Dott. Pietro Ragni Risk Manager AUSL di Reggio Emilia Da dicembre 2013 è in corso la prima epidemia documentata di malattia da virus Ebola (Evd) in Africa occidentale. Si tratta della più grande epidemia di Ebola mai riscontrata, sia per il numero di focolai attivi di infezione che per il numero di casi e di decessi riportati. È anche la prima volta che Evd si trasmette in aree urbane densamente popolate, tra cui città capitali come Freetown, Conakry e Monrovia. Agente eziologico Famiglia: Filoviridae (Filovirus): Genere: Ebolavirus 1. Ebola virus (EBOV), in precedenza definito Zaire ebolavirus), agente eziologico dell’attuale epidemia 2. Sudan ebolavirus (SEBOV) 3. Reston ebolavirus (REBOV) 4. Côte d'Ivoire ebolavirus (CIEBOV, o Tai ebola virus) 5. Bundibugyo ebola virus Ebolavirus è un virus a RNA monofilamento, dotato di envelope, cioè di involucro lipoproteico esterno. La presenza di una membrana a doppio strato lipidico lo rende particolarmente vulnerabile all’esposizione ambientale, alla temperatura, all’alcool, ai tensioattivi e ai solventi lipidici, che ne scompaginano la struttura. Senza l’envelope, il virus perde la sua infettività. Resistenza ambientale del virus Ebola La contaminazione ambientale sembra non essere un fattore critico per la trasmissione del virus Ebola, che viene inattivato facilmente da sapone, luce solare o asciugatura, alcol, ipoclorito di sodio, così come su superfici secche o esposte alla luce solare. Il lavaggio in lavatrice di indumenti contaminati da liquidi è sufficiente a distruggere il virus Ebola. • Non vi è evidenza, ad oggi, che i Filovirus siano trasmessi da zanzare od altri artropodi che mordono • I Filoviridae possono sopravvivere in materiale organico, liquido od asciutto, per alcuni giorni • Sono inattivati da: – – – – irradiazione gamma calore a 60°per 1h bollitura per 5 minuti ipoclorito di sodio ed altri disinfettanti La trasmissione nell’uomo origina da un contatto iniziale con un serbatoio animale. In Africa questo tipo di trasmissione avviene attraverso la manipolazione di animali o di carne cruda di animali selvatici (bush-meat): scimpanzé, gorilla, volpi volanti, scimmie, antilopi di foresta, istrici infetti trovati malati o morti o catturati nella foresta per uso alimentare Pipistrelli della frutta in vendita su un banco del mercato, Brazzaville, Congo L’attività umana sta spingendo i pipistrelli a trovare nuovi habitat tra la popolazione umana. E’ comune in Sierra Leone vedere i soffitti delle abitazioni popolati di pipistrelli I principali fattori che contribuiscono a favorire la trasmissione dell’infezione: 1. Le credenze e pratiche tradizionali che contrastano con le azioni di prevenzione individuale e di sanità pubblica raccomandate. Questo contrasto genera un clima di sfiducia, apprensione e resistenza 2. La mobilità rilevante della popolazione, favorita dalla presenza di comunità omogenee insediate lungo i confini e dallo spostamento frequente dei minatori 3. La difficoltà di realizzare capillarmente misure di contenimento efficaci Fonte: OMS, mod. La maggior parte dei casi è costituita da persone che hanno partecipato a cerimonie funebri, entrando in contatto con pazienti deceduti e/o persone infette. Per questo si ritiene che la trasmissione interumana diretta costituisca la principale via di trasmissione. CENNI CLINICI Periodo di incubazione • Mediamente: una settimana (4 – 10 giorni) • Minimo: 2 giorni • Nel 90% dei casi: < 15 giorni • Massimo: 21 giorni Sintomatologia Poi : Prima fase (5-7 giorni): (in grassetto i sintomi più tipici) • febbre > 38,6 ° C, ad esordio improvviso • mal di testa intenso • mialgie • mal di gola • astenia • vomito grave • dolore addominale • diarrea • faringite • congiuntivite • emorragie • iperpiressia grave • astenia profonda Emorragie Non sempre presenti, possono consistere in: • petecchie • sottocongiuntivali • epistassi • tubo digerente: gengivorragie, ematemesi, rettorragie • meno-metrorragie • emoftoe • ematuria Decorso : • Nel 50% dei casi si ha morte una settimana dopo la comparsa dei primi sintomi • Nel restante 50% la guarigione si ha in circa 2 settimane