I DISTURBI ACQUISITI DELLA SCRITTURA NELL`ADULTO

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I DISTURBI ACQUISITI DELLA SCRITTURA NELL’ADULTO:
classificazione delle agrafie e cenni di tecniche
riabilitative di alcune agrafie motorie
DISGRAFIE E AGRAFIE
Anche se spesso vengono utilizzati come sinonimi, i due termini “disgrafia” e “agrafia” hanno in realtà
due accezioni differenti, in particolare nei paesi anglofoni: il termine “disgrafia” si riferisce al disturbo di
acquisizione della scrittura in età evolutiva, mentre il termine “agrafia” viene utilizzato per descrivere una
problematica della scrittura che insorge in età adulta, dopo che la scrittura era già stata precedentemente
acquisita in età scolare.
L’agrafia dunque è un disordine neurologico e/o neuropsicologico acquisito, determinato da un insulto del
sistema nervoso centrale o periferico, che provoca una perdita nella capacità di comunicare attraverso la
scrittura, sia a causa di una qualche forma di disfunzione motoria, sia a causa di disturbi a carico del
linguaggio.
La perdita della capacità di scrittura può presentarsi in associazione con un altro disturbo del linguaggio o
neurologico, come ad esempio alessia, afasia, disartria, agnosia e aprassia.
Tra le diverse forme di agrafia, si può operare una prima grande distinzione:
 Agrafie motorie: tutte le agrafie che riguardano l’abilità grafo-motoria, ovvero la capacità di
esecuzione del gesto grafico.
 Agrafie neuropsicologiche (o simboliche): agrafie che coinvolgono l’abilità di codifica fono-grafica
e la competenza ortografica.
AGRAFIE MOTORIE
Nelle agrafie motorie è presente un deficit a carico delle strutture anatomiche coinvolte nelle diverse fasi
del gesto grafico:
1. Sistema nervoso periferico e corteccia motoria primaria (responsabili dell’esecuzione del gesto);
2. Corteccia motoria secondaria (pianificazione e programmazione del gesto);
3. Cervelletto, nuclei della base e lobo prefrontale (controllo motorio).
Sistema nervoso periferico
Tra le lesioni del sistema nervoso periferico, le principali cause di disturbi della scrittura sono le
neuropatie periferiche, termine che indica un gruppo eterogeneo di patologie in ci si riscontrano alterazioni
della struttura e/o della funzionalità dei nervi periferici. Esse comportano gravi turbe della percezione di
stimoli tattili esterni, che a loro volta condizionano la propriocezione, abilità fondamentale per rilevare
eventuali errori e correggerli durante l’esecuzione dei movimenti.
La perdita del feedback della propriocezione fa sì che il controllo della posizione delle dita, della
direzione della linea, dell’esecuzione delle lettere e delle parole avvenga unicamente grazie al sistema visivo.
Il controllo visivo agisce infatti in sinergia con quello propriocettivo e in questi pazienti rimane l’unico a
regolare l’aggiustamento fine della scrittura.
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Corteccia motoria primaria
La corteccia motoria primaria controlla direttamente l’esecuzione dei movimenti: quando essa viene
lesionata, si originano fenomeni paretico-spastici a livello dei gruppi muscolari su cui ha il comando.
Lesioni della corteccia motoria primaria, dunque, provocano alterazioni puramente “meccaniche” della
scrittura, nel senso che ad essere inficiata è la mera esecuzione del gesto grafico, a causa dell’ipertono
spastico che interessa la muscolatura dell’arto superiore dominante.
Corteccia motoria secondaria
La corteccia motoria secondaria è costituita da:
 Corteccia premotoria: controlla l’organizzazione dei movimenti grossolani da parte dei muscoli
assiali e prossimali degli arti, e contribuisce alla pianificazione di movimenti nello spazio,
tenendo conto della direzione e degli stimoli esterni.
 Area motoria supplementare: presiede alla pianificazione di sequenze motorie e di movimenti fini
della parte distale degli arti.
