Laboratoriodi Neuroetica a.a.2010‐2011 Matteo Andreozzi [email protected] 16 Marzo 2011 Primadiiniziare Mercoledì 23 Marzo 2011 ore 17:30 Libreria Coop Statale Siamo davvero liberi? Le neuroscienze e il mistero del libero arbitrio Presentazione libro 2 IlcasodiPhineasGage 3 Undrammaticoincidente 4 Cambiodipersonalità 5 Ilrapportomedico L'equilibrio o il giusto rapporto, per così dire, fra le sue facoltà intellettuali e le sue tendenze animali sembra essere stato distrutto. Egli è incostante, irriverente, si abbandona a volte alle più grandi profanità (il che non era uso fare prima), manifesta poco rispetto per i suoi compagni, è insofferente verso ogni restrizione o consiglio, quando questo contrasta con i suoi desideri. A volte è ostinato, anche capriccioso e irresoluto; fa molti piani per future attività, che ancora prima di essere completamente progettati, sono abbandonati in favore di altri, apparentemente più realizzabili. Un bambino per quanto riguarda le capacità intellettuali e le manifestazioni esteriori, egli ha pertanto le passioni animali di un uomo violento. Prima della lesione riportata, benché non (scolasticamente) istruito, egli possedeva una mente ben equilibrata ed era stimato da quelli che lo conoscevano come un uomo accorto e capace nel suo lavoro, molto energico e tenace nell'eseguire tutti i suoi progetti. Da questo punto di vista, la sua mente era cambiata radicalmente, così decisamente che i suoi amici e conoscenti dissero che non era più lo stesso Gage. J.M. Harlow, "Passage of an Iron Rod Through the Head" ‐ Boston Medical and Surgical Journal, 39, N° 20 del 1848, pp. 389‐393 6 Unaccidentaleesperimento 7 1994:larivalutazionedelcaso 8 Connessioninascoste Neocorteccia (lobi frontali e prefrontali) Attenzione Memoria Capacità di pianificazione Capacità di simulazione Giudizio 9 Connessione,noncausalità Regioni frontali e prefrontali della corteccia (corteccia prefrontale ventromediale, corteccia somatosensoriale e amigdala) Personalità 10 L’errorediCartesio 11 Corpo,mente,cervello • “embodied mind” – “mente incarnata”: la mente fa parte del copro • “embedded mind” – “mente distribuita”: la mente utilizza il cervello come uno strumento, ma non pensa solo con il cervello • “extended mind” – “mente estesa”: la mente non è totalmente contenuta nel corpo, ma si dispiega nel mondo 12 Dalleneuroscienze… «esiste un modello di cervello normale?» «è possibile qualificare le persone anche in base ai loro cervelli?» 13 …allaneuroetica Scienza Bioetica Discipline Filosofia Psicologia Neuroscienze Neuroetica Sociologia Pedagogia Diritto 14 Esordideldibattito 15 «esiste una ‘morale prima della morale’?» Un’importantedistinzione • neuroetica applicata: sensibilizzazione etica delle neuroscienze, che le rafforzi (e non le ostacoli) in ambiti quali le applicazioni politico‐sociali, la pratica clinica, la formazione e il pubblico discorso • neuroetica filosofica: riflessione sul rapporto tra le neuroscienze e i problemi del sé, della responsabilità e della condotta morale (questioni come il libero arbitrio, l’identità personale, la responsabilità e l’autonomia, che entrano in dialogo con le neuroscienze) 16 Ilneuroimaging • pensiero, • emozioni, • giudizi, • scelte, • aspettative, • decisioni, • scelta morale 17 Tecnichedineuroimaging (1) 1. fMRI (risonanza magnetica funzionale): campi magnetici e onde radio emesse dal cervello in relazione alle variazioni di ossigenazione delle regioni corticali; 2. PET (tomografia a emissione di positroni): iniezione di marcatori di radioattività (traccianti) che segnano il metabolismo e il flusso sanguigno nel cervello; 3. SPECT (tomografia computerizzata a emissione di un singolo fotone): emissione di singoli fotoni; 4. EEG (elettroencefalogramma): attività elettrica del cervello; 5. MEG (magnetoencefalografia): campi