Sapere e conoscere politico - seminario de filosofia del derecho

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SAPERE E CONOSCERE POLITICO.
SAPERE E CONOSCERE POLITICO. ......................................................................................................................... 1
SAPERE E CONOSCERE..................................................................................................................................................... 1
Classificazione dei saperi.......................................................................................................................................... 1
Saperi umani ............................................................................................................................................................................2
SAPERE EVIDENTE ........................................................................................................................................................2
SAPERE RAZIONALE RAGIONATO .............................................................................................................................2
SAPERE RAZIONALE NON RAGIONATO ...................................................................................................................3
SAPERE RIVELATO ........................................................................................................................................................3
Categorie di saperi razionali ....................................................................................................................................................4
SAPERE COMUNE ...........................................................................................................................................................4
SAPERE TECNICO ...........................................................................................................................................................4
SAPERE SCIENTIFICO E FILOSOFICO .........................................................................................................................4
I saperi politici .........................................................................................................................................................................5
IL SAPERE POLITICO COMUNE ...................................................................................................................................5
SAPERE POLITICO TECNICO ........................................................................................................................................6
SAPERE POLITICO SCIENTIFICO .................................................................................................................................7
SAPERE FILOSOFICO DELLA POLITICA ....................................................................................................................8
Sapere e conoscere
Questa introduzione al metodo filosofico, che si definisce anche sapere filosofico, ha per
oggetto una approssimazione metodologica senza la quale non sarebbe possibile intraprendere lo
studio della disciplina che si intende svolgere. Senza possedere un buon metodo, risulta difficile
poter studiare Filosofia Politica.
Per cominciare, è necessario distinguere con precisione i concetti che hanno relazione con il
mondo della «gnosis»; per questo bisogna distinguere tra il concetto di “sapere” e quello di
“conoscere”, giacchè non hanno un medesimo significato e non possono essere usati
indifferentemente.
Sapere è “percepire ciò che è”, ovvero sia “il sapere” non implica altra cosa che
l’adeguamento “dell’essere” al suo stadio. Per questo il sapere è una qualità di tutti gli esseri
dell’Universo nella misura in cui “sanno” qual è la loro condizione nel mondo e inesorabilmente la
compiono.
Conoscere è rivelare ciò che “è” attraverso la ragione. Pertanto la conoscenza è una qualità
esclusiva dell’uomo, il quale malgrado non sempre conosce, cioè non sempre rivela mediante la
ragione “l’essere” delle cose, scopre sempre le cose medesime in presenza della ragione, essendo
questa una qualità inerente alla sua natura razionale.
Classificazione dei saperi
I tipi di sapere possono corrispondere a tre tipi a seconda che vengano relazionati con la
ragione. Pertanto possiamo distinguere:
-
-
Razionali: sono propriamente quelli che appartengono all’uomo nella misura in cui sono
percepiti mediante la ragione.
Possono distinguersi a loro volta:
Non ragionati per superiorità: sono quelli a cui l’uomo si assoggetta senza resistenze e la
cui ragione accetta proprio perchè ammette i limiti cui è sottoposta. (Esempio: la
rivelazione).
-
Non ragionati per inferiorità: sono quelli cui l’uomo è soggetto e la cui ragione accetta
parimenti nella misura in cui l’uomo partecipa biologicamente e materialmente agli istinti
degli esseri vivi.
SAPERI UMANI
Per un altro verso i saperi propriamente umani possono essere classificati in virtù della forma in
cui sono percepiti dalla ragione.
SAPERE EVIDENTE
Il sapere evidente consiste nel percepire la verità della cui realtà non si dubita per il
semplice fatto di trovarla in presenza della ragione.
È questo un sapere certo, posto che consiste nell’azione medesima del captare la verità mediante
l’esperienza. Pertanto non vi è margine di errore perchè si fonda nella realtà stessa che si conosce.
Non è la conoscenza di un concetto, ma il percepire la realtà che si presenta ai sensi, di modo
che il soggetto non necessita della formulazione di concetti previ né di idee pre-giudiziali.
Effettivamente si tratta di un sapere in cui l’evidenza vince l’intendimento per il semplice fatto
che quest’ultimo deve sottomettersi alla realtà che acquista mediante l’esperienza. È inoltre un
sapere razionale, cioè la ragione la quale si assoggetta senza resistenze alla verità così conosciuta,
anche quando non è un sapere ragionato dato che non necessita di ragionamento alcuno.