Le lesioni premotorie, rispetto a quelle dell’area motoria primaria, producono effetti più complessi, di
natura aprassica, per cui vi è un’incoordinazione prossimale bilaterale, causa di una severa agrafia in cui
sono alterate sia le dimensioni che l’organizzazione spaziale delle parole.
Nelle lesioni dell’area motoria supplementare i deficit sono invece legati più che altro alla
bradicinesia/acinesia e all’alterata coordinazione intramanuale.
Nuclei della base
I nuclei (o gangli) della base (chiamati anche “nuclei basali” o “nuclei grigi centrali”) sono un gruppo di
nuclei cerebrali superiori tra loro interconnessi, artefici del controllo motorio.
Quando vi è un’alterazione della loro funzionalità, si producono perciò disordini del movimento, divisi in
due forme opposte: disordini del movimento ipocinetici e disordini ipercinetici.
L’ipocinesia consiste in un rallentamento e/o una riduzione dell’ampiezza dei movimenti volontari e
spontanei, riscontrabile nella malattia di Parkinson e nei parkinsonismi, in cui sono presenti rigidità
muscolare e bradicinesia (difficoltà nell’iniziare un nuovo movimento e rallentamento della velocità di
esecuzione dei gesti che il paziente riesce ad iniziare).
Il termine “ipercinesia” in campo medico indica invece in generale un eccesso di movimenti, e può
riferirsi:
1. All’iperattività riscontrabile in un disturbo evolutivo come l’ADHD;
2. A disordini del movimento causati da lesioni neurologiche (coree, atetosi, ballismo, mioclonie,
tremori);
3. Ad altri disordini del movimento che invece apparentemente non sono causati da lesioni
neuroanatomiche (distonie, tic).
In questa sede non ci soffermeremo sull’iperattività presente nell’ADHD, ma approfondiremo invece i
disordini del movimento ipercinetici più tipici dell’adulto, caratterizzati da attività motoria involontaria, non
coordinata e distrettuale.
Tutte le affezioni sopra citate dei nuclei basali coinvolgono, in quanto movimento volontario, anche il
gesto grafico: a seconda che tali disordini della scrittura siano causati da ipocinesia o ipercinesia, vengono
definiti agrafie ipocinetiche o ipercinetiche.
 Agrafie ipocinetiche
1. Morbo di Parkinson e Sindromi parkinsoniane extrapiramidali
Il disturbo della grafia nel Parkinson è espressione dei tre sintomi caratterizzanti della malattia:
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a) A causa della bradicinesia l’inizio del gesto grafico è ritardato ed i suoi tempi di esecuzione sono
allungati; inoltre è anche prolungato l’intervallo tra due movimenti sequenziali.
b) La rigidità provoca la tipica micrografia: il soggetto parkinsoniano inizia a scrivere con caratteri
grandi, ma durante la scrittura riduce sempre più il calibro, fino alla totale illeggibilità.
c) Talvolta la scrittura è anche condizionata dal tremore, che in genere nella malattia di Parkinson si
presenta a riposo, ma a volte non scompare completamente durante il movimento volontario, pur
attenuandosi: in conseguenza di ciò la scrittura a volte appare anche tremula e irregolare.
 Agrafie ipercinetiche
I disturbi ipercinetici del movimento più frequenti sono innumerevoli: di seguito presentiamo in dettaglio
i più frequenti.
1. Coree
I movimenti coreici sono movimenti bruschi, esplosivi, incontrollati e imprevedibili, e possono essere
costituiti da una smorfia del viso, dal sollevamento della spalla, dalla flessione o estensione di una o più dita
della mano, da piegamenti bruschi degli arti inferiori (che possono provocare cadute) o infine da perdita del
controllo volontario della muscolatura buccale, che può rendere fonazione e deglutizione disturbate.
Il movimento coreico è facilitato dall’emozione, dalla concentrazione o dall’attività motoria in un
distretto distante: è attenuato dalla solitudine e scompare nel sonno. Si presenta su una base di ipotonia e
disturba il movimento volontario.
I movimenti involontari, associati all’ipotonia muscolare, producono una scrittura irregolare, con brusche
deviazioni del tratto, angoli secchi, deformazione delle parole, macrografia (dovuta ad un eccesso di
movimento incontrollato). La scrittura è disordinata, ampia e maldestra.