magnetici generati dall’attività cerebrale; 18 Tecnichedineuroimaging (2) 6. TAC (tomografia assiale computerizzata): aspetti esclusivamente anatomici; 7. DTI (imaging con tensore di diffusione): diffusione dei protoni nell’acqua e mappatura della sostanza bianca cerebrale; 8. MRS (spettroscopia a risonanza magnetica): variazioni biochimiche nel cervello; 9. TMS (stimolazione magnetica transcranica): correlazioni tra cervello e comportamento; 10. NIRS (spettroscopia nel vicino infrarosso): esplorazione della corteccia visiva, uditiva e somatosensitiva 19 IsegnaliBOLD • Unità di misura del volume encefalico VOXEL BOLD • Blood Oxigen Level Dependent Signals • Livelli di glucosio e ossigeno METABOLISMO 20 Neuroimaging:alcunedifficoltà 1. risoluzione spaziale e temporale elevata; 2. distinzione tra normale e patologico fondata su inferenze statistiche non assolute; 3. risposta dei soggetti a stimoli semplici e specifici; 4. necessaria preconoscenza del fenomeno studiato; 5. esperimenti difficilmente comparabili. 21 Neuroetica applicata:problemi 22 Ulterioriproblemi • Attivazione dei tessuti o loro implicazione nel processo? • Come comunicare le scoperte al pubblico? • Applicare le conoscenze acquisite anche sui risultati accidentali? 23 Neuroetica filosofica Intuizione‐ emozione morale Giudizio morale Ragionamento morale Esperienza morale Decisione morale Azione morale 24 Intuizioniedemozioni 25 Collegamentiimportanti • collegamenti tra amigdala e sentimenti di paura e avversione (Le Doux) • collegamenti tra lesioni cerebrali e drastici cambiamenti emotivi (Damasio) • collegamenti tra patologie neurologiche e psicopatologie (neuroimaging) 26 La‘moraleprimadellamorale’ 27 Descrittivo,esplicativo,normativo • valore descrittivo e non esplicativo • difficili inferenze comportamentali È lecito passare dal descrittivo (del neuroimaging) all’esplicativo (della neuroscienza) o al normativo (della neuroetica)? FALLACIA NATURALISTCA 28 La«leggediHume» In ogni sistema morale in cui finora mi sono imbattuto, ho sempre trovato che l'autore va avanti per un po' ragionando nel modo più consueto, e afferma l'esistenza di un Dio, o fa delle osservazioni sulle cose umane; poi tutto a un tratto scopro con sorpresa che al posto delle abituali copule è o non è incontro solo proposizioni che sono collegate con un deve o un non deve; si tratta di un cambiamento impercettibile, ma che ha, tuttavia, la più grande importanza. Infatti, dato che questi deve, o non deve, esprimono una nuova relazione o una nuova affermazione, è necessario che siano osservati e spiegati; e che allo stesso tempo si dia una ragione per ciò che sembra del tutto inconcepibile ovvero che questa nuova relazione possa costituire una deduzione da altre relazioni da essa completamente differenti. David Hume, Opere filosofiche, volume primo: Trattato sulla natura umana, Bari, Laterza, 2008, pp. 496 e 497 29 Strumentiutili • Eliminare i pregiudizi Esiste un giusto ‘più giusto’? • Ampliare il senso di libertà e di responsabilità La libertà e la responsabilità dell’uomo sono tutelate anche se si afferma che il suo cervello è dominato da processi automatici? 30 Umanizzareonaturalizzare? • Naturalizzare Ricondurre le scoperte di rilevanza etica delle neuroscienze alla biologia, limitandosi a fare risalire la moralità all’evoluzione? • Umanizzare Ridare senso alla moralità alla luce di possibili precondizioni della morale? 31 Precondizionidellamorale 32 Laquestionedel‘sensomorale’ • Il ‘senso morale’ esiste? • ‘Senso morale comune’ o ‘morale di senso comune’? • Un senso passivo o attivo? 