SAPERE RAZIONALE RAGIONATO
Sono saperi razionali ragionati quelli la cui verità è conosciuta mediante l’uso della
ragione, ragione consustanziale all’essere umano e senza cui l’uomo cesserebbe di essere
uomo.
Quando la verità non può essere percepita in maniera evidente dall’uomo, cioè nella maggior
parte dei casi, è necessaria l’attività razionale, cioè la ricerca della verità mediante l’uso della
ragione, cioè mediante il ragionamento.
Nella misura in cui l’intendimento conosce la cosa e la ragione è capace di spiegarla si può dire
che l’uomo sa o conosce intorno a quella cosa.
In questo caso il sapere ed il conoscere sono coincidenti, giacché questo tipo di saperi a
differenza di altri si fonda sulla ragione e proviene senza eccezione da un atto o esercizio di questa.
I saperi ragionati sono quindi esclusivi dell’uomo.
L’obbiettività di questo tipo di sapere risulta dall’adeguamento del medesimo alla realtà che ha
per oggetto, di modo che possiamo affermare che questo sapere sarà tanto più vero quanto più si
fonderà alla cosa o oggetto che debba conoscere. Solo in questo modo può sostenersi l’idea di una
conoscenza valida per tutti.
Nonostante l’adeguamento della conoscenza alla verità, questo tipo di conoscenza può essere
variabile nella misura in cui la realtà può cambiare. Come è noto la realtà non è permanente ma
evolutiva, può addirittura produrre bruschi cambi o mutamenti; per questa ragione l’intendimento
deve di per se stesso assoggettarsi alla suddetta possibilità e ammettere che ogni sapere ragionato
può e deve essere sottomesso a revisione o cambio. Sia in ragione della scoperta delle realtà prima
non conosciute (la rotondità della Terra durante il Medioevo) sia per cambi che la realtà può
manifestare (apparizione o cambi nella realtà circostanziale dell’uomo).
Le verità umane (le conoscenze umane) dipendono così tanto dalle imperfezioni della creatura
razionale come dal cambiamento negli esseri e nelle cose – tutti loro limitati e imperfetti senza
eccezione alcuna – che formano l’Universo.
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Per cui possiamo manifestare che il sapere ragionato suppone la perpetua lotta per il
conseguimento della verità e che proprio questo affanno conduce l’uomo a un maggiore
perfezionamento del sapere nei suoi metodi e contenuti.
SAPERE RAZIONALE NON RAGIONATO
Sono saperi non ragionati quelli che possiedono gli esseri fuori dall’ambito del conoscere
della ragione, quando compiono inesorabilmente le regole che si riferiscono al posto che
occupano nel mondo.
Questo sapere è inerente all’idea di ordine. In effetti l’ordine è la regola generale dell’Universo,
senza cui non sarebbe possibile l’equilibrio ed il sostegno dell’Universo medesimo che può
sostenersi per la permanenza di un ordine che per altro verso implica anche continuo movimento ed
evoluzione.
Le caratteristiche dell’ordine sono:
La disuguaglianza: ogni ordine implica disuguaglianza, l’uguaglianza non può mai essere
ordinata, giacchè in essa non vi è gerarchia alcuna. Se tutti gli esseri fossero esattamente
uguali la nozione di ordine non sarebbe necessaria. Proprio la disuguaglianza è ciò che
permette di stabilire una gerarchia tra le cose ed in conseguenza di ciò porre ogni cosa al
proprio posto.
L’ordine rende possibile localizzare le cose, giacchè nel caos non è possibile localizzare
nulla.
Affinché esista Ordine è necessaria l’esistenza di un principio ordinatore. Per esempio
quello che la Scolastica ha definito Legge Eterna, facendola coincidere a seconda dei casi
con la volontà o la ragione di Dio.
Quando l’uomo si sottomette all’ordine incoscientemente partecipa di questo sapere per cui si
può dire che possiede un sapere non ragionato. L’uomo può essere partecipe di questo sapere in
tre distinti modi:
a) nella misura in cui è un essere soggetto alle leggi fisiche (es. la legge di gravità)
b) nella misura in cui è un animale soggetto ad attività vegetative e ad istinti (es. respirare)
c) nella misura in cui è un essere razionale e avverte l’esistenza di questo ordine universale
assoggettandosi allo stesso e ricercando il perchè delle cose che i suoi sensi percepiscono.
