pr ) = varietà dei cicli di dimensione n e grado k nello spazio proiettivo Pr , è dato dalla relazione # comp irrid My ≤ # comp irrid C2,9y (P5 ), insieme con la stima (lemma di Andreotti-Bezout) # comp irrid Cn,k (Pr ) ≤ DF , se Cn,k (Pr ) ha equazioni di grado ≤ D e codimensione ≤ F nel suo spazio ambiente. Applicando questo stesso lemma non direttamente alla varietà dei cicli ma a una varietà che la domina, Kollár [4] trova che il # comp irrid Cn,k (Pr ) è maggiorato da » „ « „ «– (r+1) k k + n − 1 + k + n − 1 n rk + k r n−1 n che ha rispetto a k un andamento come k k . In questa nota si verifica che lo studio delle equazioni di Chow, a causa della complessità computativa della eliminazione di variabili, fornisce una maggiorazione del tipo [k(n + 1)]2 [k(r+1)+(r+k)(n+1)] k che ha un andamento come k 2 . 2. Preliminari Sia Z una sottovarietà di dimensione n e grado k nello spazio proiettivo Pr = P(V ). Esiste un polinomio irriducibile FZ (u0 , . . . , un ), omogeneo di grado k rispetto a ogni ui ∈ V ∨ , tale che FZ (u0 , . . . , un ) = 0 se e solo se lo spazio lineare u0 (x) = · · · = un (x) = 0 incontra Z. Questo polinomio FZ , che è unico a meno di proporzionalità, è detto la forma associata della varietà Z, e i suoi coefficienti P sono detti le coordinate di Z. La forma associata di un ciclo positivo Z = ai Zi Q ai di dimensione pura n è definita come FZ = FZi . Sia F lo spazio proiettivo dei polinomi multi-omogenei di grado k in u0 , . . . , un . In virtù del teorema di Chow [2], l’insieme Cn,k (Pr ) delle forme associate FZ dei cicli Z di dimensione n e grado k in Pr è un sottoinsieme algebrico di F. Il gruppo speciale lineare SL(n+1) agisce sulle P successioni u = u0 , . . . , un tramite la sostituzione A, u 7−→ A u = u0 , dove u0i = j aij uj , e dualmente agisce tramite 1 Maggio 1996. Dipartimento di Matematica, Università di Perugia, via Vanvitelli 1, 06123 Perugia. e-mail: [email protected]. 1 F (u) 7−→ F (Au) sullo spazio dei polinomi F. Sia F0 ⊂ F il sottospazio lineare dei polinomi invarianti sotto SL(n + 1). Poichè le forme associate FZ sono invarianti, Cn,k (Pr ) è infatti una sottovarietà di F0 . 3. Equazioni di Chow 3.1. Condizioni necessarie e sufficienti perchè una forma F (u0 , u1 , . . . , un ) sia associata ad un ciclo sono: 1. F sia invariante rispetto a GL(n + 1); 2. per ogni u1 , . . . , un esistono x1 , . . . , xk tali che 2.1 F (u0 , u1 , . . . , un ) ≡ u0 (x1 ) · . . . · u0 (xk ) proporzionali come polinomi in u0 ; 2.2 ui (xj ) = 0 per ogni i = 1, . . . , n e per ogni j = 1, . . . , k; 2.3 per ogni xj e per ogni v0 , v1 , . . . , vn che passano per xj si ha F (v0 , v1 , . . . , vn ) = 0. Nota. Vedere [3]. Le condizioni 2 da sole sono sufficienti, come in [2]. Avendo aggiunta la condizione 1, si può dimostrare che 1 + 2.1 implica 2.2 ma non 2.3. 3.2. Come queste condizioni si traducono in equazioni. La condizione 1 rappresenta le equazioni lineari del sottospazio F0 ⊂ F. La proporzionalità 2.1 è una condizione bilineare su due polinomi, che si può ricordare nella forma F (u0 , u1 , . . . , un ) ∧ u0 (x1 ) · . . . · u0 (xk ) = 0. Ogni forma lineare passante per un punto x si può scrivere come x · s := s(x, −), dove s è una forma bilineare antisimmetrica. Posto allora P F (x · s0 , x · s1 , . . . , x · sn ) = ϕα (F, x) Mα (s0 , s1 , . . . , sn ), la condizione 2.3 si può scrivere nella forma