EV infetta molti tipi di cellule: monociti, macrofagi, c. dendritiche, endoteliali, surrenaliche, epiteliali, fibroblasti, epatociti necrosi Induce produzione di CK proinfiammatorie SIRS Alterazioni di: coagulazione, risposta immunitaria Ag- specifica, permeabilità capillare MOF Heinz Feldmann, et al. Lancet. ;377(9768):849-862. Shock CONTAGIOSITA’ E MODALITA’ DI TRASMISSIONE Stima del tasso di riproduzione basale di alcune malattie infettive (Anderson RM, mod. e integrato) Malattia infettiva Morbillo Pertosse Varicella Influenza Rosolia Difterite Scarlattina SARS Ebola Tasso di riproduzione (R0) 14-18 14-17 10-11 7-8 5-6 5-6 4-6 2,2 – 3,6 1,4 – 1,6 Periodo di contagiosità di Ebola Esposizione Febbre, mialgie, cefalea, mal di gola Periodo di incubazione Prima fase 2-21 gg 5 - 6 gg no sintomi gastrici, Decesso intestinali, emorragie Seconda fase, Post-mortem a volte emorragica 1- 4 gg bassa CONTAGIOSITÀ alta altissima Periodo di contagiosità di Ebola Esposizione febbre, mialgie, cefalea, mal di gola Periodo di incubazione Prima fase 2-21 gg 5 - 6 gg no sintomi gastrici intestinali, emorragie Seconda fase, emorragica Guarigione latte, sperma 1 - 4 gg bassa CONTAGIOSITÀ alta presente La probabilità di trasmissione del virus cambia lungo il corso della malattia. Infatti la viremia aumenta costantemente con il progredire della malattia. La viremia è assente nel periodo di incubazione, compare nella fase sintomatica e aumenta molto dopo alcuni giorni, quando compaiono la compromissione del tubo digerente e le emorragie All’inizio (quando è presente febbre, senza vomito, diarrea o emorragie): rischio di trasmissione verosimilmente presente, ma basso Nelle fasi tardive (in presenza di manifestazioni emorragiche): rischio di trasmissione alto Post-mortem: rischio di trasmissione altissimo (legato alle pratiche funerarie) Dopo meno di 20 giorni dalla comparsa dei sintomi non è più rilevabile viremia. L’eliminazione del virus tramite allattamento e per via sessuale può proseguire anche dopo la guarigione clinica. La permanenza del virus nello sperma può verificarsi fino a 7 settimane dopo la guarigione, talora fino a 12 settimane. Nella saliva il virus è presente in tutta la fase acuta mentre non è stato trovato nel sudore Le persone malate sono contagiose fino a quando il sangue e le secrezioni contengono il virus. Per questo motivo, per evitare di infettare chiunque altro nella comunità, i pazienti infetti devono essere attentamente monitorati e sottoposti a test virologici, per garantire che il virus non sia più in circolo prima della dimissione. Modalità di trasmissione Il virus Ebola si trasmette attraverso: • il contatto diretto (attraverso cute lesa o mucose) con sangue o altri liquidi biologici (urine, saliva, feci, vomito, sperma) • il contatto indiretto (attraverso cute lesa o mucose) con oggetti contaminati con sangue o altri liquidi biologici (ad esempio aghi) Liquidi biologici a rischio • Soprattutto: sangue, feci, vomito • Il virus è stato rilevato anche nel latte materno, nelle urine e nello sperma. • La saliva e le lacrime potrebbero comportare un rischio. Gli studi su questi liquidi sono però limitati e inconcludenti. Negli studi sulla saliva, il virus è stato trovato soprattutto negli stadi avanzati di malattia. •Il virus non è mai stato isolato dal sudore. Principali modalità di trasmissione di germi correlati all’assistenza (2) (adattato da Centers for Disease Control and Prevention) Modalità di trasmissione Serbatoio/fon te Dinamica della Trasmissione Esempi di germi Droplet Pazienti operatori sanitari Trasmissione attraverso goccie di acqua (droplets, > 5µm) che trasmettono i germi nell’aria quando la fonte e il paziente sono vicini; es. Trasmissione starnutendo, parlando, tossendo Virus Influenza, Staphylococcus aureus, Virus Respiratorio Sinciziale Aerea Pazienti operatori sanitari, acqua calda, polvere Mycobacterium Diffusione di germi contenuti in nuclei (< 5µm) evaporati da droplets o in pulviscolo, tuberculosis, Legionella spp attraverso l’aria, nella stessa stanza o anche a distanza; es respirazione Veicoli comuni Cibo, acqua, medicazioni