A differenza degli altri esseri, l’uomo non conosce irrazionalmente ma lo fà sempre in presenza
della ragione, per questa ragione la conoscenza così sviluppata si denomina non ragionata. Si
può sostenere che mentre gli esseri posti gerarchicamente dopo l’uomo “sanno” ciecamente
compiere le loro rispettive norme, senza possibilità di arrivare a “comprenderne” le ragioni,
l’uomo ha la possibilità di arrivare a capire i motivi di quei processi che egli sviluppa
irrazionalmente così come fanno le piante.
La trasformazione del sapere non ragionato in saperi ragionati produce l’incremento e lo
sviluppo delle conoscenze scientifiche.
SAPERE RIVELATO
Il sapere rivelato o sapere di fede è quel sapere certo e sicuro di ciò che non si è visto.
La certezza e sicurezza di questo sapere non si fonda nella immediata visione della realtà, ma
piuttosto nella convinzione che chi ce lo rivela non può ingannarci. Si tratta, dunque, di un motivo
di fiducia, di cieca credenza nella buona fede e nella infallibile saggezza di colui che ci trasmette il
sapere.
Non è questo un sapere ragionato nonostante possa essere ragionato mediante la teologia. Non è
nemmeno un sapere irrazionale giacché la ragione si assoggetta di buon grado alla testimonianza del
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“datore della verità” e ci crede. Si potrebbe affermare che si tratta di un sapere a-razionale, nel
senso che trascende il piano di ciò che la ragione arriva a spiegare, ma non trascende il piano di ciò
che la ragione è disposta a credere.
CATEGORIE DI SAPERI RAZIONALI
SAPERE COMUNE
Il sapere comune è un sapere evidente. È la comprensione diretta e immediata della realtà
attraverso la semplice presenza di questa di fronte a tre aspetti che la ragione stabilisce:
a) l’esistenza di un ordine gerarchico nell’Universo
b) la particolare situazione dell’uomo all’interno di questo ordine
c) l’obbligo dell’uomo libero di adattarsi al suddetto ordine.
Sono proprio queste caratteristiche a fare in modo che l’uomo sia un essere libero e con capacità
di giudizio morale. Proprio la sua capacità di fare il bene (adattarsi all’ordine) o fare il male
(sfidare l’ordine) è ciò che lo trasforma, è bene sottolinearlo, in un essere libero. Senza questo
tipo di sapere l’uomo cesserebbe di essere uomo.
Sul piano speculativo l’ordine è conosciuto in modo identico da tutti gli esseri umani attraverso
la manifesta evidenza del senso comune. Questo senso comune è proprio di tutti gli uomini e
suppone la conoscenza dei primi principi o dei principi più elementari.
SAPERE TECNICO
Il sapere tecnico è il sapere pratico nell’utilizzo degli strumenti o delle regole utili per lo
svolgimento di una determinata attività.
Il sapere tecnico può essere inteso in due modi:
a)
come sapere dedotto dall’applicazione. In questo caso la tecnica diventa indipendente e
autonoma;
b)
come applicazione a fatti, oggetti o attività di certi principi stabiliti dalla scienza. In tal
caso la tecnica appare come un sapere derivato dalla scienza e strettamente legato ad essa
per esserle utile.
Tra la tecnica e la scienza sono sempre esistite una forte concorrenza e competizione, nella
misura in cui entrambi i saperi pretendono di avere un certo primato gerarchico l’uno sull’altro.
La perpetua lotta del sapere tecnico per cercare di dominare quello scientifico consiste nella
agonica impresa di invertire il valore dei saperi, di imprigionare l’obiettività della verità nella
prigione della retorica superba, della grammatica insidiosa o dei modelli strutturali tanto di
moda. Un esempio storico molto chiaro di questo fenomeno lo riscontriamo nella sofistica greca
in cui la ribellione delle tecniche oratorie, della capacità discorsiva, della facile demagogia ha
preteso di soppiantare l’obiettività del sapere filosofico.
SAPERE SCIENTIFICO E FILOSOFICO
I saperi scientifico e filosofico hanno entrambi la stessa qualità; sono saperi certi, sicuri,
sistematici e universalmente validi.