2. Tremori
Il tremore è definito come l’oscillazione ritmica involontaria di un segmento corporeo, in un’alternanza
agonista-antagonista. I tremori vengono distinti in base all’insorgenza, che sia essa a riposo, o durante il
mantenimento di una postura (tremore posturale) o durante il movimento (tremore cinetico).
I tremori possono inoltre essere primari (tremore essenziale) oppure secondari a varie patologie (oltre al
già citato morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, lesioni o neoplasie corticali e cerebellari, il
feocromocitoma, l’encefalopatia epatica, l’ipertiroidismo, il fumo di sigaretta, l’eccesso di caffeina,
l’alcoolismo e l’astinenza improvvisa da alcool, l’uso di determinati psicofarmaci come il litio, l’uso di
stupefacenti, alcuni disturbi mentali).
Tutte le forme di tremore possono essere riscontrate nella scrittura.
3. Distonie
La distonia è un disturbo che si manifesta con contrazioni muscolari involontarie sostenute nel tempo, che
impongono ad un segmento dell’arto o ad una parte del corpo alcuni movimenti o atteggiamenti di
contrattura spasmodica. Il movimento distonico è lento, ma può acuirsi sotto forma di bruschi spasmi
ripetitivi (distonia mioclonica). Il fenomeno distonico non si verifica durante il sonno, e durante la veglia
può comparire in maniera subentrante o soltanto in caso di movimenti volontari (distonia d’azione, talvolta
per attività molto specifiche) o di mantenimento di un atteggiamento (distonia di atteggiamento). La distonia
è inoltre spesso associata a tremore: si tratta di un tremore distonico che compare quando il paziente lotta
contro la “forza distonica”, oppure di tremore di tipo essenziale.
Anche nel caso delle distonie la scrittura è irregolare, tendenzialmente micrografica.
Tra i vari tipi di distonie, esistono le distonie focali, forme familiari di distonia che compromettono in
maniera selettiva determinate attività molto specifiche.
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Una forma particolare di distonia focale è il crampo dello scrivano, che deriva da una contrattura
distonica delle dita attorno allo strumento grafico. Lo spasmo inizia dopo l’esecuzione delle prime lettere, si
estende rapidamente alla mano e poi a tutto l’arto superiore. Viene tipicamente risparmiata la scrittura alla
lavagna (scrittura in verticale). In casi particolarmente invalidanti il paziente è costretto alla fine ad imparare
a scrivere con la mano non dominante. Nella maggior parte dei casi il crampo dello scrivano rimane un
disturbo selettivo provocato unicamente da un compito preciso, l’attività di scrittura manuale al tavolo
(distonia task-dependent o compito specifica), ma in altri casi meno frequenti può anche far parte di un
quadro che compromette in maniera più generalizzata le altre attività espletate dalla mano. In passato veniva
interpretato come di natura psicologica, oggi invece il fenomeno è universalmente riconosciuto come di
natura organica, anche se ancora non è precisamente nota la sua patogenesi.
Cervelletto
Il cervelletto interviene nella scrittura controllando la precisione del gesto (velocità, ampiezza, angolo),
attraverso le sue connessioni con la corteccia e con il midollo spinale.
A livello di scrittura, il risultato più comune di una lesione del cervelletto è la macrografia, espressione di
un gesto che risulta troppo ampio poiché l’arresto della contrazione dei muscoli agonisti è mal programmato,
mentre il frenage dovuto ai muscoli antagonisti viene calcolato imperfettamente. Oltre che troppo ampi, i
grafemi sono di lunghezza irregolare, deformati, con tratti zigzaganti. La parola stessa risulta irregolare e mal
spaziata.
AGRAFIE NEUROPSICOLOGICHE (O SIMBOLICHE)
Le agrafie neuropsicologiche si suddividono a loro volta in due categorie:
 Agrafie centrali: coinvolgono le strutture semantiche, sintattiche e fonologiche del cervello, che
permettono di recuperare l’ortografia di una parola conosciuta e di costruire una forma ortografica
corrispondente ad una forma fonologica di una parola non familiare o di una non-parola. Il prodotto
di questi diversi processi permette la costruzione di una rappresentazione grafemica astratta delle
lettere da scrivere.