Un veicolo inanimato contaminato funziona da vettore di trasmissione del germe verso più pazienti; es, bere acqua contaminata, pratiche iniettive non sicure Salmonella spp, HIV, HBV, Bacilli Gram negativi MODALITÀ DI TRASMISSIONE DEI MICRORGANISMI EMESSI CON LE SECREZIONI RESPIRATORIE FONTE 1 METRO TRASMISSIONE DA DROPLET TRASMISSIONE AEREA Il virus Ebola NON si trasmette per VIA AEREA Per fermare questa epidemia, deve essere fatto di più per adottare, su più larga scala, le misure protettive e preventive già ben note. Abbondanti prove ne hanno documentato l’efficacia WHO What we know about transmission of the Ebola virus among humans Ebola situation assessment - 6 October 2014 TERAPIA E PROSPETTIVE FUTURE Terapie attualmente approvate per uso umano Terapie in corso di sperimentazione Vaccino Anticorpi monoclonali (ZMapp) …solo terapia di supporto Inibitori trascrizione RNA Un rilevante numero di contagi avviene nei luoghi di cura: ospedali e centri di assistenza. Il contagio riguarda sia pazienti che operatori sanitari Ospedale chiuso dopo la morte di un medico, Sierra Leone Ingresso di un punto di cura OMS L’abbigliamento protettivo viene indossato e rimosso sempre in presenza e con l’aiuto di almeno un altro operatore. Lavorare in condizioni estreme richiede questo Operatori sanitari in un reparto di isolamento per pazienti sospetti per Ebola Stanza a “pressione negativa“ Reparto di isolamento, “Terapia idratante” Reparto di isolamento, “Alimentazione artificiale” I pazienti con sospetta malattia di Ebola vengono fatti attendere la visita TUTTI INSIEME, nei cassonetti dei furgoni in strada davanti agli ospedali. Così chi non è ammalato, si ammalerà … Persone sospettate di Ebola aspettano di essere visitate in ospedale, a Monrovia. Daniel Berehulak for The New York Times E i contatti, se possono, fuggono, o nascondono di avere la febbre … Operatori sanitari spingono un contatto fuggito dalla in quarantena dall’ospedale di Elwa, in Monrovia, dentro ad un’ambulanza nel centro di Paynesville, 1 settembre 2014 Casi di Ebola in Operatori sanitari USA - Medical workers roll patient Nancy Writebol, stricken with Ebola in West Africa, into Emory University Hospital in Atlanta Georgia, August 5, 2014. 1 Ottobre 2014, Dallas (Texas): primo caso di paziente con Ebola fuori dall’Africa L’uomo era rientrato asintomatico dalla Liberia 5 giorni prima. Si era presentato in ospedale per febbre ed era stato rimandato a casa con antibiotici. Dopo due giorni ha chiesto il ricovero per aggravamento. Il trasporto è stato effettuato in ambulanza senza precauzioni specifiche. Questa è la prova sul campo che non basta produrre solo procedure e distribuire DPI Occorre invece orientarsi verso misure sistematiche e continuative di sicurezza, applicabili anche al di fuori di grandi emergenze, con addestramenti preventivi e periodici. MALATTIA DA VIRUS EBOLA MVE CLINICA Malattia acuta, grave, caratterizzata da comparsa improvvisa di: •Febbre elevata •Astenia intensa •Dolori articolari e muscolari •Cefalea •faringodinia •Vomito e diarrea •Tosse •Eritema cutaneo diffuso •Iperemia congiuntivale •Dispnea, disfagia Manifestazioni emorragiche sia cutanee che viscerali a carico di: •Apparato gastro-intestinale (ematemesi e melena) •Polmonare •Petecchie, epistassi, ematuria, emorragie subcongiuntivali e gengivali •Meno-metrorragie Infezione da MVE confermata solo da test virologici specifici eseguibili presso laboratori individuati dalla regione, per la nostra area il lab S.Orsola PERIODO INCUBAZIONE mediamente 8-10gg (range 2-21 gg) TRASMISSIONE INTER-UMANA Durante il periodo di incubazione NON vi è rischio di contagio Il paz diventa contagioso quando comincia a manifestare i sintomi Rimane contagioso fino a quando il virus è rilevabile nel sangue, anche dopo la guarigione clinica (talora fino a 7-12 settimane dopo la guarigione) MODALITA’ DI TRASMISSIONE •Contatto diretto (cute e mucose) con sangue o altri liquidi/materiali biologici (saliva, vomito, sperma, secrezioni salivari, feci •Contatto indiretto (cute e mucose) con oggetti contaminati da sangue e altri liquidi biologici (aghi, indumenti). •NO