Entrambi i saperi in effetti sono certi e sicuri, visto che i loro risultati sono ammessi dalla
capacità razionale umana. Quando ci riferiamo a certezza e sicurezza non vogliamo riferirci ad una
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sua possibile prova empirica, ma alla sua perfetta spiegazione razionale. Diversamente non soltanto
la filosofia mancherebbe di queste qualità, ma anche la scienza, poiché come sappiamo alcune
verità scientifiche – dopo Einstein – non hanno ancora incontrato l’ambito empirico nel quale poter
essere dimostrate. Per un altro verso entrambi i saperi sono sistematici nella misura in cui sono un
insieme di unità di conoscenza reciprocamente relazionate che formano un tutto complesso e
ordinato. Da ultimo, sono universalmente validi nella misura in cui i loro contenuti sono
ugualmente validi in tutto il loro sviluppo così come per tutti i loro destinatari.
I suddetti saperi sono senza dubbio diversi tanto per la loro origine quanto per il loro ambito di
applicazione.
a) Per la loro origine le scienze derivano dalla razionalizzazione delle tecniche, quando queste
acquisiscono un grado di certezza, sicurezza e universale validità per tutti i casi particolari, mentre
la filosofia deriva dalla razionalizzazione dei miti e concetti religiosi intorno all’uomo, al cosmo e
alla vita.
b) Per il loro ambito di applicazione le scienze si moderano a categorie del sapere razionale
umano, di modo che il campo di studio delle scienze appare limitato ed esclusivo. Proprio per
questa ragione è necessario parlare di scienze al plurale, giacché si tratta di saperi che riguardano
rami particolari). La Filosofia, invece, tenta di fornire una visione totale dell’Universo, poiché il
proprio campo di studio non è limitato; per questo sembra utile parlare di filosofia al singolare. La
filosofia rappresenta un unico metodo con un solo ambito di studio, la qual cosa non impedisce di
parlare di diversi sistemi filosofici, così come la fisica, essendo una scienza diversa dalle altre, può
a sua volta ammettere diversi sistemi mediante i quali realizzarsi.
Per le suddette ragioni, sembra logico che le scienze rimangano subordinate alla filosofia che
come criterio ispiratore delle stesse le orienti nei giusti contenuti delle loro azioni. Ciò nonostante
questa subordinazione gerarchica non è risultata esente nella storia delle polemiche tutte le volte che
le scienze hanno preteso di relegare la filosofia ad un ruolo secondario. Per contro quando dal
sapere scientifico si è voluto coprire gli obiettivi della filosofia gli attori hanno finito (e come
poteva essere altrimenti) per fare filosofia e non scienza. Alla fine tutto questo fa pensare che
proprio la filosofia è ciò che permette all’uomo di vincere le paure e i timori intorno alla
opportunità di materializzare quelle azioni che la scienza gli permette.
I SAPERI POLITICI
Sono saperi politici quelli risultanti dell’applicazione all’ambito della politica di tutti quei
diversi saperi fin qui menzionati.
IL SAPERE POLITICO COMUNE
Il sapere politico comune è quel sapere razionale ed evidente grazie al quale tutti gli
uomini si trovano in condizione di partecipare alle istituzioni, attività politiche o relazioni
sociali con i criteri della ragione, senza necessità di studi speciali ne di approfondimenti
filosofici nella considerazione dei fatti o delle cose.
Caratteristiche
È un sapere a) evidente, b) universale, c) presuppone la conoscenza dell’ordine, d) logico.
a) È evidente in quanto appare e si conquista attraverso la mera contemplazione;
b) È universale poichè lo possiedono tutti gli uomini dato che tutti hanno una natura politica
(Zoon Politikon. Aristotele).
c) Presuppone la conoscenza dell’ordine in quanto è sapere comune e, come abbiamo studiato,
questo tipo di sapere si fonda su tale presupposto.
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d) È sapere logico in quanto è la logica direttamente percepita.
Ciò che non è
Questo sapere non è: a) un mero sentimento, b) sapere tecnico, c) sapere scientifico né
filosofico, d) una mera censura morale.
a) questo sapere non è un mero sentimento, posto che questi ultimi rimangono fuori dalla
ragione e il sapere politico comune è l’evidenza politica direttamente percepita dalla
ragione. Si tratta di un sapere che permette di rifiutare, perchè indecoroso, qualunque
fatto, relazione o istituzione politica che abbia uno sviluppo nella vita sociale. Attraverso
esso si censura la mancanza di decoro, rispetto o considerazione verso il senso comune
della politica nell’ambito dello svolgimento della vita sociale concreta.