Le agrafie centrali causano dunque al paziente problemi e difficoltà di ortografia oppure di
comunicazione spontanea, e sono spesso accompagnate da altri disturbi del linguaggio.
 Agrafie periferiche: colpiscono aree cerebrali coinvolte nelle abilità motorie e visuo-spaziali, che
permettono di tradurre le rappresentazioni grafemiche astratte in operazioni motorie che consentono
la scrittura a mano, a macchina o lo spelling orale.
Si differenziano dalle agrafie motorie in quanto riguardano più gli aspetti di pianificazione e
programmazione del gesto, piuttosto che la componente esecutiva.
Agrafie centrali
Riassumiamo molto questo sottogruppo di agrafie che riguarda meno gli aspetti puramente motori del
gesto grafico.
Ci limitiamo a sottolineare che le agrafie centrali possono essere secondarie a:
1. Un’afasia, ovvero un disturbo dei sistemi preposti alla comprensione e alla produzione del
linguaggio orale, dovuto alla lesione, e alla conseguente disfunzione, di specifiche regioni
encefaliche.
Occorre specificare che l’afasia è un disturbo che interessa in maniera selettiva la funzione del
linguaggio: questo significa che dalla definizione di “afasia” sono esclusi i disturbi del linguaggio
risultanti da una disorganizzazione globale del funzionamento cerebrale (confusione mentale
acuta, demenza), le difficoltà di comunicazione di natura sensoriale (cecità, sordità), e i disturbi
motori dell’articolazione del linguaggio (disartria, disfonia).
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2. Un altro disturbo del linguaggio non afasico (come ad esempio le alessie, disturbi acquisiti
della capacità di lettura).
A seconda dunque che siano conseguenti o meno ad un’afasia, le agrafie si dividono a loro volta in:
1. Agrafie afasiche;
2. Agrafie da disturbo del linguaggio non afasico.
Agrafie periferiche
 Agrafie visuo-spaziali
L’agrafia spaziale è generalmente la conseguenza di un neglect: il neglect è una sindrome
neuropsicologica in cui il paziente ha difficoltà a prestare attenzione ed agire nell’emispazio visivo
controlaterale alla lesione emisferica. Più frequentemente la lesione cerebrale causa del neglect è situata
nell’emisfero destro, e il deficit si manifesta dunque nell’emicampo visivo sinistro.
Se il neglect è space-based la scrittura si colloca sulla parte destra del foglio, mentre la parte sinistra
viene completamente ignorata. La disposizione delle linee è alterata, a volte verso il basso, a volte verso
l’alto. A volte le righe vengono scritte in modo bidirezionale. Talora i tratti delle “m” e delle “n” sono
duplicati, talora lo sono le parole stesse; sono frequenti interruzioni delle parole, omissioni di lettere,
intrusioni di spazi vuoti. Talvolta il soggetto scrive senza rispettare gli intervalli, ad esempio “CA N E”
invece di “CANE”.
Nei casi in cui il neglect è object-based, viene alterata solo la scrittura della parte destra delle singole
parole o anche delle singole lettere, a prescindere che esse siano sul lato sinistro o destro del foglio. Il
soggetto commette errori tipo amputazione o sostituzione dell’inizio della parola o della parte sinistra del
grafema: ad esempio nello scrivere la “N” amputa la parte iniziale della lettera e scrive “V”.
 Agrafie aprassiche
L’aprassia è un disturbo caratterizzato dall’incapacità di eseguire movimenti volontari finalizzati (gesti),
non spiegato da un deficit neurologico elementare (causa di una paralisi di gruppi muscolari e/o di disturbi
sensoriali primari).
L’agrafia aprassica si connota per un deterioramento dell’ortografia delle parole in assenza di ogni
anomalia senso-motoria e con mantenuta capacità di nominare oralmente le parole e di scriverle a macchina:
i pazienti con agrafia aprassica, infatti, generalmente presentano un’incapacità a realizzare le singole lettere,
mentre lo spelling è conservato; gli errori non sono dovuti ad anormalità di carattere linguistico, né
dell’esecuzione motoria, o a deficit attentivi, sensoriali o visuo-percettivi, ma ad una perturbazione della
programmazione del gesto volontario.