33 Orientamentigenerali 1. Naturalizzazione della morale (Richard Dawkins); 2. Neointuizionismo (Antonio Damasio, Bud Craig, Joshua Greene e Jon Haidt); 3. Grammatica morale universale (Noam Chomsky, Michael Gazzaniga e Marc Hauser) http://moral.wjh.harvard.edu/index.html 34 Laboratoriodi Neuroetica a.a.2010‐2011 Matteo Andreozzi [email protected] 16 Marzo 2011 ‐ FINE Laboratoriodi Neuroetica a.a.2010‐2011 Matteo Andreozzi [email protected] 23 Marzo 2011 Informazionidiservizio IL PROSSIMO INCONTRO (con elementi bibliografici) NON SARA’ IL 30 MARZO, MA IL 6 APRILE 2 Perapprofondire 3 Ragioneosentimento? Etica della moralità VS Etica della morale 4 Cuoreocervello? Quando noi agiamo in situazioni morali (del tipo “giusto‐sbagliato”) solitamente facciamo la “cosa giusta” SOLO in base a un ragionamento giutificatorio e logicamente strutturato che anteceda la nostra azione, ANCHE in base a qualche intuizione emotiva o SOLO in base a delle intuizioni emotive? Possiamo sempre spiegare razionalmente le nostre azioni morali? 5 Comeagiamomoralmente? giusto mezzo dovere piacere 6 etica della virtù deontologia utilitarismo Capireilcervello Fatti Senso morale Valori Piano descrittivo Piano emotivo Piano prescrittivo 7 Ilpontedell’emotività Il riconoscimento dell’obbligazione morale, di per sé, non porta ad agire moralmente 8 Parallelismononcausale Emozioni Azioni Ragione Ragione Emozioni Motivazioni Sequenzialità Integrazione 9 Riscoprirelasimultaneità Il corpo è una macchina comandata dalla mente Mente e corpo agiscono in modo parallelo e simultaneo 10 Ilruolodelleemozioni Intelligenza emotiva Emozioni secondarie Emozioni primarie Marcatori somatici Stimoli esterni Situazioni sociali 11 Dilemmimorali Senso morale Dovere Utile Dilemma morale L’intuizione morale è un’impulsività affettiva commisurata a situazioni sociali o di gruppo, che coinvolge una molteplicità di aree del cervello, che ha una forte dipendenza dal contesto e che è direttamente connessa all’azione. http://moral.wjh.harvard.edu/index.html 12 Ildilemmadeltrolley 13 Lalevael’uomograsso 14 Elementiemotivideidilemmi 1. principio dell’azione: la sofferenza causata da un’azione è moralmente peggiore della stessa sofferenza causata da un’omissione; 2. principio dell’intenzione: la sofferenza intesa come mezzo per un fine è moralmente peggiore della sofferenza equivalente prevista come effetto secondario di un’azione finalizzata; 3. principio del contatto: il contatto fisico per fare del male a una vittima è moralmente peggiore rispetto a causare un danno equivalente a una vittima senza contatto fisico; 4. principio della sensibilità: bisogna distinguere tra conseguenze volute, effetti previsti, ma non intenzionali (side effects), e conseguenze non volute 15 Coinvolgimentoemediazione impersonalità e azione mediata VS personalità e azione diretta 16 Dilemmieneuroetica La risposta cerebrale a situazioni morali differenti è diversa: in alcuni casi (come i dilemmi personali) si attivano le aree emotive, in altri (come i dilemmi impersonali) quelle associate con la deliberazione e il ragionamento 17 Lamoraleprimadellamorale? Emotività Ragione • C’è azione? • C’è intenzione? • C’è contatto? • L’effetto è diretto o indiretto? • Cosa si deve fare? • Cosa conviene fare? • Perché è giusto fare x ed è sbagliato fare y? 18 Ilruolodell’empatia • Simpatia: sentimento passivo legato al provare dispiacere per la sofferenza altrui. • Empatia: coinvolgimento attivo, sia emotivo che cognitivo, connesso alla disponibilità da parte dell’osservatore a diventare parte dell’esperienza dell’altro e a condividere le emozioni da essa scatenate. Si tratta di una risposta totale alla sofferenza dell’altro, innescata da una profonda condivisione emotiva del suo stato, accompagnata da una valutazione cognitiva delle sue condizioni in quel momento e seguita da una risposta affettiva, che impegna attivamente a soddisfare i suoi bisogni e a cercare di alleviare la sua sofferenza. 19 Traragioneesentimento • Si può apprendere senza mettersi nei panni dell’altro? • Si possono compiere scelte morali senza essere capaci di empatizzare? 