LA VIA AEREA PROBABILITA’ TRASMISSIONE •Bassa all’inizio (solo febbre) •Aumenta progressivamente con l’evolvere malattia Africa Occidentale; Guinea (Conakry), Liberia, Sierra Leone. Senegal e Nigeria sono stati esclusi dalle aree affette. CRITERI PER LA DEFINIZIONE DI CASO Criterio Clinico: febbre>38.6°C o storia di febbre nelle ultime 24 ore E almeno 1 dei seguenti sintomi: • Mal di testa intenso • Vomito, diarrea, dolore addominale • Manifestazioni emorragiche di vario tipo non spiegabili • Insufficienza multiorgano Oppure persona deceduta improvvisamente ed inspiegabilmente Criterio Epidemiologico : 1. Ha soggiornato in un’area affetta da MVE nei precedenti 21 gg Oppure 2. Ha avuto contatto con un caso confermato o probabile di MVE nei precedenti 21 gg STRATIFICAZIONE IN BASE A RISCHIO DI ESPOSIZIONE • Basso Rischio Contatto casuale con paz febbrile, autonomo, in grado di deambulare (es: condividere sala di attesa, o mezzo pubblico di trasporto, lavorare in una reception) • Alto Rischio 1. Contatto faccia-faccia (<1 m di distanza) senza DPI con caso probabile o confermato che abbia tosse, vomito, diarrea, emorragia. Contatto sessuale con persona precedentemente ammalata fino a 3 mesi dopo guarigione 2. Contatto diretto con qualunque materiale contaminato da fluidi corporei di un caso probabile o confermato CLASSIFICAZIONE DEI CASI 1. Paziente da Valutare (“CASO SOSPETTO”) Persona che presenti criterio clinico + criterio epidemiologico Oppure Che presenti almeno 1 dei sintomi fra quelli elencati (inclusa febbre di qsi grado) + criterio epidemiologico Alto Rischio di esposizione 2. CASO PROBABILE Persona che presenti il criterio clinico + criterio epidemiol Alto Rischio di esposizione 3. CASO CONFERMATO Un caso confermato in laboratorio Il personale sanitario, al primo contatto con un paz che presenta FEBBRE o storia di Febbre nelle ULTIME 24 ORE, deve attentamente verificare in anamnesi l’eventuale soggiorno nelle aree affette da MVE nei 21 gg precedenti l’esordio della febbre o di altre condizioni previste nel criterio epidemiologico, in modo da individuare tempestivamente i casi sospetti da sottoporre ad approfondimento diagnostico inviandoli al reparto di Malattie infettive di riferimento GESTIONE DEL “CASO SOSPETTO” IN PS Ogni PS deve : • identificare una camera/sala/locale di isolamento che deve: -essere svuotato di qualsiasi presidio o attrezzatura non necessaria -contenere: - 1 barella - 1 sfigmomanometro + 1 fonendoscopio + 1 termometro (digitale o al gallio) tutti da utilizzare come monouso! - 1 contenitore per rifiuti speciali con doppio sacco giallo - 1 pappagallo + 1 padella monouso • identificare una zona “FILTRO” nei pressi del locale di isolamento (es un locale vuota) in cui posizionare un secondo contenitore per rifiuti speciali con doppio sacco giallo in cui riporre i DPI utilizzati dopo la loro rimozione. • essere dotato di 4 KIT di DPI posizionati in un luogo prestabilito FASE DI TRIAGE L’infermiere di Triage: • Anamnesi mirata ad identificare il pz sospetto (ha febbre? Da quanto tempo? Ha soggiornato o proviene dai paesi a rischio?) • in caso di pz sospetto gli attribuisce un GIALLO con specificato nelle note “rischio Ebola” • Posiziona una maschera chirurgica sul viso del pz • Si mette una maschera chirurgica con visiera e paraschizzi e 1 paio di guanti • Durante il caricamento dei dati cerca di evitare contatti con i documenti del pz cercando per quanto possibile di farli maneggiare dal pz stesso o in caso non sia possibile utilizzando un guanto FASE DI TRIAGE • Se possibile si astiene da qualsiasi manovra assistenziale o valutazione clinica e si mantiene ad una distanza dal pz > 1 m (non rileva parametri né somministra terapia) • Allerta i colleghi perchè provvedano ad “attivare” la camera di isolamento e la zona filtro • Accompagna il pz nella “camera di isolamento” • Avverte il medico di PS • In caso di contaminazione ambientale della sala di attesa con liquidi biologici del pz (ad es. vomito) attiva l’OSS che indossato il DPI eseguirà la decontaminazione • In quest’ultimo caso stila elenco di tutte le persone presenti (a