In genere è caratterizzata da produzione di lettere mal composte fino al punto di diventare scarabocchi
irriconoscibili. L’incapacità di eseguire atti motori necessari a realizzare la forma delle lettere si traduce in
una scrittura (spontanea o sotto dettatura) maldestra, con linea di base irregolare, ripartizione spaziale
disordinata degli elementi grafici, lettere deformate, a volte mal riconoscibili, con omissioni, sostituzioni
(spesso per affinità morfologica) e trasposizioni di lettere.
 Agrafie iterative
Nelle agrafie iterative il tratto saliente è l’incapacità di porre termine ai movimenti quando richiesto o in
un momento predeterminato: il paziente tende, se inizia un’attività, a riprodurla continuamente. La
perseverazione è estremamente evidente in compiti motori che richiedono un numero stabilito di ripetizioni.
Tra di esse si colloca anche la grafomania, che consiste in una tendenza compulsiva a scrivere,
contrastante con la tendenza all’inibizione nelle altre attività, causata da lesioni irritative che provocano
epilessie del lobo temporale (responsabili anche di altre alterazioni emotive e comportamentali come
aumentato interesse religioso e aumentata attitudine morale e filosofica, iposessualità, aumentata
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aggressività, viscosità verbale, serietà) oppure da patologie psichiatriche (schizofrenia, disturbo antisociale di
personalità, nevrosi). Il soggetto mostra un’attività grafica incessante, su tutto lo spazio utilizzabile, in
assenza di qualunque controllo logico.
LA RIABILITAZIONE DELLE AGRAFIE
L'agrafia, come disturbo, non può essere trattata direttamente, ma i soggetti che ne sono affetti possono
apprendere tutta una serie di tecniche che possono contribuire a far loro recuperare alcune delle loro
precedenti abilità di scrittura, sfruttando i meccanismi di compensazione del cervello adulto dopo lesione,
che presenta una riorganizzazione spontanea e un’ulteriore riorganizzazione dopo trattamento riabilitativo.
Tali tecniche riabilitative differiscono a seconda del tipo di agrafia.
Di seguito ci occuperemo delle tecniche riabilitative, compensative e di mantenimento per la gestione
delle agrafie motorie (in linea concettuale, più affini alle disgrafie rispetto alle agrafie neuropsicologiche, in
quanto riguardanti gli aspetti grafo-motori più che ortografici e simbolici della scrittura), riportando alcuni
esempi di trattamento riabilitativo.
Riabilitazione dell’agrafia da morbo di Parkinson
Non c’è nessun paziente parkinsoniano, a prescindere dall’età, che non abbia problemi di scrittura.
Micrografia, difficoltà a mantenere la stessa riga e ad allineare le parole, talvolta tremore anche durante il
movimento: tutti sintomi che possono rendere la scrittura completamente illeggibile, cosa percepita come
particolarmente disturbante soprattutto dalle persone che erano abituate a scrivere tanto e bene.
Con adeguati esercizi, però, si può evitare, almeno per un certo lasso di tempo, che la scrittura diventi
totalmente incomprensibile: l’importante non è mantenere una bella calligrafia, ma mantenere una grafia
leggibile, con cui si possa comunicare.
Innanzitutto, il primo consiglio che si dà ai pazienti affetti da malattia di Parkinson è di mettersi a scrivere
nei momenti che ritengono più opportuni e di prepararsi a portata di mano tutto il materiale necessario, di
modo da essere tranquilli e rilassati (visto che lo stress è uno dei fattori che peggiora il tremore
parkinsoniano).
Per migliorare l’abilità di scrittura è poi opportuno:
 Sedersi in modo eretto.
 Regolare l’altezza della sedia e del tavolino alla propria statura.
 Utilizzare penne piuttosto pesanti e con una grossa impugnatura, cose che le rendono più facilmente
maneggevoli, specialmente nei casi di tremore.