b) Non è un sapere tecnico e questo per diverse ragioni: I) per la rilevanza delle sue fonti,
giacché la tecnica si basa su regole imposte dalla scienza politica, mentre il sapere
politico comune si basa sul senso comune che riguarda la politica. II) per la sua forma,
difatti il sapere tecnico opera sempre su norme o regole mentre il sapere politico comune
agisce su principi universali che hanno le loro radici nella ragione. III) per il suo ambito,
in quanto il sapere tecnico si avvicina a quello della politica concreta, nazionale,
internazionale o globale, mentre il sapere politico comune si trova al di sopra dei saperi
politici particolari. IV) per i sui effetti, poichè il sapere tecnico non fa distinzioni tra
tecniche arbitrarie o indecorose e tecniche giuste o decorose, mentre il sapere politico
comune le distingue e per questo possono così esser classificate. V) per il suo contenuto,
dato che il sapere tecnico è un sapere pratico o di applicazione, mentre il sapere comune
è un sapere di creazione.
c) Non è un sapere scientifico, per cui anche se questo è un sapere ragionato sui fatti e le
istituzioni politiche, non è il sapere che favorisce la creazione di suddette istituzioni. La
scienza studia la realtà ma non la crea laddove il senso comune è l’origine di ogni
istituzione politica. Inoltre il sapere scientifico della politica è sempre la costruzione
dottrinale, in generale complessa e complicata, di un politologo, mentre il sapere
comune della politica è di una semplicità elementare. Da ultimo il sapere scientifico è in
generale un sapere individuale o di gruppi, mentre il sapere comune della politica è
universale.
Non è nemmeno filosofia anche se presenta elementi coincidenti. Per questo motivo
possiamo affermare che la filosofia politica e il sapere politico comune coincidono per il
fatto che entrambi sono creatori della politica, entrambi procedono dalla considerazione
universale dei valori che soggiacciono nell’attività politica e per il fatto che entrambi
nascono da una ragione che si presenta come universale. Al contrario, si differenziano
per il fatto che il sapere politico comune è evidente, mentre la filosofia politica è
ragionata e anche per il fatto che il sapere comune della politica non è sistematico,
mentre lo è la filosofia politica.
d) Non è una mera censura morale, poichè l’arte della politica non ammette la censura
morale, che appartiene ad un altro ambito dell’agire umano. Il fine della politica è la
gestione della vita pubblica orientata al bene comune, mentre il fine della morale è
indirizzato all’orientamento degli atti individuali verso massime etiche di
comportamento. Per questa ragione la politica esige i propri criteri di critica e non
ammette, pertanto, censura morale.
SAPERE POLITICO TECNICO
Il sapere politico tecnico è la conoscenza delle formule che rendono possibile
l’avvicinamento della teoria politica all’ambito della realtà della convivenza umana.
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Caratteristiche
È un sapere: a) specializzato, b) pratico, c) abitudinario, d) subordinato, e) dettato dal caso.
a) È specializzato in quanto richiede l’utilizzo di determinate formule che necessitano di uno
studio preventivo.
b) È pratico, posto che non è teorico, poiché il suo obiettivo è applicare le conoscenze, senza
considerarne le ragioni.
c) È un sapere abitudinario, in quanto consiste nella ripetizione delle stesse formule o
automatismi per tutti i casi in concreto.
d) È subordinato poiché consiste nella conoscenza e nell’abilità nell’utilizzo di formule che
sono avvalorate e razionalizzate dalla scienza e dalla filosofia.
e) È dettato dal caso, si tratta cioè di un sapere che si basa su fatti concreti e isolati.
Ciò che non è
Non è un sapere autonomo poiché dipende da tutti gli altri tipi di saperi politici. Non è neppure
un sapere teorico poiché come abbiamo detto è eminentemente pratico. Per esclusione, non è sapere
comune, né sapere scientifico, né filosofico.
Importanza di questo sapere
La sua importanza viene determinata in funzione della sua utilità e funzionalità, posto che il
sapere tecnico è quello che porta benefici ad altri saperi individualizzandoli al caso concreto. Inoltre
il sapere tecnico politico non si alimenta solo dei restanti saperi politici, ma tiene anche presente
altri tipi di saperi o nozioni che esulano dal campo della politica. Ciò vuol dire che questo è un
sapere di astuzia o intelligenza che rende vantaggiose altre conoscenze.
SAPERE POLITICO SCIENTIFICO
Sapere scientifico della politica è il sapere di un ramo politico particolare, con pretese di
conoscenza sicura, universale e sistematica.