20 Ilgiocodell’ultimatum Empatizzare con l’avversario Quanto offrire? Accettare? Punire? 21 Dilemmadelprigioniero Due criminali vengono accusati di aver commesso un reato. Gli investigatori li arrestano entrambi e li chiudono in due celle diverse impedendo loro di comunicare. Ad ognuno di loro vengono date due scelte: confessare l'accaduto, oppure non confessare. Viene inoltre spiegato loro che: 1. se solo uno dei due confessa, chi ha confessato evita la pena; l'altro viene però condannato a 7 anni di carcere. 2. se entrambi confessano, vengono entrambi condannati a 6 anni. 3. se nessuno dei due confessa, entrambi vengono condannati a 1 anno. confessando: si rischiano 0 o 6 anni non confessando: si rischiano 1 o 7 anni 22 Ineuronispecchio 23 Cosaègiustofare? 1. È giusto torturare o uccidere chi può soffrire senza nessun motivo necessario? 2. È giusto trovare dei modi per continuare a fare crescere il nostro livello di benessere anche se questo obiettivo compromette il benessere altrui e, a lungo andare, anche il nostro? 1. Empatizziamo con la vittima (magari immedesimandoci con il carnefice), senza calcoli razionali e utilitaristici 2. Empatizziamo con noi stessi (magari anche con i nostri familiari), senza calcoli razionali e utilitaristici 24 Cosaèdavverogiustofare? 1. È giusto utilizzare gli animali come capi di abbigliamento, cavie da esperimento o fenomeni da intrattenimento, o mangiare carne o pesce? 2. È giusto affiancare il concetto di sviluppo a quello di sostenibilità? 1. Riferimento razionale al nostro sistema di credenze culturali su base deontologica o utilitaristica 2. Riferimento razionale al nostro sistema di credenze culturali su base deontologica o utilitaristica 25 Chiharagione:menteocuore? • principio dell’azione: la sofferenza causata da un’azione è moralmente peggiore della stessa sofferenza causata da un’omissione; • principio del contatto: il contatto fisico per fare del male a una vittima è moralmente peggiore rispetto a causare un danno equivalente a una vittima senza contatto fisico; • principio dell’intenzione: la sofferenza intesa come mezzo per un fine è moralmente peggiore della sofferenza equivalente prevista come effetto secondario di un’azione finalizzata; • principio della sensibilità: bisogna distinguere tra conseguenze volute, effetti previsti, ma non intenzionali (side effects), e conseguenze non volute 26 Visionidelmondoedempatia 27 Einfattiècosì! 1. 2. Vegetariani vs onnivori. Osservazione di scene con valenza negativa e violenta nei confronti di umani hanno determinato una maggiore attivazione, rispetto agli onnivori, dei circuiti connessi all’empatia. Per le immagini violente nei confronti degli animali l’attivazione dei circuiti è stata di gran lunga più evidente rispetto agli onnivori dov’era praticamente assente. Vegani vs onnivori. Osservazione di scene con valenza negativa e violenta nei confronti di umani hanno determinato una maggiore attivazione, rispetto agli onnivori e ai vegetariani, dei circuiti connessi all’empatia. Per le immagini violente nei confronti degli animali l’attivazione dei circuiti è stata di gran lunga più evidente sia rispetto agli onnivori, dov’era praticamente assente, sia rispetto ai vegetariani (dov’era comunque elevata). Filippi M, Riccitelli G, Falini A, Di Salle F, Vuilleumier P, et al. (2010) .“The Brain Functional Networks Associated to Human and Animal Suffering Differ among Omnivores, Vegetarians and Vegans” 28 Irisultatieirisvolti Forse per cambiare la nostra «visione del mondo» in chiave ecologica, prima ancora di «capire» quanto siamo connessi in modo interdipendente al mondo naturale, dobbiamo «sentirci» empaticamente parte del mondo naturale? 29 Laboratoriodi Neuroetica a.a.2010‐2011 Matteo Andreozzi [email protected] 23 Marzo 2011 ‐ FINE