 Prima di iniziare a scrivere effettuare esercizi di rilassamento (sia globale, sia focalizzato sull’arto
superiore scrivente).
 Eseguire esercizi di motricità fine.
 Mettere un tappetino di gomma sotto il foglio di carta per evitare che scivoli.
 Utilizzare della carta rigata, che aiuta a mantenere la linea di base, l’allineamento delle parole e
dimensioni uniformi delle lettere fino alla fine dello scritto: nei centri di riabilitazione viene anche
utilizzata della carta con righe che si allargano leggermente verso la fine del foglio per contrastare la
tendenza del paziente a rimpicciolire le dimensioni delle ultime parole.
 Fare piccole pause, anche se non eccessivamente lunghe (al massimo 30 secondi ogni volta).
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
Effettuare esercizi di rieducazione della scrittura focalizzati alla riduzione della rigidità (tracciati
scivolati, esercizi di grande progressione) e all’aumento delle dimensioni della scrittura (alternanza
calibro grande e piccolo, scrittura con calibro via via crescente).
In genere il paziente parkinsoniano che si impegna negli esercizi di scrittura ha buoni risultati.
È bene ricordare però che i pazienti che si esercitano regolarmente non scrivono più in fretta, ma scrivono in
maniera più leggibile.
Essendo la malattia di Parkinson una patologia degenerativa, col tempo la scrittura manuale verrà
comunque totalmente compromessa: fare un training quotidiano delle abilità di scrittura manuale aiuta però a
ritardare almeno in parte questo processo. Quando poi la scrittura manuale diviene impossibile, è importante
effettuare un addestramento e un allenamento all’utilizzo della videoscrittura, di modo che il paziente abbia
un altro strumento per continuare a comunicare autonomamente in maniera scritta.
Riabilitazione del crampo dello scrivano
Nel corso degli anni sono stati sperimentati diversi modelli di riabilitazione della distonia focale (tra cui il
crampo dello scrivano), tra cui varie tecniche di rilassamento, la rieducazione sensori-motoria e la
rieducazione posturale globale, lo splinting e i trattamenti farmacologici, come la tossina botulinica.
Questo farmaco, che viene iniettato direttamente nel muscolo trigger, blocca il rilascio di acetilcolina
determinando una debolezza selettiva di tale muscolo: è stato visto come l’iniezione con tossina botulinica,
seppur efficace, abbia un effetto limitato nel tempo, e debba quindi essere associato a trattamenti rieducativi
che agiscano a livello centrale nella riorganizzazione del movimento (Schuele et al., 2005).
In casi di distonia lieve si è rivelata efficace la rieducazione posturale globale (metodica di ginnastica
posturale ideata da Philippe Souchard) che ha come obbiettivo il miglioramento della stabilizzazione a
livello scapolare, che facilita di conseguenza la motricità fine e la correzione delle cosiddette “posture
distoniche”, compensi che il paziente mette in atto per inibire o contrastare il movimento distonico primario.
Al momento attuale, però, non vi sono evidenze sull’efficacia a lungo termine dei singoli trattamenti.
Sono documentati casi isolati di miglioramento con alcune delle seguenti terapie, ma senza evidenza
scientifica: biofeedback, tecniche di rilassamento e coscientizzazione corporea (yoga, metodo Feldenkrais,
metodo Alexander, rilassamento tramite musicoterapia, ecc.), ipnosi, fisioterapia convenzionale,
psicoterapia, chiropratica e altre (Rosset-Llobet et al., 2005).
Di seguito si enuncia una proposta di trattamento integrato, costituito da tecniche di rilassamento,
tecniche fisioterapiche e tecniche di rieducazione della scrittura. L’obbiettivo principale di tale programma
riabilitativo è ripristinare la sequenza temporale, sia sincrona che alternata, di attivazione e rilassamento,
persa a livello delle dita, e il miglioramento dell’accuratezza del gesto tecnico.