Caratteristiche
È un sapere: a) sicuro, b) universale, c) sistematico, d) generale, e) circoscritto, f) dipendente.
a) È un sapere sicuro, posto che offre garanzie di sicurezza riguardo a ciò che mediante lo stesso
si conosce.
b) È universale poiché la validità dei suoi risultati dimostra la sua universalità.
c) È sistematico poiché le sue conoscenze sono coordinate e gerarchizzate.
d) È generale poiché le sue conoscenze sono ridotte a principi generali.
e) È circoscritto posto che la scienza si riferisce ad ambiti politici particolari o a campi politici
determinati, ossia a materie concrete.
f) È dipendente poiché è legato al sapere filosofico e non offre per se stesso un panorama o una
spiegazione dell’intera realtà politica.
Ambito del sapere scientifico politico
Questo sapere ha un ambito variabile in virtù del fatto che mediante esso è possibile conoscere
tanto ambiti della politica come aspetti particolari della realtà politica.
Il numero di scienze politiche e perciò vario e plurale. Le stesse mutano a seconda che cambi la
realtà politica e si scoprano nuovi campi o aspetti dell’attività umana di questo sapere. Il numero di
scienze politiche muta poi a seconda che vari la realtà politica e in accordo con il mutare dei fattori
sociali, economici, internazionali, geografici.
È opportuno fare diverse diversificazioni fra le scienze politiche, tra le quali è possibile
distinguere scienze politiche del presente e scienze politiche storiche.
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SAPERE FILOSOFICO DELLA POLITICA
Il sapere filosofico della politica è la conoscenza dei principi ultimi, permanenti,
invariabili, sicuri, universali e sistematici su cui si basa la politica, in quanto instaurazione del
decoro nell’ordinata convivenza politica dell’uomo.
Caratteristiche
Questo sapere presenta caratteristiche comuni alla scienza come ad esempio la sua sicurezza,
universalità e carattere sistematico. Sono caratteristiche proprie di questo sapere: a) il suo carattere
umano, b) la sua radicalità, c) invariabilità, d) predominio gerarchico, e) supremazia.
a) Si colloca nella natura umana dalla quale parte, per cui considera la politica come un’attività
adattata alla natura umana e in accordo con l’ordine universale.
b) Contempla i principi ultimi sui quali la politica si fonda e cerca di spiegare quest’ultima in
base a tali criteri.
c) Si basa su principi che essendo radicali sono anche invariabili, ma ciò non significa che le
sue conclusioni debbano essere sempre le stesse nel momento in cui tali principi si applicano
a diverse realtà contingenti.
d) Orienta e definisce il contenuto dei saperi politici particolari.
e) È un sapere inappellabile della politica.
Differenza con il sapere scientifico
Come abbiamo già sostenuto, entrambi i saperi consistono nel razionalizzare la politica per
arrivare ad una conoscenza della stessa che sia sistematica, coerente, sicura e universale, ma tra i
due saperi esistono quattro differenze abbastanza evidenti per ciò che concerne:
a) Il loro ambito:
a. La filosofia politica abbraccia tutta la realtà, di modo che studia la politica come tale,
nel suo carattere essenziale;
b. Le scienze studiano alcuni dei suoi aspetti, per esempio la sociologia politica studia
gli effetti sociali oppure l’economia politica si preoccupa principalmente di osservare
i fattori economici e la reciproca interazione di questi ultimi nella politica.
b) La loro origine:
a. La filosofia politica deriva dalla contemplazione della natura umana, con
l’intenzione di spiegare ciò che sottostà nelle istituzioni e comportamenti politici.
b. La scienza deriva dalla razionalizzazione delle tecniche politiche per permettere la
conoscenza delle cause vicine alle stesse e un loro migliore sviluppo.
c) Il loro contenuto:
a. La filosofia spiega che la politica è pura senza necessità di commistioni, di modo che
per sapere che cosa sia la politica e quali siano i principi sui quali si basa non sarà
necessario ricorrere ad altri saperi.
b. La scienza spiega alcuni aspetti della politica che non possono essere intesi senza
che preventivamente ci si chieda: “che cosa è la politica?”
d) L’essere saperi gerarchizzati:
a. Da tutto ciò che abbiamo detto in precedenza si deduce che la filosofia sta al di sopra
della scienza.
b. Le scienze tendono ad essere variabili, ad apparire o scomparire, ad essere attuali o
meno, mentre la filosofia rimane sempre quale loro criterio ispiratore.
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