equivalente: ϕα (F, xj ) = 0 per ogni j ed ogni α. I polinomi ϕα sono lineari in F e di grado d = k(n + 1) rispetto alla variabile x. I gradi osservati di queste equazioni sono riassunti nella tabella. F u1 , . . . , un x1 , . . . , xk 1 − − 1 2.1 1 k, . . . , k 1, . . . , 1 2.2 − 1 1 2.3 1 − d, . . . , d 3.3. Nello spazio delle successioni F, u1 , . . . , un , x1 , . . . , xk le equazioni I = (1 + 2.1 + 2.2 + 2.3) definiscono una varietà V (I). Detta π la proiezione che dimentica le x, le equazioni I0 : P (F, u1 , . . . , un ) = 0 tali che π(V (I)) = V (I0 ) eliminano le variabili x1 , . . √ . , xk . Si può prendere I0 = π(I), l’ideale risultante, oppure anche un ideale tale che I0 = π(I). Le condizioni perchè F sia una forma associata equivalgono dunque alla condizione che: per ogni u1 ,P . . . , un la successione F, u1 , . . . , un appartenga a V (I0 ). Posto P (F, u1 , . . . , un ) = pα (F ) Mα (u), si ottengono equazioni di Cn,k (Pr ) J : pα (F ) = 0 per ogni α ed ogni P ∈ I0 . 2 Notare che il grado di un polinomio pα è il grado del corrispondente P rispetto alla variabile F . 4. Eliminazione di variabili 4.1. Siano f1 , . . . , fp polinomi omogenei di grado ≤ d nelle variabili x0 , . . . , xr con coefficienti indeterminati. Esiste un ideale che elimina le x generato da polinomi r omogenei di grado ≤ 2r d2 −1 nei coefficienti di f . Qualche risultato del genere è sicuramente ben noto nel campo dell’algebra computativa. Il presente enunciato è stato ricavato sulla base del metodo esposto in [5]. Si deducono facilmente i seguenti corollari. 4.2. Se i coefficienti indeterminati di f sono specializzati come polinomi omogenei di grado ≤ d rispetto a nuove variabili x0 , si trova un ideale che elimina le x generato r r+1 da polinomi omogenei di grado ≤ 2r d2 nelle x0 , e questo grado è ≤ d2 se d ≥ 2. 4.3. Se f1 , . . . , fp sono polinomi multi-omogenei di grado massimo d ≥ 2 rispetto alle serie x1 , . . . , xk di r + 1 variabili ciascuna, con coefficienti indeterminati, esiste k(r+1) un ideale che elimina x1 , . . . , xk generato da polinomi omogenei di grado ≤ d2 nei coefficienti di f . 4.4. Applicando 4.3 alle equazioni I, in cui d = k(n+1) è il massimo grado relativo rispetto alle x, preso dalla tabella, si trovano equazioni di grado ≤ D = d2 k(r+1) nei coefficienti delle I, che a loro volta sono omogenei nelle altre variabili, di grado 1 rispetto a F . Applicando 3.3 si trovano dunque equazioni I0 di grado ≤ D rispetto a F , infine si trovano equazioni J di grado ≤ D. 4.5. Poichè dim F ≤ n +c 1 − 1 dove c = r +k k , si può prendere F = 2(r+k)(n+1) e si ottiene l’enunciato nella introduzione. Nota. Si potrebbe prendere come F il valore della dimensione dim F0 , che è dato dalla postulazione in grado k della grassmanniana Gn+1 (P). 5. Bibliografia 1. Catanese,F.: Chow varieties, Hilbert schemes and moduli spaces of surfaces of general type. J. Alg. Geom. 1 (1992), 561-595. 2. Chow,W.L., v.d.Waerden,B.L.: Zur algebraischen Geometrie, IX: Über zugeordnete Formen und algebraische Systeme von algebraischen Mannigfaltigkeiten. Math. Ann. 113 (1937), 692-704. 3. Gelfand,I.M., Kapranov,M.M., Zelevinski,A.V.: Discriminants, resultants, and multidimensional determinants. Birkhauser 1994. 4. Kollár,J.: Rational Curves on Algebraic Varieties. Springer 1995. 5. Segre,B.: Prodromi di Geometria Algebrica. Roma: Cremonese 1972. 3