Nell’ottica di raggiungere tale obbiettivo si propongono le seguenti attività:
1. Tecniche varie di rilassamento globale e coscientizzazione corporea (training autogeno di
Schultz, visualizzazioni, esercizi di respirazione controllata, yoga, metodo Feldenkrais, metodo
Alexander, movimenti pendolari del corpo e degli arti superiori, con eventuale associazione a
massoterapia e tecniche manipolative sull’arto superiore, sul cingolo scapolare e sul tronco
effettuate dal fisioterapista).
2. Movimenti ritmici di tutto l’arto superiore (cingolo scapolo-omerale, gomito, polso, mano e dita),
associati a respirazione.
3. Training della propriocezione statica e dinamica delle dita della mano.
4. Impostazione dell’impugnatura a tripode dinamico (la più efficace ed economica in termini di
sforzo fisico) e di una corretta postura.
5. Rieducazione della scrittura mirata alla riduzione della rigidità del gesto grafico: in particolare
esecuzione di tracciati scivolati in verticale (postura in cui in genere non compare il crampo dello
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scrivano) e in orizzontale, e con vari strumenti grafici; esecuzione di esercizi di grande
progressione e specifici per alleggerire la pressione del tratto grafico (alternanza tratto marcatotratto leggero, tratto progressivamente più marcato, tratto progressivamente più leggero).
6. Splinting propriocettivo e funzionale: confezionamento di splint su misura in materiale
termoplastico, allo scopo di agevolare e supportare il gesto specifico e di creare una stimolazione
propriocettiva che si ponga in contrasto con i movimenti distonici e i movimenti di compenso, di
modo che il paziente prenda coscienza di essi e si corregga autonomamente.
BIBLIOGRAFIA
Cambier J. - Masson M. - Masson C. - Dehen H., Neurologia, Masson, Trento, 2013.
Cordella L., «Neurologia della scrittura», in Cristofanelli P. - Lena S. (a cura di), disGRAFIE. Esame,
prevenzione, rieducazione, Libreria G. Moretti, Urbino, 2003.
Làdavas E. - Berti A., Neuropsicologia, Il Mulino, Bologna, 2015.
Mazzucchi A., La riabilitazione neuropsicologica. Premesse teoriche e applicazioni cliniche, Elsevier,
Trento, 2011.
Risoli a. (a cura di), La riabilitazione spaziale. Il metodo SaM, Carocci, Roma, 2013.
SITOGRAFIA
Unione Parkinsoniani, Quando la scrittura diventa difficile,
http://www.parkinsonitalia.it/sintomi1scrittura.htm
Vigliotti A., Il tremore in grafologia, http://www.neuroscienze.net/?p=2425, file PDF
Waissman F.Q. - Pereira J.S. - Nascimento O.J., A new therapeutical proposal for writer’s cramp,
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20676577
8
Indice
DISGRAFIE E AGRAFIE .................................................................................................................................... 1
AGRAFIE MOTORIE ........................................................................................................................................ 1
Sistema nervoso periferico ........................................................................................................................ 1
Corteccia motoria primaria ....................................................................................................................... 2
Corteccia motoria secondaria .................................................................................................................... 2
Nuclei della base ........................................................................................................................................ 2

Agrafie ipocinetiche ....................................................................................................................... 2
1.

Morbo di Parkinson e Sindromi parkinsoniane extrapiramidali ................................................ 2
Agrafie ipercinetiche...................................................................................................................... 3
1.
Coree.......................................................................................................................................... 3
2.
Tremori ...................................................................................................................................... 3
3.
Distonie ...................................................................................................................................... 3
Cervelletto.................................................................................................................................................. 4
AGRAFIE NEUROPSICOLOGICHE (O SIMBOLICHE) ......................................................................................... 4
Agrafie centrali .......................................................................................................................................... 4
Agrafie periferiche ..................................................................................................................................... 5

Agrafie visuo-spaziali ..................................................................................................................... 5

Agrafie aprassiche ......................................................................................................................... 5

Agrafie iterative ............................................................................................................................. 5
LA RIABILITAZIONE DELLE AGRAFIE ............................................................................................................... 6
Riabilitazione dell’agrafia da morbo di Parkinson..................................................................................... 6
Riabilitazione del crampo dello scrivano ................................................................................................... 7
BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................................................ 8
SITOGRAFIA ................................................................................................................................................... 8
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