qualsiasi titolo) all’interno della sala di attesa con anche un riferimento telefonico e provvede ad inoltrare tale elenco al Direttore di UO che lo farà pervenire al Dipartimento di Sanità Pubblica. CAMERA DI ISOLAMENTO • Chiunque entri deve indossare i DPI • Entra per primo il medico che ha in gestione il paz • Il pz sospetto va valutato, trattato, stabilizzato esclusivamente all’interno della camera riducendo comunque al minimo i contatti e le manovre • Altro personale entra nella camera solo se necessario • Chiunque esca dalla camera deve rimuovere i DPI procedendo come da istruzioni e osservando le indicazioni per un corretto smaltimento dei materiali potenzialmente contaminati MEDICO DI PS Confermata l’ipotesi diagnostica, il medico che ha in gestione il paz: • Contatta l’infettivologo di guardia Malattie Infettive S.Orsola (Tel 0516363982 – 0516363983 – Portineria 0516363355) per concordare i tempi di trasferimento del pz • Notifica subito il caso sospetto al MdG Dip. Sanità Pubblica reperibile via cellulare e invia via fax il modulo di segnalazione • Avverte immediatamente il Direttore di UO (o suo incaricato) che a sua volta informa tempestivamente il Direttore Sanitario Aziendale , il responsabile della Comunicazione aziendale e la Direzione Medica di Stabilimento TRASPORTO SECONDARIO • Il trasferimento del “caso sospetto” va richiesto alla CO118EE (tel 38118) specificando che si tratta di un sospetto EBOLA ed effettuato come da indicazioni dell’apposita I.O. . • La destinazione del paziente sospetto è il Reparto Malattie Infettive Osp. S.Orsola Pad. 6 (ingresso da v.le Ercolani 4). DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DPI • • • • • • • Ogni singolo Kit contiene: 1 Tuta tivek categoria 3, completa di calzari sovrascarpe 2 Maschere FFP3 o FFP2 1 Occhiale classe 3 24 paia di guanti in nitrile (8 per misura S-M-XL) 1 rotolo di nastro adesivo per sigillatura polsi e caviglie Vanno sempre indossati 2 paia di guanti sovrapposti (interni ed esterni) SVESTIZIONE/SMALTIMENTO DEI DPI Al momento di lasciare la camera di isolamento, il personale: 1. Nella camera di isolamento: rimuove il primo paio di guanti (esterni) eliminandoli nell’apposito contenitore per rifiuti speciali 2. Nella zona esterna (locale adiacente tipo “vuota” o anche corridoio opportunamente isolato) provvede a svestire con accortezza i DPI attenendosi alle istruzioni: • Indossa un nuovo paio di guanti esterni • Sveste il DPI nell’ordine: prima soprascarpe, poi tuta insieme ai guanti esterni e avvolgendola dall’interno all’esterno, infine maschera e occhiali, mantenendo i guanti interni e facendo attenzione a non toccare le parti interne • Smaltisce il materiale inserendolo in un contenitore per rifiuti speciali appositamente posizionato all’esterno della camera in un luogo pre-stabilito • Rimuove e smaltisce i guanti interni monouso • Si lava le mani DECONTAMINAZIONE CAMERA DI ISOLAMENTO E ALTRI LUOGHI CONTAMINATI DA LIQUIDI/MATERIALI BIOLOGICI • Consiste in: • Smaltimento di tutto il materiale monouso presente nell’apposito contenitore per rifiuti speciali (comprese le lenzuola della barella) • Disinfezione di tutte le superfici con IPOCLORITO di Sodio al 5%, assicurando un contatto per almeno 15 min • Utilizzo di BIONIL GRANULI ( Sodio Dicloroisocianurato diidrato) su schizzi/versamenti di sangue o di liquidi ed altri prodotti biologici (infetti o sospetti tali). Il liquido si compatta e si rimuove con maggiore facilità. MISURE DA ADOTTARE NELLE DIVERSE FASI DEL PROCESSO ASSISTENZIALE AD UN PAZIENTE CON MVE SOSPETTA O ACCERTATA INFORMAZIONI SANITARIE • Per nessun motivo il personale sanitario è autorizzato a dare informazioni su presenza di casi sospetti o accertati di infezione da virus Ebola verificatisi sul territorio o presenti in Pronto Soccorso. • Porre la massima attenzione quindi durante tutte le fasi di triage, visita e trasferimento del paziente nei confronti degli altri utenti o accompagnatori di altri utenti presenti nei locali del Pronto Soccorso. • Per qualsiasi richiesta di informazione su casi specifici dare come riferimento la Direzione Medica di Presidio.